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Subliminati Corporation subliminati.corp@gmail.com
a cura di Lorenzo Mastropietro
foto di Fredy Tornberg
Sarà che a volte le idee che nascono per scherzo col tempo trovano la sua logica, il suo posto su un palco, il loro senso in un discorso ragionato. È quasi trascorso un anno e mezzo da quando abbiamo deciso di andare avanti con questo progetto in una mariera più seria, anche se le idee sono arrivate molto prima, più esattamente durante la nostra formazione al Lido. Tra svariate azioni poetiche e terroristiche durante i due anni di scuola, un piccolo gruppo di studenti inizia a rivendicare questi eventi con il nome di Subliminati, una corporazione segreta che si riuniva nella soffita della scuola per organizzare i propri happening. Chiaramente (e per fortuna) la formazione non dura in eterno, e una volta finita ci rendemmo conto che anche senza soffita dovevamo continuare. Al termine di un percorso formativo in una scuola, il cammino verso il mondo “professionale” è un periodo delicato e per poter far ognuno la propria esperienza ci siamo presi un anno di tempo, chi per viaggiare, chi per sperimentare e chi per lavorare… ma alla fine tutte le strade intraprese ci riportarono a voler continuare ad essere la Subliminati Corporation.
Per gusti e esperienze comuni ci rendemmo conto che sapevamo molto bene quello che non volevamo fare, arrivare a quello che veramente volevamo dire non sarebbe stata nessuna passeggiata o una creazione veloce di qualche settimana. Si parte con durezza, uno spirito punk, una specie d’anticonformismo per quello che vediamo e che sentiamo sia come artisti in scena, sia come persone nella vita di tutti i giorni. È proprio dal quotidiano dove prendiamo spunto, da quello che vediamo, ma sopratutto da quello che non vogliamo vedere. Puo sembrar facile ridere di qualcuno fin che non ti trovi nei suoi panni, finchè non inizi a sentire il suo dolore, le sue paure e i suoi limiti. Parliamo di quelli che qualcuno chiama brutti, di quelli che non vediamo e sentiamo, di quelli che cantono “allegria” a denti stretti, che non piroettano sotto il tendone ma che ci strisciano con la faccia a terra, di quelli che ti fanno ridere per le proprie miserie che alla fin fine non sono troppo divertenti. La risata gioca un ruolo fondamentale nella nostra ricerca, non per il suo momento folgorante ma per quello che è capace di creare, per quello che ci resta dopo aver riso, un semplice momento di fragilità e d’onestà, un momento per capire che forse non valeva troppo la pena ridere, forse un momento dove inizi a interrogarti su te stesso e sul tuo ruolo come spettatore. Non c’è moralismo, diciamo che è pura esperien-
za, ci si puo incarnare in un presidente che si schianta per salvare le balene dalla crisi, nella donna oggetto e nei suoi abusi da show-business, nell’immigrato che cerca la sua indentità in un Europa che senza Euro non sarebbe Europa, piena di frontiere per un clown senza passaporto, ci si può ritrovare a gridare hallelujah insieme ad altre 500 persone e non credere in nessun dio. Forse questo non spiega troppo ma dovrebbe dare almeno un colore all’universo della Subliminati Corporation. Attualmente stiamo lavorando sulla creazione dello spettacolo, è già esistente una forma corta di 30 minuti e un Cabaret dei nostri numeri da solisti, ma verso la fine dell’estate prossima contiamo di portare in sala uno spettacolo più completo di un’ora. JTCE è stato un ottimo aiuto e un ottimo trampolino sia dal punto di vista artistico sia professionale, abbiamo incontrato sostegno e interesse da svariate strutture e artisti, in Francia e all’estero, un ottimo confronto con una delle realtà del circo contemporaneo in europa. Speriamo di poter portare lo spettacolo in Italia nelle prossime stagioni e speriamo di aver creato un poco di curiosità nei lettori di Juggling Magazine nel seguire gli sviluppi della Corporation (a loro rischio e pericolo). Su di noi un giorno un critico scrisse “è grezzo, doloroso, brutto e un po’ affascinante” , “un po`affascinante” se lo poteva tenere, il resto a noi piace... e a voi? j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 4 9 d i c e m b r e 2010
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