Il cai a reggio calabria

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Filippo Arillotta

Il CAI a Reggio Calabria

978-88-88867-45-8

80 ANNI DI AMORE PER LA MONTAGNA a cura di Filippo Arillotta Il CAI a Reggio Calabria

€ 18,00 (i.i.)

80 ANNI DI amore PER LA MONTAGNA

Un giorno del 1932, un gruppo di giovani reggini appassionati della montagna decisero di riunirsi per dare sfogo a questa passione attraverso la forma dell’associazionismo organizzato. Scelsero così di dare vita alla Sezione di Reggio Calabria del Club Alpino Italiano, che prenderà il nome dalla Montagna che tutti i reggini conoscono: la Sezione “Aspromonte”. È l’inizio di una storia che ha attraversato decenni, dittature, guerre, crisi economiche e politiche. La storia di una passione che ha coinvolto generazioni di reggini giovani, meno giovani e non più giovani, allargando il suo orizzonte dalla pratica sportiva fino all’escursionismo, alla conoscenza e tutela dell’ambiente, all’educazione dei giovani. Oggi la Sezione Aspromonte, nel celebrare i suoi 80 anni di attività ininterrotta, rivolge lo sguardo anche al suo lungo cammino: un cammino non sempre facile, ma sempre con l’obiettivo di tutelare e vivere il grande patrimonio montano del lembo più meridionale della nostra penisola. Il CAI e l’Aspromonte: un amore che vive da ottant’anni.

CLUB ALPINO ITALIANO Sezione Aspromonte – Reggio Calabria

1932-2012

80° anniversario della fondazione

Kaleidoneditrice



CLUB ALPINO ITALIANO

Sezione Aspromonte – Reggio Calabria

1932-2012

80° anniversario della fondazione

IL CAI A REGGIO CALABRIA: 80 ANNI DI AMORE PER LA MONTAGNA a cura di Filippo Arillotta

Kaleidon


© Kaleidon di Roberto Arillotta casa editrice di cultura calabrese Codice ISBN 978-88-88867-45-8 A.D. 2013 www.kaleidoneditrice.it

Progetto grafico e videoimpaginazione

Kaleidon Redazione

Kaleidon Curatore editoriale

Alfonso Picone Chiodo Repertorio fotografico

Archivio CAI Sezione Aspromonte Chiara Demarta Felice Larocca Alfonso Picone Chiodo Teresio Valsesia Grafica di copertina

Claudia Barone Immagine di copertina

CamminaItalia 1999 Vallata delle Grandi Pietre. San Luca Stampa

Creative Artworks Group Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta dell’Editore.

L’attività dagli anni ‘80 ad oggi è stata interamente ricostruita dall’archivio della Sezione dalla socia Maria Grazia Buffon che ha curato la parte “Dagli anni ‘80 il nuovo impegno per la valorizzazione dell’Aspromonte”, “Il Sentiero Italia” e “Il Catasto Sentieri” Il socio Giuseppe Trovato ha curato il paragrafo “La stazione alpina Aspromonte del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico del CAI”


A Carlo Lo Presti, per molti anni segretario della Sezione e amorevole custode dell’archivio


1932~2012 CAI - Sezione Aspromonte 80° anniversario

I presidenti del Club Alpino Italiano sezione AsPROMONTE 1932

Antonio De Lieto (Fondatore)

1944

Bruno Labate

1951

Michele Barbaro

1961

Giuseppe Casoni Del Monte

1962

Federico Magnifico

1967

Amerigo Degli Atti

1969

Antonio Talia

1970

Aldo Vozza

1973 Raffaele Salutari

6

1976

Domenico Provazza

1979

Franco Cuzzocrea

1989

Gaetano Morisani

2002

Alfonso Picone Chiodo

2009

Alessandro Travia

2010

Antonino FalcomatĂ


Dalla Calabria al Monviso e ritorno (di U. Martini) 9 In alto i calici, il CAI fa festa (di A. Falcomatà) 11 LE ORIGINI DELla Sezione Aspromonte Le origini

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Dal dopoguerra agli anni ‘70 Le prime attività: il rifugio, le gite, i campeggi La gestione della montagna Le piste da sci L’attività sportiva: il “Trofeo dello Stretto” Il “Trofeo Aspromonte” L’incidente a Riccardo Virdia Gli anni ’70

29 34 39 44 49 58 63

Dagli anni ’80 il nuovo impegno per la valorizzazione dell’Aspromonte Gli anni ’80: l’impegno nell’escursionismo alla scoperta e valorizzazione delle risorse dell’Aspromonte Gli anni ’90: il Sentiero Italia, le prime sperimentazioni di sviluppo locale e l’istituzione del Parco Nazionale dell’Aspromonte

IL CAI A REGGIO CALABRIA. 80 ANNI DI AMORE PER LA MONTAGNA

Indice

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1932~2012 CAI - Sezione Aspromonte 80° anniversario

Gli anni 2000: l’impegno verso l’esterno, con l’educazione ambientale, la ricerca e le sinergie con le istituzioni per lo sviluppo del territorio

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La Sezione Aspromonte oggi Sempre più numerosi e propositivi 119 Organizzazione interna 123 Escursionismo 124 Alpinismo giovanile 128 La stazione alpina Aspromonte del Corpo Nazionale 131 Soccorso Alpino e Speleologico del CAI Conclusione 135 Soggetti istituzionali con i quali ha collaborato la 136 Sezione Aspromonte Organismi nei quali sono stati componenti i soci della Sezione Aspromonte 137 Pubblicazioni curate dalla Sezione Aspromonte 138 Cartoguide curate dalla Sezione Aspromonte 140 appendice Il Sentiero Italia Il Catasto Sentieri

143 153

Ringraziamenti 159

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N

on è dato sapere, anche se è assai probabile, se l’ingegner Antonio De Lieto, primo presidente e fondatore del CAI Sezione Aspromonte, in quel lontano 1932 si fosse ispirato all’azione di Giovanni Barracco, deputato calabrese che 69 anni prima fu al fianco di Quintino Sella nella fondazione del Sodalizio. Sicuramente sia la presenza di Barracco allora, che l’istituzione di una Sezione nell’estremo Sud dell’Italia peninsulare, servì a rafforzare quel filo unitario che legava idealmente gli appassionati di montagna di tutta Italia. La Sezione Aspromonte, pioniera in Calabria delle quattro presenti nella Regione – solo nel 1990 vennero costituite le Sezioni di Catanzaro e Cosenza e nel 1992 la Sezione di Castrovillari – ha operato grazie allo spirito di iniziativa, dedizione e forte volontà dei suoi quindici presidenti senza soluzione di continuità fino ad oggi, per 80 lunghi e difficili anni in una terra storicamente, socialmente e orograficamente assai complessa e tormentata. Spirito di iniziativa, ma soprattutto capacità di cogliere ed adeguarsi al mutare dei tempi, avendo ben presente e fisso l’obiettivo di promuovere, far conoscere e migliorare le condizioni, anche delle popolazioni, della montagna calabrese. Scopo questo pienamente realizzato e sintetizzato dal titolo del Convegno che venne organizzato nel 1990 “Sentiero Italia: dall’Aspromonte un passo verso l’Europa”. Impegno e risultato riconosciuto dalle autorità locali, come il Sindaco di San Luca che ebbe a dichiarare, a proposito della segnatura del sentiero, “in tal modo si favorisce l’attivazione di una

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dalla calabria al monviso e ritorno

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1932~2012 CAI - Sezione Aspromonte 80° anniversario

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nuova economia, legata alla riscoperta del territorio”: principio attualissimo che dovrebbe essere di esempio per le politiche nazionali e locali riguardanti la montagna. Ma non va dimenticato l’ulteriore passo avanti compiuto dalla Sezione Aspromonte. Perché dopo aver scoperto e reso praticabile il territorio, conteso alla ‘ndrangheta e portato all’attenzione europea, si è posto il problema della sua tutela ambientale. Basti pensare che la Calabria è, in Italia, una delle regioni capofila per numero di Parchi Nazionali presenti nel territorio: ben tre, Pollino, Sila e Aspromonte, quest’ultimo fortemente voluto e realizzato nel 1994 (grazie all’azione promotrice, insieme ad altre associazioni, svolta dalla Sezione a partire dal 1992 con il Convegno “Legge quadro sulle aree protette 394/91 e il Parco Nazionale dell’Aspromonte”). Attualmente numerosi sono i soci reggini presenti nelle istituzioni locali impegnate nella gestione del territorio. È quindi una Sezione che nella sua capacità di interpretare i tempi, anticipandone l’evoluzione, ha modulato le proprie attività in modo coerente alla Statuto sociale e alle necessità del territorio e della popolazione ove opera, svolgendo un grande servizio per i soci e per la collettività. Grazie quindi ai dirigenti attuali, e un riconoscimento seppur postumo a quelli del passato, per aver portato alto e diffuso il messaggio del Sodalizio ben oltre i confini locali dell’estrema propaggine continentale del Paese.

Umberto Martini

Presidente Generale Club Alpino Italiano


U

n gruppo di reggini, appassionati di montagna, 80 anni fa diede vita alla Sezione “Aspromonte” e il primo Presidente fu l’ingegnere Antonio De Lieto. Da allora molte cose sono cambiate mentre è rimasto immutato l’amore dei reggini per l’Aspromonte. La sezione reggina del CAI ha, da sempre, svolto opere meritorie a favore della montagna e più segnatamente di quella aspromontana. Oltre ad aver promosso attività turistiche, culturali, economiche e sport invernali, favorendo la nascita e lo sviluppo della località turistica di Gambarie di Santo Stefano in Aspromonte, ha avviato da oltre vent’anni, quindi ancor prima della nascita del Parco Nazionale dell’Aspromonte, una volontaria e meritoria opera di individuazione, pulitura e segnatura dei sentieri insieme alle associazioni escursionistiche G.E.A. e “Gente in Aspromonte”. Una pietra miliare della storia recente della Sezione “Aspromonte” è stata posta quando il Consiglio direttivo sezionale ha accolto la mia richiesta di ospitare nella nostra sede la giovane associazione escursionistica “Gente in Aspromonte”, fondata e presieduta da Alfonso Picone. Successivamente si avviarono, in sinergia, attività escursionistiche che trovarono inizialmente la massima espressione nella segnatura del Sentiero Italia nella vallata del Bonamico. Da allora è stato un crescendo e Alfonso è diventato, nel tempo, meritatamente un riferimento della sezione, grazie anche alla sua vitalità e alle competenze acquisite nel campo turistico-ambientale

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IN ALTO I CALICI, IL CAI FA FESTA

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1932~2012 CAI - Sezione Aspromonte 80° anniversario

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con la Cooperativa “Nuove Frontiere”, anche questa ospitata nella nostra sede. Intenso e appassionato è stato ed è il rapporto con l’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte. La storia del nostro Aspromonte e della nostra sezione vanno ricordati dal primo all’ultimo giorno, perché la dimensione di guardare in alto e lontano, ma anche dietro, ci appartiene da sempre. Ed è con questo spirito che i soci hanno celebrato l’ ottantesimo anno di fondazione della sezione, con un’ampia serie di eventi finalizzati alla promozione di iniziative di formazione di tipo etico- culturale e di studi dedicati alla diffusione della conoscenza dell’ambiente montano e delle sue genti nei suoi molteplici aspetti. Il 23 gennaio, ad “alzare il sipario” sulle iniziative previste, hanno provveduto i rappresentanti dello scoutismo, del Corpo Forestale dello Stato e del Parco dell’Aspromonte, che hanno dato vita ad una tavola rotonda sul tema “Campeggio e bivacco nel Parco nazionale dell’Aspromonte”. Tale tematica nasce dai limiti che l’istituzione e il regolamento del Parco dell’Aspromonte pongono al campeggio e al bivacco nelle aree tradizionalmente vocate e utilizzate negli anni soprattutto dagli scout reggini e non. Nel mese di febbraio, in collaborazione con una nota marca di GPS, è stato realizzato un corso formativo e un successivo incontro anche con i non soci sull’uso del GPS in montagna. È stato un momento importante, anche per riflettere sull’orientamento e la sicurezza in montagna. Il primo week end di agosto ha visto la sezione impegnata sulla cima più alta dell’Aspromonte, dove è stata realizzata una manifestazione dal titolo “Ricordiamoli a Montalto”, nell’ambito della quale è stata celebrata una Santa Messa per ricordare i soci che ci hanno preceduto nelle


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camminate sulle montagne “celesti”, ed è stato proposto di intitolare una strada al socio Riccardo Virdia perito nel soccorrere degli sciatori infortunati. Successivamente è stata realizzata la risalita del Monte Bianco. Questa e altre attività alpinistiche saranno documentate con una mostra. Quindi, in occasione della presentazione di questo libro, riguardante la storia della sezione, insieme al Presidente Generale del Club Alpino Italiano, Umberto Martini, e al Vicepresidente, Goffredo Sottile, già Prefetto di Reggio Calabria, che attualmente ci onora con la sua appartenenza alla Sezione “Aspromonte”, si ripercorreranno brevemente le tappe più significative di questi primi ottant’anni di attività sezionale e si evidenzieranno i risultati raggiunti e gli obiettivi per il futuro. Nello stesso mese sarà allestita una mostra “80 anni di passione”, un percorso emozionante che riproporrà, con il prezioso contributo di immagini, alcune inedite, la figura e il lavoro del socio lungo questi ottanta anni di vita della sezione. Invito ad innalzare i calici gli associati reggini che considerano l’80° compleanno della sezione non un traguardo, bensì una prestigiosissima tappa che porterà una nuova ondata di novità ed entusiasmo.

Antonino Falcomatà Presidente del Club Alpino Italiano Sezione Aspromonte di Reggio Calabria

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Le origini della Sezione Aspromonte


1932~2012 CAI - Sezione Aspromonte 80° anniversario

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I

l CAI di Reggio Calabria è una solida realtà associativa, presente in città ormai ininterrottamente da 80 anni. Dunque si può dire, a buon diritto, che sia la più longeva associazione reggina, e noi qui vogliamo tratteggiarne la vita, ripercorrendone i momenti significativi che ne hanno segnato il percorso.


Un giorno, un gruppo di pionieri reggini decise di dare sfogo alla loro passione per lo sci e la montagna fondando la sezione cittadina del CAI. Si era in piena epoca fascista, e il CAI fu una delle poche associazioni sfuggite alle esigenze del regime di inquadrare tutte le attività fisiche e, conseguenzialmente, associative, in una forma di fiancheggiamento ideologico. Il CAI infatti era nato all’indomani dell’Unità d’Italia, nel 1863, da un’idea di alcuni nobili piemontesi amanti dell’alpinismo, ed ebbe come suo primo presidente Quintino Sella. L’idea venne durante una ascensione dello stesso Sella sul Monviso, dove ebbe luogo la fondazione

ideale. Ed è rilevante, qui, che lo stesso Sella volesse accanto a sé, in questa opera che intendeva riunire idealmente gli appassionati della montagna di tutta Italia, Giovanni Barracco “onde venisse a rappresentare l’estrema Calabria, di cui è oriundo e deputato”. L’idea fondante del CAI era (ed è) quella di diffondere l’amore per la montagna, avendo “per iscopo l’alpinismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza e lo studio delle montagne, specialmente di quelle italiane, e la difesa del loro ambiente naturale” (Statuto CAI, articolo 1). La sua autorevolezza, la sua assoluta indipendenza, consen-

Le origini delLA SEZIONE ASPROMONTE

Le origini

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La Sezione Aspromonte di Reggio Calabria ebbe origine nel 1932, dall’intuizione di alcuni appassionati reggini della montagna; in particolare, i giovani fondatori condivisero l’amore per la neve, che in Aspromonte è sempre stata copiosa. In quegli anni la situazione sociale ed economica della città non era delle più floride. C’era un diffuso, sensibile ristagno delle principali attività produttive, anche in considerazione del fatto che i grossi impegni edilizi che avevano caratterizzato i decenni

precedenti, legati alla ricostruzione dopo il disastroso terremoto del 28 dicembre 1908, erano stati portati a termine; la città non era più il febbrile cantiere di una volta, e questo si ripercuoteva pesantemente in ogni settore. Anche la produzione agricola, che dalle campagne circostanti rovesciava sui mercati rionali grandi quantità di frutta ed ortaggi, doveva fare i conti con una rete commerciale che tendeva a diventare sempre più nazionale e quindi più competitiva. L’unico ceto che dimostrava di avere larghi margini di autonomia economica era quello ‘a reddito fisso’: una fetta di popolazione che aveva avuto un grande sviluppo come conseguenza-beneficio della profonda trasformazione sociale determinata dall’incremento del settore impiegatizio. Proprio dall’in-

Le origini delLA SEZIONE ASPROMONTE

tirono quindi al CAI di sfuggire alle restrizioni previste nei confronti di tutti quei movimenti associativi che non fossero nati col Fascismo o comunque inquadrabili nei fini della dittatura.

Prima gara di sci di fondo in Aspromonte. Gambarie, 16.01.1936

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Riproduzione di una tessera sociale e di un bollino di rinnovo

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contro fra la borghesia agraria reggina e la classe degli impiegati, nacque quella nuova realtà sociale che ebbe come testimonianza anche la costituzione del nostro CAI. L’originalità dell’idea era quella di trasformare la neve da risorsa economica in occasione di svago, per incentivare l’attività fisica, in linea anche con l’ideologia dinami-

stica che spopolava all’inizio del ‘900, grazie al movimento futurista che era il più amato dai giovani, tanto da farne l’ideologia cardine del movimento fascista, allora al potere da dieci anni. Tuttavia l’azione del CAI fu assolutamente priva di qualunque connotazione politica, tanto è vero che, al contrario di altre società sportive, legate e funzionali al Partito Fascista, il CAI reggino si mosse sempre sulle linee di uno spontaneo e genuino volontariato, oltre a costituire occasione per riunire giovani che potessero comunque supportare, dal di fuori, le iniziative a favore della montagna. Di questi tempi pioneristici resta vivo il ricordo in uno dei soci più anziani, il dottor Placido (Dino) Geraci, socio fin dal 1937. Egli, recentemente scomparso, ricordava che:


… in quegli anni la sera di sabato si andava a “ prendere un camion, proprietà di un amico dell’allora presidente Labate, lo si preparava mettendovi delle panche per potersi sedere lungo il tragitto, e la domenica mattina presto si partiva alla volta di Gambarie. Con lo stesso camion trasportavamo, qualche volta, le poche suppellettili che ci servivano per attrezzare il rifugio. Le esigenze erano semplici, e bastavano poche cose; ricordo, ad esempio, che una volta portai in bicicletta, dall’Amministrazione Provinciale, una stufa per il riscaldamento in terracotta (mi pare che fosse di quel materiale, perché ricordo che mi macchiò di rosso il giubbotto), fino alla sede del CAI che allora era presso il negozio del presidente Labate.


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L’ispirazione era stata data dalla grande montagna di Reggio che, regolarmente innevata di inverno, era da secoli sfruttata per la produzione della neve da ghiaccio: infatti, in assenza di ghiacciaie, tutte le popolazioni della montagna erano use scavare profonde buche che rivestivano con foglie di felce in estate, che durante l’inverno si riempivano di neve pressata; così era facile poi salire al disgelo e discendere con i muli carichi di questa neve, che veniva utilizzata per produrre sorbetti per le mense dei ricchi di Reggio e anche della vicina Messina, oltre che per essere sciolta nel vino che veniva servito nelle classiche “putìe” che, per l’appunto, esibivano una frasca come insegna e indicazione di vino “innevato”. L’altra grande fonte di profitto che proveniva dalla montagna era data

dai suoi grandi boschi e dal legname e dal carbone che se ne producevano: pertanto intere comunità vivevano su questo commercio che procurava buone ricchezze. Il centro principale era Santo Stefano in Aspromonte, che prendeva nome dalla abbazia di Santo Stefano del Bosco, il principale centro economico e religioso del circondario. Come già scritto, erano pure gli anni della dittatura fascista, che nel quotidiano si concretizzava in una organizzazione capillare dei giovani, dai Figli della Lupa di sei anni nella GIL, ai goliardi del GUF e dei Littoriali della Cultura, agli atleti dei Ludi Juvenilia. Ma a Gambarie l’ANAS costruì una comoda Casa Cantoniera, che diventò subito il punto d’incontro dei ‘volandieri’ con gli sci in spalla. La montagna, quindi, era da


Le origini delLA SEZIONE ASPROMONTE

tempo popolata e frequentata; la passione sempre più crescente per l’attività fisica, come detto, fece il resto. Proprio nel territorio di Santo Stefano i nostri padri fondatori vollero creare le prime strutture moderne per la pratica dello sci. Fu infatti loro cura, appena costituitisi, chiedere al podestà di Santo Stefano in Aspromonte la possibilità di tracciare delle piste in località Gambarie, sita nel territorio del Comune suddetto. La richiesta è del 1936, ma di essa nell’archivio del CAI non c’è traccia. Tuttavia vi si fa riferimento in una lettera del 1951, in cui il CAI fa presente che il podestà dell’epoca aveva autorizzato il taglio di alcuni alberi per prolungare la pista esistente (nel 1936!) fino alla “Punta dello Scirocco”. La vendita del legname sarebbe stata

impiegata proprio per finanziare i lavori necessari. Allegata alla raccomandata c’è anche la copia della delibera podestarile, che conferma come essa sia stata assunta dal podestà di Santo Stefano, prof. Michelangelo Romeo, in data 3 ottobre 1936.

Trasporto del carbone dall’Aspromonte

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Delibera del Comune di Santo Stefano in Aspromonte che autorizza nel 1936 il taglio di piante per prolungare la pista da sci

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al fatto che i suoi soci costituenti erano parte della componente più attiva e colta della città; da questo momento Gambarie e il CAI costituiranno due realtà inscindibili, che cresceranno insieme. La richiesta al podestà di Santo Stefano, tuttavia, restò senza risposta; in linea di massima, il sogno di potere svolgere attività organizzativamente all’altezza di altre realtà nazionali non potè al momento avere seguito. I giovani sciatori del CAI Reggio continuarono, fino allo scoppio della 2^ Guerra Mondiale, a recarsi autonomamente nella nostra località, per dare libero sfogo alla propria passione, senza però poter fruire dei necessari servizi.

Le origini delLA SEZIONE ASPROMONTE

L’intervento, continua nella lettera il presidente dell’epoca, l’on. Michele Barbaro, era stato parzialmente effettuato, salvo essere interrotto per “la situazione internazionale” che “stornò poi l’attenzione su altri problemi connessi con l’economia e la difesa della Nazione”. È quindi grazie all’opera del CAI che Gambarie nacque come località vocata allo svolgimento di attività sportive invernali: proprio a partire dagli anni ’30, infatti, iniziò il popolamento di questa località da parte di famiglie reggine, complice anche l’iniziale diffusione di mezzi da trasporto più veloci, che consentivano di raggiungere Gambarie, più o meno comodamente, in tempi ragionevoli. Il CAI diede sicuramente un forte impulso all’uso della “montagna di Reggio”, grazie proprio

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Ringraziamenti In conclusione di questo lavoro, devo citare qui in particolare alcuni soci della Sezione Aspromonte di Reggio Calabria Maria Grazia Buffon, Alfonso Picone Chiodo, Rosalba Tripodo e Giuseppe Trovato. A tutti loro il ringraziamento da parte mia e dell’Editore per la preziosa collaborazione nella ricerca e nella comprensione di questa realtà associativa complessa e ricca. Una menzione particolare voglio poi dedicare a Tommaso Virdia, geloso custode della memoria del padre, Riccardo, che ha entusiasticamente messo a nostra disposizione l’archivio fotografico della famiglia. Infine, un ringraziamento va comunque a tutti coloro che, malgrado le varie vicissitudini attraversate dal materiale d’Archivio, come una guerra, un incendio e diversi cambi di sede, hanno sempre avuto cura di conservare e tutelare la maggiore quantità possibile di materiale. è possibile che alcune carte importanti, come ad esempio gli atti costitutivi, fossero stati conservati proprio per tutelarli in forma separata dal resto, e che poi, per qualche motivo, non siano più stati reinseriti fra gli altri originali. L’Archivio del CAI di Reggio Calabria costituisce una grande risorsa per la ricerca storica sulla società reggina ed italiana. Lo scopo di questo libro è quindi anche quello di suggerire, a chi avesse documenti di ogni tipo, di fornirne anche copia alla Sezione, affinché la memoria torni a ricostituirsi.


Finito di stampare nel maggio 2013 presso la Creative Artworks Group per conto della Casa Editrice Kaleidon di Roberto Arillotta

Kaleidon casa editrice di cultura calabrese via Locri 3 I-89128 Reggio Calabria tel/fax (+39) 0965 324 211 libro@kaleidoneditrice.it www.kaleidoneditrice.it


Filippo Arillotta

Il CAI a Reggio Calabria

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80 ANNI DI AMORE PER LA MONTAGNA a cura di Filippo Arillotta Il CAI a Reggio Calabria

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Un giorno del 1932, un gruppo di giovani reggini appassionati della montagna decisero di riunirsi per dare sfogo a questa passione attraverso la forma dell’associazionismo organizzato. Scelsero così di dare vita alla Sezione di Reggio Calabria del Club Alpino Italiano, che prenderà il nome dalla Montagna che tutti i reggini conoscono: la Sezione “Aspromonte”. È l’inizio di una storia che ha attraversato decenni, dittature, guerre, crisi economiche e politiche. La storia di una passione che ha coinvolto generazioni di reggini giovani, meno giovani e non più giovani, allargando il suo orizzonte dalla pratica sportiva fino all’escursionismo, alla conoscenza e tutela dell’ambiente, all’educazione dei giovani. Oggi la Sezione Aspromonte, nel celebrare i suoi 80 anni di attività ininterrotta, rivolge lo sguardo anche al suo lungo cammino: un cammino non sempre facile, ma sempre con l’obiettivo di tutelare e vivere il grande patrimonio montano del lembo più meridionale della nostra penisola. Il CAI e l’Aspromonte: un amore che vive da ottant’anni.

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