Kyos Verona Ottobre Novembre Dicembre 2011

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kyos verona ottobre- novembre e dicembre 2011

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Quando si dice, aggomitolarsi…

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ottobre - novembre e dicembre 2011

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KYOS verona

origini

editoriale

Ritornare alle origini I giovani riscoprono la terra e tornano in campagna con la testa, non solo con le braccia. Dietro il loro interesse per l’agricoltura c’è infatti la rivalutazione del territorio, ma anche la voglia di innovare, eliminando quelli che da sempre sono freni allo sviluppo del settore: frammentazione delle proprietà, con prevalenza di colture e attività a bassa redditività. Nel primo semestre di quest’anno sono state 19mila le nuove imprese agricole avviate da giovani under 35. In prevalenza sono figli o nipoti di agricoltori, ma ci sono anche tanti imprenditori alla prima esperienza. Un fermento in controtendenza rispetto alla crisi che ha colpito altri comparti.

cole, che stima l’ingresso nel settore di altri 23mila giovani da qui al 2013. Ad essere attratti dalla terra non sono più solo i periti o laureati in agraria piuttosto che veterinari, ma sempre più laureati in ingegneria, economia, farmacia, legge, filosofia.

diritto di mangiar sano.

C’è ancora spazio per crescere per i giovani che intendono entrare nel settore, soprattutto nell’agricoltura multifunzionale: agriturismo, fattorie didattiche, trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli. Certo, anche in questo settore avviare un’attività da zero richiede molti investimenti.

Grazie alle azioni e al dibattito che sapremo mettere in piedi, riusciremo finalmente ad animare per quartiere, comune e comunità raggruppamenti di base e associazioni di consumatori il tema dell’agricoltura sana e della corretta alimentazione. Questo rappresenta un bene che ciascun essere umano ha, perchè riguarda la sua anima e la necessità di nutrirsi. Ogni giorno.

Non è tutto. Un’iniezione di vitalità, in un settore che perde il 5% della forza lavoro ogni anno, dove il 55% degli addetti ha più di 60 anni, il 60% dei quali senza figli o nipoti disposti a coglierne l’eredità. I risultati dell’ultima indagine Istat parlano chiaro: dal 2005 ad oggi le aziende agricole sono diminuite del 2,8%, ma le superfici risultano stabili (+0,2%). A chiudere i battenti sono prevalentemente le imprese di piccole dimensioni guidate da imprenditori ultrasessantenni, mentre sono in aumento quelle che possiedono una superficie agricola di oltre 30 ettari, nate dallo smembramento o dalla fusione di vecchie proprietà. La conferma arriva dal Ministero delle Politiche Agri-

Questo ritorno alle origini non è soltanto dettato dalla ricerca di un lavoro che renda nella breve o lunga distanza, ma anche spinto dalla voglia di un contatto con la natura, andato purtroppo perso negli anni. Viviamo di nutrimenti standardizzati, gonfiati chimicamente che ci hanno fatto dimenticare le nostre radici, l’ancoraggio alla terra, la differenza fra le culture, la ricchezza delle gastronomie, il piacere di stare a tavola. Le scelte coraggiose di questi giovani ci danno una speranza nel futuro nel fatto che forse a breve, decideremo insieme di mobilitarci per riappropriarci del

“Si è incominciato a separare l’uomo dalla natura e a creargli un regno sovrano a parte. L’uomo occidentale non sa comprendere che arrogandosi il diritto di separare radicalmente l’umanità dalla animalità, accordando a una tutto ciò che rifiuta all’altra, ha così aperto un ciclo maledetto e che la stessa frontiera, spostata di continuo, servirebbe a scostare uomini da altri uomini per rivendicare il privilegio di un umanesimo corrotto a profitto di minoranze sempre più ristrette”. Claude Lévy-Strauss

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Per fare valere i propri diritti, si dovrà rivendicare la tracciabilità del prodotto, la conoscenza dei modi di produzione e ciò sia per la ristorazione collettiva o scolare, che per gli acquisti individuali e familiari.

La Redazione


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Naturalmente Federico Peretti Un nuovo modo di fare vino

Campagna Amica Dai mercatini a Km 0 alle Botteghe Amiche

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Tradizioni Veronesi Tempo di mercatini, aspettando il Natale

Ciottolando con Gusto

rivista mensile di Verona

Alla scoperta dei sapori per le vie di Malcesine

Ottobre- Novembre e Dicembre 2011 anno 6 - numero 54

Vittorio Sgarbi Caravaggio spiegato dal critico d’arte

Speleolessinia Il Convegno Internazionale con circa 4mila esperti

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appuntamenti

Iscrizione al Tribunale di Verona: n. 1786 - 17/01/2008 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, CNS VERONA Registrazione al ROC n° 16808 Prezzo a copia € 2,00

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MUSICA

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Direttore responsabile: Guido Benati Responsabile di redazione: Georgia Passuello

rubriche

Redazione: Guido Benati, Riccardo Ferraresso, Ilaria Noro e Georgia Passuello

Passeggiando tra le nuvole Alla scoperta di Berlino

Hanno collaborato: Cristiana Albertini, David Bonato, Ennevi, Ilaria, Noro, Mercedes Maltés

Incontrandosi a tavola Ricette di stagione

Copertina di: Manuel Bergamasco Supervisione Tecnica: Gianna Calabria

Questioni di stile Consigli per un autunno di tendenza

Redazione Grafica: Cinzia Signorini

Ciak si gira

Relazioni Pubbliche: Luisa Calabria

Le anticipazioni del grande schermo

Sviluppo Commerciale e Pubblicità: cell: 348 15 32 664 mail: kyos.pubblicita@printedita.com Tel. : (+39) 045 8101204

Emozioni in Movimento Museo Paleontologico e preistorico di Sant’Anna

Stampa: CierreGrafica Sommacampagna (VR) Tel. 045 8580900 - www.cierrenet.it Numero chiuso in redazione il: 27 settembre 2011 (in fase di stampa la redazione si è riservata di apportare delle modifiche all’articolo di pagina 44-45 vista l’imptovvisa scomparsa di Steve Jobs)

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NATURALMENTE.....

Un ritorno alle origini, alla fatica, al rapporto con la terra. Questo volevamo spiegare nel nuovo numero di Kyos Verona. Un senso di appartenenza ormai perso che, in questo clima di forte depressione economica, sarebbe bene ricostruire in noi stessi. Per questo motivo molte pagine di questo numero sono dedicate ad una grande ricerca giornalistica compiuta da Ilaria Noro, la quale ci porta a conoscenza di un giovane trentenne Federico Peretti. E’ titolare dell’azienda vinicola di San Floriano Le Calendre e appesa al muro la sua laurea in Statistica Economica e riposti nell’armadio camicia, giacca e cravatta insieme al ricordo dell’impiego in banca, ha scelto di infilare comodi pantaloni in fustagno e lavorare nei vigneti del padre, tra San Floriano, Pedemonte e San Pietro in Cariano, dando vita ad una nuova cantina. Analoga alla sua, sono molte le aziende minori attive sul territorio che producono vino di qualità e che si sono ritagliate un’importante fetta di mercato proprio puntando sulla dimensione “umana e antica” della produzione di vino, sul rapporto diretto con il cliente, sulla vicinanza alla terra. Senza dimenticare, però, la tecnologia e la scienza che oggi più di ieri scendono in campo, letteralmente, a favore dei viticoltori. In questo nuovo numero siamo andati alla scoperta delle Botteche di Campagna Amica. Fino ad ora sono stati chiamati “mercatini a km 0”, “farmer’s market”, “marcato del contadino”. Da oggi in poi il vocabolario del consumatore responsabile si arricchisce di una nuova definizione: Botteghe di Campagna Amica. La neonata espressione, ha permesso di far spuntare il suo primo germoglio proprio a Verona, che si è dimostrata terreno fertile per la presentazione nazionale del progetto. Coltivatori di idee ed iniziative, Coldiretti Verona e la Fondazione Campagna Amica hanno dato ufficialmente inizio ad una nuova declinazione della filosofia del “km 0”: prodotti locali si, ma che dal territorio di provenienza potranno essere dislocati anche a livello nazionale grazie alla prima rete di vendita diretta organizzata dagli agricoltori italiani. Tradotto in altri termini, sulle tavole di tutto lo stivale potrà arrivare il vero Made in Italy di frutta e verdura, e non solo, grazie ad un nuovo canale di distribuzione dedicato esclusivamente a prodotti agricoli provenienti da campi e allevamenti rigorosamente italiani e venduti dalle aziende socie “accreditate” all’Albo Nazionale di Campagna Amica. Una filiera tutta nostrana quindi, sempre ispirata ai principi bio ma che abbraccia un bacino di consumatori molto più ampio: insomma, una bancarella gigante a disposizione di tutti i cittadini italiani che potranno gustare prelibatezze delle varie regioni senza rinunciare alle garanzie qualitative ed etiche dei prodotti a km 0.

Arbusto Con immane tenacia tu lottasti, aggrappato tra le pietre in quel lembo di terra arsa, in quell’isola deserta, povera d’acqua ed avversa. Contro il vento feroce alla fede ti aggrappasti e alla fine vincesti la tua fiera guerra d’indifeso ed inerme arbusto, acacia di spine dal cuore robusto. Ma poi l’uomo arrivò con il suo sogno di progresso ed in quel luogo regresso costruì la sua grande dimora e tu finisti bruciato nel camino in cenere forgiato. Jayan Walter (nome d’arte di Ezio Vantaggiato) Nato a Napoli il 15 marzo 1957. Dopo gli studi universitari si è dedicato alla pratica e all’insegnamento della meditazione, soggiornando per anni in Ashram (comunità spirituali), monasteri buddisti e centri di meditazione in India, Stati Uniti, Tailandia e Svizzera. Sulla base dell’esperienza personale di trecinque anni di meditazione ha iniziato a scrivere saggi e romanzi sugli argomenti del pensiero indiano e orientale e sulla reincarnazione. Ha ricevuto due premi letterari, uno di questi dagli scrittori Alberto Bevilacqua e Giorgio Saviane (per il romanzo breve e inedito “Naufragio”). Lo stile degli scritti è semplice e diretto. Con l’ausilio di aneddoti e racconti, riesce a spiegare concetti altrimenti astratti e difficili. Ha insegnato Filosofia Indiana presso l’Istituto Humaniter di Napoli. E’ stato pubblicato il saggio “L’uomo è Dio. Lo yoga della conoscenza e la natura dell’universo” - Edizioni Tempo lungo (Cuzzolin). Sono state rappresentate le sue due commedie: “Il gioco delle maschere” e “La vita è un boomerang”.

La Redazione

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KYOS verona

pubbliredazionale

Natura e Falkensteiner Un amore infinito

Un amore viscerale quello di Falkensteiner Hoteles nei confronti della Natura. Già negli anni ’50, quando è iniziata l’avventura della famiglia, la scelta della posizione era ritenuta fondamentale. Laddove gli altri albergatori sceglievano le vie più frequentate, facilmente raggiungibili in auto, la prima generazione Falkensteiner guardava all’ospitalità con gli occhi del cuore. L’hotel doveva essere di fronte ad un paesaggio rilassante, con vista sulle montagne, un laghetto, una chiesetta, un particolare che in qualche modo riconducesse all’anima del luogo. Questa tradizione è continuata nel tempo e dura fino ad oggi. Non solo all’esterno della costruzione, ma anche all’interno. Scelte materiche legate alla bioarchitettura, attenzione all’ecologia, costruzione a basso impatto ambientale, predilezione ad ampie vedute e scorci attraverso vetrate e balconi, design e arredamento inneggianti ai quattro elementi. L’amore per la natura in senso lato ha prodotto anche soluzioni pratiche per favorire l’accesso degli animali nella vita vacanziera degli ospiti, attraverso un programma denominato Welcome Dog che permette di portare gli amici cani con sé. Insomma, un modo di concepire la vacanza come un momenti di riconciliazione con il verde e con i ritmi naturali. Per i trattamenti estetici i reparti Spa utilizzano i prodotti tipici altoatesini, stiriani, carinziani. Vengono studiati particolari eventi e programmi per ricreare il contatto tra la persona e l’anima mundi. Una celebrazione non solo teorica quindi, ma anche concreta di questo valore basilare per il mondo Falkensteiner.

Qualche idea? Il Falkensteiner Hotel & SPA Bleibergerhof nella bassa Austria celebra il potere dell’acqua termale e delle pietre, il Falkensteiner Hotel & SPA Carinzia si affida alla forza rigenerante della luna piena, il Falkensteiner Hotel & SPA Iadera, inserito nel resort Punta Skala in Croazia, celebra la Thalasso SPA, gli hotel dell’Alto Adige riscoprono i benefici delle erbe di montagna. Riti rigeneranti e rilassanti che trovano spazio nella filosofia Acaquapura SPA, una vera cultura creata da Falkensteiner mettendo insieme diverse visioni e approcci di wellness. Il tutto, ovviamente, con naturalezza! www.falkensteiner.com

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"Nella tradizione contadina veronese, far le Calendre era un'usa

di conseguenza il lavoro nei campi. Non c'erano basi s Custodiamo quest''insegnamento nel nostro modo di interpretare

dai libri, per spiegare la magia racch

DALLA VITE ALLA BOTTIGLIA di Ilaria Noro

Il “nuovo” modo di fare e promuovere il vino passa dalla tradizione di nonni e genitori, colorandosi e profumandosi di conoscenze accademiche e concetti quali marketing e packaging di Ilaria Noro di Ilaria Noro

∙ A sx: Federico Peretti, in alto a sx: suo padre 6

Il rapporto con la terra, prima di tutto. Il rispetto dei ritmi naturali delle stagioni, la cura, la fatica, il sudore d’estate e il gelo che penetra nelle ossa nelle fredde giornate d’inverno, il timore nel guardare un cielo cupo che minaccia tempesta. Infine, la soddisfazione di veder germogliare le prime foglie, guardare i grappoli giorno dopo giorno ingrandirsi e passare dal verde acerbo di aprile alle tonalità calde e mature di fine agosto. Queste immagini appena raccontate non sono cartoline di una cultura contadina ormai archiviata per sempre a favore di una lavorazione in serie e standardizzata, anche dei prodotti d’eccellenza del territorio, quale è la vite e i vini che ne derivano. Rappresentano invece ancora la quotidianità di chi ha scelto, nelle colline della Valpolicella così come nei territori del Custoza o del Soave, di proseguire la tradizione di famiglia o creando una nuova attività, di produrre il vino. Esattamente come una volta. Ma al tempo stesso in modo innovativo, tecnologico e addirittura accademico. Il vino oggi riesce a coniugare tradizione e innovazione, mettendo insieme parole nuove come marketing o packaging o tourist management con le conoscenze che da centinaia d’anni scandiscono la vita e il lavoro nelle campagne del veronese. Nelle prossime righe vi raccontiamo l’esperienza di un giovane viticoltore, Federico Peretti, 30 anni, titolare dell’azienda vinicola di San Floriano Le Calendre che, appesa al muro la sua laurea Statistica Economica e riposti nell’armadio camicia, giacca e cravatta insieme al ricordo dell’impiego in banca, ha scelto di infilare comodi pantaloni in fustagno e lavorare nei vigneti del padre, tra San Floriano, Pedemonte e San Pietro in Cariano, dando vita ad una nuova cantina. Analoga alla sua, sono molte le aziende minori attive sul territorio che producono vino di qualità e che si sono ritagliate un’importante fetta di mercato proprio puntando sulla dimensione “umana e antica” della produzione di

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anza per prevedere il clima nelle stagioni a venire, e pianificare

scientifiche ma solo secoli di tradizioni e consuetudini. il vino e la vigna: non basta la scienza, ne quanto si apprende

hiusa in un bicchiere di buon vino"

vino, sul rapporto diretto con il cliente, sulla vicinanza alla terra. Senza dimenticare, però, la tecnologia e la scienza che oggi più di ieri scendono in campo, letteralmente, a favore dei viticoltori. “Ho vissuto fin da piccolo vicino ai vigneti. Mio papà produce vino fin da quando era ragazzo ma io inizialmente avevo intrapreso un lavoro molto diverso, legato alla prima laurea. Poi invece ho capito che la mia strada era un’altra: quella che a suo tempo aveva percorso mio padre. Analoga anche se con molte differenze”, racconta Peretti. Tra le prime cose fatte per il nuovo lavoro, l’iscrizione alla facoltà di Enologia, per poter arricchire con la teoria, le conoscenze di, gli insegnamenti del padre. Ormai prossimo alla laurea, la seconda, “posso dire che è stata una scelta vincente. Fino a qualche decennio fa la qualità del vino, le proprietà organolettiche, non erano tenute in considerazione come oggi. Spesso il vino era considerato semplicemente“benzina”, un carburante che faceva sopportare gli sforzi fisici dei lavori manuali. Ora il panorama è decisamente cambiato: a contare è la qualità e non la quantità”. Per fare un buon vino, quindi, cosa serve? Fisica e chimica o i vecchi saperi dei contadini di una volta? “Né l’uno, né l’altro. O meglio, non solo uno o l’altro. Dev’essere una commistione di saperi e tradizione, proverbi e formule q.b. (quanto basta, ndr). La mia è la prima generazione di viticoltori che si formano anche nelle aule universitarie, facendo corsi ed esami teorici e non solo attraverso la pratica. Alcuni detti, alcune regole orali che si tramandano di generazione in generazione e che mio padre ha trasmesso a me sono riuscito a tradurle in formule chimiche e a spiegarne la veridicità attraverso le nozioni di chimica studiate nelle aule universitarie”, spiega Peretti. “Altre invece no. Sono inspiegabili scientificamente, almeno allo stato attuale delle conoscenze. Eppure le sperimento e le sul campo, letteralmente, ogni giorno di stagione in stagione. Mi piace pensare che facciano parte di quel non so

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che di magico che serve per fare del buon vino. Non bastano infatti i principi di chimica e fisica per creare un prodotto di qualità. È essenziale quel certo non so che che lo rende davvero speciale Le Calendre”. Cosa è cambiato ora che a gestire l’azienda di famiglia è succeduto il figlio al padre? “In due parole? l’azienda stessa. Insieme a mio padre, con il quale quotidianamente ancora lavoro, abbiamo deciso che avremmo venduto direttamente il vino prodotto. E abbiamo creato la nostra etichetta: Le Calendre. Prima invece, il vino veniva venduto “al grezzo” ad imprese più grandi che lo imbottigliavano ed etichettavano. Ora invece siamo noi a curare ogni aspetto del processo di vinificazione: dalla vite, alla vendemmia, dall’invecchiamento nelle grandi botti di rovere, a seconda del tipo di vino, fino all’imbottigliamento. Ma non è finita qui, non basta. Bisogna pensare anche a piazzarlo sul mercato: è stato quindi necessario studiare il settore e individuare la nicchia di mercato che meglio si adatta al mio modo di fare e pensare il vino, inteso come tutto il mondo che gira attorno ad una mia bottiglia di Valpolicella piuttosto che di Amarone. E da questo sono partito per pianificare il marketing dell’azienda. Ed è qui che risultano preziose le teorie apprese all’università. Saper vendere il vino, promuoverlo, accogliere il turista ed fargli respirare l’atmosfera del lavoro in cantina, oltre che quello del vino: è questo l’aspetto più innovativo del mio lavoro e che mi piace parecchio. La vera sfida per i prossimi anni. La mia idea di vendita è molto legata alle tradizioni, alle visite in cantina, al contatto umano: voglio far conoscere ai miei clienti ogni aspetto della lavorazione e della produzione di vino, senza trascurare la promozione del magnifico territorio che ci circonda. Passare del tempo con loro, coinvolgerli: questo nelle grandi cantine, per ovvi motivi, non succede ma di contro è proprio questo che vuole una determinata tipologia di clienti, tanto italiani quanto stranieri”. 7

Raccontando la storia de Le Calendre, delle scelte del giovane viticoltore che l’ha creata, vogliamo raccontarvi una realtà che è in fertile sviluppo in tutto il settore, in Valpolicella in primis, ma anche nei molti comuni della provincia in cui è florida la produzione di vino. Accanto alle grandi etichette conosciute e famose in tutto il mondo, da Sartori ad Allegrini, ci sono molte altre piccole aziende che del contatto diretto con il cliente, l’attenzione alla tradizione e alla natura, la promozione del territorio e della cultura rurale, oltre che della qualità delle bottiglie, fanno il loro punto di forza. Nei cinque comuni che storicamente compongono la Valpolicella, Fumane, Marano, Negrar, San Pietro in Cariano e Sant’Ambrogio, ad esempio, a fronte di 13 imprese registrate come Società di capitale, ce ne sono ben 447 registrate come Società di persone, 91, o addirittura Imprese individuali, 356. In tutta la provincia le Società maggiori sono 84 a fronte di oltre tremila imprese familiari e di piccole dimensioni. Aziende “minori” che però attraverso questa nuova fetta di mercato si fanno strada nel settore arrivando ad esportare il proprio vino in gran parte d’Europa. “Se ottieni successo in Italia, vuol dire che il vino lo sai fare e bene. I nostri compaesani s’intendono di vino buono e sanno scegliere. Anche negli stranieri comunque negli ultimi anni sta crescendo una sempre maggiore coscienza del vino. Al momento il business si fa più che altro, nel mondo, con Stati Uniti, Giappone, Russia. In Europa, invece, i mercati più attivi sono Danimarca, Svezia, Norvegia”, prosegue Peretti, tornato di recente da un viaggio “istituzionale” a Ludlow, cittadina anglosassone gemellata con San Pietro in Cariano, dove ha partecipato con i suoi vini al “Food&drink” festival. “Eventi come questi, oltre ad essere fantastici da vivere in prima persona, sono importanti per far conoscere il nostro territorio e le risorse che ha da offrire, come prodotti ma anche come turismo rurale”. Per informazioni e visite www.lecalendre.it


LA CAMPAGNA È AMICA, DALLA SICILIA AD AOSTA di Ilaria Noro

Fino ad ora sono stati chiamati “mercatini a km 0”, “farmer’s market”, “mercato del contadino”. Da oggi in poi il vocabolario del consumatore responsabile si arricchisce di una nuova definizione: Botteghe di Campagna Amica. La neonata espressione, pur fondando le sue giovani radici sull’intero territorio italiano, ha deciso di far spuntare il suo primo germoglio proprio a Verona, che si è dimostrata terreno fertile per la presentazione nazionale del progetto. Coltivatori di idee ed iniziative, Coldiretti Verona e la Fondazione Campagna Amica hanno dato ufficialmente inizio ad una nuova declinazione della filosofia del “km 0”: prodotti locali si, ma che dal territorio di provenienza potranno essere dislocati anche a livello nazionale grazie alla prima rete di vendita diretta organizzata dagli agricoltori italiani. Tradotto in altri termini, sulle tavole di tutto lo stivale potrà arrivare il vero Made in Italy di frutta e verdura, e non solo, grazie ad un nuovo canale di distribuzione dedicato esclusivamente a prodotti agricoli provenienti da campi e allevamenti rigorosamente italiani e venduti dalle aziende socie “accreditate” all’Albo Nazionale di Campagna Amica. Una filiera tutta nostrana quindi, sempre ispirata ai principi bio ma che abbraccia un bacino di consumatori molto più ampio: insomma, una bancarella gigante a disposizione di tutti i cittadini italiani che potranno gustare prelibatezze delle varie regioni senza rinunciare alle garanzie qualitative ed etiche dei prodotti a km 0. “Le Botteghe di Campagna Amica costituiscono un nuovo modo per i nostri agricoltori di vendere e proporre i loro prodotti non solo sul territorio dove hanno l’azienda agricola ma anche in altre località italiane”, spiega Damiano Berzacola, presidente di Coldiretti Verona. “Si tratta di un vantaggio per i produttori che potranno vendere al prezzo giusto e concordato i loro prodotti ma anche per i consumatori che in ogni bottega di Campagna Amica potranno acquistare l’intera gamma di prodotti garantiti al cento per cento come italiani, con le intermediazioni dal campo alla tavola ridotte al minimo”. Aggiunge Toni De Amicis, direttore generale della Fondazione Campagna Amica: “La rete di Campagna

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Dopo il successo strabiliante dei mercatini a km 0, diffusi su tutto il territorio di città e provincia da oltre due anni, approdano in città le Botteghe con prodotti tipici provenienti da tutto il Paese Amica può essere considerata una terza via distributiva e anche un terzo incomodo per la grande distribuzione e il commercio tradizionale”. Dal nord a sud i buongustai che non vogliono rinunciare a prezzi competitivi e salute potranno quindi contare su un modello commerciale nuovo di zecca basato su quattro concetti fondamentali: alla base di tutto, la Fondazione Campagna Amica, punto d’incontro tra i consumatori e i produttori, che detiene il marchio Campagna Amica, accredita il prodotto, le imprese produttrici e i punti vendita. Il secondo soggetto è il Consorzio Produttori di Campagna Amica, una società cooperativa agricola per azioni di cui è socia Coldiretti, che è lo strumento per realizzare la “catena”. Terza figura è ovviamente l’imprenditore agricolo, che offre il proprio prodotto che deve essere accreditato dalla Fondazione e successivamente associarsi al Consorzio Produttori. Ultimo artefice che permette il funzionamento del progetto, il gestore della Bottega di Campagna Amica. Come tutte le attività dell’epoca 2.0, anche questo circuito potrà contare su un supporto web: il produttore agricolo può infatti promuovere la propria merce sul portale dedicato, che permetterà a livello operativo la gestione dell’offerta e della domanda. Il mondo di internet che scende in campo a supporto di un mercato di nicchia? Si, soprattutto se si considera che l’idea che l’immaginario collettivo ha dei “Farmer’s Market” non è proprio aggiornata: chi pensa che i mercatini contadini siano cosa di poco conto dovrebbe rivedere la propria opinione alla luce dei dati odierni, che disegnano un fenomeno di dimensioni tutt’altro che marginali. Già parlando di Verona, si può affermare che la vendita diretta ha suscitato un fortissimo interesse da parte del consumatore e la ricerca continua per l’apertura di ulteriori mercati da parte delle amministrazioni locali circostanti ne è la conferma più evidente. Per dare un dato più concreto, ecco gli ultimi numeri rilevati: 7 mercati cittadini e 15 nei maggiori centri della Provincia (Bussolengo, Bardolino, Castel d’Azzano Castelnuovo D/G, Cerea, Colognola ai Colli, Costermano, Lazise, Legnago, Pescantina, Rivoli,

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San Martino B.A., San Pietro di Lavagno, San Bonifacio, Torri del Benaco, Vigasio); 18 mila visitatori settimanali. Dulcis in fundo, un bel dato positivo in questi tempi di crisi: 4 milioni di euro di volume di affari. Buona anche la panoramica nazionale: nel 2011 Campagna Amica ha censito 834 mercati e 3989 fattorie. Di statistica in statistica, interessanti sono anche le percentuali che delineano l’identikit del consumatore medio del mercato a kilometro zero: il 62% è donna e il 38% uomo, di una fascia d’età che va tra i 35 e 44 anni, il 47% ha una scolarità media e uno stato socio economico medio, medio-alto. Dall’analisi è emerso che spende in media alla settimana 96 euro per prodotti alimentari di cui 26 euro (cioè il 30% della spesa settimanale) al mercato di Campagna Amica. Acquista per lo più frutta e verdura, formaggi, salumi e insaccati. Il 70% lavora, mentre il restante 30% è casalinga o pensionato. Le ragioni della spesa nei mercati sono legate alla volontà di mangiare solo cibi sani, raccogliere informazioni su ciò che si mangia e essere rassicurati su quello che si porta in tavola. Mangiare, affermano gli affezionati dei mercatini a km 0, è del resto un piacere (e come contraddire questa affermazione). La soddisfazione dei consumatori dei mercati a kilometro zero è per il 75% alta, cioè corrispondente a un voto 10, il 20% è media cioè pari a un 7. Un riscontro complessivo favorevole quindi, che se da una parte rallegra il palato dall’altra è di stimolo per chi nella terra non ci mette solo le mani ma anche cuore e aspettative. Perché commercio e mercato funzionano solo se la soddisfazione c’è da entrambe le parti. Giorgio Piazza, presidente di Coldiretti Veneto, sottolinea che “si è voluto mettere in campo un progetto utile non solo agli agricoltori ma anche alla società. L’agricoltura deve ritornare un tema centrale perché produce cibo, ambiente, identità. E’ importante il patto con i consumatori perché dobbiamo metterli nella condizione di scegliere e noi agricoltori, del resto, dobbiamo essere capaci di produrre e di rivendicare i prezzi di produzione perché non si può lavorare in perdita”. E che i buoni propositi diano buoni frutti, per tutti.

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MERCATINI A KM 0: LE ORIGINI Il primo mercatino rionale ad offrire prodotti genuini e a km 0 delle nostre campagne è stato quello di borgo Venezia, l’8 maggio 2009. 24 ore dopo, è toccato al quartiere di borgo Roma. A distanza di due anni, i mercatini a km 0 si sono moltiplicati di zona in zona, a cadenza settimanale, coprendo ben presto l’intero territorio cittadino e della provincia. La vendita diretta nel veronese, infatti, ha suscitato un fortissimo interesse da parte dei consumatori interessati non sempre e non solo al risparmio. Ma anche e soprattutto alle origini vicine, naturali e genuine dei prodotti in vendita; dalla frutta alla verdura, dal latte ai formaggi, dal pane casereccio al miele e alla pappa reale. Oggi sono oltre 100 le aziende agricole coinvolte a rotazione, a seconda cioè della stagionalità che vendono i propri prodotti direttamente in 22 mercati a cadenza settimanale, quindicinale o mensile e 13 legati ad eventi particolari e manifestazioni enogastronomiche. E quello della stagionalità è un tema che sta a cuore al popolo del km 0, sia che stiano da una parte o dall’altra della bancarella, produttori e consumatori. La sfida, insomma, è quella di promuovere il gusto pieno e genuino del pomodoro di giugno maturato in pieno sole e all’aria fresca. “Il mercato, talvolta esasperato, della grande distribuzione vende prodotti di qualità medio-bassa e ha prezzi elevati perché i prodotti devono viaggiare anche per più giorni spesso su strada. È necessario, invece, un ritorno alla cultura della stagionalità e apprezzare i sapori autentici e genuini, sapendo che in questo modo i cibi sono più sani e meno costosi”, spiegano da Coldiretti, indicando proprio in questa formula e filosofia di vendita il successo crescente di questi mercati.


tradizioni veronesi

Il 18 dicembre Ronconi si illumina di “tradizione”

di Ilaria Noro

Forse ce ne dimentichiamo, abituati a considerare la città come l’insieme dei quattro Borghi, ma spesso tante tradizioni che sanno di veronesità “doc” non sono nate tra le anse dell’Adige e le vie dei quartieri. A volte i profumi, i sapori, le storie di un tempo che da sempre fanno discretamente parte della nostra vita, più che in Brà o nei vicoli limitrofi hanno origine dalla cucina a gas della nonna, che a sua volta li ha portati in dote dalla cittadina dove ha vissuto quand’era ragazza, dal paesino che d’inverno si perdeva nella nebbia delle basse o d’estate si stagliava al sole a pochi passi dal Baldo. Di questi rioni, contrade, minuscoli territori dimenticati se non talvolta abbandonati, la provincia è ricca, e utilizziamo questo termine nel suo significato più prezioso. E se per tanti rimangono ricordi del passato, luoghi sentiti pronunciare per sbaglio qualche volta, c’è anche chi riscopre queste piccole chicche custodite nella vetrina del passato e decide di dargli una bella rispolverata. Succede ogni anno, da quattro anni, con l’avvicinarsi del Natale a Ronconi, una della tante frazioni del comune di Sant’Anna d’Alfaedo: nel cuore della Lessinia, quasi mille metri di altitudine per meno di un centinaio di abitanti. Il 18 dicembre a Ronconi non si festeggia semplicemente il Natale: si celebra la tradizione, si onora una memoria fatta di giochi di una volta e abilità artigiana-

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li, ci si siede simbolicamente (e non solo) intorno ad una tavola imbandita di formaggi, miele e prelibatezze che nascono dalle Prealpi. E per un giorno, la contrada si rianima con i tradizionali Mercatini. Una domenica speciale, ispirata da una ricetta “casalinga” ma di sicuro successo: un impasto di tipiche casette di legno aromatizzato da banchetti di prodotti tipici, una farcitura di specialità locali (gli stand gastronomici offrono dagli gnocchi sbatui allo spezzatino con la polenta), uno spruzzatina di mercato equo e solidale per non dimenticare le comunità dei disabili e la realtà del carcere… e una bella innaffiata di cioccolata calda e vin brulè. Per “digerire” poi la scorpacciata di tradizione, niente di meglio di una passeggiata tra le vecchie corti in pietra e le stalle, dove sarà possibile visitare direttamente le antiche lavorazioni artigianali di pietra, ferro e legno. A fare gli onori di casa, i paesani rimasti, pronti ad accogliere nuovi amici e i vicini di una volta che a poco a poco negli anni hanno lasciato la contrada per la città, ricordando insieme i tempi del Filò e delle fredde serate invernali durante le quali tutta la comunità si riuniva nella stalla. Tra le varie attività proposte nella giornata, anche due momenti dedicati ai più piccoli, il concorso di disegno ispirato alle atmosfere delle feste e l’arrivo nel pomeriggio del nonnino più amato al mondo: Babbo

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Natale infatti, prima di partire per il suo lungo giro di consegna dei regali, farà una breve sosta nella contrada per incontrare i bambini e premiare i vincitori della competizione artistica. Di suggestione in suggestione, la giornata dedicata al “C’era una volta…” si concluderà con la narrazione più amata delle festività: il presepe vivente. Una scelta che, in questo caso, forse vuole ricordarci qualcosa che va oltre il messaggio sacro: come una piccolissima comunità, quale può essere intesa la famiglia, abbia sempre in sé la capacità di richiamare l’attenzione e l’amore del mondo… anche se si nasconde in una piccola contrada. In caso di maltempo l’evento si terrà all’interno di un ampio salone riscaldato.

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A MALCESINE I SAPORI DELL’ITALIA Ben13 menù provenienti da altrettante regioni italiane

Le migliori ricette delle regioni italiane reinterpretate con i prodotti del Lago di Garda: è questo il tema della nuova edizione di Ciottolando con Gusto, rassegna enogastronomica in programma l’1 e il 2 ottobre a Malcesine (VR). In occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, Ciottolando con Gusto farà incontrare i sapori delle diverse tradizioni regionali con quelli del Garda: dal pesce all’Olio Extravergine d’Oliva del Garda DOP, senza dimenticare l’enologia del territorio. Un incontro che avverrà grazie alla creatività dei locali aderenti, che proporranno un piatto studiato appositamente per l’evento. Il format della manifestazione è sempre lo stesso: Mappa della cittadina e biglietto alla mano, i visitatori potranno addentrarsi tra i vicoli di Malcesine alla ricerca delle soddisfazioni del palato. Ogni ristorante, pizzeria o enoteca aderente servirà loro il piatto tipico di una specifica regione, realizzato utilizzando i prodotti di questo angolo del Veneto, abbinato ad un vino dell’area. Saranno almeno 13 le tappe della decima edizione di questa “caccia al tesoro del gusto” che prende il suo nome dai ciottoli che caratterizzano tutto il centro storico di Malcesine. Sono di due colori, scuro e ruvido nella fascia longitudinale centrale che permetteva la presa agli zoccoli di muli e asini, che trascinavano le slitte da carico e chiari e lisci all’esterno, per favorirne lo scivolamento. Dopo il successo delle precedenti edizioni, Ciottolando con Gusto non offrirà solo “piatti forti” ma anche proposte per i due momenti tutti italiani dell’aperitivo e della merenda.

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SI SCOPRONO “CIOTTOLANDO” Alla scoperta di Malcesine, dall’alto e dal lago Il lago di Garda non si scoprirà solo nel piatto. Malcesine, oltre che essere dominata dallo splendido castello Scaligero, offre agli spettatori la possibilità di guardarla dall’alto grazie alla funivia panoramica che conduce in pochi minuti sul Monte Baldo, a oltre 1.800 metri d’altezza, lasciando ai propri piedi lo spettacolo di una cittadina ricca di scorci panoramici da non perdere. E per chi vorrà osservare questa piccola perla dal lago su cui si affaccia, durante tutto il weekend sarà possibile viaggiare a bordo della Siora Veronica, una storica imbarcazione che ha traghettato per un centinaio di anni turisti e non solo. Grazie ad un servizio di bus navetta gratuito, i visitatori potranno “ciottolare” anche nella splendida frazione di Cassone, dove si trova uno dei porti di pescatori più belli del lago. Qui si potrà visitare il Museo del Lago, unico del suo genere, che ospita una ricca selezione di esemplari della flora e fauna lacustre. E per chi vorrà concedersi un weekend sul lago, gli hotel di Malcesine riserveranno articolate proposte che, oltre ad includere la partecipazione all’evento, offriranno occasioni per il wellness. Il costo del biglietto d’ingresso, pari a 40 euro, consentirà oltre al parcheggio gratis, di entrare gratuitamente all’interno del castello Scaligero, del palazzo dei Capitani e del museo del Lago e della Pesca di Cassone e di accedere a prezzo scontato alla funivia che conduce al Monte Baldo e alla Siora Veronica, antico barcone del lago restaurato ed ora ormeggiato nel porto di Malcesine. R.F.

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Torna l’ appuntamento di ottobre con i prodotti del Garda, dedicato ai 150 anni dell’Unità d’Italia

Informazioni per il pubblico: Malcesine Più – Tel. 045 7400837 Ufficio Stampa: Gheusis - Tel. 0422 928954 info@gheusis.com 13


Caravaggio secondo Sgarbi Il genio lombardo che trovò successo a Roma spiegato dal famoso critico d’arte di Georgia Passuello

Si è svolta lo scorso settembre al Relais Corte Cavalli di Ponti sul Mincio una serata all’insegna delle bellezze delle opere di Caravaggio con un maestro d’eccezione: Vittorio Sgarbi. Davanti a più di 900 ospiti il professore ha spiegato ben 10 opere che hanno segnato la vita, i successi ed i drammi di Caravaggio. Ed ha incantato il pubblico il più estroso e imprevedibile storico dell’arte italiano che si è cimentato con la pittura del più stravagante e geniale artista del nostro Seicento. Vittorio Sgarbi ha affrontato e ha messo in luce interessanti e provocatorie valutazioni sull’opera dell’artista. Professor Vittorio Sgarbi, con una provocazione ha definito Caravaggio come Bossi. “Questo è il tema da dimostrare ovvero l’analogia fra Caravaggio e Bossi, poiché Roma è il luogo dove il pittore deflagra, così come quello in cui il leader padano fa la sua rivoluzione, ma tutto questo è maturato in Lombardia dove l’artista immagazzina una quantità di immagini a cui non dà mai corpo. Non ci sono opere di Caravaggio dipinte in Lombardia. A vent’anni il pittore parte per Roma dove nel 1594 circa realizzerà Il riposo durante la fuga in Egitto (Collezione Doria Pamphili), in cui si sente moltissimo l’influenza di Lotto e di Savoldo. Caravaggio porta a Roma quello che ha appreso in Lombardia in questi vent’anni di cui almeno dieci di curiosità e di attenzione verso numerosi artisti sparsi tra Milano,Venezia, Cremona, Bergamo e Brescia.”

Quali maestri hanno contribuito alla formazione di Caravaggio tra Veneto e Lombardia? “Caravaggio era allievo di Simone da Peterzano, che dichiarava in modo perentorio di essere allievo di Tiziano e ha guardato probabilmente qualcosa di Palma il giovane oltre una sequela di artisti, alcuni dei quali sono già uguali a lui benchè molti anni prima, come Savoldo, Moretto, Romanino, Lotto e Moroni. Poi ci sono i pittori di Cremona, i Campi soprattutto con le opere di San Paolo Converso a Milano, che Caravaggio vede, e con le grandi nature morte,che lo ispirarono. E ancora non basta perchè ci sono le opere di Arcimboldo a Milano. Poi ci sono i disegni e le opere di Figino e di Lomazzo, e degli autori che lavorano nel manierismo lombardo e a Venezia, come Federico Zuccari.” Nonostante tutto non c’è traccia di una sua opera realizzata in Lombardia. “Possiamo pensare che esistano sue opere disperse nel nord Italia e dipinte fra il 1586-87 e il 1592. Caravaggio appena

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Per il Professor Sgarbi sarebbe una “bufala” la notizia sul presunto ritrovamento di un inedito quadro del maestro Michelangelo Merisi. L’opera si intitola Sant’Agostino nello studio e si tratterebbe di un olio su tela commissionata dal marchese Vincenzo Giustiniani. Sgarbi replica così “Dall’ambientazione in una biblioteca al cappello cardinalizio, al volto pateticamente inespressivo, tutto nel dipinto parla di un pittore molto diverso da Caravaggio e operoso alcuni decenni dopo. Anche l’aspetto più notevole, cioè quello del libro di piatto sullo scrittoio, richiama piuttosto il gusto di Bartolomeo Cavarozzi o di Pietro Paolini, titolari di una anche leziosa maniera caravaggesca”.

arrivato a Roma come ho detto realizza Il riposo durante la fuga in Egitto (1594circa). Il Caravaggio maledetto e più raccontato è quello romano. Non abbiamo dettagli sul pittore in Lombardia, se non i suoi rapporti con la cultura borromaica. A tal proposito condivido le posizioni di Ferdinando Bologna il quale è convinto che Federico Borromeo vedesse in Caravaggio la rappresentazione di una negatività e che quindi ne intendesse la dimensione maledetta e non cristiana.” Quale idea si è fatto dell’uomo Caravaggio? “Era completamente ateo e lo spiega il fatto che fosse interessato soprattutto a rappresentare il male, la malattia e la morte. La grandezza di Caravaggio è come quella di Leopardi. Entrambi sono dei grandi e tragici poeti di un mondo senza Dio. I soggetti di Caravaggio traducono il senso di una religione tutta immanente. La morte della Vergine raffigura appunto la morte di una

donna. È un quadro tragico in cui della bellezza della Vergine non c’è assolutamente niente.” Quale artista contemporaneo rivela affinità con il Caravaggio? “L’accostamento con Francis Bacon è stato intelligente perché anche il pittore inglese ha una dimensione tragica e solitaria. Forse Varlin è più forte ancora in questo senso, ma d’altra parte Bacon è più noto. Caravaggio è più grande di Bacon e la sua condizione è ancora più disperata mentre quella di Bacon ha una forma di estetismo.” Invece la grandezza di Caravaggio con chi la paragonerebbe? “La grandezza di Caravaggio è come quella di Leopardi. Entrambi sono dei grandi e tragici poeti di un mondo senza Dio. I soggetti di Caravaggio traducono il senso di una religione tutta immanente. La morte della Vergine raffigura appunto la morte di una donna. È un quadro tragico in cui della bellezza della Vergine non c’è assolutamente niente.” Lei si ritrova un po’ nello stile di Caravaggio incline a mescolare cultura alta e cultura bassa, genio e sregolatezza? “Io vivo una condizione tranquilla, a parte le polemiche. La vita nel Seicento era molto più pericolosa.”

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∙ Alcune immagini di Sandro Sedran

A Negrar l’incontro mondiale degli di Georgia Passuello

Quest’autunno sarà ricordato per il convegno internazionale “SpeleoLessinia”. Negrar sarà dunque al centro della Speleologia nel nuovo anno. Si tratta di un incontro internazionale che si terrà dal 28 ottobre al 1 novembre del prossimo anno e sarà tutto dedicato al tema della tutela dell’ambiente carsico. La speleologia , per chi non lo sapesse, è la scienza che studia i fenomeni carsici, grotte e cavità naturali nella loro genesi e natura. Al raduno sono attesi tra i 3.500 e 4mila studiosi, appassionati del settore provenienti da tutta Italia e anche dall’estero. Tra le organizzazioni italiane che svolgono un ruolo di coordinamento, divulgazione ed insegnamento della tecnica speleologica vi sono la Società Speleologica Italiana ed il Club Alpino Italiano. In Italia nel 2009 i gruppi speleologici sono circa 200, comprendenti circa 5000 speleologi attivi e organizzati nella Società Speleologica Italiana. L’evento “Speleolessinia” si avvale per l’appunto del patrocinio della Federazione Speleologica Veneta (FSV) della Commissione Speleologica Veronese e avrà soprattutto i patrocini della SSI (Società Speleologica Italiana) e del CAI (Club Alpino Italiano)oltre al patrocinio dei vari enti locali come Parco e Comunità Montana della Lessinia, Provincia di Verona, Regione Veneto ed altri non elencati.

PONTE DI VEJA

SPLUGA DELLA PRETA

L’arco naturale del Ponte di Veja è situato a 600 metri di quota nell’Altopiano dei Monti Lessini, in provincia di Verona, a 27 chilometri dalla città, via Negrar e a 6 da S. Anna d’Alfaedo. Esso costituisce l’enorme architrave residuale di una grande caverna aperta sul versante destro del Vajo della Marciora la cui volta risulta parzialmente crollata. L’imponenza e la suggestività del Ponte ne fanno uno dei più spettacolari esempi tra le morfologie carsiche di tutto il Veneto. Le formazioni calcaree in cui risulta scavato appartengono al Giurassico medio e superiore e le dimensioni sono ragguardevoli: 25 metri di altezza e 50 di larghezza. Dalla grande depressione di crollo si sviluppano alcune grotte di notevole estensione e importanza: la Grotta dell’Orso, la Grotta dell’Acqua, la Grotta Superiore, la Grotta B e la Cava d’Ocra. Alcune di queste grotte sono state oggetto di studi paleontologici e archeologici fin dal XIX secolo. Nel 2003 speleologi veronesi hanno esplorato più di mezzo chilometro di nuove gallerie nella Grotta dell’Acqua.

La Spluga della Preta è uno dei più famosi abissi del mondo, un vuoto profondissimo all’interno del Corno d’Aquilio, sotto i pascoli dei Monti Lessini Veronesi, nel comune di Sant’Anna d’Alfaedo. L’esplorazione dell’abisso è cominciata nel 1925, ottant’anni fa. Le spedizioni pionieristiche di quei tempi hanno dato inizio a una avventura della conoscenza che si è protratta con una serie di incredibili imprese fino ad ora. Nel 2005, in seguito a nuove scoperte e in occasione dei suoi ottant’anni, è stato realizzato anche uno splendido film, “L’Abisso”, ottenendo parecchi premi e menzioni speciali ai vari film-festival nazionali ed internazionali. La grotta si è resa bella e affascinante anche agli occhi dei non addetti ai lavori.

Alcuni dei posti più importanti del territorio:

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La Spluga della Preta infatti “è la speleologia”, o meglio, è sicuramente la grotta che più di ogni altra in Italia è legata alla storia della speleologia esplorativa, nel bene e nel male, e ne può essere considerata, in un certo senso, il simbolo, il campo ove si sono confrontati sogni, ideali, truffe, modi diversissimi di interpretare l’esplorazione degli abissi, tecniche diverse, ma soprattutto un libro in cui sono state scritte alcune delle pagine più esaltanti non solo della speleologia mondiale, ma dell’esplorazione in senso lato.

Kyos Verona Kyos Ottobre-Novembre Verona Ottobre-Novembre e Dicembre 2011


∙ Altri scorci sempre immortalati da Sandro Sedran

speleologi

A cavallo tra ottobre e novembre 4mila esperti presenti nella bassa Lessinia

Gli approfondimenti di Speleolessinia 2011: La salute in viaggio intorno e al centro della terra: in collaborazione con la cantina sociale di Negrar e L’ospedale Sacro Cuore 3 Tavole rotonde/seminari: uno sulla “Speleologia e Lessinia”, una sulla “Speleologia Veneta” e una sulla “Speleologia Nazionale e la tutela degli ambienti carsici”: incontri organizzati dal comitato scientifico della manifestazione Apertura del Centro Speleologico “MARIO CARGNEL”: un centro didattico inaugurato nell’estate 2010 a Fosse all’interno di un rustico dove è stato ristrutturato e messo in funzione un vecchio forno da pane del 1500. L’acqua che berremo: un progetto didattico legato alle scuole della Lessinia, della Valdadige e al territorio negrarense

zione Corno d’Aquilino. questa operazione consiste nella più grande opera di pulizia e sensibilizzazione svoltasi tra il 1988 ed il 1992.”

Abbiamo incontrato il promotore del convegno internazionale, Sandro Dalle Pezze, Presidente del Gruppo Grotte Falchi fondatori del centro Mario Cargnel.

Quali sono le difficoltà maggiori? “Sono legate all’aspetto sportivo. Certo ci vuole un minimo di preparazione ma le difficoltà maggiori consistono nel fatto che sei in gruppo e dipendi da queste persone come loro dipendono date; quasi fosse la corda un cordone ombelicale che ti lega agli altri componenti. Non ci sono cellulari, telefoni o altri modi per contattare l’esterno: si è uniti nel gruppo. Mangiare,

Perchè è stata scelta Verona? “ Perchè a Verona è nata la Società Speleologica Italiana fondata nel 1960 al Museo di Storia Naturale di Verona. anche perchè a Verona è stata fatta l’Opera-

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Perchè Negrar? “Perchè dispone di sufficienti infrastrutture capaci di ospitare un flusso di persone così elevato. Inoltre con il Palio del Recioto è già preparato il territorio a manifestazione del genere; in più è a due passi dalla Spulga della Preta.” Che sensazioni prova quando è in una grotta? “ Le sensazioni variano da speleologo a speleologo. E’ una esperienza unica, emozionante. Si è completamente al buio e siamo proprio noi a portare la luce. Si prova una sensazione alle volte indescrivibile che varia a seconda della sensibilità di chi affronta questa sfida.”

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bere, momenti di estrema felicità o difficoltà si vivono insieme e si superano insieme.” Quali le doti che occorrono per affrontare questa esperienza? “Nessuna in particolare se ci si vuole avvicinare. Possono andare insieme agli esperti, bambini ed anche anziani anche con difficoltà motorie. Ci sono grotte più semplici da affrontare per questi casi ed altre più difficili per i più arditi. E quando non è possibile addentrarsi, vista la difficoltà, siamo noi che portiamo la grotta fuori dalla montagna con filmati in 3D- ormai da dieci anni- nelle scuole o nei centri per anziani per fare vivere loro in forma didattica questa incredibile esperienza.” Quale lo scopo di questo convegno internazionale che per la prima volta sarà in Italia? “Quello di tutelare l’ambiente carsico veronese e di promuovere la speleologia in questo meraviglioso territorio della Lessinia e della Valpolicella nel Veneto, in Italia ed in tutto il mondo.” Info: iscrizione al convegno 30 euro alla Segreteria della manifestazione presso la Baita Alpini di via degli Alpini a Negrar a partire dal 28 ottobre 2011. Sconti speciali per i residenti. Info, programma completo ed aggiornamenti sul sito www.speleolessinia.it.


XXX Premio Masi Si è svolta la tradizionale premiazione giunta alla trentesima edizione a cura della Redazione Si è svolto lo scorso 24 settembre al Teatro Filarmonico la 30^ edizione del Premio Masi. Il rinomato premio quest’anno ha portato alla ribalta temi di grande spessore: l’impegno, attraverso il volontariato, nella promozione in Africa del diritto fondamentale alla salute; la conoscenza delle aree viticole del nuovo e del vecchio mondo alla ricerca dell’espressione tecnico-culturale dei diversi territori; il talento espresso dalle Venezie nell’arte della recitazione, nell’intuizione che porta all’innovazione tecnologica e nell’ospitalità diventata simbolo del made in Italy nel mondo intero. Elenco premiati Grosso d’Oro Veneziano a don Luigi Mazzucato, fondatore e storico direttore dell’Associazione CUAMM, Medici con l’Africa; Premio Internazionale Masi per la Civiltà del Vino al giornalista e scrittore franco-canadese Jacques Orhon; Premio Masi per la Civiltà Veneta al giovane e già affermato attore teatrale e cinematografico Giuseppe Battiston; ad Arrigo Cipriani, paradigma dell’ospitalità veneta, patron e animatore del mitico Harry’s Bar; al matematico ed informatico Massimo Marchiori, inventore dell’algoritmo di Google.

“L’opportunità offerta da una ricorrenza, soprattutto se importante come quella del trentennale del Premio Masi, non è data soltanto dai festeggiamenti per un traguardo tanto significativo…quanto dalla possibilità di procedere allargando ulteriormente l’orizzonte delle iniziative…E’ opportuno che quello della giuria sia un lavoro d’indagine approfondita, alla ricerca di figure non ovvie, non in vista, però esemplari. Non è un compito facile perché il premio era inizialmente indirizzato a riconoscere delle carriere, non delle speranze, delle promesse, quali inevitabilmente sono i talenti più giovani…Tuttavia questa è una strada che intendiamo percorrere”. Così Isabella Bossi Fedrigotti, Presidente della Fondazione Masi, commenta il traguardo della trentesima edizione del Premio Masi.

∙ Immagini fornite dall’Ufficio Stampa Premio Masi


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editoriale musica appuntamenti

joe’street quartet Teatro Filippini, Verona

j.ax

6 ottobre ore 21

15 ottobre ore 21.00

Palacover Villafranca di Verona

Rock’n’roll, musica jazz della tradizione, stride, blues del Sud e New Orleans nera. In repertorio non mancano pezzi originali, ma anche molti classici del blues e della tradizione afro americana, oltre a qualche composizione di Ray Charles e di Louis Jordan.

Il noto rapper milanese ritorna live con il nuovo tour Meglio Prima.

Per informazioni: Fondazione AIDA Tel.: 045 8001471

Per informazioni: www.eventiverona.it

the beatbox Teatro Filippini, Verona

vinicio capossela

Teatro Filarmonico

20 ottobre ore 21.00

31 ottobre ore 21.00

Molto più che un semplice tributo ai Beatles, la performance dei Beatbox fa rivivere l’energia e il fascino del mitico quartetto di Liverpool. Uno show che attraversa i ricordi e le scoperte di più generazioni, con esecuzioni fedelissime a quelle originali Per informazioni: Fondazione AIDA Tel.: 045 8001471

In concerto il cantautore disco d’oro e per dieci settimane consecutive nella top ten dei dischi più venduti con grande entusiasmo di pubblico e critica.

Per informazioni: www.eventiverona.it

mango

david garret

Teatro Filarmonico Verona

Teatro Filarmonico Verona

21 novembre ore 21.00

28 novembre ore 21.00

Concerto del grande cantautore con i migliori successi della sua trentennale carriera.

Il virtuoso violinista rock più famoso al mondo arriva a Verona e si esibirà all’interno della rassegna Classici con il suo Rock Symphonies.

Per informazioni: www.zedlive.com

Per informazioni: www.eventiverona.it

silvia girardi

concerto di natale

1° dicembre ore 21.00

18 dicembre ore 20.45

Un viaggio musicale attraverso la poesia, il video, l’arte digitale e la musica che parla del come “scegliamo” di comunicare nell’era digitale, di come questi mezzi siano cambiati nel tempo e quanto rimane di “non-detto”.

Serata augurale alla cittdinanza con il “Corpo Bandistico S. Cecilia” di Povegliano Veronese

Per informazioni: Fondazione AIDA Tel.: 045 8001471

Per informazioni: Tel.: 045 6334124

Teatro Filippini, Verona

Immagine tratta da internet

La redazione non è responsabile di eventuali cambiamenti di date e/o programmi

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Teatro Parrocchiale Bovolone

La redazione non è responsabile di eventuali cambiamenti di date e/o programmi

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appuntamenti editoriale Forum Fnac

pino scaccia

Forum Fnac, Verona 6 ottobre ore 18.00 Attualità politica internazionale insieme al giornalista Pino Scaccia e al suo libro Shabab. La rivolta in Libia vista da vicino, (Il Mondo Digitale Editore).

Per informazioni: Tel.: 045 8063811

marco mengoni

Forum Fnac, Verona 7 ottobre ore 20.30

dente

Forum Fnac, Verona 12 ottobre ore 18.00

Torna Dente, con uno dei dischi italiani Marco Mengoni incontra i fan in occasione più attesi del 2012. Io tra di noi è il nuovo dell’uscita del suo attesissimo album Solo gioiello realizzato dal Piccolo Principe della 2.0. Ingresso a invito. musica italiana. Testo Giocoliere verbale, artista etereo e agrodolce, Dente torna con il suo quinto album. Per informazioni: Tel.: 045 8063811

Per informazioni: Tel.: 045 8063811

silvio muccino e carla vangelista

dellera

13 ottobre ore 17.30

18 ottobre ore 18.00

Dopo il felice esordio con il romanzo Parlami d’amore, Silvio Muccino e Carla Vangelista tornano in libreria con Rivoluzione n. 9 (Mondadori)

Dopo il successo della recente collaborazione con i Calibro 35, Il Genio e Dente, e reduce dal lungo tour degli Afterhours, DellEra torna con un album da solista, Colonna sonora originale anticipato dal singolo Il motivo di Sima.

Per informazioni: Tel.: 045 8063811

Per informazioni: Tel.: 045 8063811

CTG, via Santa Maria in Chiavica-Verona

Forum Fnac, Verona

gianrico carofiglio

valeria benati

21 ottobre ore 18.00

22 ottobre ore 11.00

Gianrico Carofiglio in occasione dell’uscita del suo nuovo romanzo Il silenzio dell’onda (Rizzoli). Testo Una donna in fuga dal suo passato. Un bambino in fuga dalla realtà, tra sogni e incubi.

Valeria Benatti presenta con Angelo Baiguini e Francesca Cheyenne il suo libro Kitchen in love (Gribaudo).

Per informazioni: Tel.: 045 8063811

Per informazioni: Tel.: 045 8063811

Forum Fnac, Verona

Loggia di Fra’ Giocondo, Piazza dei Signori

marracash

michela murgia

3 novembre ore 18.00

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Marracash incontra i fan in occasione dell’uscita del suo nuovo album King del Rap. Testo A un anno dal suo secondo album Fino a qui tutto bene, Marracash torna con King del rap.

Più che un saggio, Ave Mary (Mondadori) è una conversazione con le donne, sulle donne. Una riflessione che non può che partire dalla figura femminile per eccellenza, quella di Maria. Con l’intelligenza e l’ironia che l’ha fatta conoscere ai lettori di Accabadora, premio Campiello 2010.

Per informazioni: Tel.: 045 8063811

Per informazioni: Tel.: 045 8063811

Forum Fnac, Verona

Forum Fnac, Verona

La redazione non è responsabile di eventuali cambiamenti di date e/o programmi

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appuntamenti teatro danza

e il nonnetto dove lo metto?

un curioso accidente

1° ottobre ore 20.45

1° ottobre ore 20.00

Nella famiglia Orsi tutti sanno benissimo dove è il nonnetto. Tutti i famigliari lo raggiungono per festeggiare i suoi cento anni rivelandosi più attaccati all’eredità che al bene dell’anziano parente.

Ancora una produzione goldoniana per la compagnia Teatro dei Pazzi. In scena la divertente commedia del 1760.

Per informazioni: info@teatrodipedemonte.it

Per informazioni: pontal.onlus@hotmail.it

Teatro Parrocchiale Giovannni Paolo II, Verona

Borgo Rocca Sveva, Soave

finalmente il frigorifero

opera on ice

Teatro Pedemonte, Verona

Arena di Verona 1° ottobre ore 21.00

2 ottobre ore 16.00

Le meraviglie della musica lirica e la magia del pattinaggio sul ghiaccio Carolina Kostner, Stephane Lambiel e le altre stelle del pattinaggio mondiale

Commedia divertente ambientata negli anni ‘60 in cui il protagonista Giacomo viene sconvolto dall’arrivo nella sua vita del consumismo e degli elettrodomestici.

Per informazioni: Tel.: 049 8644888

Per informazioni: info@teatrodipedemonte.it

veritas delectat

stomp

Terrazza di Giulietta, via Cappello 23

Teatro Nuovo 4-5-6 novembre ore 21.00

9 e 10 ottobre ore 18.30

Senza trama, personaggi né parole, Stomp mette in scena il suono del nostro tempo, traducendo in una sinfonia intensa e ritmica i rumori e le sonorità della civiltà urbana contemporanea.

RBR Company presenta questo spettacolo con le musiche di Antonio Salieri. Per informazioni: 045-8006100

Per informazioni: Tel:. 049-8644888

la verità Divertiamoci a teatro

il piacere dell’onestà Il Grande Teatro Teatro Nuovo, Verona

8-9-10 novembre ore 21

15-16-17-18-19 novembre ore 20.45 20 novembre ore 16.00

Teatro Nuovo, Verona

Massimo Dapporto e Benedicta Boccoli nella commedia diretta da Maurizio Nichetti.

Per informazioni: Tel.: 045-8006100

Per informazioni: Tel.: 045-8006100

La redazione non è responsabile di eventuali cambiamenti di date e/o programmi

Kyos Verona Ottobre-Novembre 2011

Nella celebre scrittura di Pirandello, ritorna al Nuovo l’attore Leo Gullotta per la regia di Fabio Grossi.

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appuntamenti teatro danza

tango argentino

Piazza Carlotti, Garda

Teatro Filippini, Verona

pinocchio viaggio tragicomico per nasi

pippi calzelunghe

Ogni mercoledì di ottobre, ore 20,30

16 ottobre ore 16.30

23 ottobre ore 16.30

Tutti i mercoledi sera, Garda ospiterà il tango argentino con Nuevo Tango.

Gli attori sono due, con due valigie e due nasi ed entrambi sono fermamente decisi a raccontare, da soli, la storia del burattino Pinocchio.

In occasione del centenario della nascita della maggiore scrittrice svedese di letteratura per ragazzi, Astrid Lindgreen, Fondazione Aida porta in scena il suo personaggio più amato, Pippi Calzelunghe.

Per informazioni: www.fondazioneaida.it

Per informazioni: www.fondazioneaida.it

puro tango

finchè c’e’ la salute Divertiamoci a teatro

Per informazioni: Tel.: 045 7256589

Teatro Filarmonico, Verona 25 ottobre ore 21.00 Passione e tecnica per questa serata con il grande ballerino argentino Miguel Angel Zotto

Teatro Filippini, Verona

Teatro Nuovo, Verona

23-24-25 novembre ore 21 Cochi e Renato ritornano a teatro con il meglio dei loro primi 40 anni di carriera.

Per informazioni: Tel.: 045 8051891 Per informazioni: Tel.: 045-8006100

i soliti idioti

roman ed il suo cucciolo Il Grande Teatro Teatro Nuovo, Verona

Palacover, Villafranca di Verona 16 dicembre, ore 21.00

29 e 30 novembre, 1-2-3 dicembre ore 20.45 4 dicembre ore 16.00

Ritorna il tour de “I Soliti Idioti” dopo il grande successo di pubblico e critica. Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio torneranno a calcare il palcoscenico con lo show da loro diretto dando vita ad un live esilarante con sketch inediti, trasformismo e canzoni.

Grande prova d’attore per Alessandro Gassman nel testo di Reinaldo Povod.

Per informazioni: www.eventiverona.it

Per informazioni: Tel.: 045-8006100

stanno suonando la nostra canzone servo di scena Il Grande Teatro Divertiamoci a teatro Teatro Nuovo, Verona

Teatro Nuovo, Verona

5-6-7 dicembre ore 21

13-14-15-16-17 dicembre ore 20.45 18 dicembre ore 16.00

Commedia di Neil Simon con protagonisti Giampiero Ingrassia e Simona Samarelli. Franco Branciaroli ritorna a Verona curanRegia di Gianluca Guidi do in scena e nella regia il testo di Ronald Harwood.

Per informazioni: Tel.: 045-8006100

Per informazioni: Tel.: 045-8006100 La redazione non è responsabile di eventuali cambiamenti di date e/o programmi

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appuntamenti da non perdere

novecento Atto Terzo

le foglie di Pasolini Atto Terzo

Teatro Filippini, Verona

Teatro Filippini, Verona

13 ottobre ore 21.00 Novecento è la storia incredibile, fantastica, quasi irreale di un’amicizia, quella tra il trombettista Tim Tooney e Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento, un pianista, anzi “il più grande pianista che l’oceano abbia mai conosciuto”.

27 ottobre ore 21.00

Per informazioni: Fondazione AIDA Tel.: 045 8001471

Per informazioni: Fondazione AIDA Tel.: 045 8001471

Lo spettacolo è ispirato allo sciopero degli spazzini di Roma nel 1970. Rivisita immagini, poesie, testi dell’autore e regista friulano. Racconta la relazione tra un uomo e una donna.

villa verdi Atto Terzo

la guerra Atto Terzo

3 novembre ore 21.00

17 novembre ore 21.00

Villa Verdi è tratto dal ricco epistolario tra Verdi, Arrigo Boito e Giuseppina Strepponi nell’ultimo decennio dell’Ottocento, ma è fortemente filtrato da motivi autobiografici, per portare alla luce la statura morale di Giuseppe Verdi.

Goldoni si diverte, con vivace realismo, a disegnare un soldato che, non sopportando la vita, fuori dal pericolo, finisce per regredire in una condizione infantile, che lo induce a buttarsi a capofitto nel vortice di un qualsiasi gioco.

Per informazioni: Fondazione AIDA Tel.: 045 8001471

Per informazioni: Fondazione AIDA Tel.: 045 8001471

Teatro Filippini, Verona

Finali 0ver 45

Circolo Tennis Scaligero, Verona Fino al 2 ottobre Dal 30 settembre al 2 ottobre 30 fra le mura amiche si disputerà la fase Finale Nazionale Over 45 libero maschile. Un bel riconoscimento e una grande occasione per il circolo di Via Colombo, che ha potuto contare nell’organizzazione dell’evento sul patrocinio del Comune di Verona. La manifestazione iridata coinvolgerà le otto più forti squadre d’Italia, in una tre giorni molto intensa che richiamerà un folto pubblico di appassionati. Le squadre che si affronteranno sono: CT Scaligero di Verona: Zampieri M. (24 anni), Gatti M. (28), Vantini M. (31), Tacconi Giorgio (32), Scola P. (33), Tonini M. (33). Circolo Canottieri Roma: Lellimani G. (26), Sirchio M. (26), SC Villa D’adda Bergamo: Carnevale (27), Tanganelli (27), Canè (31), Limonta (32) Sporting Club Fossano: Priotti F. (28), Radogna F. (28), Reviglio M. (32).

Teatro Filippini, Verona

TC Parioli, Roma: Bechi (28), Mazza (33), CT Bologna: Marzagalli (32), Terzi (32), Sarti (33), Roncarati (34) CT Palrmo: Baris (33), Brambille (33), Trapani (35) TC President Parma: Motti (34), Rossi D. (35) e Gaibazzi D (41) Sicuramente la squadra da battere sarà la Canottieri Roma che può vantare di avere in squadra un certo Paolo Canè. Malgrado non abbia raggiunto in carriera i brillanti risultati di Nicola Pietrangeli o Adriano Panatta, ha entusiasmato il pubblico italiano grazie alla sua bizzarra personalità, al suo raffinato tocco di palla dovuto ad un talento tennistico cristallino e, soprattutto, al cuore che ha sempre messo in campo quando si è trattato di difendere i colori italiani in Coppa Davis (celebre la sua vittoria contro Mats Wilander a Cagliari nel 1990 e quella contro Mark Woodforde a Firenze nel 1993). Nel 1987, sul campo centrale di Wimbledon, arrivò a due punti dalla vittoria sull’allora nr.1 Ivan Lendl, in un memorabile match durato cinque set (3-6 7-6 6-7 7-5 6-1) e due giorni.

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Tra le principali caratteristiche tecniche, il bolognese può ancora contare su un dritto preciso e potente, un eccellente rovescio ad una mano, (che Giampiero Galeazzi aveva ribattezzato turbo-rovescio) ed un’efficace volée. Nell’insieme, il gioco di Canè risulta essere effervescente e spettacolare. “Speriamo sia l’occasione di presentare al numeroso pubblico la nostra squadra migliore, che possa almeno arrivare in finale per giocarsi lo scudetto, non sarà facile ma ci proveremo” il capitano Paolo Zamperetti. info: www.ctscaligero.org


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appuntamenti da non perdere

festa della madonna del rosario

festa dei nonni

Veronella

Dogana Veneta, Lazise 6 ottobre ore 21.00

Fino al 3 ottobre dalle ore 20.00

Concerto gratuito in Dogana Veneta alle ore 21.00

Tradizionale festa paesana della “Madonna del Rosario e Sagra del crinto e salado casalin”.

Per informazioni: Tel:. 0442 87566

Per informazioni: Tel.:045 6445130

Festa di San Martino

Frazione Albisano, Torri del Benaco 11 novembre Tradizionale festa autunnale a base di Castagne e Vino.

Per informazioni: 045 6205888

Monumento degli Artiglieri, Peschiera del Garda 2 ottobre dalle ore 9.00

Fino al 2 ottobre A questo caratteristico cesto conico della Lessinia, usato un tempo per il trasporto a spalla di prodotti agricoli e materiali da lavoro, Selva di Progno dedica una festa popolare unica nel suo genere.

Per informazioni: Tel:. 045 7050088

santa lucia

Foto PozzoFoto Pozzani

festa di santa barbara

fiera del derlo Centro Storico, Selva di Progno

Centro Storico,Bovolone 12 dicembre ore 14,30 Santa Lucia distribuisce ai bambini dolci e doni in piazza.

Raduno con Corteo per le vie del centro storico della Sezione Artiglieri, con partecipazione della Banda Musicale Cittadina. Per informazioni: Tel.: 045 6402385

Per informazioni: Tel.: 045 7103585

L’uomo che piantava gli alberi

fiera del riso

sabato 12 novembre ore 21.00

fino al 9 ottobre

La compagnia teatrale Pocostabile presenta lo spettacolo di solidarietà L’uomo che piantava gli alberi e vi aspetta tutti numerosi per trascorrere una piacevole serata in compangia.

La Fiera del Riso di Isola della Scala, il più grande evento nazionale del settore, arriva quest’anno alla sua 45^ edizione. Nata nel 1966 dalla “garzega”, tradizione contadina che festeggiava l’annuale fine raccolto.

Teatro parrocchiale di Bure

Per informazioni: Flora Cell.: 347 9779240

Isola della Scala

Per informazioni: Tel.: 045 7300089 La redazione non è responsabile di eventuali cambiamenti di date e/o programmi

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appuntamenti sport

domenica allo stadio - serie a e b win Stadio Marcantonio Bentegodi - Verona

Hellas Verona - Nocerina sabato 22 ottobre

Hellas Verona - Sampdoria mercoledì 5 ottobre

ChievoVerona - Bologna mercoledì 26 ottobre

Hellas Verona - Torino domenica 9 ottobre

Hellas Verona - Brescia martedì 1 novembre

ChievoVerona - Juventus domenica 16 ottobre

Immagine tratta da internet

ChievoVerona - Atalanta domenica 4 dicembre

ChievoVerona - Fiorentina domenica 6 novembre

Hellas Verona - Albinoleffe sabato 10 dicembre

Hellas Verona - Crotone domenica 13 novembre

ChievoVerona - Cagliari domenica 18 dicembre

Hellas Verona - Reggina sabato 26 novembre

Le date delle partite possono subire delle variazioni. Per informazioni: www.hellasverona.it - www.chievoverona.it

Immagine tratta da internet

calcio serie a femmilile

Impianti sportivi Via Sogare - Verona Verona C.F. - Chiasiellis sabato 15 ottobre ore 15.00

Verona C.F. - Riviera Romagna sabato 12 novembre ore 14.30

Verona C.F. - Firenze martedì 1 novembre ore 14.30

Verona C.F. - Torino sabato 3 dicembre ore 14.30

Per informazioni: www.cfbardolino.it

basket legadue

Palaolimpia - Verona Tezenis Verona - Ass. Pallac. S. Antimo domenica 6 novembre ore 18.15

Tezenis Verona - Fileni BPA Jesi domenica 9 ottobre ore 18.15

Tezenis Verona - Enel Brindisi domenica 11 dicembre ore 18.15

Tezenis Verona - Aget Service Imola domenica 23 ottobre ore 18.15

Tezenis Verona - Marcopoloshop.it Forlì giovedì 22 dicembre ore 20,30

Per informazioni: www.scaligerabasket.it La redazione non è responsabile di eventuali cambiamenti di date e/o programmi

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appuntamenti fiera

art verona

abitare il tempo 100% project

Veronafiere - Verona

Veronafiere - Verona

dal 6 al 10 ottobre

dal 17 al 19 ottobre

La fiera delle gallerie italiane di arte moderna e contemporanea. Dipinti, sculture, disegni, stampe, ceramiche, fotografie, video, installazioni.

Abitare il Tempo 100% Project 2011, organizzata da Veronafiere, si presenta con una nuova formula: con l’obiettivo di essere un momento di ricerca, informazione, intelligence e networking per la distribuzione in Italia e all’estero.

Per informazioni: www.artverona.it Tel.: 045 8039204

Per informazioni: www.abitareiltempo.com

Dettaglio della locandina

veronafil

acquaria

dal 21 al 23 ottobre

25 e 26 ottobre

Filatelia, numismatica, cartoline stampe e libri antichi, miscellanea, Telekarte, Kinder.

Acquaria è un appuntamento innovativo che unisce una parte espositiva in fiera ad una forte componente formativa. Acqua, bonifica acque e siti inquinati, gestione servici idrici, pompe e impianti di pompaggio, sistemi e strumentazione di misura e analisi e tanto altro ancora.

Veronafiere - Verona

Tutto per gli appassionati di collezionismo per una tre giorni da non perdere

Immagine tratta da internet

Per informazioni: www.veronafil.it

Veronafiere - Verona

Per informazioni: www.expoacquaria.com

fieracavalli

geo-oikos

dal 3 al 6 novembre

17 e 18 novembre

Abbigliamento; accessori per l’equitazione; attrezzature per mascalcia; attrezzature per uso veterinario; box; carrozze; mangimi; mangiatoie; van sulky; trailers; turismo equestre; maneggi attrezzature ippiche; scuderie; ostacoli da allenamento e da concorso, stampa specializzata.

Rassegna espositiva dei progetti territoriali, urbanistici,edilizi, ambientali delle città e del territorio. Urbanistica, Pianificazione territoriale, Architettura, Grandi opere, Infrastrutture della mobilità, Ambiente, Natura, Energia

Per informazioni: www.fieracavalli.com

Per informazioni: www.geo-oikos.it

Veronafiere - Verona

Veronafiere - Verona

luxury & yachts

job & orienta

dal 24 al 27 novembre

dal 24 al 26 novembre

Luxury & Yachts 2011, il più grande Salone internazionale del lusso, è un’insieme di percorsi dedicati al prestigio, all’innovazione, all’estetica, all’eleganza che portano visitatori e espositori a scoprire“the new vision of luxury”.

Filo conduttore della manifestazione sarà quest’anno la “cultura dei mestieri” che rafforzerà il legame sempre più stretto tra scuola e impresa, tra lavoro e formazione.

Per informazioni: www.luxuryyachts.it

Per informazioni: fair.veronafiere.it/joborienta

Veronafiere - Verona

Immagine tratta da internet

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appuntamenti mercati e mercatini

mercato a km 0 di campagna amica Centro storico, Castelnuovo del Garda

Ogni domenica dalle 8.30 alle ore 13.00 Mercato settimanale a km 0 con stand alimentari di frutta e verdura, vino, pesce, formaggio, ed altro ancora di coltivazione diretta

mercato settimanale

Immagine fornita dalla Fondazione Aida

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Centro storico e lungolago, Bardolino Tutti i giovedì dalle ore 8.30 alle ore 13.00 Mercato settimanale nel centro di Bardolino

Per informazioni: Tel.: 045 6213246 info@promobardolino.it www.promobardolino.it

Per informazioni: Tel.: 045 7571258 -proloco@castelnuovodg.it

mercato agricolo a chilometri zero Piazza centrale, Calmasino

Tutti i sabati dalle ore 8.30 alle ore 13.00 Vendita diretta, dal produttore al consumatore, di prodotti agricoli provenienti dalla provincia di Verona, senza intermediari

Per informazioni: Tel.: 045 6213234 www.comune.bardolino.vr.it

mercato contadino

Piazza Ferdinando di Savoia, Peschiera del Garda Tutti i giovedì dalle ore 8.00 alle ore13.00 Mercato settimanale con stand alimentari, frutta e verdura, carne e salumi, pesce, vino, formaggio, miele altro ancora

Per informazioni: Tel.: 045 6402385 www.comune.peschieradelgarda.vr.it

mercato settimanale

mercato domenicale

Ogni venerdì dalle ore 8.00 alle ore 13.00

Tutte le domeniche dalle 8.00 alle 14.00

Mercato settimanale con stand alimentari, frutta e verdura, biancheria e abbigliamento, bigiotteria, giocattoli e molto ancora

Il mercato domenicale di Zevio, testimoniato per la prima volta nel XV secolo ha origini molto antiche, è oggi il più grande mercato settimanale fuori città. Ben 240 banchi disposti lungo le vie del paese, fra Piazza Marconi e la grande Piazza Santa Toscana, espongono ogni genere di prodotto alimentare locale e non solo Per informazioni: Tel.: 045 6068411

Centro, San Giovanni Lupatoto

Centro, Zevio

Per informazioni: Tel.: www.comune.sangiovannilupatoto.vr.it

mercato a km zero

Zona centri commerciali, Verona Est, San Marino Buon Albergo ogni terzo sabato del mese dalle ore 9.00 alle 20.00 Mercato “a km 0” con stand alimentari di frutta e verdura, vino, pesce, formaggio, ed altro ancora di coltivazione diretta

Per informazioni: Tel.: 045 8678210 - www.codiretti.it

Piazzetta Carlotti, Garda

tutte le domeniche dalle ore 18 Mercatino dell’artigianato e dell’antiquariato nella caratteristica piazzetta di Villa Carlotti nel centro storico del Paese, ogni domenica sera

Per informazioni: Tel.: 045 7256589 - info@cerchioaperto.com

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mercatino dell’artigianato artistico

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appuntamenti mercati e mercatini

mercato settimanale Palazzolo di Sona, Sona

Tutti i lunedì 08.00 alle ore 13.00

Immagine tratta da xxxxxx

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mercatino a km zero

Tiro a Segno, Via Camporosolo, San Bonifacio Ogni venerdì dalle 17.00 alle ore 19.00

Ogni lunedì mattina per tutto l’anno, in tutto il centro storico stands alimentari, frutta e verdura, abbigliamento, scarpe, biancheria, bigiotteria, giocattoli e altro ancora

Mercato “a km 0” con stand alimentari di frutta e verdura, vino, pesce, formaggio, ed altro ancora di coltivazione diretta

Per informazioni: Tel.: 045 8678210 - www.codiretti.it

Per informazioni: Tel.: 045 6091211 - www.comune.sona.vr.it

mostra scambio cose del passato

mercato settimanale

Ogni domenica dalle ore 7.00 alle ore 19.00

Tutti i giovedì dalle ore 8.30 alle ore 14.00

Centro Storico, Pescantina

Ogni prima domenica, un mercatino nel centro storico del paese, con vendita di antiquariato, oggettistica, collezionismo e artigianato artistico Per informazioni: Ciro Ferrari, consigliere delegato alle maifestazioni Tel: 3351335744

Centro, Bussolengo

Ogni giovedì mattina per tutto l’anno, in tutto il centro storico stands alimentari, frutta e verdura, abbigliamento, scarpe, biancheria, bigiotteria, giocattoli e molto altro Per informazioni: 045 6769920 www.comune.bussolengo.vr.it

mercatino dell’antiquariato

mercatino dell’antiquariato

16 ottobre, 20 novembre e 18 dicembre Tipico mercatino dell’antiquariato nel cuore di Bardolino dove poter trovare oggetti di ogni tipo e per tutti i gusti.

30 ottobre Tradizionale mercatino dell’antiquariato a Cerea, con esposizione e vendita degli oggetti più rari e curiosi d’epoca e da collezione: pezzi di arredamento, oggetti d’epoca, bigiotteria vintage, libri, fumetti e molto altro ancora.

Per informazioni: www.comune.bardolino.vr.it

Per informazioni: www.areaexp.com

Bardolino

Area Exp - Cerea

mercatino delle tre a

mercatino dell’antiquariato

15 ottobre, 19 novembre e 17 dicembre

16 ottobre, 20 novembre e 18 dicembre

Su una delle piazze più belle di Verona si svolge un tradizionale mercatino dell’antiquariato con pezzi antichi, artigianali e da collezione.

Il piccolo borgo medievale ospita il mensile mercatino dell’antiquariato lungo le vie del centro storico.

Per informazioni: Tel.:045 8078570

Per informazioni: Tel.:045 7680648

Piazza San Zeno, Verona

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Corso Vittorio Emanuele, Soave

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appuntamenti arte

fossili mai visti

d’est/ la casa

fino al 30 ottobre

Dal 7 ottobre al 29 gennaio 2012

In mostra al Museo di Storia Naturale di Verona i fossili più spettacolari e significativi, tra cui alcuni del tutto nuovi alla scienza, rinvenuti durante la campagna di scavo 2004-2010 presso lo storico sito della Pesciara di Bolca e nell’area circostante.

Un interessante progetto allestitivo a Palazzo Forti sull’arte emergente serba, a cura di Aurora Fonda e Zara Audiello.

Museo di Storia Naturale - Verona

Palazzo Forti

Per informazioni: www.palazzoforti.it Per informazioni: www.comune.verona.it

the mystical self

nel frattempo/meanwhile

Bivlioteca Civica, Verona

Ex mercato della frutta, Valeggio sul Mincio Fino al 16 ottobre

Dal 7 ottobre al 6 novembre Una selezione di artisti internazionale invitati da Cecilia Freschini a riflettere, attraverso il video, sulla ‘spiritualità’ nell’arte con una mostra .

Una mostra a cura di Lucio Pozzi di alcuni autori internazionali, molto diversi tra loro, invitati a dialogare con lo spazio, nel l’ex Mercato della Frutta a Valeggio sul Mincio ora in disuso, un suggestivo edificio in stile Decò.

Per informazioni: www.artverona.it

Per informazioni: www.arte.go.it

il territorio fortificato veronese Museo Fioroni - Legnago (Vr)

Fino al 16 ottobre La mostra, inserita nelle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia, intende far conoscere il sistema difensivo veronese e il suo ruolo storico come protagonista nelle vicende risorgimentali. Il territorio veronese è stato storicamente un centro strategico e militare di primaria importanza per il controllo dell’area padana e per il suo collegamento con l’area germanica. È in quest’area che si concentrò l’enorme impegno finanziario e militare dell’impero austroungarico (1814-1866) con Verona al centro della regione fortificata del Quadrilatero (Verona, Peschiera, Mantova e Legnago). Gli edifici militari, in gran parte ancora esistenti, erano costituiti da caserme di fanteria e cavalleria, da stabilimenti e da magazzini per i viveri (panificio militare), per il vestiario, per i finimenti dei cavalli, ecc.; da un arsenale di artiglieria, da polveriere, da stabilimenti pirotecnici, da officine, da comandi militari, da ospedali, da tribunali, da

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prigioni, dalla direzione del genio, ecc. Scopo della mostra è quindi promuovere la conoscenza dei forti veronesi, uno dei più importanti complessi fortificati del Veneto realizzato in età contemporanea (i forti austriaci del Veronese corrispondono a circa il 60% di quelli presenti nell’intera regione). Un grande sistema difensivo, funzionale al controllo di un vasto territorio e capace di dissuadere il “nemico” da un attacco diretto: per questo motivo le fortificazioni veronesi non vennero mai coinvolte direttamente nelle azioni belliche – né nelle campagne risorgimentali né tantomeno nella prima guerra mondiale – mantenendosi in gran parte fino ai giorni nostri. L’area veronese che va dal Lago di Garda alle prealpi del Baldo e dei Lessini, ai fiumi Adige e Mincio può essere definita proprio in ragione di questo grande sistema difensivo un “territorio fortificato” che costituisce un patrimonio storico che per la sua estensione e diffusione, nonché per la sua qualità architettonica ed ambientale, non ha eguali in ambito nazionale.

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appuntamenti arte

modellismo navale

Sala civica - ex biblioteca - Lazise fino al 20 ottobre

Immagine tratta da xxxxxx

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mostra storica

Fondazione Fioroni, Legnago fino al 16 ottobre

In occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia importante mostra fotografica dedicata al nostro Risorgimento, che ripercorrerà le tappe storiche del territorio veronese dall’impero austroungarico al regno d’Italia.

La Galea di Lazise è un unicum a livello mondiale. Si tratta del solo relitto di nave lunga a remi veneziana per ora rinvenuto e del quale molti esperti di archeologia navale stanno attendendo con ansia il recupero che sembra ormai prossimo. Per informazioni: Tel.: 045 6445130

Per informazioni: Tel.:0442 20052

mostra fotografica

liberi punti di vista

Dal 4 al 27 novembre

fino al 4 ottobre

Esposizione personale di foto dell’artista Renzo Udali. Anche quest’anno l’Amministrazione ha scelto di arricchire la Caserma d’Artiglieria con altre forme d’arte. Inaugurazione ufficiale il 5 novembre alle ore 11:00

Mostra collettiva a cura di Passoni Chiara,Venturelli Laura,Temporini Paolo, Colucci Francesco, Rossato Claudio per una raccolta fondi per l’acquisto di attrezzature presidio-medicali da inserire come allestimento sull’unità mobile avanzata idonea al trasporto sanitario.

Per informazioni: Tel.:045 6402385

Per informazioni: Tel.: 045 6402385

Caserma d’Artiglieria, Sottotetto Peschiera del Garda

henri cartier bresson

Caserma d’Artiglieria, Sottotetto Peschiera del Garda

gentlemen of verona

Scavi Scaligeri,Cortile Ex Tribunale 11

Galleria d’Arte Moderna Palazzo Forti, Volto Due Mori, 4

Fino al 9 ottobre

Fino all’8 gennaio 2012

La mostra allestita al Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri delinea il ritratto di un artista che ha sempre scelto l’anonimato nell’azione per meglio cogliere l’istante.

La mostra collettiva, a cura di Andra Bruciati, presenta le opere di 21 artisti, suddivisi per fasce generazionali. Alcune delle opere sono state raramente esposte, mentre molte sono inedite o realizzate specificatamente per la mostra, a dimostrazione della potente spinta creativa. Per informazioni: Tel.: 045 8001903

Per informazioni: Tel.: 045 8007490

vivere in fortezza

v° biennale nazionale d’incisione

Fino al 31 ottobre

Fino al 4 ottobre

Mostra didattica con lo scopo di raccontare la vita quotidiana nei luoghi fortificati del Veronese, a partire dall’imprescindibile esperienza veneziana, attraverso l’eterogeneo rapporto tra le popolazioni civili e i luoghi fortificati.

Presso lo spazio polivalente “Corte Torcolo” di Cavaion Veronese si tiene la V° Biennale nazionale d’incisione “Giuseppe Polanschi”.

Per informazioni: www.fondazione-fioroni.it

Per informazioni: Tel.: 045 6265712

Biblioteca Arturo Frinzi

Corte Arena Torcolo, Cavaion Veronese

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artisti di casa nostra

a cura della Redazione

Roberto Bravi Roberto Bravi vive e lavora a Verona. Ex-informatico, si è dedicato in passato alla fotografia e da qualche anno lavora con vecchie scatole di latta che modella, trasforma, taglia e ricompone su pannelli di legno. Nei suoi PANELS colpiscono il gioco dei colori, la cura nei dettagli e la fantasia dei soggetti. Espone a Dove trovare le sue opere Verona dal 1 al 20 Ottobre 2011 nelle seguenti vetrine: ABT via Fama, 3 AL DUCA D’AOSTA via Mazzini, 31 ALKIMIA corso Portoni Borsari, 32 BLUE EXPRESS via 4 Spade, 7 CORSO15 corso S.Anastasia, 15a DOUBLE5 via Adua, 16 GRAND PRIX vicolo Crocioni, 11 MACONDO vicolo Scudo di Francia, 7 MADE IN EUROPA via 4 Spade, 3b MAURO GRIFONI via Adua, 2 WP STORE vicolo Scudo di Francia, 8

∙ In alto a destra Roberto Bravi. Le altre immagini sono riferite alle opere che verranno esposte dal 1 al 20 Ottobre 2011

FOCUS Luigi Menin Parlando di territorio, di ritorno alle origini abbiamo ritrovato tra i nostri archivi le opere di Luigi Menin “vecchio” amico di Kyos Verona che con l’arte sta cercando di salvaguarare quanto più possibile quell’angolo di paradiso che è, o meglio era, la Valpolicella. Attraverso il suo libro Valpolicella la salvi chi può, vuole lanciare un allarme: il pericolo è sulla strada della sua concretizzazione se tutti noi amanti della natura non ne prendiamo coscienza, Per questo filo conduttore che lega le opere di Luigi al nostro tema e perchè i 2vecchi amici non si scordano mai, abbiamo deciso di riproporvi alcune opere del pittore negrarese tratte appunto dal suo libro Valpolicella la salvi chi può.

∙ Copertina del libro Valpolicella la salvi chi può

∙ Casa Rizzardi Kyos Verona Ottobre-Novembre-Dicembre 2011

∙ Le campanare

∙ Alla fontana 31


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tra le nuvole

Il fascino di Berlino Alla scoperta di una delle capitali più amate dai giovani A cura della Redazione

Berlino, chissà quante volte avete pensato di visitarla. Berlino, la seducente e tentatrice capitale della Germania, uno dei 16 Stati (Länder) che compongono la Repubblica federale Tedesca, un luogo unico, che contende a Londra e a Parigi il primato culturale europeo. La città, la più popolosa del paese con i suoi circa 4,2 milioni di abitanti dell’area metropolitana, dalle sue modeste origini, è diventata una delle capitali del mondo, nel male e nel bene. Oggi la città è una forza trainante a livello internazionale, in campo scientifico, commerciale, tecnologico, culturale e politico. Non solo. Berlino è diventata nell’immaginario giovanile un punto di riferimento per la sua vivacità culturale, per la sua vita notturna, per i suoi numerosi bar, club e per i suoi numerosi musei, spazi espositivi, palazzi e altri luoghi di interesse storico-culturale. Potrebbe bastare, ma c’è molto altro. Fin dalla sua riunificazione, nel 1990, Berlino è stata l’artefice di un nuovo e unico sentimento. La caduta del Muro di Berlino ha saputo creare un sentimento di ‘speranza globale’, un nuovo mondo e modus vivendi, senza confini di credo politico. Certo le difficoltà economiche della riunificazione sono state molte, ma hanno pagato nel medio periodo con la crescita economica e sociale. Gli anni novanta hanno segnato per Berlino una nuova epoca anche turistica, con il mondo intero che l’ha riscoperta e che ha iniziato ad ispirarsi alla ricca cultura storica e artistica della città. Tra teatri, edifici del passato imperiale ricostruiti dopo la catastrofica ultima guerra mondiale, musei e moderni centri culturali, tendenze internazionali della sua vita

notturna, Berlino è oggi una città che trascina verso il cambiamento, orgogliosa del suo sapersi reinventare con costanza. Oggi chi viaggia va a Berlino per le sue associazioni storiche legate alla città ma anche per la sua vivace vita notturna, per i suoi caffè, discoteche e bar, e per i suoi numerosi musei, palazzi e numerosi luoghi di interesse culturale. L’architettura di Berlino è molto varia, anche se notevolmente influenzata dai rifacimenti a seguito dei danni dell’ultima guerra mondiale. Si passa, all’interno del centro città compatto, dai pochi edifici medievali superstiti vicino a Alexanderplatz, al vetro delle ultramoderne strutture in acciaio a Potsdamer Platz. Berlino ha un numero sorprendente di luoghi d’interesse, anche se non è così centralizzata come altre città europee. A volte le cose migliori non hanno nulla a che fare con i soliti punti di riferimento: si può semplicemente passeggiare e perdersi a Berlino, lasciando spazio all’immaginazione, camminando lungo una delle affascinanti strade ricche di caffè o sorseggiando una buona birra locale in un bar sulla spiaggia fluviale, lungo uno dei fiumi che bagnano la città. Chi si appresta a visitare Berlino deve sapere innanzi tutto che il quartiere Mitte corrisponde in massima parte al centro storico della città. Qui si trova una delle icone di Berlino che incontrerete quasi subito durante la vostra visita, la Porta di Brandeburgo, alta 26 metri e larga 65 (Brandenburger Tor) è l’unica porta cittadina ancora esistente, il monumento più conosciuto della città e simbolo della Germania unità, poiché un tempo segnava la linea di demarcazione

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tra Berlino Est e Berlino Ovest, dal 1961 al 1989. Costruita nel periodo tra il 1788 e il 1791 da Carl Gothard Langhans, si ispira ai propilei dell’Acropoli di Atene. E’ sovrastata da una quadriga di rame, opera di Johann Gotfried Schadow. Una curiosità, nel 1807 Napoleone portò la quadriga a Parigi, come bottino di guerra, ma nel 1814 i prussiani, dopo la disastrosa campagna napoleonica in Russia e la successiva vittoria della Sesta Coalizione anti francese, la riportarono indietro, ed aggiunsero la croce di ferro alla corona che sormonta l’asta in mano alla dea della pace. La Porta e la quadriga vennero seriamente danneggiate durante la Seconda Guerra Mondiale e restaurate tra il 1956 ed il 1958. Il 13 agosto 1961 il monumento fu chiuso dai sistemi di sbarramento della Repubblica Democratica tedesca (DDR), rimanendo nella parte orientale della città. La quadriga, che guardava a ovest, venne girata dalla parte opposta (e quindi contro il Muro di Berlino). Alla caduta del muro la Porta di Brandeburgo venne riaperta il 22 dicembre 1989, ma i cavalli continuano a guardare tuttora verso Est. La piazza sulla quale si affaccia la Porta di Brandeburgo è la Parizer Platz, così chiamata dopo l’appena citata conquista di Parigi da parte delle truppe prussiane nel 1814. La piazza era nel ‘800 il salotto buono della borghesia colta. La costruzione del muro, nel 1961, la trasformò in una angosciante terra di nessuno. Dopo la riunificazione si decise, non senza polemiche, di ricostruire la piazza con edifici che richiamassero per dimensione e aspetto quelli originali.

Non molto lontano dalla Porta di Brandeburgo si trova un’altro dei simboli della città, il Reichstag, la sede del parlamento federale tedesco, il Bundestag. Costruito su disegno dell’architetto tedesco di origini ugonotte, Paul Wallot, tra il 1884 e il 1894, come sede del parlamento del Reich tedesco, prima della riunificazione tedesca si trovava proprio a ridosso del Muro di Berlino. La sua storia ha segnato la storia recente della Germania. Nel 1933 un incendio lo distrusse in gran parte. Quando sarà il momento di divertirsi, sappiate che Berlino è una delle città europee dalla vita notturna più intensa. Ci sono una infinità di bar, locali, club e discoteche e ne ne nascono di nuovi ogni giorno. La maggior parte dei luoghi abituali sono nel centro (i quartiere di Mitte, Prenzlauer Berg, Kreuzberg), ma la parte orientale della città ha tutti i locali notturni. Berlino è inoltre una delle città più verdi d’Europa, con oltre il 60% della sua superficie verde. Per il visitatore che sceglie Berlino come capitale europea del turismo, per chi la sceglie per affari, per studio o per lavoro, questa città spesso si dimostra un luogo ideale. Ottimamente accessibile dall’Italia, in aereo ma anche in auto o in treno, si presenta come una città completa e ricca di attrazioni. Un ottimo modo per scoprirla, essendo ricca di ponti e canali, è attraverso una originale gita in battello. Le gite hanno una durata variabile da una a tre ore. I principale punti di imbarco sono situati vicino al Castello di Charlotteburgh e vicino al Duomo di Berlino, ma ce ne sono altri sparsi in città.

Berlino ∙ Alcune immagini di Berlino

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consigli

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Ricette autunnali

Minestra di zucca con peperoncino

tagliatelle con funghi porcini

Un classico per questa stagione. Ecco come prepararla passo dopo passo.

Una ricetta perfetta da preparare nelle stagioni fredde è quella per fare le tagliatelle ai funghi porcini, un primo piatto perfetto da servire in tutte le occasioni in cui volete servire qualcosa di davvero speciale. Per realizzare questo piatto servono i funghi porcini freschi.

in cucina

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Ingredienti per 4 persone: 800 grammi di zucca gialla 5 cucchiai di olio extravergine 2 spicchi di aglio 1 peperoncino rosso piccante Sale quanto basta Prezzemolo quanto basta Preparazione: In un tegame versare l’olio extravergine, far soffriggere gli spicchi d’aglio, precedentemente sbucciati e tagliati a fettine. Appena diventano dorati con una pinza da cucina toglieteli dal tegame. Lavare la zucca e tagliarla a pezzetti sottili, versarla nel tegame dell’olio, aggiungervi sale q.b. ed abbondante prezzemolo tritato, lasciarla trifolare a fuoco medio-basso per circa 30 minuti. Aggiungere un peperoncino rosso piccante, tostare delle fette di pane e servirle insieme alla minestra.

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IIngredienti (per 6 persone) 400 g di tagliatelle 400 g di funghi porcini freschi 1 spicchio d’aglio prezzemolo tritato 2 cucchiai di olio di oliva Sale Pepe parmigiano grattugiato Preparazione Pulite i funghi con un panno umido e poi tagliateli a fettine molto sottili. Questi funghi non vanno lavati perché altrimenti si perderebbe una parte del loro prezioso gusto. Prendete una padella antiaderente, mettete un po’ di olio e poi aggiungete l’aglio, fatelo imbiondire un minuto e versate i funghi a fettine, cuocete i funghi a fuoco vivace per 15 minuti mescolando spesso e poi aggiungete sale e pepe. Cuocete le tagliatelle in abbondante acqua salata, scolatele al dente e poi versatele nella padella con i funghi e fate saltare insieme per qualche minuto. Mettete la pasta nei piatti e completate con il prezzemolo tritato e il parmigiano grattugiato al momento. Se volete potete fare questa ricetta anche nella versione con la panna, vi basterà mettere circa 150/200 ml di panna da cucina nella padella dopo aver cotto i funghi, poi versate le tagliatelle e proseguite come da ricetta Se invece non avete a disposizione i funghi porcini potete fare questo piatto giocando d’astuzia, potete usare i funghi champignon coltivati ma freschi e aggiungere anche i funghi porcini secchi ammollati in acqua tiepida. In questo modo il vostro piatto sarà saporito, anche se vi avverto, con i porcini freschi è tutta un’altra storia

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arrosto di vitello con uva

torta morbida alle castagne

L’arrosto di vitello con uva è un modo autunnale e saporito per presentare questo classico pezzo di carne, profumato anche da foglioline di salvia. Il taglio usato è la sottofesa, conosciuta anche come codino o sottonoce, ed è un taglio pregiato del vitello, trovandosi nel quarto posteriore. Potete sostituire con il girello, lo scamone o la noce, tagli anche questi ottimi per l’arrosto. Accortezza da avere durante la preparazione di questo piatto è quella di schiacciare l’uva delicatamente, per non rompere anche i semini, che sono amari.

Delizia per il palato.

Ingredienti per l’arrosto di vitello con uva (dosi per 4 persone): sottofesa di vitello 900 g uva bianca 600 g salvia 12 foglie 4 spicchi di aglio burro 30 g olio extravergine di oliva sale pepe in grani Preparazione: Spremete metà degli acini di uva lavati e asciugati nello schiacciapatate, raccogliendo il succo in una ciotola. Pulite la salvia e infilatela in piccoli taglietti che avrete praticato sul taglio di carne, poi salate uniformemente. Sciogliete il burro insieme a poco olio una casseruola e rosolatevi la carne per un paio di minuti per lato, girandola attentamente in modo da non forarla, poi irrorate con il succo di uva, gli spicchi di aglio schiacciati e la salvia rimasta. Cospargete con del pepe macinato al momento, poi abbassate la fiamma e cuocete per un’ora. Unite poi gli acini interi, togliete l’aglio e fate ancora cuocere per 5 minuti, in modo da scaldare l’uva. Spegnete, mettete la carne su un tagliere e avvolgetela in un foglio di alluminio per 5 minuti, in modo da farla riposare. Tagliate e servite l’arrosto a fettine insieme al fondo di cottura.

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Ecco le dosi per 4 persone, tempo di preparazione 3 ore. Ingredienti 800 gr di castagne 200 gr di marron glacè 1 bicchiere di latte 100 gr di zucchero 1/2 dl di panna 1 pizzico di sale 60 gr di zucchero a velo 1 bustina di vanillina 2 uova

Preparazione Incidete le castagne con un coltello, poi mettetele in una pentola grande e copritele con acqua fredda, lessatele per circa un’ora e mezza, poi sbucciatele, togliete le pellicine e passatele con il passaverdure. Mettete questa purea in una pentola e aggiungete il latte e la panna, cuocete per 5 minuti mescolando in continuazione. Lavorate i tuorli delle uova con lo zucchero, mettete un pizzico di sale e unite la crema di castagne e la vanillina, aggiungete anche i marron glacè spezzettati e poi infine incorporate gli albumi montati a neve ben ferma mescolando solo dal basso verso l’alto. Imburrate e infarinate uno stampo a cerniera, versate il composto che avete preparato e cuocete la torta in forno caldo a 180°C per 35 - 40 minuti. Sfornate la torta, trasferitela in un piatto da portata e decorate lo con zucchero a velo.


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moda

Sixties&Seventies e 4ColorTime di Mercedes Maltès

Toni facili e rassicuranti, che nascono dal classico ma che dovranno essere disturbati da accenti coraggiosi. La prima è una famiglia di naturali caldi che sfuma nei quasi neri dell’inverno: caramello, rosa cammeo, rosso veneziano spingono verso i toni ruggine passando per il bordeaux il verde scurissimo fino al testa di moro. La seconda famiglia invece parte esplorando i neutri chiari nei toni biondi come nelle sfumature più asciutte e grigie delle erbe secche per spingersi attraverso i grigi con i viraggi freddi e rosati dell’ematite fino alle gradazioni profonde del blu graphite, inchiostro e fino al nero. Non ci sono però preclusioni nel mescolare i due filoni che fondamentalmente sono neutri di base… i tocchi di colore un po’ espressionisti sono ispirati ai toni delle fantasie da kimono e trattati a parte

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come accenti, ma rappresentano anch’essi una gamma interessante in sé. In una foresta nascosta si percepiscono, leggeri e impercettibili movimenti femminili dall’allure misteriosa. Questa la metafora sottintesa nelle collezioni presentate a Milano: quella del misticismo di un bosco incantato in cui donne reali e moderne si muovono con passo deciso e costante, come a voler marcare territori nascosti e inesplorati, senza timori. Le silhouette sono cangianti ma grintose e, soprattuttoa cavallo tra forme scultoree e fluidità dei volumi. La metafora boschiva è supportata dai materiali, elaborati e comodi (come la lana finissima e il jersey doppio) o dalle ricche texture (come tweed o bouclé). E’ soprattutto l’alternanza cromatica a definire le forme: e laddove è il blu notte a mescolarsi col nero o con nuance “sottobosco” (come grigio, avorio, oliva, bordeaux), è lì che si definisce il mood per il prossimo Autunno-Inverno, che oscilla continuamente tra capi rubati al guardaroba maschile e una mistica, controllata, femminilità. Una collezione classica, all’insegna dell’eleganza e della portabilità, ma che non rinuncia al carattere. Sulle passerelle sfilano i capi essenziali del guardaroba femminile, tubini, maglioni, trench e soprabiti, ma anche originali pantaloncini sopra al ginocchio, da portare anche d’inverno, camicie in tessuti tecnici e completi dai tagli asimmetrici.

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Due grandi famiglie cromatiche e due diversi approcci all’inverno 2011

Abiti e gonne di maglia segnano il ritorno della vita alta, ma non troppo e i vestiti svasati nascondono le forme e sono un richiamo ai primi anni settanta. Il blu regna incontrastato nella gamma dei colori, lo troviamo su pantaloni e completi melange, su eleganti abiti da sera, in una variante più accesa. Questo inverno va in scena anche la magia bon ton, l’ispirazione è Sixties (per il giorno) e Seventies (per la sera), ma tutto estremamente misurato e visto attraverso la raffinatezza del color cipria. Una donna eterea, raffinata ed estremamente per bene. Questa femminilità pur rimanendo fedele ai suoi canoni riesce però a proporsi fresca e giovane con abitini e cappottini sopra al ginocchio, gli stivali di pitone che richiamano vagamente uno stile anni ‘60 da brava ragazza e le camicine di chiffon di seta e tulle. Anche gli outfit chiaramente ispirati agli anni ‘70 e alle loro linee fluttuanti, propongono soluzioni di una grande eleganza con un tripudio di tessuti preziosi, pizzi e plisettature.

caviglia. Sopra è tutto un frusciare di tessuti leggeri e tantissimo pizzo proposto in tutti i colori pastello dal nude, all’acquamarina, dal cipria al lilla...esia nella gonna e nell’abito tagliato a vivo, su cappotti soprabiti. Ad accompagnarlo ci sono altre tonalità classiche come il grigio, che colpisce sui cappotti di maglia e il bianco, che crea sorprendenti trasparenze. Blu e beige anche per le scarpe, dall’aspetto comodo ma che non rinunciano alla seduzione del tacco.Linee rigide, colori del ciliegio in fiore, corpetto alto lucido... Questo è ciò che rende efficace diversa, divertente e unica le collezioni di moda in questo inverno 2012… Un ritorno dal passato per uno sguardo verso il futuro. Bentornati anni 60/70!

Per la sera l’abito è sempre leggerissimo, ma lungo, le ginocchia vengono finalmente coperte a agli stivali si sostituiscono le decoltè con cinturino alla

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musica

Nuove uscite musicali

di David Bonato

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CHERRY LIPS Blow It Away (Vrec/Venus) Sono passati quasi tre anni dall’esordio omonimo delle Cherry Lips: un’escalation che nel giro di poco tempo le ha portate dai palchi di Mtv alle pagine di Rolling Stone, dalla distribuzione del cd in Italia fino al contratto europeo ed il quinto posto in classifica in Svezia (!). Una bellissima favola del rock’n’roll fatto con semplicità, dedizione ed allegria per una proposta veramente scanzonata ma con “le palle” (e per un gruppo di sole ragazze vuol dire vincere molti pregiudizi). Così dopo un interminabile tour ed un cambio di formazione (via Serena, dentro Mattia alla batteria) le Cherry Lips sono cresciute, si sono accordate con il produttore trentino Marco Dal Lago ed hanno lavorato, come direbbe Berlusconi, “lacrime e sangue” al disco della vita. Questo infatti è “Blow It Away”: il disco della vita, dove nulla è lasciato al caso, i brani suonano benissimo e la band è più in forma che mai. Peccato che nel frattempo negli ultimi tre anni il mercato discografico sia colato a picco: e con lui le grosse case discografiche e la stessa Swed Metal che avrebbe dovuto distribuire il nuovo disco nel mondo. Così “Blow it Away” esce indipendente (con Vrec) e senza compromessi, promozione minimale e due soli concerti di presentazione (a Verona e Trento) prima del viaggio di Stefy (Parks, voce e chitarra) in Inghilterra per farsi una nuova vita (d’altronde, è possibile vivere di musica in Italia?). Nel frattempo godetevi questo impeccabile secondo capitolo della band: la maggior parte dei brani sono pugni nello stomaco (“Blow it Away”), parlano di malattie (“Sick and Spiteful”), prostitute (“Bitches’n Loser”), errori (“Got It Wrong”), apatie (“Apathy”) tutto all’insegna dell’hard rock più cazzuto con riferimenti spiccioli a Offspring, Green Day, Aerosmith. Stefy canta meglio che mai, Elisa alla chitarra giganteggia, Karima (basso) e Mattia (batteria) pestano alla grande. 40 minuti di cd spaccacuore fino all’unica ballad “My Satellite”, una gemma per melodia, arrangiamenti, intenzione, forse tra le migliori canzoni che abbia mai sentito: moderna e d’impatto. Forse Verona perderà anche questi talenti. Mettiamoli nel conto dell’incessante fuga di cervelli di questa pazza Italia. Fortuna che le Cherry sono talmente giovani che sicuramente sentiremo ancora parlare di loro. Il disco è su iTunes a prezzo speciale. Ordina il cd fisico su www.vrec.it

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WORKING VIBES THE ROADLESS “WHiskey For Breakfast” ITALIA SOLO ANDATA (Metarock/Venus) (Autoproduzione) Questa volta i Working Vibes fanno sul serio. E lo dimostrano i personaggi tirati in ballo per questo terzo lavoro della band pisana che tra reggae, dub e cantautorato sforna la prova di maturità più organica e completa per Ciscomanna, Papa Massi e soci. Nel disco “Italia sola andata” figurano come produttori nei diversi brani Finaz della Bandabardò, Cesare Petrich dei Negrita, Carlo Rossi (già produttore dell’ultimo di Caparezza) oltre a numerosi ospiti come Roy Paci, Dennis Bovell e Rakin’Alpha. E le canzoni infatti non deludono: mentre l’incipit di “Io Vorrei” è decisamente reggae/pop radiofonico, è con “Show Business” e “Pirati” che la band cala gli assi: un rappato sociale incandescente con aperture melodiche, riflessione e divertimento in un connubio riuscitissimo. Si continua ad alti livelli con “Le Scelte che fai” e “Resto in Piedi” dove la generazione precaria è paragonata ad un “pugile” che non molla mai. Non manca nemmeno il sole nelle musiche dei Working Vibes come con “Raggio di Sole”, “Baby” o “Momenti Buoni”. Un’ultima citazione per la cover di Piero Ciampi “Te lo faccio vedere chi sono io” con la quale il gruppo si è aggiudicato nel 2010 il Premio Ciampi Città di Livorno per la miglior cover dall’autore. Insomma c’è materiale per un grande album che la band porterà live in tutta Italia. Il disco è disponibile da Settembre su etichetta Metarock/Venus ma sono già diversi gli appuntamenti per sentirli dal vivo. www.workingvibes.it

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Una copertina simpatica introduce questo esordio dei The Roadless, (ex Free Road), un quintetto della nostra città che ha scelto il rock classico per veicolare la propria voglia di musica e divertimento. Due chitarre solide e dinamiche, che si scambiano ritmica e solista, accompagnate da una sezione ritmica precisa e fantasiosa, sono la base su cui poggia la voce di Sara, abile nel districarsi sia nei pezzi più energici, come “Amber Mornign”, “Seeker Of Gold” e “Crumbs Of Difference”, che nel ritornello accattivante di “Lucky”, un possibile hit di cui la band ha girato un video e che è il punto di forza dei loro concerti. Già i concerti, è infatti dal vivo che i The Roadless, offrono il meglio, sul palco i cinque si agitano, saltano, suonano, coinvolgono il pubblico e appaiono davvero a loro agio, come se suonare fosse la cosa più naturale del mondo. Guardano dietro per correre in avanti i The Roadless, che trasmettono una passione contagiosa e “Whiskey For Breakfast” (titolo fantastico!), è davvero un ottimo punto di partenza. ww.myspace.com/theroadlessspace


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consigli di lettura

novità editoriali autunno 2011 a cura di Riccardo Ferraresso

Nessun problema

Niccolò De Rienzo ADD 2011 Alcuni lavori ti chiedono di essere invisibile, altri ti vogliono al centro del mondo. C’è, però, un lavoro che richiede entrambe le cose: il portiere in un albergo di lusso, il concierge. Li vediamo, davanti alle porte scorrevoli di hotel sfavillanti, nelle loro divise, sorridenti con chi entra, isolati da chi, fuori, guarda con occhio sognante attraverso i vetri smerigliati. Sono i portieri i protagonisti di questo libro che raccoglie non solo le loro storie, ma un universo di eventi e personaggi che hanno segnato gli ultimi 60 anni di storia italiana. La loro voce racconta segreti, custoditi gelosamente, ricorda nomi, manie e capricci di divi o semplici miliardari con il vizio del lusso e con qualche segreto celato. Non esiste tuttavia delazione, a nessun portiere che si rispetti passerebbe per la testa. Emerge invece lo spaccato di un’Italia d’altri tempi, in cui chi contava si teneva lontano dalle prime pagine dei rotocalchi, ma preferiva il silenzio complice di uomini il cui compito era quello di tenere il mondo fuori dalla porta o, se lo desideravi, di portarlo ai tuoi piedi con la colazione in camera. Queste pagine affollate di artisti, politici, banchieri, nobili, gangster e grandi sconosciuti fanno da sfondo alla storia di donne e uomini che hanno saputo giocare con il fuoco senza mai, o quasi, scottarsi del tutto. Pagine: 288 Prezzo: 16,00 €

Kitchen in love. 20 menu per alimentare i vostri amori Valeria Benatti Gribaudo 2011 Valeria Benatti dimostra che cucinare è molto più che preparare un piatto seguendo con precisione una ricetta: attraverso la cucina è possibile esprimere emozioni, festeggiare l’inizio di un amore o sopravvivere alla sua fi ne, ritrovare l’entusiasmo dopo un periodo storto o meditare su inganni e tradimenti. A tavola, dunque, è possibile rifl ettere su se stessi e sulla vita nel modo più piacevole: bastano un gruppo affi atato di amici, la giusta atmosfera, buon cibo e buon vino. Questo libro presenta venti menu di cinque portate, ciascuno dedicato a un tema specifico; tutte le ricette sono di facile esecuzione e richiedono tempi di lavorazione ridotti, in modo che la preparazione complessiva occupi al massimo due ore. A ogni menu è abbinato un tema di conversazione legato all’amore o agli affetti: l’autrice lo sviluppa raccontando, con uno stile divertente, fresco e autoironico, le proprie esperienze e proponendo un brano tratto da un romanzo. Lasciandosi ispirare dal tema, fornisce consigli per creare l’atmosfera più adatta al momento, dai suggerimenti per apparecchiare la tavola con colori e oggetti particolari alle idee per la “colonna sonora”: una tavola total orange e una canzone leggera e solare in sottofondo saranno perfette per una cena dedicata all’entusiasmo e alla gioia di vivere, mentre un abbinamento tra marrone e nero e l’accompagnamento di un brano musicale rifl essivo e sofi sticato saranno il leitmotiv più adatto per una conversazione su amori illegittimi e tradimenti. Pagine: 168 Prezzo: 17,90 €

Il mondo sommerso

Martina Savoia QuiEdit 2011 Il “mondo sommerso” è un microcosmo sconosciuto, fatto di stanze bianche, di larghi corridoi, di porte sbarrate. È il piccolo grande regno degli sguardi perduti nel vuoto, dei passi incerti e strascicati, dei lamenti, dei silenzi lunghissimi o delle risate convulse che scoppiano all’improvviso. È la dimora dei pazzi, dei malati di mente, dei depressi clinici. Dei dimenticati. Persone che vivono al margine, della società come della vita. L’Autrice, lontana da facili autocommiserazioni e semplicistici giudizi, narra con spontaneità e naturalezza il suo breve ma travagliato percorso attraverso questa dimensione parallela, alternando momenti di cupa disperazione a passaggi insospettabilmente ilari e leggeri, come solo il “mondo sommerso”, nella sua oscura quotidianità, sa regalare in modo tanto inaspettato e travolgente. La morte dell’anima è lenta e subdola. Inizia a mangiarti da dentro, quasi non te ne accorgi subito, senti solo un po’ di disagio in più, della tristezza strana e persistente, ma ti dici che è normale, che forse sei solo un po’ stanco...poi il malessere ti pervade ed esce dagli occhi, inonda ciò che ti circonda e lo trasforma nell’incubo che hai dentro di te. E sai che nessuno può capire davvero questa cosa...finché non ti ritrovi in una clinica o in un reparto psichiatrico. Allora incroci occhi che sono i tuoi, ombre che sono le tue, sorrisi stentati che sono gli stessi che adotti tu da anni...e capisci che non sei matto, che nemmeno loro lo sono. Pagine: 138 Prezzo: 12,50 €

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novità editoriali autunno 2011

Mal di Cina

Damiano Tommasi Cierre Grafica 2011 Chiunque metta piede in Cina è portato a scrivere. Fermare nel tempo le emozioni, le sorprese, le immagini, i pensieri e le differenze è esercizio inevitabile per qualsiasi straniero che sbarchi dalle parti di Pechino. Eccomi qui, allora, anch’io con carta e penna a raccontarmi. Primo calciatore italiano in Cina. Non male come record, una sorta di Marco Polo dei tempi moderni. Queste pagine nascono così, con l’intenzione di fermare un pò di pensieri ed emozioni nati nei 10 mesi trascorsi a Tianjin. In Cina si ha la sensazione di non esserci arrivati ma di esserci stati catapultati. Tutto ciò che si percepisce andrebbe raccontato; il mistero di un popolo che da noi non si vede e non si sente e che qui avvolge, coinvolge e disorienta». «Essere il “Marco Polo del calcio” è stata una sfida affascinante. Il calcio cinese è ancora acerbo, ma una cosa i cinesi non possono invidiare a nessuno: l’illusione e l’entusiasmo di voler crescere ed essere protagonisti. Ci sarà bisogno di tempo; ci vorranno pazienza e tenacia, qualità che ai cinesi non mancano». «Se si parla del mal d’Africa, che prende una volta messo piede nel continente nero, credo che per me si possa parlare, senza paura di esagerare, di ‘Mal di Cina’». Pagine: 94 Prezzo: 12,00 €

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Il cinema d’autunno di Cristiana Albertini

Con l’estate si è chiusa anche la 68° Mostra Internazionale Cinematografica di Venezia, che ci ha lasciato per questo autunno una lista interessante di pellicole e prime visioni di qualità e pregio. Dalla laguna vi segnaliamo un percorso di film in uscita o in programmazione da non perdere, eventualmente, in dvd. Iniziamo con i film stranieri che hanno segnato il passo: “ The Ides of March”, Le Idi di Marzo, di e con George Clooney, Evan Rachel Wood, Paul Giamatti,, Marisa Tomei, merita la visione dato il carattere “politico” e psicologico del racconto. Clooney rimarca il suo sguardo nei confronti della storia attuale americana, prendendo spunto da possibili elezioni presidenziali, dove il cinismo sostituisce la coerenza e la sincerità. Di altro stile “Carnage” di Roman Polanski, una commedia delle parti tratta da una piece teatrale francese di Yasmina Reza: la storia di due coppie di genitori che si incontrano dopo che i rispettivi figli si sono azzuffati a scuola. Polanski mette a nudo con sottile crudeltà la dinamica di coppia e tra le coppie e l’apparenza “borghese” che si sgretola durante il dialogo. L’interpretazione è davvero speciale con un cast splendido:Jodie Foster, Kate Winslet, Cristoph Waltz e John C. Reilly. “W.E.” è il terzo film di Madonna approdato al Lido insieme alla star, che ha riempito la sala stampa di flash. Il film è la storia di Edoardo VIII e Wally Simpson ( vedi “Il discorso del Re”), una vicenda travagliata che viene rivisitata da Madonna in uno sviluppo su una doppia trama. “A Dangerous Method” di David Cronenberg traccia una linea di confine interessante tra la ricerca sulla psicanalisi e l’attenzione al percosrso personale all’interno del rapporto tra Sigmund Freud e Carl Jung. Al centro della vicenda il rapporto tra uomo e donna e l’amore; con Viggo Mortensen, Keira Knight-

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le anticipazioni del grande schermo

ley e Michael Fassbender. “Un été brulant” di Philippe Garrel, con una splendida e radiosa Monica Bellucci ha messo in luce i drammi di coppia e personali in un gioco seduttivo a volte autoreferenziale. Steven Soderbergh punta il dito sulle catastrofi e sulla malattia globalizzata con “Contagion” in cui si cimentano ancora Kate Winslet e Matt Damon; così, stesso tema “finale” ma con altro stile e budget, per il film di Abel Ferrara “4:44 Last Day on Earth” Una catastrofe interiore, fisica e sessuale è invece “Shame” di Steve Mc Qeen, particolarmente apprezzato dal pubblico più giovane perchè storia contorta e maledetta, con uno splendido Michael Fassbender (Coppa Volpi come miglior attore). Ma l’elenco può continuare in stile americano sulla devastazione delle persone e dei rapporti , con film di alto livello:”Dark Horse” di Todd Solondz, “Killer Joe” di William Friedkin, “Texas Killing Fields” di Ann Canaan Mann. Una menzione speciale la merita il film di Ann Hui,” Tao Jie (A Simple Life)”, la storia di una tata-governante speciale che, invecchiando, trasmette e riceve ciò che ha seminato nella vita. La protagonista è l’attrice Deannie Yip, Coppa Volpi come miglior attrice. Da segnalare anche “Himizu” di Sono Sion, i cui interpreti hanno preso il premio Mastroianni, “Wuthering Heights” di Andrea Arnold, rifacimento di Cime Tempestose che ha preso il premio per la miglior fotografia. Il Leone d’Oro è andato a “Faust” di Aleksander Sokurov, film bellissimo, percorso dell’anima da Goethe a Wagner, disputa antica tra il bene e il male, vicino, intimo, viaggio interiore , estremamente umano e tangibile. E’ un film impegnativo , non immediato , ma le immagini , il colore, gli spazi, i luoghi entrano nell’anima. I film italiani in concorso a Venezia e sul grande schermo in queste settimane, sono di grande livello, a cominciare da “Terraferma” di Emanuele Crialese, di grande apertura al tema emergente dell’emigrazione africana e degli sbarchi in sud Italia. E’ la storia dell’accoglienza di una parte di gente comune del sud Italia verso il sud del mondo.Bravissimo Filippo Pucillo, il vero giovane pescatore dell’isola. Terraferma

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ha avuto il Premio speciale della giuria. Stesso tema viene trattato dal profondo film di Ermanno Olmi “Il villaggio di cartone” che racconta, con un dibattito importante, la filosofia delle idee del grande regista italiano su accoglienza, diversità, fede e stato della chiesa attuale. Olmi afferma con forza che l’unica possibilità è la vera accoglienza e l’atteggiamento di reale carità, il resto è solo rito ed esteriorità. Anche il film “Cose dell’altro mondo” di Francesco Patierno con Diego Abatantuono parla di temi simili con un taglio più godibile ma non leggero, duro ma efficace “Pugni chiusi” di Fiorella Infascelli e “Amore carne” di Pippo Delbono, “Pasta nera” di Alessandro Piva, “Black Block” di Carlo Augusto Bachschmid, “Làbas” di Guido Lombardi. Di altro stile “Quando la notte” di Francesca Comencini con Claudia Pandolfi e Francesco Timi, straziante storia di solitudini reciproche che si aprono ad un amore quasi impossibile, bellissimi i luoghi, tagliente il messaggio. Una commedia accattivante “Tutta colpa della musica” di Ricky Tognazzi con un bravissimo Marco Messeri e un cast davvero corale per uno spunto positivo. Lascia invece una scia di genialità il film di Gian Alfonso Pacinotti “L’ultimo terrestre” , parabola un po’ amara sulla nostra situazione attuale. Stimolanti alcuni corti italiani che non passeranno al cinema ma speriamo almeno in televisione: “Il maestro” di Maria Grazia Cucinotta, “Pivano Blues-Sulla strada di Nanda di Teresa Marchesi e il lungometraggio “Io sono lì” di Andrea Segre girato a Chioggia. Per finire il divertente e ironico “Scialla” di Francesco Bruni, la storia di un figlio adolescente e di suo padre che, ritrovatolo, scopre la sua paternità; il ragazzo parla romano e il bravo Bentivoglio parla padovano , un buon mix! Un appuntamento autunnale sul grande schermo in attesa dell’uscita l’ultimo film di Almodòvar “La pelle che abito”, “Mozzarella Stories” di Edoardo de Angelis, il comico “Niente da dichiarare”, “Drive” di Nicolas Winding Refn, “L’alba del pianeta delle scimmie” di James Franco.

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uomini e tecnologia

Siate affamati A cura della Redazione

Le nostre vite rivoluzionate attraverso le nuove tecnologie Nelle nuove forme di comunicazione tutto finisce in rete velocemente. Non esistono giornali o siti web capaci di stare al passo con i tempi rapidi di twitter o facebook. Un uomo in particolare con il suo genio e la sua creatività ha rivoluzionato il nostro quotidiano, il nostro stile di vita. Quest’uomo è Steve Jobs, capo di Apple Computer e Pixar Animation. “Siate affamati e siate folli, grazie” è la conclusione del discorso che Jobs ha tenuto il 12 giugno 2005 alla consegna dei diplomi dell’Università di Stanford. Rileggendo o riascoltando quanto disse si percepisce il perché Steve Jobs sia stato uno degli uomini più importanti di questo secolo. Non è solo per quello che ha inventato, gli apparecchi come l’iPhone, l’iPod e l’iPad che hanno cambiato il nostro modo di comunicare, di informarci, di ascoltare musica, di vedere un film. È anche per quel tipo di approccio alla vita che le grandi menti fanno proprio e che lui stesso spiegò molto bene, nel giorno della loro laurea, agli studenti di Palo Alto. «Siate affamati, siate folli disse ai ragazzi -. Credete sempre in qualcosa e alla fine guardandovi indietro scoprirete che la vita è fatta di puntini che si sono uniti. Dovete sempre avere fiducia che in qualche modo, nel futuro, i puntini si potranno unire».

alla rovina, se la fiducia non avesse rimesso le cose a posto. Steve Jobs è nato il 24 febbraio del 1955 a San Francisco, figlio di una studentessa di college non sposata. Di lei non sappiamo nulla, ma aveva sicuramente carattere. Non solo decise di far nascere il bambino, ma chiese di lasciarlo in adozione solo ad una coppia di laureati, gente che capisse l’importanza dell’istruzione e lo mandasse all’università. La prima coppia in lista d’attesa, un avvocato e la moglie, rifiutò il bambino perché volevano una femmina. La seconda fu chiamata nel mezzo della notte e il signor e la signora Jobs si portarono a casa il piccolo. Quando la madre naturale scoprì che nessuno dei due era laureato rifiutò di firmare le ultime carte e venne convinta solo quando i genitori adottivi si impegnarono formalmente a mandare il ragazzo al college. «Diciassette anni dopo raccontò Jobs - andai al college. Ma ingenuamente ne scelsi uno altrettanto costoso di Stanford e tutti i risparmi dei miei genitori finirono per pagarmi l’ammissione e i corsi. Dopo sei mesi non riuscivo a vederci nessuna vera opportunità. Non avevo idea di quello che avrei voluto fare

della mia vita e non vedevo come il college avrebbe potuto aiutarmi a capirlo». Quando decise di abbandonare gli studi, Jobs non immaginava quale disegno i suoi puntini stavano elaborando. Dormiva per terra nelle camere degli amici e l’unico vero pasto della settimana era quello che gli veniva offerto la domenica sera nel tempio degli Hare Krishna, che raggiungeva camminando per dieci chilometri. Fu la calligrafia a riportare le linee della sua vita sulla strada giusta. Jobs ne era affascinato, perché i caratteri tipografici erano artistici e belli, avevano una storia. Seguì un corso nel quale imparò a distinguere i «serif» dai «san serif», ad apprezzare l’armonia degli spazi tra le lettere, le parole e le righe, «tutto quello che rende grande una stampa tipografica del testo». Guardandosi avanti, non capiva a che cosa questa conoscenza gli sarebbe servita. Guardandosi indietro in quel giorno a Stanford, vide i puntini disegnare una meravigliosa serie di coincidenze trasformate in opportunità: «Dieci anni dopo, quando ci trovammo a progettare il primo Macintosh, mi tornò tutto utile. E’ stato il primo computer dotato di una meravigliosa capacità tipografica. Se non avessi lasciato il college, il Mac non avrebbe mai avuto la possibilità di gestire caratteri differenti o font spaziati in maniera proporzionale. E forse oggi non ci sarebbe nessun computer con quelle possibilità».

jobs

L’uomo che ha cambiato le nostre vite spiegò proprio in quel discorso come il percorso dei suoi puntini sembrasse figlio del caos e sicuramente destinato

Guardare sempre avanti, non arrendersi mai, avere

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Siate folli

pazienza e fidarsi del proprio intuito sono sempre state le caratteristiche di Jobs, quelle che lo hanno fatto grande. La serie di computer Apple II della fine degli Anni 70 è ormai nei musei di tecnologia, così come il Macintosh, il primo apparecchio con il mouse. E sono già nei libri di storia della Silicon Valley i contrasti con i co-fondatori di Apple, che lo estromettono dalla compagnia nel 1984 lasciandolo, a 30 anni, di nuovo senza un lavoro, ma subito pronto a ricominciare fondando NeXT, l’azienda che verrà fusa con Apple dodici anni dopo, rimettendo a posto i puntini e collocando Jobs nel ruolo di amministratore delegato che ha ricoperto fino a ieri. I suoi detrattori dicono che a ben guardare non ha scoperto molto di nuovo, ma ha utilizzato tecnologie esistenti per metterle sul mercato con un design innovativo ed elegante. In parte è vero. Ma il successo di Apple è soltanto suo: in nessuna azienda il potere è stato così accentrato su di un solo uomo, l’unico che si è dimostrato capace di sapere di che cosa ha bisogno la gente prima che la gente anche solo immagini di averne bisogno.

In Italia Una rivoluzione nella comunicazione è stata fatta da Vasco Rossi. Mai come in questo 2011 spopolano i suoi clippini, video che realizza e mette in rete quasi quotidianamente. Una raccolta dei momenti più poetici, comici e surreali offerti dalla rockstar. Vasco così salta la barricata nella comunicazione, scavalca i media e parla direttamente con i fan. Si libera dal male sotterraneo che gli rinchiude l’anima e si apre parlando a ruota libera agli oltre due milioni di fan che lo seguono su Facebook. Follia o genio? Entrambe sono presenti nelle fantasiose e ironiche esternazioni dell’artista modenese che lancia una moda del tutto nuova e spiazzante. Il clippino sostituisce con la sua carica di umanità l’immagine patinata e lontana dei videoclip. Chi ama Vasco ora può sentirlo vicino e ritrovarlo perdendo il senso con lui. Il modo più efficace per liberarsi dal male di vivere è aprirsi. Vasco Rossi rappresenta la farsa tragicomica di ogni vita e lo fa senza calcoli improvvisando ogni giorno davanti a una telecamera. Con un personaggio come Vasco inevitabilmente ogni clippino diventa subito un successo in rete: in poche decine di minuti arrivano migliaia di commenti e di “mi piace”. Spesso i clippini arrivano la notte, si parla di musica e spesso si lancia nella presentazione di canzoni e gruppi musicali. Insomma, è come se Vasco rispolverasse il passato e tornasse ai microfoni di quella mitica Punto Radio dove aveva cominciato la carriera decenni fa.

∙ In queste pagine immagini tratte da internet

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emozioni in movimento

passato, presente, futuro di Riccardo Ferraresso

Foto fornite da Marco Marogna (nella foto)

Il Museo Paleontologico e Preistorico di Sant’Anna d’Alfaedo

Conoscere il passato per vivere il presente e costruire il futuro. Questa è una tra le tante funzioni che il Museo Paleontologico e Preistorico di Sant’Anna d’Alfaedo svolge all’interno della Provincia Di Verona. Del museo, dei suoi progetti e dei suoi laboratori ne abbiamo parlato con Marco Marogna collaboratore presso la cooperativa sociale La Fonte (che ha in gestione il museo ndr.) che assieme ad Elisa Marchesini e Romina Marconi, segue con passione le attività che ruotano attorno ad uno dei poli museali più interessanti della nostra provincia. Da quanti pezzi è composta la collezione museale di Sant’Anna d’Alfaedo? Per quel che riguarda la parte Paleontologica, dedicata prevalentemente ai reperti fossili pervenuti nelle cave di pietra locali, vi sono circa venti esemplari di grandi dimensioni tra questi possiamo trovare lo squalo fossile più lungo d’Europa che misura oltre cinque metri. La sezione preistorica risulta strutturata in modo da mettere in luce i ritrovamenti più importanti della zona disposti secondo una scansione cronologica. Una collezione che comprende un centinaio di manufatti di vario genere.

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Oltre ai fossili con il museo si è sperimentato in un progetto tutto nuovo “Prospettive di pietra”. Com’è nata questa iniziativa e in che cosa consiste? Partirei utilizzando delle parole di Norberg-Schulz, con le quali viene introdotto il ruolo che la pietra della Lessinia ha assunto ed assume nella storia del nostro territorio: “Tutti sappiamo che cosa significa pietra. O almeno comprendiamo il significato generale della parola. Non abbiamo dimenticato la meravigliosa espressività di questo che è il più antico fra i materiali da costruzione? (...) In certi paesi l’ambiente fatto dall’uomo è a tal punto caratterizzato dalla sua presenza che parliamo di culture di pietra”. Prospettive di pietra riconosce le potenzialità della realtà in cui viviamo. Secondo l’idea della nostro progetto, possiamo rispettare la storia che il territorio ancora ci può narrare e svelarne tutti quei segreti celati all’interno dei suoi processi di evoluzione e sviluppo. Da qui la scelta di un’analisi di alcune architetture spontanee in pietra che lo hanno saputo marcare in modo inequivocabile. Oltre ad uno scopo didattico/scientifico, il museo può assumere anche una funzione sociale (verso i giovani) di recupero delle tradizioni? Viviamo in una terra che risulta fortemente anco-

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editoriale

CONTATTI museo.santanna@gmail.com TEL. 0457532656 blog: museosantannadalfaedo.wordpress.com ORARI Mercoledì, venerdì, sabato e domenica matt. 9:30-12:30 pome. 15:30-18:30 Dal 1 Ottobre fino al 1 Marzo: chiusura periodo invernale mantenendo attivo il servizio email per informazioni e prenotazioni.

rata al passato ma spesso ci si rivolge ad essa con superficialità e disinteresse. Crediamo fortemente che il primo passo da fare sia attivare un desiderio di scoperta, riconferire un identità cercando quei valori nascosti in quell’intimo rapporto che nei secoli si è venuto ad instaurare tra la terra e le opere dell’uomo. Convinzioni queste per le quali ho scelto di concentrare la mia tesi di laurea in architettura su un censimento completo di tutti quei baiti di contrada e di montagna (40 totali) distribuiti sul territorio di Sant’Anna d’Alfredo, un patrimonio architettonico minacciato da quell’atteggiamento che conduce la maggior parte di queste architetture verso un inevitabile e silenzioso spegnimento. Attraverso la realizzazione per ciascun fabbricato di una scheda tecnica di studio specifica ho avuto modo di raccogliere quelle informazioni destinate a scomparire elaborando così un primo strumento di conoscenza, che può sicuramente essere un punto di partenza anche per interventi di recupero e restauro futuri. Quanti giovani riuscite ad avvicinare con le vostre iniziative? Avete un buon riscontro di pubblico? Le iniziative di questi ultimi anni hanno sempre avuto un buon riscontro di pubblico. Scegliendo

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di lavorare principalmente con i bambini e con le scuole ovviamente la maggior parte delle iniziative vedono loro come protagonisti. Il nostro obiettivo per il futuro è quello di concentrare tempo e idee in modo tale che questa realtà venga maggiormente conosciuta e pertanto valorizzata attraverso una promozione convinta e mirata. A questo proposito dall’anno scorso collaboriamo alla realizzazione del portale museale per la provincia di Verona. Inoltre, grazie alla collaborazione di Valentina Tolerrini, è stato ideato un blog museosantannadalfaedo. wordpress.com attraverso il quale gli appassionati possono condividere le loro esperienze. IL MUSEO Il Museo di Sant’Anna d’Alfaedo, è suddiviso nella sezione di preistoria, dove troviamo esposti reperti raccolti prevalentemente nella Lessinia occidentale, con reperti locali e dell’alta valle di Fumane che illustrano la forte presenza preistorica nella zona a partire da 50mila anni fa, e nella sezione di paleontologia, nella quale si apre un percorso espositivo in cui è efficacemente ricostruito l’ambiente di vita degli organismi del passato, con particolare riferimento al Cretaceo superiore. In esso è confluito, infatti, il materiale rinvenuto durante gli ultimi de-

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cenni nelle numerose cave aperte sul vicino Monte Loffa. Tra gli strati della “Pietra di Prun”, conosciuta come “Pietra della Lessinia” o “lastame”, si è conservata una ricca fauna di vertebrati marini (pesci, cheloni, rettili marini, ammoniti ed echinidi), molti dei quali rinvenuti e oggi in esposizione. Tra i reperti figurano tre pezzi di eccezionale pregio: il fossile di uno squalo di oltre 5 metri appartenente alla specie Cretoxyrhina ed estratto in ottimo stato di conservazione nel 1975, la tartaruga Protosphargis veronensis lunga più di 2 metri e infine un altro squalo, il Ptychodus latissimus, anch’esso uno splendido esemplare in cui sono visibili tutti i corpi vertebrali, i denti e addirittura alcuni lembi di cartilagine mineralizzata della regione craniale. Il museo offre inoltre particolari proposte, visite guidate alla scoperta del territorio accompagnate da dei laboratori didattici sulla scheggiatura della selce, sulla riproduzione di fossili, e su una serie di nuovi laboratori incentrati sullo studio del mondo preistorico in Lessinia.


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