Juggling Magazine #82 - march 2019

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FESTIVAL DU CIRQUE DE MONTE CARLO 16/26 GENNAIO 2019 WWW.MONTECARLOFESTIVAL.MC

Foto di Manuel Vitali/Michael Alesi Direction de la communication du Gouvernement Princier di Raffaele De Ritis

Il ruggito del puro circo Un po’ Oscar, Olimpiadi, panettone di Natale. Non c’é circo più famoso. È ormai l’unica pista che resta al mondo perfettamente circondata da quasi cinquemila occhi (si, non ce ne sono più, di platee di puro circo così grandi, nella geometria intensa tra artista e spettatore); in una tenda semistabile, simbolica nell’evocare la dualità tra la precarietà ingrata del viaggio e la solidità culturale dei circhi fissi di un tempo. Spazio netto e spietato, un’orchestra incombente dall’alto, la densa terra dorata che può impastarsi al sangue; dove non servono parole per rivendicare i bisogni della sperimentazione né la retorica delle tradizioni. Qui, da mezzo secolo, le definizioni crollano davanti alla potenza universale di una forma d’arte. In due show di selezione (replicati due volte) il rideau di velluto riversa i colori di duecento artisti e, con etica rigidissima, ogni genere di animale, in tutte le forme di circo esistenti. Insomma, puoi

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esibirti a Monte Carlo se sai sedurre in una manciata di minuti migliaia di occhi intorno a te: e del resto, cos’altro é, il circo? E poi, per chi pratica o frequenta il mestiere, é la poderosa aggregazione annuale del settore: non esiste sul pianeta un appuntamento più frequentato dagli operatori. Per sentirsi vivi, a raccontarsi com’é andata la stagione in Norvegia prima di andare in Messico; a conoscere facoltosi impresari orientali con circhi incredibili e mai sentiti, o comitive di veterani americani (c’era anche un anziano pronipote di Barnum); a scambiarsi idee su come sopravvivere con o senza elefanti; a Scintilla storica di una rinascita seguire il talk sull’ultiMonte Carlo é stato forse il motore decisivo anche alla mo collettivo ungherenascita del “nouveau cirque”. Il Principe regnante Rase di ricerca, o una senieri III (1923-2005) nel 1974 fondò l’evento (fin da raduta di etologia veterigazzo visitava costantemente i circhi del mondo), con naria con giovani tigri. una rarissima capacità di visione a lungo termine. Intuiva di dover attrarre l’attenzione dei governi vicini sulla decadenza di un settore, sparigliando nel proporre una formula spiazzante: un festival di circo (non ne esistevano altri). Tale segno avrebbe dovuto porre l’attenzione sul bisogno di scuole, la circuitazione delle compagnie, lo sguardo prestigioso della televisione, sovvenzioni, sensibilità nell’accogliere i tendoni; l’apertura circense tra culture del mondo ancora isolate. Un capo di Stato poteva riuscirci. E questo avvenne. Ministri, funzionari italiani e francesi iniziarono a frequentare il

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