#11 aprile 2012

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5 6 36 GIÒ / 8 30 FEDE / 26 33 ALBI / 13 APPO / 11 CALVÈ

CONTENUTI 5 6 8 11 13 25

l’editoriale giorgio zamboni

fallimenti & riflessioni giorgio zamboni

la polemica di casa tormene federica tormene

lo spaccacalvè marco calvani

la storia

michele apolloni

i ricordi

federica tormene alberto avesani

33 le notizie assurde alberto avesani 36 vecchi scandali giorgio zamboni

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La genesi

C

’è chi dice che le idee migliori affiorino alla mente delle persone mentre queste si trovano in bagno a purificare il proprio corpo espellendo ciò che è di troppo. A noi quell’idea, l’Idea, venne mentre ce ne stavamo seduti su quella panchina del Foro. Chissà, forse ci venne lì perché quel vecchio legno era scomodo tanto quanto la tavoletta di un water. Era una sera di aprile e la primavera era talmente matura che maggio scalpitava per incominciare. Stavamo seduti su una delle due panchine nell’angolo est della piazza, non quella che da le spalle alla chiesa, l’altra. Le gambe stanche per una partita del Verona appena vissuta al Bentegodi, nel sangue ancora qualche traccia di birra e nella testa pensieri che lasciavano la scia come le luci di un auto in corsa in certe foto notturne. Dietro le spalle un freddo inverno e ancor prima un torneo. Il torneo del quartiere Pindemonte, noi partecipammo con l’A.C. Bresaola, ma non fummo certo due protagonisti. Per dirla tutta non solcammo mai quella piccola distesa di cemento accanto alla chiesa. Così pensammo. La voglia di giocare a pallone superava i nostri acclarati limiti tecnici. Non ci importava. Qualcuno che si univa a noi l’avremmo senz’altro reclutato. Serviva un nome. Ci guardammo e fu subito Artistica. La storia che ebbe inizio si chiama amicizia.

Giorgio Zamboni

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FALLITA LA RACC E LA STAMPA DEL

SECONDO ZAMBO ESSERE L’ULTIM

L

Non ha senso scrivere i nostri ricordi per lasciarli fluttuare sul web, perché sono convinto che prima o poi andrebbero persi. E credo anche che la maggioranza degli artistichini sia d’accordo con me visto che non ha ricordato un bel niente.

’entusiasmo attorno al nostro giornalino si è affievolito a tal punto che la notizia della sua fine è nell’aria già da tempo, ma nessuno ha il coraggio di sferrare il colpo di grazia. Inutile negarlo, dopo la pausa estiva non è più stata la stessa cosa, solo tre numeri da settembre ad oggi, e dobbiamo dire anche piuttosto striminziti. Il tentativo di far tornare alto l’interesse con la campagna dei ricordi artistichini è miseramente fallito. Delle tredici persone invitate a partecipare all’iniziativa solo in due hanno risposto presente (Federica e Alberto, troverete il loro ricordo nelle prossime pagine, ndr). Ma la goccia che ha fatto traboccare il secchio è stata l’esito negativo del sondaggio: Ti piacerebbe avere tra le mani, nero su bianco, il numero “the best of” de l’Artistichino? Poter leggere anche sul cesso la nostra rivista con i RICORDI di tutti (più o meno) e gli articoli più belli apparsi sui numeri passati, spendendo al massimo 10/15 euro?, i

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COLTA DI RICORDI L the best of.

ONI POTREBBE MO NUMERO. quattro NO sono troppi e la stampa per poche persone avrebbe costi molto (più) elevati. Secondo Zamboni questi NO vogliono dire molto, indicano chiaramente che «il significato della raccolta dei ricordi non è stato colto fino in fondo. Gli artistichini non condividono o non sentono la necessità di fissare i momenti più belli di questi anni passati insieme nel modo da me proposto». Il rammarico è grande anche perché «l’iniziativa di stampare il the best of raccogliendo la storia, i ricordi e gli articoli più belli, poteva essere un riconoscimento anche per chi in questi mesi (da ottobre 2010, ndr) ha dedicato del tempo per scrivere e impaginare il giornalino, oltre ad offrire un ricordo concreto che poteva rimanere ad ognuno di noi. Inoltre - prosegue Zamboni - il fatto stesso che l’altra metà della redazione, nella fattispecie Apolloni, abbia risposto NO alla domanda mi ha letteralmente spiazzato.» E con la serenità che lo contraddistigue dichiara: «temo che questo sia l’ultimo numero del nostro

giornale. Diciamo che è stato bello finchè è durato, io personalmente mi sono divertito dall’inizio alla fine, e ho dedicato del tempo a quest’avventura più che volentieri. Ora, però, raccogliere materiale è sempre più difficile. Certo è che se scrivere un pezzo per l’Artistichino è diventato un peso (e uno si può anche stufare ad un certo punto ci mancherebbe) non ha più senso andare avanti, cioè non ce l’ha mica ordinato il medico di farlo, per cui io smetterò di insistere. L’augurio è che qualcuno mi smentisca e venga ritrovato l’entusiasmo perduto. Nel frattempo mi dedicherò ad altri progetti, sto infatti lavorando al primo lampometraggio animato artistichino, magari chissà, potrebbe servire a scuotere un po’ l’ambiente». twitter.com/lArtistichino

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LA PALLAVOLO SOTTO LA LENTE DELLO SPREAD

PER LA RUBRICA LA POLEMICA DI CASA TORMENE, SI AFFRONTA IN QUESTO NUMERO UNA TEMATICA SPORTIVA ASSAI DELICATA. di Federica Tormene

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ssenza di sponsor, squadre che si ritirano e punti di penalità per chi non paga i giocatori: è questo lo scenario della pallavolo che attraversa la crisi. La mancanza di fondi e di impianti sportivi sta creando un vero e proprio mercato delle società. Non sono più i singoli giocatori ad essere comprati e venduti ma INTERE squadre. Tra i numerosi esempi vi è la squadra femminile di serie A2 di Verona che è stata improvvisamente acquistata da Montichiari, causando un’enorme disagio per le ragazze più giovani, le quali, andando ancora a scuola, sono costrette a pesanti trasferte giornaliere. Ulteriori problemi riguar-

dano gli stipendi dei giocatori e dello staff, che in alcuni casi hanno portato al ritiro dal campionato o a punti di penalizzazione; classifiche quindi non costruite solo sul campo ma anche “in banca”. Tutto ciò sta portando la pallavolo di alti livelli ad essere un secondo lavoro per molti atleti. Ciò che sconvolge è che non si parla di categorie regionali ma di serie A1 e A2, senza considerare che militare in categorie quali la serie B1 e B2 è sempre stato un secondo lavoro. Diversamente dal calcio, un giocatore di serie B difficilmente arriva a prendere più di 1000 euro al mese, senza considerare le spese che devono sostenere i giocatori negli spostamenti per gli allenamenti. Per esempio

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un giocatore classe 1991, veronese doc, che si allena a Mantova ha uno stipendio che si aggira sui 700 euro mensili e con questi deve coprirsi 24 viaggi Verona - Mantova. Tutto ciò fa pensare: come mai la pallavolo non attira gli sponsor come nel calcio? I palazzetti sono pieni anche nelle categorie minori, non ci sono problemi di doping, non ci sono problemi di razzismo, è un ottimo luogo di incontro anche per i più giovani che da subito possono imparare i veri valori dello sport. Uno sport che ogni anno (nel silenzio della stampa nazionale) ci porta ai vertici dei campionati europei e mondiali a partire dalle nazionali giovanili. Cosa manca a questo sport? Come si può rilanciare l’interesse dell’imprenditoria italiana? Domande che da anni ci si pone e che fin’ora non hanno trovato risposta; ciò che è certo è che forse è proprio questa assenza di soldi che fa di questo sport un ambiente pulito, ricco di umiltà e di valori, uno sport in cui se ti fai male non rotoli per un’ora per terra ma ti fai aiutare dagli avversari, ti rialzi e ricominci a

giocare perché ciò che importa è la partita, al resto ci si penserà dopo. Un piccolo pensiero infine, un po’ per invidia, lo ammetto, va anche ai giocatori di calcio, pagati spesso anche in terza categoria e che, arrivati anche in serie C e D, possono decidere di fare del calcio una professione. Un sentimento di solidarietà va a quei calciatori che si lamentano per le troppe partite settimanali, per il troppo sforzo fisico e a coloro che scioperano perché non vogliono rinunciare a una piccola parte dei loro soldi per aiutare un Paese in difficoltà. Ma in fondo li ringrazio perché è proprio grazie a loro che apprezziamo maggiormente gli sport minori. Ci tengo a precisare che il calcio è uno sport bellissimo, io stessa da piccola avrei voluto giocarci, ma purtroppo è ciò che lo circonda che lo rende criticabile. Mi rendo conto che il target del giornale è rappresentato per oltre il 50% da fanatici del calcio ma questa è la mia rubrica per cui scrivo quel che voglio :p



ÂŤIn tempi non sospetti Bunker ha dichiarato di voler andare a Lourdes a visitare uno dei pochi santuari che gli manca. Dopo la tripletta nel derby la madonna di Lourdes dichiara di voler andare a trovare Bunker Arietti!Âť 11


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LA STORIA SIAMO NOI di Michele Apolloni

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WikiArtistica

Colori sociali: giallo – blu Simboli: cuore – soldatino Città: Quinzano (Verona) Paese: Italia Confederazione: UEFA Federazione: Lega Calcio a 5 Fondazione: 2005 Presidente: carica vacante Allenatore: nessuno Stadio: Quinzano Bowl Palmares: 1 BdF Cup – 2 Trofeo Birra Morena – 1 Uovo Cup – 1 Bioimis Cup L’Artistica A.C.C, meglio nota come Artistica, è una società italiana di calcio a 5 con sede a Quinzano. Più precisamente la sua sede è in Via Monte Cimone, poco distante dal campo di gioco e dalla stessa cittadina di Quinzano. La squadra, fondata nel 2005, è la più titolata del panorama quinzanese, avendo vinto nel giro di soli 7 anni ben 5 trofei: attualmente in bacheca brillano una BdfCup, un titolo nazionale Bioimis, una Uovo Cup e due trofei Birra Morena. Oltre a questo, si registrano due secondi posti nel medagliere gialloblù: Trilogia Cup (finale persa contro gli Ariosto) e Sportika League (sconfitta contro i Sandro’s Five). I colori sociali, precisamente giallo e blu, hanno subito variazioni più o meno evidenti nel corso degli anni. Da una 14


prima divisa blu ma tendenzialmente azzurra, si è passati nel giro di poco ad un giallo acceso. L’attuale maglia, con il tradizionale simbolo artistichino del cuore, è di un blu molto scuro. Una quarta divisa, la prima a maniche lunghe e di color bianco, è stata recentemente ordinata per i periodi invernali. Nonostante questo continuo cambio di maglie, il giallo viene considerato il primo colore del club. Dal 2005 a oggi anche la sede del club è cambiata, passando da Villa Calvani (2005-2009) all’attuale Casa Azzurri.

Le origini L’Artistica nacque nella primavera del 2005, per volontà dei fondatori Giorgio Zamboni e Marco Calvani. L’idea fu quella di costruire una squadra che potesse godere di luce propria, diversa e alternativa all’allora quotata Bresaola. I “Butei del Foro”, almeno in ambito strettamente calcistico, si divisero. Al progetto aderirono giocatori che ancora oggi fanno parte della rosa gialloblù: oltre a Zamboni e Calvani, la famiglia dei soci fondatori si allargò presto anche a Pietro Brugnoli, Zeno Arietti e Alberto Avesani.

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Lo scandalo elettorale

e la disastrosa epoca

Calvani

Dopo non molto tempo la squadra, ormai scesa in campo diverse volte, decise di darsi un organigramma societario definito. Marco Calvani e Pietro Brugnoli, entrambi aspiranti al ruolo di presidente del club, si candidarono a tal ruolo. L’accesa campagna elettorale scaldò gli animi per diverse settimane. Calvani, con un colpo basso, fece partecipare al voto personaggi del tutto estranei al mondo gialloblù, tutti amici suoi, ma completamente sconosciuti al club. Le elezioni vennero vinte grazie a questa astuta mossa, resa possibile da un regolamento poco chiaro circa gli aventi diritto al voto. Per Brugnoli, fermo nel far propaganda ai veri interessati alla squadra, arrivò la sconfitta. Nel ruolo di presidente, Calvani, volenteroso nel mantenere le promesse fatte ai suoi elettori, si attivò subito sul mercato. A Villa Calvani, l’allora sede della squadra, venne presentato dinnanzi ad una ancor vuota bacheca dei trofei il portiere Sabau. Questo primo acquisto, oltre a non dare un aiuto concreto alla squadra in termini di qualità, fu anche l’ultimo. Il promettente portiere tanto osannato da Calvani si rivelò infatti un autentico fiasco, giocando di fatto una sola partita, contro i Sandro’s. L’esordio e la fine dell’avventura di Sabau in gialloblù coincisero con una sonora sconfitta per 21 a 4, e il contratto tra giocatore e società venne rescisso di comune accordo poche ore dopo. Questa gara, ancor oggi viva nella mente degli artistichini, rappresentò l’emblema dell’Artistica in quegli anni. Sotto la gestione Calvani arrivarono un sacco di sconfitte pesantissime, soprattutto in BdF Cup, torneo organizzato dal club. La prima storica edizione vide Bresaola, Sandro’s Five, Ariosto, Neuro Panca team ed Artistica sfidarsi per la vittoria finale. Erano gli anni d’oro del Bowl e della Quinzano sportiva, ricca di accese rivalità e continue partite. La prima Bdf, in un contesto così spettacolare e vivo, fu mediaticamente un gran16


dissimo successo; a livello calcistico però, l’Artistica perse tutte le partite, giocando un calcio decisamente inferiore alla concorrenza. Le quotazioni gialloblù, in termini di prestigio e autostima, toccarono il minimo storico. Pietro Brugnoli, nonostante la sconfitta elettorale e conseguenti disastri sportivi della squadra, non fece mai mancare il suo supporto. Prima di tutto nell’organizzazione delle partite, che erano di sua esclusiva competenza, e in secondo luogo nel mercato. La presidenza Calvani, ormai allo sbando, perse potere nel giro di pochissimo tempo, restando viva solo a livello simbolico.

Apolloni, Zivelonghi e il primo trionfo

La sconfitta in Bdf cup non fu l’unica. L’Artistica partecipò ad un torneo organizzato dai rivali dei Sandro’s Five, la Sportika League. I gialloblù centrarono la finale, perdendola però in maniera netta contro gli stessi Sandro’s. Una sconfitta agrodolce, se non altro perchè si registrarono miglioramenti. Il supporto di giocatori esterni infatti, contattati settimanalmente da Pietro Brugnoli, garantì alla squadra un discreto equilibrio ed una qualità maggiore: Lorenzo Gangitano, Michele Apolloni e Corrado non fecero quasi mai mancare il loro supporto quando chiamati in causa. I primi due, in particolare, contribuirono in maniera determinante alla prima storica vittoria in una competizione, più precisamente la seconda BdF Cup. Ad Apolloni, all’ora punta dei Sandro’s, ed a Zivelonghi, ex Bresaola ed esordiente allenatore, vennero rispettivamente affidati attacco e direzione tecnica dell’Artistica per l’intero arco del torneo, mentre Gangitano, quasi sempre presente all’epoca, ricoprì il ruolo ormai stabile di difensore centrale. Oltre a questi innesti, ovviamente, i soliti soci fondatori. La vittoria finale segnò una svolta epocale per il club: fu il primo vero trionfo, l’unico tutt’ora presente in bacheca se escludiamo le competizioni a gara diretta.

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La grande crisi del 2008-2009 La vittoria della coppa fu un bellissimo regalo che la squadra riuscì a farsi, ma questo non cancellò tutti i problemi della società. Tra soci fondatori e innesti occasionali la linea di confine si fece sempre più sottile, ma riuscì a mantenersi viva. Il fatto che l’Artistica vincesse quasi esclusivamente nei casi in cui a sostegno dei fondatori ci fossero rinforzi esterni potenziava di fatto la posizione di questi ultimi, che generalmente, però, non amavano la maglia quanto i primi. Regnava un clima sereno, ma di sostanziale incertezza, legato ad una rosa di giocatori non definita, ad un presidente ancora in carica forte di poteri che non esercitava, ad una organizzazione lasciata ai più volenterosi e mai stabilita a priori. Alla Sportika League si aggiunse un’altra finale persa contro gli Ariosto, nella Trilogia Cup. Fu l’ultima competizione organizzata dall’Aristica, L’epoca d’oro del Quinzano Bowl, con le grandi sorelle Ariosto, Neuro, Bresaola e Sandro’s, iniziò pian piano a spegnersi. Un ciclo storico stava per concludersi: prima Neuro e Bresaola, poi Sandro’s nel 2009, chiusero i battenti. L’Ariosto, seppur vivo, entrò in una fase di rifondazione, e iniziò a giocare di meno. La stessa Artistica, tra problemi interni ed esterni, abbandonò la scena. L’attività sportiva si spense definitivamente.

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Il ritorno gialloblù: la resurrezione del

2010

Il silenzio venne rotto nei primi mesi del 2010. Lo stesso Calvani, ormai ex presidente, propone la rinascita societaria dopo mesi di inattività. Ad assecondare la sua volontà tutti i restanti fondatori del 2005 (Pietro Brugnoli, Giorgio Zamboni, Alberto Avesani, Zeno Arietti) ed una vecchia conoscenza, Michele Apolloni. Quest’ultimo, in orbita Artistica da diverso tempo, sottoscrive la rinascita, diventando giocatore-neofondatore. I fondatori resurrezionali, dal 2010, sono dunque sei. La resurrezione porta con sé segni di cambiamento notevoli. La squadra, composta da sei giocatori stabili, decide di non avvalersi più di elementi esterni. L’unica eccezione in merito, relativamente al mancante ruolo del portiere, è rappresentata da Tommaso Prisco. La nuova società cambia sede, passando dalla vecchia Villa Calvani all’attuale Casa Azzurri. Con essa decade al contempo la figura del presidente, considerata completamente inutile, e a tutti viene riconosciuto lo stesso potere decisionale. Al rinnovamento sostanziale, societario e sportivo, ne segue il formale: il nuovo simbolo del cuore artistichino appare sul petto delle nuove maglie gialloblù, completamente rinnovate rispetto alle precedenti.

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Stesso Bowl,

nuove rivalità

Conclusasi la prima parentesi sportiva, nel panorama agonistico vengono alla ribalta nuove e già conosciute realtà. Sul terreno del Bowl, campo di casa gialloblù, si riaccendono vecchie battaglie: il rinato Ariosto, perse personalità importanti quali Magrin, Mandre e Sabattini, trova nel direttore Alberto Brugnoli, Lombo e Carby una spina dorsale di tutto rispetto. La storica Neuro si ripresenta rinnovata e molto competitiva in tutti i reparti. Oltre a queste storiche società, ne spuntano di completamente nuove: i Beggars F.C., guidati da Marco Drezza e Rudy Gaetano Zenti, e La Rinascente, tra le cui file spiccano giocatori del calibro di Andrea Perusi. Le luci a Quinzano tornano ad accendersi.

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I trionfi recenti:

Uovo Cup, Birra Morena e Scudetto Bioimis Poter contare su una rosa ben definita porta a grandi soddisfazioni sin da subito. A livello tecnico la formazione gialloblù si consolida con un portiere fisso, un centrale incontrista, due esterni di ruolo e una prima punta abile nel gioco aereo. I trionfi non si fanno attendere: nella primavera del 2010 l’Artistica vince la Uovo Cup contro l’Ariosto, mentre in estate la Birra Morena. Ad inizio 2011 arriva lo scudetto Bioimis, vinto con un clamoroso 20 a 1 nei confronti della appena nata Rinascente. Ad agosto, inoltre, la squadra centra la seconda Birra Morena consecutiva. Queste quattro competizioni, essendo eventi di una sola serata, non sono riconosciuti come tornei ufficiali dalla Lega Calcio a 5, nonostante la validità ne sia stata a più riprese sottoscritta. Nel bilancio complessivo i gialloblù hanno disputato dalla rifondazione ad oggi 4 finali, vincendole tutte. Dal 2005 a oggi, invece, le finali sono 7, con un bilancio favorevole di 5 a 2.

il trionfo nel Birra Morena del 22 agosto 2011

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Artistichino e social network: la comunicazione artistichina

Tra gli elementi più considerati dai fondatori resurrezionali spicca la comunicazione. La pagina ufficiale facebook della squadra accompagna le vicende dei gialloblù dal 2010, ed è attualmente seguita da un nutrito numero di fans. Limitrofe ad essa vi sono altre pagine, “Casa Azzurri” su tutte, recentemente creata per poter fornire in tempo reale notizie dalla sede gialloblù. Ma l’elemento più caratteristico e sicuramente innovativo dell’epoca recente è “l’Artistichino”, magazine ufficiale della squadra; inizialmente rivista mensile, oggi ha carattere trimestrale causa problemi di badget societario. Seguire l’Artistica e le sue vicende non è mai stato facile come oggi.

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Artistica Culture Club e l’allargamento a nuovi membri

Oltre all’attività strettamente agonistica l’Artistica partecipa regolarmente alle serate Quizzami alla Paulaner di San Giovanni Lupatoto. Il “Culture Club” (la sezione culturale della squadra), uscendo dalla logica calcistica, ha permesso non solo ai giocatori fondatori ma anche alle relative fidanzate ed amici esterni di partecipare attivamente alla vita artistichina. Marco Zanatta, da sempre estraneo al mondo del calcio, ha contribuito in maniera notevole ai primi due successi del Culture Club, che oggi vanta un totale di 6 vittorie. Ester Soardo, Francesca Oppici, Federica Tormene, Rosa Sarzi Sartori e lo stesso Marco Zanatta sono membri gialloblù a pieno titolo, quanto i fondatori resurrezionali. Giovanni Brugnoli, figlio di Pietro ed Ester, è il primo in assoluto a potersi considerare “Artistichino Purosangue”, e in quanto tale membro societario per diritto naturale.

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Crisi al Bowl e nuove prospettive

Il secondo ciclo di partite al Bowl sembra ormai avviarsi, come la precedente epoca d’oro 2005-08, ad un triste declino. Le vecchie glorie risorte, Ariosto e Neuro in primis, non sembrano poter garantire una presenza costante sui campi di calcio; la crisi economica globale, del resto, non lascia molta vita alle piccole realtà amatoriali. I Beggars, proprio a causa dei modesti introiti del calcio a 5, hanno intrapreso la strada del calcio a 8 per scongiurare il peggio. Artistica e Rinascente attualmente sono le uniche compagini a saper reggere il sempre più duro colpo dei conti in rosso. Pur tradendo la sua storia l’Artistica ha iniziato ad allargare i propri orizzonti giocando diverse partite al De Stefani di San Michele. Il campo di casa ufficiale è tuttavia ancora lo storico Quinzano Bowl, anche se il futuro è davvero molto incerto. Considerando che a differenza del 2009 la crisi sembra essere solamente esterna, la squadra, sempre unita e compatta, sta prendendo sempre più in considerazione l’idea di iscriversi ad un torneo CSI: una scelta di questo tipo, se da un lato metterebbe ancor più a rischio i bilanci societari, dall’altro garantirebbe un calendario stabilito dalla federazione e salverebbe Quinzano da un secondo vuoto storico. Il Bowl, infatti, sarebbe regolarmente selezionato come campo artistichino per le gare interne.

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I RICORDI

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Il ricordo di Albi

“Il ricordo è un modo d’incontrarsi”. Così disse il poeta, pittore e filosofo libanese Kahlil Gibran, e in effetti è proprio quello a cui punta l’Artistica con il progetto Raccolta Differenziata dei Ricordi Artistichini, ritrovare i momenti belli e brutti attraverso le memorie dei tempi che furono (e speriamo che saranno!). Premetto sin d’ora che la mia memoria è alquanto bassa, probabilmente è perennemente in letargo, ma farò il possibile per la causa gialloblu. Non si può non partire dagli esordi, dal quel sms di Marco che mi annunciava la nascita della gloriosa squadra e nel quale mi chiedeva se volevo farne parte. Subito pensavo ad una cazzata come tante, ma oggi posso dire che non fu così. Certo, la motivazione del nome Artistica non mi entusiasmava più di tanto, ma l’importante era ritrovarsi per giocare. Grazie all’Artistica rincontrai vecchi conoscenti come Giorgio e Zeno, feci nuove conoscenze (il buon Pietro) e rinforzai il forte legame con altri amici, uno su tutti il nostro attuale capitano. La rosa era abbastanza casuale, ogni tanto si presentavano nuovi innesti provvisori (vedi Spada, Boris, Gangi, addirittura ricordo un’apparizione di Zive), ma col passare del tempo tutto venne pianificato. Fare parte di questa compagine sin dall’inizio era comunque un motivo di orgoglio. Nacque la prima divisa improvvisata su una maglietta bianca, poi si passò alla maglietta azzurra con maniche blu e numero giallo. Ma la consacrazione ufficiale avvenne con il completo

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giallo! Chi ne era in possesso faceva parte della gloriosa Artistica! Ma non siamo certo qui per parlare della storia della squadra, quindi torniamo a noi. Uno dei ricordi indelebili dei momenti Artistichini è sicuramente l’elezione del presidente onorario. Seduti all’ombra delle fresche frasche del Centro Sportivo Avesani, vicino al campo da beach volley, si aprì ufficialmente il voto. Gli aspiranti al titolo erano Pietro e Marco, a loro modo due veri leader della squadra. Solo ora, in queste righe, posso rivelare che Marco qualche giorno prima mi chiese espressamente di votarlo. Insomma, cercò di comprare il mio consenso nei suoi confronti, e devo ammettere che ci riuscì. Come dire di no al compagno di tante avventure, a colui che conoscevo (e grazie a dio conosco) da una vita?! Sapevo di fare una cosa sporca, ma accettai la sua supplica. Altro momento che mi rimarrà dentro per sempre è stato l’esordio di Sabau in porta, con la mitica maglia rossa e bianca. Un portiere così potevano permetterselo in pochi, per fortuna! Imbarazzante! Ogni pallone diretto in porta era gol, papere a non finire, ma almeno aveva in dote il lancio lungo (simile a quello di Prisco, ma più potente). La sua avventura nell’Artistica però durò poco, e col senno di poi dico per fortuna! Evento storico fu anche la firma del contratto di Zive in un famoso giro pizza, dove promise di condurci alla vittoria di (se non ricordo male) 3 titoli in veste di allenatore. Serata bagnata da fiumi di birra e pizza a dir poco scrausa. Al di là delle soddisfazioni, delle disfatte e delle imprese sportive, tra cui ricordiamo le vittorie della Birra Morena Cup, dell’Uovo Cup e della BDF Cup (per citarne alcune..ma sono quasi tutte..), l’Artistica piace perché è un gruppo solido fondato su determinati valori e aperto a molte esperienze. Negli anni, infatti, sono nate numerose iniziative che ci hanno permesso di allargare i nostri orizzonti, di farci conoscere e di esprimere il nostro essere artistichini. In primis, ovviamente, il mensile l’Artistichino, una vera e propria raccolta di

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tutto quello che riguarda il mondo Artistica. Quasi un diario di bordo. Nato dalla sapiente mente di Giorgio, ha saputo rinnovarsi continuamente nel tempo, anche se ultimamente il progetto si è un po’ arenato probabilmente a causa del taglio dei finanziamenti ai giornali (e per una redazione piccola come la nostra il bilancio è assai importante). E come non ricordare anche il nostro sito internet, il mitico artistica.tk, oscurato dalle forze politiche internazionali con chissà quale motivazione?! Forse i momenti più belli sono proprio quelli extra calcistici, con gli innumerevoli ritrovi in ogni angolo di Verona e provincia. L’Artistica, tuttavia, non si è limitata solo a quello, ma si è fatta conoscere anche fuori dai confini nazionali, partecipando per esempio alla trasferta in terra austriaca per l’addio al celibato del Pier. Non dimentichiamo anche l’Artistica Culture Club, inizialmente alla corte di MrQuiz e successivamente di Quizzami, dove i valorosi giocatori potevano (e possono anche oggi) mettere alla prova il loro cervello. Non solo muscoli e agonismo fisico, quindi, per i gialloblu, ma anche allenamento mentale. Se poi partecipando ad un quiz con la tua squadra conosci anche una ragazza che cambia parte della tua vita, significa che l’Artistica doveva essere nel tuo destino! Non a caso il simbolo della squadra è un cuore giusto? Mah! Artistica è sinonimo di gruppo, che si è rinforzato negli anni e ha visto addii e nuovi innesti, ma anche rappresentanti onorari (tra questi, ovviamente, l’osservatore di nuovi talenti Zanni). Si inizia con Appo. Da avversario si è trasformato in alleato, un acquisto importante su tutti i punti di vista. Lui e la sua dama Francesca si sono uniti al gruppo, entrando in punta di piedi, quasi per non disturbare (tipico atteggiamento della Fra), per poi ambientarsi sempre di più nell’universo artistichino. Successivamente la compagine femminile dell’Artistica, degnamente rappresentata dall’ape regina Ester e appunto Francesca, si rinforza con Rosa e Federica. Manca una ragazza e l’Artistica in rosa sarà pronta per calcare i campi

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di giuoco. Poi arriva lui, il portiere tanto aspettato, Tommi Prisco detto Escort, una vera sicurezza tra i pali. Infine lui, il vero principe gialloblu, Giovannino Brugnoli. Come non ricordare il giorno in cui Pietro ed Ester ci annunciano la lieta notizia? Nascerà un bebè! Tutti fuori a festeggiare! E a proposito di ciò, impossibile non citare la presenza dell’Artistica al matrimonio dei due piccioncini, un evento che ha aperto nuove prospettive sentimentali all’interno del gruppo (parlo, oltre che del passaggio da fidanzamento a matrimonio, anche del colpo di fulmine tra Calvè e la Betty). Le super grigliate al Casal sono altri bei ricordi da portare con se, momenti in cui gustare la carne del Pio maestosamente cotta da Zanni con l’ausilio del suo mega kit di strumenti per barbecue, il tutto accompagnato da tante bottiglie di birra gelosamente custodite dalla tartaruga-piscina. Qui le sfide a scopone scientifico e briscola si sprecavano, così come le sfide al volo con puntuale lancio della palla nel campo vicino. Il Casal purtroppo oggi non c’è più, ma è già stato degnamente sostituito una volta dal mio campo, futuro polo di ritrovo per pic - nic gialloblu. Insomma, gli avvenimenti sarebbero tanti, addirittura troppi da raccontare in qualche riga buttata giù in una primaverile serata dell’ultimo anno prima della distruzione del mondo intero secondo i Maya. Un rimpianto, però, esiste dentro al mio cuore, e cioè non aver mai organizzato e messo in atto una vacanza artistichina! Che ne dite? Alberto

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Il ricordo della Fede

Il mio primo ricordo artistichino risale al 5/11/2010 quando, nel consueto appuntamento da Mark, militavo nella squadra “U CARRUARMATO” e vedevo l’Artistica come un avversario difficile da battere, un’antagonista che ci rubava sempre le tanto attese patatine del venerdì sera. Ma poi, improvvisamente, un artistichino decise di sedersi vicino a me e mi sussurrò nell’orecchio “dai vi do una mano in questa manche e vedo come te la cavi, se giochi bene puoi entrare nell’Artistica” e così iniziò il mio provino. Sicuramente non feci una bella figura con quel tucano diventato un pappagallo ma, evidentemente, ispiravo fiducia, quel ragazzo sapeva che avevo le potenzialità giuste e così, dopo un mese, eccomi qua, acquistata dal team vincente. Schiacciai il “mi piace” nella pagina del gruppo su facebook e iniziò così il mio viaggio nell’Artistica, con il quale cominciai a scoprire che non era solo una squadra “ruba patatine” ma una vera e propria realtà sociale, calcistica, giornalistica e molto altro, un gruppo fatto di persone semplici e divertenti in cui da subito mi sono sentita a mio agio. Iniziai così a partecipare agli eventi artistichini e a seguire la squadra di calcetto senza mai perdere una recensione della partita. Tra i momenti più belli sicuramente ricordo l’annuncio di Pietro e Ester che erano in dolce attesa, l’invenzione del fullvaccadì e il viaggio vinto ma mai sfruttato. Tra le numerose avventure come non ricordare quel famoso pic - nic in cui

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finalmente le donne riuscirono a partecipare a un incontro calcistico facendosi valere nonostante l’importante assenza di Ester che, sono sicura, avrebbe dato un importante contributo. Ma la bella stagione si avvicina e siamo pronte per un nuovo incontro e sicuramente Giovannino farà il tifo per noi. Come concludere questa pagina dei ricordi? Sicuramente con l’aspettativa che il gruppo cresca e continui a sfornare eventi divertenti e con la speranza che nessuno si accorga che in realtà Albi non aveva visto bene circa le mie potenzialità da Mark. Ma ormai il danno è fatto! Federica

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Le notizie assurde di Alberto Avesani


LA PIZZA EFFETTO

PREFERITA

DA GIANNI

C

hi non ha mai fatto uno scherzo telefonico? Bene, quattro ragazzi londinesi hanno pensato di ispirarsi ai gusti culinari di Gianni Morandi per metterne a segno uno squisitamente particolare. I giovani, per farsi due risate, hanno chiamato una pizzeria del luogo ordinando pizze e bibite, per poi finire con la richiesta di “2 pizze con la merda e 4 testicoli di toro fritti”. Peccato che i burloni non sapessero che la pizzeria, per facilitare il servizio a domicilio, stava utilizzando un macchinario per la localizzazione del telefono che chiamava. Così, dopo mezz’ora, i ragazzi sentendosi bussare alla porta sono rimasti sorpresi nel vedere il fattorino che, sincerandosi che l’indirizzo fosse quello giusto, ha tirato in faccia a uno dei 4 sfortunati una pizza con delle feci spalmante a mo di sugo, per poi scusarsi dell’assenza dei 4 testicoli di toro fritti. Come se non bastasse, da quel giorno la pizzeria ha cambiato nome passando da “My sweet Speedy pizza” a “My sweet Shitty pizza”. Insomma, meglio una pizza che fa cagare piuttosto che una cagata sulla pizza!

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CRISI

O

rmai si sa, la crisi economica che sta attanagliando l’Europa è dura da combattere, e tutti dobbiamo cercare di risparmiare rinunciando a piccole cose. Una cena con gli amici in meno, una birra piccola invece che media, cinema il mercoledì invece che il weekend, e altri espedienti ancora. Quello che però si è inventato una coppia inglese ha del particolare. Kelly e Lee si devono sposare, ma non hanno soldi sufficienti per il grande evento. Fin qui una situazione che molti giovani devono affrontare. Peccato che, oltre a economizzare su invitati, bomboniere e cenone, abbiano ben pensato di risparmiare anche sui vestiti, sposandosi letteralmente nudi. Lei col solo velo in testa e un buchè di fiori, lui con il cilindro. Insomma, va bene tirare la cinghia, ma finire anche per togliersela ci pare eccessivo!


MATRIMONIO CON DELITTO

C

’è chi si sposa nudo e chi invece preferisce trovarsi una partner assai insolita. Succede a Bali, in Indonesia, dove un giovane è stato costretto a sposarsi con una mucca dopo che era stato sorpreso mentre faceva sesso con essa nelle campagne di un villaggio. Ngurah Alit, questo è il nome dello sposo, ha spiegato che la mucca in realtà era una bella ragazza che lo aveva sedotto con molti complimenti, ma poi quando hanno iniziato a fare l’amore si è trasformata in una vacca (a questo punto direi non in senso figurativo). Gli anziani del villaggio però non hanno creduto alla sua storia, e lo hanno costretto a maritarsi con l’animale. Durante la cerimonia l’uomo ha avuto un piccolo malore, ma il tutto è andato avanti. La mucca però non ha avuto modo di scambiare le fedi nuziali, perché per purificare il villaggio dal peccato la funzione religiosa prevedeva l’affogamento della sposa nell’Oceano. Il povero Ngurah si ritrova così vedovo ancor prima di essere definitivamente sposato. Almeno non dovrà pagare gli alimenti in caso di divorzio!

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ed è lo scandalo nel 2004

BRUGNOLI E ZAMBONI COME ADRIANO.

AD UNA MEGA-FESTA PRIMA DI UN IMPORTANTE MATCH.

S

ullo scorso numero de l’Artistichino è comparso un articolo firmato da Apolloni dal titolo: Brugnoli, Zamboni e lo stile dei migliori che raccontava il comportamento esemplare di questi due artistichini, ma noi, con la collaborazione di Milena Gabanelli, abbiamo scovato un fatto che smentisce quell’articolo. Siamo nel maggio 2004, il giorno prima di un importante (direi vitale) ennesimo derby contro il Neuro Panca Tim. La prima pagina del Trentino, quotidiano neanche a dirlo di Trento, immortala inequivocabilmente i due giocatori dell’Artistica in un ambiente equivoco e di palese baldoria. Il giorno dopo, i due non giocarono nessuna partita. Voci indiscrete dicono addiritturano che Brugnoli abbia dormito sul pavimento della cucina di un appartamento a Trento sud, tra aromi d’aglio e profumi di fritto. Attendiamo smentite o chiarimenti.

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La prima pagina del quotidiano di Trento che ritrae i due giocatori dell’Artistica, giovani e sbarbati che ballano e bevono birra prima di un importante partita contro la Neuro Panca Tim.

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2011-201

Johnny Depp per Artistica Clothes

Via Benedetto Rizzoni, 5 Quinzano


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