Quelli che...Il Sambe 4-2020

Scuola Primaria-Secondaria I grado San Benedetto

QUELLI CHE…IL SAMBE 4-2020

“La santità consiste nello stare molto allegri”

11 maggio 2020

a z r o f a l a f e n o i n L’u o d a r g I . c e S + a i r a Prim Carissimi Lettori,

siamo molto contenti di annunciare che da questo numero, il nostro

periodico

“Quelli

che…Il

Sambe”

si

arrichisce

di

nuove pagine dedicate alla nostra scuola primaria. Siamo convinti che l’unione sia una forza e che insieme si possano affrontare meglio le sfide che ci riserva il futuro.

I

legami

si

costruiscono

condividendo

esperienze,

sentendoci come una grande famiglia. Per questo la nostra speranza tutti:

è

dai

che

la

bambini

secondaria, dai

nostra della

rivista primaria

genitori e parenti

possa e

essere

dai

letta

ragazzi

tutti e dai

da

della

docenti.

Troverete infatti articoli vari e diversificati che possano raccogliere l’interesse di ogni tipo di lettore.

Nella

speranza

di

potervi

regalare

qualche

momento

piacevole in nostra compagnia, auguriamo a tutti una buona e proficua lettura!

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Quelli che…il Sambe

ARTISTI ALL’OPERA PERCORSO DI ARTE ALLA SCUOLA PRIMARIA A cura delle classi prima e seconda Primaria

Nonostante siamo a casa da fine febbraio, tutti i bambini della scuola primaria hanno continuato a lavorare anche con l’arte, sperimentando nuove tecniche di lavoro e realizzando dei meravigliosi prodotti. Ogni settimana sono state inviate delle proposte di lavoro in ogni classe, attraverso video e spiegazioni delle insegnanti, e i bambini si sono subito messi all’opera! Hanno confermato ancora una volta di essere dei grandi artisti! In classe 1^ e 2^ abbiamo lavorato molto con materiali di recupero e con oggetti che potevamo già avere in casa, abbiamo così realizzato degli stupendi artefatti. Abbiamo potuto scoprire che, anche con qualche semplice oggetto, dei colori, le forbici, la colla e utilizzando anche una bella porzione di FANTASIA e CREATIVITA’ possiamo realizzare grandi cose! Questa settimana vi mostriamo alcuni dei lavoretti che abbiamo creato: i nostri origami e i nostri simpatici amici indiani. Già da quando eravamo a scuola ci piaceva tanto giocare con gli ORIGAMI, l’arte del piegare la carta è veramente meravigliosa! Così, anche a distanza, con i tutorial abbiamo realizzato dei gattini, dei cagnolini e persino dei pesciolini, tutti con la carta! Li abbiamo poi tutti colorati e decorati. Insieme abbiamo poi utilizzato degli oggetti che avevamo in casa nostra. Cosa potevamo fare con un rotolo di carta Scottex terminato? Perché non costruire un simpatico personaggio? Sì, noi abbiamo realizzato dei bellissimi indiani! Ci siamo divertiti a colorare e decorare anche loro secondo la nostra fantasia!

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Autoritratto

Un ritratto che l’autore fa di se stesso.

A cura della classe terza primaria

LA LEGGENDA DEL MELOGRANO Gesù saliva faticosamente la via del Calvario, il luogo dove sarebbe stato crocefisso. Dalla sua fronte punta dalle spine cadevano gocce di sangue. Gli apostoli seguivano Gesù da lontano, per non farsi vedere, poiché erano impauriti. Uno di loro, quando la triste processione era passata, raccoglieva i sassolini arrossati dal sangue benedetto di Gesù e li metteva in un sacchetto. A sera gli apostoli si radunarono tutti tristi nel cenacolo e l’apostolo, che aveva raccolto le pietre, prese dalla tasca il sacchetto per mostrarlo ai compagni ma nel sacchetto trovò un frutto nuovo, dalla buccia spessa ed aspra, dentro alla quale c’erano tanti chicchi, rossi come il sangue di Gesù.

Era nato il melograno.

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SE AVESSI UNA BACCHETTA MAGICA Io in alcuni momenti sono felice e in altri sono triste.

Se avessi una bacchetta magica farei di sicuro un incantesimo perché il coronavirus sparisca.

Vorrei tanto vedere i miei amici e correre a scuola nell’oratorio.

Poi farei un incantesimo per saper cucinare perché ho sempre fame.

Vorrei che il nonno stesse meglio.

Vorrei che papà smettesse di fare pane perché ne fa uno al giorno, sempre uguale.

Vorrei tanta Amuchina per pulire le mani.

Vorrei due telecomandi della tv ,uno per me e uno per mia sorella, così non litighiamo.

Vorrei trasformare l’acqua frizzante in Coca-Cola.

Vorrei una scrivania più grande, andare al Luna Park…

Vorrei invitare a casa mia tutta la classe, più le maestre.

Questo è quello che farei con una bacchetta magica.

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English Corner

Anche l’ing le se nella nostra scuola primaria non si è fermato e da febbraio è continuato ad essere un elemento di continuità ed un punto di riferimento per tutti i bambini.

Ogni settimana tutte le classi si incontrano per fare lezione online ed in queste occasioni si affrontano nuovi argomenti insieme, ripassando anche quelli già imparati. Le lezioni vengono integrate da compiti assegnati settimanalmente che prevedono anche varie attività di Listening e di Reading.

Ad ogni classe vengono proposti anche dei gi ochi per imparare e ripassare il lessico, tutti fatti su misura in base alle tematiche affrontate.

Provate anche voi a giocare! Vi mettiamo qui sotto i link per cinque giochi, uno per classe, riguardo agli argomenti che abbiamo studiato insieme.

LET’ S PLAY TO GETHER! AN IMALS In CLASSE 1^ stiamo imparando gli anima li , nel gioco che vi proponiamo bisogna indovinare la figura nascosta, che animale sarà? Provate ad indovinarla anche voi!

Image quiz: https://wordwall.net/play/1778/266/353

M Y B ED ROOM In CLASSE 3^ abbiamo imparato come descrivere la nostra cam ere tta e tutti gli oggetti che ne fanno parte. Colpite la talpa con scritto il nome di un oggetto che si trova in camera da letto e fate presto, perché poi le talpe scappano!

Whack a mole: https://wordwall.net/play/1377/871/113 PEOP LE – PHY SIC AL FEAT URES In CLASSE 4^ abbiamo imparato come descrivere le pe rso ne e i loro tratti fis ici. In questo gioco dovrete abbinare le immagini dei volti alle caratteristiche fisiche corrette.

Match up: https://wordwall.net/play/1537/884/500 SH OPS In CLASSE 5^ abbiamo studiato i nomi di tutti i neg ozi e dei loro prodotti. Nel gioco che vi proponiamo vedrete l’immagine di un oggetto, voi dovrete selezionare il nome del negozio in cui viene venduto.

Find the match: https://wordwall.net/play/1254/166/349 La prossima settimana vi proporremo altri nuovi giochi!

Have a good week!

TO YS In CLASSE 2^ abbiamo studiato molto bene i gi oca tto li , in questo gioco vedrete le immagini di alcuni giochi e dovrete riordinare le lettere per formare la parola esatta. Mettiamoci all’opera!

Anagram: https://wordwall.net/play/1535/168/878

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Il mio primo anno da Sindaco Intervista al nostro ex prof. Christian Stocchi Primo cittadino di Colorno

a cura di Romeo Zanelli

Cosa significa essere Sindaco?

Significa

mettersi

a

totale

disposizione di una Comunità. Il che comporta certo soddisfazioni, ma anche sacrifici personali e un impegno costante nel risolvere problemi e realizzare

Ci può racccontare il momento più bello?

progetti.

Ogni volta che si risolve un problema, ogni volta che i

Perché ha scelto di candidarsi?

La politica per me è una passione e una forma di servizio importante: come diceva Paolo VI, la più alta forma di carità.

Una passione che nasce da lontano; infatti, ero già stato consigliere comunale in passato. Quando, l'anno scorso, la

Comune si provano soddisfazioni molto significative.

Ognuna di esse è unica e dà la forza per affrontare adeguatamente momenti difficili come quello che stiamo vivendo.

fiducia e l'affetto di tante persone mi hanno spinto a mettermi

Da primo anno da Sindaco ha dovuto affrontare l’emergenza

in gioco, ho pensato che fosse giusto dire di sì. Nonostante le

sanitaria dovuta all’epidemia provocata dal Covid 19. Quali

perplessità della mia famiglia e di alcuni amici, preoccupati per

sono in questo caso le preoccupazioni di un primo

lo stravolgimento che, in caso di vittoria alle elezioni, avrebbe

cittadino?

subito la mia vita e quella di chi mi sta vicino.

Un momento come questo non consente passività o sconforto

Che percorso di studi ha fatto?

Mi sono diplomato al Liceo classico Romagnosi. Mi sono quindi laureato in Lettere e poi ho conseguito sia un dottorato di ricerca in ambito filologico all'Università di Parma; dopo la laurea, ho anche svolto, grazie a una borsa di studio IscCorriere della Sera, un Master in comunicazione all'Istituto Superiore di Comunicazione di Milano (ora IED).

Letteratura e comunicazione sono sempre state le mie maggiori passioni.

Quali sono le doti migliori che deve avere un Sindaco?

Un Sindaco deve ascoltare costantemente i suoi concittadini e, allo stesso, trovare le soluzioni migliori.

Talvolta occorre assumere decisioni difficili, che non possono accontentare tutti. Il bene della comunità deve sempre essere l'obiettivo primario.

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cittadini riconoscono l'impegno e la dedizione al servizio del

per chi deve guidare una comunità. In questa fase, insieme ai miei assessori, ho cercato di offrire un solido punto di riferimento ai Colornesi, di comunicare costantemente, di rispondere ai loro dubbi, di risolvere i problemi legati all'emergenza e di favorire il supporto delle persone in difficoltà.

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Un misterioso sabato di Sophie Guasti

2 e ultima parte

(segue dal numero precedente) Insieme ai miei amici, corro da una parte all’altra senza una direzione precisa. Tutti siamo in cerca di qualcuno e a questo punto, non più qualcuno in particolare. Basterebbe un punto di riferimento. Il bosco, che circonda il nostro piccolo paese, è muto, tutto intorno tace, un silenzio surreale regna lungo la valle. A quest’ora, di solito, tante persone sono già in attività. Ci sono tanti bambini e giovani come me, che si riversano lungo la strada, che porta alla chiesetta di Cogne. Sui loro volti, c’è soprattutto stupore.

Nessuno di loro, però, piange. Questo comportamento è strano, lo so, ma è proprio così. Forse ci siamo riscoperti coraggiosi o forse è bastato vedere gli altri nella stessa situazione, per sentirci più forti. All’ora di pranzo, finalmente, apprendiamo dalla televisione, che in quella misteriosa notte appena passata, gli adulti, di tutta l’Italia, sono stati prelevati in gran fretta, nelle loro case e trasferiti in strutture ospedaliere segrete, appositamente create per l’emergenza, per sottoporsi a tamponi volti alla ricerca di un virus, che ha colpito, nelle ultime ore, tutta la nazione. Il virus in questione si chiama “Coronavirus”, è altamente contagioso, può causare patologie gravi a carico dell’apparato respiratorio ed è in molti casi mortale.

Colpisce solo gli adulti e gli anziani. Le persone molto giovani sono stranamente risparmiate. Il motivo non è chiaro, ma qualcuno, alla tv, sostiene possa dipendere dalle nostre difese immunitarie o dal fatto che non siamo debilitati dai disturbi tipici dei grandi. Ora sappiamo dove sono finiti tutti quanti, genitori e vecchi: siamo anche consapevoli che non li rivedremo tanto presto.

Nessuno di noi si lamenta o si dispera. Ci ritroviamo costretti, dalle circostanze, a crescere in fretta, niente più dispetti né scherzi tra noi perché in una situazione come questa non c’è tempo per certe cose. Ci riuniamo nella vecchia piazzetta del paese, saremo circa una cinquantina tra bambini e adolescenti: decidiamo, tutti insieme, di fondare una nuova comunità. Abbiamo pensato che sia giusto partire da questo. A capo di tutto ci sarà Remo, uno

dei più anziani. All’ingresso del paese, sotto il cartello “COGNE”, scriviamo, con un pennarello indelebile, poche parole molto significative: “IO NON HO PAURA”. Il nome comunque è azzeccato, perché nessuno di noi sembra averne. Senza perder tempo, ci organizziamo, ci dividiamo i compiti, creiamo una specie di catena di montaggio. Ciascuno farà qualcosa per contribuire: i più piccoli dovranno innaffiare gli orti, aiutandosi con le canne, i più grandi porteranno le pecore nei vicini pascoli e saranno addetti alla preparazione dei pasti. Ogni giorno, in modo ordinato, io andrò insieme ad Anna, Remo e Amalia nel supermercato del paese per distribuire gli alimenti, che servono per cucinare. Ciascuno di noi dovrà pulire un pochettino la propria baita. Gli indumenti saranno lavati giornalmente, così non si accumuleranno, e stesi subito fuori all’aria. Il tempo è bello in questo periodo e questo ci aiuterà ad asciugare velocemente i panni. Così inizia la nostra nuova vita, che non si è fermata a quella strana notte in cui tutto è mutato e pur sognando di poter presto riabbracciare i nostri cari, andremo avanti. Questo brutto virus, che ci ha cambiato la vita in modo inaspettato e indesiderato, ci ha però insegnato che di fronte alle difficoltà o ai grandi cambiamenti occorre rimanere uniti e non avere paura: “l’unione fa la forza”.

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INTERVISTA

VITA DA ARCHEOLOGO INCONTRO CON GIACOMO CACCIATORE ALLIEVO DELL’ORATORIO SAN BENEDETTO

di Elena Cavatorta Perché hai deciso di fare l’archeologo?

Perché dapprima ho subìto il fascino delle grandi civiltà del passato (soprattutto quella egiziana con la sua creativa scrittura) poi, grazie allo studio, ho capito che quel lontano passato interessava anche noi uomini del III millennio in termini di ricerca della nostra identità e poteva dare risposte a questi quesiti: quanto siamo simili agli uomini del passato? Quanto siamo diversi da loro?

Cosa provi quando fai gli scavi?

Scavare è sempre una grande emozione, fare emergere dalla terra un reperto, anche un piccolo coccio di ceramica rimasto nascosto per così tanti secoli, ha il sapore della grande scoperta.

L’archeologo però non è un cacciatore di tesori ma un cercatore di indizi che, messi in fila nel giusto ordine, ci fanno comprendere qualcosa in più della società che ha prodotto, quella “cultura materiale”. L’archeologo non è Indiana Jones ma Sherlock Holmes!

Di che settori ti occupi?

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Nonostante la mia esperienza di scavo ho capito immediatamente che la mia dimensione da archeologo era quella del divulgatore. Il lavoro dell’archeologo è una catena in cui occorre scegliere dove collocarsi: di questa lunga catena la divulgazione rappresenta l’ultimo, ma non meno importante, anello. Di seguito la catena del lavoro dell’archeologo.

Ricerca d’archivio per individuare dove e cosa scavare-Scavo Restauro dei reperti trovati con lo scavo- Studio dei reperti e loro classificazione- Interpretazione e ricostuzione della storia dei reperti- Musealizzazione: esposizione dei reperti nei musei.

Divulgazione: Far conoscere alla comunità ciò che si è trovato e farne capire l’importanza. Può far nascere nelle persone il senso del rispetto e della tutela dei beni culturali Può essere realizzata nelle scuole, al museo attraverso i media.

Qual è stato lo scavo più entusiasmante che hai fatto?

Ho partecipato a più campagne di scavo su due siti archeologici differenti. Il primo è uno scavo, ancora in corso, in località Aiano – Torraccia di Chiusi nei pressi di San Giminiano (SI). Si tratta di una grande villa romana del III sec. d.C. che ha avuto frequentazioni fino all’alto medioevo (VII secolo d.C.), abitata prima dai Romani e poi da popolazioni sulla cui identità ancora si stanno formulando ipotesi. Il secondo scavo è stato nel cuore della Sabina (provincia di Rieti) nell’antica capitale dei Sabini che si chiamava Cures. I Romani la conquistarono nel III sec. a.C. e quello che si è indagato è il complesso delle terme romane del II sec. d.C. che era, al momento dell’arrivo degli archeologi, ricoperto interamente dalla vegetazione. Sono stati due scavi molto differenti tra loro ed è difficile metterli a paragone, ma quello in Sabina ha riportato alla luce reperti di maggior pregio e ancora “in situ” (in latino significa ritrovati proprio nel luogo in cui originariamente furono collocati, ad esempio lo zoccolo di marmo attorno ai muri o una soglia di marmo dove c’era una porta). È impegnativo/difficile questo lavoro?

La professione di archeologo presuppone una grande preparazione teorica (conoscenza della storia antica, di almeno una lingua antica e della metodologia dello scavo stratigrafico) ma la cosa più importante e difficile che un archeologo deve saper fare è “interpretare”, cioè saper collegare tutte le sue conoscenze in relazione ai reperti che sono stati trovati e ricostruire la storia di una società. Anche la divulgazione archeologica richiede tanta preparazione e soprattutto richiede forte empatia con il pubblico cui si rivolge: occorre trovare il linguaggio giusto a seconda che sia composto da bambini, ragazzi o adulti oppure da persone già competenti.

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Accogliere un cucciolo in famiglia a cura di Ludovica Elisa Peressotti

Accogliere un cucciolo in famiglia può spesso risultare un’impresa difficile ed impegnativa, ecco alcune informazioni per poter occuparsi di un piccolo nuovo arrivato a quattro zampe.

Prima di tutto, un cucciolo deve restare con la mamma per almeno 2 o 3 mesi. In questo periodo, al cucciolo vengono insegnati alcuni comportamenti e viene sgridato se ne mette in atto altri sbagliati. Questi insegnamenti e tutte le conoscenze che acquisisce in questi momenti vengono definiti “imprinting”.

L’imprinting condizionerà il suo comportamento per tutta la vita. Ad esempio la mamma sgrida il cucciolo quando giocando morde troppo forte e se il cucciolo viene portato via dalla mamma troppo presto potrà diventare un cane mordace.

Quando un cucciolo viene adottato e portato in una casa nuova, dobbiamo preparare per lui un ambiente confortevole perché non soffra troppo per la mancanza della mamma e dei fratellini: -­‐ D e d i c h i a m o g l i u n a m b i e n t e p i c c o l o dove possa sentirsi a suo agio per riposare, senza oggetti pericolosi o che potrebbe ingerire e senza mobili di valore che potrebbe rosicchiare; -­‐ D i a m o g l i u n a c i o t o l a s t a b i l e d i a c q u a f r e s c a di dimensioni adeguate e d u n g i o c o per evitare che rosicchi qualcos’altro o che si annoi (non deve essere troppo piccolo o di tessuto, perché potrebbe ingerirlo).

-­‐ Assicuriamoci che la t e m p e r a t u r a della stanza sia a d e g u a t a ( 2 1 22°C) -­‐ Dedichiamogli una c u c c i a m o r b i d a e c o n f o r t e v o l e perché i cuccioli, come i bambini, dormono molto spesso.

-­‐ E v i t i a m o nella stanza del cucciolo i r u m o r i f o r t i in modo che possa rilassarsi, riposarsi e prendere confidenza con l’ambiente.

Insegnamogli a stare da solo gradualmente, ricordandoci che il cane è un animale da branco, e…ARMIAMOCI DI TANTA PAZIENZA, PERCHÉ SARÁ U N ’ A M I C I Z I A P I E N A D I S O D D I S F A Z I O N I !.

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La ragazza volpe ARTISTI si nasce…e io modestamente lo nacqui

Giorgia Rossi

Fiaba di Anna Fanfoni

C’era una volta una ragazza molto gentile, educata e bellissima; essa si chiamava Smeralda, abitava in una casetta bruttissima e malmessa. Un giorno era arrivata un’anziana signora con capelli grigi, naso appuntito e mani ricche di rughe; gelosa della bellezza e della generosità di Smeralda, le lanciò un sortilegio: la trasformò in una volpe. Smeralda, agitata, corse nel bosco in cerca di aiuto e urlava: “Aiuto, qualcuno mi aiuti!” Nessuno la sentiva. Senza speranze, si arrese, ma in lontananza vide una fata, e le andò incontro, dicendo: “Mi puoi aiutare? Prima ero una ragazza“. La fata non capiva. Scoraggiata, Smeralda provò a tornare a casa, ma nel tragitto incontrò una paperella rosa e le domandò: “Chi sei? Sei diversa dalle altre paperelle , sei rosa e loro sono bianche.“ E la Paperella ribattè:“A differenza loro, sono magica, posso trasformare tutto ciò che voglio con il mio becco.” Dunque la volpe le raccontò la sua storia e la papera, sconvolta, non ci pensò due volte e le fece toccare il suo becco, così si trasformò subito in una ragazza. Smeralda, infuriata, voleva vendicarsi con la strega, per questo, insieme alla papera, si precipitò immediatamente dalla fata; con la sua sfera magica videro dove si trovava la strega.

Andarono tutte e tre dalla vecchia, ma prima incontrarono uno stregone che le intrappolò.

Unendo le forze, riuscirono a scappare e anche a sconfiggere sia lo stregone che la strega, trasformandoli in maiali. La papera, la fata e la ragazza tornarono a casa e, come regalo, la fata e la Paperella le donarono una nuova abitazione stupenda. Nacque così un amicizia che durò per sempre. E vissero felici e contente.

Matteo Imperatore

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Tommaso Pelizzari Un nostro “ex” ora allievo molto promettente del Toschi

m.

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INTERVISTA ALLO SPECCHIO a cura di Sophie Guasti

Giancarlo Centonze

Alessia Zamboni 32

Anni

28

Mai

E’ stato bocciato?

Mai

Vergine

Segno zodiacale

Gemelli

“L’uomo che sussurrava ai cavalli”

Libro preferito

Nessuno in particolare

“Pretty woman”

Film preferito

I film della Marvel

Insegnare

Sogno nel cassetto

Giocare e vincere una finale di Champions League

Scientifico

Liceo frequentato

Don Bosco di Brescia

Medico

Lavoro che voleva fare da piccolo

Calciatore

Sincerità, allegria e curiosità

Qualità che apprezza dai suoi studenti

In ogni ragazzo c’è una qualità speciale ed è compito di ogni educatore trovarla

A 17 anni

Primo fidanzato/a

Tanto tempo fa

Serie TV

Hobby

Calcio e stare con gli amici

Pallavolo

Sport preferito

Calcio

Inglese

Materia preferita

Matematica e fisica

Arroganza, presunzione e indifferenza

Tre caratteristiche che detesta negli altri

Egoismo, esibizionismo e superbia

Nulla

Cosa cambierebbe nella sua vita?

Alcune scelte fatte

In una città europea

Vacanza ideale

Mare

Pizza e carbonara

Piatto preferito

Pasta al forno

Libro, occhiali da sole e crema solare

Tre cose che porterebbe in una isola deserta

Amici, pallone e costume

m

u

LETTURE CONSIGLIATE Nel corridoio della scuola, fuori dall’ufficio della preside, c’è una sedia rossa. La chiamano la Graticola e Alec Spencer ci era seduto sopra. Si poteva finire sulla Graticola per svariati motivi, ma Alec era un caso speciale. Lui ci finiva sempre per essere beccato a leggere durante le lezioni. Il fatto è che Alec non riusciva proprio a smettere di leggere, soprattutto se si trattava di un buon libro. Così quando viene messo alle strette dalla preside Vance e deve rimanere fino a tardi a scuola perché i suoi genitori hanno trovato un nuovo lavoro, Alec decide di mettere in piedi un club del libro per poter continuare a dedicarsi alla sua passione. Non vuole essere disturbato e intende essere l’unico membro del club e sceglie il nome “Il club dei perdenti”.

D’altronde chi mai vorrebbe iscriversi a un club con questo nome? Altri ragazzi della scuola scoprono il suo club e Alec non rimane più solo, ci sarà il suo ex amico Kent e Nina una ragazza che comincia a piacergli. Alec si rende conto che leggere è un'ottima cosa da fare, ma non è l'unico modo in cui forse vuole passare il suo tempo. La vita reale può essere più complicata dei suoi libri preferiti e a volte le storie più belle sono quelle che succedono fuori dai libri. Certo è difficile sapere come gestire certe situazioni e a lui che è un lettore i libri lo aiutano a capire meglio la vita e gli altri. Andrew Clements regala una bella storia sulla scuola, sui libri e sulla lettura. Sul potere dei ragazzi di costruire una cultura della lettura e sulla condivisione della lettura. Alla fine del libro l’autore presenta la lista dei libri amati dai personaggi de Il Club dei perdenti e invita a leggere con gusto. La lettura è per tutti dovrebbe essere piacevole, divertente e senza giudizio alcuno.

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IL BUONGUSTAIO TORTA DI GRANO SARACENO (SENZA GLUTINE) di Beatrice Donagemma INGREDIENTI

AMICI DEL SIDAMO GRUPPO MISSIONARIO C’è sempre tempo per aiutare gli altri

150 gr farina di grano saraceno 150 gr farina di mandorle 150 gr burro 150 gr zucchero 3 uova 8 gr lievito 1 mela sale un pizzico Zucchero a velo 250/300 gr di marmellata di mirtilli rossi o ribes

di Elena e Diego

Mercoledì scorso, 29/04 ci siamo incontrati con alcuni ragazzi in videoconferenza per il nostro appuntamento come Gruppo Missionario.

E' stata l'occasione per salutarci, prima di tutto, perchè l'improvviso Lock down non ce ne aveva neppure dato il tempo!

E pensare che avevamo pianificato il nostro primo campo di Lavoro a Reggio Emilia per la prima settimana di Aprile!! Per questa opportunità di esserci potuti trovare di nuovo siamo molto riconoscenti alla Scuola!

Il momento è stato l'occasione per riflettere su come l'emergenza a causa del Coronavirus, che ormai si è diffuso in tutto il mondo, sia vissuta in un modo diverso nei paesi più poveri...

Laddove infatti si raccomanda alle persone di "stare a casa" abbiamo parlato di chi una casa non ce l'ha (come avviene nelle grandi città, per esempio Addis Abeba, dove tanti ragazzi fuggiti dalle campagne in cerca di lavoro e futuro in città, si trova a passare la propria giornata nelle strade) - o di chi ha una casa piccola come una capanna, dove si vive tutti insieme in un ambiente unico e non ci sono stanze, servizi, acqua ecc.. come le nostre confortevoli case.

Abbiamo letto una lettera inviata da don Angelo Regazzo, salesiano nella Casa di Bosco Children, ad Addis Abeba, sulla situazione attuale in Etiopia, scorrendo anche immagini tratte da ANS - Agenzia notizie Salesiana, per capire come i ragazzi più giovani stanno vivendo queste settimane e che cosa stanno concretamente facendo.

Ci piacerebbe ritrovarci ancora, prima della fine della scuola, per un altro piccolo incontro e per salutarci prima dell'estate.

Lavorare a crema il burro con 100gr di zucchero.

Aggiungere uno alla volta i tuorli d'uovo. Dopo aver mescolato la farina di grano saraceno e il lievito, unire poco per volta al composto. Quindi aggiungere la mela grattugiata, un pizzico di sale e per finire la farina di mandorle, amalgamare bene. A parte montare a neve gli albumi con 50 gr di zucchero e aggiungerli delicatamente all’impasto. Versare in una tortiera (diametro 20/22) o stampo per plumcake, precedentemente imburrata ed infarinata. Cuocere in forno per 40-45 min a 175 gradi. Quando il dolce sarà completamente raffreddato, tagliare in due strati e farcire con la marmellata. Quindi spolverare con un po'di zucchero a velo 250/300 gr di marmellata di mirtilli rossi o ribes. Lavorare a crema il burro con 100gr di zucchero. Aggiungere uno alla volta i tuorli d'uovo. Dopo aver mescolato la farina di grano saraceno e il lievito, unire poco per volta al composto.

Quindi aggiungere la mela grattugiata, un pizzico di sale e per finire la farina di mandorle, amalgamare bene. A parte montare a neve gli albumi con 50 gr di zucchero e aggiungerli delicatamente all’impasto.

Versare in una tortiera (diametro 20/22) o stampo per plumcake, precedentemente imburrata ed infarinata. Cuocere in forno per 40-45 min a 175 gradi. Quando il dolce sarà completamente raffreddato, tagliare in due strati e farcire con la marmellata. Quindi spolverare con un po'di zucchero a velo.

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DEMO-ECONOMIA di Luca Ghidini Consulente finanziario

Sembrano materie molto diverse, e in effetti hanno davvero pochi elementi in comune, a prima vista soltanto i numeri e le percentuali.

Eppure demografia ed economia sono molto collegate: l’influenza della prima sulla seconda è notevole e, se ci pensiamo con attenzione, non è nemmeno così difficile da individuare.

Andiamo indietro nel tempo di circa mezzo secolo, verso la metà dei mitici anni sessanta; l’Italia era un Paese in pieno boom economico, e con essa tutto il continente europeo.

Le famiglie erano numerose, non era raro trovare nuclei famigliari con tre o quattro bambini

e

la

famiglie numerose sono sempre più rare, una donna italiana mediamente mette alla luce 1,3 figli (servirebbero due figli per ogni mamma per mantenere un equilibrio demografico) e si stanno riconvertendo edifici da usare come residenze per supermercati le confezioni famiglia hanno lasciato

nati in quel periodo vengono

il

posto

alle

“confezioni

monodose” (a Milano già nel 2015 più

denominati

della metà dei nuclei famigliari registrati

“babyboomers”).

all’anagrafe era costituito da una sola

Un numero su tutti... in

persona).

Europa nel 1964 nacquero 21

È evidente il legame tra demografia ed

MILIONI di bambini!

economia, di come le due materie

Ventuno milioni di neonati,

saranno, anche nel prossimo futuro,

comportarono un impegno impressionante:

meno e buona parte della popolazione ha più di 60 anni. Le

anziani. L’attività di badante ha sempre maggior risalto e nei

crescita

demografica era imponente (i tuttora

I bambini, in Italia ma anche nel resto d’Europa, sono sempre

interconnesse; se vogliamo sapere come si

certamente

per i genitori, ma anche per tutto il sistema sociale!

Cosa serve per mantenere e gestire ventuno milioni di bambini? Alle

muoverà l’economia è necessario ed indispensabile avere ben chiaro come si muoverà la demografia.

cose più immediate, quali latte in polvere, omogeneizzati, pannolini, si aggiungono quelle più complesse: asili, scuole, ospedali, insegnanti, baby sitter e poi infrastrutture che possano supportare

una

crescita

demografica

così

imponente.

I supermercati di allora, e degli anni a seguire, erano pieni di prodotti venduti in “confezioni famiglia”, e la crescita economica andava di pari passo a quella demografica.

I numeri di oggi in Italia sono molto diversi: i dati dell’Istat

(Istituto

Nazionale

di

Statistica)

registrano per la prima volta nella storia del Paese un decremento demografico: gli abitanti nel 2019 sono diminuiti rispetto all’anno precedente.

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MUSICA PER VOI a cura di Francesca Carra e degli allievi delle classi terze

1. CUCINA

2.

INTRATTENIMENTO

3. LIBRI

4. MODA E TEMPO LIBERO

5. QUIZ

6. SPORT

7. MOTORI

8. MUSICA

9. DIARIO COVID

10.

ATTUALITA’ E POLITICA

11.

TECNOLOGIA

12. FITNESS

13. VANGELO DI DOMENICA

14. LIMITED EDITION

Lunedì 11 maggio

14 LIMITED EDITION: “Da grande volevo fare il Disk-Jockey (DJ)” con il prof. Mancini 1 CUCINA: “Pancake contest” con SERGIO Quale sarà la ricetta migliore? RICETTA 2 8 MUSICA: la proposta di RICCARDO T.

Martedì 12 maggio

8-6 9 4

MUSICA&SPORT: con GIULIA L. DIARIO COVID: cosa accadeva in un passato non troppo remoto? con MELISSA MODA E TEMPO LIBERO: con ALTHEA(e la voce di SOPHIE)

Mercoledì 13 maggio

12 6 5

FITNESS: “Sport School” con PIERFERDINANDO SPORT: calcio con JACOPO G. (e la voce di LUCA P.) QUIZ: “Motorsport”con LUCA S.

Giovedì 14 maggio

11 8-4 3

TECNOLOGIA: i consigli di FEDERICO F. e MATTEO C. MUSICA&MODA: con ANNAISA (e la voce di CAMILLA) LIBRI: “Che giorno è oggi?” Con MATILDE S.

Venerdì 15 maggio

4 – 1 IL VANGELO DI DOMENICA: con il NOSTRO DIRETTORE DON MARCO 1 CUCINA: una golosa torta con MICHELA 2 INTRATTENIMENTO: con la comicità di ROMEO

https://sambeparma.podomatic.com

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Quelli che…Il Sambe

4-2020

LE CHICCHE DI PARMA a cura di Cristina Cabassa e Enrico Maletti (allievo dell’Oratorio San Benedetto)

Il pidocchio pjóc’ di via Ferdinando Maestri, Borogh dal gèss, angolo via Farini

Quando avete occasione di fare la prossima movida, da piazza Garibaldi vi incamminate in via Farini (già strada dei Genovesi), sträda di Genvéz, la terza strada a sinistra è via Ferdinando Maestri (già borgo del gesso) Bórogh dal gèss, così chiamato perchè nella fine del 1700 primi del 1800 in quel borgo avevano sede i commercianti di gesso.

Mentre Ferdinando Maestri, nato a Sala Baganza, sempre nel periodo del 1800 è stato un patriota e politico Italiano, e ricoprì l'incarico di Senatore di Sardegna, Senatór äd Sardèggna. In via Maestri, sopra alla prima porta che troviamo sulla destra, scolpita nel muro della torre Pediculosa, cioè la torre del pidocchio, c'è la figura di un pidocchio pjóc'. Nel medio Evo quella che oggi è via Farini si chiamava (strada dei Genovesi),sträda di Genvéz ed era frequentata da parecchi commercianti genovesi e montanari, mentre (Borgo del gesso), Bórogh dal gèss era ormai periferia della città. Proprio in angolo di via Farini e via Maestri le persone che arrivavano da fuori Parma forastér, avevano l’obbligo prima di entrare in città, di lavarsi di togliersi i pidocchi, ossia Cavär’s i pjóc’, Spjocèros. Dietro a un piccolo insignificante pidocchio, si nasconde una sorprendente storia Parmigiana da tramandare.

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Quelli che…il Sambe

4-2020 simonericco.psi@gmail.com 335 6858096

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Scuola primaria e secondaria di I° “San Benedetto” Piazzale San Benedetto, 5 Parma, Pr 43121 http://www.salesianiparma.it