Jug n. 38
20-03-2008
14:33
Pagina 26
di Gioacchino Paci gacpaci@virgilio.it
Università Scienze Motorie di Tor Vergata, Roma
IIPunto
foto di Adolfo Rossomando
Il processo formativo definisce un procedere all’interno del generale processo educativo (teso cioè all’e-ducere: tirar fuori) che evidenzierà quanto di interiore esiste nella persona e la sua potenzialità verso la società in cui agisce. La formazione della persona passerà attraverso una base essenziale e determinante caratterizzata dalla famiglia e dalla scuola: prima in forma passiva e poi sempre più criticamente, vengono a “formarsi” i principali approcci culturali verso l’ambiente in cui si vive ma soprattutto viene a definirsi il fondamentale rapporto con se stesso. La famiglia e la scuola determinano una parte fondamentale degli aspetti affettivi, psicologici e, cosa che più ci interessa in queste sommarie riflessioni, determinano l’approccio positivo o negativo verso le problematiche “cognitive”. La tensione verso il proprio “procedere educativo”, la voglia di sapere, l’autovalutazione e la ricerca di una ipotetica perfezione del proprio operato, sono tutti aspetti che rientrano nella sfera cognitiva. Spesso, nei corsi di formazione, affermiamo che non è importante che i genitori leggano dei libri, molte sono le strade di una individuale formazione, non sempre e non per tutti è necessario leggere molto; di contro, quegli stessi genitori devono avere nella loro casa una libreria ben fornita, anche di libri mai letti e che mai leggeranno; infatti il loro bimbo deve crescere osservando l’esistenza di una cultura che si trova lì, a portata di mano; quella libreria, ancora non letta, già definisce uno stato culturale avanzato perché consente di riconoscere l’esistenza di un sapere ancora non conosciuto.
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Via via, la formazione diviene sempre più cosciente, gestita ed organizzata: la scelta degli studi superiori ed universitari; l’approfondimento degli argomenti trattati; la disposizione alla frequenza di corsi tematici. Quale sia il rapporto tra spinta interiore ed ambiente nel determinare la volontà di gestire la propria formazione è impossibile da affermare; pensiamo comunque che l’influenza ambientale possa essere estremamente significativa, mentre i presupposti genetici possono essere molto secondari nella nostra società, date le enormi sollecitazioni alle quali tutti siamo oramai sottoposti. Con l’entrata nel mondo del lavoro la formazione deve essere organizzata a priori, nella volontà di accrescere le conoscenze specifiche e per instaurare una dialettica intellettuale con se stessi: quello che so è giusto? può essere ottimizzato? esistono altre strade ugualmente valide? Anche se non praticabili dalle mie caratteristiche? quali possibili “inquinamenti” posso praticare per rompere gli automatismi oramai stabilizzati nelle mie metodiche? L’aspetto più affascinante nella formazione è quello per cui un giocoliere per migliorare deve sperimentare l’equilibrismo, di contro, l’equilibrista deve confrontarsi con la giocoleria; per raggiungere uno stato superiore di conoscenza occorre conoscere e trovare spunto dall’opposto, perfino dall’errore e dalla capacità a sbagliare volutamente. I passi compiuti dal variegato mondo delle arti circensi sono enormi. Enormi sono anche gli spazi conquistati da questa fantastica cultura dell’impossi-