Informare è un periodico del “Centro Studi Officina Volturno”
Anno 7° - Numero 05 - Aprile 2011 GA.SA
GA.SA
Federico Lesta
GIOCATTOLI - RICARICHE DVD - FAX - LOTTERIE SCHEDE INTERNAZIONALI
LITORALE DOMITIO - CASTEL VOLTURNO
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Oasi dei Variconi, rifiuti ad altezza bambino pag. 6 Aeroporto Grazzanise. Allora, si decolla? pag. 4 L’inchiesta: Ragazzi e bisessualismo pag. 3 Furto a Villa San Limato. Figli dei Barbari pag. 2
Castel Volturno nell’Italia del 1861 pag.11
Mostra d’arte internazionale: La Mala Tolleranza pag. 2
Di Angelo Morlando. Il vecchio detto latino non sbaglia mai: Nessuno riesce a farsi ascoltare in casa propria. Da semplice ingegnere castellano ho più volte affermato che le condotte sottomarine non potevano realizzarsi e che, al massimo, spostavano il problema dalle coste al largo. Con nessuna certezza che il liquame scaricato a largo non ritornasse di nuovo sotto costa. E’ stata diffusa la speranza di un intervento impossibile con il solo risultato di non affrontare il vero problema, ovvero i Regi Lagni con annesso sistema fognario e depurativo. Illustri, ma soprattutto illustrati, soloni universitari hanno ampiamente speculato su tale speranza, ma avevano dalla loro parte un arma vincente: non
essere cresciuti a Castel Volturno e non risiedere a Castel Volturno, quindi, le loro affermazioni erano verità incontrastabili. Si riportano alcuni stralci della recente pronuncia della Corte Costituzionale che si ritiene non necessitino di ulteriori commenti: “La Legge Regionale n° 2 del 2010 contrasta con la normativa nazionale e comunitaria vigente in materia di acque. La Legge Regionale n° 2 del 2010 prevede un finanziamento da parte della Regione per la realizzazione di condotte sottomarine lungo i canali artificiali con più elevato carico inquinante del litorale Domitio-Flegreo, per lo sversamento a fondale delle portate di magra… la disposizione risulta incompatibile con la destinazione delle risorse pubbliche alla
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realizzazione di opere funzionali a garantire una corretta depurazione delle acque reflue prima dello scarico. La realizzazione delle infrastrutture, comporterebbe, senza alcun beneficio ambientale, una diversificazione di ricettore di scarichi non depurati nel mare piuttosto che nei canali artificiali. L’area interessata è quella del litorale Domitio-Flegreo – già sito di interesse nazionale, nel quale sono in campo notevoli risorse umane e finanziarie tese al ripristino di uno stato di legalità ambientale – che richiederebbe interventi maggiormente riqualificanti, mirati alla irreggimentazione delle acque e dei reflui urbani che scaricano in assenza di depurazione ed a garantire una depurazione che rispetti i limiti tabellari. (Il servizio continua a pagina 2)