STORIA
STORIA
Fuggiaschi e rifugiati
Sull’autrice: Eva Pfanzelter è una storica contemporanea sudtirolese. Nata a Castelrotto (BZ), è professoressa all’Istituto di Storia contemporanea dell’Università di Innsbruck.
Contemporaneamente, nella primavera e nell’estate del 1945 iniziò ad arrivare un’ondata di rifugiati di dimensioni sino ad allora inimmaginabili, innescata dal fatto che alla fine della guerra in Germania e in Austria si trovavano circa un milione e mezzo di civili italiani, di optanti che tentavano di tornare illegalmente in patria e di ebrei in fuga dai pogrom dell’Europa orientale che volevano riparare in Israele e negli Stati Uniti, oltre a numerosi nazisti che cercavano di sfuggire alla giustizia alleata passando dall’Italia. Nonostante la prontezza delle autorità alleate e della Croce Rossa Internazionale nell’organizzare il trasporto, l’alloggio e il vitto per tutte queste persone, l’Alto Adige fu ben presto invaso da una marea incontenibile di rifugiati. Nel solo mese di maggio arrivarono circa 90.000 persone.
Nessun portavoce Sul piano politico internazionale, a fine giugno e agli inizi di luglio del 1945 si intavolarono le trattative che avrebbero portato alla Conferenza di Potsdam e quindi alla spartizione tra le potenze vincitrici delle desolate spoglie che la guerra mondiale aveva lasciato. In quei mesi nessuno si fece portavoce della causa del Sudtirolo. Solo a fine estate del 1945 i rappresentanti statunitensi dell’ex governo del defunto Presidente Roosevelt, incaricati di pianificare il nuovo assetto territoriale, si attivarono a favore della questione altoatesina. Infatti fu merito loro se il 14 settembre 1945, nei primi negoziati degli Alleati con l’Italia, fu inserita la clausola entrata nella storia come “decisione preliminare” per l’Alto Adige. La clausola autorizzava l’Austria a presentare proposte per apportare lievi rettifiche al confine a suo favore. Al termine delle successive trattative, il 5 settembre 1946, si giunse alla firma dell’Accordo Degasperi-Gruber. Eva Pfanzelter (Traduzione: Barbara Tomelleri)
La dicitura corretta Accordo di Parigi, Accordo Degasperi-Gruber o Accordo De Gasperi-Gruber? Non vi è certezza sulla dicitura corretta…
I
l 5 settembre 1946 l’allora presidente del Consiglio dei Ministri italiano Alcide Degasperi e l’allora ministro degli Esteri austriaco Karl Gruber sottoscrissero un accordo di due pagine scarse che costituiscono la base giuridica per l’Autonomia dell’Alto Adige, l’Accordo Degasperi- Gruber. Questo accordo fu aggiunto, quale Allegato IV, al trattato di pace di Parigi tra l’Italia e gli Alleati e le potenze associate del 10 febbraio 1947 e ne costituisce parte integrante. Da qui deriva la definizione di Accordo di Parigi in uso prevalentemente in provincia di Bolzano. Ma tale definizione nel contesto internazionale può indurre a dei malintesi perché esistono anche altri Accordi di Parigi. Inoltre, l’accordo è solamente parte del Trattato di Pace di Parigi. La definizione evidente, pertanto, è Accordo Degasperi-Gruber.
La firma autografa di Degasperi
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De Gasperi contro Degasperi La questione si fa interessante alla domanda se sia corretto scrivere Degasperi quale parola unica o con il “De” staccato dal nome: De Gasperi. Il fatto è che nel documento identificativo di Alcide Degasperi il suo cognome é indicato quale parola unica. D egasperi, nato a Pieve Tesino in Trentino, fu presidente del Consiglio dei Ministri italiano dal 1945 al 1953. Il suo cognome, molto in uso in provincia di Trento, a un certo punto venne scritto disgiunto. Delle malelingue affermano che un membro della famiglia abbia provveduto affinché a Roma il nome venisse scritto disgiunto, perché dall’aspetto più aristocratico. Altri dicono che se a un certo momento si affermò la forma divisa, la colpa sia da ascrivere ai giornalisti romani. La firma apposta sotto l’Accordo Degasperi-Gruber appare comunque più quale parola unica. La redazione del mensile della Provincia si è ad ogni modo decisa per l’utilizzo della definizione Accordo Degasperi-Gruber. Gli errori, anche se si sono perpetrati, devono essere corretti. mgp/sa
© Università di Innsbruck, Istituto di Storia contemporanea
trovamento di alcune centinaia di casse piene d’oro nel forte di Fortezza.
Il ministro degli Esteri austriaco Karl Gruber e il Presidente del Consiglio italiano Alcide Degasperi soddisfatti per la firma dell’accordo a Parigi.
La Magna Charta dell’Alto Adige L’Accordo Degasperi-Gruber del 5 settembre 1946 fu a lungo misconosciuto, perchè molti si erano aspettati di più. Con la prospettiva di oggi, tuttavia, rappresentò il meglio che allora fu possibile ricavare, secondo lo storico Rolf Steininger.
L’
11 settembre 1945, alla Lancaster House di Londra, ebbe inizio la prima seduta del Consiglio dei Ministri degli Esteri istituito in occasione della Conferenza di Potsdam. La questione altoatesina non era espressamente all’ordine del giorno, tuttavia in relazione all’Italia fu presa, in esattamente 30 secondi, una decisione di notevole portata storica, destinata a sancire di fatto il destino
dell’Alto Adige. Il 14 settembre fu approvata dai Ministri degli Esteri la bozza britannica del trattato di pace per l’Italia – in cui non veniva fatto riferimento all’Alto Adige – che sarebbe servita come base per i negoziati. Nessuna delle parti propose una modifica del confine del Brennero. Solo il Segretario di Stato statunitense James Byrnes aggiunse una clausola accessoria concernente la siste-
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