Juggling Magazine #51 - june 2011

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Apripista, festival del circo contemporaneo

Les Colporteurswww.lescolporteurs.com foto di Jean-Pierre Estournet

Agathe Olivier e Antoine Rigot si incontrano giovanissimi presso l’Ecole Nationale du Cirque Annie Fratellini nel 1979. Lui è un clown, lei funambola, e per seguirla sul filo Antoine si avvicina al funambolismo. Insieme creeranno un duetto sul filo che gli varrà nel 1983 una medaglia d’argento al Cirque de Demain e un ingaggio biennale al Circo Roncalli. Dal 1985 al 1988, partecipano alla creazione del Cirque du Soleil e in numerose produzioni, compresa La Volière Dromesko con la quale dal 1990 girano per quattro anni l’Europa. L’impegno artistico di Agathe e Antoine non conosce soste, si susseguono così la ricerca di artisti amanti del filo, laboratori di ricerca e di creazione, premi di prestigio, fino a quando nel 1996 fondano Les Colporteurs e fanno costruire un tendone dove cullare i propri sogni. La loro prima creazione Filao, ispirata al romanzo di Italo Calvino Il Barone Rampante unisce circo, teatro, danza e musica e gira in Francia e all’estero fino al 2000, anno in cui Antoine subisce un grave infortunio, che gli impedirà in seguito di esibirsi. Egli rimarrà però legato e attivo all’interno della compagnia come attore-musicista e, soprattutto, regista. Le produzioni

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della compagnie si succedono con successo negli anni. Dalla collaborazione con Giorgio Barberio Corsetti nascono Le Metamorfosi e Animali, Uomini e Dei. Parallelamente vedono la luce Diabolus in Musica, liberamente ispirato da Mikhail Bulgakov, e L’Apero-Cirque, spettacolo itinerante nella regione di Ardèche, il cui tour determinerà a Bourg-Saint-Andéol la fondazione nel 2008 della Maison des Arts du Clown et du Cirque. Intanto Antoine, sollecitato da giovani funamboli che gli chiedono una trasmissione delle sue conoscenze sul filo, crea le Fil sous la Niege, uno spettacolo per solo filo e funamboli, giocato su una struttura appositamente realizzata e ancora in tour dopo più di 200 rappresentazioni in Francia e all’estero. Nel frattempo Agathe diventa insegnante al Centre National des Arts du Cirque à (Châlons-en-Champagne) e all’Académie Fratellini (St Denis). Nel 2007, una struttura-scultura di tre fili tesi, battezzata Stella, accoglie un repertorio di forme brevi e nel 2009, Antoine vi si cimenta con un progetto intimista Sur la route… in cui la sua ricerca e determinazione re-inventa un linguaggio che gli permetta di proseguire la sua carriera come artista.

Abbiamo chiesto ad Antoine Rigot di raccontarci della loro passione per il filo, della genesi dello spettacolo “Sur la Route”…, di se stesso… a cura di A.R.

In effetti, ciascuno di noi ha scoperto il filo a modo suo e quasi per caso. Si scopre che il corpo come la mente ama la sensazione di equilibrio e quando si inizia a gustarla, diventa difficile farne a meno! Vi ricordate il giorno che avete tolto le rotelline stabilizzanti alla vostra prima bicicletta! Abbiamo così scoperto quello che poteva essere fatto sul filo: capriole, oppure camminare con gli uccelli attraverso le nuvole, o ancora incontrare una donna, o un uomo sullo stesso filo e cercare insieme le più belle soluzioni per incrociarsi senza cadere… Poi un giorno, ci rendiamo conto che ognuno di noi cerca, anche inconsapevolmente, di essere funambolo delle propria vita! Che potente metafora evoca la fragilità dell’equilibrio su un filo! Tutto questo significa che siamo ancora innamorati di questo gioco, l’arte del filo… Oggi, i nostri pensieri sono rivolti all’essere umano, e questo anche a causa della nostra esperienza dopo il mio incidente. Come continuare a vivere, artista fisico in un corpo ferito? Dove è il mio posto? Lo so che esiste. Io non voglio mostrare il mio corpo ferito, ho voglia di ballare. Voglio esistere nella sua bellezza nuova e diversa. Voglio inventare il linguaggio strano del mio nuovo corpo. Mi sento sempre un uomo di circo. In questo duetto creato con Sanja Kosonen, i personaggi di Edipo e Antigone, ci permettono di andare oltre la mia storia, di simboleggiare le forze straordinarie messe in gioco in tutti questi anni. La nostra preoccupazione è quella che noi chiamiamo uomo dimenticato, che viene maltrattato dalla nostra società, da un sistema individualistico di arricchimento personale a scapito di altri… Abbiamo creato un diritto di “discorso spettacolare” che vogliamo utilizzare! Non mi sono mai posto la domanda se smettere o continuare il lavoro dopo il mio incidente, così come sapevo che mi sarei rimesso in piedi, ma senza poter camminare come prima. Ero determinato e non ero solo, Agathe è stata con me in questa battaglia fin dal principio e ogni giorno la compagnia mi ha sostenuto e difeso il progetto... È così che il racconto dello spettacolo, e la ricchezza umana, “i suoi valori calpestati” riemergono. E siccome sono in ballo le mie sensazioni personali, devo dire che ho ritrovato attraverso il mio “nuovo corpo” le sensazioni di equilibrio, mi sono rimesso a ballare, giocare, regalando molto piacere all’uomo di circo e di spettacolo che sono!


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