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Thailandia – Paola ed Emanuele
GRUPPO ISP SAN CARLO-CIRIE (TO) -
Io e mio figlio tredicenne Emanuele siamo tornati da una troppo breve esperienza di volontariato in Thailandia, presso il DayCare Center di Fordec, associazione che si occupa del sostegno a bambini e famiglie in difficoltà delle periferie di Bangkok. Il rumore delle voci squillanti dei bimbi risuona ancora nelle nostre orecchie! Siamo stati ospiti del Centro e così al mattino, poco dopo la sveglia, erano le voci e i canti dei bimbi nel cortile sottostante che accompagnavano la nostra colazione. La giornata proseguiva poi con attività ogni giorno diverse: dalla lezione di inglese alla piccola esibizione teatrale di un gruppo di giovani, dai lavoretti manuali alle prove antincendio con i vigili del fuoco. Tante sono le persone e i volontari che in una settimana abbiamo visto avvicendarsi al Centro: alcuni venuti per offrire il pranzo e il cibo della giornata ai bimbi, altri semplicemente per passare un po’ di tempo con loro e condividere le proprie capacità ed i propri talenti. Ogni giorno i bimbi, tutti attorno ai volontari di turno, cantavano una canzone in thailandese in cui affermavano di non avere nulla da dare in cambio di quanto ricevuto, ma che dal profondo del loro cuore vogliono dire grazie, grazie, grazie. La consapevolezza è quella che invece tanto, tanto, tanto si riceve da loro, così semplici e sempre sorridenti! E preziosa è stata anche la possibilità di condividere la quotidianità delle insegnanti e di tutto lo staff di Fordec che, con amore e dedizione, si adopera per vedere le esigenze dei più poveri e per rispondervi nel migliore dei modi. La speranza, da genitore, è che Emanuele possa far tesoro di un’esperienza fuori dalla sua realtà quotidiana e possa comprendere che “la felicità è reale solo quando condivisa” (Chris McCandless). Tutti noi cerchiamo la felicità, parafrasando il Vangelo tutti “abbiamo sete”, solo che la nostra società ci porta a provare ad estinguere la nostra sete con bevande zuccherine, che altro non fanno che aumentarla. La scelta di regalare ad Emanuele un’esperienza di dono è stata dettata dal desiderio di mostrargli la felicità nella relazione, nella condivisione, nella vicinanza e di alimentare in lui grandi sogni. C’è chi dice che i sogni sono fatti per le persone coraggiose, per tutte le altre ci sono i cassetti. Io voglio essere una persona coraggiosa oggi e non in un ipotetico futuro: io voglio credere oggi che “insieme si può” costruire un mondo migliore.
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