ITALIA NON FINITA. UNA PROPOSTA DI ATTIVAZIONE

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Il ritorno all’agricoltura (urbana)

I Community gardens sono spazi pubblici progettati e gestiti dalla popolazione locale e ricavati in vecchie aree residuali, lotti interclusi abbandonati, slarghi. Sono ispirati dal principio che i cittadini non siano solo i fruitori ma anche i protagonisti attivi di questi nuovi spazi pubblici, caratterizzati da flessibilità di usi nell tempo. Nascono con l’obiettivo di essere spazi aperti per tutti, e hanno spesso la funzione di ricucire l’identità di quartieri e ridurre la criminalità locale. Questo modello ha avuto molto successo nelle città americane: a New York City esistono oggi più di 900 community gardens, suddivisi nelle cinque contee. Queste realtà, inizialmente indefinite dal punto di vista giuridico, hanno rischiato di scomparire a causa dell’intenzione dell’amministrazione della città di New York di vendere ai privati le aree. I giardini sopravvissuti a questa ondata speculativa sono stati poi salvati grazie al loro trasferimento ad un’organizzazione per la salvaguardia dei terreni sotto il controllo del TPL (Trust for Public Land). Una realtà simile ma improntata all’agricoltura riguarda i Farmer markets e le city farms. I primi sono mercati settimanali di frutta e verdura dal produttore al consumatore, che avvengono in lotti vuoti, percheggi, aree abbandonate. I produttori\venditori 150

pagano una tassa per lo spazio, finanziando la riqualificazione dell’area. Le city farms nascono in Inghilterra negli anni ‘70 in quelle aree di frangia tra città e campagna. Questi centri offrono alcuni servizi didattici come corsi di giardinaggio e il compostaggio o ancora lezioni di botanica e orticoltura.


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