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CULTURA E SOCIETA’

NAPOLI RICORDA FRANCESCO II

“O’Re” Francesco II di Borbone, “torna” tra i suoi cittadini Altro che funerali quelli che si sono celebrati sabato 22 Novembre a Napoli in ricordo dell’ultimo Re delle Due Sicilie Francesco II. Un vero e proprio tripudio di partecipanti ha colmato la Chiesa di San Ferdinando in piazza Trieste e Trento, celebrazione e devozione che ha visto la presenza di oltre 200 seguaci e simpatizzanti. Hanno preso parte alla suntuosa messa il noto attore partenopeo Patrizio Rispo, che è stato accolto in piazza in maniera caloroso come solo i napoletani sanno fare e ancora più calorosa è stata l’accoglienza fatta al Principe Carlo di Borbone. Sfogliando la biografia dell’ultimo sovrano di Napoli si legge esser stato un uomo bonario e molto timido quindi di che colore diverrebbe il suo volto se vedesse tanta folla in ricordo della persona che è stata per la storia ma soprattutto per i napoletani ? A tal proposito significative sono state le parole del Presidente del movimento Neoborbonico Gennaro De Crescenzo il quale, alla domanda a cosa serve ricordare oggi un pezzo di storia, risponde: “E’importante, perché il Re Francesco II rappresentò per l’ultima volta una Napoli che vince ,un Sud da primati positivi non certo negativi come quelli che conosciamo oggi. E’ un pezzo di memoria e di orgoglio che serve a noi e ai tanti giovani che si sono avvicinati al nostro movimento fondato oltre duecento anni fa”. Infatti interessante è stata la numerosa presenza di giovani, dimostrazione del fatto che la storia e la memoria non sono solo l’appannaggio della nobiltà locale ma che il ricordo di grandi uomini può vivere in tutte le generazioni da quelle passate che la storia l’hanno vissuta davvero a quelle moderne, albergata da giovani ragazzi che la storia non l’hanno respirata come i propri avi ma conosciuta solo tra i banchi di scuola ed è per questo ancor più lodevole sapere che i corsi degli eventi ,diversamente dal passato, possono unire generazioni di uomini . A riguardo lo stesso attore napoletano Patrizio Rispoli dichiara: “Sono vicino a tutta la storia di Napoli, amo la mia terrà provo per lei quasi una venerazione ecco perché oggi mi trovo qui insieme a tanti ragazzi ,per ricordare un pezzo importante della cultura italiana e ancor di più napoletana ” Atto necessario è stato quello di riecheggiare , grazie ad una celebrazione dai contorni “ religiosi”, un uomo che ha combat-

tuto per la propria patria , che ha lottato per i propri abitanti cercando di non tradire mai le aspettative dei proprio sudditi. Allora la domanda sorge spontanea ,ad oggi quanti politici italiani ,garantisti della serenità dei propri cittadini, portatori del bene assoluto si comporterebbero come l’ultimo Re di Napoli ? lo stesso che durante il periodo dell’esilio visse privatamente, senza grandi mezzi economici, perché Garibaldi aveva confiscato tutti i beni dei Borbone, e il Governo italiano ne propose la restituzione allo stesso Re al patto però di rinunciare ad ogni pretesa sul trono del Regno delle Due Si-

cilie. Egli amando realmente il proprio popolo non cedette nè al ricatto né ad subdolo compromesso e dichiarò : “ Io sono Napoletano , non ho respirato altra aria che la loro , i loro costumi sono i miei costumi ,la loro lingua è la mia lingua, le loro abitazioni sono le mie .Amo la mia terra ed è per questo che Il mio ONORE NON E’ IN VENDITA ” . Parole che ad oggi,pensando alla politica nostrana , potrebbero risuonare utopiche o addirittura far sorridere di reticenza se le udissimo davvero perché con molta probabilità non esistono più i reggenti di un tempo. di Martina Giugliano

“INVICTUS” Nelson Mandela continua a vivere nella “voce”di Benedetta Imperatore Si intitola Invictus il primo singolo di Benedetta Imperatore, una giovane artista napoletana che con rispetto ha cercato di riproporre in musica il ricordo di Nelson Mandela, un uomo simbolo di rivalsa, identità sociale e di libertà. Ed è proprio il senso di libertà e di coesione etniche che traspare nel videoclip dell’inedito, che ha avuto come scenario i luoghi paesaggistici di Castel Volturno e la collaborazione anche dei bambini dell’Associazione Laila che ha sede proprio a Castel Volturno, il cui scopo è quello di aiutare bambini italiani e stranieri aventi difficoltà economiche e familiari per offrire loro disponibilità, solidarietà e atti d’amore. A tal proposito, Benedetta Imperatore asserisce: «E’ stata una mia scelta quella di avere un contatto con bambini che necessito di bisogno per poterli aiutarli con gesti concreti e con quello stesso spirito di fratellanza che ha fatto grande un uomo quale è stato e continua ad essere Nelson Mandela. Insieme al regista Mario Crocetta abbiamo voluto riproporre, attraverso spazi aperti, dove la natura impera, il senso di libertà che è intrinseco nelle parole del singolo Invictus. Non a caso il titolo dell’inedito richiama l’omonima poesia di William Ernest Henley dedicata proprio al politico sudafricano nella quale si legge: “Sono il padrone del mio destino, il capitano della mia anima”. Chiedendo all’autrice se nel percorso della sua vita ha avuto mai la sensazione di non essere la padrona del proprio destino lasciandosi involontariamente condizionare dal corso nefasto degli eventi, quest’ultima risponde: «A volte è possibile che l’uomo venga sopraffatto da episodi avversi e di avere dei momenti di profonde crisi esistenziali ma penso anche che essere il capitano della propria anima significhi non perdere mai di vista il proprio obietto come ha sempre fatto Mandela quindi dal momento in cui si ha chiaro in mente qual è il senso delle proprie azioni non ci si

perde mai nonostante i compromessi a cui bisogna scendere». Tornando al singolo, l’intenzione dello stesso è quello che il messaggio espresso al suo interno possa essere conosciuto e condiviso da più persone possibili in quanto lo scopo del brano –sottolinea Imperatore- “è quello di diramare un messaggio di libertà e di rispetto verso ogni forma di differenza perché è vero, siamo tutti diversi: possiamo avere idee diverse, professare religioni diverse parlare lingue differenti ma ciò non toglie che siamo tutti figli e parti di uno stesso universo e quindi è importante rispettare e amare incondizionatamente l’altro che per definizione è dissimile da noi”. Tutto questo denota che la necessità di scrivere un singolo in memoria di Mandela non è stata una scelta commerciale o di impatto mediatico ma una volontà mossa da credenze morali e sociali più profonde. Infatti, la stessa Benedetta conclude l’intervista affermando: “Qualcosa mi ha spinto a scrivere, un out-out interiore, come se l’umanità in questo preciso periodo storico avesse bisogno di testi così impegnati divulgando un messaggio che dovesse toccare l’intera umanità, che dovesse cullare le anime delle singole persone e io utilizzando le mie capacità artistiche, altro non mi sento se non un tramite tra l’insegnamento sociale espresso nel testo e la collettività che ha bisogno di ricordare atti esemplari come quelli posti in essere da Mandela per non perdersi e sentirsi soli nel buio di una società che, spesso e volentieri, si è rivelata amoralistica e insensibile al dolore altrui”. E come documenta l’artista nel singolo Invictus “ESSERE LIBERI NON SIGNIFICA SOLO SBARAZZARSI DELLE PROPRIE CATENE, MA VIVERE IN UN MONDO CHE RISPETTA E VALORIZZA LA LIBERTA’ DEGLI ALTRI”. di Martina Giugliano


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