Lumsanews n.4 del 29/09/2023

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In Arabia Saudita non serve manifestare apertamente contro il regime o pubblicare sui social contenuti critici nei confronti del governo per rischiare condanne di detenzione o addirittura di morte È sufficiente seguire un attivista considerato scomodo da Riad mettere mi piace ai suoi post oppure retwittarli Secondo

il Rapporto su Medio Oriente e Africa del Nord 2022-2023 di Amnesty International, nel periodo considerato la Corte penale specializzata (Scc) ha emesso verdetti di colpevolezza nei confronti di almeno 15 individui, sia cittadini sauditi che stranieri, condannandoli a pene variabili dai 15 ai 45 anni di carcere al termine di processi gravemente irregolari, per il pacifico esercizio della loro libertà d espressione o associazione, comprese pacifiche conversazioni online pubblicate su Twitter

ALLE PAGINE 6 E 7

Giovani, sfrontati e violenti. Italianissimi e non. Maranza, ma non solo. Che cosa si nasconde dietro il branco?

Si chiamano baby gang ma non èun gioco da ragazzi

L’inchiesta

Se il parto diventa un abuso

di BEATR ICE D’ASCENZI

Paura umiliazione maltrattamento fisico e verbale Non sono le sensazioni che una madre dovrebbe provare nel momento in cui mette al mondo un figlio È però quello che emerge dai racconti delle vittime di violenza ostetrica Io stavo sempre più male e i dottori non si sono accorti che il mio bambino era in sofferenza fetale racconta Rosa (nome di fantasia) a Lumsanews

ALLE PAGINE 4 E 5

Il focus

La sfida delle notizie nell’era AI

di CHIAR A ESP OSITO

Opportunità o rischio Nemica o alleata In qualunque modo la si pensi, il dato è certo: l’intelligenza artificiale ha fatto irruzione nel mondo dell’informazione E spetta ai giornalisti farci i conti Stando al rapporto 2023 di Journalism AI, le principali funzioni svolte dall’intelligenza artificiale nelle redazioni riguardano la selezione, la distribuzione e la produzione delle notizie Funzionando come spiega a Lumsanews Nicola Gatti co-direttore dell Osservatorio sull AI del Politecnico di Milano con delle istruzioni testuali

ALLE PAGINE 8

Il caso In carcere per un post L’Arabia Saudita e il dissenso sui social PERIODICO NUMERO IV 29/09/2023 Roma, Castro Pretorio e Esquilino tra risse criminalità e violenza I residenti insorgono
di MAR IA SOL E B ETTI
PAGINE
ALLE
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VERONICA STIGL
di
IANI
di GIUL IA MUTTI A PAGINA 10
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9

di MARIA SOLE BETTI

Sono giovani, sfrontati e violenti Italianissimi e non, talvolta di seconda generazione Alcuni si fanno chiamare maranza Altri agiscono in branco tra atti vandalici, risse e persino stupri di gruppo Obbiettivi poco precisi, ma una sola certezza: non essere idonei al regime detentivo Sono i ragazzi delle baby gang, gruppi di adolescenti votati al crimine che da qualche anno monopolizzano le storie di cronaca Un fenomeno che rimbalza di regione in regione, con protagonisti giovani di una generazione che segue esempi sbagliati E che da Milano a Parco

Verde, passando per Palermo, allarma il governo guidato da Giorgia Meloni al punto da rendere necessaria una stretta sulla criminalità giovanile attraverso il cosiddetto decreto Caivano Un tentativo di rispondere a quelle “fratture culturali” recentemente denunciate dal New York Times e alle difficoltà di integrazione sociale, che, come sottolineato da esperti e parte della politica, si teme risulterà non risolutivo

Aumentano reati minorili e azioni in branco

Secondo i dati della Direzione centrale della polizia criminale, lo scorso anno i delitti commessi da minori sono aumentati di oltre il 14% rispetto a prima della pandemia A catturare l attenzione è però l aumento dei reati minorili di gruppo, quelli delle baby gang, realtà definite dalla psicologia con il termine branco”, spiega a Lumsanews Cinzia Panimolle, psicologa dell’età evolutiva “Il contesto del gruppo per definizione rafforza il pensiero e l’azione del singolo, che spesso essendo in cerca di approvazione esterna, segue tacitamente l’input del leader con cui si identifica, con conseguenze atroci”, ha sottolineato Panimolle Ecco perché spulciando nel report 2022 elaborato da Transcrime ,centro di ricerca sulla criminalità transnazionale emerge quanto le baby gang nella sua composizione tipica di dieci ragazzi con un’età media compresa tra i 15 e i 17 anni siano largamente presenti nel nostro Paese Una realtà declinata in varie sfumature, ma in cui prevalgono minori italiani che infieriscono con estrema brutalità sui coetanei pur non avendo una vera e propria organizzazione Niente a che vedere con reati di altra gravità commessi dalle gang ispirate o collegate alla criminalità organizzata, più diffusi al Sud ma numericamente vicini A destare preoccupazione sono però anche i gruppi di ragazzi stranieri di prima o seconda generazione, statisticamente più diffusi nelle aree urbane del centro Nord Un fenomeno che prende le mosse dagli scontri tra gang criminali estere, come le pandillas sudamericane ormai operanti anche in Italia

BABY

La criminalità che spaventa lo Stato

Ma che sempre più spesso guarda alle scorribande dei gruppi delle banlieue francesi delle quali Milano è un’ottima testimone Furti intimidazioni e aggressioni in branco ai danni di chiunque per il solo gusto di farlo La matrice è semplice: troppo diversi per essere italiani, troppo italiani per essere stranieri Una mancanza di integrazione che, nei fatti, fa percepire ai giovani di seconda generazione di non essere parte di alcun contesto E che inevitabilmente sfocia in circuiti di violenza tra autoesaltazione, rancore, orgoglio etnico e assenza di alternative

La stretta del governo, tra crisi della giustizia minorile e “populismo penale” Palazzo Chigi ha deciso di rispondere a tutto questo con un provvedimento “tolleranza zero”, inasprendo

le misure previste per i minori di 18 anni “Il decreto Caivano illustra Lucio Camaldo docente associato di Diritto processuale penale minorile all’Università degli Studi di Milano introduce interventi di modifica delle misure cautelari e precautelari Non si tratta di un aumento delle pene, ma di una estensione dell’applicazione delle misure che incidono sulla libertà personale anche per reati di minore gravità” Una stretta con cui “lo Stato fa vedere la sua presenza e interviene in modo repressivo contro fatti gravi al limite dell’atroce”, ha detto recentemente il ministro della giustizia Carlo Nordio Ma che, secondo il professore, “desta preoccupazione: si tratta di un settore molto delicato che incide sui diritti inviolabili garantiti dalla Costituzione, ancora di più nel caso dei minori Il carcere dovrebbe essere quindi l’ultima

soluzione”, ha spiegato Camaldo Il cambio di passo è, però, presto spiegato, basti considerare il fatto che la disposizione è stata approvata sull’onda emotiva delle violenze di Parco Verde In questo senso il Dl Caivano conferma secondo Michele Miravalle, ricercatore in filosofia e sociologia del diritto e membro dell’Osservatorio Minori di Antigone una linea molto cara alla maggioranza, “quella del populismo penale, già adottata nel caso dei rave e del traffico di migranti” Il decreto Caivano, infatti, “ha il solo merito di rispondere alla pancia del paese con il pugno di ferro Un tentativo di dare risposte semplici ma inappropriate, con un effetto perverso sul sistema penale”, ha concluso Miravalle

Il pugno duro che punisce senza rieducare Oggi il sistema di giustizia minorile italiano fa un ricorso residuale alla detenzione degli adolescenti, preferendo, invece, misure alternative Un modello che permette di mantenere un tasso di detenzione minorile basso e che rende determinante il lavoro di recupero e riscatto di adolescenti problematici I giovani delle baby gang sono molto più avanti rispetto ai minori di qualche anno fa , evidenzia Armando Compagnone, coordinatore degli educatori al centro minori maschile di San Patrignano Fanno della delinquenza un vanto, agendo in maniera così atroce da essere perfettamente consapevoli delle loro azioni”, aggiunge Panimolle Anche per questo “in alcuni casi l’intervento punitivo può essere la strada da seguire L’individualità del caso e l’intento rieducativo continua la psicologa devono, però, sempre essere la via maestra da percorrere così da arrivare a un giusto recupero” Una sorta di affrancamento sociale obbligato, funzionale in futuro alla pacifica convivenza tra cittadini Perché nonostante l’efferatezza dei crimini gli esperti incluso il Garante per l’infanzia e l’adolescenza concordano sul fatto che l’inasprimento delle pene può aggravare, e non sanare, il percorso di devianza Il dl Caivano, al momento, oltre che dividere, sembra, però, responsabilizzare i genitori “Improvvisamente stiamo ricevendo centinaia di chiamate per inserire a scuola i figli”, sostiene Anna Florio, educatrice del Centro Hurtado di Scampia Eppure, tra strette normative, richieste di preservare il sistema minorile e polemiche, il fenomeno della criminalità giovanile resta un’emergenza che forse richiede decisioni, oltre che politiche, socioculturali Scelte che portino ad un cambio di quella mentalità alla “o gli sparo o mi spara” che rischia di tenere intrappolati i ragazzi in un loop di criminalità

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l’inchiesta

Secondo i dati del rapporto Transcrime nell’ultimo triennio sono state rilevate gang giovanili attive nella maggior parte delle regioni italiane, con una leggera prevalenza del CentroNord rispetto al Sud del paese Si tratta di bande composte da meno di 10 individui, di solito ragazzi, con un’età compresa fra i 15 e i 17 anni I membri sono di solito italiani oi stranieri di prima o seconda generazione

L’INTERVISTA/L’ESPERTO

Michele Miravalle, ricercatore in filosofia e sociologia del diritto e membro dell’Osservatorio minori dell’associazione Antigone, intervistato da Lumsanews, ricostruisce lo status della giustizia minorile italiana e i pericoli che il Dl Caivano potrebbe creare Secondo i vostri studi e la vostra esperienza, qual è oggi lo stato di salute della giustizia minorile?

“Il nostro punto di vista come Osservatorio giustizia minorile è che la giustizia minorile italiana fino ad oggi è stata in qualche modo un’eccellenza che molti paesi cercano addirittura di imitare Questo perché in Italia abbiamo uno dei più bassi tassi di detenzione di minori a livello europeo se non mondiale In questo momento ci sono meno di 400 minori in tutte le carceri minorili italiane Questo significa che la giustizia minorile è una giustizia che ha come principale obiettivo non il carcere ma le misure alternative (in particolare nei minori è molto importante la messa alla prova con collocazione in comunità)” Serviva una misura di questo tipo?

“Avere norme che vadano potenzialmente a inasprire reati e allargare il numero di persone che potrebbero entrare in carcere minorile rischia un po’ di far venire meno una delle caratteristiche intrinseche della nostra giustizia minorile Sarebbe stato meglio fare un provvedimento che non spingesse su una risposta solo sul penale L’emergenza baby gang è quindi un falso allarme?

No, ce lo confermano i dati, non si può negare Il punto della questione è capire quali sono le cause e le risposte che si danno al problema Il decreto Caivano dimostra un approccio molto populista Già solo chiamarlo decreto Caivano e quindi trasformare un luogo in un reato è una cosa che lascia il tempo che trova Ma aldilà di questo, il decreto ha il solo merito di rispondere alla pancia del paese La stessa definizione di baby gang rischia paradossalmente di avere un effetto perverso sul sistema Il rischio è che etichettandole come tali si faccia passare i componenti di quei gruppi come gangster, con l’effetto di mettere delle etichette che rischiano poi di fare entrare davvero quei ragazzi in un loop di criminalità senza la possibilità di uscirne”

Serviva un provvedimento?

“Solo il tempo ce lo dirà ma, secondo me, gli effetti concreti di questo decreto saranno abbastanza ridotti, come del resto tutti i decreti che appartengono alla sfera del populismo penale La finalità di questi decreti, infatti, al di là di quello che viene dichiarato ufficialmente, non è risolvere di un problema, ma dare una risposta dura – il famoso pugno di ferro – che però in concreto non cambierà l’approccio della giustizia minorile in Italia né tanto meno le decisioni dei giudici” Su cosa si sarebbe dovuto intervenire?

“Faccio l’esempio della messa alla prova, su cui sostanzialmente si basa la nostra giustizia minorile La messa alla prova è un programma di sospensione del procedimento per cui il minore viene seguito dai servizi sociali e inserito in questi programmi che spesso richiedono anche una residenzialità diversa dalla famiglia, spesso individuata nelle comunità Su questo punto abbiamo due grandi questioni La prima è che i servizi sociali faticano per mancanza di risorse a allestire questi programmi e poi a seguirli in maniera appropriata La seconda è che a livello di numeri mancano queste strutture residenziali pensate appositamente per quella tipologia di ragazzi Quindi ad esempio sarebbe auspicabile un intervento sulle comunità esterne, diverse dal carcere Sarebbe stato opportuno coinvolgere le associazioni e i genitori che ora rischiano il carcere?

L operazione sulle famiglie che fa il dl è strategica, perché spostare la responsabilità sulle famiglie è sicuramente una chiamata alla responsabilità dei genitori che evidentemente troppo spesso sono assenti Dall’altra parte, però, dobbiamo essere consapevoli che stiamo parlando di famiglie molto problematiche, in cui la commissione del reato appartiene ad uno stile di vita abbastanza normale Non credo, quindi, che il rischio di andare in carcere si riveli un deterrente Mi sembra si voglia semplicemente dare l'idea di una risposta pronta dura e quanto più possibile severa” (m s b )

L’INTERVISTA/LA PSICOLOGA

Cinzia Panimolle, psicologa dell’età evolutiva, intervistata da Lumsanews, ha ricostruito le dinamiche della psiche di preadolescenti e adolescenti che delinquono in gruppo e gli interventi migliori per ragazzi problematici

Cosa scatta nei ragazzi quando decidono di delinquere in gruppo?

“Normalmente la psicologia che si accosta alle relazioni relative ai gruppi definisce queste realtà con il termine branco e con una connotazione prettamente negativa Detto ciò, sicuramente il contesto del gruppo per definizione rafforza e dunque dando forza ci sono delle identificazioni

All’interno di un gruppo c’è poi sempre un leader e di conseguenza ci sono dei gregari, quelli che si accodano”

Chi è il leader di un branco?

Il leader è colui che dà l’input e cerca di indirizzare la condotta del gruppo, mentre i suoi sottoposti sono quelli che accondiscendono tacitamente in maniera sommessa senza mai avere la forza né la personalità per ribellarsi alla decisione del leader Il punto è cercare di capire quale meccanismo psicologico subentri nella psiche di una persona che sottostà al gruppo”

Come si formano le baby gang?

“Le dinamiche possono essere molteplici e vanno studiate sia dal punto di vista del leader, che dal che punto di vista di quelli che stanno sotto di lui Sono due strutture di personalità completamente diverse Nel caso del leader, il vissuto o il contesto sociale e culturale può essere fonte di imitazione di questa dinamica Ad esempio, quando a casa ci sono situazioni di delinquenza o di disagio e degrado Nel caso dei sottoposti, invece, generalmente si tratta di soggetti che obbediscono ciecamente a quello che gli dice il leader perché non hanno avuto un punto di riferimento familiare, emotivo, sociale, economico o affettivo e dunque cercano l’approvazione esterna”

Perchè i dati dei reati minorili di gruppo sono aumentati dopo la pandemia? Il Covid ha alterato molte relazioni L interazione sociale tra adolescenti è stata sostituita da quella sui social, una realtà in cui si vive di identificazione Nel momento in cui un adolescente non trova il punto di riferimento sano nel proprio nucleo d'origine, lo va a cercare fuori Ma questo può portare a situazioni critiche o

di delinquenza perchè l’imitazione e l approvazione scattano a prescindere dal fatto che il modello sia negativo o positivo Ecco perchè negli ultimi tre anni i reati da parte dei giovani si sono acuiti moltissimo anche a causa del forte impatto delle piattaforme digitali”

Un minore e un adulto si possono mettere sullo stesso livello?

“Sono profondamente convinta che un minore può essere recuperato con il giusto intervento e che l’approccio debba essere diverso da quello riservato ad un adulto Però è anche vero che il modo di delinquere degli adolescenti di adesso è completamente cambiato Si sentono molto più forti e invincibili Hanno un atteggiamento di sfida che è tipico dell’adolescente ma ancora più sfrontato e accentuato È come se facessero della delinquenza un vanto e quindi sono perfettamente consapevoli di quello che fanno A volte sono montati dall impatto mediatico che le loro azioni possono avere, sia in termini di popolarità che di like Tuttavia, delinquono in una maniera così atroce da non poter essere considerati minori che non si rendono conto di quello che stanno facendo Per questo bisogna comunque intervenire, premesso che l’intervento educativo deve essere sempre la priorità assoluta” Il nuovo decreto Caivano rischia di peggiorare la devianza di questi ragazzi?

“L’individualità deve sempre essere la parola d’ordine, però tendenzialmente bisognerebbe affiancare un intervento di un professionista che possa aiutare i ragazzi ad affrontare l’istituto di detenzione l’arresto domiciliare e dunque la pena e la conseguenza della pena Poi ogni adolescente è unico nel suo genere: c’è chi può cambiare comportamento anche dopo un aver avuto anche solo un riferimento positivo, oppure potrebbe non accadere mai È una cosa talmente individuale che non si può fare di tutta l’erba un fascio, anche perché ognuno di loro ha un proprio modo di vivere la famiglia, l’individualità, il contatto sociale, il quartiere in cui vive, la scelta degli amici Per questo non si può dire che i provvedimenti rivolti al mondo della delinquenza minorile e delle baby gang siano troppo duri o troppo poco duri” (m s b )

LUMSAnews PAGINA 3
Dove sono le gang giovanili
“Servono risorse e strutture per servizi e comunità Non strette
“Qualsiasi adolescente merita di essere recuperato con il giusto intervento”
Cinzia Panimolle, psicologa dell’età evolutiva Michele Miravalle, ricercatore Antigone Gang giovanili (rapporto Transcrime)

a u r a , u m i l i a z i o n e , m a l t r a t t a m e n t o f i s i c o e v e r b a l e N o n s o n o l e s e n s a z i o n i c h e u n a madre dovrebbe provare nel momento in cui m e t t e a l m o n d o u n f i g l i o È p e r ò q u e l l o c h e emerge dai racconti delle vittime di violenza ostetrica, parole che accendono i riflettori su un fenom e n o d i f f u s o , c h e s e g n a f i s i c a m e n t e e p s i c o l o g i c a m e n t e l e d o n n e c h e l o s u b i s c o n o L a s t o r i a c h e R o s a ( n o m e d i f a n t a s i a ) r a c c o n t a a Lumsanews è quella di un cesareo rimandato per g i o r n i s e n z a u n a s p i e g a z i o n e , d i m e m b r i d e l l o staff aggressivi e incuranti del suo dolore, infastid i t i d a l l a s u a s o f f e r e n z a I o s t a v o s e m p r e p i ù m a l e e i d o t t o r i n o n s i s o n o a c c o r t i c h e i l m i o b a m b i n o e r a i n s o f f e r e n z a f e t a l e , r a c c o n t a M a cosa distingue l esperienza di Rosa da un caso di malasanità?

La violenza ostetrica in Italia

I n I t a l i a i l f e n o m e n o , s e p p u r d i f f u s o , n o n v i e n e molto analizzato I dati a disposizione sono scarsi

Il primo e unico studio, voluto dall’Osservatorio contro la Violenza Ostetrica in collaborazione con Doxa, risale al 2017 Il secondo è una ricerca compiuta dall’Organizzaz i o n e M o n d i a l e d e l l a S a n i t à p e r m o n i t o r a r e l a qualità delle cure ricevute dalle partorienti in Europa nella prima fase della pandemia In Italia un quarto del campione analizzato tra l’1 marzo 2020 e il 29 febbraio 2021 ha dichiarato di non essere stato trattato con dignità durante il parto, il 13% ha raccontato di aver subito abusi mentre il 39% non si è sentito coinvolto nelle scelte riguardo al parto Una situazione che, secondo Francesca Romana Marta, responsabile del programma Fiocchi in Ospedale di Save the Children Italia, può essere ricondotto al funzionamento di un sistema più che a l l a r e s p o n s a b i l i t à d e l l e s i n g o l e p e r s o n e : “ S e c i f o s s e u n a m e d i c i n a t e r r i t o r i a l e p i ù a t t e n t a , i n grado di supportare le donne e un team multi professionale durante il momento del travaglio e del parto – spiega Marta – sicuramente questo porterebbe ad una riduzione della violenza”

la denuncia

Quando il parto diventa un abuso

Ma tra il personale ospedaliero c’è chi non trova corretto generalizzare L’Associazione degli Ostet r i c i e G i n e c o l o g i O s p e d a l i e r i I t a l i a n i h a f o r t em e n t e c r i t i c a t o l ’ u s o d i q u e s t o t e r m i n e considerandolo uno strumento di offesa alla reputazione dei professionisti sanitari Flavia (nome di fantasia), ostetrica con una decennale esperienza nel campo, pur non negando l’esistenza del fenomeno spiega che “molto spesso quello che avviene in sala operatoria è vissuto diversamente dalla paz i e n t e r i s p e t t o a l l ’ o p e r a t o r e p e r c h é c a m b i a i l

punto di vista” L’assenza di una legge italiana All’assenza di dati poi corrisponde anche un vuoto n o r m a t i v o I n P a r l a m e n t o e s i s t e u n a p r o p o s t a d i l e g g e d e p o s i t a t a l ’ 1 1 m a r z o 2 0 1 6 d a l d e p u t a t o Adriano Zaccagnini L a p r o p o s t a m i r a a t u t e l a r e i l r i s p e t t o d e i d i r i t t i della donna e del bambino durante il parto; tuttavia non è mai stata approvata e si trova tuttora in f a s e d i e s a m e i n c o m m i s s i o n e P r o p r i o p e r t u t el a r e i n e o n a t i e l e l o r o m a m m e , l ’ A s s o c i a z i o n e

Mama chat ha lanciato nel 2023 su Change org la petizione “Basta morti inutili e mamme sole!” nel tentativo di denunciare e prevenire tutti gli abusi Q u e s t o p e r c h é , s p i e g a M a r g h e r i t a F i o r u z z i , c of o n d a t r i c e d e l l ’ A s s o c i a z i o n e , “ s e r v e p o r t a r e a ll ’ a t t e n z i o n e d i c h i g o v e r n a i l f a t t o c h e l a situazione è insostenibile”

Un fenomeno trasversale

A livello europeo, la Risoluzione n 2306 approv a t a n e l 2 0 1 9 d a l C o n s i g l i o d ’ E u r o p a , i s c r i v e i l fenomeno tra gli atti di violenza di genere, defin e n d o l o “ n a s c o s t o e a n c o r a t r o p p o s p e s s o i g n or a t o ” N e l m o n d o i n v e c e i l p r i m o P a e s e a d a v e r r i c o n o s c i u t o i n a m b i t o g i u r i d i c o i l p r o b l e m a è stato il Venezuela nel 2007 con la Ley Orgánica sobre el Derecho de las Mujeres a una Vida Libre d e V i o l e n c i a , i n c u i l a v i o l e n z a o s t e t r i c a v i e n e descritta come: L appropriazione del corpo e dei processi riproduttivi della donna da parte del personale sanitario, che si esprime in un trattamento d i s u m a n o [ ] i m p a t t a n d o n e g a t i v a m e n t e s u l l a qualità della vita della donna”

Le conseguenze psicologiche Un vero e proprio trauma, che espone le donne al rischio di conseguenze psicologiche come sottolin e a R o s a M a r i a Q u a t r a r o , p s i c o t e r a p e u t a f o n d at r i c e e r e s p o n s a b i l e d e l l a c l i n i c a M a t e r n i t à i n difficoltà – Mamme in mente, Bimbi in mente “Il c o r p o h a u n a m e m o r i a – d i c e - S e c ’ è u n a v i ol e n z a l a m e n t e r e g i s t r a s i a l e s e n s a z i o n i f i s i c h e che quelle emotive innescando una serie di reazioni” Subire un tale trauma in un momento così importante per il legame tra madre e figlio può aum e n t a r e l e p o s s i b i l i t à d i s v i l u p p a r e d i s t u r b i d a stress post traumatico Una realtà che Rosa ha vissuto sulla propria pelle: “Non sono stata bene per t a n t o t e m p o N o n h o p o t u t o v i v e r e i l p r i m o p eriodo di vita di mio figlio in modo sereno e questo mi ha segnata molto”, confessa A l l a l u c e d i q u e s t i d a t i n o n s o r p r e n d e c h e i n a lcune donne vittime di violenza ostetrica si registri spesso un senso di rifiuto verso la maternità, tale d a n e g a r s i l a p o s s i b i l i t à d i a v e r e u n a l t r o f i g l i o Situazione paradossale, in un Paese come l’Italia, d o v e l a n a t a l i t à è s e m p r e p i ù b a s s a e t u t e l a r e l e madri significa anche tutelare il nostro futuro

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PAGINA 4
di BEATRICE D’ASCENZI

I DATI DI OVOITALIA

Elena Skoko e Alessandra

Battisti – cofondatrici di OVOItalia – avevano promosso nel 2017 una ricerca insieme a Doxa su un campione rappresentativo di cinque milioni di donne Circa il 21% delle madri italiane dichiarava di aver subito un forma di violenza ostetrica durante il parto, il 41% di essere stato vittima di pratiche lesive per la propria dignità psicofisica, 1,6 milioni di madri affermava inoltre di aver ricevuto un un intervento di episiotomia, senza ricevere un consenso informato

I DATI DELL’OMS

La ricerca IMAgiNE EURO ha coinvolto in Italia 4 824 donne che hanno partorito in ospedale dal 1 marzo 2020 al al 29 febbraio 2021 Un quarto di loro ha dichiarato di non essere stata trattata con dignità durante il parto e il 13% ha raccontato di aver subito abusi soprattutto tra le donne del sud Il 44% ha avuto difficoltà ad accedere alle visite in gravidanza e il 39% non si è sentito coinvolto nelle scelte riguardo al parto

LA STORIA

L’ASSOCIAZIONE

Rosa (nome di fantasia) è una vittima di violenza ostetrica La nascita del suo secondo figlio è stato per lei un trauma profondo e le sue conseguenze, fisiche e psicologiche, l hanno segnata profondamente

Le andrebbe di raccontare la sua storia?

Ho avuto il mio secondo figlio a 36 anni L esperienza è stata a dir poco traumatica Il piano era quello di ricoverarmi e farmi partorire il giorno stesso Mi hanno ricoverata e mi hanno messa subito a digiuno, ma per giorni non mi hanno operata, continuavano a rinviare il parto Sono stata portata in sala operatoria dopo quattro giorni Ho iniziato a provare dei forti dolori ma nessuno mi dava una spiegazione Mio marito si è rivolto al primario e solo dopo il suo intervento i medici si sono resi conto che il bimbo era in sofferenza fetale Dopo avermi fatto firmare i consensi mi hanno detto che non potevano farmi l’epidurale come preventivato, ma che mi avrebbe fatto la spinale Io non avevo ben chiara la differenza e ho chiesto in cosa consistesse”

A seguito delle sue domande le è stata illustrata la procedura? Durante la sua degenza come si rivolgevano a lei i membri del personale ospedaliero?

“No, assolutamente Erano scostanti e infastiditi davanti alla mia confusione e alla mia paura, sembrava fossi un peso per loro e ridevano delle mie lacrime Continuavano a dirmi che la mia non era una vera urgenza e che le loro priorità erano altre”

Mi vuole raccontare quello che si ricorda dell’esperienza in sala parto?

“In sala parto c’era un clima a dir poco pesante Io ero agitata perché vedevo l’anestesista molto nervosa Quando ha inserito l’ago mi sono accorta immediatamente che qualcosa non andava perché ho sentito l’ago piegarsi nella mia schiena e poi un dolore fortissimo Lei ha iniziato a urlare, diceva che la colpa era mia che mi ero mossa Ma io ero rimasta completamente immobile Lì ho pensato di morire, la gamba sinistra ha iniziato a muoversi senza il mio controllo Ho cominciato a gridare e a chiedere aiuto e mi hanno somministrato un’anestesia totale”

In che condizioni era suo figlio al momento della nascita?

Al risveglio è stato mio marito a dirmi che mio figlio stava rischiando di morire Era completamente cianotico, pensavano potesse avere riportato dei danni fisici o cerebrali Per tutto il periodo dello sviluppo ho dovuto sottoporlo a visite specialistiche per capire se tutto fosse a posto, fortunatamente non ha subito lesioni ma io ho avuto per circa due mesi una una paralisi alla gamba sinistra e tutt oggi dopo 13 anni, ci sono punti della gamba e del piede dove non ho più sensibilità Ma dalle cartelle non risulta nulla Capisco perchè tante donne che vivono questo tipo di situazione non vogliono più avere figli” (b d)

Margherita Fioruzzi è co-fondatrice di Mama Chat, il primo ente europeo a offrire assistenza psicologica online tramite psicoterapie low-cost e uno sportello chat gratuito e anonimo Il suo scopo è quello di combattere tutti i tipi di violenza sulle donne, favorire l accesso ai servizi di supporto psicologico per donne e famiglie e promuovere l importanza del benessere mentale a tutte le età Dopo la morte del neonato soffocato all interno dell ospedale Sandro Pertini di Roma il 7 gennaio scorso, l associazione ha lanciato la petizione “Basta morti inutili e mamme sole! Chiediamo di garantire accompagnatori H24” nel tentativo di evidenziare il dramma della violenza ostetrica in Italia

Cosa ha spinto Mama chat a lanciare la petizione online?

“Sicuramente una forte rabbia per il trattamento rivolto alle donne Quello che è successo alla mamma del Pertini ha generato un grande movimento all’interno della nostra associazione Abbiamo scelto di creare questa petizione per portare all’attenzione di chi ci governa il fatto che la situazione è insostenibile: i partner lasciati fuori dagli ospedali i diritti calpestati delle mamme il rooming in forzato – che è una pratica che rientra assolutamente nelle forme di maltrattamento di violenza ostetrica – quindi tutta una serie di questioni urgenti che erano da affrontare ” La petizione che avete lanciato ha riscosso un successo importante, arrivando a oltre 100mila adesioni in poco più di 24 ore Questo cosa racconta delle esigenze degli italiani?

La co-fondatrice di Mama Chat : “Non è una

“Che quello che sta accadendo alle famiglie e alle neomamme è un problema molto diffuso, di cui si parla purtroppo poco Noi di Mama Chat ascoltiamo continuamente storie di traumi dovuti a parti estremamente maltrattanti Quindi la nostra non è una battaglia contro gli ospedali o i reparti di ostetricia e ginecologia Il nostro è un appello ai governi perché vengano implementate e pensate delle linee guida che siano più al passo con i tempi e i bisogni reali delle famiglie Un riconoscimento di linee guida e una formazione che sia molto più precisa sul tema della violenza ostetrica”

Dalla vostra esperienza la violenza ostetrica è un fenomeno trasversale o colpisce di più una certa categoria di partorienti?

No, assolutamente trasversale come in tutte le forme di violenza purtroppo La grande differenza è la possibilità economica che hanno queste donne Se in Italia ti puoi permettere di partorire privatamente hai un certo tipo di trattamento e purtroppo non è assolutamente scontato che questo tipo di trattamento tu ce l abbia se invece segui l iter pubblico Questo è molto grave per un paese come il nostro Perché significa che ci sono delle differenze e delle disuguaglianze forti in base alle proprie possibilità economiche, mentre una mamma dovrebbe semplicemente poter ricevere sempre la stessa cura e assistenza” (b d)

LUMSAnews PAGINA 5
“Una petizione per dare voce a una realtà dolorosa”
In Italia un quarto del campione analizzato tra il 1° marzo 2020 e il 28 febbraio 2021 ha dichiarato di non essere stata trattata con dignità durante il parto, il 13% di aver subito abusi
“Ora capisco perché le vittime scelgono di non avere altri figli”
“Al risveglio è stato mio marito a dirmi che mio figlio stava rischiando di morire”
battaglia contro gli ospedali”
MARGHERITA FIORUZZI co-fondatrice di “Mama Chat”
L’OMS chiede che il ricorso al parto cesareo non superi la soglia del 15% ma in Italia sfiora il 32%
Il 21% delle madri denuncia di aver subito abusi

In carcere per un post

L’Arabia Saudita reprime il dissenso sui social

InArabia Saudita non serve manifestare apertamente contro il regime o pubblicare sui social contenuti critici nei confronti del governo per rischiare condanne di detenzione o addirittura di morte È sufficiente seguire un attivista considerato scomodo da Riad, mettere mi piace ai suoi post, oppure retwittarli Secondo il Rapporto su Medio Oriente e Africa del Nord 2022-2023 di Amnesty International, nel periodo considerato “la Corte penale specializzata (Scc) ha emesso verdetti di colpevolezza nei confronti di almeno 15 individui, sia cittadini sauditi che stranieri, condannandoli a pene variabili dai 15 ai 45 anni di carcere al termine di processi gravemente irregolari, per il pacifico esercizio della loro libertà d’espressione o associazione, comprese pacifiche conversazioni online pubblicate su Twitter (ora X, ndr)” Il caso più recente è quello di Muhammad al-Ghamdi, insegnante saudita in pensione, condannato a morte il 10 luglio 2023 per le sue attività su X e YouTube Secondo

Nel 2022-2023 sono

sproporzionato e opaco i contenuti e a sospendere gli account dei social media”

I SOCIAL PIÙ USATI

Human Rights Watch l’uomo era stato arrestato nel 2022 per “5 tweet che criticavano la corruzione e le violazioni dei diritti umani” in Arabia Saudita Ma il verdetto accusa alGhamdi di terrorismo, in quella che per Hrw è una sentenza che “rappresenta un’escalation del giro di vite del governo saudita sulla libertà di espressione e sul dissenso politico pacifico nel Paese” Prima di lui anche Salma al-Shehab, dottoranda dell’Università di Leeds, era stata accusata di terrorismo, per cui è stata condannata a 27 anni di carcere seguiti da altrettanti di divieto di viaggio Al centro del suo caso alcuni tweet a sostegno delle attiviste per i diritti delle donne

La repressione digitale

Secondo Datareportal la rivoluzione digitale che ha attraversato il Paese, sostenuta da importanti investimenti nel settore della tecnologia, ha portato il numero di utenti sui social media a 29,1 milioni, pari al 79,3% della popolazione totale Ma il potenziale di espansione della libertà di espressione derivato dal maggiore accesso a internet e dai nuovi mezzi a disposizione è stato in realtà profondamente compromesso da un’ulteriore stretta autoritaria da parte del governo, che ha ampliato il controllo sui cittadini anche nel mondo virtuale, per sua natura deterritorializzato Quella operata da Riad è una vera e propria “repressione digitale” di carattere transnazionale, visto che si estende anche oltre i confini del Paese L’indice sulla libertà della Rete in Arabia Saudita realizzato da Freedom House nel 2021 inserisce Riad nella categoria dei Paesi “non liberi”, assegnandole un punteggio di 24/100, calcolato in base a tre indicatori: gli ostacoli all’accesso a internet, le limitazioni ai contenuti online e le violazioni dei diritti degli utenti Durante il periodo di riferimento, “le autorità hanno continuato a rimuovere in modo

In parallelo all’attività di occultamento e repressione delle voci critiche al regime, l’Arabia Saudita porta avanti una campagna online finalizzata a promuovere le politiche del governo guidato dal Mohammed bin Salman, tramite la creazione di migliaia di profili falsi che postano contenuti favorevoli a Riad Per farlo il Paese del Golfo si serve di veri e propri eserciti di troll e bot, noti come “mosche elettroniche”, nonché dell’astroturfing, ovvero la pratica di creare la falsa impressione che utenti legittimi stiano sostenendo spontaneamente una causa Secondo Abdullah Alaoudh, direttore del dipartimento di Ricerca sul Golfo di Democracy for the Arab World Now (Dawn), “dal punto di vista dei diritti umani la situazione in Arabia Saudita continua a peggiorare, a causa della centralizzazione del potere nelle mani di MbS, che controlla il sistema giudiziario e consente condanne a morte per dei post sui social Non solo: gli stessi giudici rischiano di essere arrestati, come è successo in passato, perché non sono abbastanza duri nei loro pronunciamenti” Dello stesso parere anche Maria Ilaria De Bonis, giornalista freelance esperta di missioni umanitarie di stampo cattolico, che sostiene che la repressione del dissenso online derivi dal timore della famiglia Al-Saud “che i social possano amplificare le critiche contro la monarchia e metterla in crisi” Tuttavia, non si tratta di un fenomeno nuovo: “La repressione c’è sempre stata, ora è solo più agguerrita ed evidente” Nonostante questo l’Italia mantiene rapporti politici ed economici con Riad, dimostrando di privilegiare “gli interessi commerciali con paesi ricchi di risorse, indipendentemente dal fatto che questi violino i diritti umani”

L’ACCORDO

Il Memorandum tra Roma e Riad sugli investimenti

Urso: “Guardare la realtà”

Per il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, il Memorandum of Understanding firmato con l’Arabia Saudita il 4 settembre è “una svolta storica” L’accordo siglato insieme al Ministero degli Investimenti dell’Arabia Saudita guidato da Khalid Al-Falih a margine del Forum Italia-Arabia Saudita di Milano, mira a “sostenere il dialogo tra le istituzioni e le imprese interessate alla promozione degli investimenti tra i due Paesi e a incoraggiare la cooperazione negli investimenti diretti”

Urso ha affermato che la firma di numerosi accordi tra aziende italiane e saudite rappresenta “un salto significativo” nelle relazioni tra i due paesi: “Noi per loro sa-

Secondo i dati di Ksa

Social Media Statistics

2023 pubblicati da Gmi, sul totale della popolazione saudita, oltre il 79% dei sauditi utilizza i social media:

che faciliterà la cooperazione in un momento di grande dinamismo economico e commerciale del Regno Non esattamente gli stessi termini che gli esponenti di Fratelli d Italia riservavano al Paese del Golfo quando erano all’opposizione Lo stesso Urso nel 2019 aveva criticato la visita di Matteo Renzi, presidente di Italia

remo nella piattaforma industriale e commerciale in Europa, così come loro diventeranno sempre più una piattaforma produttiva e commerciale per imprese italiane nel grande Medio Oriente”

Inoltre ha definito l’Arabia Saudita un “partner ideale” per raggiungere uno degli obiettivi del ministero: “Realizzare dei campioni europei e internazionali per le nostre imprese che poi sono trainanti per tutte le filiere del made in Italy”

Anche il presidente del gruppo interparlamentare di amicizia ItaliaArabia Saudita, Marco Osnato (FdI), ha salutato l’accordo come un successo: “Piena soddisfazione per la firma del Memorandum of Understanding tra Roma e Riad,

Viva, in Arabia Saudita, che allora veniva definita dall’attuale premier Giorgia Meloni “uno Stato fondamentalista che calpesta i diritti umani” La presidente del Consiglio invitava in passato a “non perdere tempo con chi deve ancora uscire dal medioevo“ senza nascondere che “tra l’Arabia Saudita e la Russia io come alleato preferisco la Russia“

Per giustificare il contraddittorio cambio di rotta del governo, Urso ha dichiarato a margine del Forum che “il mondo è molto diverso da quello che noi pensavamo e da quello che abbiamo realizzato” Assicurando che il governo continua “a difendere il suo sistema dei valori” ha affermato che adesso bisogna “guardare alla realtà”

il caso PAGINA 6
15 le persone condannate al termine di processi gravemente irregolari
di VERONICA STIGLIANI
dall’anno scorso WhatsApp è il numero uno
Il ministro delle Imprese Adolfo Urso

L’ATTIVISTA

Nonostante le recenti riforme promosse dal governo saudita guidato dal principe ereditario e primo ministro Mohammed bin Salman, sono decine i difensori dei diritti umani e gli attivisti condannati a morte o incarcerati per aver criticato sui social le autorità Danah Almayouf è un’artista e attivista che abita negli Stati Uniti Da anni denuncia su diverse piattaforme l’oppressione delle donne nel suo Paese e i crimini perpetrati dal governo e per questo i suoi account sono stati bloccati Capelli sciolti, niente velo e sorriso sulle labbra racconta a Lumsanews, dal suo appartamento a New York, la sua esperienza: il processo in corso contro di lei, le minacce di morte, la richiesta di asilo in Usa Quando ha cominciato a esprimersi contro le politiche del governo saudita?

“Quando mi sono trasferita negli Stati Uniti per studiare Amavo l’America, era diversa dal mio Paese e proprio per questo decisi di raccontare su X (ex Twitter, ndr) l’oppressione delle donne in Arabia Saudita Ma sapevo che il governo avrebbe cercato di farmi tacere e avevo paura di tornare a casa Quando ho chiesto a un’organizzazione americana che si occupa di diritti umani cosa potessi fare, mi ha detto di chiedere asilo L’ho fatto solo qualche anno dopo, nel 2016, sapendo di non poter tornare in Arabia Saudita Ho continuato a utilizzare i social per raccontare la verità su quanto accade nel mio Paese, anche partecipando a dei programmi televisivi”

E i suoi profili social sono stati bloccati.

“Sono stata bannata da Instagram e Snapchat, dove avevo 20 mila follower, senza un motivo apparente Al contrario, sono state accampate scuse assurde per giustificare la chiusura dei miei account La verità è che appena il governo si accorge di una voce che può avere una discreta risonanza la mette a tacere, prima che diventi impossibile silenziarla Non solo: come artista ho organizzato una mostra con i miei dipinti e ho segnalato l’evento all’Fbi, che mi ha assicurato che avrebbe mandato degli uomini per sorvegliare l’esibizione

Poco tempo dopo la mia mostra è stata can-

LE VITTIME DELLA REPRESSIONE

L’ESPERTO

cellata, senza che mi venisse fornita alcuna spiegazione Appena il governo saudita intercetta una possibilità per un dissidente di guadagnare denaro la stronca” Si sente al sicuro negli Stati Uniti?

“Sono fisicamente al sicuro, ma la sicurezza fisica non è tutto Sono distrutta psicologicamente e finanziariamente, dopo che un’influencer saudita mi ha citata in giudizio per aver denunciato il governo saudita per il traffico ai fini di sfruttamento sessuale in cui lei è stata coinvolta Il processo, che va avanti da quattro anni, viene chiaramente finanziato dall’Arabia Saudita

Nel frattempo hanno anche cercato di allontanarmi da mio marito, americano, che ha ricevuto numerosi messaggi sul mio stato finanziario Mentre a me arrivavano minacce di morte L’Fbi ha installato nel mio appartamento un pulsante per le emergenze, ma di fatto mi ha comunicato di non poter fare più di questo Quando ho mostrato i messaggi minatori gli agenti mi hanno detto di non cliccare sui link né di fare screenshot Mi sono abituata ad andare in giro guardandomi sempre le spalle” Il principe ereditario Mohammed bin Salman ha però avviato una serie di riforme che aprono alle donne spazi e attività prima inaccessibili.

"Abbiamo festeggiato quando è stato permesso alle donne di guidare Ma poi hanno arrestato Loujain al-Hathloul, la donna che guidava il movimento per l’emancipazione femminile nel Paese E poi hanno ucciso il giornalista Jamal Khashoggi Il governo è fondamentalmente un criminale Per come la vedo io, l'Arabia Saudita è una vecchia casa che cade a pezzi, e invece di ricostruirla, i regnanti coprono le pareti marce con nuova carta da parati nel tentativo di farla apparire bella Ma in realtà è distrutta Se davvero l’Arabia Saudita tutela le donne, perché in così tante cercano di scappare? Per me è sconvolgente che qualcuno reputi Mohammed bin Salman un riformatore È un dittatore e tutti hanno paura di lui, non solo le donne" Intanto Riad investe economicamente e politicamente in numerosi paesi in Occidente “Quando l'Arabia Saudita investe in un Paese, vuole possederlo Al governo importa estendere la sua influenza nel Paese in cui investe, non gli accordi economici Controlla X, Snapchat, Instagram e quello che io vorrei spiegare è che stringere accordi con l’Arabia Saudita vuol dire anche concederle una porzione della propria sovranità Perché opera una repressione transnazionale che attraverso la Rete continua anche sul territorio straniero” (v s )

Le relazioni tra Italia e Arabia Saudita vanno inserite nel più ampio contesto geopolitico che, caratterizzato dalla competizione tra Stati Uniti e Cina, impone di cercare soluzioni di compromesso con paesi tra loro rivali Il governo filo-atlantista di Giorgia Meloni non può recidere i rapporti con Pechino né rinunciare agli scambi con paesi non democratici in nome della tutela dei diritti umani Jacopo Scita, ricercatore e policy fellow al think tank Bourse and Bazaar Foundation chiarisce per Lumsanews le dinamiche geopolitiche che sottendono gli accordi tra Roma e Riad Cosa spinge Roma a coltivare in questo momento i rapporti economici (e non solo) con Riad?

“L’atlantismo del governo Meloni, evidente nella posizione presa in merito alla guerra in Ucraina e nei rapporti con la Cina, caratterizza anche le relazioni con l’Arabia Saudita Quando i partiti ora al governo erano all’opposizione criticavano apertamente il governo saudita ma, una volta vinte le elezioni, hanno dovuto rivedere la loro posizione e ammorbidire i toni nei confronti di Riad Roma ha aderito al corridoio economico tra India, Medio Oriente ed Europa firmato a margine del G20 di Nuova Delhi Non per questo si può parlare di riallineamento visto che i rapporti di Roma con l’Arabia Saudita sono sempre stati abbastanza buoni Nonostante le problematicità legate alla repressione del dissenso e dei diritti umani, l’Arabia Saudita rappresenta infatti per l’Italia un partner economico importante, sia dal punto di vista energetico sia in quanto potenziale importatore di prodotti italiani”

La posizione atlantista italiana ricalca la politica estera degli Stati Uniti anche per quanto riguarda i rapporti con la Cina? “Inizialmente l’amministrazione Biden è stata molto critica nei confronti dell'Arabia Saudita, insistendo sulla questione dei diritti umani e della repressione della libertà di stampa, ma per ragioni di realpolitik ha dovuto rivedere le sue posizioni, a cui l’Italia ha certamente aderito Nel contesto occidentale Roma ha rappresentato un caso quasi unico di Paese firmatario del Memorandum sulla Via della

seta cinese, e nel considerare il ritiro dal progetto il governo Meloni ha dovuto vagliare la possibilità di ritorsioni da parte di Pechino Quindi per evitare di rompere completamente i rapporti il ministro degli Esteri Antonio Tajani, quando si è recato in Cina, non ha confermato l’adesione alla Belt and Road Initiative (Bri) ma ha anche ribadito lo status di Pechino come partner di primo piano Anche nel caso della Cina, come per l’Arabia Saudita, si opta dunque per una scelta di compromesso e di bilanciamento delle relazioni”

E dal lato saudita che significato hanno gli accordi con l’Italia all’interno della politica estera perseguita da Riad?

“La strategia dell'Arabia Saudita è proprio quella di ‘tenere un piede in due scarpe’, mantenendo relazioni funzionanti con paesi tra loro rivali Riad ha capito di avere il coltello dalla parte del manico: gli Stati Uniti e i partner europei non possono prescindere dal mantenere relazioni con il Golfo, dove anche la Cina riveste un ruolo di primaria importanza in quanto investitore e acquirente di petrolio Pechino, poi, a differenza dell’Occidente è più permissiva in merito alle violazioni di diritti umani, optando per la non ingerenza Gli Stati Uniti hanno a lungo faticato a comprendere e contrastare il posizionamento dell’Arabia Saudita, limitandosi a esercitare pressioni su Riad affinché riducesse i rapporti con la Cina La scelta di promuovere un corridoio economico alternativo alla Via della Seta - che però probabilmente sarà altrettanto difficile da realizzare - ha il vantaggio di spostare la competizione con Pechino sullo stesso piano, quello che prevede l’integrazione interregionale tramite la creazione di un imponente progetto infrastrutturale”

Quanto per l’Arabia Saudita stringere accordi con altri paesi è un modo per estendere su questi la propria influenza?

“L'Arabia Saudita, insieme ad altri paesi della regione, sfrutta il potere derivato dall’essere un paese ricco di risorse per legittimarsi agli occhi dell’Occidente L’esempio più eclatante è quello degli investimenti nel settore sportivo, con l’Arabia Saudita che ha acquistato calciatori europei e sudamericani e Doha che ha ospitato i mondiali del 2022 Si tratta di una delle tattiche più o meno lecite che puntano a condizionare positivamente l’opinione pubblica occidentale, presentando le monarchie del Golfo come virtuose Il ruolo di questi attori rende difficile per gli stati occidentali, inclusa l’Italia, rinunciare alle relazioni con loro in nome dei diritti umani: ragioni economiche e di realpolitik finiscono per prevalere” (v s )

LUMSAnews
PAGINA 7
“Nelle relazioni internazionali prevalgono realpolitik e compromessi”
“È sconvolgente che qualcuno reputi Mohammed bin Salman un riformatore”
DANAH ALMAYOUF Attivista e artista saudita JACOPO SCITA Ricercatore al Bourse and Bazaar Foundation
Per il governo saudita investire all’estero significa estendere la sua influenza Anche in Italia
Per gli Stati occidentali è difficile rinunciare ai rapporti con il Golfo in nome dei diritti umani
Il principe ereditario Mohammed bin Salman Gli ultimi casi di persone condannate per contenuti pubblicati online

La sfida delle notizie nell’era

dell’algoritmo

L’AI GENERATIVA

È un tipo di intelligenza artificiale in grado di generare testo, video, immagini e musica su richiesta Il contenuto viene elaborato da un algoritmo che mixa i dati presenti nel suo database seguendo i prompt, ossia delle istruzioni testuali Più informazioni si forniscono all’algoritmo più dettagliata sarà la risposta finale Tra i principali sistemi di AI generativa si ricordano ChatGpt, il chatbot dell’azienda OpenAi e Bard, l’omologo del motore di ricerca Google Entrambi sono disponibili e fruibili sul web

di CHIARA ESPOSITO

Opportunità o rischio Nemica o alleata In qualunque modo la si pensi, il dato è certo: l’intelligenza artificiale ha fatto irruzione nel mondo dell’informazione E spetta ai giornalisti farci i conti

Stando al rapporto 2023 Generating change A glob a l s u r v e y o f w h a t n e w s o rg a n i s a t i o n s a re d o i n g with AI – realizzato dalla London Schoool of economics in partnership con Google News – le principali funzioni svolte dall’AI nelle redazioni riguardano la selezione, la distribuzione e la produzione delle notizie

Come spiega a Lumsanews Nicola Gatti, co-direttore dell Osservatorio sull intelligenza artificiale del Politecnico di Milano, l AI generativa funziona con delle istruzioni testuali Queste vengono trasmesse a un algoritmo che, in base ai dati forniti, genera qualcosa di “pertinente con quello che si sta chiedendo” Anche, appunto, se si tratta di scrivere una notizia

L’intelligenza artificiale al servizio delle agenzie di stampa

Per Marco Pratellesi, giornalista esperto in ambito digitale, sono soprattutto le agenzie di stampa a poter sfruttare “in maniera efficace” l’intelligenza artificiale Alcune lo fanno già da tempo È il caso dell’Associated Press che racconta Pratellesi “dal 2014 utilizza l’AI per scrivere i lanci sui dati trimestrali delle aziende quotate in borsa”

A oggi l’agenzia statunitense ha stipulato un patto con Open AI – azienda madre del software Chatgpt – dalla validità di due anni L’accordo è semplice: l’agenzia può usufruire degli strumenti offerti dall’intelligenza artificiale, mentre all’azienda è dato accesso a tutti gli archivi dell’Ap risalenti fino al 1985

In Italia, la prima a sperimentare le potenzialità dell’intelligenza artificiale è l’Ansa Nel 2020, in collaborazione con la società Applied XLab, l’agenzia usufruiva di un sistema AI

il Natural Language

Generation – per la distribuzione dell’informazione legata al Covid I dati diramati dalla Protezione civile venivano direttamente elaborati in notizie e grafici, utili a comprendere l’andamento dell’epidemia

La testata sta attualmente lavorando ad alcuni progetti in collaborazione con l’istituto di intelligenza artificiale Deloitte Il primo, spiega il direttore dell’Ansa Luigi Contu, è “già avviato e riguarda un motore applicato all’informazione internazionale, in grado di raccogliere tutte le notizie provenienti dalle agenzie partner estere, selezionarle, e inviarle già tradotte al desk Un altra idea, ancora in via di definizione, è quella di sfruttare l AI per la selezione e l aggregazione di tutto ciò che l Ansa produce durante il giorno, dai testi ai video, per la profilazione di prodotti selezionati da destinare agli abbonati business”

Per Contu, l’intelligenza artificiale può aiutare le redazioni nei “compiti ripetitivi e burocratici”, ma non per la scrittura delle notizie, perché “non potrà mai avere le caratteristiche qualitative, morali ed emotive che ha il giornalismo”

Una questione di trasparenza Attualmente sul web ci sono 467 siti di fake news creati dall’intelligenza artificiale A registrare il dato è Newsguard, centro di monitoraggio delle informazioni generate dall’AI, secondo cui nel solo mese di agosto 37 siti avrebbero utilizzato chatbot per riscrivere articoli pubblicati da Cnn, Reuters e New York Times

Il quotidiano statunitense, inizialmente in trattativa per una collaborazione con Open AI, ha deciso di bloccare l utilizzo dei propri contenuti per l addestramento della piattaforma Valutando, peraltro, possibili azioni legali per la violazione dei diritti della proprietà intellettuale

I rischi comportati da un utilizzo scorretto dell intelligenza artificiale non preoccupano solo i media

Nel mese di giugno il Parlamento europeo ha dato il via libera all’AI Act, il regolamento europeo sull’intelligenza artificiale, in vigore a partire dal 2024 La normativa stabilisce alcuni obblighi indirizzati sia ai fornitori che agli utenti, al fine di assicurare che i sistemi di AI utilizzati nell’Ue non solo siano sicuri e tracciabili, ma anche non discriminatori e rispettosi dell’ambiente

sull’intelligenza artificiale generativa

L’AI è davvero intelligente?

Il sociologo e giornalista Derrick De Kerchove non ha dubbi: “l’intelligenza artificiale sta prendendo il controllo della scrittura”

Nella sua intervista a Lumsanews, lo studioso consiglia perciò ai giornalisti di “frequentare uno o due corsi di prompt engineering”, ma soprattutto di controllare le fonti e leggere ciò che scrive l’AI

I chatbot, pur capaci di elaborare testi di senso compiuto, si limitano infatti a mixare i dati presenti nei database e non hanno cognizione di quello che scrivono Bard della famiglia Google, ci spiega il Communications Manager Andrea Cristallini, mette insieme delle informazioni ma non ti dice se i fatti sono verificati perché non è quella la sua funzione”

Il vero pericolo, allora, non riguarda tanto la qualità dei contenuti generati dall’AI, ma il mancato controllo degli stessi Per dirla alla Kerchove,che “i giornalisti diventino più pigri”

I DATI LE REGOLE

Sul web ci sono

467 siti di fake news generati da algoritmi Ad agosto 37 hanno utilizzato dei chatbot per scrivere notizie

In Italia a stare all’erta è invece il Garante per la protezione dei dati personali che a fine marzo ha bloccato provvisoriamente ChatGpt perché non in regola con la disciplina europea per la privacy “Gli utenti non erano stati avvertiti che i loro dati venissero utilizzati per l’addestramento della piattaforma”, ricorda Baldo Meo, responsabile delle relazioni media del Garante Non solo –Un altro aspetto “molto delicato” riguardava la mancata verifica dell’età dei minori di 14 anni per i quali “non c’era modo di escludere l’accesso alla piattaforma”

Chatgpt si è poi dotata di un sistema di verifica dell’età e di un’informativa adeguata alla normativa per la privacy, spiegando anche su quale base giuridica utilizza i dati forniti L’Autorità Garante per la Privacy ha però fatto sapere che “continuerà a vigilare” sulla piattaforma, tenendo alta l’attenzione

il focus PAGINA 8
“ A giugno 2023 il Parlamento europeo ha varato l’Ai Act che prevede obblighi per un uso sicuro delle piattaforme
Fonte: Generating Change A global survey of what news organisations are doing with AI Report 2023 elaborato da JournalismAI Il sondaggio prevedeva risposte multiple e ha coinvolto 105 redazioni in 46 Paesi
E L’USO DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
LE REDAZIONI GIORNALISTICHE

IL COLLOQUIO

"L’intelligenza artificiale generativa può prendere il posto del giornalista e spesso lo fa" È sintetica, ma decisa, l'opinione del sociologo e giornalista Derrick De Kerchkove

Attualmente direttore scientifico di Media Duemila, dal 1983 al 2008 a capo del McLuhan Program in Culture & Technology dell’Università di Toronto, De Kerckhove è da sempre attento ai cambiamenti apportati dalle nuove tecnologie al mondo dei media Nel caso dell' AI generativa, ci spiega, l'impatto sul giornalismo è una spada a due facce"

"Da un lato l intelligenza artificiale accelera e moltiplica la composizione e la formattazione dei contenuti, così come la selezione delle notizie o delle storie che potrebbero interessare il lettore" Già da tempo, infatti, questo strumento è stato “utile al giornalismo, facilitando la ricerca, identificando le tendenze, definendo il pubblico dei lettori, migliorando la formattazione e correggendo il linguaggio e la grammatica”

D’altro canto, però, “c’è il rischio che i giornalisti diventino più pigri” Sì perché se è vero che ogni nuova generazione di chatbot creati con sistemi di AI migliora la qualità dei contenuti prodotti è ai professionisti dell'informazione che spetta continuare a "controllare le fonti"

"Dal punto di vista etico - dice De Kerckhovebisogna prendersi il tempo di leggere cosa si scrive con le piattaforme di intelligenza artificiale”

Per capire meglio come funziona e decidere se introdurla o meno nel proprio lavoro, servirebbe poi "seguire un corso di programmazione" o di "prompt engineering" Senza dimenticare, però, un punto fondamentale del lavoro, a prescindere che si decida di usare o meno l’algoritmo: “rispettare i lettori”e “cercare con loro uno scambio di opinioni” Certo è che la portata dell’intelligenza artificiale nel

giornalismo non è da sottovalutare

Per il sociologo, infatti, è in atto quella che ama definire "la grande crisi epistemologica" vale a dire una "battaglia tra scrittura e algoritmi per prendere il controllo del linguaggio"

Una realtà, questa, che potrebbe addirittura portare i giornalisti a diventare “non solo l’ultima garanzia della democrazia, ma, insieme agli scrittori di letteratura, poesia e romanzi, anche quella della scrittura umana”

Per questo motivo le redazioni dovrebbero "assicurarsi di disporre di tutto l'hardware e il software necessari" per utilizzare al meglio la tecnologia Con l'obiettivo di essere pronti alla concorrenza Che sia umana, oppure no (c e)

Nicola Gatti è il co-direttore dell’Osservatorio sull’intelligenza artificiale del Politecnico di Milano

A Lumsanews ha spiegato come funziona tecnicamente l’intelligenza artificiale generativa mettendone in evidenza limiti e potenzialità

Che cos’è l’intelligenza artificiale generativa?

“Intelligenza artificiale generativa vuol dire che tu dai dei prompt, cioè delle istruzioni testuali a un algoritmo e lui ti genera qualcosa che può essere un testo o anche un’immagine, che sia pertinente con i tuoi input Ad esempio se tu gli dici scrivimi una storiella per bambini ti genera quella Più informazioni dai all’algoritmo più questo genera qualcosa rispondente a quello che si sta chiedendo”

Nel mondo dell’informazione spesso l’uso di questa tecnologia viene guardato con timore Perchè?

“Perché di fatto chiunque può scrivere notizie che sembrano vere e postarle sui social network per farle leggere ad altri Spesso le persone nè sono inclini né in alcuni casi possono verificare che la notizia che circola sia corretta oppure no Quindi è un problema proprio di attendibilità delle informazioni”

Un esempio concreto?

“Si pensi a Chatgpt 3-4, che funziona particolarmente bene e può essere utilizzato da chiunque perché oggi l’accesso è gratuito Prima gli strumenti di intelligenza artificiale non ti permettevano di generare testo, notizie, articoli, immagini con quella facilità che ti permette di fare oggi Chatgpt Addirittura si potrebbe creare un algoritmo in grado di generare milioni di notizie fasulle con un solo click C’è quindi anche una questione di scala Altro problema, secondo la comunità scientifica internazionale, riguarda il copyright Si teme infatti che la piattaforma possa utilizzare le immagini fornite per generare contenuti dai quali poter trarre guadagni economici, senza che vi sia il riconoscimento delle fonti delle immagini

Ma l’AI è davvero intelligente?

Dipende dall utilizzo che ne fai e dallo scopo per cui la usi Per compiti tipicamente ripetitivi l intelligenza artificiale funziona meglio di un umano In ambito finanziario, so che già da qualche anno si utilizzano strumenti di intelligenza artificiale per produrre gli articoli Di fatto la struttura di notizie di questo tipo è molto facile e ripetitiva e in questi casi un'intelligenza artificiale come Gpt può scrivere meglio di una mano”

Quindi l’intelligenza artificiale non ha limiti di utilizzo?

“No i limiti ci sono e riguardano la componente creativa che nei fatti l’AI non ha Ad esempio, se per l’addestramento del bot gli si forniscono solo immagini di volti occidentali, questo non sarà mai in grado di generare un volto orientale La macchina fa un mix dei dati che ha nel suo database Inoltre, il sistema non è in grado di produrre un output (un risultato) delimitato in un perimetro definito O meglio, riesce anche a scendere nel dettaglio delle cose ma ha la libertà di spaziare su ciò che vuole Non riesce a limitare il risultato, e soprattutto, non ha cognizione di quello che sta scrivendo Semplicemente, non sa quello che sta facendo”

Luigi Contu è il direttore dell’agenzia ANSA da giugno 2009 A Lumsanews ha raccontato in che modo l’agenzia di stampa sfrutta l’intelligenza artificiale, illustrando i progetti in campo

L’ANSA è attenta alle nuove tecnologie offerte dall’intelligenza artificiale?

“Sì Tre anni fa abbiamo aperto un osservatorio sull’intelligenza artificiale, che ogni anno produce un convegno nel quale si discute di un tema legato all’AI con il mondo economico, istituzionale e dei media, per capire che cosa si muove intorno a questo settore Nel 2020, durante la pandemia, abbiamo anche fatto un partenariato con una società di intelligenza artificiale per l’elaborazione automatica di grafici basati sui dati sanitari provenienti dal ministero della Salute e dalle regioni Ci serviva a capire meglio l’andamento dell’epidemia”

Ci sono altri progetti simili in vista?

“Attualmente abbiamo una collaborazione aperta con l’istituto Deloitte per trovare un modo per applicare e sperimentare l’intelligenza artificiale in Ansa Il progetto a cui abbiamo lavorato di più fino adesso è un motore che è stato applicato all’informazione internazionale in grado di raccogliere tutte le notizie provenienti dalle agenzie partner estere, selezionarle e inviarle già tradotte al desk, in base a delle istruzioni date da noi Ci consente di monitorare un numero di fonti molto importanti Una seconda parte su cui siamo al lavoro, ma è ancora in via di definizione, riguarda l’utilizzo dell’AI per selezionare e aggregare tutto quello che l’Ansa produce durante il giorno, dai testi ai video, per la profilazione di prodotti selezionati solo per gli abbonati business”

Alcune agenzie straniere, come l’Associated Press, scrivono i lanci sfruttando l’intelligenza artificiale. L’Ansa lo fa?

No Noi non lo facciamo L Associated Press usa l intelligenza artificiale per scrivere i lanci dai report sulle trimestrali finanziarie delle piccole aziende Che sono migliaia, quindi nessun giornalista, nessuna agenzia, sarebbe in grado di dare notizie su tutte le quotate Questo esempio da noi non esiste perché non ce ne occupiamo In ogni caso capisco che in alcune situazioni possa risultare molto utile Per le foto, ad esempio, facilmente con l’AI si potrebbero produrre didascalie perfette in cui viene descritta la persona o la situazione, da mettere direttamente a disposizione del redattore che si troverebbe una base già fatta, perfetta, da valutare Sui lavori ripetitivi, burocratici, di raccolta dati può essere un grande aiuto”

Quale prospettiva futura intravede per l’applicazione dell’AI al giornalismo?

“Secondo me può diventare uno strumento importantissimo al servizio del giornalista, ma non potrà mai avere le caratteristiche qualitative morali ed emotive che ha il giornalismo Quello che è stato un errore è aver reso la tecnologia così aperta, – si pensi a Open Ai –, utilizzabile da tutti senza conoscere le fonti In un sistema di fonti chiuse come le nostre sarebbe diverso L’AI va vista con grande apertura, ma anche con la certezza di non perdere il controllo,e non rimpiazzare le qualità che sono insostituibili da qualsiasi intelligenza artificiale”

(c e)

“Per i compiti ripetitivi l'intelligenza artificiale funziona meglio di un umano”
(c e)
LUMSAnews
“L'intelligenza artificiale non sarà mai in grado di sostituire il giornalista”
Il sociologo Derrick De Kerckhove direttore scientifico di Media Deumila Nicola Gatti condirettore dell’Osservatorio sull’AI
LE INTERVISTE
Luigi Contu direttore dell’agenzia di stampa Ansa
PAGINA 9
“Scrittura e algoritmi stanno lottando per il controllo del linguaggio”

Frontiera Castro Pretorio e Esquilino

Risse, furti e criminalità spaventano i romani.

“Il Comune dia una

risposta”

C'è un via vai continuo di turisti e residenti, ma al bordo delle strade si percepisce solo abbandono e degrado, tra senza tetto che gravitano nella zona e microcriminalità Siamo nel centro di Roma, nella zona di Castro Pretorio e del rione Esquilino, a pochi passi dalla stazione Termini

Qui la situazione è diventata insostenibile “Siamo abbandonati da tutti, qui sembra la terra di nessuno, non percepiamo un cambio di strategia da parte delle autorità”, ripetono gli abitanti

Un luogo che negli ultimi anni è diventato un polo di aggregazione per i senza tetto, aumentando, così, la preoccupazione dei residenti, che non vedono azioni concrete da parte delle autorità “C’è stato un grande incremento durante e dopo il Covid Prima c’erano delle decine di senza tetto, ora si sta parlando di molte centinaia di soggetti”, ha spiegato a Lumsanews Marco Massaro, presidente dell'Associazione

Residenti Castro Pretorio

Il 4settembre c è stata la terza cabina di regia, nella quale si sono riuniti i membri dell Associazione Residenti Castro Pretorio, i Comitati rinascita Esquilino, Parco delle Finanze e Albergatori Romani Lo scopo era quello di trovare possibili soluzioni al fenomeno

Durante l’incontro è stata proposta la costruzione di una tensostruttura in Piazza dei Cinquecento; un abitacolo permanente nel cuore della Capitale per accogliere le persone più fragili che, altrimenti, si troverebbero in strada Ma questa soluzione ha creato malcontento tra i residenti

I più temono un incremento di senza fissa dimora nel quartiere La tensostruttura, infatti, non sarebbe l’unico luogo di accoglienza; nell’arco di 1 km, tra Castro Pretorio e Esquilino, ci sono ben tre centri: la mensa della Caritas quella di Colle Oppio e Binario

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Marco Massaro presidente dell’Associazione

Residenti Castro Pretorio “Vogliamo una soluzione”

I residenti “ Qui sembra la terra di nessuno, siamo abbandonati dalle autorità”

Nella zona si percepisce presenza di criminalità

I senzatetto sono ovunque Nelle strade solo degrado e sporcizia

“Una soluzione impensabile che aumenterebbe il tasso di degrado del quartiere e non favorirebbe

un’accoglienza adeguata”, anche secondo Massaro

I residenti, allora, rivendicano il concetto di “solidarietà tra quartieri”; insomma, un equo ricollocamento dei senza fissa dimora nelle varie zone della città Il problema non può essere gestito da un solo municipio, ma da un’azione congiunta di tutti i quartieri Le associazioni hanno proposto, così, l’utilizzo delle molte strutture abbandonate della Capitale, dalle caserme ai vecchi depositi, che potrebbero essere riconvertiti in luoghi di accoglienza

“A livello urbanistico si potrebbe pensare di rigenerare queste strutture per progetti sociali di reinserimento dei soggetti fragili”, propone Massaro In quel

caso, secondo i residenti, si andrebbe a risolvere il problema attivamente, non solo con la distribuzione ma anche con l’accoglienza

Furti e aggressioni sono all’ordine del giorno soprattutto a piazza Indipendenza, centro del quartiere e luogo di raccordo tra la zona est ed ovest della Capitale “È solo uno spartitraffico adibito ad un enorme bivacco e discarica di rifiuti di tutti i tipi Ferrovie dello Stato sta lavorando per ristrutturare piazza dei Cinquecento, il Comune di Roma per ristrutturare piazza della Repubblica, mentre piazza Indipendenza non può restare com’è, sta raccogliendo tutto il de-

La propostadel Comune

LA TENSOSTRUTTURA

Il Comune, durante la prima e seconda cabina di regia con le associazioni di categoria e volontariato, ha deciso di proporre la costruzione di una tensostruttura permanete a piazza dei Cinquecento

La risposta dei cittadini

SOLIDARIETÀ TRA QUARTIERI

I residenti bocciano la proposta del Comune Sarebbe un motivo in più per attirare senza fissa dimora in zona e ciò catalizzerebbe sul territorio maggiore degrado e violenza

Q u i n d i c i n a l e d e l M a s t e r i n g i o r n a l i s m o d e l l a L U M S A

D i r e t t o r e r e s p o n s a b i l e

C a r l o C h i a n u r a

D i r e t t o r e s c i e n t i f i c o

grado della Capitale”, lamenta Massaro, facendosi portavoce dei cittadini I lavori in vista del Giubileo 2025 stanno riqualificando le zone di facile accesso per i turisti nella zona centrale, tralasciando tutti i quartieri limitrofi Insomma, ci sono zone di serie A e di serie B che non rientrano nei progetti di riqualifica ambientale della città

I residenti dei quartieri coinvolti attendono il verdetto della quarta cabina di regia; ma, soprattutto, attendono risposte concrete da parte del Comune, risposte che tardano ad arrivare

F a b i o Z a v a t t a r o

R e d a z i o n e

M a r i a S o l e B e t t i , B e a t r i c e D ’ A s c e n z i , C h i a r a E s p o s i t o , G i u l i a M u t t i , V e r o n i c a S t i g l i a n i

T e s t a t a r e g i s t r a t a a l T r i b u n a l e d i R o m a

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d e l l

n o v e m b r e

LUMSAnews il r epor ta ge PAGINA 10
di GIULIA MUTTI Marco Massaro Presidente Associazione Castro Pretorio
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Piazza dei Cinquecento davanti alla stazione Termini

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