IL TEMPO CHE SFUGGE ALLA STORIA [by Miriam Tinto, April 2019]

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Quinto: liberare gli spazi del Marchiondi integralmente ovvero chiedere sempre al comune di Milano di spostare in altra sede le attività di assistenza disabili Sesto: proporrei di documentare in modo esteso e diffuso l’edificio sia fotograficamente che attraverso video Infine coglierei l’occasione per fare del Marchiondi un caso di studio ed un laboratorio scientifico di analisi e di intervento dal quale partire per fare di Milano la sede naturale sui temi di ricerca del restauro del moderno, applicando ai propri capolavori dimenticati tecniche innovative sperimentali. A valle di questo dibattito variegato, in questo progetto di tesi si è scelto di rifiutare il restauro come soluzione, riconoscendo il palinsesto dei segni che oggi costituiscono questo peculiare paesaggio, fatto di natura selvaggia e materia viva, come un irripetibile insieme di elementi non solo da tutelare, ma anche da valorizzare. La rovina viene così trattata come materia di paesaggio, riconoscendone il ruolo pedagogico che “più che a rammentarci la caducità di ogni cosa, diventa sempre più il simbolo che ci chiama a un incondizionato e vigile principio di responsabilità”1: la vegetazione è a pieno titolo parte integrante di un insieme inscindibile. Se la rovina ci ricorda il senso del tempo, e quindi della storia, le rovine dell’Istituto Marchiondi ci raccontano una storia di successi e fallimenti, limiti ed enormi opportunità. Oggi tutto concorre a farci credere che il futuro sia finito, e che il mondo sia uno spettacolo in cui quella fine viene rappresentata. Il progetto non vuole porsi come soluzione definitiva, ma come nuova occasione di dibattito critico. Oggi una nuova occasione sembra aprirsi, in seguito alla vendita dell’immobile comunale in Via Pirelli 39: pare che l’attuale giunta comunale voglia destinare una consistente parte dell’inaspettato bottino ricavato al recupero dell’Istituto, Assisteremo al triste passaggio dalla tragedia alla farsa, o riusciremo, finalmente, a celebrare, al centenario dalla sua nascita, l’opera di una delle più valide voci dell’architettura italiana?

1. Tortora G. , a cura di, Semantica delle rovine, manifestolibri, Roma 2006.

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