Juggling Magazine # 94 - march 2022

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Con il sostegno di

EDITORIALE

Veronika Goroshkova @ [Raw Art], Kiev, Ucraina ph Taras Pozdnyakov

bollettino informativo dell’Ass. Giocolieri e Dintorni Pubblicazione trimestrale Anno XXV, n. 94, marzo 2022 Registrazione Tribunale di Civitavecchia n. 9 del 21 novembre 2002 Associazione Giocolieri & Dintorni viale della Vittoria, 25 00053 Civitavecchia (RM) h jugglingmagazine.it h progettoquintaparete.it e jugglingmagazine@hotmail.com f 0766 673952 m 340 6748826 Direttore responsabile Marcello Baraghini Direttore editoriale Adolfo Rossomando Content Manager Valentina Barone Social Media Manager Stefania Grilli Grafica e impaginazione Studio Ruggieri Poggi h ruggieripoggi.it m 339 5850916 Distribuzione CPC Logistica t 0761 275776 Stampa Pixartprinting Finito di stampare il 20 marzo 2022 In copertina Convention Brianzola 2019, foto di Giada Calamida

In casa JM non sembrava vero di poter inaugurare il XXV anno di pubblicazione nel clima fiducioso che una minore stretta della pandemia stava generando. Dopo le cancellazioni di Montecarlo e del Cirque Du Demain la stagione cominciava a mostrare segni di ripresa e non ci eravamo lasciati sfuggire la possibilità di seguire dal vivo alcuni dei primi festival internazionali, incluso il tradizionale anno intermedio del BIAC e un’edizione di Circumnavigando dedicata in gran parte alla giocoleria contemporanea, oltre a Smells like Circus e festival UP, destinati questi al prossimo numero, tutti seguiti da Valentina Barone, nostra reporter d’eccezione. Con le migliori intenzioni e speranze abbiamo preparato per JM94 un gustoso menù: ampio spazio alla giocoleria (ogni tanto Juggling Magazine rivela alcune delle sue profonde radici!) così come ai legami tra arte e ingegno, che caratterizzano alcune tra le più conosciute compagnie del settore. Nuove collaborazioni, con TG Juggling e la FNAS, si affiancavano a quelle già avviate con UOU e OCA DOC, per spazi e contenuti su JM da loro curati. E poi le riflessioni su temi di attualità a cura di Raffaele De Ritis per Astley’s Place, o quelle sull’internazionalizzazione delle carriere esplorate dal progeto Bra-vo! Confermato anche uno spazio attento agli sviluppi della magia, firmato dall’instancabile Giorgio Enea Sironi. Senza tralasciare le testimonianze, tutte al femminile, di “direttore” artistiche ed “eclettiche” giovani artiste. Inoltre eravamo pronti come “megafono” della bella iniziativa dello Youth Forum Circosfera, che nel 2022 Anno Europeo dei Giovani, parte con un intenso ciclo di attività dedicato ai giovani nel/del circo. Ci eravamo spinti perfino nella Kamtchatka, insieme all’antropologa Nastassja Martin, alla ricerca liberatoria del nostro spirito più selvaggio. Insomma, ci sembrava di aver preparato ancora una volta, e con rinnovato entusiasmo, un croccante mix di qualità per i nostri amati lettori e per il settore del circo tutto. Poi, come già avvenuto per l’11 settembre, arriva uno di quei giorni che cambia il corso della storia, e dal 24 febbraio, a tavola già imbandita, ci siamo risvegliati in un mondo dove la guerra prevale ancora una volta sulla pace, perfino nel cuore dell’Europa. Interi popoli gettati, senza soluzione di continuità, dalla morsa e dal dolore di una crisi sanitaria all’orrore e la disperazione di una crisi bellica, con buona pace della crisi climatica ed

ecologica, la cui soluzione questo conflitto contribuirà ad allontanare. Ormai pronti per andare in stampa troviamo appena il tempo di aggiungere in apertura un fascio di fiori, nella forma di un tributo al prestigioso circo ucraino, con l’appetito ormai bloccato. Gli sviluppi di questa triste pagina della storia, e le sue ripercussioni sul nostro amato circo, li scopriremo insieme a voi, giorno dopo giorno, sperando di poter raccontare un mondo migliore sul prossimo numero di JM. Adolfo Rossomando direttore editoriale Juggling Magazine


Housch ma Housch ph Sasha Tordushnikova

Kyiv National Circus ph Chernobrovin

Duo Iroshnikov

Anatoly Zalewsky

Il circo in Ucraina affonda le sue gloriose radici nel tempo, attraversando le epoche del passato, influenzata negli ultimi secoli dallo stretto legame culturale e politico con la Russia e costellando di stelle il firmamento circense fin dall’ ‘800. Il circo di oggi in Ucraina, oltre a vedere una rinascita delle sue matrici classiche, ci ha regalato anche una generazione di giovani talenti e strutture che hanno fatto scelte artistiche diverse, portando nuova linfa al circo ucraino e mondiale. Sterminata è la lista di artisti ucraini impegnati in tournè, festival o spettacoli stabili nei maggiori eventi e appuntamenti di settore, dove da decenni raccolgono standing ovation e premi prestigiosi. Per tutti loro, indipendentemente dalla loro residenza in patria o all’estero, si sta manifestando il più straziante dei presenti e il più incerto dei futuri, mentre la

legge marziale obbliga tutti gli uomini ucraini tra i 18 e i 60 anni ad arruolarsi per combattere e difendere la propria patria.

Per gli appassionati di giocoleria artisti come Viktor Kee, Alexander Koblikov, Aleksandra Sobolieva, Victor Moisev, sono solo i nomi più conosciuti di una compagine numerosa e prolifica di giocolieri ucraini che hanno dato origine ad uno stile e una scuola di pensiero di grande originalità. Le stesse palline stage “Russian Style”, caratterizzate da una shell in plastica morbida, riempite all’interno solo parzialmente, combinando molti dei vantaggi delle beanbag e delle stage ball, furono in-

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Viktor Kee

Le iniziative di solidarietà e supporto agli artisti circensi ucraini si moltiplicano in tutta la community internazionale del circo, ma al momento nessuno sa se e quando potranno tornare in patria e riprendere le loro attività. Un grande tributo va in queste prime concitate fasi a Jasmine Straga, coadiuvata da Aurelia Cats e altri artisti di gran cuore e coraggio, oltre al team della piattaforma Artists at Risk, che stanno supportando gli artisti ucraini, ma anche quelli in Russia e Bielorussia sono vittime di censura e a rischio di arresto per le loro condanne alla guerra. Entrambe le iniziative forniscono informazioni e contatti utili per poter raggiungere in sicurezza destinazioni fuori dall’Ucraina dove poter continuare le loro carriere e le loro formazioni. Un intero, importante pezzo del circo di

oggi rischia di disperdersi in questo esodo alimentato da spietati venti di guerra. Proviamo allora ad offrire alcune istantanee, per omaggiare il prestigio e promuovere la tutela del circo in Ucraina, confidando a mani giunte che quando leggerete questo articolo il conflitto abbia trovato una risoluzione pacifica.

Anatoly Zalewsky

Alexander Koblikov

Ameli Bilyk

Aleksandra Sobolieva

Difficile scrivere quando una furiosa guerra è ancora in corso e mentre i suoi effetti devastanti si moltiplicano di giorno in giorno. Impossibile non farlo dalle pagine di JM, mentre rischiano di essere travolti nel conflitto anche generazioni di artisti e istituzioni del circo ucraino.

Duo You & Me

di A.R.

Duo Shcherbak Popov

UCRAINA, AI CONFINI DEL CIRCO

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Uomini e cose. Tra le testimoninze della sua gloria, il circo in Ucraina annovera un patrimonio architettonico di grande valore storico e culturale. Anche questo minacciato dal conflitto in corso. Già nel 1875 veniva eretto a Kiev il primo

[Raw Art] Academy ph Taras Pozdnyakov

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Vladyslava Naraieva

Viktor Moiseev

Viktor Kee

Raw Art

struito nel 1960, diventerà anche sede di una prestigiosa scuola di circo, riconosciuta nel 1998 come Kyiv State College of Circus, istituzione ucraina di istruzione superiore, con oltre 190 docenti impegnati nelle tre facoltà di Circo, Musica e Teatro. Ma Kiev, sebbene il maggiore, non è il solo polo di circo ucraino. Sontuosi stabili di circo venivano costruiti già nel XIX secolo ad Odessa (1861) e Kharkiv (1883). Dnipro, Zaporizhia, Kryvyi Rih e altre città ucraine ospitano ancora oggi circhi stabili. A Kharkiv, nelle mura di un secondo circo stabile cittadino, costruito dalla Famigia Grikke nel 1909, ha sede una scuola di circo che conta oltre 80 giovanissimi studenti. L’edificio è ancora solo in parte fruibile e, oltre al suo fascino decadente, conserva ancora l’antica pista coperta con segatura, mentre la cupola mai rinnovata incanta ancora per la sua acustica perfetta.

Nonostante il valore di questo patrimonio, umano prima che artistico, architettonico e culturale, che si aggiunge a tutte le altre risorse e ricchezze espresse dalla cultura ucraina, questa guerra tutto mortifica, vanifica, calpesta e distrugge. Senza alcun rispetto, senza alcuna pietà.

Dopo il crollo dell’Unione Sovietica ogni stato exURSS aveva riorganizzato un suo settore circo, improntandolo alla tradizione del circo sovietico. La Russia e l’Ucraina sono stati quelli che hanno investito di più in questo riposizionamento, raggiungendo i successi maggiori. Entrambi hanno poi progressivamente differenziato le proprie traiettorie, e non solo nel circo, ignari e/o incuranti di quanto stessero procedendo su una rotta di collisione. “Un metro di ghiaccio non si forma in un giorno”, recita un proverbio cinese, e sicuramente le cause di questo conflitto affondano le loro radici in complesse questioni geopolitiche. Sul prossimo numero di JM approfondiremo alcuni dei temi brucianti che questo conflitto ha sollevato ed evidenziato, con particolare attenzione alle conseguenze che ne deriveranno per il mondo del circo. Augurandoci che per allora la guerra sia terminata. Alexander Koublokov ph Taras Pozdnyakov

Duo Iroshnikov

dotto alcuni degli artisti e dei numeri più innovativi sulla scena contemporanea, oltre a dare vita ad una Accademy per la formazione dei giovani talenti. Ma anche moderne istituzioni culturali aprono le loro porte al circo e la Dnipro Art College ospita un corso di formazione interdisciplinae e multidisciplinare per artisti di circo. E la lista delle strutture e istituzioni che in Ucraina danno spazio al circo sarebbe lunga da compilare.

circo stabile del paese, dove si esibivano al tempo più di 60 artisti, accompagnati da un’orchestra di 35 elementi e numeri di circo equestre con 40 cavalli. Lo stabile venne ricostruito nel 1903 diventando il più grande d’Europa, con un’enorme cupola, illuminazione elettrica e comodi posti per 2000 spettatori. Distrutto dai bombardamenti nel 1941 e poi rico-

Scuola di Kiev

Raw Art accademy

Housch ma Housch

Kyiv circus story

ventate nel 1971 dal giocoliere ucraino Mikhail Rudenko. Al pari della giocoleria artisti ucraini si distinguono in tutte le arti del circo, apportando continue e soprprendenti ideazioni. Dai mitici Anatoly Zalewsky, Housch Ma Housch, passando per l’innovazione nel mano a mano dei Duo Iroshnikov, Duo You and Me, Duo Sherbak Popov, giù fino agli emergenti giovani talenti di Ameli Bilik o Vladyslava Naraieva, sono tante le discipline circense in cui gli artisti ucraini hanno negli ultimi decenni eccelso e conquistato le piste e i podi dei maggiori appuntamenti di settore, da Montecarlo, al Cirque du Demain. Anche il pubblico italiano, grazie alle programmazioni del festival di circo di Latina, al Salieri Awards e ai gran Gala del Circo di Funambolika ha avuto l’opportunità e la fortuna di poter ammirare i loro talenti. Tra le maggiori realtà nel campo dell’innovazione non possiamo non menzionare [Raw-Art], progetto fondato da Taras Pozdnyakov nel 2005, “figlio d’arte” nato da genitori che sono entrambi docenti alla Kyiv State College of Circus. [Raw-Art] ha negli anni pro-


Flip Farbrique ph Sebastien Durocher

Cirque Hirsute ph Elise Lebargy

Excentriques ph Guillaume Fraysse

12 GENNAIO/13 FEBBRAIO 2022 MARSIGLIA (FRANCIA) biennale-cirque.com

Archaos – Pôle National Cirque, con sede a Marsiglia dal 2001, sostiene la creazione, la diffusione e la pratica delle arti circensi contemporanee. Codiretto da Raquel Rache de Andrade, Guy Carrara e Simon Carrara, Archaos ha creato nel 2015 la BIAC, la biennale internazionale di arti di circo di Marsiglia, Provenza e Costa Azzurra. Diventata rapidamente un evento imperdibile per il pubblico e per i professionisti del settore, la BIAC propone nei mesi invernali di gennaio e febbraio un programma condiviso con 55 strutture culturali della regione, dove ogni istituzione mette in comune le proprie forze per fare del festival un evento eccezionale. Per mantenere continuità con il pubblico e gli addetti ai lavori tra un’edizione e l’altra della BIAC, Archaos ha inoltre creato nel 2016 la Entre2 BIAC, manifestazione anch’essa diffusa su tutto il territorio.

di Raquel de Andrade Questa edizione dell’Entre2 BIAC è speciale perché più grande delle precedenti. Dopo aver dovuto adattare e riservare la BIAC del 2021 ad un pubblico di soli professionali, l’Entre2 BIAC 2022 è particolarmente ricca e diffusa, si estende per tutta la regione e recupera anche gli spettacoli che non hanno potuto avere luogo l’anno precedente. Sono 44 gli spettacoli presentati da Istres a Gap, da Marsiglia ad Antibes, per un totale di 31 città che permettono ancora una volta la condivisione di emozioni tra artisti e spettatori. Se la BIAC con le sue co-produzioni punta sulla costruzione degli spettacoli e al suo sostegno, l’Entre2 BIAC è più orientata alla loro diffusione sul territorio nazionale e internazionale. Entrambe le edizioni mettono in contatto compagnie e professionisti grazie alla collaborazione primaria tra Archaos e i partner che in tutta la re-

gione collaborano con la nostra struttura organizzativa. Entrambe le manifestazioni non sarebbero possibili senza la solidarietà e l’entusiasmo dei nostri partner locali, con cui ci confrontiamo senza sosta durante tutto l’anno per mettere insieme questo programma complesso che coinvolge sia teatri che tendoni di circo. All’Entre2 BIAC sono stati ospitati spettacoli di primo piano come Terces di Johann Le Guillerm, sotto il tendone della sua compagnia Cirque Ici, al Porto Antico di Marsiglia, ma anche Falaise di Baro d’Evel, attesa a Gap, per citarne alcuni. Sosteniamo soprattutto le compagnie del territorio che scelgono di utilizzare il tendone come luogo di spettacolo: al Théâtre du Centaure così come al J4 a Marsiglia, il Festival Les Elancées in Provenza occidentale, così come in altri luoghi, come Vitrolles e La Seyne sur Mer. Lavoriamo incessantemente a entrambi i format, BIAC ed Entre2 BIAC, ma con tempi JUGGLINGMAGAZINE.IT

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di realizzazione differenti. Bisogna conoscere le creazioni e man mano ascoltare i bisogni di tutti. Ragionare in questo modo è interessante per tutelare la diversità delle proposte, che è poi il nostro obiettivo più grande: sostenere la varietà artistica del circo in tutte le sue forme, aprire il circo a tutte le arti. Anche in questi anni difficili, gli artisti circensi sono stati stranamente produttivi, sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo. Guardando al passato, con Guy Carrara e la compagnia Archaos, siamo i rappresentanti di uno spessore creativo e di esperienze non indifferenti. Per questo motivo, insieme alle nuove forme del circo contemporaneo, abbiamo a cuore la costruzione e la tutela del suo repertorio. Troviamo che l’interpretazione da parte di nuovi artisti di alcuni spettacoli del passato sia uno dei modi per far riconoscere il circo come un’arte primaria. Il corpo nel circo resta il mezzo essenziale PROGETTOQUINTAPARETE.IT


Rispetto al tema della sostenibilità, esprimiamo la nostra responsabilità artistica, sociale e ambientale con un approccio eco-responsabile iniziato nel 2015 e strutturato con l'organizzazione di azioni concrete per i prossimi dieci anni. Per questa edizione 2022, continuiamo la nostra ricerca per ridurre il nostro impatto ambientale, in particolare implementando tour condivisi in tutta la regione. Dal 2019 ho iniziato a portare avanti un tema centrale, quello della donna nel circo contemporaneo, a cui abbiamo dedicato diversi interventi e tavole rotonde,

Rihizikon, Cie Rhizome Chloé Moglia ph Gerard Pascal

Cie Monad ph ciemonad

A completare il cartellone degli spettacoli, sono in programma anche restituzioni o presentazioni di fasi di progetti più a lungo termine, ad esempio Origami di Collectif Merkén, che esplora la nozione di circo e il corpo collettivo in un ambiente ospedaliero, oppure Capuche della compagnia Zania, che affronta il tema del bullismo nelle scuole, e ancora il progetto Ça tourne pour moi, a cura de L’École de l’operà de la parole, che promuove la riappropriazione della dimensione lavorativa per i disoccupati attraverso la pratica artistica. Inoltre, questa edizione è particolarmente internazionale per l’iterazione con il progetto CircusLink ideato da Simon Carrara e coordinato da Archaos, raccontato durante i giorni dedicati agli incontri professionali, un progetto europeo co-finanziato da Europa Creativa con il sostegno di Institut Français. Di contralto all’internazionale, sono anche molto numerose le compagnie marsigliesi e regionali programmate in questa edizione, che riflettono il dinamismo del circo contemporaneo presente in tutto il territorio.

Baro d’Evel ph Francois Passerini

Cie Moost ph Alex Brenner

Cie Zec - Zenzero e Cannella

Pandax, Cirque La Compagnie ph Herve Ruffleux

e più intuitivo di incontro con l’altro, senza frontiere; è la connessione più semplice che possiamo avere con l’altro per comunicare. Il circo aiuta a sviluppare la capacità di superare sé stessi, di fare uno sforzo, di essere solidali e di immaginare, le azioni artistiche e culturali sono una parte importante di questa Entre2 BIAC.

con l’intento di mettere in luce i diversi aspetti della presenza femminile nella scrittura e creatività circense. Nel 2017 ho messo l’accento sulle donne a capo di progetti ambiziosi. Nel 2019 ho preferito spostare l’attenzione

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sulla sostanza di questa ambizione, approfondendo la ricerca al femminile e la sua espressione nella drammaturgia circense. Nella prossima edizione della BIAC, invece, una donna sarà l’artista protagonista.


THÈÂTRE DU CENTAURE (FR)

LES FILLES DU RENARD PÂLE (FR)

theatreducentaure.com

lesfillesdurenardpale.com Les filles du Renard pâle è la firma dei progetti artistici della compagnia fondata dall’artista di circo Johanne Humblet, creatrice di performance ad alto tasso emotivo in altezza. Il suo lavoro e approccio all’arte del funambolismo si basa sulla ricerca del superamento di sé stessi, l’identificazione dei limiti e la loro estensione. Respire permette al pubblico di raccogliersi e di ammirare dal basso una persona che si evolve su un filo a grandi altezze portando magia in ogni luogo. La tecnica è

otus oliveira bachtler ph ashleigh georgiou

Theatre du centaure ph Audrey Gleonec

inventare un linguaggio di corpi, una danza umana ed equestre insieme, per esprimere l’urgenza di una rinnovata alleanza tra uomo e natura.

losers cirque company ph frantisekortmann

Progetto creativo della coppia di artisti Manolo e Camille, il Théàtre du Centaure lavora alla realizzazione di un sogno utopico, il fondersi di cavallo e uomo per diventare una creatura mitica, il centauro. Da questa ricerca, basata su un rapporto quotidiano con l’animale, nascono forme artistiche inusuali e intime al confine tra il nuovo circo, il teatro, la danza e le arti visive. La compagnia ha accolto il pubblico nella sua sede per una presentazione pubblica di Animal, la nuova creazione di Manolo in collaborazione con la danzatrice e coreografa Kaori Ito. È dall’anno scorso che i due artisti lavorano a stretto contatto con quattro cavalli neri dalla differente personalità, Arjuna, Indra, Nakula e Sahadeva. Accompagnati dalla chitarra acustica di Virgile Abela e alle tablas, harmonium e canto di Anwar Khan, collaborano per

RESPIRE

LOSERS CIRQUE COMPANY (CZ) HEROES

loserscirque.cz Dalla Repubblica Ceca, Losers Cirque Company è un progetto degli artisti associati Petr Horníčka e Zdeněk. Con all’attivo una squadra permanente di attori, danzatori e acrobati, per le sue produzioni collabora con artisti affermati dalle più diverse discipline per creare progetti originali, virtuosi e dalla caratura internazionale. Heroes catapulta ogni spettatore nella mente del protagonista della performan-

OLIVEIRA & BACHTLER (PT)

ce, impegnato in una lotta incessante per la propria vita. Cosa succede all’interno del cervello quando si è in condizioni critiche e la vita è in mano ad estranei in una sala operatoria? Lo spettacolo è un susseguirsi di situazioni che riflettono le fantasie e i sogni del protagonista, accompagnato in questo viaggio tra la vita e la morte da un gruppo numeroso di anime incarnate, acrobati dalle mosse atletiche, talvolta benevole, talvolta opponenti alla volontà umana. JUGGLINGMAGAZINE.IT

OTUS

oliveira-bachtler.com Otus Oliveira & Bachtler creano opere radicate nella natura umana e generano un linguaggio fisico unico e multiforme che attinge al circo, al teatro e al movimento. Con una profonda attenzione alla scenografia e all’atmosfera, le loro composizioni evocano quadri viscerali e scenici

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particolare per l’utilizzo stesso del filo teso, che può essere attraversato dritto o in salita, mentre il bilanciere permette all’artista di girare su sé stessa. La musica dal vivo gioca un ruolo importante connettendo il funambolo e i musicisti in dialogo costante. Lo stile è rock, atipico per le grandi altezze. Ogni performance è unica pur mantenendo una drammaturgia incentrata sulla protagonista e le sue evoluzioni: un moderno Cappuccetto Rosso attorniato da lupi che rivela il suo coraggio e invita il pubblico ad andare oltre le apparenze e le paure.

Les filles du Renard ph Pale Paul Bourdrel

ANIMAL

che riempiono lo spazio. Otus è uno spettacolo da guardare, ascoltare e sentire. L’atmosfera in scena porta il pubblico a contatto con un mondo astratto in cui co-esistono due solitudini. I protagonisti di questo ambiente quotidiano eseguono una precisa coreografia e il crescendo dei personaggi rivela una logica assurda, dove le regole del tempo funzionano diversamente. Eppure, i loro gesti risultano comprensibili e trasmettono un significato: entrambi cercano di trovare uno spazio comune. Il loro universo fatto di oggetti di legno, pile di tavole in equilibrio precario e mobili, nasconde e poi rivela anche le discipline di circo, dalla giocoleria alle discipline aeree di corda e trapezio. PROGETTOQUINTAPARETE.IT


circuslink.eu di Valentina Barone A Marsiglia, all’interno dell’edizione 2022 dell’Entre2 BIAC, Archaos ha organizzato un focus professionale dedicato alla presentazione del progetto di collaborazione internazionale finanziato da Creative Europe CircusLink. I tre giorni di incontri sono stati un’occasione per presentare nel dettaglio la piattaforma e illustrarne il funzionamento, ma anche per condividere con la rete dei professionisti alcune riflessioni sui temi trasversali che solleva, e per facilitare l'incontro tra artisti, operatori e giornalisti di settore. Il dispositivo CircusLink è uno strumento digitale promosso e sostenuto in partnership dai suoi enti fondatori - Archaos (FR), Baltic Nordic Circus Network (SE), Dynamo Workspace (DK) Teatro da Didascália (PT) - provenienti da quattro diverse regioni dell’Europa, finalizzato a creare percorsi per aumentare e sostenere le produzioni di circo contemporaneo in tournée. In questi tempi difficili, in cui la diffusione e la realizzazione dello spettacolo dal vivo ha subito una diminuzione delle possibilità di poter andare in scena, CircusLink utilizza la connessione digitale al meglio delle sue funzioni, estendendo alla dimensione online il networking che solitamente avviene in presenza. L’idea del co-direttore di Archaos Simon Carrara sviluppata insieme agli altri partner, è stata quella di creare un ambiente digitale per stimolare lo scambio di informazioni tra compagnie e istituzioni che programmano spettacolo dal vivo, incentivare la creazione di tournée e sostenere le residenze artistiche su tutto il territorio europeo. Lo strumento è aperto a tutti su registrazione. Da un lato, permette ai luoghi di spettacolo di venire a conoscenza di nuove compagnie, scoprire artisti non ancora conosciuti, dall’altra connette gli ar-

tisti con già all’attivo una produzione in tour o con un work in progress di contattare partner istituzionali interessati ad ospitare repliche o contribuire allo sviluppo ulteriore dei progetti. La piattaforma cerca di aiutare ad espandere l'offerta di spettacoli grazie ad uno sforzo collaborativo per aumentare la varietà e condividere le responsabilità. Queste due azioni in sincrono consentono a CircusLink di creare relazioni a più livelli e rappresentano una risposta concreta attraverso uno strumento di aggregazione per la disseminazione di saperi e la condivisione di buone pratiche. La piattaforma è attiva anche a livello locale: si può selezionare un’area all’interno di un paese, ad esempio, e creare possibilità di sviluppo mirate, rendendo visibile l’interesse delle compagnie in cerca di repliche future in quel territorio. Attraverso le conferenze ospitate dall’Entre2 Biac, moderate da Laetitia Falessi, responsabile di CircusLink per Archaos, i promotori del progetto e altri professionisti hanno raccontato come sono riusciti a gestire le loro attività negli ultimi due anni e quali sono le aspettative e gli obiettivi futuri. Con l’incontro Circo contemporaneo e strumenti digitali, gli interventi di Simon Carrara (Archaos FR), Anna Vondrackova (Letni Letnà - CZ), Lotta Nevalainen (CircusInfo Finland FI), Noemi De Clercq (Circuscentruum – BE) ed Hélène Métaille (La Grainerie FR) hanno approfondito la relazione di ciascun ente con la tec-

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nologia in questo particolare momento storico. Nella tavola rotonda Supporto alla creazione a livello internazionale, Vanessa Silvy (Institut Français - FR), Clàudia Berkeley (Teatro Da Didascàlia - PT), Ida Nørgaard (Dynamo Workspace - DK), Martine Linaer (Theater op de Markt - BE) e Louise-Michèle You (L’Avant Courrier FR), hanno condiviso le specifiche esperienze a sostegno della creazione artistica in ambito internazionale. Nella prima fase di CircusLink, sono state quattro le compagnie invitate a esibirsi dal vivo nei festival organizzati dai partner fondatori: Cirque la compagnie (FR/CH), Right Way Down (DK/SE), Oliveira & Bachtler (PT), Losers Cirque Company (CZ). Ciascuna delle compagnie si è esibita a Vaudeville Rendez-Vous festival (PT), Dynamo Circus Festival (DK), Letní Letná (CZ) e all’Entre2 BIAC (FR).


ph Joke Schot

A I R E L ON C G I O M OO U R AM

di A.R. Prendendo spunto dalla programmazione dedicata all’arte della giocoleria che il festival Circumanvigando ha offerto quest’anno a pubblico e operatori, introduco il mini dossier delle prossime pagine. In successione troverete, dopo la presentazione del festival, una carrellata di testimonianze di giocolieri presenti a Circumnavigando, curate da Valentina Barone; salto di fuso orario in Giappone a scoprire il progetto editoriale Ponte; a seguire le riflessioni di Davide Quagliotto “Geo” sulle modalità con cui la giocoleria e i giocolieri approcciano oggi la dimensione del virtuale (primo articolo di una serie con la quale inauguriamo una felice collaborazione con TG Juggling); in chiusura l’ultima puntata del racconto a cura di Graham Ellis dedicato alla comunità di Bellyacres nel centro del Pacifico, con un ritratto del mitico Tom Renegade. Preziose appendici al dossier, disseminate in altre aree di questo numero, sono anche le interviste al mago Manuel Munoz e all’eclettca Samaki, a testimonianza della fascinazione che la giocoleria esercita su tanti artisti, non necessariamente o solamente giocolieri. Sui titoli di coda cala lo spazio pubblicità di Henry’s che, insieme a Play Juggling, oltre ad essere tra i nostri più inossidabili sostenitori, giocano un ruolo di primissimo piano nello sviluppo della giocolera contemporanea. E anche

questo è un pezzo importante del puzzle. Una panoramica che abbraccia alcuni significativi aspetti degli ultimi 40 anni di storia della giocoleria nel mondo. Un periodo in cui generazioni di giovani entusiasti hanno riconosciuto nella giocoleria, probabilmente la più accessibile tra le arti del circo, un’arte, un’opportunità, uno stile di vita. “The Joy of Juggling” ha alimentato una intensa stagione, accomunando giovani di tutte le latitudini, creando infinite opportunità e declinazioni d’uso della giocoleria, portando sui maggiori palcoscenici dello spettacolo dal vivo tanta nuova linfa creativa. Primo passo di una passione e di una pratica che si sarebbe presto allargata all’intera gamma delle arti della pista, e a tutto l’universo del circo in generale, con altrettanta energia creativa. Quell’entusiasmo per una forte condivisione “by jugglers for jugglers” è stato

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alla base anche della nascita di Juggling Magazine. Un intento palesemente dichiarato fin dal numero 0 nel lontano giugno del 1998, seppur nel sottotitolo “Giocolieri e Dintorni” si anticipasse l’intenzione di esplorare orizzonti più vasti. Orizzonti che ormai da tempo offrono su JM pari opportunità a tutte le arti del circo. Per questo la testata “Juggling Magazine”, testimone della forte legacy con le radici della giocoleria così come la conosciamo oggi, è da tempo “sotto processo di revisione”, e chissà che un giorno non cambieremo nome alla testata! Del complesso rapporto, ben oltre le testate di turno, tra il mondo della giocoleria e quello dei media, dell’editoria e della letteratura, parleremo insieme ad esperti, artisti e colleghi alla prossima edizione del Rencontre des Jonglages, appuntamento d’eccezione per la giocoleria contemporanea. In quella sede proveremo a immaginare nuove modalità, online e offline, per raccontare/trasmettere le mille sfaccettature di questa nobile arte, per arricchire l’immaginario di artisti, programmatori, pubblico e appassionati. Appuntamento quindi per l’8 aprile a Parigi, oppure per l’ampio resoconto che pubblicheremo sul numero di giugno di Jugging Magazine. Per una festosa scorpacciata di giocoleria l’appuntamento è invece per la EJC che quest’anno ritorna live e si terrà ad agosto a Tres Cantos, vicino Madrid.

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#CORPIOGGETTISPAZIO

19 / 30 DICEMBRE, GENOVA circumnavigandofestival.it di Valentina Barone Corpi Oggetti Spazio, questo è il titolo del Festival per l’edizione 2021. Quest’anno, con l’esibizione di Gandini Juggling, insieme a Léa Legrand, Cie Monad, Patfield & Triguero, Hisashi Watanabe, Andrea Salustri, Fabrizio Solinas, Audrey Decaillon e De Fracto + Atama to Kuchi, il programma è stato interamente dedicato alla giocoleria. La vertigine di Cie Monad, che unisce la tradizionale danza dei dervisci turca alla giocoleria contact in Yin Zero ha incantato gli spettatori a Palazzo Ducale, luogo in cui si sono esibiti anche De Fracto e Atama to Kuchi, con Yôkai Kemame, spettacolo in cui oriente e occidente sono in dialogo attraverso gli spiriti degli oggetti. Il giapponese Hisashi Watanabe, con il suo solo Inverted Tree, ha inaugurato il teatro TIQU Teatro Internazionale di Quartiere, chiuso da più di due anni. Al Teatro del Ponente, Andrea Salustri, Laureato CircusNext, ha portato Materia, coreografia per diverse forme di polistirolo e un umano. La sorpresa di una grande sala gremita al Teatro Ivo Chiesa per Gandini Juggling in Smashed, un’esperienza dal vivo che dal 2010 incanta i festival e teatri di tutto il mondo, ha trasmesso al pubblico tutta la forza del repertorio di circo contemporaneo di rilievo internazionale. Little Garden di Fabrizio Solinas, un assolo di giocoleria dedicato al mondo animale, è stato programmato in site specific nei magnifici spazi del Museo Civico di Storia Naturale di Genova. La giocoleria espressiva guidata dalle Quattro Stagioni di Vivaldi ha portato l’attenzione sulla minuzia del gesto di circo in [XSaisons] Pio Ospedale della Pietà di Audrey Decaillon alla Sala Mercato. Negli spazi esterni di Palazzo Ducale, per tutta la durata della manifestazione è stato possibile far giocare il pubblico con La Dinamica del Controvento, la giostra

foto di Chiara Spano musicale a cura di Teatro Necessario con la co-produzione di Tutti Matti per Colorno e Compagnie Grandet Douglas. Spiega Boris Vecchio, direttore artistico della XXI edizione: «Il Festival ha portato a Genova compagnie che sperimentano nuovi linguaggi attraverso le più disparate forme multidisciplinari: Corpi, oggetti, spazio è l’edizione dedicata alla giocoleria vista sempre in modo diverso. Non elaboro il programma del festival decidendo le compagnie a tavolino. Quest’anno la tematica è emersa da sé, riunendo in parte gli spettacoli saltati nel 2020 a causa della pandemia. Le mie scelte artistiche hanno creato una visione d’insieme compatta e coerente. In questo momento storico le persone sono attratte dal teatro, vogliono vedere e partecipare agli spettacoli dal vivo e ne percepiscono l’entusiasmo. La promozione ha sviluppato una rete capillare di contatti tra operatori teatrali che ha portato un’affluenza decisamente sopra le aspettative. A livello europeo, Sarabanda è partner della piattaforma francese CircusNext e ne continua a programmare gli artisti selezionati e laureati. A livello locale, invece, la collaborazione con il Liceo Coreutico di Genova è siglata dal progetto Circostanze grazie al quale ogni anno è possibile portare un artista a esibirsi in spettacolo e in dialogo

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con gli studenti. L’anno scorso è stata la volta di Chiara Marchese con Mavara, quest’anno di Léa Legrand con La Chute, con cui si è trasformato il salone centrale della scuola in un luogo di spettacolo, aprendo la rappresentazione anche online per gli studenti a casa in DAD. La regione Liguria è finalmente entrata di recente nel circuito delle residenze italiane: questo darà la possibilità di riuscire a sostenere le compagnie professionali di circo italiane, legando il progetto di residenze alla scuola di circo ludico che stiamo proponendo in città, la SiRCUS Centro delle Arti del Circo, per formare la sensibilità artistica e incentivare la fisicità creativa nelle nuove generazioni. Infine, l’edizione 2021 di Circumnavigando ha visto la coraggiosa inaugurazione di un nuovo e atteso spazio in centro storico, il TIQU Teatro Internazionale di Quartiere. La sala ha ospitato alcune delle performance in programma e ha avviato la sua programmazione multidisciplinare che si estenderà per tutto il 2022. Guardando al futuro, l’organizzazione rafforzerà le collaborazioni su tutto il territorio ligure, con anteprime che anticiperanno il festival di dicembre, le partnership con Teatro Nazionale di Genova, Palazzo Ducale e le molte altre all’attivo, in un’ottica di crescita che valorizza la rete tra istituzioni, per una continuità di attività negli spazi culturali della regione.»


GANDINI JUGGLING

Life ph Jack Thomson

Life ph Dolly Brown

di Sean Gandini

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a giocoleria coreografica rappresenta la nostra ricerca da più di trent’anni. Agli inizi di questo percorso non era scontato utilizzare la giocoleria in una forma danzata: coreografia e juggling oggi, invece, dialogano in modo fluido e con una dinamica più evidente. Abbiamo portato in scena Smashed così tante volte che lo spettacolo prende sempre nuovi significati. I ruoli sono sempre gli stessi, ma i performer cambiano continuamente. Ad ogni nuova rappresentazione emergono nuove sfumature nelle interazioni a seconda della loro presenza e interpretazione. Abbiamo la prima versione, creata per sette uomini e due donne - in cui il gruppo viene sostenuto nella messa in atto delle azioni più controverse, mentre con la seconda versione, pensata per sette donne e due uomini, il comportamento del gruppo al femminile ribalta il senso delle azioni più disturbanti. Il fascino di questo spettacolo si fonda su una comunicazione aperta, sulla composizione di forti immagini teatrali che restano

aperte all’interpretazione di ciascuno di noi. Le molteplici esecuzioni in paesi diversi portano il pubblico a reazioni differenti a seconda della cultura di riferimento. In Inghilterra ridono spesso, in Finlandia ridono per l’assurdità, in Corea non hanno riso, in Russia hanno riso nella scena più disturbante; in Italia non è mai scontato come il pubblico risponderà. Se ci pensi, non fornire una soluzione immediata non è un approccio facile per un autore. Avere di fronte qualcosa che può farti pensare - proprio perché può avere diverse interpretazioni - è un po’ fuori moda. Questo accade anche per il cosiddetto formalismo, la perfezione geometrica e ragionata di questo stile che è alla base di Life, la nostra nuova creazione. Trovo che il periodo di lockdown sia stato incredibilmente positivo e creativo per la compagnia. Ciascuno di noi ha avuto più tempo per immergersi a pensare o pianificare meglio a casa che cosa fare dal vivo. Per costruire Life abbiamo lavorato molto in remoto, vedendoci dal vivo per mettere a punto la resa finale. In scena si esibiscono alcuni dei collaboratori più stabili della compagnia, già impegnati con noi in altre produzioni. Sono ormai più di due anni che sono immerso nell’universo di Merce Cunningham e della sua tecnica coreografica. Life utilizza la concezione di Cunningham sui movimenti e incontra i pattern geometrici della nostra giocoleria. Le due percezioni, giocoleria e danza, in quanto tecniche e approcci diversi, generano un nuovo mondo di corrispondenze e sensibilità. JUGGLINGMAGAZINE.IT

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Life ph Dolly Brown

Paragonando Life e Smashed, vediamo che entrambi sono dedicati a un grande coreografo della danza. Nel caso di Smashed, dedicato a Pina Bausch, l’approccio però è più narrativo, teatrale. Nel caso di Life, prevale il formalismo, emerge la geometria del gesto e il suo incontro con il ritmo. Naturalmente c’è anche un’altro fattore importante nello spettacolo, la definizione dello spazio. Come Cunningham ci ha insegnato, non è necessario avere un centro nello spazio su cui convogliare tutte le azioni, bensì è possibile spostarlo e far iniziare un’azione partendo da un altro punto di vista. Life ha dei momenti difficili, il movimento con i piedi è molto veloce e difficile da imparare. Dieci anni fa non avremmo potuto ese-

gandinijuggling.com

guire in scena lo spettacolo così com’è oggi. Life prevede una preparazione tecnica meticolosa e un livello di esecuzione minuzioso: si può dire che è anche un ritorno alle origini, ma dopo trent’anni di ricerca in territori tangenti e per vie traverse. PROGETTOQUINTAPARETE.IT


DEFRACTO EYOKAÏATAMA TO KUCHI KEMAME

rapportarsi allo spazio, di muoversi al suo interno. Abbiamo portato la ricerca in scena dove impersoniamo queste creature fantastiche e le facciamo interagire attraverso dinamiche di giocoleria fisica incentrata sull’utilizzo degli arti inferiori. L’attenzione ai movimenti delle gambe e dei piedi, piuttosto che delle mani, unito all’immediatezza delle piccole sculture fantastiche che popolano il palco, restituisce al pubblico un mondo surreale in cui ci muoviamo in modo

Yokai Kemame ph Pierre Morel

Yokai Kemame ph Bozzo

defracto.com atamatokuchi.com

di Guillaume Martinet

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a collaborazione tra le compagnie Defracto e Atama to Kuchi è iniziata a Parigi in via informale dopo il mio incontro con Hisashi Watanabe e Sakurako Gibo. Un breve soggiorno in Europa dei due artisti giapponesi si è trasformato in una lunga convivenza nel mio monolocale a Parigi, dove abbiamo iniziato a sperimentare idee in modo molto spontaneo. La condivisione di uno spazio ridotto per così tanto tempo ha indubbiamente influenzato l’intimità della nostra amicizia e collaborazione artistica. Sakurako Gibo è un’artista tessile che crea sculture lavorando il cotone naturale all’uncinetto e ne riempie l’interno con i fagioli azuki. Hisashi Watanabe è un giocoliere e verticalista dall’incredibile virtuosismo personale. Io mi percepisco più come un giocoliere artigiano piuttosto che come un artista giocoliere. La mia cifra stilistica è impressa nella storia di Defracto, in cui il gusto per la giocoleria minimalista incontra lo humor fisico ed è sempre sostenuta da una componente musicale originale studiata nei

dettagli. Con il suo approccio immaginativo e ieratico, lo stile degli spettacoli di Atama to Kuchi richiama mondi fantastici. La sensibilità giapponese percepisce la spiritualità degli oggetti che ci circondano, oltre che la loro materialità. Questa visione è stata illuminante per la creazione delle “creature” che impersoniamo. Insieme, abbiamo voluto sviluppare uno spettacolo intorno al concetto giapponese degli Yokaï. Spiriti maligni, spesso maliziosi o addirittura malvagi, più occasionalmente benevoli, gli Yokaï hanno un comportamento imprevedibile, che può portare cambiamenti o disgrazie a coloro che li incontrano. Spesso dotati di attributi animali, a volte mostrano tratti più umani, o si nascondono nel cuore di oggetti inanimati, o addirittura non hanno forma percepibile, come i fenomeni. Alcuni di loro subiscono addirittura una metamorfosi. Prima di affrontare insieme questa creazione, nella nostra ricerca creativa individuale abbiamo osservato molto gli animali nei loro primi anni di vita, prima che imparino a relazionarsi all’altro da sé; il loro modo di

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intuitivo e senza schemi prestabiliti. La scena ha un rapporto particolare con l’altezza, il soffitto è abbassato rispetto al normale e popolato da luci. L’ispirazione ci è venuta a Okinawa, una città che presenta una particolare illuminazione dal basso. La musica dal vivo è un’altra particolarità, il risultato di un’ulteriore collaborazione creativa. Le tracce delle melodie sono trasmesse digitalmente, ma l’impulso elettrico è creato attraverso dei solenoidi - elettromagneti controllati da un segnale del computer. Il compositore e musicista Sylvain Quément ha creato questo strumento low-tech per realizzare delle piccole percussioni che potessero interagire con le composizioni originali create per noi da Makoto Nomura. Lo spettacolo è una vera e propria collaborazione tra la compagnia francese Defracto e la compagnia giapponese Atama to Kuchi, abbiamo sempre pensato il progetto come una forma comune di due identità artistiche già definite. A causa della pandemia non abbiamo potuto incontrarci, allenarci o esibirci insieme per più di due anni. Eravamo certi che il progetto riprendesse la sua rotta ma anche preoccupati che i tempi fossero lunghi. Eppure, la fiducia reciproca e la relazione come gruppo non è cambiata. Trovo che la naturalezza che ha accompagnato la scrittura di Yokaï Kemame porti intuitivamente il pubblico a entrare nel nostro mondo. Ci è piaciuto che a Circumnavigando gli spettatori fossero particolarmente concentrati per seguire quello che abbiamo da condividere.


ph Giancarlo Pesce

AUDREY DECAILLON CIE SEE [XSAISONS] PIO OSPEDALE DELLA PIETÀ

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ella mia carriera artistica ho sviluppato creazioni in solo, o in duo, in cui emerge una pratica e una visione della giocoleria esigente e poetica. Sono laureata in architettura e per me la dimensione dello spazio e della scenografia ha un significato particolare, così come la musica. Attraverso le mie esperienze con Collectif 100% Plastik e il duo Les Congés Payes, ho contribuito all’esplorazione della giocoleria al femminile, ancora poco presente nel circo attuale. Ho sviluppato anche creazioni in situ o carte blanches e collaborato con altre compagnie e autori come Jérome Thomas o Denis Paumier. Nel 2012 sono stata premiata in Francia al Festival Cirque de Demain, mentre nel 2017 ho vinto in Italia il Premio Rastelli. [XSaisons] Pio Ospedale Della Pietà esprime il mio interesse all’incrocio tra architettura, giocoleria, circo poetico e impegno femminile. È un circo coreografato ed espressivo. Le stagioni parlano del tempo, il virtuosismo elogia la natura e la giocoleria segna l’impronta dell’uomo nella storia. La partitura originale di Vivaldi gioca un ruolo fondamentale per trasportare il pubblico in un altro mondo, di cui attraverso l’energia dei movimenti e i silenzi del corpo si possono indovinare i passaggi. L’Ospedale Pio Della Pietà è il luogo in cui Vivaldi compose le Quattro Stagioni, che furono eseguite da un’orchestra amatoriale di donne orfane e figlie illegittime rinchiuse al suo interno come suore. Era da tempo che volevo confrontarmi con l'esperienza di una forma così impegnativa come un’ora di spettacolo in solo. L'idea c'era, ma senza musica non inizio mai nessun progetto! È stato solo nel 2014, quando ho riscoperto le Quattro Stagioni di Vivaldi, che ho potuto dare forma al mio de-

ph Pierre Rigot

audreydecaillon.eu

siderio. Allora, ero impegnata con altre compagnie, così ho lasciato maturare l’idea: rivisitare l’opera musicale creando un affresco poetico e visivo. Quando ho iniziato la produzione nel 2016, ho fatto ricerche sull’orfanotrofio dove è stata composta e rappresentata l’opera. Le ragazze orfane al Pio Ospedale della Pietà ricevevano un’educazione musicale illuminata ed eseguivano la maggior parte delle opere di Antonio Vivaldi di quel periodo. Erano dilettanti, il suono e il timbro delle Quattro Stagioni suonavano molto più rock delle interpretazioni classiche attuali. Ho immaginato la solitudine di queste donne, la loro impazienza di vedere Antonio arrivare e portare nuovi spartiti. Ho immaginato il loro isolamento, l’esclusione dalla società, la contemplazione del paesaggio attraverso la cornice di una finestra in una piccola stanza. Il mio desiderio è di lasciare il più possibile aperte le immagini che propongo in scena per permettere al pubblico di entrare a contatto con la loro poesia. Ci sono però contesti emotivi e interpretazioni suggerite: il tema della solitudine e dell’isolamento nella società, fino alla follia. Ho poi aggiunto una griglia di lettura in più sulla natura, i suoi cicli e la sua precarietà, l’eterno rinnovamento, la morte e la vita, i cicli della donna, il passare del tempo. I click fotografici durante lo spettacolo sono proprio lì a testimoniare il tempo in movimento che si blocca nell’istante di una foto. A queste istantanee si collegano anche temi attuali come le catastrofi climatiche e il problema dei migranti nel Mediterraneo. JUGGLINGMAGAZINE.IT

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Ogni volta che mi esibisco in Italia è interessante per me vedere le reazioni del pubblico che porta con sé l’eredità di Vivaldi nel cuore, trovo molto emozionante condividere questo spettacolo con il pubblico italiano. Inoltre, lo spettacolo ha un destino legato all’Italia perché nel 2017, con la vincita del Premio Rastelli, ho potuto sostenere finanziariamente la sua realizzazione. In futuro, spero di continuare a rappresentare il progetto in luoghi insoliti e in spazi del patrimonio come chiese, chiostri, o naturali. In parallelo, sto sviluppando nuovi progetti di cui sono regista e direttrice artistica. PROGETTOQUINTAPARETE.IT


SALUSTRI

Circus of Discarded Objects

andreasalustri.com

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opo la creazione di Materia, lo spettacolo con cui sono maggiormente impegnato, e che ho presentato a Circumnavigando 2021, mi sono immerso in nuovi progetti. Sempre seguendo un mio interesse artistico personale, quello di esplorare nuovi formati per il circo contemporaneo. A Vienna ho presentato un’esposizione di installazioni circensi intitolata In the maze of your perception, I resonate, creata in collaborazione con Elena Lydia Kreusch tramite il supporto di Fonds Darstellende Künste e di Stadt Wien. Il lavoro è stato proposto all'interno del festival On the Edge, presso lo spazio WUK performing arts. Questa esposizione si compone di quattordici opere che utilizzavano mixed media: dalla sound art alle installazioni immersive, da proiezioni su materiali misti fino alle installazioni interattive. L’intera mostra ruota attorno al tema dell'elusività del circo contemporaneo come genere

School of Clubs ph Andrea Salustri

ANDREA

artistico, con la quale abbiamo deciso di giocare, alterando o esasperando il modo cui solitamente percepiamo le singole discipline circensi. Ecco allora che i corpi di due acrobati vengono smateriallizati attraverso la loro proiezione su acqua atomizzata, mentre i loro movimenti, tra circo e danza, si disperdono nello spazio. Clave da giocoleria prendono vita seguendo e interagendo con i visitatori che vi si avvicinano. Decine di cerchi sospesi per aria, forzano il visitatore a manipolarli per poter attraversare la stanza di specchi in cui si trovano. Un numero di trapezio volante, filmato dal punto di vista del trapezista, è mostrato attraverso una gigantesca proiezione immersiva che dà le vertigini allo spettatore. Una performance di giocoleria viene presentata acusticamente, anziché visualmente, tramite un impianto quadrifonico. E molto altro ancora. A Seoul, invece, ho tenuto un workshop di manipolazione, in cui ho condiviso il mio metodo incentrato sul creare un dialogo unico con ogni oggetto, cercando il suo linguaggio specifico. Abbiamo raccolto e dato nuova voce ad oggetti trovati in discariche e isole ecologiche di Seoul, e abbiamo intitolato il progetto Circus of Di-

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scarded Objects. Sono stato invitato e ho collaborato con la compagnia di circo contemporaneo coreana The Chorokso, il workshop si è svolto presso SSACC (Seoul Street Art Creation Center) con il supporto di ARKO (Arts Council Korea). In collaborazione con Kolja Huneck, ho iniziato un nuovo lavoro intitolato [Outside the Bo]x - a sensory circus laboratory. Il fine del progetto è quello di condividere con il pubblico l’interesse che proviamo verso la manipolazione tattile, e tutti quegli aspetti della giocoleria che non possono essere percepiti guardando uno spettacolo. Incontrando diversi stimoli, mirati ad attivare, disattivare e confondere le percezioni sensoriali, gli spettatori sono portati in maniera intima a giocare e performare tra di loro. Ogni partecipante vive un’esperienza unica e diversa dagli altri, all’interno o all’esterno di una struttura di tende, in modo estremamente interattivo. Il progetto è supportato da Fonds Darstellende Künste ed è stato presentato per la prima volta l’anno scorso, in occasione della prima edizione tedesca de La Nuit du Cirque, alla Tollhaus di Karlsruhe, dove poi siamo rimasti in residenza per i dieci giorni successivi. Siamo ancora agli inizi, stiamo cercando ulteriori supporti e residenze, davvero molto curiosi di vedere come il progetto evolverà. Infine, Materia è stato recentemente selezionato come uno dei sei lavori iniziali che prendono parte a The Sphere, una piattaforma digitale, ambiziosa e complessa, che attraverso la tecnologia Blockchain si propone come alternativa alle attuali infrastrutture di produzione e creazione per il circo contemporaneo e le arti performative. Ulteriori informazioni si possono trovare su thesphere.as. Una nuova emozionante avventura.


CHRIS PATFIELD E JOSÉ TRIGUERO GIBBON gandinijuggling.com

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i conosciamo dai tempi del NCCA - National Centre for Circus Arts di Londra che abbiamo frequentato entrambi, ma abbiamo iniziato a lavorare insieme molto dopo, entrando nel cast di Smashed e di altre produzioni di Gandini Juggling nello stesso anno. Abbiamo iniziato a fare training insieme nei tempi morti tra una data e l’altra, in particolare a Parigi nel 2016, durante un festival in cui avevamo molte esibizioni ma altrettanto tempo libero in programma. Da quel momento abbiamo avuto la sensazione che stessimo per iniziare una vera e propria collaborazione intorno a un’idea. Lo stesso anno siamo stati selezionati per partecipare a un laboratorio di ricerca al NCCA di Londra. Il tipo di giocoleria per cui eravamo allenati porta a un certo contatto con il corpo, e a quel tempo José prendeva lezioni da Ian Garside, danzatore e insegnante di danza contact, così ci venne l’idea di coinvolgerlo come occhio esterno per l’occasione. Con lui abbiamo sviluppato una delle routine più riconoscibili dello spettacolo e scoperto che tra di noi era molto facile lavorare insieme. Prima di creare lo spettacolo completo abbiamo fatto alcune presentazioni per ricercare sovvenzioni, ma non abbiamo presentato il progetto parlandone, come in effetti facevano le altre compagnie. Eravamo l'unica compagnia che faceva qualcosa invece di parlare, mostrando parti delle intenzioni, come facciamo ora sul palco. La breve sequenza di dialogo e giocoleria, questa particolare interazione che ora condiziona molte parti dello spettacolo, è emersa naturalmente.

foto di Stanislav Briza C'è stato poi un grande intervallo di tempo tra la prima residenza e il secondo importante sostegno che abbiamo ricevuto. Tramite Gandini Juggling siamo stati selezionati per un'altra residenza al centro Dance Base di Edimburgo per lavorare con l’immenso talento Fabian Wixe. Parlando di intenzioni, volevamo sviluppare un tipo di giocoleria incentrata sulla relazione al maschile: come due uomini possono interagire tra di loro con intimità e con diversi approcci. In scena esploriamo l'affetto, la violenza, la cooperazione, l'antagonismo, il bisogno di spazio personale e la sua perdita. Cerchiamo di concentrarci di più sul punto di vista comico, senza essere pesante per gli altri.

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A Edimburgo siamo stati nominati tra i Total Theatre Awards e da allora riceviamo proposte un po’ ovunque. Rispetto al nostro approccio misto che combina giocoleria e movimento, alla base c’è la necessità di creare un nuovo vocabolario del juggling. La scelta stilistica che ha plasmato lo spettacolo è un minimalismo che lascia emergere la spontaneità che esiste tra di noi. Con Gandini Juggling stavamo già eseguendo pattern particolari e volevamo esplorare sequenze che combinate con la danza contact si sposavano incredibilmente bene. Abbiamo fatto giocoleria con persone molto diverse tra loro, ma la nostra combinazione era particolarmente non robotica, meno geometrica e più fluida. É molto facile per noi comunicare corpo a corpo, i nostri corpi si ascoltano facilmente. Quando hai una chimica che appare senza problemi e lega insieme tre elementi, come la giocoleria, il movimento e la comunicazione intuitiva, è fantastico. Direi che il nostro tipo di giocoleria ci ha portato ai movimenti che volevamo realizzare e non il contrario. Alla fine, la nostra scelta è stata quella di eliminare molti elementi inutili dallo spettacolo come le foglie a terra come scenografia, per esempio - per portare in scena la semplice interazione dei corpi. Ci piace muoverci, ma non abbiamo alle spalle un percorso da danzatori. La giocoleria per noi è il modo più semplice per creare qualcosa: ne seguiamo i movimenti naturali restando consapevoli di ciò che stiamo facendo, senza forzarli per ottenere qualcosa. Questa pratica ci ha portato ad evitare il falso e ad un'onestà fisica che la gente può percepire durante lo spettacolo. PROGETTOQUINTAPARETE.IT


circusartsmagazines.net INCAM (International Network of Circus Arts Media projects) riunisce i media project sulle arti circensi attivi nel settore. In questo numero presentiamo PONTE, un progetto editoriale multiforme, “made in japan” e dedicato all’arte della giocoleria.

PONTE jugglingponte.com

di Naoya Aoki PONTE è una raccolta di piattaforme dedicate alla giocoleria, organizzato dal mio entusiasmo per la giocoleria. Nasce come un progetto personale per soddisfare la voglia di parlare di argomenti più profondi legati alla giocoleria. La lingua principale dei media è il giapponese, ma ogni tanto vengono pubblicati materiali in inglese. Il primissimo progetto pre-PONTE si può far risalire alla mia tesi di laurea presentata nel 2014. La tesi era sul maestro giocoliere Jay Gilligan, e lì ho cercato di analizzare le caratteristiche delle sue innovazioni nel campo della giocoleria. Come giocoliere ho trovato estremamente interessante pensare e scrivere sulla giocoleria a un livello più profondo, quindi ho deciso di continuare a perseguire tale passione. Più tardi, nello stesso anno, ho cominciato a pubblicare una rivista gratuita sul Web, a cadenza bisettimanale, in formato PDF. Dopo alcuni mesi la rivista si è trasformata, diventando una pubblicazione cartacea. Al suo interno interviste a giocolieri di tutto il mondo, recensioni di eventi e saggi. Oltre ad esserne caporedattore seguivo direttamente molti eventi live di giocoleria/circo, in particolare in Asia a Taiwan, Corea, Sin-

gapore, Filippine e Cina, ma anche in altre parti del mondo come Nuova Zelanda, Italia, Francia, Finlandia, Belgio, molti altri paesi europei e anche negli Stati Uniti. La versione cartacea è durata 5 anni fino a quando nel 2019, dopo 15 numeri PONTE è tornata nuovamente al formato principale su piattaforma Web. Attualmente i principali canali media di PONTE sono il sito web, il settimanale di posta elettronica, Twitter e Facebook. I contenuti sono principalmente saggi, conferenze e introduzione di risorse disponibili in lingue straniere. Oltre a redarre PONTE, mi occupo anche di tradurre in giapponese alcuni articoli di eJuggle (e-zine ufficiale dell'International Juggling Association). PONTE ora ha anche una collana editoriale, chiamata PONTE BOOKS e nel gennaio 2022 è stata introdotta la sua prima pubblicazione "投げないふたり(Nagenai Futari)" (= I due che non lanciano). Il libro contiene una serie di conversazioni tra il

caporedattore Naoya e Daigo Itatsu di PM Juggling, un produttore di attrezzi di giocoleria. Uno degli interessi principali di PONTE è alimentare la riflessione su come la giocoleria possa essere inserita nella vita quotidiana in una forma diversa dalla performance. Questo potrebbe non essere un argomento che interessa tutti i giocolieri, ma per alcuni è sicuramente uno degli argomenti importanti di cui parlare. La giocoleria oggi viene fruita in varie forme, con molteplici benefici. E ciò che PONTE mostra attraverso le sue attività sono appunto un modo di vivere con la giocoleria, un modo di pensare alla giocoleria e la gioia della giocoleria.

RUGGIERIPOGGI.IT

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DALLA GIOCOLERIA SOCIALE ALLA GIOCOLERIA SOCIAL M Geo il Giocoliere M TG Juggling

di Davide Quagliotto, Geo

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lizzazioni), ha creato il suo successo proprio da questo, impreziosendolo con numerosissime collaborazioni. Canali simili sono quello di Taylor Glenn, incentrato su tutorial e contenuti personali, Luke Burrage, che tra vlog delle convention e l’annuale top 40 jugglers è da anni un punto di riferimento per la comunità dei

loro abilità in spettacolo alla produzione di contenuti video deliziosi. Eccone giusto alcuni: Jay Gilligan, Lauge Benjaminsen, Haavard Hvidsten, Ameron Rosvall, Ori Roth, Komei Aoki, Tony Pezzo, Zak Mcallister, Kouta Oohashi, Kellin Quinn, Onni Toivonen, la nostra Marianna De Sanctis… e mi fermo qua perché la lista sarebbe lunga! In un certo senso Youtube ha contribuito (e contribuisce ancora), di pari

’avvento dei social network ha comportato un cambiamento radicale delle nostre abitudini di vita e, come ogni campo, anche la giocoleria ne è stata influenzata portando ad una continua evoluzione del suo format digitale per eccellenza: il video. In questo articolo vedremo come i giocolieri e le giocoliere si sono destreggiati nei vari social e come è cambiata la produzione di contenuti in questi ultimi anni. Chi si è saputo distinguere maggiormente per tecnica e originalità? Chi è riuscito ad ottenere più successo nelle diverse piattaforme? Esistono format digitali in grado di competere con lo spettacolo dal vivo? Let’s go! Se quindici anni fa avessimo voluto vedere (o pubblicare) un video di giocoleria, probabilmente tutti noi avremmo digitato la stessa parola sul motore di ricerca: Youtube. La popolare piattaforma di condivisione video ha avuto un ruolo fondamentale nella diffusione di questa disciplina, scalzando piano piano siti come Juggling.tv e forum. Ha reso disponibili ad un pubblico più vasto estratti di spettacoli e performance in un unico luogo (virtuale), ma soprattutto ha promosso la creazione di contenuti ad hoc: videoclip e tutorial. Mentre nel primo caso vengono riproposte le gesta circensi, teatrali o televisive, portando spesso alla ribalta artisti già noti nell’ambiente, pensate a Anthony Gatto, Alexander Koblikov e Kris Kremo, nel caso di videoclip e tutorial hanno permesso a schiere di nuovi e potenziali artisti di farsi conoscere, non solo per le doti tecniche ma anche per le competenze di videomaking e comunicative. Infatti, uno dei canali Youtube di giocoleria più longevi e seguiti in assoluto, quello del giocoliere brasiliano Lucas Gardezani Abduch (150’000 iscritti e 19 milioni di visua-

passo con l’avanzare della tecnologia, a curare la bellezza della giocoleria anche in video, proponendo punti di vista, dettagli e scelte non realizzabili dal vivo. giocolieri, e IJA Jugglers, che permette a giovani e talentuosi artisti di raggiungere un pubblico più vasto grazie ai fantastici Trick of the Month. Anche Wes Peden, il giocoliere più popolare degli ultimi quindici anni, deve parte del suo successo all’aver saputo riprendere e montare i propri progressi tecnici e creativi. La qualità dei suoi video ha di certo favorito la sua immagine, aumentando l’aspettativa per le sue performance dal vivo. Che sia sul palco o davanti ad una telecamera, Wes è riuscito a stupirci (e continua a farlo) proponendo sempre trick originali e complesse routine. Ma non è l’unico! Molti giocolieri negli ultimi anni sono riusciti ad accompagnare le JUGGLINGMAGAZINE.IT

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Un po’ diverso è il discorso per le piattaforme che sono spuntate di lì a poco. Facebook, che non nasce principalmente per la condivisione di video, ha però cambiato il modo di fruire questo contenuto: se da un lato ne garantisce una diffusione più rapida ed efficace, dall’altro disincentiva la produzione di contenuti lunghi o elaborati. Inoltre, con l’arrivo degli smartphone, ha preso piede la possibilità di condividere istantaneamente singoli trick o brevi routine con la propria community, lasciando a Youtube il ruolo di accogliere il "risultato finale”. Questo processo ha trovato il suo apice con Instagram. PROGETTOQUINTAPARETE.IT


Se Facebook ha rafforzato la rete di scambio fra giocoliere e giocolieri di tutto il mondo, però confinati all’interno delle proprie bolle, Instagram ha abbattuto le barriere mettendo tutti sopra un piedistallo. Essendo un social vetrina i video vanno alla grande e i giocolieri ci sono andati a nozze: contenuti catchy, clip brevi, riprese fisse, nessun montaggio particolare richiesto. Oltre a diversi degli artisti citati in precedenza, che utilizzano questo social sia per diffondere nuovi trick che per far girare estratti dai video più lunghi, degni di menzione sono Delaney Bayles, Louis Cason, Kateryna Nikiforova, Bow, Zaila Avant-Garde, Lauri Koskinen, nonchè tantissime hoopers, come Abigail Lindsey o Emma Hornell, e flow artists, come Chris Kelly o Sam Tobey, che a colpi di storie e reel hanno raggiunto decine di migliaia di followers, compresi non giocolieri. Particolare successo hanno avuto i trickshot, e lo sanno bene Michael Rayner e Jacob Gregoire che, mischiandoli con la giocoleria, hanno ottenuto un successo clamoroso sia su Instagram che su un’altra piattaforma ultimamente molto in voga: TikTok. Se Instagram è una vetrina, TikTok è una televisione, il cui palinsesto viene deciso principalmente da due cose: hashtag e trend. La dinamica di questo social, caratterizzato da un loop continuo di video inferiori al minuto, fa sì che per ottenere visibilità si debba pubblicare con elevata frequenza, in continua interazione con il pubblico. Ne conseguono video senza grandi pretese tecniche ma molto attrattivi dal punto di vista visuale, spesso ripetitivi, per assecondare la moda del momento. Non stupisce quindi che, ad eccezione di casi come Lisa Ellipse, The Throw Zone e pochi altri, i profili di maggior successo appartengono a giocolieri quasi sconosciuti nella nostra comunità… e che qui hanno un seguito di centinaia di migliaia, a volte milioni, di persone! Insomma, in meno di vent’anni abbiamo assistito ad una rivoluzione nel modo di fare e condividere video e come TG Juggling la stiamo seguendo da vicino. Youtube rimane tutt’oggi un importantissimo archivio di tecnica e produzioni artistiche, Facebook e Instagram hanno permesso una maggiore diffusione dei contenuti spingendo sulla creatività, TikTok a modo suo ha ampliato il tipo di pubblico, premiando la quantità più che la qualità. Una cosa è abbastanza evidente: nessuno di questi è riuscito a creare un prodotto capace di rappresentare una valida alternativa allo spettacolo dal vivo, sebbene in tempo di lockdown, un po’ per necessità, qualche tentativo sia stato fatto. Alcuni video sono dei veri e propri capolavori, qualcuno è riuscito pure a venderli, perfino a monetizzare, altri hanno puntato su Patreon, ma per tutti è stato più un sostegno alla propria attività artistica principale. Per tutti, eccetto forse per una persona: Josh Horton, giocoliere e recordman statunitense, che attualmente conta più di 3 milioni di follower tra Youtube, Ig e TikTok, ha saputo creare il contenuto giusto per ognuna di queste piattaforme ottenendo numeri stratosferici. Ma come ne è uscita la giocoleria? Beh… a voi il giudizio!

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BELLYACRES HAWAIIAN VAUDEVILLE JUGGLING FESTIVAL renegadesescapades.com di Graham Ellis

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"Se un gruppo di giocolieri amanti del divertimento non può imparare a vivere insieme in armonia, che speranza c'è mai per il mondo?"

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el 1985 i festival di giocoleria erano ancora una novità. C’era solo la convention dell'International Jugglers Association (IJA), forse poche altre nel mondo, ed io ero a Puna, Hawaii, alla mia prima convention, nelle vesti di organizzatore! Tra i giocolieri professionisti che vivevano e lavoravano lì, qualcuno suggerì di organizzare un festival, ed io mi ero offerto per farlo. La prima edizione si tenne a Kalani, in un nascente centro “no profiti”. Nasceva l’Hawaiian Vaudeville Juggling Festival. Ci allenavamo come

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tando, offrendoci un’esperienza indimenticabile. Si poteva nuotare con i delfini, tuffarsi in un lago caldera, immergersi in piscine sotterranee e arrampicarsi sugli alberi di cocco. Le foto e le storie condivise con gli amici erano tutta la pubblicità di cui avevamo bisogno per attrarre partecipanti negli anni successivi. Dal terzo anno i nostri festival hawaiani sono durati un'intera settimana con gruppi di fantastici giocolieri che surfavano sulle spiagge di Big Island e nel mitologico Paradiso di Pele. Le attrazioni dei tropici erano irresistibili e molti partecipanti volevano rimanere più a lungo, forse alla fine vivere alle Hawaii, e d’incanto stava germogliando il seme di Bellyacres. I primi nove festival si svolsero a Kalani, dove creammo il Volleyclub, diffusosi poi nelle convention di tutto il mondo. Spencers Beach Park era un luogo idilliaco e ci ha servito molto bene dal 1994 fino al 1998. Tutti adoravano il kayak in mare, il surf, il remare su canoe hawaiane. Poi una sera al tramonto un gruppo è stato investito da una improvvisa tempesta di vento e 11 persone hanno trascorso la notte aggrappate alla canoa semisommersa. Fortunatamente tutti sono sopravvissuti, ma quel naufragio ha posto fine ai nostri festival in spiaggia sulla Big Island. L’alternativa è stata la spiaggia a Mukulea su Oahu, una destinazione più economica su cui volare. Lì abbiamo realizzato le edizioni più grandi del festival, dove abbiamo lavorato di più e guadagnato meno! Infine ci siamo spostati a Bellyacres, ma lì sono venute meno persone e le tre edizioni successive sono stati incontri più intimi, e con sempre meno giocoleria. Molti dei nostri aficionados ormai avevano mutui, figli da mandare a scuola, persino lavori regolari, inoltre il numero di convention di giocoleria era aumentato vertiginosamente. Così, dopo 19 anni di festival, ci prendemmo una pausa. Ma col tempo sentivamo la mancanza del festival e nel 2012, al 25° anniversario di Bellyacres, abbiamo festeggiato invitando amici e artisti, che hanno dato vita ad uno show allo S.P.A.C.E., e un Renegade Show commemorativo allo Spencers Beach Park. Ancora una volta il videografo Alan Plotkin era lì per registrare frivolezze e scherzi, quintessenza di una stagione esagerata, le cui storie vivono ancora nel ricordo dei tanti che frequentarono i nostri Hawaiian Vaudeville Juggling Festival.

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matti tutto il giorno, continuando fino a tarda notte, ascoltando musica dal vivo. Gli hippy del posto erano piuttosto affamati di divertimento e oltre 200 persone assistettero allo spettacolo pubblico, mettendo nel cappello poche monete, qualche papaia e avocado, ma anche della buona erba locale, assicurando un clima festoso per tutta la notte. La seconda edizione raddoppiò in volume, con alcuni dei migliori busker internazionali. Chi altro avrebbe potuto permettersi un biglietto aereo per andare nel bel mezzo del Pacifico? La tradizione di un Renegade Show fiorì sotto le luminose stelle hawaiane, o nelle tende se pioveva. Fortunatamente il vulcano Kilauea stava erutJUGGLINGMAGAZINE.IT

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TOM RENEGADE

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Se hai partecipato a una qualsiasi convention di giocoleria, probabilmente hai partecipato anche ad un Renegade Show, idea rivoluzionaria concepita da Tom Renegade nel 1986, alla 39° IJA in California. Con l'aiuto di amici allestì un 'cabaret open stage' dietro la palestra del festival e finanziato dal pubblico assetato attraverso una lotteria, in cui ogni biglietto era vincente; e il premio era una birra! Tom voleva creare un format festoso a basso stress, in cui i giocolieri potessero provare idee incompiute, improvvisare o fare parodie di spettacoli visti sui palchi "ufficiali". I Renegade Show cominciavano rigorosamente dopo la mezzanotte e gli spettacoli erano tipicamente audaci, con magia, commedia, musica, danza, burlesque e talvolta giocoleria. Ma c'era sempre da bere, schiamazzi e qualche nudità. 35 anni dopo il format è rimasto ovunque lo stesso, a prova del suo successo planetario. Tom era già persona nota nella giocoleria, avendo co-fondato nei primi anni ’80 Renegade Juggling, principale produttore di attrezzi per giocoleria negli USA, alcuni dei quali unici e originali. Da allora ha rifornito artisti e hobbisti in tutto il mondo, incluse star della portata di Anthony Gatto e Jay Gilligan. Il suo nome è sempre stato associato a “Renegade”, un termine che descrive accuratamente il suo personaggio. L'ho incontrato al nostro primo festival hawaiano nel 1985. È tornato ogni anno e faceva parte della "banda dei cinque" che si occupava dell'organizzazione, e quando era lo zar del bar guadagnavamo sempre. Membro fondatore del nostro collettivo di Bellyacres e mio riferimento quando avevo bisogno di consigli. Era la voce della ragione, molto calmo, senza fronzoli e assolutamente senza stronzate. Puoi sempre fidarti di Tom per dire le cose come stanno. Con Tom condividevamo molte cose, incluso il desiderio di introdurre temi politici nel mondo della giocoleria. Nel 1986 organizan

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zammo uno spettacolo di beneficenza anti-nucleare alle Hawaii. Poco dopo, alla IJA a Denver, i Renegade Jugglers inscenarono un atto antinucleare, culminato con un'esplosione dal palco, sincronizzata con dozzine di membri del pubblico che lanciavano coriandoli nell'aria, "contaminando" l'intero teatro con "radiazioni". Il teatro ci costrinse a raccogliere ogni singolo coriandolo. Ci vollero ore, ma ne valse la pena. Fu la prima vera dichiarazione politica fatta durante una convention tradizionalmente “conservatrice”. Il dibattito che ne scaturì catalizzò il cambiamento di coscienza di molti giocolieri, e act di giocoleria politica diventarono familiari. Dopo i tour di Jugglers For Peace in Nicaragua nel 1986/87/88, Tom si unì al tour a Cuba del 1989, fomentando una pratica seguita da molti altri giocolieri. Tom visitava regolarmente Bellyacres e nel 1992 costruì la "Casa Bianca". Come ogni imprenditore di successo, Tom è un genio della logistica. Elaborò il suo piano a si recò in Canada per riempire un container con tutto ciò di cui aveva bisogno: legno, lamiera chiodi, viti, colla, vernice, incluso un generatore e utensili. L'intera casa venne costruita in soli 15 giorni, per una spesa totale di soli $ 18.000. Tre camere da letto e un salotto che da allora hanno ospitato centinaia di giocolieri in visita; una grande risorsa per la comunità, tutto grazie all'ingegno e alla generosità di Mr Renegade. È arrivato poi il momento di pianificare un centro per le arti performative a Bellyacres (S.P.A.C.E.) è stato Tom a lavorare con me al progetto, realizzato nel 2007 dopo 6 anni di progettazione e raccolta fondi. Ma la giocoleria è impossibile senza attrezzi e il circo HICCUP ha avuto Tom come generoso padrino, grazie a forniture scontate, riparate, riciclate o semplicemente donate. L'interesse di Tom per l'Europa è cresciuto dopo aver incontrato, e successivamente sposato, Iman Lizarazu, una colorita nazionalista basca la cui vita si leggerebbe come una fiaba fantasy. Negli anni hanno partecipato a numerose EJC e sono diventati grandi amici della PLAY in Italia, dove amano recarsi e bere buon vino. È stata una grande perdita per Bellyacres quando nel 2014 entrambi hanno deciso di smettere di partecipare all'esperimento della nostra comunità, ma ora abbiamo il piacere di incontrarci ogni volta che vengono in Europa.

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Dans ton coeur akoreacro ph Richard Haughton

progettoquintaparete.it/astleys-place

ACROBAZIE DELLA CREAZIONE ASPIRAZIONI ARTISTICHE E PEDAGOGIE CREATIVE: IL CIRCO É ANCORA SPETTACOLO POPOLARE?

di Raffaele De Ritis Quando nel 1974 Annie Fratellini presentò il primo saggio di una scuola di circo occidentale, uno degli aspetti principali era la mise en piste: l'insieme compositivo di gestualità, musica, costume, espressività scenica finalizzato a valorizzare l'exploit acrobatico. La mise en piste dava ai giovani allievi la preparazione e l'apertura artistica per confrontarsi in futuro, nel corso delle loro carriere, con registi e coreografi. La pioniera francese aveva imparato tra tendoni e roulotte, tra pista e palcoscenico di quattro generazioni, l'importanza per gli acrobati di convivere tra le quinte con musicisti, ballerini, attori. Dieci anni dopo, quando il Cirque du Soleil delle origini iniziò ad ampliare la propria compagnia, il regista Guy Caron (e direttore della scuola di Montreal), basò i primi programmi del tendone canadese in gran parte sugli allievi della Fratellini. E alla nascita del CNAC, il governo francese volle Caron come primo direttore della scuola. Oltre che regista, Guy Caron era un pedagogo, con un'esperienza del vocabolario acrobatico che spaziava da Budapest a Pechino. Nel 1990 la direzione del CNAC va a un uomo altrettanto geniale, Bernard Turin: non un uomo di circo ma uno scultore contemporaneo. Turin rivoluziona la pedagogia circense: inizia ad invitare registi con la nozione di rendere il saggio annuale di scuola un progetto drammaturgico compiuto, fino a porlo nel circuito. All'epoca,

la visione differiva in parte da quella di un altro gigante della formazione circense, Jean Rok Achard, che da Caron aveva ereditato la direzione della scuola di Montrael. Pur invitando registi alla scuola, Achard poneva la questione se un saggio dovesse diventare uno spettacolo, spingendosi anzi a dubitare la necessità di un direttore “artistico” in una scuola di circo. In gran parte é a questa linea del CNAC che negli anni Duemila, si deve il passaggio dalla definizione di nouveau cirque (rinnovamento che non presumeva un necessario distacco dalla tradizione precedente), verso il significato più radicale di circo contemporaneo. Un passaggio, se vogliamo, da un circo nuovo ma ancora figurativo, verso una costruzione concettuale. Quanto può spingersi ad essere cerebrale un'arte spontanea come il circo? Nello scorso gennaio, il maggior quotidiano francese, Le Figaro, ha recensito lo spettacolo della 33esima promozione del CNAC con il titolo “L'elogio del brutto” (Promotion 2022 du Centre National des arts du cirque: l'éloge du moche, Le Figaro, 30-1-2022). Il giornale ha in passato avuto parole di lode per gli spettacoli del CNAC, così come nel recensire circhi più classici (sì: in Francia la stampa quotidiana é competente di circo, e segue con pari rispetto sia le forme di tradizione che quelle di ricerca). Questa volta però il verdetto di Francois Deletraz, un critico teatrale sempre attento al circo contemporaneo, appare duro. Il caso é interessante perché ci fa riflettere su un aspetto di tensione JUGGLINGMAGAZINE.IT

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nelle evoluzioni della creazione circense: quello dei confini tra il virtuosismo acrobatico e l'espressività scenica. In questo spettacolo, la stessa regista chiamata quest'anno al CNAC, Séverine Chavrier (dall'élite dell'avanguardia teatrale istituzionale) dichiara palesemente l'intenzione estrema di voler “cancellare la performatività che ci si si aspetta dal circo”. Rinunciare cioé alla prodezza, la meraviglia, proprie ad ogni forma di circo. È un confine interessante? Oppure é ancora importante, come in qualunque arte, poter ancora riconoscere dei codici assoluti, un DNA del genere circo? Il critico si é dichiarato nel disagio di recensire “un'opera di teatro contemporaneo che volontariamente sceglie di dimenticare che gli artisti sono dei circensi”. Non abbiamo visto lo spettacolo e non sappiamo se essere d'accordo o no con il critico. Il CNAC ha certamente dimostrato negli anni di raccogliere tali sfide con risultati suggestivi, e non per forza a discapito della performance. La linea storicizzata dal CNAC, di invitare creatori provenienti da altri mondi a dirigere i saggi spettacoli, si è diffusa nel circo attuale, divenendo un carattere delle compagnie di circuito, non

solo francesi. Ciò in alcuni casi ha rivelato la fragilità generata dall'incontro di esperienze e metodi diversi. O ancora, l'ansia creativa ha sopperito a carenze acrobatiche. Prima che al circo, anche nel teatro lirico si é ricorso a creatori di avanguardia di altri mondi, spesso con limiti simili. Ma nel teatro lirico vigono limiti ferrei di virtuosismo e di repertorio, che riescono a fondare il dialogo tra i codici classici e la ricerca moderna. Nel circo invece la nozione di “scrittura” é una forma aperta. Oggi una gran parte della creazione e della formazione circense cede al fascino di una nozione ancora un po' empirica di “drammaturgia circense”, ma non sempre con una chiarezza di confini tra i linguaggi. PROGETTOQUINTAPARETE.IT


ph Deyan Georgiev

Anche in Italia, gli artisti di circo sembrano presi dalla smania della legittimazione nel salotto buono della “forma d'arte”: come se l'assimilarsi a teatro, danza e arti plastiche fosse una patente di nuova identità, ma forse a costo di tradire lo spirito della meraviglia non cerebrale e il pubblico popolare. Questo atteggiamento é anche nelle istituzioni. Su un altro grande quotidiano francese, Libération, quasi negli stessi giorni, il sociologo Fabrice Raffin evidenziava un paradosso: “quando le istituzioni si appropriano di forme dalla natura popolare, come il circo o le arti di strada, é per proporne una versione artisticizzata, legata alla logica di opera d'arte ma lontana dalle attese semplici del pubblico” (Libération, 14 febbraio 2022). In realtà esiste una buona parte della creazione contemporanea che riesce efficacemente a massificare le forme di circo d'arte, e ad esaltarne l'essenza acrobatica: se non si vuole scomodare il Cirque du Soleil (per alcuni ancora fermo alla nozione di “nouveau cirque”, senza la patente di “contemporaneo”, per altri paradossalmente “tradizionale”), si pensi almeno alle altre numerose compagnie canadesi o alle tendenze australiane, nelle quali la ricerca sofisticata non nega la presenza dell'exploit di alto livello né un'estetica accessibile; o ai risultati più attuali delle avanguardie ucraine e russe, in cui la fantasia dei coreografi più eleganti si esprime in un circo di massa; alla “scuola” di Franco Dragone, che concilia un rigore estetico di rara profondità con l'exploit più spettacolare; ma anche alla nuova generazione italiana di nuovi circhi sotto tendone: genuinamente popolari pur se appassionati nei tentativi di sperimentazione. Tanti anni fa in un’epoca oggi dimenticata, sempre sui giornali francesi, si cercava già di delineare i limiti critici della creazione circense. Era nel bel mezzo del Novecento, tra gli anni '20 e gli anni '50, con una guerra al centro. I tendoni e i circhi stabili francesi si mischiavano con il mondo del teatro e della rivista, con i registi, i coreografi, i compositori, gli attori, i danzatori. Sulle gradinate, in mezzo a bambini, nonni, operai e borghesi, c'erano Cocteau, Chagall, Picasso, Stravinski, Dalì. Assieme a loro, si sedeva una folta generazione di critici teatrali, che sui principali quotidiani e sulle riviste d'arte scenica stava inventando la critica circense. Il più giovane di essi era un romanziere di nome Tristan Rémy (in Italia conosciuto per i suoi testi sul clown), i cui manoscritti sono custoditi proprio al CNAC. In un suo articolo su Les Lettres Francaises, nel 1946, all'indomani della guerra, Rémy rifletteva sulle difficoltà identitarie del circo, con una conclusione: “Il circo non é nè di ieri, nè di oggi, è di sempre; che sia con i suoi cavallerizzi, i grotteschi clown, i ginnasti, non è mai stato così bene. Il circo è il rifugio sia della gente semplice che degli spiriti complicati. E la pista è ricca di risorse emotive che i palcoscenici non offriranno mai. Ma il circo ha bisogno, per vivere, dell'entusiasmo popolare. L'avvenire, che appartiene al popolo, restituirà al circo la propria ragion d'essere”. Era un'epoca indubbiamente diversa, ma che ha dato al circo i fondamenti, gli innovatori di genere e i fuoriclasse sulle cui spalle abbiamo costruito l'evoluzione di oggi. Era certo un tempo i cui gli acrobati erano ammirati da registi, pittori e musicisti d'avanguardia ma non avevano l'ambizione di diventare come loro per sentirsi creatori. Volevano solo, umilmente, creare meraviglia per tutti.

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“Brà-vo!” è un progetto realizzato con il sostegno del MIC - Direzione Generale Spettacolo, nell’ambito del bando “Boarding Pass 2021/2022”

SPAZIO AGRESTE

di Fabiana Ruiz Diaz e Consuelo Perri Nel 2009, durante la prima tournée in Italia, abbiamo visitato un casolare agricolo dei primi del ‘900 in Contrada Santa Croce, a Recanati, e ce ne siamo innamorati. Cosí, al nostro rientro da Bruxelles, l'abbiamo reso la nostra sede operativa. All’inizio rappresentava soprattutto spazio, tanto spazio, tanto quanto ne richiede un circo, dove "stivare" scenografie, ferro, camion, roulotte, luci, casse e centinaia di cavi. Ma anche uno spazio dove tornare prima e dopo ogni tournée. Ed è proprio in questi momenti che le nostre esigenze "circensi" hanno guidato il recupero degli ambienti: un vecchio locale per l'essiccazione del tabacco é diventato una sala prove, la vecchia stalla un’officina per le costruzioni. Un’ala semi abbandonata é diventata invece la foresteria, per ospitare i tanti amici di passaggio. Artisti e non, che hanno dato una mano facendo via via i lavori più disparati, ma sempre a ritmo di cumbia. Con il tempo abbiamo voluto che lo spazio potesse essere utilizzato anche da altri artisti. Non volevamo creare un luogo di allenamento condiviso incentrato solo sulla

tecnica, piuttosto ci interessava condividere le possibilità tecniche che la struttura offriva con altre persone affini, interessate a ricercare e creare spettacoli più che ad allenarsi in natura. Nel 2018 nasce Spazio Agreste, un luogo dedicato alle creazioni artistiche di circo contemporaneo, teatro, danza, musica, arte plastica e visiva. Abbiamo iniziato proponendo laboratori di creazione, e stimoli intorno alla creatività, musicalità e residenze collettive per puro spirito di sperimentazione e ricerca. Apriamo le porte una volta all’anno, con una kermesse che dura tre giorni per il pubblico locale, dove il pubblico può vedere i work in progress che abbiamo ospitato, ma anche spettacoli

stare di fronte a un silenzio interiore che a volte affoga. Credo fortemente che la dimensione immersa nella natura di Spazio Agreste, lontana dagli stimoli continui della vita in città, permetta alle persone di scendere più in profondità nella pratica artistica. Lontani dalle grandi distrazioni possiamo sentire meglio cosa ci abita, si ha più tempo per relazionarsi veramente ai posti e alle persone, il nostro corpo incontra il contesto senza altre mediazioni. Ed è questo il contributo che Agreste si propone di portare anche all'interno del progetto Brà-vo! Il laboratorio che abbiamo ospitato, è stato incentrato sul fornire un reale strumento di supporto alla creazione di uno spettacolo, piuttosto che una tappa di formazione in quanto tale. Un laboratorio inteso come un luogo di incontro tra la nostra direzione artistica e la sensibilità dei partecipanti. Lo scopo è quello di creare fiducia, fargli capire come lavoriamo in sala e favorire così la loro richiesta di supporto nei momenti di creazione che saranno più difficili. Spazio Agreste rappresenta il lavoro di molti anni. È una risposta innanzitutto ai nostri bisogni come artisti, per sentire meno la mancanza dei grandi centri di creazione europei che con il loro supporto sono stati fondamentali per le prime creazioni del Circo El Grito. È dalla consapevolezza della grande importanza che hanno i centri di creazione nella produzione artistica che nasce la volontà e il desiderio di accogliere altri artisti per accompagnarli nella loro ricerca. ph G. Alarcon

ph G. Costantini

ph M. Gentilli

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finiti e quelli del Circo El Grito. Inoltre, ospitiamo compagnie nazionali e internazionali principalmente di circo contemporaneo. La creazione è un processo difficile, è faticoso sondare le linee delle sensazioni che si provano. Non si può insegnare a creare, però si può indirizzare un artista, trovare il modo di sostenere una persona e far sì che si riconosca e si senta se stessa attraverso la sua disciplina. È a quel punto che si capisce se un artista vuole solo allenarsi, dedicarsi alla tecnica, o se riesce a JUGGLINGMAGAZINE.IT

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arte & ingegno GIROVAGO E RONDELLA CIE. DROMOSOFISTA DAL CENTRO OFFICINE TEATRI MOBILI girovagoerondella.com

di Girovago e Rondella / Cie. Dromosofista Girovago e Rondella è una famiglia d’arte nomade che esercita la propria attività teatrale in contesti non convenzionali, abitando piazze e giardini d’Europa, con opere surreali e poetiche. Archivio vivente di aneddoti legati all’arte e all’itineranza, la coppia Girovago e Rondella raccoglie esperienze di vita e teatro dal 1986, portando per le strade del mondo un teatro di figura unico, carico di immaginazione e creatività. Ci si affida all’abilita delle mani, facendole di volta in volta protagoniste di innumerevoli metamorfosi: mano umana, mano cavallo… mani come ballerini e musicisti d’eccezione. Marco e Federica si incontrano nell’isola di Rodi e tra loro nasce subito una storia d’amore e d’arte che troverà il suo primo spazio espressivo su di una barca in legno di 18 mt. trasformata a teatro, in navigazione lungo le coste della Grecia e della Turchia. Nascono i figli Rugiada, Timoteo e Tommaso, che dai primi anni di vita si divertono ad arricchire il repertorio di trovate fantasiose. L’incontro con Giorgos Koutalianos, artista della Grecia del dopoguerra celebre in tutto l’Egeo per numeri di forza in piazza, fu decisivo per insegnare a questi giovani marionettisti italiani il valore dello spettacolo popolare in piazza e la bellezza di portare con sè una struttura, seppure effimera, dove accogliere il proprio pubblico.

Dopo il primo avventuroso teatro navigante fu così che nacque un primo teatro in piazza: l’“Arena". Un circo senza tetto, un telone dipinto a mano e cucito con la vela del teatro navigante che avvolgeva pubblico e artisti in un ambiente unico, accogliente e magico. “Axecastes stigmes - Attimi indimenticabili, da 0 a 100 anni” prometteva la voce dell’altoparlante di un giovane Girovago in bicicletta, per le vie dei centri storici. Dal 2007, Girovago e Rondella iniziano a collaborale in maniera costante e feconda con la Compagnia Dromosofista. Rugiada, Timoteo e Tommaso insieme ai musicisti argentini Facundo e Santiago Moreno, fondatori della Compagnia Dromosofista, daranno una forte impronta musicale a questa esperienza teatrale di marionettisti, fantasisti e costruttori. La giovane compagnia, segue così la trama iniziata da Girovago e Rondella, ma ne continua a condividere l’esperienza d’arte e vita aggiungendo nuove geometrie ed altri fili sul telaio. Due generazioni convergono e si sostengono nel costruire giorno dopo giorno un teatro di figura assolutamente inedito. Dalla costruzione su piccola scala si passa alle forme di grande scala e viceversa. Lo stesso anno 2007, dalla collaborazione con diversi arJUGGLINGMAGAZINE.IT

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tisti della scena busker italiana, inizia l’avventura della "palco mobile", un palco pop up provvisto di gru per numeri di acrobatica aerea e manipolazione di marionette di grande formato. Un formato inedito che vede la creazione collettiva di diverse compagnie attraverso l’utilizzo di infrastrutture mobili, trasformando così lo spazio urbano in spazio teatrale. Le tournée sono internazionali ed il pubblico di 26 Paesi di diverse parti del mondo assistono agli spettacoli della compagnia. A Dordrecht (Olanda) per il 25esimo anniversario del Puppet Theater Festival, l’ingegno delle due compagnie in sinergia porta alla costruzione di una marionetta in fiberglass alta 5 metri. La grande marionetta, sollevata dal fondo dell’acqua di uno dei canali del centro città, danza sospesa sulle melodie dei bicchieri di cristallo. PROGETTOQUINTAPARETE.IT


La musica sempre suonata dal vivo di chitarre e violini si fonde col suono stridente del frullino, e degli attrezzi da lavoro, che inventano botole, alzano lamiere sonore, e trasformano nuove forme su chassis. Le mani

mezzi teatrali hanno potuto ospitare fino ad oggi centinaia di rappresentazioni del repertorio delle compagnie proprie, cosi come di altre compagnie ospiti. Le sale mobili allestite e curate nei minimi particolari creano un impagabile rapporto di intimità tra spettatore e artista, che scopre inevitabilmente il gusto del dettaglio e il potenziale del minimo gesto dentro una vera e propria cassa di risonanza espressiva, delimitata dalle pareti di un bus o di un camion. Artigiani, inventori, artisticostruttori ed incontentabili curiosi, sono i protagonisti di questa tribù viaggiante, che segue il ritmo delle stagioni. In autunno è il momento della raccolta delle olive ed il pensiero rallenta

non si fermano mai, nemmeno fuori dalle scene, mosse da un fuoco perpetuo le cui scintille impazzano e non conoscono barriere. La musica, la danza e le discipline circensi si intrecciano abilmente all’interno dell’immaginario vasto e multiforme del teatro di figura contemporaneo. Anche qui, come altrove, che il genere sia il circo o le marionette, la musica o la prosa, poco importa. La ricerca di questa famiglia intera è quella di un territorio artistico autogestito, dove anche i ruoli e i generi non sono mai prestabiliti. Ed il dramma, il numero, lo spettacolo viene da sé, lo fa il pubblico e il suo potere interpretativo e lo fanno i gesti e i simboli che veicolano emozione, anticipando ed eliminando la parola. Nel 2016 dopo diversi anni impiegati nel loro allestimento, un autobus urbano ed un camion si trasformano in due veri e propri teatri mobili. I

versi cuori in una esperienza collettiva. È il desiderio di futuro e di unione che restituisce a tutte le donne e agli uomini tutti, la possibilità di immaginare un mondo migliore. Generare arte e generare incontro perciò non possono non fondersi e confondersi, benché questo implichi tanto impegno nell’ambito sia creativo che di progettazione.

nella ripetizione del gesto, segue l’inverno in cui si manipolano materiali diversi secondo i gusti e le occasioni: cartapesta, lattice, elettronica o silhouette, motori o costumi… la primavera poi serba sempre qualche sorpresa, l’immaginazione galoppa e le possibilità di inventare sono dietro l’angolo, tutta la famiglia guarda all’insù, osservando le lune o forse le stelle, aspettando la stagione del viaggio. E finalmente arriva l’estate, lo stare in strada, la condivisione spontanea con il pubblico che è la linfa vitale di questa esperienza di arte e libertà. Ognuno di noi in famiglia sente che in questi anni estremamente complessi, continuare a coltivare con semplicità la condivisione dell’arte è diventata una scelta di determinazione, inaspettatamente rivoluzionaria. Il teatrante che oltre a mettere in scena, costruisce il suo palcoscenico alimenta il teatro da dentro, perché torni a svolgere la sua funzione di fondere diverse teste e di-

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Ed arriviamo fino a Qui, al Centro Officine Teatri Mobili, dove dal 2020 le compagnie scelgono di generare il luogo intorno al quale continuare a contaminare il teatro come meglio possono, attivando il motore della dialettica tra generazioni, così come quello della dialettica tra istituzioni culturali e gruppi artistici autogestiti. In questo preciso momento, le due compagnie dopo diversi anni in cui le creazioni e le tournée si davano il passo a ritmo sostenuto, sono alle prese con l’allestimento del grande laboratorio collettivo, attrezzato per la costruzione e la messa in scena di progetti di teatro itinerante. E ci si ritrova in famiglia, anche quando questo vuol dire trasformarsi continuamente, ribaltare tutti i ruoli e le abitudini, per continuare ad incontrare l’autenticità dello scambio, chilometro dopo chilometro.

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Parc des Chantiers ph Franck Tomps

arte & ingegno LES MACHINES COSTRUTTORI DI SOGNI lesmachines-nantes.fr lamachine.fr

di A.R. e A.B. l'Albero da cui svetteranno 2 aironi, ciascuno dei quali adibito a trasportare una decina di passeggeri in un volo vertiginoso.

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Alla base de Les Machines, c’è l’incontro e la collaborazione di due figure cardine dal curriculum esclusivo, che nel 2003 hanno incrociato i loro percorsi e che ancora dettano la direzione futura. François Delaroziere, diplomato alla Scuola di Belle Arti di Marsiglia, ha esplorato instancabilmente l'arte delle macchine in movimento e la loro capacità di incantare gli spettatori. Dopo aver collaborato tra il 1987 e il 2008 con i Royal de Luxe, celeberrima compagnia di teatro di strada, ha fondato nel 1999 l'associazione La Machine, con l’obiettivo di costruire set e macchine per il teatro, ma anche vere e proprie giostre.

L Arbre aux Herons ph Francois Delaroziere

viene inaugurato il Carrousel des Mondes Marins, una giostra alta 25 metri e larga 20, su tre livelli, con creature marine della superficie degli oceani, dei fondi marini e degli abissi più profondi. A rendere ancora più magica ogni macchina-creatura, è la partecipazione del pubblico: adulti e bambini possono salirvi su e muovere alcuni comandi e ingranaggi. Oggi in cantiere c’è un altro progetto, lanciato nel 2016 e in fase di realizzazione. Nella cava di Chantenay, ai margini della Loira, sotto le scogliere del Sillon de Bretagne, dorsale geologica e paradiso della biodiversità, crescerà un L'Arbre aux Hérons. Fatto di acciaio e legno, alto 32 mt, con 50 mt di diametro, sarà composto da 22 rami su cui passeggiare per oltre 1 km, sospesi tra gli incredibili giardini pensili. Le creature attualmente presenti nel bestiario della Galerie (la formica, le farfalle, il camaleonte e tutti gli altri) popoleranno Galerie des Machines ph David Gallard

L'Île de Nantes, luogo di uno dei più grandi progetti di riqualificazione urbana in Europa, è un’area situata nel cuore della città, lungo le rive della Loira. Il piano di riqualificazione, disegnato dall’urbanista e architetto Alexandre Chemetoff, intende dare nuova vita al sito degli ex cantieri navali, luogo emblematico e patrimonio industriale della città. Qui è stata creata un'area turistica e culturale che esalta lo sviluppo sostenibile, le diversità etniche e architettoniche, registrando in epoca pre-pandemica già oltre 600.000 presenze annue. Al suo interno prospera il mondo de “Les Machines de l'île”, un progetto artistico senza precedenti, con budget multimilionario. Le prime macchine prendono vita qui. Nel 2007 nasce il Grand Éléphant, scolpito nel legno e nel ferro, alto 12 metri e pesante 50 tonnellate, che va a spasso mentre barrisce e sputa acqua, portando sul suo dorso 50 persone alla volta. Nello stesso anno apre la Galerie des Machines, un vero bestiario di macchine dove, durante la visita, puoi muovere ragni giganti, pilotare bradipi, spiare scenografi che costruiscono draghi. Nel 2012


L’impatto che Les Machines hanno su chi ne approccia la storia, oppure coglie l’opportunità di visitarle, è certamente unica. Nel suo nome, e nelle sue incredibili creazioni, riecheggia il millenario ingegno degli inventori di macchine per gli usi più disparati. Dalle imbarcazioni a remi, dal mantice ai telai, e poi leve, ingranaggi, addomesticando la forza del vapore e dell’energia elettrica, fino a creare quella che oggi definiamo la “civiltà delle macchine”, Les Machines richiamano un immaginario infinito, nutrito da geni come Leonardo da Vinci, Giulio Verne e tanti altri. Un fascinoso ingegno che ha informato anche il mondo delle rappresentazioni teatrali. Dal deux ex machina dei latini, fino alla moderna scenotecnica teatrale, il ricorso a macchine di scena ha informato tutte le arti dello spettacolo e il mondo dell’intrattenimento culturale, fino ai più recenti “amusement park”. Arrivare a Nantes, o a Toulouse, e trovarsi di fronte a queste monumentali creature meccaniche riempie di stupore e fa riflettere su quale possa essere oggi il ruolo delle “macchine” anche nell’industria culturale e del turismo.

Magdaclan ph Stefano Scheda

Pierre Orefice invece, con una formazione in scienze politiche e un master in economia, è stato dal 1985 al 1998 il produttore e amministratore di Royal de Luxe. Direttore del progetto Cargo 92, che imbarcò 4 compagnie teatrali francesi attraccando in 8 porti del Sud America; dal 1998 al 2007 direttore artistico di Manaus, realtà produttrice di eventi in spazi urbani all'aperto. Le sue molteplici creazioni gli hanno valso nel 2013 il titolo di Chevalier de l'Ordre des Arts et des Lettres

MAGDACLAN A LES MACHINES magdaclan.com

di MagdaClan 15 giugno 2020: nei giorni della riapertura dello spettacolo dal vivo, ci arriva una mail. Veniamo invitati a Natale 2020 a Nantes, al festival Noël aux Nefs, che si svolge a Les Machines de l’Ile, uno dei luoghi più visionari e prestigiosi d’Europa, dove da qualche anno, accanto alle famosissime Machines, vengono programmati spettacoli di circo contemporaneo nazionale e europeo. Tra incredulità e carica iniziamo a organizzare…ma, a causa pandemia, in autunno dobbiamo annullare, o meglio rimandare. Sì, perché Pierre Orefice, il direttore artistico, ci rassicura che nulla è perduto, solo rimandato. E così è stato, a dimostrazione ancora una volta della grande professionalità che contraddistingue il contesto francese. Un anno dopo, siamo in viaggio verso Nantes. 10 dicembre 2021: si parte da Torino dopo due settimane di residenza artistica al Bunker condita da freddo e gelo. Che storia rivedere tutta la carovana Magda in strada. 12 dicembre: dopo quasi 60 ore di guida, arriviamo. La nebbia dà un tocco di mistero. Realtà o finzione: stiamo davvero parcheggiando di fianco ad un airone alto più del camion? E quella laggiù, è davvero una giostra gigante? 13 dicembre: inizia il montaggio, la tenda si apre ed è bella come non mai. Alle 14:30 un fortissimo rumo-

re, usciamo dal tendone: SBAM! L’elefante fa capolino, cammina di fianco allo chapiteau, è alto come un palazzo. Rimaniamo a bocca spalancata! Questo stupore ci accompagnerà tutti i giorni della nostra permanenza. 18 dicembre: si va in scena. Abbiamo il pienone. La vicinanza con il pubblico è un ritorno alle origini, la vera essenza di Magda nasce sotto tenda, e da lì si propaga. Educatissimi i bambini, attenti e rispettosi gli adulti, il pubblico francese è una bellissima scoperta: partecipante, concentrato, discreto, curioso. Applausi sinceri e standing ovation non scontate. “encroyable la poesie de le corps tous ensemble”, “magique”, “bravo”. i giorni seguenti: Emisfero va in scena per 18 repliche in 12 giorni, di cui alcuni sono doppie che ci sfiancano. Ma siamo davvero felici di essere qui, dove l’immaginazione ha creato mondi stratosferici, con il tendone sempre pieno. Vengono a vederci i direttori artistici, i tecnici del festival, Hugues e Gritt (coloro che 10 anni fa hanno creduto in noi e ci hanno venduto il tendone con tutto il materiale), e con loro più di 3000 persone. Continuiamo a stupirci ogni giorno davanti alla maestosità delle Machine, riusciamo a visitare la Galleria, diventiamo affezionatissimi clienti dello shop. L’ultimo giorno ci fanno fare un giro nel carosello dei mondi marini: siamo in gita!

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2 gennaio 2022, smontaggio e si parte. Torniamo a casa carichi di emozioni, consapevoli di essere fortunati ad aver lavorato in 14 persone, in condizioni ottimali, sotto tendone, in un periodo ancora difficile per lo spettacolo dal vivo. Dimentichiamo una musicista in autogrill, torniamo indietro, la stanchezza si fa sentire, qualcuno ha la tosse, qualcun altro la febbre: Nantes ci regala in finale il covid, ma questa è un’altra storia. Questa tappa, arrivata dopo aver concluso il tour europeo Climate of Change, è stata per Magda un ulteriore, importante

passo nel processo di internazionalizzazione. Forse siamo stati il primo tendone italiano di circo contemporaneo a Les Machines, ma ciò che più importa è aver realizzato un nostro grande sogno. Siamo infinitamente grati. C’è poco altro da dire.


arte & ingegno

Terces ph Philippe Laurencon

Johann Le Guillerm si è diplomato al CNAC Centre National des Arts du Cirque e prima di co-fondare Cirque O ha partecipato alle tournée di Archaos e La Volière di Théàtre Dromesko. Nel 1994 ha fondato la sua compagnia Cirque Ici e creato il primo spettacolo da solista, Où ça? Artista pluripremiato (Grand Prix National du Cirque 1996, Grand Prix des Arts du Cirque SACD 2005, Grand Prix SACD 2017), dopo un viaggio intorno al mondo ha intrapreso nel 2001 il progetto Attraction, che lo ha portato a esplorare scultura, performance, conferenze e spettacoli. Dal 2011, Johann Le Guillerm è sostenuto e ospitato dal Comune di Parigi in residenza di ricerca al Jardin d’Agronomie Tropicale.

JOHANN LE GUILLERM

johannleguillerm.com

Sono un praticante dello spazio dei punti di vista; avevo bisogno di trovare una parola specifica per indicare la mia particolarità, dato che oggi il termine circo non designa più la specificità della pratica ma l'immagine a cui si rifà. Considero il circo come uno spazio per l'esercizio dei punti di vista, in cui il fuoco centrale ha la possibilità di un punto di vista che è l'opposto del palco di un teatro, dove la percezione è frontale e non permette di vedere oltre. Se lo spettacolo circense si svolgesse in un teatro, sarebbe uno spettacolo di teatro fisico. Potente, certo, ma che non soddisfa i canoni del circo, che permettono agli artisti di essere visti da più lati. Se l'artista impara le abilità circensi e poi lavora in un teatro, diventerebbe un artista di teatro fisico ma non un artista circense. Se la parola circo significa tutto, perde il suo significato. Ecco perché faccio del mio meglio per non usare più la parola circo, perché i contesti che la definiscono non esistono più. Gli esseri umani esprimono i loro pensieri attraverso le discipline più diverse, la scrittura, la pittura, la scultura. Ho scelto di cristallizzare i miei pensieri attraverso la materia del mio corpo fisico. Quando dico che sviluppo pratiche minoritarie, intendo tutto ciò che non si fa, non si fa più o non si è mai fatto. Le pratiche minoritarie hanno sempre avuto il loro posto nel circo, perché sono in grado di creare una folla anche se non è stata organizzata in strada, per esempio. Se un essere umano vede qualcosa di non familiare, si avvicinerà o si allontanerà da esso. L'architettura naturale della folla può verificarsi, si

può parlare di un circo spontaneo quando le persone si avvicinano le une alle altre intorno a qualcosa di curioso. L'artista che lavora nel circo deve essere in grado di trasmettere informazioni a 360°, per essere percepito da tutti i lati. Il suono e la luce devono essere trattati in modo particolare, tenendo conto del punto centrale; infine, l'organizzazione di una tournée circense segue le sue regole. Tutte queste particolarità generano professioni multiple e varie che devono confrontarsi con queste realtà per acquisire esperienza e knowhow. Il circo è una pratica che sta scomparendo perché ci sono sempre meno persone che si confrontano con le sue pratiche specifiche. Terces è il mio ultimo spettacolo sotto chapiteau. Terces è l'anaciclo di Secret, il nome dei miei due spettacoli precedenti, Secret (temps 1) del 2003 e Secret (temps 2) del 2012. Fa parte JUGGLINGMAGAZINE.IT

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del contesto più ampio della mia ricerca. Il mio punto di partenza è stato quello di fare il punto sulle mie credenze e conoscenze con l'idea di mettere ordine nel mondo che mi circonda dal mio punto di vista e senza passare per le conoscenze consolidate. Nel 2001 ho iniziato a lavorare sul punto. Stavo cercando di capire di cosa è fatto il minimo, mi sono detto che se avessi potuto capire di cosa è fatto il poco, avrei inevitabilmente trovato questo minimo in qualsiasi cosa più complessa e sarebbe stata una buona base per capire il mondo che mi circonda. Da lì, ho sviluppato molteplici progetti di ricerca che sono diventati forme di conoscenza auto-costruita simili a ciò che il nostro mondo chiama geometria, topografia, filosofia... un ritorno al mondo a modo mio. Questi cantieri trovano la loro concretizzazione in varie forme, spettacoli, sculture, performance, installazioni ecc. Terces ph Philippe Laurencon

di Johann Le Guillerm

Nel mio lavoro, la creazione di forme architettoniche è inseparabile dalla creazione della loro meccanica; sono due processi che organizzo in parallelo. La cinetica dei muscoli del mio corpo ispira la struttura delle architetture che costruisco. PROGETTOQUINTAPARETE.IT


Per quanto riguarda l'uso dei materiali, non mi considero un costruttore biologico. Uso ciò che è necessario per produrre l'idea: se la plastica è necessaria per la sua realizzazione, la uso; se un materiale è troppo costoso e non posso permettermelo, cambio il materiale. Nella mia ricerca, utilizzo tre approcci: l'uomo, l'uomo e la manipolazione della materia, la materia stessa. Attraverso queste pratiche materializzo il mio pensiero attraverso il corpo, lo cristallizzo nella materia, manipolo gli oggetti - quindi c'è anche un'interazione tra la materia e il mio corpo che lo anima. Altre volte, invece, la materia si muove da sola, inscritta nelle leggi fisiche che segnano il suo movimento senza la mia presenza. Encatation è nato (lo spettacolo) dal desiderio di espandere il mio spazio di gioco. Ci siamo incontrati con Alexandre Gauthier qualche anno fa, conoscevamo l'uno il lavoro dell'altro, così abbiamo avuto l'opportunità di creare Encatation insieme nell'ambito dei Duos Gastronomiques creati da Le Channel - Scène Nationale de Calais e Les Grandes Tables.

Encatation ph Gregoire Korganow

Encatation rappresenta un'opportunità per sperimentare il mondo culinario. Alexandre ha saputo tradurre le mie idee in gusto e abbiamo lavorato insieme a un esperimento che non era né uno spettacolo né il consumo di un pasto. Il pubblico riceve informazioni culinarie e intellettuali allo stesso tempo, per unire lo stomaco alla testa. Gli spettatori siedono intorno alla cucina, dove due cuochi preparano il cibo che sarà distribuito da cinque camerieri durante l'esperimento.

In Encatation, lo spazio dei punti di vista è tutto intorno al soggetto, ma questa volta è accompagnato da un punto di vista supplementare, poiché culmina nell'ingestione di informazioni gustative. Tutto il cibo influenza inconsciamente il nostro umore. Ingoiare l'esperienza permette allo spettatore di arrivare al centro del suo punto di vista. Quando una persona mangia qualcosa, l'esperienza si propaga tutt'attorno in modo esplosivo. Questo è per me il circo interiore: quando l'oggetto dell'osservazione diventa parte del sé interiore dell'osservatore.

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Disguido

Alana

Alana alle prese con più mani che appaiono e scompaiono mentre effettua con fascino e brio una manipolazione di gioielli, il francese Gerald le Guilloux, uno dei più abili illusionisti per le sue fantastiche apparizioni di animali. Il resto del cast era italiano, scelto dagli ideatori e organizzatori Guido Marini e Isabella Zanivan, in arte i Disguido, ogni anno anche in scena per condurre con grazia il pubblico in questo viaggio nella fantasia. Daniele Lepantini in arte Lupis, campione italiano di magia, ha coinvolto abilmente il pubblico in una routine di corda; Vittorio Marino, in arte Le Gran Victor, cresce e rimpicciolisce sul palco muovendosi tra due tavolini ed eseguendo

effetti magici che seguono le sorti del protagonista. Supermagic, festival ormai maggiorenne, ogni anno attesissimo e ideato da Remo Pannain, ha ospitato uno degli artisti più innovativi di oggi e attuale campione mondiale di magia, lo spagnolo Manuel Muñoz, che unisce magia, contact juggling, mimo e danza. Il giovane prestigiatore Raffaello Corti, svolge il ruolo di fil rouge della serata, stabilendo un rapporto empatico con il pubblico attraverso siparietti comici, ma sempre equilibrati, a tratti poetici. Il coreano Cheal Yang ha incantato con un numero di colombe ricco di effetti molto originali e il francese Chris Torrente ha impersonato un mago alle prese con un cane invisibile che interrompe di continuo il numero fino alle estreme conseguenze (per il mago!). Oltre al numero di escapologia ad alto tasso di adrenalina del giovane Igna Fire, in programma tre numeri di grandi illusioni di tre artisti italiani di differenti generazioni. Una scelta rischiosa, considerato il ge-

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Mario Lopez

A Roma abbiamo seguito i due consueti appuntamenti: Abracadabra - La Notte dei Miracoli a Natale al Teatro Ghione e Supermagic - Festival Internazionale della Magia in gennaio-febbraio al Teatro Olimpico. Ad Abracadabra era in scena un cast di rilievo, inclusi campioni del mondo premiati dalla FISM - Federazione Internazionale delle Società Magiche. Sul palco del Ghione abbiamo visto per la prima volta il russo Alain Simonov eseguire con pathos sofisticate sequenze manipolatorie fino a un finale drammatico e inusuale, il campione del mondo di close up dal carattere stralunato Mario Lopez, con la sua celebre routine del sale, la tedesca

Alana

di Giorgio Enea Sironi

Alain Simonov

DICEMBRE 2021 E GENNAIO/FEBBRAIO 2022 – ROMA abracadabrashow.it supermagic.it

Alain Simonov

LA MAGIA TORNA IN TEATRO

nere fortemente limitato dal punto di vista creativo, ma i tre artisti si sono distinti per originalità di interpretazione: dallo stile rock e pirotecnico di Ottavio Belli e della sua crew a quello più onirico e romantico di Erix Logan e Maya, fino a quello classico ma allo stesso tempo futuribile di Alberto Giorgi.

I due spettacoli, in special modo Supermagic che ha fatto da apripista al genere in Italia, sono riusciti negli anni a coltivare un pubblico che oggi segue e ama la magia, proponendo la formula classica del varietà magico o del gala. Un susseguirsi di numeri senza soluzione di continuità, un format intramontabile anche nel circo e oggi alimentato sempre più dai talent show e da molti circuiti di spettacolo. Questa formula permette di vedere artisti che altrimenti difficilmente si potrebbero incontrare in altri contesti, ma non favorisce lo sviluppo di uno spettacolo più duraturo e che possa circuitare. Anche il format internazionale più longevo The Illusionists, è una meteora di cui è poi difficile rintracciare un’identità precisa e ricostruire i componenti del cast, in continuo mutamento. Forse un’alternativa, che ha riscosso notevole successo anche in Francia, può essere considerato lo spettacolo Brachetti che sorpresa! Sarà possibi-

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MIGUEL MUÑOZ le assistere in futuro anche a spettacoli che approdino ad una forma più stabile e duratura, magari anche nella forma di un varietà magico con un cast italiano e maggiore cura nella regia e nella produzione? Per gettare uno sguardo all’orizzonte a marzo debutta “Incanti”, spettacolo con cinque tra i più giovani e promettenti illusionisti italiani, selezionati per i campionati mondiali di magia in Canada a luglio 2022. Sono Filiberto Selvi, Niccolò Fontana, Dario Adiletta, Francesco Della Bona e Andrea Rizzolini. Potrebbe essere questo un nuovo inizio?

intervista di Giorgio Enea Sironi

Raffaello Corti

La caratteristica che rende unico il tuo numero Agua è la compenetrazione fluida e sapiente di magia, contact juggling, teatro gestuale e danza. Da dove ha origine tutto questo? Ho iniziato con la magia ma mi sono da sempre interessato alle arti circensi. Ho frequentato scuole di circo a Madrid e a Londra e ho cercato sempre di confrontarmi con altri artisti e forme d’arte per acquisire nuovi strumenti. Credo che le scuole di circo diano una formazione più varia e completa. L’ibridazione con altre forme espressive mi deriva da esperienze come quella con la compagnia DV8, una compagnia che lavora molto sulla metafora del movimento, il movimento non fine a sé stesso ma come espressione di un’idea. Anche l’effetto magico così non è più l’obiettivo ma diventa per me uno strumento per esprimere metaforicamente un’idea. Il mio numero Agua esprime l’impossibilità di fermare lo scorrere di un fluido, di catturare l’acqua, elemento che simbolizza lo scorrere del tempo, la vita. Il mio numero è come una poesia sul fluire delle cose in cui la magia è la mia forma di scrittura principale.

Osservando grandi artisti come Yann Frisch, Hector Mancha, Wynston Fuenmayor si può individuare una tendenza della magia contemporanea a contaminarsi sempre più con le arti teatrali e circensi? Certamente credo che i maghi guardino sempre di più alle altre arti anche se la magia mantiene sempre una sua peculiarità. Il fatto è che non esiste una formazione propriamente magica e per allargare le proprie prospettive bisogna fare riferimento ad altre discipline. Secondo me c’è una evoluzione nel mondo della magia per cui si può parlare di magia classica e magia contemporanea. Nella magia classica stupire attraverso l’effetto era l’obiettivo principale. Oggi la magia contemporanea usa le tecniche della magia per esprimere qualcosa ed è più facile che per raggiungere questo obiettivo l’artista voglia potenziare i suoi strumenti con quelli di altre discipline. Questa idea di magia contemporanea l’ho incontrata per la prima volta negli scritti di Luis Garcia, un filosofo e teorico influente negli anni settanta a cui la scuola spagnola deve molto. Gabi Pareras, eccezionale prestigiatore ha applicato molte delle sue teorie alla cartomagia. Ma anche la Magie Nouvelle in Francia ad esempio percorre una strada nuova lavorando sulla teatralità, l’atmosfera magica.

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Per Agua utilizzi tecniche, movimenti del corpo e sofisticate misdirection elaborate per essere applicate alle sfere. Possiamo definirla una grande lezione sull’innovazione in magia? Si è vero nel numero ho sviluppato delle tecniche nuove partendo dall’arte del “lapping” di Tony Slydini, cioè quell’insieme di tecniche in base alle quali l’artista seduto a un tavolo può scaricare segretamente un oggetto in grembo. Partendo da un profondo studio di queste procedure le ho di fatto verticalizzate, utilizzando al posto del piano del tavolo il mio braccio e al posto del grembo o delle gambe altre modalità per occultare le sfere. Ho quindi anche studiato i movimenti e l’intera coreografia in modo che tutto risultasse più naturale possibile. Per me l’innovazione in magia è proprio questo, partire dallo studio approfondito dei grandi maestri e da lì elaborare le tecniche migliori al fine di esprimersi al meglio attraverso la magia. E poi, come nella danza, provando e riprovando, ricercare il movimento più fluido, naturale e personale. Vedo che molti giovani che si avvicinano alla magia oggi non si pongono più domande, non studiano i maestri del passato, non hanno desiderio di ricercare altro che l’effetto visuale rapido. Questo impedisce l’evoluzione della nostra arte che è un’arte molto giovane rispetto ad altre. Certamente la magia esisteva anche nell’antico Egitto ma come arte teatrale ha poco più di un secolo e ha sicuramente molta strada da compiere.


Cirk Fantastik ph Monia Pavone

NATALIA BAVAR cirkfantastik.com

rubrica a cura di Valentina Barone

La mia formazione passa dalla facoltà di Musica e Spettacolo a Lettere, ad un master in Antropologia Visuale a Barcellona, esperienze teatrali, di danza e performative, festival indipendenti, incluso uno vicino Firenze dove un giorno incontro Circo Paniko. Tre anni di tournèe con una compagnia di circo nord europeo Elxt'90 mi avevano intanto introdotto al circuito performativo del Fusion, del Robodock, di Aurillac, dei Mutoid e degli spazi autogestiti in Germania, Francia, Svizzera e Spagna. In quegli anni organizzavo a Firenze street parade con Brass Band e avevo aperto con alcuni amici la Libreriacafè La Citè, dove aveva luogo la rassegna di circo e teatro di strada Tanto di Cappello. Nello stesso anno ero andata in Etiopia con i Giullari Senza Frontiere come fotografa, scoprendo il valore del circo sociale. Ma nei rientri a Firenze percepivo sempre di più un vuoto di energia creativa. Nasceva così nel 2010 Cirk Fantastik! Un festival con una doppia anima. Da un lato portare il circo contemporaneo di qualità in un contesto urbano dove nessuno conosceva la sua potenza e la sua forza di contenuti, di linguaggi, di sperimentazione. Dall’altro lo sguardo proteso sul mondo dell'inclusione e degli scambi culturali, il mondo delle migrazioni, le tematiche sull'ecologia e l'ambiente, la multiculturalità, con metodi di gestione orizzontale e forum di discussione aperti a tutti.

mestieri &persone

creare un nuovo progetto è conoscere a fondo il contesto in cui si vuole piantare questo nuovo germoglio, chiedere alle persone e documentarsi. Poi parte la ricerca degli spazi, la creazione di un gruppo di lavoro, gli incontri dai circuiti artistici alle istituzioni. E poi una mattina, dopo un bell'attacco di ansia, si prende una bella dose di incoscenza e coraggio e si inizia. Per creare un Festival, un centro culturale, una rassegna, senza perdere la sua originalità e la sua qualità negli anni, sono necessari tanto studio e tanta indisciplina per rompere le regole prima di ricrearne di nuove; essere corretti e accoglienti con gli artisti ospiti; conoscere e apprezzare, anche con sguardo critico, la scena artistica. Acchiappare le avveristà per il collo e ribaltarle, saper parlare con tutti, dalle istituzioni ai media alla gente, conoscere anche gli aspetti più noiosi di tutto il proget-

to e prendersene cura. È necessario al contempo mantenere libera l'energia creativa, sostenendola sostenerla con una solida capacità organizzativa. Fantastik! è progettato e organizzato da tre donne. Mi affiancano Sara Santarnecchi ed Elisa Godani, con capacità e competenze differenti. Parliamo tantissimo tra di noi e siamo accomunate dalla stessa libertà creativa e dalla stessa passione artistica. Accanto a noi un bellissimo gruppo di lavoro, cresciuto negli anni, a prevalenza femminile, competente e appassionato, incluso una fantastica cuoca per far felici tutti quelli che lavorano full time ad un festival! Ma la nostra avventura non si ferma qui e abbiamo appena acquistato una tenda di circo con l'Ass. InStabile Culture in Movimento per aprire un nuovo spazio culturale in periferia a Firenze, che si farà spazio tra i grandi teatri stabili: InStabile Chapiteau.

Tutto quello che ho conosciuto, studiato, sperimentato dal basso e da ogni punto di vista, artistico, di documentatrice, di organizzatrice, di impegno nel sociale mi ha portato a creare progetti culturali poliedrici e interdisciplinari. È necessario per fare progettazione culturale avere curiosità, esplorare e viaggiare tanto, formarsi nei circuiti artistici che partono dal basso e vivere ogni esperienza con passione. La prima cosa per JUGGLINGMAGAZINE.IT

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LA DIREZIONE ARTISTICA

Quando ho intrapreso l’avventura del festival Battiti nel 2013 insieme a Roberta Castelluzzo, mia socia di sempre, volevamo soprattutto realizzare un nostro desiderio: portare a Roma e nel nostro teatro un genere di spettacolo che all’epoca non trovava spazio. Abbiamo deciso di anteporre le nostre aspirazioni a tutto, a dispetto delle difficoltà che ha chi comincia, e di realizzare il festival che avremmo voluto vedere come pubblico e nel quale avremmo voluto lavorare in qualità di artiste. Avevamo decisamente molta esperienza in entrambi i ruoli e abbastanza incoscienza per buttarci a capofitto nell’impresa. Da subito questa scelta si è rivelata vincente. L’entusiasmo per il progetto e per questo approccio si è rinnovato negli anni, portandoci ad alzare l’asticella qualitativa della proposta artistica, alla luce della risposta calorosa del pubblico e degli addetti ai lavori. Da una prima edizione piccolissima e giocata tutta in casa, con artisti italiani, siamo arrivati ad un mese di programmazione con artisti nazionali ed in-

ALESSANDRA LANCIOTTI rassegnabattiti.it teatrofuriocamillo.com ternazionali. Anche il riscontro positivo degli artisti coinvolti ha creato le condizioni per lavorare al meglio delle nostre possibilità, superando gli ostacoli e gli imprevisti che negli anni si sono presentati, non ultimo il periodo della pandemia. Ai fini della buona riuscita del lavoro il gioco di squadra è fondamentale. Ho la fortuna di collaborare con un ottimo gruppo, cosa che permette all’idea artistica di concretizzarsi in un prodotto di qualità. Il lavoro infatti ha tante sfaccettature, dal fronte organizzativo ai rapporti con gli artisti e le compagnie, che a loro volta hanno la necessità di avere un riferimento che possa facilitare le relazioni fra loro e il festival, con un solido equilibrio fra accoglienza e pragmatismo.

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La capacità di sintesi fra diverse competenze è fondamentale e credo che in questo abbia giocato a mio favore il fatto di avere una formazione ed un percorso lavorativo che mi hanno permesso di attraversare tutti i ruoli, e poter quindi considerare più punti di vista: quello dell’artista, quello del critico, quello dell’organizzatore e da ultimo, ma non per importanza, quello del pubblico. Il lavoro del direttore artistico prevede un continuo rinnovarsi, formarsi e informarsi. L’errore più grande è smettere di essere curiosi, e chiudersi nel proprio mondo. Creare collaborazioni, mettersi in rete, coinvolgere realtà emergenti, dona nuova linfa al percorso intrapreso, permettendogli di prendere percorsi inaspettati e piacevolmente sorprendenti. Il confronto con altre realtà ha permesso al festival di crescere, e al nostro gruppo di lavoro di aprirsi a nuove prospettive. Dall’esperienza di Battiti sono nate altri festival e rassegne sia all’interno del Teatro Furio Camillo, come “Rosso Senza Naso” rassegna di clown teatrale e comicità surreale, che nello spazio pubblico, come PAF Per Aria Festival, che si svolge nel mese di luglio nel distretto delle ceramiche, realizzato insieme al Comune di Maranello. Quindi non ci rimane che guardare avanti, aperti agli stimoli, curiosi di quello che sarà.


SAMAKI

ph PanRay Photography

Lo spettacolo ha sempre fatto parte della mia vita e fin da piccola mi cimentavo in imitazioni di cantanti tra le mura domestiche. A 9 anni ero già in una compagnia amatoriale di musical e ho iniziato a gareggiare nella ginnastica ritmica, per certi versi anch’essa una performance dal vivo. Musical e competizioni mi hanno accompagnato per lunghissimo tempo, ma sono cresciuta in una famiglia dove venivano considerate hobby, e non mi era così chiaro che potesse davvero diventare il mio lavoro. Eppure oggi non saprei immaginare la mia vita senza lo spettacolo dal vivo. Quello che si può creare in uno spettacolo dal vivo è pura magia. Ne sono affascinata e usare nello spettacolo tutte le passioni che mi porto dentro mi rende felice. Mi godo ogni saltello, ogni danza, ogni trick e ogni secondo clownesco con gioia. Mi piace mettermi a nudo nella semplicità di quello che faccio e usare quello che faccio per dire quello che penso. Per me la tecnica è al servizio di ciò che si vuole esprimere. In scena porto fondamentalmente le mie sicurezze e soprattutto la goffaggine delle insicurezze. E ci metto tutta la mia energia, sforzandomi di non cadere nella ripetività. Cambiare spesso mi aiuta a godere di ogni avventura in modo diverso e apprezzarne le unicità. Ma lo spettacolo lo si fa insieme al pubblico, e mi piace interagire con il pubblico. Adoro andare a vedere spettacoli e vede-

ph Gianluca Bertarelli

mikisamaki.com

re se e che tipo di emozioni si affacceranno. Un bello spettacolo ti lascia una bellissima sensazione addosso, ti coinvolge e senti che a quello spettacolo hai partecipato anche tu.. ed è così.. il pubblico è parte attiva degli spettacoli! In questi anni sono stata invitata in luoghi bellissimi, imparando a confrontarmi con pubblici, culture e usanze diversi. È una sensazione che adoro. Un paio di anni fa ho partecipato ad un festival su un’isola incantevole nel sud del Giappone, dove cercano di educare il pubblico a seguire spettacoli trasformando in palcoscenico i luoghi più disparati. Mi sono subito resa conto che c’era qualcosa che non stava funzionando, ma non capivo cosa. Allora ho iniziato a rallentare per darmi modo di essere più in ascolto con le reazioni.. e poi ho rallentato ancora… e ancora… e finalmente ho capito: era tutto troppo veloce per quel pubblico ai suoi primi spettacoli! Ho rallentato fino a trovare il giusto ritmo e da lì in poi lo spettacolo aveva un sapore tutto diverso! All’interno dello spettacolo c’è un momento dove chiamo un volontario, rigorosamente uomo, rigorosamente accompagnato in platea da una donna. Lo chiamo per farmi

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allacciare una scarpa, un gesto molto forte che porta con sè diverse reazioni. In Giappone questa scena poteva durare all’infinito, accompagnata da risatine imbarazzate delle donne che non smettevano fino a dopo che la scarpa era allacciata. Ma le reazioni a questa scena cambiamo enormemente da paese a paese, sia negli uomini sia nelle donne. Il mio essere eclettica è uno svantaggio sotto certi aspetti, perché difficilmente le call per artisti cercano...beh ...me. Ma ho una buona dose di sfacciataggine e non rinuncio mai nel propormi. Mi dicono che ho un’immaginazione fervida, sono gioiosamente coinvolgibile e so scorgere dettagli che possono essere migliorati. Ho sempre mille idee di tutti i tipi e soprattutto non ho paura che vengano rifiutate.. viene fuori che questa è una buona base per brainstorming creativi ed aiuta nell’assistere produzioni diverse e supportare spettacoli altrui. In più mi piace coreografare, è qualcosa di molto naturale che ho sempre fatto. Dal balletto sconclusionato mentre lavo i denti, al passetto stile musical mentre vado a buttare la spazzatura. Sono in costante movimento. Non appena c’è musica nell’aria, nel mio cervello si sviluppa una coreografia. Ho anche una buona memoria corporea, difficilmente dimentico una coreografia, e ancora ricordo gli esercizi di gara di quando avevo 9 anni. Una buona dote per essere “dance captain” o “assistente alla coreografia”, un’altra professione a cui mi dedico con piacere in questi ultimi anni, affiancandola alla mia carriera come artista.

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ph Eva Miskovicova

EMANUELA BELMONTE lasettimanadopo.it

vificamente, nell’annus horribilis 2020 - a frequentare «Animateria», percorso di alta formazione sul teatro di figura. Area 52 nasce perciò in una sua prima forma di 20 minuti come lavoro finale del percorso e prova a mettere insieme tutto: musica, contact, teatro d’oggetti, muppet, sperimentazione sonora e fisica con il theremin e – ultimo, ma pervasivo - il clown. Questo lo rende effettivamente uno spettacolo poco etichettabile, ma - se in alcuni casi può causare confusione - con una certa elasticità da parte di chi programma, la contaminazione di tecniche e linguaggi può essere sicuramente un vantaggio: si appartiene a più mondi e ognuno di essi può diventare un cavallo di troia che permette di attraversare territori dove altrimenti non si sarebbe ammessi. È stato il caso del Festival Mondial des Théatres des Marionnettes di CharlevilleMèziers in Francia, al quale ho partecipato nella sezione OFF Rue a settembre 2021: il mio muppet marziano (Sgroboz n.d.r.) mi ha fornito un’ottima credenziale per essere selezionata al più grande raduno mondiale di teatro di figura, pur non avendo il teatro di figura come unica specialità. Partecipare a questo festival è ph Elly Contini

A sentirne il nome molti non hanno idea di cosa sia e di come sia fatto, ma quasi tutti ne hanno ben chiaro il suono. Quell’uuuu dei film di fantascienza degli anni’50, quel suono talmente caratteristico che è diventato simbolo del genere cinematografico viene da un assurdo strumento elettromagnetico che si suona senza toccarlo, il theremin. È intorno a questo aggeggio che ho costruito Area 52, primo spettacolo in solo, in cui mi sono concessa la libertà di cucire insieme il bagaglio di curiosità e conoscenze che ho accumulato negli anni. Mi porto dietro una formazione musicale come clarinettista, che cronologicamente arriva per prima, verso gli undici anni e si sfilaccia e ricompatta nel tempo passando per tre anni di corsi alla Siena Jazz University; una forma-

zione teatrale che parte dal liceo e passa dal mimo corporeo, dal teatro gestuale, dalla commedia dell’arte, e mi lascia folgorata quando mi fa incontrare il clown; uno studio più modesto del canto, iniziato nel 2008 assecondando la voglia di mettere su un duo vocale clown, The Sgirlies; un amore non corrisposto per il contact juggling e, infine, una naturale tendenza allo studio e all’approfondimento di tutto ciò che mi incuriosisce che mi ha portata – sal-

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stata un’esperienza magica e liberatoria che mi ha dato la possibilità di confrontarmi con il pubblico francofono (e il suo senso dell’umorismo) e tornare ad un rapporto così stretto e vicino al pubblico. A quell’epoca la Francia aveva già deciso per tornare alla piena capienza delle sale teatrali e anche in strada gli spettatori non si facevano problemi a sedersi uno accanto all’altro. La dimensione che ho trovato in strada era quella di piccole platee all’aperto, con le tipiche gradinate di legno alla francese. È una formula che trovo splendida perché permette un tipo di attenzione da sala, ma allo stesso tempo lascia che la composizione del pubblico sia quella variegata della strada e conserva lo spazio dell’imprevisto e dell’interazione più libera, tipica dello spazio aperto. In teatro tutto è diverso, c’è il buio, le luci, la sacralità del luogo deputato, perciò ci si può permettere di fare cose più piccole, dilatare i tempi, concentrarsi sui dettagli. Può essere difficoltoso saltare da una situazione all’altra e dover tarare ogni volta i gesti e le energie, ma è una sfida che accetto ogni volta con gioia. Ed è un allenamento poetico che condivido con i miei compagni di viaggio: la Compagnia della Settimana Dopo, mio storico gruppo con cui ci siamo autoformati e autoprodotti dal 2006 nelle sale di Teatro De Merode, con i sodali del C.A.B.A R.È. e con le Radiose, mio ultimo progetto clown vocale in trio. Cerchiamo insieme di costruire sempre spettacoli elastici e versatili, eseguibili in ogni situazione, anche povera di mezzi, mettendo grande attenzione a creare non tanto esibizione quanto gioco collettivo.


2022 ANNO DEI GIOVANI circosfera.it

a cura dello Youth Forum Circosfera Nell’Anno Europeo per i Giovani 2022, in un periodo così delicato e attraverso un’articolata serie di attività, Circosfera e Youth Forum lanciano una serie di iniziative, dedicata ai giovani talenti/praticanti di circo, con particolare riferimento alla fascia 14/30 anni, un vivaio importantissimo per lo sviluppo del circo nei prossimi decenni. La pandemia ha minato molte opportunità che il mondo del circo contemporaneo offriva ai giovani e su cui risiedeva la sua forza. Frequentare un luogo dove poter praticare circo, incontrarsi e stringere nuove relazioni, viaggiare ed acquisire una dimensione internazionale, conoscere ed esplorare nuovi linguaggi della scena, crescere e assumere ruoli attivi nei processi organizzativi delle realtà di circo, abbracciare la vocazione di giovani insegnanti di circo. Una infinita serie di opportunità ed esperienze formative/professionali sono state congelate, e con loro il futuro delle giovani generazioni di circo. Il target di riferimento dell’iniziativa, giovani dai 14 ai 30 anni, esprime in questo momento forti bisogni, che toccano le sfere relazionali e professionali, unite al desiderio di creare il proprio futuro. Lo Youth Forum e Circosfera si attiveranno per facilitare un ampio confronto da parte dei giovani sulle loro prospettive all’interno del circo, ma anche in relazione a temi di più ampio respiro, come quelli proposti dall’ONU attraverso l’Agenda 2030 e gli Youth Goals. Un percorso di sensibilizzazione, che li renda capaci di incidere sulle dinamiche organizzative e gestionali delle proprie associazioni, contribuendo al loro sviluppo.

Le attività previste dal progetto saranno di vario genere, in presenza e online, di carattere partecipativo (laboratori, incontri di rete, creazioni artistiche, spettacoli), tutte volte a stimolare nei giovani, e nel settore, una riflessione sulla condizione dei giovani nel circo.

Questa iniziativa vede coinvolte in prima battuta 25 organizzazioni di circo attive nei territori di Lombardia, Toscana, Lazio e Puglia, interessate a costruire reti eterogenee di soggetti e promuovere interventi, anche sperimentali e innovativi, di creazioni artistiche e formazioni pedagogiche per l’empowerment dei giovani. L’identità ancora sperimentale dello Youth Forum e delle reti regionali del Lazio, Lombardia, Toscana e Puglia ci indica la necesJUGGLINGMAGAZINE.IT

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sità di continuare ad impiegare risorse per renderle, entro i prossimi due anni, dei sistemi sostenibili capaci di svolgere il ruolo di “ripetitori regionali” della rete nazionale. Un percorso che continueremo a sostenere, come fatto già in Liguria e Piemonte attraverso i progetti OPEN, e come abbiamo intenzione di replicare negli anni a venire in altre regioni italiane, ben oltre i limiti temporali dell’ Anno Europeo per i Giovani 2022. Tra gli obiettivi di questa iniziativa anche creare degli Youth Forum regionali gestiti dai giovani coinvolti, che collaborino tra di loro. A livello generale il progetto mira a: ● Consolidare le reti regionali, con particolare attenzione a favorire l’aggregazione e organizzazione tra giovani; ● Fornire nuovi strumenti educativi legati all’insegnamento nel circo; ● Promuovere la partecipazione dei giovani nella definizione delle priorità future; ● Favorire l’apprendimento di competenze per la partecipazione attiva dei giovani all’interno della comunità di appartenenza ● Contribuire alla sensibilizzazione su priorità che interessano la società a livello sistemico, come la parità di genere, la riduzione della povertà, il cambiamento climatico, città ecosostenibili, etc. Infine gli esiti delle iniziative 2022, nella forma di un dettagliato dossier che verrà disseminato sul territorio nazionale, forniranno utili linee guida per creare nella filiera del circo e nelle istituzioni sensibilità al tema e offrire ai giovani strumenti per tornare “in pista”. PROGETTOQUINTAPARETE.IT


Flic via Magenta 11, 10128 Torino Matteo Lo Prete 011 530217 flicscuolacirco.it Fuma che n’duma via dei Salici 16, 12035 Racconigi (CN) Giuseppe Porcu 333 2742858 fumachenduma.it Jaqulè via Lazio 2, 10043 Orbassano (TO) Enrico Giacometto 328 7828323 jaqule.com Macramè Strada dei Sent 16, 12084 Mondovì (CN) Marco Donda 347 8251804 scuoledicircomacrame.blogspot.it Pirilampo regione Faule 7, 10060 Macello (TO) Ilaria Bessone 339 2022881 E pirilamposcuolacirco Sportica Gym via Cattaneo 41, 10064 Pinerolo (TO) Paola Martina 0121 795590 sportica.it Teatrazione via Artom 23, 10127 Torino Italo Fazio 011 5889562 teatrazione.com UP Via Mercantini 9,12042 Bra (CN) Maria Grazia Ielapi 339 7532815 upscuoladicirco.com

Lombardia Allincirco via Crispi 53, 22100 Como Fabio Giangreco 339 6657570 allincirco.it Campacavallo via F.lli Rizzardi 15, 20151 Milano Gabriella Baldoni 347 8571338 campacavallo.co Hops via Lanzi 51, 20872 Cornate D’Adda (MB) Sara Papadato 348 0069417 scuola-circo-hops.it Kabum via Guicciardini 114, 21100 Varese Alessandra Pessina 349 4568018 spaziokabum.it Quattrox4 Via Andolfato 10, 20126 Milano Elisa Angioni 02 36525176 quattrox4.com Scuola di arti circensi e teatrali via Sebenico 21, 20124 Milano Maurizio Accattato 348 6054623 milanoclownfestival.it Spaziocirco via Carrobbio 6, 20093 Cologno Monzese (MI) Sonia Belotti 338 7813115 spaziocirco.it Spazio Circo Bergamo c.so Roma 84/a, 24068 Seriate (BG) Manlio Casali 393 0082506 spaziocircobergamo.it Trillino Selvaggio via Tolstoj 14/a, 20146 Milano Giuditta Pino 334 2765052 trillinoselvaggio.it Ululì via Brioschi 55, 20141 Milano Paolo Dei Giudici 347 9199465 terzotempoululi.com

Trentino Alto Adige Animativa via Max Valier 11, 39011 Lana (BZ) Reinhard Demetz 0473 239564 animativa.org Arteviva via Bari 32/L, 39100 Bolzano Mauro Astolfi 333 8596111 arteviva.bz.it Bolla di sapone via S. Antonio 20, 38100 Trento Tommaso Brunelli 348 8852925 bolladisaponetrento.it

Friuli Venezia Giulia Circo all’inCirca via Cividina 17, 33100 Molin Nuovo (UD) Irene Giacomello 340 6052371 circoallincirca.it Veneto Barbamoccolo via Maestri del Lavoro 36, 30037 Scorze (VE) Manuela Polacco 339 4652122 barbamoccolo.it Circo dell’Imprevisto via Fogazzaro 12, 36030 Caldogno (VI) Giovanni Evaristo Arnaldi 347 2261288 E Circo dell’imprevisto Circo in Valigia via Falgare 31, 36015 Schio (VI) Nicoletta Grolla Cegalin 0445 1716634 circoinvaligia.it Circo Volante via Pacinotti 5/c, 30034 Mira (VE) Laura Ugolini 329 3330986 circovolante.it Kervan-Circolarte via Fiorano 1D, 35100 Padova Valentina Sperandio 351 2169653 E Associazione Kervan Ludica Circo Loc. Corbellar 7, 37020 Marano di Valpolicella (VR) Stefania Garaccioni 347 9121866 ludicacirco.com

Liguria Circo Galleggiante via Castelfidardo 1, 19122 La Spezia Chiara Martini 339 5772543 circogalleggiante.it

CIRCOSFERA.IT REGISTRO NAZIONALE CORSI/SCUOLE DI CIRCO EDUCATIVO

Piemonte Arcobaleno via delle Fontane 60, 13011 Borgosesia (VC) Ilaria Sitzia 348 8123417 sportarcobaleno.it

Circo Mirtilla Str. Ronchi Brighei 1/c, 18100 Imperia Arianna Pastorelli 338 9700357 femspettacoli.com SiRCUS c/o Teatro Internaz. di Quartiere, Pz.tta Cambiaso 1, 16123 Genova Barbara Vecchio 010 8600232 sarabanda-associazione.it sYnergiKa piazza Palermo 12, 16129 Genova Annalisa Alcinesio 338 1172011 synergikaasd.com

Emilia Romagna Arterego via Piave 19, 40033 Casalecchio di Reno (BO) Roberto De Marchi 339 7508734 arterego.org

ArtinCirco Via Tolara di Sopra 88, 40064 Ozzano dell’Emilia (BO) Maila Sparapani 329 2347981 artincirco.it Circolarmente via Mantova 4/b, 43123 Parma Albert Horvath 338 3939743 circolarmente.it Circo Sotto Sopra p.zza dei Colori 28/a, 40138 Bologna Mariagrazia Bazzicalupo 328 7312861 circosottosopra.com OfficinAcrobatica via Stalingrado 12 c/o p.co Dopolavoro Ferrov., 40128 Bologna Barbara Vitangeli 347 1107367 officinacrobatica.com TaDaM Circo via Allevi 13, 29122 Piacenza Dario Rigolli 333 1532976 tadamcirco.com

Toscana Antitesi Teatro Circo via Guidiccioni 6b, 56017 Ghezzano-S. Giuliano Terme (PI) Martina Favilla 349 6304211 antitesiteatrocirco.it Badabam Str. della Tressa 5, 53100 Siena Margherita Gamberini 366 4811081 badabam.it Circo Libera Tutti via Marconi 108, 50056 Montelupo Fiorentino (FI) Stefano Bertelli 340 0810499 circoliberatutti.it Circo Tascabile p.zza Mosca c/o Giardini Montagnola, 50065 Pontassieve (FI) Claudia Brandani 380 3585691 E circotascabile En Piste via Bocchi 32, 50126 Firenze Maria Luisa Liguoro 333 3733644 enpiste.it K-production piazza Viani 6, 55049 Viareggio (LU) Claudia Sodini 328 1447868 E Kproduction - teatro circo scienza Mantica via Cere 13/15, 58100 Grosseto Ilaria Signori 328 9089250 compagniamantica.it Passe-Passe via Sorripa 50, 50026 San Casciano in Val di Pesa (FI) Julien Morot 371 1287774 passepasse.it Saltimbanco c/o Nuovo Teatro delle Commedie via G.M. Terreni 5, 57122 Livorno Enrico Pellegrini 329 9523295 saltimbancoscuolacirko.it Sottosopra via Pievan Landi 42, 52100 Arezzo Simona Serafini 339 3840294 arezzosottosopra.it

Marche Aria di Circo via Achille Grandi 45, 60131 Ancona Caterina Del Giudice 388 7533247 ariadicirco.com Circoplà c/o Spazioplà Via Vanoni 11, 60030 Serra dÈ Conti (AN) Elisa Mencarelli 338 1545063 circopla.it Visionaria via Gabrielli, Teatro Panettone, 60131 Ancona Valeria Mastropasqua 338 7587532 visionaria.org

Umbria Circo Corsaro piazza Vanvitelli 1/a, 06034 Foligno (PG) Maria Teresa Cesaroni 339 3927461 E Scuola di Circo Foligno Circo Instabile via Birago 4, 00124 Perugia Michele Paoletti 347 3867654 E Circoinstabile Sul Filo e Dintorni Località Padella 37, 05018 Orvieto (TR) Soledad Prieto 335 389432 E Cirko Andando

Lazio Accademia Materia Viva via M. Marulo 54, 00143 Roma Roberta Castelluzzo 06 45491296 accademiamateriaviva.it Bigup via del Fosso di Papa Leone 24, 00148 Roma Daniele Pinzi 392 2409352 bigupcirco.it Circoraggio via Baccano 10, 00188 Roma Ombretta Di Simone 339 8258627 E Scuola Circo Circoraggio Vola Voilà via dei Pescatori snc, 00124 Roma Anna Paola Lorenzi 342 5451353 volavoila.it

Campania Circo Corsaro via Dietro la Vigna 14, 80145 Scampia (NA) Maria Teresa Cesaroni 339 3927461 E Scuola di Circo Corsaro Puglia Circo Laboratorio Nomade via Sferracavallo snc, 74012 Crispiano (TA) Monia Pavone 333 4292637 circolaboratorionomade.com Circolare v.le Europa 99a, 72019 San Vito dei Normanni (BR) Anna Pinto 380 1274099 E CIRCOlareFestivaldelleArtiCircensi Cirknos via Vecchia Frigole 36, 73100 Lecce Giorgia Basilico 333 4100916 E Cirknos Un Clown per Amico / Circobotero Str. Modugno Carbonara 4/8, 70131 Bari Michele Diana 348 0535875 unclownperamico.com

Sicilia Circ’Opificio via Ammiraglio denti di Piraino 1, 90142 Palermo Marika Riggio 329 7169258 circopificio.it Gigliopoli via S. Antonio 6 Capo Milazzo, 98057 Milazzo (ME) Alfredo D’Asdia 090 9281274 gigliopoli.org Spazio Kiklos via Esopo 20, 90011 Bagheria (PA) Mario Barnaba 328 1668183 E spaziokikloscoworkingart

Sardegna Teatro Circo Maccus via dei Gerani s.n. Sant'Isidoro 09044 Quartucciu (CA) Virginia Viviano 347 9650413 teatrocircomaccus.com


REGISTRO NAZIONALE PROGETTI DI CIRCO SOCIALE Piemonte Fondazione Uniti per Crescere Insieme via Pacchiotti 79, 10146 Torino Sara Sibona 011 19836531 unitipercrescereinsieme.it Jaqulè via Lazio 2, 10043 Orbassano (TO) Enrico Giacometto 328 7828323 jaqule.com Teatrazione via Artom 23, 10127 Torino Italo Fazio 011 5889562 teatrazione.com Progetto Slip corso Giulio Cesare, 338/50d Torino Chiara Santel 351 7571214 progettoslip.it Sportica Gym via Cattaneo 41, 10064Pinerolo (TO) Paola Martina 012 1795590 sportica.it

Lombardia Giocolarte via Acerbi 133, 27100 Pavia Bruna Ventura 349 1470123 giocolarte.wordpress.com Campacavallo via F.lli Rizzardi 15, 20151 Milano Gabriella Baldoni 347 8571338 campacavallo.com Quattrox4 via Andolfato 10, 20126 Milano Elisa Angioni 348 2269315 quattrox4.com Spazio Bizzarro via del Portone 6, 23887 Olgiate Molgora (LC) Nicola Bruni 333 1903879 spaziobizzarro.com Spazio Circo Bergamo corso Roma 84 A, 24068 Seriate (BG) Manlio Casali 393 0082506 spaziocircobergamo.it Spazio Kabum via Guicciardini 114, 21100 Varese Alessandra Pessina 349 4568018 spaziokabum.it

Veneto Ancis Aureliano via Fogazzaro 12, 36030 Caldogno (VI) dottorclownitalia.org Circo in Valigia via Falgare 31, 36015 Schio (VI) Nicoletta Grolla Cegalin 0445 1716634 circoinvaligia.it Kervan-Circolarte via Fiorano1D, 35100 Padova Valentina Sperandio 351 2169653 E Associazione Kervan Ludika Loc. Corbellar 7, 37020 Marano di Valpolicella (VR) Sara Marchesini 345 2153828 ludicacirco.com

Friuli Venezia Giulia Circo all’inCirca via Cividina 17, 33100 Udine (località Molin Nuovo) Alessandro Papa 340 6052371 circoallincirca.it Trentino-Alto Adige Animativa via Max Vailer 11, 39011 Lana (Bz) Reinhard Demetz 0473 239564 animativa.org Emilia Romagna Arterego via Piave 19, 40033 Casalecchio di Reno (BO) Roberto De Marchi 339 7508734 arterego.org

Toscana Antitesi Teatro Circo via Guidiccioni 6b, 56017 Ghezzano-San Giuliano Terme (PI) Martina Favilla 349 6304211 antitesicircoteatro.it Badabam strada valacchio casella 30, 53018 Sovicille (SI) Margherita Gamberini 347 7856564 badabam.it Circo Libera Tutti via Marconi 108, 50056 Montelupo Fiorentino Samuele Mariotti 333 4022331 circoliberatutti.it Circo Tascabile p.zza Cairoli 4/c, 50065 Pontassieve (FI) Claudia Brandani 380 3585691 circotascabile.com En Piste via Bocchi 32, 50126 Firenze Maria Luisa Liguoro 333 3733644 enpiste.it Saltimbanco c/o Nuovo Teatro delle Commedie via G.M. Terreni 5, 57122 Livorno Enrico Pellegrini 329 9523295 saltimbancoscuolacirko.it

Lazio Circosvago via delle Mole 32, Albano Laziale (Rm) Jacopo Beretta 331 868114 circosvago.it Campania Circo Corsaro via Dietro la Vigna 14, 80145 Scampia (NA) Maria Teresa Cesaroni 339 3927461 E Scuola di Circo Corsaro Puglia CircoLaboratorioNomade via Sferra Cavallo Snc, loc. Crispiano (TA) Monia Pavone 333 4292637 E Circo.LaboratorioNomade Cirknos via vecchia Frigole 36, 73100 Lecce Giorgia Basilico 333 410 916 E cirknos Un Clown per Amico/Circo Botero st. Modugno Carbonaro 4/8, 70123 Bari Michele Diana 348 0535875 unclownperamico.com

Sicilia Circ’Opificio via Ammiraglio denti di Piraino 1, 90142 Palermo Marika Riggio 340 3928905 circopificio.it Clatù via San Josè Maria Escrivà 3, 95030 Tremestieri (CT) Maria Elena Rubbino 340 1723934 E Clatù

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ALTROCIRCO.IT

Circo Sotto Sopra piazza dei colori, 40138 Bologna Mariagrazia Bazzicalupo 328 7312861 circosottosopra.com TaDam Circo via Allevi 13/A, 29122 Piacenza Dario Rigolli 333 1532976 tadamcirco.com

…Credo che da bambini ereditiamo territori che dovremo poi conquistare nel corso delle nostre vite. Da piccola, il senso della vita me lo davano le creature selvagge, i cavalli, il richiamo della foresta; le grandi distese, le alte montagne e la violenza del mare; gli acrobati, i funamboli e i narratori di storie. L’antivita si riassumeva nell’aula scolastica, nella matematica e nella città. Per fortuNel 2015, durante una missione na, all’inizio dell’età adulta, antropologica nella Kamtchatka, ho incontrato l’antropologia. Nastassja Martin viene attaccata da un orso che distrugge metà del suo volto. Viva per miracolo, spaziando tra psicoanalisi, sciamanesimo e antropologia, Nastassja Martin riflette sui confini in cui chiudiamo la nostra identità, all'equilibrio tra specie viventi, alla perdita di antichi miti, spazi di libertà e vita selvaggia.

Nastassja Martin

Credere allo spirito selvaggio Bompiani Editore, 2021

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