RIPENSARE GLI SPAZI DELL’INFRASTRUTTURA [by Antonio Lento, April 2019]

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possibilità di operare direttamente sulle forme sociali e comportamentali espresse da questi spazi.

La conquista della strada Durante gli anni Sessanta le città occidentali sperimentano considerevoli fenomeni di espansione. Negli Stati Uniti crescono a dismisura i suburb mentre i downtown appaiono degradati e caotici. Le città americane sono, negli anni Sessanta, quell’inferno necessario, la cui problematicità, però, fa emergere una straordinaria stagione politica e culturale tra artisti, architetti e intellettuali. Come per i “movimenti” europei di quegli anni, dall’Indipendent Group al Situationist International, lo spazio pubblico, tanto umiliato dalle pratiche speculative postbelliche, diventa uno dei temi principali nelle esperienze artistiche e culturali americane. Sono gli anni in cui gli artisti escono dalle gallerie e dai musei invadendo la convenzionalità dello spazio urbano, dove il loro corpo e le loro opere si confrontano con un ambiente diverso rispetto ai tradizionali contenitori dell’arte. Lo spazio stradale diventa il luogo in cui gli artisti inscenano i loro happening e le masse combattono per i propri diritti. Esso diventa campo di indagine di architetti e studiosi che ne riscoprono il valore urbano come ambito privilegiato delle relazioni sociali, luogo di identificazione di valori collettivi condivisi e spazio di sperimentazione di nuove forme sociali e di libertà.

Silvano Zorzi, Tangenziale est Milano, 1970-74 Immagine: http://biennaleimmagine.ch/exhibitions/tangenziali-sopraelevate-e-viadotti/

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I fermenti di riconquista della strada si manifestano, a partire da quegli anni, secondo due approcci che Ignasi de Solà-Morales ha definito l’approccio mnemonico e l’approccio retorico (de Solà Morales I., 1988). Il primo parte dalla volontà mnemonica di recuperare l’idea di città storica come alternativa alla metropoli e con essa le tipologie storiche che l’hanno contraddistinta: la piazza e il viale. Il “recupero del passato” diventa occasione di riorganizzazione del rapporto tra vita collettiva e territorio metropolitano, attraverso le forme fisiche e simboliche dell’arte urbana premoderna. Il secondo approccio tenta invece un discorso sulla città partendo dal presente attuando operazioni di comprensione e risemantizzazione degli elementi specifici della metropoli. Gli strumenti, quindi, vengono rintracciati all’interno del territorio metropolitano, che diventa il luogo per sperimentare possibili modelli di vita. L’approccio retorico mira a riformare un’urbanità 43


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