CONCRETE NEWS - Settembre/Novembre 2021

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TECNOLOGIA DEL CALCESTRUZZO - OPERE CIVILI E INFRASTRUTTURE - PAVIMENTAZIONI INDUSTRIALI E MASSETTI - INDUSTRIA DEGLI INERTI PREFABBRICAZIONE E MANUFATTI IN CALCESTRUZZO - MONITORAGGIO, RIPRISTINO E CONSOLIDAMENTO - DEMOLIZIONE E RICICLAGGIO

Filiera del calcestruzzo e della prefabbricazione

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La Rivista “Concrete News” è edita da Mediapoint & Exhibitions s.r.l. di Genova

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EDITORIALE

Fabio Potestà

Alberto Finotto

Il Bene Comune, principio fondamentale per le nostre infrastrutture

Cari Lettori, ripetendo un adagio che ormai ben conosciamo, è innegabile che tutti gli errori commessi sul fronte delle infrastrutture italiane, hanno prodotto un resoconto infinito di scandali e disastri. Li abbiamo davanti agli occhi quotidianamente, e lo sconcertante nuovo caso del ponte Morandi di Catanzaro non è che l’ennesimo frammento ammalorato di un malcostume nazionale avvilente e insopportabile. Cambiare direzione sappiamo che è possibile e la direzione presa dal governo Draghi - tra le resistenze ora risibili, ora irritanti dei partiti - sembra a tutti (o almeno, a molti) sia quella giusta. Occorre ribadire comunque quelle che sono, a nostro giudizio, le priorità e le urgenze del fare virtuoso. Per prima cosa, occorre ancora e sempre snellire e semplificare la normativa sugli appalti, a favore di competenze vere da formare e responsabilizzare, specie nella pubblica amministrazione. Non poter realizzare grandi opere e non riuscire a manutenere quelle esistenti, è un leitmotiv che va ascritto al conservatorismo di un legislatore - e, a ricaduta, di una burocrazia che non sa e non vuole assumersi responsabilità e compiti precisi; preferisce lavarsene le mani (di fronte a un intervento di ripristino urgente come nel varo di un nuovo progetto). E, con la scusa della

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scarsità di risorse (scusa oggi cancellata drasticamente dalle disponibilità finanziarie fornite dal PNRR e non solo), si preferisce non fare nulla. “Mentre il resto del mondo in quest’ultimo decennio ha scelto di investire sulle infrastrutture per favorire una nuova fase di sviluppo, l’Italia è andata nella direzione opposta. Dall’inizio della grande crisi economica del 2008, infatti, il nostro Paese ha registrato un gap di investimenti di circa 85 miliardi di euro; gli investimenti pubblici sono diminuiti di oltre un terzo, mentre quelli per le infrastrutture sono passati dai 29 miliardi del 2009 ai 16 miliardi del 2017”. Questa lettura impietosa del lungo periodo di crisi finanziaria globale, ricavata da un articolo illuminante di Stefano Cianciotta - direttore dell’Osservatorio Nazionale sulle Infrastrutture di Confassociazioni - ci riporta alla necessità di una nuova cultura organizzativa della pubblica amministrazione, basata sull’impulso agli investimenti nelle grandi opere e sulla loro velocizzazione realizzativa. Una velocizzazione producibile, ad esempio, secondo le stesse parole analitiche di Cianciotta, con la costituzione di strutture tecniche allargate “dove possano finalmente lavorare insieme non solo ingegneri e architetti, ma tutte le competenze

che concorrono alla realizzazione di progetti innovativi (si pensi alle infrastrutture digitali di cui tanto ha parlato Draghi in questo ultimo anno e al BIM)”. Al netto delle polemiche politiche che sul fronte delle formazioni parlamentari più “green e avanzate” periodicamente rivelano il proprio dissenso, certamente non va definita del tutto sterile la polemica distintiva su infrastrutture inutili e opere necessarie. Un’infrastruttura non genera valore di per sé, a prescindere; deve costituire un progetto economico fondato sul mercato, abbinato a un preciso valore sociale, di utilità strategica per i territori e le popolazioni che vi sono insediate. In quest’ottica virtuosa, si potranno sconfiggere anche le ricorrenti resistenze basate sul tormentone grandi opere-corruzione certa, che tanti pregiudizi ha creato e continua a creare, a danno di ogni spinta decisionale. Sarà la concretezza, certamente, a farci uscire dalla palude delle idee campate per aria e spesso virate alla negazione di ogni iniziativa. Ma persino la concretezza deve soggiacere a un’istanza più alta ed eticamente superiore. E questa istanza suprema si chiama e si chiamerà sempre Bene Comune. Buona lettura!

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Periodico associato a

SOMMARIO Settembre/Novembre 2021 Anno 3 ATTUALITÀ

In collaborazione con

TECNOLOGIE

Filiera del calcestruzzo e della prefabbricazione

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News ............................................................... p.8

OPERE CIVILI E INFRASTRUTTURE INDUSTRIA DEGLI INERTI

Responsabile Editoriale Alberto Finotto

La sostenibile leggerezza del costruire ... p.100

COVER STORY OPERE CIVILI E INFRASTRUTTURE

Direzione e redazione MEDIAPOINT & EXHIBITIONS SRL Corte Lambruschini Corso Buenos Aires, 8/7 16129 Genova - Italy tel. +39-010-5704948 fax +39-010-5530088 redazione@concretenews.it

Alta velocità in linea fluida ........................ p.48 Materia di progresso.................................... p.54 Mareterra, piattaforma del sogno mediterraneo....... p.60

Pubblicità Italia ed estero tel. +39-010-5704948 fax +39-010-5530088 info@concretenews.it

MACCHINE E IMPIANTI PREFABBRICAZIONE E MANUFATTI IN CALCESTRUZZO

Pre-stampa e stampa Euro Grafica - Genova

In Romania si privilegia la tecnologia italiana ............. p.66

Registrazioni Tribunale di Genova n.27/2011. Camera Commercio di Genova, R.I. N.O 395768 del 5 novembre 2001 Registro operatori di comunicazione N.O 022258 del 20 gennaio 2012

OPERE CIVILI E INFRASTRUTTURE

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ENTI E ASSOCIAZIONI ASSOBETON La produzione responsabile dei prefabbricati in calcestruzzo ............. p.106

FEDERBETON

DEMOLIZIONE E RICICLAGGIO

Il rapporto di sostenibilità 2020................. p.110

Recupero di inerti e acqua? Ora si gestisce in cloud .............................. p.80

ANSAG

Demolizione potente e precisa anche in miniera.......................................... p.82

Fotografia Archivio Concretenews Ufficio traffico Daniela Chiusa daniela.chiusa@mediapointsrl.it

Concreta è l’idea che non può morire .... p.44

Flessibile, affidabile e votato alla sostenibilità .......... p.74

Collaboratori Roberto Ambra Maria Angela Feliciello Giacomo Grassi Andrea Potestà Grafica e impaginazione Romina Testino grafica@mediapointsrl.it

PREFABBRICAZIONE

CALCESTRUZZO PRECONFEZIONATO

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Sul bacino del ritorno .................................. p.90

MATERIALI

Quattro record battuti sulla strada di Mumbai ................... p.70

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Direttore Responsabile Fabio Potestà

Produzione di aggregati artificiali leggeri rispettosi dell’ambiente attraverso stabilizzazione dei rifiuti industriali .............. p.96

PRIMO PIANO

del calcestruzzo e della prefabbricazione SupplyFiliera chain of concrete and precast industries

La formazione per crescere insieme....... p.116

PAROLE DI SCIENZA

RIPRISTINO, CONSOLIDAMENTO E RISTRUTTURAZIONE

DI ROBERTO VACCA

Da energeticamente inefficiente a “Green” .................................................... p.86

La matematica (anche semplice) che chiarisce tante cose ......................... p.120

Comunicazione agli abbonati Art. 10 Legge 675/96. I dati personali contenuti negli archivi della casa editrice “Mediapoint & Exhibitions Srl” sono utilizzati solo dalla casa editrice e solo per perfezionare gli obblighi derivanti dagli abbonamenti. Tutti gli abbonati possono chiedere in qualsiasi momento l’aggiornamento o la cancellazione dei propri dati. Responsabile: Fabio Potestà Testi e foto a riproduzione vietata senza consenso della casa editrice. Legge 1396/42, art. 7, Reg. 18 © Copyright 2021

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ATTUALITÀ NEWS

Accordo tra Manitou e Mollo Noleggio 160 nuovi mezzi Manitou entrano nella flotta di Mollo Noleggio. Il nuovo accordo commerciale siglato da Mollo e Manitou è di quelli che fa notizia. Tra i nuovi arrivi in flotta, 130 sollevatori telescopici rotativi e fissi da 4 a 30 m e 30 tra piattaforme semoventi articolate e carrelli elevatori. L’ordine si inserisce nell’importante strategia di investimenti messa in pista dalla società di Alba. Come spiega Mauro Mollo, CEO Mollo Noleggio, la società “ha stipulato con Manitou questo importante accordo per due ragioni principali. La prima è quella che attiene ai programmi di rinnovamento periodico del nostro parco macchine, per offrire ai clienti mezzi nuovi e all’avanguardia. La seconda riguarda l’esigenza di incrementare la fornitura di mezzi ai centri noleggio di recente e prossima apertura.” L’accordo sottolinea il solido e storico rapporto tra le due aziende, fondato sulla reciproca fiducia. “Il rapporto con Manitou risale al 2005 quando abbiamo acquistato i primi sollevatori rotanti. Il nostro parco macchine necessita di espansione – prosegue Mauro Mollo – e con Manitou abbiamo la garanzia di una qualità comprovata dei prodotti, di una versatilità negli allestimenti proposti che soddisfano la totalità delle esigenze dei nostri clienti.” “La profonda lungimiranza nella programmazione della propria attività”, continua Cristiano Campici, Direttore Commerciale e Marketing di Manitou Italia, “ha reso possibile la conclusione di questo accordo. Essere scelti come partner da una realtà leader, non solo nel mondo del noleggio ma dell’intera imprenditoria italiana rappresenta per noi un forte attestato di stima, indicativo inoltre della qualità delle nostre soluzioni e della fiducia riposta verso il nostro brand”.

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ATTUALITÀ NEWS

Un progetto da 4,2 miliardi di euro per la decarbonizzazione del cemento in Italia L’industria del cemento e del calcestruzzo è pronta ad investire 4,2 miliardi di euro per l’avvio di un percorso condiviso sulla decarbonizzazione. Questo è ciò che è emerso durante il convegno “Transizione ecologica della filiera del cemento, un percorso condiviso” promosso da Confindustria-Federbeton, che si è tenuto lo scorso 16 settembre. Il settore delle costruzioni guarda ad un futuro sempre più sostenibile. L’industria è dunque pronta a mettersi in gioco, ma alla decarbonizzazione sono legati investimenti importanti e l’aumento dei costi di produzione. Il primo rischio è quindi perdere competitività rispetto alle industrie dei Paesi extra UE, che non sono soggette alle stesse normative ambientali. Secondo Roberto Callieri, presidente di Federbeton “Per affrontare la sfida della decarbonizzazione, le imprese si sono dotate di una strategia che, da qui al 2050, prevede investimenti per un totale di 4,2 miliardi di euro, oltre agli extra-costi operativi pari a circa 1,4 miliardi annui. Solo con adeguati e immediati strumenti di supporto si potrà impedire il depauperamento del tessuto industriale, preservare la competitività della filiera e scongiurare la delocalizzazione. Non da ultimo, occorre condividere una nuova cultura ambientale, basata sul dialogo e non più sulla contrapposizione preconcetta a qualsiasi scelta dell’industria». Le azioni per la transizione ecologica Con il supporto di Kpmg Advisory, Federbeton ha quindi elaborato la “Strategia per la decarbonizzazione”, un piano focalizzato sulla transizione ecologica e sugli obiettivi da raggiungere entro il 2030 e il 2050. Tra le proposte avanzate, viene ipotizzata “l’adozione di tecnologie di transizione a ridotto impatto CO2, l’applicazione su larga scala di tecnologie per la cattura della CO2 ad uno stato avanzato di maturità, secondo le indicazioni della Commissione Europea con un impatto, in termini di investimenti, di circa quattro miliardi di euro per il raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2050″. Le azioni individuate da Federbeton per il raggiungimento degli obiettivi prevedono: utilizzo di combustibili alternativi in sostituzione di quelli fossili (-12% emissioni CO2); ricorso a gas naturale e idrogeno (-3% di emissioni); energia rinnovabile ed efficientamento energetico (-5%); produzione di cementi innovativi, mantenendo invariati gli standard di qualità e sicurezza del materiale (-10%); utilizzo di materiali di sostituzione con contenuto inferiore di carbonio (-6%); implementazione di tecnologie carbon capture in grado di catturare la CO2 emessa dagli impianti produttivi (-43%); approvvigionamento locale e trasporti green (-16%); ottimizzazione della quantità di calcestruzzo nelle costruzioni (-5%). Tutte queste azioni comportano investimenti da parte delle aziende e determinano anche un aumento dei costi operativi. In particolare, si prevedono 4,2 miliardi di euro di investimento e 1,4 milioni di euro annui di extra-costi operativi.

Roberto Callieri, presidente Federbeton

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Il rischio è che l’industria perda competitività nei confronti dei Paesi extra EU che, non dovendo raggiungere gli obiettivi ambientali condivisi in Europa, hanno costi operativi più bassi. Del cemento non si può fare a meno perché è alla base della vita quotidiana, della mobilità, della sicurezza, della stessa crescita economica del Paese. Aumenterebbero quindi le importazioni, con tutte le conseguenze negative sul clima, derivanti da produzioni con bassi standard ambientali e da trasporti più lunghi. L’impegno del settore tuttavia, non basta; per la decarbonizzazione è necessario che ci sia anche un supporto da parte delle istituzioni, oltre ad un contesto economico e culturale favorevole. Senza adeguate e immediate misure di sostegno l’industria è concretamente a rischio. Alcune misure sono già inserite nella pianificazione europea del pacchetto Fit for 55 e nei programmi del Governo ma, alla luce dell’analisi effettuata da Kpmg, Federbeton chiede un’accelerazione, con misure adeguate a tutela del settore: • Fit for 55 e CBAM: introduzione immediata del meccanismo di adeguamento CBAM (Carbon Border Adjustment) che prevede misure per proteggere la competitività dell’industria nazionale del cemento dalle importazioni da Paesi extra-UE. • Tecnologie break-through: supporto alle imprese per lo sviluppo e l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia (in merito a stoccaggio di CO2, utilizzo di idrogeno nel processo di produzione di cemento, etc.). • Aiuti di Stato per il clima, l’ambiente e l’energia: inclusione del settore del cemento fra i settori energivori elencati nelle nuove Linee guida per gli aiuti di Stato per il clima, l’ambiente e l’energia. Il settore potrebbe così beneficiare delle agevolazioni per gli oneri indiretti della CO2 legati ai costi dell’energia.

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ATTUALITÀ NEWS

L’Illinois annuncia un piano di sei anni per il progetto dell’autostrada I-80 Ricostruire una infrastruttura di 50 anni, questo l’obiettivo del Dipartimento dei Trasporti dell’Illinois (IDOT) dopo aver annunciato un piano di sei anni per ricostruire la I-80 nella contea di Will. “La ricostruzione trasformerà 25 km della I-80, riprogettando le corsie ausiliarie e gli svincoli per ridurre la congestione e riabilitare oltre 30 ponti lungo questa autostrada”, ha affermato il governatore JB Pritzker nel comunicato stampa. Essendo una delle tre interstatali costiere del Paese, la I-80 attraverso Joliet e Will County trasporta circa 80.000 veicoli al giorno, di cui circa il 25% sono camion. Per accorciare i tempi di costruzione, le autorità aumenteranno gli sforzi per acquisire i terreni necessari per consegnare il progetto più rapidamente possibile diminuendo in questo modo l’impatto sul pubblico. Quando si concluderà nel 2027, il progetto complessivo della I-80 avrà ridisegnato e ricostruito 16 miglia da Ridge Road, a Minooka, fino agli Stati Uniti 30, a Joliet e New Lenox, aggiungendo ed estendendo corsie ausiliarie per migliorare la sicurezza e ridurre la congestione. Gli svincoli saranno ricostruiti o migliorati all’Interstate 55, Illinois 7, Center Street, Chicago Street, Richards Street e Briggs Street, con una nuova rampa di cavalcavia che collega la I-55 in direzione sud alla I-80 in direzione ovest per migliorare il flusso del traffico e la sicurezza. Oltre 30 ponti infine, saranno riabilitati o sostituiti.

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ATTUALITÀ NEWS

La nuova serie MRail di Mecalac per il segmento ferroviario Leader globale nella progettazione, produzione e distribuzione di macchine compatte per cantieri urbani, Mecalac si posiziona ora come uno dei principali attori nel campo dei lavori ferroviari con il lancio della sua nuovissima gamma, la Serie MRail. Questa gamma è composta da 4 modelli: due escavatori cingolati, il 106MRail e il 136MRail (da 10 a 13 tonnellate), e due escavatori gommati, il 156MRail e il 216MRail (da 15 a 21 tonnellate). In un contesto ferroviario mondiale estremamente dinamico, la scelta proposta da Mecalac permetterà senza dubbio a tutti di trovare la macchina che soddisfa le proprie esigenze. Tutte le macchine della Serie MRail sono assemblate sulle linee di montaggio di Mecalac ad Annecy, in Francia. Ciò fornisce al costruttore i mezzi per rispondere efficacemente alle esigenze specifiche del settore ferroviario, beneficiando al contempo di una solida organizzazione industriale che è garanzia essenziale di affidabilità del prodotto e un vantaggio innegabile rispetto ai trasformatori locali.

Una soluzione per ogni cantiere Il mercato ferroviario è vasto: ferrovie nazionali, binari privati, tram, metropolitane. Gli scartamenti delle reti e i regolamenti variano da un Paese all’altro. Anche le esigenze dei cantieri sono molto diverse, a seconda che si tratti di manutenzione, modernizzazione o costruzione di nuove reti.

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Gli escavatori cingolati 106MRail e 136MRail mantengono il concetto MCR. Tale concetto, fusione di una caricatrice compatta e un escavatore, abbina la velocità e la produttività di una caricatrice alla rotazione a 360° di un escavatore. La 106MRail è la macchina più piccola della Serie MRail. Ha un braccio con pistone posizionatore e deporté di serie ed è estremamente compatta. Facile da usare, è anche un supporto ideale per le macchine più pesanti. La 136MRail offre prestazioni ancora più elevate per aumentare la produttività complessiva sulle reti ferroviarie nazionali. È dotata delle caratteristiche di sicurezza più avanzate (conforme a EN15746). Può essere equipaggiata con un rimorchio con frenatura pneumatica. La 156MRail è dedicata alle reti urbane, alle metropolitane e ai binari privati. Si tratta di una macchina di medie dimensioni che soddisfa i requisiti del lavoro ferroviario senza la necessità di omologazioni costose e complesse. È la soluzione più semplice ed economica per lavorare su rotaie. La 216MRail è la macchina più robusta per i lavori più difficili, sempre senza compromettere la manovrabilità, l’agilità e la compattezza. Il settore ferroviario è in piena espansione in tutto il mondo. L’escavatore strada-ferrovia è la macchina indispensabile non solo per la manutenzione e la modernizzazione delle reti esistenti, ma anche per la costruzione di nuovi binari. Mecalac è convinta di poter fornire soluzioni che rivoluzioneranno il mondo dell’escavatore strada-ferrovia e cambieranno la vita degli utilizzatori. Il produttore parteciperà all’evento del settore ferroviario, la fiera internazionale IAF, che si svolgerà a Münster, in Germania, dal 31 maggio al 2 giugno 2022.

© Tadano Ltd. 2021

ATTUALITÀ

UNA SPANNA SOPRA LA CONCORRENZA. LA NUOVA GRU AC 4.080-1 Con un braccio base lungo ben 60 metri e una struttura compatta, la nuova Tadano AC 4.080-1 trova spazio in una vasta gamma di applicazioni. Ciò vale in particolare per l’uso in combinazione con il sistema di stabilizzatori Flex Base, la cui estensione è regolabile in continuo, e il sistema di posizionamento Surround View, due caratteristiche che rendono la gru la prima scelta per numerosi progetti in cui lo spazio è un fattore primario. Utilizzabile sia come gru principale, sia come potente gru ausiliaria, grazie all’imbattibile capacità di sollevamento anche con il braccio impennato, la gru AC 4.080-1 si è già prenotata il suo posto in molti futuri cantieri.

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ATTUALITÀ NEWS

Prima Liebherr 1000 EC-H 50 Litronic consegnata in Italia alla Antonio Basso di Treviso Potente, salva spazio e stabile, sono queste le parole con le quali il produttore italiano di elementi prefabbricati in calcestruzzo Antonio Basso Spa descrive la gru Liebherr 1000 EC-H 50 Litronic. Nella sede centrale dell’azienda a Treviso, la gru movimenta ogni giorno elementi prefabbricati in calcestruzzo dal peso di tonnellate ed è collegata in rete in modo intelligente con il sistema ERP. Nelle valutazioni decisionali per la nuova macchina Liebherr, la pendenza della pista per la gru nell’area aziendale ha avuto un ruolo determinante. “Questa gru è come una Ferrari, è velocissima”, conferma l’amministratore delegato dell’azienda trevigiana, Giovanni Basso. Basta questa dichiarazione entusiastica a farci comprendere perché la Antonio Basso è stata la prima impresa cliente in Italia che nel 2019 ha accolto la gru a torre 1000 EC-H 50 Litronic nel proprio parco macchine, tra i primi clienti al mondo a cui è stato questo modello rinnovato nel design e allestito secondo le esigenze specifiche dell’azienda di prefabbricazione dallo specialista Tower Crane Solutions (TCS). Dodici ore al giorno, cinque giorni alla settimana, la 1000 EC-H 50 Litronic – soprattutto d’estate – è sempre al lavoro. Prelevare gli elementi prefabbricati dalla produzione, portarli nell’area di stoccaggio e successivamente caricarli sui camion costituiscono altrettante fasi durante le quali la gru a torre movimenta fino a 45 tonnellate per ogni sollevamento. “Produciamo i pezzi per le fondamenta, i pavimenti, i tetti e i camini – spiega Giovanni Basso – Poi, i componenti di facciate in diverse esecuzioni e pezzi di ponti di forma speciale completano la nostra gamma di prodotti”. La gru è montata su un portale di 10 metri, ha una lunghezza del braccio di 50 metri e un’altezza al gancio di circa 33 metri. Il portale si muove su rotaie in modo che possa esser coperto ogni angolo dell’area di stoccaggio con la gru. “Con questa gru a torre con portale movimentabile su rotaia, abbiamo la possibilità di trasportare i pezzi finiti molto più velocemente e abbiamo ulteriore spazio di stoccaggio sotto il portale – riferisce Giovanni Basso – Non sprechiamo neanche un metro quadrato di spazio di stoccaggio. Grazie all’utilizzo ideale dello spazio e all’elevata capacità di movimentazione, possiamo raggiungere volumi di produzione più elevati rispetto a prima”. La soluzione del portale è stata una delle ragioni principali per cui il cliente ha optato per la gru 1000 EC-H 50 Litronic. “Inoltre Liebherr è stato l’unico fornitore che ha trovato una soluzione globale adeguata per l’allestimento in pendenza della gru nell’area aziendale – sottolinea ancora Giovanni Basso – Grazie a complessi calcoli svolti preliminarmente, la gru può ora essere utilizzata in modo sicuro e affidabile in qualsiasi punto. Siamo molto soddisfatti anche del moderno controllo della gru con PLC, in particolare del controllo del sistema di rotazione”. Per il sistema di sollevamento è stato scelto il modello da 110 kW. “Dovendo caricare molti camion ogni giorno, il trasbordo di materiali deve avvenire senza intoppi e rapidamente – rimarca Basso – I nostri operatori manovrano la gru principalmente dalla cabina, per comodità e per avere una visuale di gestione migliore”.

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NEWS ATTUALITÀ Comunque, un’interfaccia comunica tra il sistema di controllo della gru e la gestione della produzione, in modo che ogni parte movimentata possa essere tracciata. “in completo ambiente Industria 4.0“, conferma soddisfatto Giovanni Basso. Le raffiche di vento, che in questa regione possono raggiungere velocità di oltre 180 chilometri orari, hanno avuto un ruolo determinante nel trovare la soluzione: Di sera la gru viene fissata con speciali morsetti per rotaie in modo che rimanga in posizione. In caso di forte tempesta, il portale può anche essere ancorato con cavi d’acciaio a una fondazione insediata nel terreno.

Antonio Basso Spa, 50 anni di storia Fu il padre di Giovanni Basso a costruire l’azienda. Nel 1972, Antonio Basso inizia la sua carriera come imprenditore di ingegneria civile e nel 1976 amplia la propria attività con la produzione di elementi prefabbricati in calcestruzzo. Alla fine degli anni Ottanta, un brevetto per un innovativo sistema di copertura per capannoni industriali diffuso nel nord-est d’Italia, ha portato l’azienda a una rapida crescita. La sede centrale e la produzione si trovano nei pressi di Treviso. Inoltre, l’azienda ha due filiali produttive a Grigno, nel Trentino e a Manfredonia, in provincia di Foggia.

La divisione gru a torre di Liebherr Oltre settant’anni di esperienza fanno di Liebherr uno specialista riconosciuto nel settore della tecnologia di sollevamento in cantieri di ogni tipo. La divisione Tower Cranes comprende una vasta gamma di gru a torre di alta qualità utilizzate in tutto il mondo. Tra queste figurano: gru a montaggio rapido, a rotazione alta, con braccio regolabile e gru speciali, oltre alle gru automontanti. Oltre ai prodotti, la divisione Liebherr Tower Cranes propone anche una vasta scelta di servizi a completamento del suo portafoglio: le Tower Crane Solutions, il Tower Crane Center e il Tower Crane Customer Service.

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ATTUALITÀ NEWS

ASSOBIM entra in APRE ASSOBIM entra in APRE, l’Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea. Prima e unica realtà del suo genere in Italia, APRE ha l’obiettivo di sostenere e agevolare la partecipazione italiana ai Programmi per il finanziamento di ricerca e innovazione (R&I) dell’Unione europea, attraverso servizi di informazione, formazione e assistenza. Dal 1990 opera come associazione senza scopo di lucro con finalità di interesse pubblico, per offrire supporto gratuito a chiunque ne faccia richiesta. Attualmente conta oltre 140 soci, tra i principali attori R&I nel panorama nazionale: tra questi ora c’è anche ASSOBIM, con lo scopo di dare rappresentatività alla filiera “tecnologica” del Building Information Modeling. L’ingresso di ASSOBIM in APRE si inserisce nel solco dei principi dell’Associazione, da sempre impegnata nell’allacciare partnership e rapporti ad ampio raggio per promuovere la diffusione del BIM e la digitalizzazione della filiera delle costruzioni. La nuova partnership è inoltre coerente con le attività di due tavoli di lavoro ASSOBIM: quello dedicato ai rapporti istituzionali e quello che approfondisce il tema del collegamento con Università e Ricerca. ASSOBIM, infatti, ha dato vita a dei “tavoli di lavoro” al fine di promuovere l’utilizzo del BIM come uno dei driver fondamentali per la rinascita del sistema dell’edilizia e delle infrastrutture, che da sempre rappresenta uno dei settori fondanti l’economia nazionale ed un’eccellenza imprenditoriale. Con l’ingresso in APRE, ASSOBIM punta ad agevolare un maggiore scambio di conoscenze e un trasferimento procedurale e tecnologico tra il mondo della ricerca e l’attività produttiva, tra le Università e tutte le aziende e le realtà che sono il grande patrimonio di ASSOBIM. I nuovi programmi di finanziamento, infatti, promuovono a vari livelli il coinvolgimento delle grandi, piccole e medie imprese, investendo su un processo di digitalizzazione orizzontale che mai come in questi ultimi tempi si è rivelato di importanza strategica per garantire produttività e ripresa a tutte le realtà economiche. Il Presidente di ASSOBIM Ing. Adriano Castagnone, esprime soddisfazione per l’opportunità che l’ingresso in APRE darà ai soci ASSOBIM: “APRE, attraverso la propria rete nazionale, europea e globale, lavora come un vero e proprio hub di idee, approcci, iniziative e relazioni. I nostri associati potranno essere sempre informati sulle politiche nazionali ed europee nel campo della ricerca e dell’innovazione; riceveranno aggiornamenti relativi ai programmi di finanziamento e ai bandi Horizon Europe; conosceranno le opportunità europee offerte dal Programma quadro per la ricerca e l’innovazione che per i prossimi sette anni (2021-2027) finanzierà l’eccellenza scientifica e la capacità innovativa europea. I soci ASSOBIM potranno accedere ai bandi ed essere così protagonisti del cambiamento”.

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queste sono le caratteristiche che rendono il marchio FMGru apprezzato in tutto il mondo.

Transizione 4.0: Innovazione e benefit con Tutte le nostre gru possono essere dotate di un sistema di interconnessione che le rende idonee all’iperammortamento previsto dal piano nazionale Transizione 4.0: questo sistema consente di creare un collegamento tra la gru e i sistemi informativi del cliente, di monitorare da remoto i mezzi e di ricavare dati sullo stato e sull’utilizzo della macchina. 19

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Un’”ecografia” del sottosuolo per la prevenzione geologica sul territorio Prevenire il pericolo di voragini, frane e smottamenti che mettono a rischio la sicurezza dei cittadini e del territorio ora sarà possibile grazie ad un’ecografia del sottosuolo. Si tratta di un insieme di tecnologie avanzate – radar, sensori innovativi, prospezioni geofisiche – in grado di analizzare il sottosuolo di infrastrutture stradali e parchi pubblici e di scoprire eventuali cavità fino a 3-4 metri al di sotto del piano stradale.

Il Progetto MUSE È l’obiettivo del progetto MUSE (Multi-sensor Services), condotto da ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) in collaborazione con INGV, Consorzio

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NEWS ATTUALITÀ

Hypatia, le aziende Superlectric, Ylichron, G-Matics. L’attività prevede un protocollo di analisi delle aree urbane e delle sue anomalie geomorfologiche, mediante rilevazioni con satelliti, droni o velivoli e l’impiego di moderne tecniche geofisiche per l’indagine del primo sottosuolo come il georadar multifrequenza e la geoelettrica capacitiva. Grazie a queste tecnologie è possibile eseguire una sorta di “ecografia” del sottosuolo che ne consente lo studio per rilevare l’eventuale presenza di vuoti di diversa origine e sprofondamenti del suolo per emersioni di cavità sotterranee, i cosiddetti “camini di collasso”, precursori della formazione di vere e proprie voragini in superficie. Come sottolineato dal responsabile del Laboratorio analisi e protezione delle infrastrutture critiche dell’ENEA Vittorio Rosato, la formazione di voragini, spesso collegata ad anomalie elettriche ed elettromagnetiche del sottosuolo, è uno dei nuovi rischi per le nostre città, anche a causa degli intensi sviluppi urbanistici che nel secolo scorso hanno caratterizzato molti centri urbani.

Alla ricerca di anomalie geofisiche nei sottosuoli urbani Roma, ad esempio, è caso emblematico di struttura complessa del sottosuolo che richiede indagini e monitoraggi del territorio per verificare l’eventuale presenza di anomalie geofisiche imputabili all’emersione di cavità antropogeniche. Proprio per questo, su richiesta della Protezione Civile di Roma Capitale, con la quale è già in atto una collaborazione pluriennale, le attività del progetto si stanno focalizzando sull’analisi del sottosuolo urbano per prevenire la formazione di nuovi sinkhole antropogenici causati dall’emersione di antiche cavità presenti nel sottosuolo (cave di pozzolana, tufi, sabbia, catacombe e ipogei, ecc.) o a seguito di guasti e rotture dei sottoservizi (rete fognaria e idrica). Il progetto MUSE è uno dei 7 progetti del bando “LAreospaZIO” che mira ad accrescere le opportunità di sviluppo tecnologico delle imprese del settore dell’aerospazio, attraverso nuovi collegamenti con università e centri di ricerca pubblici e privati, con competenze scientifiche e tecnologiche rilevanti anche a livello internazionale.

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Epiroc si aggiudica un importante ordine per le miniere cinesi Epiroc, uno dei principali partner per l’industria mineraria e per le infrastrutture, ha recentemente acquisito un importante ordine per attrezzature e servizi minerari dal colosso minerario cinese Dazhong Mining Co. Ltd. La fornitura include carri di perforazione Boomer, carri di perforazione di produzione Simba e carri di rinforzo della roccia Boltec e Cabletec, che verranno utilizzati nelle miniere di ferro di Zhouyoufang e Zhongxinji, nella provincia di Anhui. Le macchine saranno dotate del sistema telematico Epiroc, che consente il monitoraggio intelligente delle prestazioni e della produttività della macchina in tempo reale. Inoltre, la maggior parte di esse avrà installato il sistema di controllo dell’impianto di Epiroc, RCS, che le rende pronte per l’automazione e il controllo remoto. Tutte le attrezzature saranno consegnate fra il 2021 e il 2022. Dazhong Mining è classificata come una Green Mine Enterprise a livello nazionale, il che significa che è riconosciuta per il suo modo sostenibile di estrarre. L’azienda cinese aveva già acquistato da Epiroc, un gran numero di macchine nel 2020. “Epiroc è felice di collaborare nuovamente con Dazhong Mining in modo da poter espandere ulteriormente le sue operazioni, rafforzando al contempo la sicurezza, la sostenibilità e la produttività”, afferma Helena Hedblom, Presidente e CEO di Epiroc. Oltre alle attrezzature, l’ordine include assistenza e formazione in loco, compresi sofisticati simulatori, che forniscono un ambiente sicuro e realistico per migliorare le competenze degli operatori delle macchine.

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ATTUALITÀ NEWS

Cemento e calcestruzzo ad alte prestazioni per un importante skate park

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Materiali ad altissime performance e un’ottimale posa in opera. Sono questi i fattori principali che hanno consentito la realizzazione del nuovo skate park di Lignano Sabbiadoro, una piastra, come viene definita l’area percorribile in skate, di 25×50 metri attrezzata con rampe dette “pipe” o “half-pipe” certificate, omologate e riconosciute dalla FISR – Federazione Italiana Sport Rotellistici. Una struttura all’avanguardia che, a un solo mese dalla sua inaugurazione, si è imposta come una dei più importanti skate park a livello nazionale e ha già ospitato il primo Campionato Italiano di Skateboard. Commissionata dal Comune di Lignano Sabbiadoro, la realizzazione del nuovo skate park è frutto della collaborazione tra imprese friulane: da un lato, Costruzioni Cicuttin, a cui va il merito di aver eseguito una magistrale posa in opera dei materiali, dall’altro Friulana Calcestruzzi e w&p Cementi che, con la fornitura del calcestruzzo Pavical Pav Stabilcal e il cemento Seacem Cem II/A-M (LL-S) 42,5r M.R.S, hanno saputo rispondere alle esigenze di facilità di lavorazione, estetica, resistenza prolungata nel tempo e contenuti costi per la manutenzione. Progettato e prequalificato dall’area tecnica-tecnologica di Friulana Calcestruzzi in collaborazione con i tecnici di Costruzioni Cicuttin, il calcestruzzo speciale prestazionale Pavical Pav Stabilcal è la soluzione ottimale per la costruzione delle pendenze e delle forme complesse dello skate park, garantisce eccellente durata nel tempo e necessita di limitati interventi di manutenzione. Non solo: Pavical Pav Stabilcal presenta anche eccellenti doti di

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sostenibilità ambientale, poiché è totalmente riciclabile, infatti, a fine vita può essere impiegato per la realizzazione di sottofondi di strade, di pavimentazioni o per la composizione di altri conglomerati cementizi e bituminosi. Grazie alle molteplici caratteristiche prestazionali e di sostenibilità, Pavical Pav Stabilcal ha ottenuto la prestigiosa certificazione ICMQ. Messo a punto dal Reparto R&D di w&p Cementi, Seacem Cem II/A-M (LL-S) 42,5r M.R.S è un ce-

mento adatto a tutti i tipi di applicazioni standard ed è caratterizzato dal rapido sviluppo delle resistenze iniziali, coniugato a ottime resistenze finali, conforme alla norma europea armonizzata UNI EN 197/1. Friulana Calcestruzzi e w&p Cementi sono società del gruppo Wietersdorfer Alpacem che, in Italia, rappresenta Alpacem, il marchio che riunisce le sei principali realtà del settore di cemento e calcestruzzo presenti nella macro-regione Alpe-Adria.

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Rapporto ANCE: assegnato ai territori solo il 50% dei fondi Pnrr Solo poco più della metà (55,7 miliardi) dei fondi Pnrr per investimenti in opere edilizie è stato “territorializzato”. Con risorse territorializzate si intende quelle risorse che hanno già completato la catena della programmazione dei fondi con la ripartizione sul territorio a Regioni, province e comuni. Questo è quanto emerso dallo studio dell’Ance, l’associazione dei costruttori edili, che ha fornito, in data 1 ottobre, un aggiornamento del rapporto del luglio scorso, sui progetti del Pnrr destinati al settore delle costruzioni (settore centrale per la realizzazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). Gli elenchi dei progetti regionali finanziati dal Pnrr sono stati aggiornati con gli ultimi provvedimenti attuativi o in via di attuazione al 30 settembre, e completati con una stima del valore totale degli investimenti assegnati. Dai primi decreti di ripartizione e dall’analisi dei documenti ufficiali emerge quindi che poco più della metà (51%) dei 108 miliardi di euro destinati alle infrastrutture risulta territorializzato, ovvero 55,7 miliardi di euro di cui è possibile individuare i territori nei quali le risorse europee produrranno effetti in termini di investimenti realizzati. Con una quota del 43% (pari a 24,2 miliardi), il Sud Italia è la macro area che al momento riceve la quantità maggiore di risorse distribuite a regioni e comuni, seguita dal Nord, con una quota del 42% (23,3 miliardi), mentre il Centro Italia ha ricevuto solo il 15% degli importi assegnati (8,2 miliardi). Nella graduatoria regionale, in testa alla classifica troviamo Campania (7,364 miliardi), Lombardia al secondo posto (6,044), Veneto al terzo (5,131) e a seguire, Sicilia (5,126), Piemonte (3,941), Puglia (3,858) e Lazio (3,85). La Toscana è solo dodicesima, con 1,978 milioni assegnati. Resta ora da capire come verranno distribuiti i 52,5 miliardi (pari al 49% di fondi) che non sono ancora stati assegnati.

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Da MB Crusher la nuova pinza selezionatrice MB-G1000 Dopo il lancio delle due piccole pinze selezionatrici per mini e midi escavatori MB-G350 e MB-G450, dello scorso giugno, la gamma di pinze MB Crusher si amplia con il nuovo – più grande – modello MB-G1000, adatto per macchine operatrici dai 180 ai 250 quintali. 1615 kg di peso e una capacità di carico di 0,44 m3/440 L per un’attrezzatura versatile, compatta e affidabile, progettata soprattutto per lavori pesanti: proprio per questo la sua struttura è stata rinforzata, senza perdere però in agilità e facilità di utilizzo. Due sono le nuove dotazioni di serie: il doppio motore, che consente una maggiore forza di rotazione e chiusura e le valvole di bilanciamento, installate sul cilindro idraulico, che danno una maggiore precisione nella movimentazione. Anche questo nuovo modello ha una piastra inclinata che gli permette di arrivare ovunque e lavorare con facilità e la rotazione idraulica a 360° che consente una presa efficiente del materiale in tutte le condizioni di lavoro. E’ dotata inoltre di una valvola di sicurezza che ne impedisce l’apertura accidentale in caso di improvviso calo di pressione della macchina operatrice e di un silent block, che ne consente l’utilizzo anche in zone dove è necessario tenere sotto controllo il rumore. L’elevata forza di chiusura e i movimenti molto precisi lo rendono adatta a qualsiasi tipo di cantiere e per lo smistamento di materiali diversi di varie forme e pesi, in tutta sicurezza. A seconda del lavoro richiesto, inoltre, anche il modello MB-G1000 può essere dotato di diversi accessori: il kit miglioramento presa interno chele, per movimentare materiali di peso e forme particolari con migliore aderenza e maggior controllo; il kit aggiunto lame multifunzione, composto da una doppia lama, dentata da un lato e liscia dall’altro; il kit sollevamento basculante con profili in gomma per movimentare blocchi di materiale lineare e delicato e il kit copertura contenimento chele, per raccogliere e movimentare materiale di piccole dimensioni.

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Accordo ASSOBETON e ANPAR sull’impiego di materiale riciclato per la produzione di cls vibrocompresso “È sempre più evidente che le nostre aziende stanno diventando centri di produzione di materiali per l’edilizia e di prodotti per l’arredo delle città; l’Accordo sottoscritto da ASSOBETON e ANPAR va proprio in questa direzione”. Con questa dichiarazione, il 14 ottobre è stato stipulato l’accordo fra le due associazioni di categoria: Assobeton, Gruppo Blocchi e Pavimenti e Anpar, l’Associazione Nazionale Produttori Aggregati Riciclati, categorie di riferimento sul territorio nazionale rispettivamente per i comparti merceologici dei blocchi e pavimenti di calcestruzzo vibrocompresso e degli aggregati riciclati. La premessa a questo accordo è stata l’esistenza di un tessuto normativo articolato che regolamenta l’immissione sul mercato e l’impiego di materiali riciclati e un’oggettiva difficoltà di reperimento, da parte dei fabbricanti, di manufatti di cls vibrocompresso e di materiali riciclati da impiegare nei processi produttivi; a fronte di tutto ciò, entrambe le associazioni hanno ritenuto necessario di promuovere la conoscenza del settore e di portare chiarezza sul mercato. Assobeton e Anpar hanno quindi condiviso il comune interesse alla stipula dell’accordo al fine di: • creare una sinergia tra produttori di aggregati riciclati e produttori di manufatti di cls vibrocompresso, mediante una rete di aziende che consenta di ridurre le distanze tra aziende e di abbattere i costi di trasporto dell’aggregato riciclato; • creare un marchio di qualità che valorizzi le parti e la rete di aziende associate; • trasmettere conoscenza alle aziende associate e al mercato in genere; • collaborare nella gestione dei residui di produzione delle aziende associate di manufatti di cls; • individuare e attuare il riciclo di materiali provenienti da lavorazioni differenti da quelle normalmente effettuate nella prefabbricazione del cls; • svolgere attività di comunicazione e formazione alle aziende e al mercato in relazione ai contenuti dell’accordo.

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Francia: Jacqueline Himsworth e Michel Denis di Manitou eletti imprenditori dell’anno Manitou Group ha annunciato che Jacqueline Himsworth, Presidente del Consiglio di Amministrazione, e Michel Denis, Presidente e CEO, sono stati nominati Imprenditori dell’Anno per la regione occidentale francese. Organizzato dalla società di consulenza EY, il premio rende omaggio agli imprenditori che guidano aziende in crescita che bilanciano la responsabilità sociale con un modello di business sostenibile. Istituito quasi 30 anni fa, il premio Imprenditore dell’anno viene assegnato agli imprenditori che contribuiscono alla crescita sostenibile della loro azienda. Tra i 35 candidati selezionati, Manitou Group ha ricevuto voti della giuria composta da imprenditori della regione occidentale della Francia. L’importante sviluppo del Gruppo Manitou, unito a una forte impronta industriale, hanno contribuito al successo della candidatura del duo dirigente. I giudici hanno inoltre sottolineato lo sviluppo internazionale del gruppo, la sua forte resilienza e le decisioni strategiche prese al culmine della crisi del 2020. Manitou Group ha adottato un’ambiziosa tabella di marcia strategica, basata su investimenti e crescita. Jacqueline Himsworth, Presidente del Consiglio di Amministrazione del Gruppo Manitou: “Sono molto orgogliosa di ricevere questo premio che dedico a tutti i nostri dipendenti del Gruppo Manitou; è una meravigliosa avventura umana e familiare. Insieme a tutti i membri del Consiglio di Amministrazione, rimaniamo impegnati a perpetuare lo spirito imprenditoriale grazie all’ottimo lavoro che Michel Denis e i suoi team svolgono da molti anni.“ Michel Denis, Amministratore Delegato, ha aggiunto: “Questo premio è il risultato di uno sforzo collettivo. La mia determinazione a rafforzare la nostra cultura di collaborazione, con il Consiglio di Amministrazione e i nostri dipendenti, rimane intatta. Credo fermamente che questo ci aiuterà a fornire agli eventi più valore per i nostri clienti. Questo premio riconosce il successo storico di tutte le persone che hanno reso il gruppo quello che è oggi.” Grazie a questo riconoscimento, Jacqueline Himsworth e Michel Denis saranno tra i candidati alla finale nazionale dell’EY Entrepreneur of the Year Award, che si terrà il 16 novembre a Parigi, dove il vincitore verrà scelto tra tutti i vincitori regionali.

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SOLUZIONI INNOVATIVE AL PASSO CON LA PIÙ MODERNA PREFABBRICAZIONE Da oltre quarant’anni la Tecnocom, parte del Gruppo internazionale Progress, progetta e realizza casseri e sistemi completi per il settore della prefabbricazione residenziale, industriale ed infrastrutturale. In una sede completamente rinnovata ed ampliata, negli uffici e nello stabilimento produttivo, con grandi progetti di crescita in corso, l’azienda friulana leader in tutto il mondo mette al centro della propria attività il cliente e le esigenze della più moderna prefabbricazione, in Italia ed all’estero, grazie allo studio di soluzioni tecnologiche sempre all’avanguardia. Qualità, affidabilità, innovazione e customizzazione sono i valori fondanti della Tecnocom, la chiave del suo successo. L’eccellenza al servizio della clientela.

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Soluzione leggera Leca per un rilevato stradale a Roma La realizzazione e manutenzione di rilevati insistenti su terreni con caratteristiche a rischio dal punto di vista della geotecnica è una pratica complessa. La trasmissione di carichi rilevanti su terreni in tali condizioni potrebbe comportare fenomeni di instabilità globale del sistema rilevato/terreno di fondazione e importanti cedimenti che compromettono la funzionalità dell’opera. Una tecnica che consente di ridurre il carico trasmesso in fondazione dal rilevato e, conseguentemente, l’entità dei cedimenti è la realizzazione del corpo del rilevato con un riempimento leggero a base di argilla espansa Leca. Come molte aree di Roma, il sottosuolo della zona interessata dall’intervento, posta lungo la nota via Cristoforo Colombo, si presentava in condizioni geotecniche critiche, prevalentemente connesse alla natura argilloso-torbosa dei terreni che difficilmente avrebbero accolto la realizzazione di un’opera in terra massiva, contenuta lateralmente da muri a contrafforti esistenti senza preliminari interventi di consolidamento e irrigidimento del terreno di fondazione. La società Techproject ha analizzato diverse opzioni: soluzioni tradizionali, come la realizzazione di strutture di supporto fondate su micropali ed altre innovative che prevedono la realizzazione di rilevati alleggeriti con utilizzo di argilla espansa Leca. A seguito delle analisi effettuate, la soluzione che prevede la realizzazione di un rilevato alleggerito con argilla espansa Leca, è risultata la più idonea a coniugare obiettivi prestazionali e aspetti tecnico-esecutivi, oltre a consentire di minimizzare l’impatto del nuovo rilevato sui terreni di fondazione e la spinta attiva che questo avrebbe esercitato sui muri di sostegno esistenti.

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Le prestazioni dell’argilla espansa Leca nelle applicazioni geotecniche e stradali sono riconosciute a livello internazionale. Leca, grazie alla sua struttura cellulare racchiusa in una scorza clinkerizzata, ottimizza il rapporto tra peso e resistenza ed è quindi efficacemente utilizzabile per la realizzazione di rilevati alleggeriti. L’argilla espansa Leca non si degrada nel tempo, resiste bene ad acidi e basi, non soffre il gelo e non trattiene l’umidità, potendo in questo modo garantire la stabilità della massa del rilevato nel tempo. È inoltre l’unico inerte leggero certificato per usi geotecnici secondo la norma UNI EN 15732. In applicazioni come quella di Roma, in particolare, l’utilizzo dell’argilla espansa Leca permette di evitare o limitare i problemi di stabilizzazione del terreno di fondazione; sfruttando infatti la notevole riduzione del peso del rilevato è possibile realizzare molteplici interventi con la tecnica della compensazione del carico. Tale metodologia permette di costruire il rilevato senza aumentare – o aumentando solo minimamente – i carichi sul terreno, mantenendo così invariato lo stato di equilibrio tensionale originale. Al termine della messa in opera e dell’addensamento il rilevato leggero in Leca riduce notevolmente i cedimenti assoluti e differenziali connessi al processo di consolidazione del terreno, e grazie al peso contenuto e alle ottime caratteristiche geotecniche incrementa sensibilmente il coefficiente di sicurezza valutato con riferimento allo stato limite ultimo del rilevato. In più la soluzione con carico compensato, per ragioni logistico-tecnologiche, spesso è l’unica realizzabile, in quanto nella maggior parte dei casi non sono necessari precarichi né tecniche di realizzazione alternative assai più lunghe e costose. Dal punto di vista esecutivo, la realizzazione di rilevati e riempimenti leggeri con argilla espansa Leca non comporta particolari complessità e si adatta alle necessità tecniche, economiche e delle problematiche di cantiere. Nel caso del rilevato leggero realizzato sulla Cristoforo Colombo a Roma, in particolare, è stato realizzato un riempimento in argilla espansa Leca di circa 4 m di spessore, posato a strati di 60 cm compattati con piastra vibrante; a completamento dell’intervento l’impresa esecutrice ha quindi proceduto alla realizzazione di uno strato in misto granulare per uno spessore di 30-35 cm destinato ad ospitare la superficie finale del rilevato.

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FIT: i nuovi utensili di vagliatura Simex

Quattro modelli per escavatori da 8 a 45 ton. Le benne vagliatrici Simex VSE sono realizzate per la separazione di materiali in diverse pezzature, direttamente in cantiere. Grazie all’esclusivo brevetto Simex che permette la variazione rapida della pezzatura del materiale vagliato in pochi secondi, tramite un comando in cabina, l’operatore è in grado di avvicinare e distanziare gli alberi, con un’escursione massima di 40 mm. Ciò garantisce velocità di esecuzione, versatilità – potendo lavorare su diversi materiali – e un considerevole risparmio di tempo. Grazie a continui investimenti in Ricerca e Sviluppo, Simex ha recentemente introdotto un importante aggiornamento che rende ancora più uniche le benne vagliatrici VSE: FIT, i nuovi utensili di vagliatura brevettati. FIT sta per Five Independent Tools (cinque elementi indipendenti) e ha tre importanti caratteristiche. 1) Fino al 75% in meno di costi di manutenzione Ogni utensile si compone di 5 parti indipendenti, ad incastro, senza alcuna saldatura. Gli utensili sono così facilmente smontabili e sostituibili: ciò si traduce in un risparmio fino al 75% sui costi di manutenzione, potendo sostituire anche un solo disco o una sola lama vagliante. La sostituzione non prevede lo smontaggio degli alberi: ogni elemento è sostituibile singolarmente, in pochi minuti, semplicemente con un martello e un punzone. Ogni utensile si compone di 5 dischi (o lame) e di due distanziatori che agganciano i dischi all’elemento centrale. Gli utensili vengono poi fissati all’albero tramite morsetti e due viti, senza alcuna saldatura. 2) Molteplici configurazioni e dischi sostituibili Il sistema consente molteplici configurazioni per meglio adattarsi al materiale da vagliare. Simex propone tre configurazioni base (ma sono possibili altre combinazioni), grazie agli elementi che compongono l’utensile vagliante, completamente intercambiabili. • La configurazione per riciclato è indicata per vagliare terreni misti con presenza di argilla secca, ghiaia, limo e torba. Particolarmente indicata nel settore dell’oil&gas per il letto di posa e la copertura delle tubature. Garantisce inoltre un’elevata produttività nella selezione di materiale di risulta da demolizione. • La configurazione a disgregare garantisce alte prestazioni in presenza di terriccio, scarti vegetali, argilla e torba. Viene utilizzata frequentemente per la vagliatura di terreno di coltura nel campo florovivaistico e paesaggistico. • La configurazione mista garantisce un’elevata produttività anche con terreni umidi, in presenza di sassi, ghiaia o argilla. Particolarmente indicata per una frantumazione leggera, per la selezione di terreno vegetale per il campo agricolo e florovivaistico. Molto efficace per il trattamento di scarti vegetali e nella bonifica del terreno da sassi e pietre. 3) Alta produttività anche con terreni umidi Gli utensili di vagliatura che compongono gli alberi sono formati da dischi e lame di diametri diversi che si intersecano perfettamente, generando un’elevata vorticosità del materiale da vagliare, anche se umido o bagnato. Il materiale non rimane incastrato tra gli elementi vaglianti come invece spesso accade nei sistemi tradizionali.

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Una Sermac al lavoro nel nuovo polo logistico Amazon in Abruzzo Dopo l’annuncio dello scorso gennaio dell’apertura di tre nuovi centri logistici a Novara, Cividate al Piano (Bergamo) e Spilamberto (Modena), Amazon continua ad espandere la sua rete logistica per soddisfare la crescente domanda da parte dei clienti, ampliare la selezione di prodotti e supportare le piccole e medie imprese che decidono sempre più di vendere i propri prodotti avvalendosi della logistica di Amazon per le attività di stoccaggio e consegna. Il colosso dell’e-commerce aprirà infatti nel 2022 un nuovo centro di distribuzione a San Salvo (Chieti); la seconda struttura aperta da Amazon in Abruzzo, dopo il deposito di smistamento di San Giovanni Teatino in provincia di Chieti, entrato in attività nel 2020. Il nuovo centro di distribuzione occuperà un’area di 256.000 mq per un investimento totale di 248 milioni di euro e costituirà un rilevante fattore di crescita economica e occupazionale; si prevede la creazione, entro tre anni dall’apertura, di mille posti di lavoro a tempo indeterminato. Nel grande cantiere che ospiterà il nuovo Polo Logistico Amazon, troviamo Sermac, protagonista con il cliente Gruppo Migliaccio, all’opera con una pompa autocarrata Sermac 5Z42, con gruppo pompante G9 ad alte prestazioni, allestita su telaio Mercedes Acros. La 5Z42 è dotata di braccio distributore a 5 sezioni con ripiegamento a “Z“, la sua applicazione è ideale in cantieri di medio-grande superficie, quali lavori in altezza come strade sopraelevate e ponti oppure getti in lunghezza come platee e murature, come in questo caso. La 5Z42 ha un’apertura minima del braccio di soli 8,0 m e tubazione con diametro di 125 mm. Con l’impegno a raggiungere la carbon neutrality entro il 2040, il nuovo centro Amazon si distinguerà per l’alta tecnologia e funzionalità: è stato infatti progettato con la massima attenzione al risparmio energetico e con l’obiettivo di conseguire la certificazione Breeam (Building research establishment environmental assessment method) con la valutazione “Excellent”. Oltre a pannelli solari e postazioni di ricarica per veicoli elettrici, l’edificio sarà dotato della tecnologia Amazon Robotics, con un’attenzione particolare alla salute e al benessere dei dipendenti. Questa tecnologia rappresenta solo l’ultima di una lunga serie di innovazioni introdotte da Amazon per supportare il lavoro svolto dagli operatori di magazzino e che consente di ridurre i tempi di percorrenza portando gli scaffali direttamente alla loro postazione. Il nuovo sito di San Salvo ricoprirà un ruolo chiave all’interno della rete dei centri di distribuzione dell’azienda in cui i dipendenti prelevano, impacchettano e spediscono gli ordini che saranno poi consegnati ai clienti.

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INTRODUCING THE LATEST INNOVATION, THE NEW PRESENTA LA SUA PIÙ RECENTE INNOVAZIONE, LA NUOVA THE MACHINE FOR EVERY JOB: LA MACCHINA GIUSTA PER QUALSIASI UTILIZZO: EXTERNAL SLABS SOLAI ESTERNI INDUSTRIAL FLOORS PAVIMENTAZIONI INDUSTRIALI AGRICULTURAL AGRICOLTURA SMALL WAREHOUSE PICCOLI MAGAZZINI

AGRICULTURAL / AGRICOLTURA

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SOMERO.CO.UK 39


ATTUALITÀ NEWS

GIS 2021, LA FIERA DELLA RINASCITA UN SUCCESSO SENZA PRECEDENTI PER L’EVENTO ESPOSITIVO ORGANIZZATO A PIACENZA EXPO DA MEDIAPOINT & EXHIBITIONS. L’ANNO PROSSIMO È LA VOLTA DEL GIC, LE GIORNATE ITALIANE DEL CALCESTRUZZO, PER LE ASPETTATIVE PROMOZIONALI E DI INCONTRO PIÙ PROFICUE DEGLI OPERATORI CONCRETE

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i sono i numeri. E poi, c’è l’emozione, immensa, dei protagonisti del settore e delle imprese. Il GIS 2021, le Giornate Italiane del Sollevamento e dei Trasporti Eccezionali, nell’8ª edizione della propria storia espositiva, hanno segnato un record assoluto di oltre 12.000 visitatori certificati nei tre giorni di una fiera straordinaria, contraddistinta dal desiderio di riprendere un cammino virtuoso di contatti, incontri, presentazioni di prodotto e promozioni proficue per altrettante,

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innumerevoli realtà industriali nell’ambito del sollevamento di materiali, del lavoro in quota, della movimentazione industriale e portuale e dei trasporti eccezionali. “Nella prima giornata della fiera, abbiamo registrato un numero di visitatori pari a quello avuto nell’intera edizione del GIS 2019 – ha dichiarato con grande soddisfazione Fabio Potestà, presidente di Mediapoint & Exhibitions, creatore e anima organizzativa del GIS, fin dalla prima edizione del 2009 – Senza

contare gli altri numeri che testimoniano l’interesse eccezionale per la fiera: 67 associazioni di categoria che hanno aderito alla manifestazione, tre patrocini di massimo prestigio come quelli del Ministero del Lavoro, del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, dell’Anas; cinque adesioni da parte di amministrazioni ed enti pubblici (Inail, Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Regione Emilia Romagna, Esercito Italiano e Comune di Piacenza); oltre 400 espositori, tra italiani e

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Ad aprile ritornano le Giornate Italiane del Calcestruzzo Il GIC 2021, le Giornate Italiane del Calcestruzzo, in programma sempre negli spazi di Piacenza Expo dal 28 al 30 aprile 2022, ritorna in presenza dopo la battuta d’arresto imposta dalla pandemia nel 2020 - una cancellazione imprevista, a pochi giorni dall’inaugurazione, che ha richiesto agli organizzatori della fiera uno sforzo organizzativo supplementare per offrire a tutti gli espositori, in forma assolutamente gratuita, l’evento virtuale del GIC Online 2020. Giunta alla sua quarta edizione, il GIC si presenta ancora oggi come l’unica mostra-convegno italiana dedicata unicamente al comparto del calcestruzzo e alle sue tecnologie (produzione e tecnologia, messa in opera, manufatti e strutture prefabbricate, calcestruzzo preconfezionato, grandi opere, ripristino e riqualificazione, demolizione e riciclaggio delle strutture in cemento), organizzata con il supporto della maggiori associazioni di categoria italiane ed estere.

stranieri, a occupare 41.000 metri quadri di esposizione densi di novità, contenuti tecnologici, nuove macchine e nuove idee per il sollevamento di domani”. L’impegno organizzativo per il GIS 2021 è stato enorme, per lo staff di

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Mediapoint, ma uno sforzo così formidabile è servito “a coadiuvare nella ripresa post-pandemia un comparto importante della realtà economica italiana – come sottolinea ancora Potestà – Una ripresa tangibile, per un settore che ha sempre spinto le proprie potenzialità a tutta forza, come dimostrano opere che rimarranno nella storia delle grandi infrastrutture europee, come il Ponte San Giorgio di Genova. Le aziende della logistica e dei trasporti pesanti sono aziende coraggiose e i player del sollevamento sono i capitani di un’avanguardia che porterà lontano la nostra economia, negli anni a venire”. Lo sguardo di Mediapoint & Exhibitions è già rivolto al futuro, mantenendo sempre il centro fieristico piacentino e il Comune di Piacenza quali partner privilegiati: “La fiera ha funzionato bene, si è allargata ulteriormente rispetto

agli anni precedenti e alcuni espositori importanti ci hanno già chiesto di aumentare lo spazio nel 2023 e vedremo di accontentare le loro richieste”. A Piacenza Expo, l’anno prossimo è già la volta del GIC, le Giornate italiane del Calcestruzzo/Italian Concrete Days, l’unica manifestazione italiana dedicata alle macchine, alle attrezzature, ai prodotti e alle tecnologie per l’industria del calcestruzzo, la prefabbricazione e il ripristino delle strutture in calcestruzzo armato, anche in zone sismiche. Anche questo evento è una creazione Mediapoint & Exibitions e aprirà i battenti il 28 aprile 2022. “Un’altra manifestazione in fortissima crescita, la cui edizione del 2020 era stata cancellata a causa dell’emergenza Covid a soli tre giorni dall’inaugurazione. Per testimoniare il nostro impegno e la nostra vicinanza alle imprese, abbiamo dedicato a loro l’evento virtuale gratuito del GIC Online, salutato da un imprevisto successo”. A giugno 2022, invece, si terrà il Pipeline & Gas Expo, la prima manifestazione a livello internazionale dedicata alla “utility construction”, ovvero tutte le aziende che progettano costruiscono e manutengono le utilities, come acquedotti, gasdotti, metanodotti e oleodotti. “Un’altra fiera che era stata annullata nel 2020 – rileva Potestà, guardando al futuro – Si tratta di un altro segmento che non aveva una manifestazione fieristica di riferimento né in Italia né all’estero. Prevediamo anche per questa direttrice espositiva, un notevole interesse da parte di numerosi operatori trasversali a molti settori di intervento”.

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ATTUALITÀ NEWS

Doka all’Expo 2020 di Dubai

Con un anno di ritardo a causa della pandemia, Expo 2020 apre ufficialmente le porte il 1° ottobre 2021 e terminerà il 31 marzo 2022; sarà la prima Esposizione Universale a tenersi nell’area ME.NA.SA. (Medio Oriente, Nord Africa, Asia meridionale). Per sei mesi Dubai si trasformerà in una vetrina mondiale. Su una superficie di 440 ettari (superficie superiore a 600 campi da calcio), i 200 Paesi partecipanti presenteranno al mondo il meglio delle loro idee, progetti, modelli esemplari e innovativi nel campo delle infrastrutture materiali e immateriali sui temi dell’Esposizione Universale. Nel Padiglione Austriaco, verranno presentati 53 soluzioni, prodotti e servizi scelti da una giuria di esperti di alto profilo. Fra questi, sarà presente anche Doka, l’azienda internazionale di casseforme e ponteggi di Amstetten. «Siamo entusiasti di far parte dell’Expo 2020 di Dubai. La fiera rappresenta una piattaforma unica per presentarci a un pubblico di milioni di persone come aziende e innovatori e per dimostrare il futuro valore aggiunto che offriamo al settore delle costruzioni, in particolare con le

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Fiere ed Eventi SMOPYC, Saragozza (Spagna) 17-20 Novembre 2021 www.smopyc.es

MADE EXPO, Milano (Italia) 22-25 Novembre 2021 www.madeexpo.it

nostre soluzioni digitali», ha affermato Robert Hauser, CEO di Doka. Nella prima fase della manifestazione fieristica, da ottobre a dicembre, i visitatori avranno l’opportunità di conoscere tre soluzioni digitali nell’iLab, cuore del Padiglione Austriaco. DokaXact, (il sistema interattivo basato su sensori utilizzato per il posizionamento preciso di elementi di casseratura a parete per strutture verticali), Concremote (che utilizza sensori per misurare la temperatura e calcolare la resistenza alla compressione della struttura in calcestruzzo) e Contakt (che, grazie a una tecnologia di sensori, trasmette i dati in tempo reale dal cantiere, consentendo l’analisi del flusso di lavoro e l’ottimizzazione dei processi di costruzione). Le tre soluzioni verranno spiegate con una presentazione digitale nelle cosiddette “Innovation Towers”. Sarà inoltre allestita una mostra fisica con una miniatura della cassaforma Frami Xlife realizzata con stampante 3D.

WORLD OF CONCRETE – Las Vegas (USA) 18-21 Gennaio 2022 www.worldofconcrete.com

BETON-TAGE, Ulm (Germania) 22-24 Febbraio 2022 www.betontage.de

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Giornate italiane GIC 2022, Piacenza (Italia) del CalCestruzzo I talIan onCrete2022 Days 28-30 CAprile 29-31 October 2020 - Piacenza, Italy www.gic-expo.it

CONCRETE EXPO, Londra (Inghilterra) 3-4 Maggio 2022 www.concreteexpo.co.uk

THE UK CONCRETE SHOW Birmingham (Inghilterra) 5-6 Maggio 2022 www.concreteshow.co.uk

WIRE-TUBE 2022, Düsseldorf (Germania) 9-13 Maggio 2022 www.wire-tradefair.com

THE UTILITY CONSTRUCTION SHOW

PIPELINE & GAS EXPO 2022, Piacenza (Italia) 8-10 Giugno 2022 www.pgexpo.eu

EDA ANNUAL CONVENTION, Parigi (Francia) 9-11 Giugno 2022 www.europeandemolition.org

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MARMOMAC, Verona (Italia) 27-30 Settembre 2022 www.marmomac.com

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PRIMO COVER PIANO STORY

CONCRETA È L’IDEA CHE NON PUÒ MORIRE VOLTARE PAGINA NEL NOME DELLO SVILUPPO, DELLA SOSTENIBILITÀ E DELLA SICUREZZA. POSSIAMO FARLO, PERCHÉ IL CALCESTRUZZO OFFRE ALL’ITALIA UN’OPPORTUNITÀ DI PROGRESSO CHE STA A TUTTI NOI - PROFESSIONISTI, IMPRESE, RESPONSABILI ISTITUZIONALI - COGLIERE DEFINITIVAMENTE. PER NON FAR CROLLARE PIÙ I PONTI CHE SOSTENGONO L’AVVENIRE DEL PAESE

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erché scegliere come copertina un’immagine che oggi potrebbe rappresentare proprio quel passato di errori che vorremmo tutti lasciarci alle spalle? Esibire in primo piano un ponte - nello specifico, il Ponte Morandi di Catanzaro - un’infrastruttura che è oggetto dell’ennesima indagine giudiziaria per cattiva pratica del costruire (o, meglio, per colpevole pratica del costruire) può sembrare un ossimoro figurativo e concettuale. Invece, non lo è, a nostro pa-

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rere perché i progetti delle grandi opere questa la dolenza, l’incrinatura di un quadro d’insieme che dovrebbe produrre ben altra impressione di quella dello scandalo e dello sconcerto - vanno salvati da chi li corrompe, non da chi li concepisce idealmente, con una concretezza responsabile di intenti e raccomandazioni. Eppure qualcosa continua a non funzionare, se i controlli e le pratiche quotidiane, invece di valorizzare il calcestruzzo nella vita economica e sociale odierna, ne decreta-

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no l’obsolescenza, quando non ne spingono la percezione pubblica addirittura verso una condanna etica, sotto molteplici punti di vista, più o meno giustificati e competenti.

Una resistenza che continua La nostra disamina personale, invece, ci fa considerare basilari tre concetti che potenzialmente il calcestruzzo porta con sé nell’epoca contemporanea e che porterà anche negli anni a venire, al confronto con le sfide ambientali e tecnologiche che attendono le costruzioni moderne. I tre concetti hanno tutti in comune una S iniziale e vanno considerati in sequenza progressiva: Sviluppo, Sostenibilità, Sicurezza. Riguardo allo sviluppo, il calcestruzzo non può non essere considerato un elemento fondamentale della nostra vita, dal punto di vista privato e sociale (è il materiale principe nella realizzazione delle nostre case, quindi delle nostre città e poi delle infrastrutture che favoriscono le attività industriali, le comunicazioni e i trasporti tra i territori: stabilimenti produttivi, strade, ponti, reti ferroviarie, porti e via, a proseguire all’infinito). Quindi il calcestruzzo è e sarà ancora protagonista del nostro orizzonte di sviluppo umano; ma deve cambiarne la cultura generale e l’utilizzo, secondo direttrici di responsabilità e di ricerca. Riprendendo alcune considerazioni attuali di Grazia Bertagnoli, ingegnere e segretario generale dell’EFCA (European Federation of Concrete Admixtures Associations) “il calcestruzzo resiste bene a compressione, male alla trazione. L’impiego di cavi pretesi sopperisce proprio alla scarsa capacità di resistere a trazione, facendo lavorare l’intera sezione, inclusa l’area sottostante l’asse neutro (…) Da un punto di vista sostenibile, l’impiego di calcestruzzo precompresso è un’ottima soluzione, considerando anche i costi, l’aumento di durabilità e del ciclo di vita della struttura”. Si tratta di un esempio generale di come il calcestruzzo debba essere considerato con attenzione e secondo un pensiero strategico e scientifico, nel varo di ogni opera strutturale. La ricerca e il progresso nella creazione di nuove formule e ricette che producono le varianti di mix design più opportune devono procedere di pari passo con il controllo continuo della produzione (Factory Production Control) at-

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PRIMO COVER PIANO STORY

tuato attraverso l’automazione, la verifica dei materiali e dell’impianto, l’aggiornamento del personale. Parliamo di un ciclo virtuoso che consente di garantire non solo le prestazioni richieste al materiale e determinate attraverso lo studio della miscela, ma anche la costanza delle stesse prestazioni nel corso del tempo. È innegabile che il progresso scientifico che riguarda il calcestruzzo si sia realizzato puntualmente nel corso dei decenni che ne hanno segnato l’impiego pervasivo. I più significativi si sono registrati nella conoscenza del materiale e del suo comportamento nel tempo; nelle sue reazioni agli agenti esterni più aggressivi. In secondo luogo, l’evoluzione del materiale, con l’impiego di additivi che limitano il ricorso all’acqua per ottenere la giusta lavorabilità, hanno diminuito il grado di porosità del materiale, incrementandone la durevolezza e corroborandone, ancora, la resistenza agli agenti esterni. È inoltre cresciuta la capacità dei produttori di adeguare le formulazioni dei calcestruzzi alle specifiche richieste progettuali, realizzando calcestruzzi “su misura”. L’evoluzione della tecnica progettuale, che mette a frutto la miglior conoscenza del materiale e delle sue rinnovate potenzialità nella realizzazione di opere ancora più resistenti e durature (grazie anche all’avvento del BIM – Building Information Modelling,

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l’approccio che rappresenta in digitale il costruito e le sue caratteristiche fisiche e funzionali preliminari alla realizzazione, prima che esso sia realizzato e lungo tutto il ciclo di vita, consentendo anche di prevederne il comportamento nel tempo). Va considerata anche l’evoluzione della capacità di messa in opera del calcestruzzo, dove le conoscenze e le tecniche progettuali si concretizzano in un manufatto realizzato a regola d’arte capace di resistere nel tempo richiedendo nella gran parte dei casi soltanto una manutenzione ordinaria. Tutte queste considerazioni oggi non possono più essere contraddette dalla pratica accidiosa - quando non criminale, nelle conseguenze più estreme - del “cattivo costruire”. Pena, lo sviluppo interrotto di una cultura scientifica - quella del calcestruzzo - che può risolversi nello sviluppo interrotto del Paese, sotto uno degli aspetti più essenziali, quello delle infrastrutture e dell’evoluzione urbana.

Progetto per l’Ambiente Allo Sviluppo segue la necessità primaria del nostro presente e del futuro che ci attende, quella della Sostenibilità. Una relazione recente della GCCA (Global Cement and Concrete Association) denominata GNR (Getting the Numbers Right),

attraverso la raccolta dati su diverse voci dell’industria del cemento (produzione, emissione di CO2, consumo energetico e di calore, consumo componenti minerali), rileva che dal 1990 al 2018 nel comparto della produzione di cemento si è realizzata una riduzione del 19.2% in CO2 per tonnellate di materiale prodotto, un incremento del 9.5% di combustibile alternativo e un efficientamento energetico generalizzato con la riduzione del 18% del consumo di energia. In questo caso, parliamo di un componente cardine del calcestruzzo. Guardando alla sostenibilità di impiego e di resa nel tempo del calcestruzzo, va sottolineata la durabilità di un materiale che ha la capacità di preservare nel tempo le prestazioni iniziali, in relazione all’ambiente in cui si trova (un concetto cardine dell’edilizia sostenibile), con requisiti di manutenzione molto più ridotti rispetto all’acciaio e al legno. “Al concetto di durabilità, si collega anche il DfD (Design for Dis-assembly), che rappresenta un nuovo approccio alla progettazione e un importante contributo all’ambiente - rileva ancora Grazia Bertagnoli, in un intervento ulteriore a favore della tesi di sostenibilità del calcestruzzo - La filosofia del costruire per disassemblaggio permette un facile riutilizzo di elementi quali colonne, pareti, travi e lastre, reimpiegate nell’ampliamento di edi-

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fici esistenti o di nuove strutture. Questo tipo di progettazione permette di smontare anziché demolire, riducendo così l’uso di materie prime e di rifiuti”. Andando a ritroso, aggiungiamo che l’impiego di una percentuale di aggregati riciclati, richiesta anche nei nuovi Criteri Minimi Ambientali per l’edilizia per le nuove generazioni di calcestruzzi green, arriva addirittura al 50% per calcestruzzi leggeri e di riempimento (mentre un massimo del 5% riguarda, necessariamente, i calcestruzzi strutturali). La versatilità del calcestruzzo è tale che il progettista strutturale è oggi in grado di ottimizzare il materiale impiegato, riducendone l’impatto in termini di CO2, e limitando il consumo di acqua nella stessa miscela. Nell’alveo dell’economia circolare, quindi, proprio a seguito del riutilizzo di aggregati riciclati e di combustibili alternativi per la produzione di clinker, considerando la resilienza rispetto all’aggressione dei fenomeni naturali, il calcestruzzo conferma una portata sempre rivoluzionaria, anche agli albori di una società e di un’economia sostenibile.

(Ri)sollevarsi dal passato Arriviamo al terzo concetto, quello della Sicurezza (che è, se vogliamo, un’altra forma di Sostenibilità, applicata alla sa-

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lute pubblica e alla preservazione delle nostre vite contro eventi d’emergenza e di calamità più o meno naturali). L’evoluzione della conoscenza e della tecnica produttiva del calcestruzzo sono rispecchiate, a livello normativo, nella norma tecnica europea EN 206 (dal 2001 riferimento fondamentale per la scelta e la produzione del calcestruzzo), recepita in Italia e completata attraverso la norma tecnica complementare UNI 11104, richiamata dalla normativa italiana cogente a partire dal 2008. La EN 206 ha avuto il merito di introdurre una novità significativa nella fase progettuale, il requisito della durabilità, oggi alla base anche delle norme nazionali cogenti sulle costruzioni. Mentre le opere in passato si progettavano solo in funzione dei carichi attesi, oggi è richiesto che siano pensate, progettate e realizzate in funzione di una loro attesa di durata di esercizio e delle condizioni ambientali specifiche (quindi degli agenti aggressivi ai quali saranno sottoposte). “Questa novità fondamentale richiede che la natura dei materiali e la loro messa in opera tengano conto anche della capacità dei calcestruzzi di resistere all’aggressione degli agenti esterni per un lungo periodo di tempo - ribadisce Federbeton in una lunga nota pubblicata già due anni orsono - Oggi, questa possibilità è garantita per tempi ancor più lunghi rispetto al

passato, grazie a nuove tecniche e a nuovi materiali. Su questo aspetto sono concentrati la ricerca e lo sviluppo di tutta la filiera del cemento e del calcestruzzo”. Dalla ricerca, è doveroso passare alle buone pratiche. Perché se il calcestruzzo è intrinsecamente durabile in virtù delle sue caratteristiche meccaniche e fisiche, la scelta del calcestruzzo idoneo a garantire durabilità e limitare le esigenze di manutenzione è la pietra d’angolo della futura sicurezza, nella fase preliminare alla messa in opera. “Alla luce dei grandi passi in avanti realizzati dal settore, è possibile oggi raggiungere valori di resistenza tali da rendere il calcestruzzo il materiale ideale anche per strutture particolarmente complesse dal punto di vista delle prestazioni meccaniche quali gli edifici di notevole altezza o i ponti di grande luce”, rilevano ancora, idealmente, le considerazioni di Federbeton. Dopo Genova, dopo la profonda e drammatica riflessione economica indotta dalla pandemia da Covid-19, dopo le speranze indotte dall’attuale governo Draghi e dal varo del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), sapremo risollevare i nostri ponti dall’ossimoro delle immagini? Noi speriamo di sì, perché la bellezza del futuro risiede, ancora e sempre, in un patto di incrollabile fiducia reciproca tra popoli, opere e costruttori responsabili.

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PRIMO OPERE CIVILI PIANO E INFRASTRUTTURE

ALTA VELOCITÀ IN LINEA FLUIDA L’EFFICACIA DELLE SCELTE TECNICHE ATTUATE PER IL CANTIERE DELLA GALLERIA SAN GIORGIO, NEL TRATTO BRESCIA EST-VERONA, UNISCE L’EFFICACIA DI TECNICHE E IMPIANTI PER IL CONSOLIDAMENTO NECESSARIO ALLO SCAVO

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L

a nuova linea ferroviaria AV/AC (Alta Velocità/Alta Capacità) Brescia Est-Verona è una delle infrastrutture che esemplificano la ripresa dei grandi cantieri italiani nel Nord-Est. Lo sviluppo attuale dell’opera procede per circa 48 km, seguendo un percorso che inizia nel comune di Mazzano, in provincia di Brescia, fino a raggiungere il comune di Verona nel lato occidentale con i nuovi binari AV e la nuova interconnessione di Verona Merci. Il tracciato ferroviario attraversa due regioni (Lombardia e Veneto), tre province e 11 comuni, sviluppandosi per lo più in affiancamento alle infrastrutture già esistenti nel territorio - 30 km circa in parallelo all’autostrada A4 e per quasi 8 km in allineamento alla linea ferroviaria. Nel comune di Sona, in provincia di Verona, è in corso lo scavo, con metodo tradizionale, della galleria San Giorgio, per una lunghezza di circa a 1,5 km, sia dall’imbocco dal lato Brescia, sia dall’imbocco di Verona. Una squadra tecnica dell’impresa Fondamenta è al lavoro per l’esecuzione dei consolidamenti necessari allo scavo stesso della galleria. Il consolidamento dall’alto viene realizzato con trattamento di jet grouting seguendo il profilo del tunnel, per una lunghezza di circa 400 m lineari. L’inizio dei lavori, partiti nel febbraio del 2021, è stato preceduto da un lungo periodo di campo prova che si è reso necessario per la messa a punto della lavorazione e in particolare per l’ottimizzazione dei parametri in termini di stazionamento, di rotazione in fase di iniezione e di step di risalita. La perforazione viene effettuata con tecnica jet grouting bi-fluido con l’utilizzo di aste ad alta pressione da 114 mm di diametro. Il trattamento ha una profondità di circa 25 m. La perforazione viene eseguita con due macchine Comacchio MC 30, nella configurazione jet grouting opportuna per raggiungere una quota fino a 33 mm di profondità in singola battuta. “Ogni colonna di jet grouting che viene realizzata ha un suo profilo specifico – ci spiega l’ingegner Ivan Pollazzon, direttore di cantie-

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PRIMO OPERE CIVILI PIANO E INFRASTRUTTURE

re per Fondamenta, che si è aggiudicata l’appalto diretto per conto del consorzio Cepav Due - La tipologia del trattamento varia in funzione del terreno e della profondità e deve seguire uno schema molto preciso dettato dal progetto. I parametri dell’iniezione sono inseriti nella memoria di un data logger che gestisce in modo automatico l’esecuzione del trattamento per ogni singolo foro”. A differenza di altri sistemi, la misurazione della quota del trattamento non viene fatta dal piano campagna, bensì in maniera assoluta rispetto al livello del mare, garantendo così la massima precisione di esecuzione. Per ogni colonna realizzata vengono memorizzati tutti i parametri esecutivi, che sono inseriti nei report che documentano la produzione.

Iniezione di efficienza “Il terreno in questa zona collinare è caratterizzato da una presenza di materiale relativamente grossolano di matrice limosa fino ai 10-15 m di profondità, seguito da strati più argille anche piuttosto pesanti, non semplici di trattare - rimarca Pollazzon, parlando della geologia complessa del territorio - Abbiamo quindi optato per un trattamento con pre-taglio ad acqua a 350-400 bar di pressione, mentre l’iniezione del cemento viene fatta a 400 bar. Questo ci permette di raggiungere i diametri richiesti dal progetto, che prevede colonne da 1.200 mm, anche in queste condizioni di terreno non facili”.

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Fondamenta, tradizione d’eccellenza L’impresa Fondamenta nasce nel 1993 come evoluzione della Sogefon, realtà storica specializzata fino dal 1963 nelle opere del sottosuolo. La nuova società opera sempre ed esclusivamente con proprie maestranze e attrezzature coprendo l’intera gamma delle lavorazioni specialistiche del sottosuolo, la completa gestione degli scavi e delle impermeabilizzazioni e le opere di fondazione in calcestruzzo. Il valore esecutivo delle commesse attribuite a Fondamenta è elevato anche in virtù della cinquantennale esperienza, della costante formazione del personale e del continuo adeguamento del parco macchine all’evoluzione tecnologica del settore. Il quartier generale di Fondamenta ha sede a Milano e comprende, oltre alla direzione aziendale, tutti gli uffici tecnici e amministrativi. La base operativa - con l’officina, il parco macchine e il magazzino ricambi e materiali, è a Zibido San Giacomo, a sud del capoluogo lombardo. Con un fatturato annuale tra i 28 e i 30 milioni di euro, Fondamenta è ai primissimi posti tra le imprese italiane del settore fondazioni speciali e opera su tutto il territorio nazionale, con una marcata presenza nel Nord, in particolare proprio in Lombardia. All’estero Fondamenta ha operato in diversi paesi europei con prevalenza nel sud della Francia dove lavora con continuità da diversi anni. Nel 2015 Fondamenta ha ottenuto una nuova importante commessa nel Cern di Ginevra, e tra le ultime opere realizzate, va menzionata l’esecuzione della quasi totalità dei pali di fondazione del nuovo ponte San Giorgio di Genova e delle fondazioni profonde del cantiere di Anse du Portier - uno dei più importanti insediamenti residenziali del Principato di Monaco - con oltre 1.000 pali grande diametro di fondazione profondi fino a 64 m, micropali e rilievi di ricognizione dei vuoti carsici, per un’estensione a mare di oltre 60.000 m².

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PRIMO OPERE CIVILI PIANO E INFRASTRUTTURE L’impianto utilizzato per l’iniezione è composto da due dosatori Metax e Lorenzetto che alimentano due pompe triplex Techniwell TW800 da 800 cavalli, mentre l’acqua per il pre-taglio viene fornita da due pompe Metax MP7 da 700 cavalli n grado di fornire circa 520 litri d’acqua a 350/370 bar. Con l’ausilio di questi moderni sistemi si è riusciti ad ottenere una produzione anche superiore alle 50 colonne al giorno, pari a oltre 300 m3 di cemento iniettato, lavorando in due turni da otto ore, sette giorni su sette. I lavori, sul lato sud dell’autostrada, hanno portato al completamento di quasi 3.600 colonne. Successivamente la sede autostradale verrà deviata sulla porzione di terreno già trattato, per permettere di proseguire il consolidamento lungo il restante tracciato della galleria.

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CHIMICA EDILECHIMICA s.r.l. CHIMICA EDILE EDILE s.r.l. s.r.l.

CHIMICA EDILE DRY M 3Plus DRY DRY Ms.r.l. 3Plus M 3Plus Presenta

Presenta Presenta

Presenta

A dditivo com pensatoAA rd eddd ditiiitrvio v tio rcooca m om b pa epsnesn adtsioaortseo sd irde i ord id tiirro cia tailrcb o ioaaspeebrdaim soeaslsdtied i oc e sdsm iid ceao nltcd iizoiiecpa dela rcm iroipap rltie setricnm eo strutturale di tipo R3ssettrrR u ttu su eracrd loelnei ddt io a co lRo a3sRsec i3fR ico zsm ie4 ocno n do eoe fniln ad io tcals ala nsa secilflt iacsa nszoifr orim n eazdeid e rin o e ae ainft E einN liliar 5o 0r4 u4 td a dti iilp to ip e4aR see c ce a oufn t1ano n em A v p n o ieiptdr

DRY M 3Plus

s tr ttu ra–lDry e d i p o R3 e R4 s ec o n d Additivo/Aggiunta Additivo/Aggiunta Additivo/Aggiunta – Dry Mu 3Plus – Dry Mi3Plus Mt3Plus

Compensatore di ritiro a Compensatore Compensatore base di ossido di didi calcio ritiro ritiro asinterizzato base a base di ossido diad ossido effetto di calcio di stabile calcio sinterizzato nel sinterizzato tempo, ad effetto specifico ad effetto stabile per malte nel stabile temp pe Additivo/Aggiunta – Dry M 3Plus ripristino strutturale di tipo ripristino ripristino R3 eAdditivo R4, strutturale strutturale malte perdi massetti tipo di tipo R3 eR3 o R4, similari; e R4, malte malte avente per per caratteristiche massetti oasimilari; o di similari; avente accelerazione caratteristich aventedelle cara compensatore dimassetti ritiro base di ossiprestazioni meccaniche alle prestazioni prestazioni brevi stagionature, meccaniche meccaniche adatto allealle brevi all’utilizzo brevi stagionature, stagionature, in premiscelati adatto adatto all’utilizzo cementizi all’utilizzo inad premiscelati altainperformance premiscel cemen Compensatore ritiro a base ossido di do di calcio perdi malte cementizie dadi ripristino sostenibili. sostenibili. sostenibili. ripristino strutturale di tipo R3 e R4, malte

CHIMICA EDILE s.r.l.

Caratteristiche

• • •

strutturale di tipo R3 e R4 secondo la classifica-

prestazioni meccaniche alle brevi stagiona Caratteristiche Caratteristiche zione definita nella norma europea EN 1504-3. sostenibili.

Presenta

DRY M 3Plus

Forte riduzione del ritiro •• Forte igrometrico Forteriduzione riduzione del del cemento del ritiro ritiro igrometrico conigrometrico totale stabilità del cemento delnel cemento tempo. con totale con stabilità totale stabilità nel tempo n

– Dry M 3Plus Caratteristiche Apprezzabile incremento •• Additivo/Aggiunta Apprezzabile delle Apprezzabile resistenze incremento incremento meccaniche. delle delle resistenze resistenze meccaniche. meccaniche.

Compensatore di ripristino ritiro astrutturale base di calcio Adatto per essere utilizzato •• Adatto Adatto all’interno per per essere essere di malte utilizzato utilizzato per all’interno all’interno di malte didi malte per diossido tipo ripristino per R3 eripristino R4strutturale ad altastruttural prestazio di tipo Forte riduzione del EN 1504-3) EN 1504-3) ENsinterizzato 1504-3) ad effetto stabile nelritiro tempo, igrometric specifico

• • •

perApprezzabile malte per ripristino incremento strutturale di tipo R3 e R4, resi delle malte per massetti o similari; avente caratteristiAdatto per essere utilizzato all’inte che di accelerazione delle prestazioni meccaniche EN 1504-3) alle brevi stagionature, adatto all’utilizzo in premiscelati cementizi ad alta performance ed eco-sostenibili.

A d d i ti v o c o m p e n s a t o r e d i r i t i r o a b a s e d i o s s i d o d i c a l c i o p e r m a l t e c e s t r u t t u r a l e d i ti p o R 3 e R 4 s e c o n d o l a c l a s s i f i c a z i o n e d e f i n i t a n e l l a n o r m Caratteristiche

La necessità di trattare circa 200-300 m3 al giorno di spoil liquido ha portato Fondamenta a compiere un altro investimento importante per l’acquisto di una pompa centrifuga container Spaci 22 di Gennaretti che permette di accelerare notevolmente l’asciugatura dello spoil. Grazie a una pompa centrifuga da 20 m3/h, vengono lavorati dai 150 ai 250 m3 di residui al giorno, che variano in funzione delle caratteristiche dello spoil. L’acqua viene completamente chiarificata e rimessa in circolo tramite un sistema di tubazioni e vasche appositamente messo a punto dai tecnici di Fondamenta. “In questo modo, siamo riusciti a lavorare quasi a circolo chiuso di acqua - considera con grande soddisfazione Pollazzon - Dopo una prima fase di trattamento tramite un dissabbiatore che rimuove la parte più grossolana del refluo, lo spoil passa attraverso delle vasche di omogeneizzazione e infine finisce nella centrifuga, che separa sia il refluo cementizio, sia i resti di limo e argilla portati dal terreno. Il residuo secco che risulta dal trattamento è facilmente palabile, viene caricato con escavatore e trasportato a discarica. Grazie a questo sistema siamo riusciti a semplificare notevolmente la movimentazione dello spoil liquido e recuperiamo oltre la metà dell’acqua che consumiamo giornalmente. Lo sforzo organizzativo per gestire tutta una serie di pompe, vasche e tubazioni necessarie per far andare l’impianto è stato notevole, ma i vantaggi superano di gran lunga le difficoltà. Oltre ad un risparmio economico, questo ci ha aiutato molto nella logistica del cantiere, che altrimenti sarebbe stata molto rallentata dalla presenza di enormi volumi di acqua”.

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riduzione • Forte Additivo/Aggi u nta – Dryigro-M 3Plus del ritiro

info@chimicaedile.it info@

metrico del cemento con totale stabilità nel tempo. A p p re z z a b i l e incremento delle resistenze meccaniche. Adatto per essere utilizzato all’interno di malte per ripristino strutturale di tipo R3 e R4 ad alta prestazione (rif. EN 1504-3)

Compensatore di ritiro a base di ossido di calcio sinterizzato ad effetto stabile nel temp • e di tipo R3 e R4, malte per massetti o similari; avente caratteristich ripristino struttural prestazioni•meccaniche alle brevi stagionature, adatto all’utilizzo in premiscelati cemen sostenibili. DRY M 3Plus - Espansione/Ritiro Libero su Malta (met. UNI 8147 mod.)

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Dry M 3Plus - 2,5% s.p.c.

Dry M 3Plus - 3,75% s.p.c.

Dry M 3Plus - 5% s.p.c.

Apprezzabile incremento delle resistenze meccaniche. Adatto per essere utilizzato all’interno di malte per ripristino strutturale di tipo EN 1504-3) 53


PRIMO OPERE CIVILI PIANO E INFRASTRUTTURE

MATERIA DI PROGRESSO LA PRESENTAZIONE, NELLA SEDE ASSIMPREDIL ANCE DI MILANO, DEI NUOVI PRODOTTI SOSTENIBILI (E DI ALTA QUALITÀ) SVILUPPATI DA ITALCEMENTI E CALCESTRUZZI, HA INDICATO LA STRADA DEL FUTURO, PER CITTÀ E GRANDI OPERE CHE RIENTRANO NELLA CULTURA VIRTUOSA DELL’ECONOMIA CIRCOLARE

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Regina De Albertis, presidente di Assimpredil Ance e Roberto Callieri, amministratore delegato di Italcementi

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ementi e calcestruzzi sostenibili e di qualità, studiati con l’obiettivo di ridurre la quota totale di CO2 a garantire un’economia circolare che sarà in grado di cambiare il mondo delle costruzioni. Una meta ambiziosa, verso la quale Italcementi e Calcestruzzi sono in cammino da molto tempo. Oggi la testimonianza principe arriva dalla linea di prodotti della linea eco.build, presentati dai vertici delle due aziende nella sede Assimpredil Ance di Milano il 25 ottobre scorso, di fronte a una platea di rappresentanti delle maggiori imprese di costruzione, oltre ai clienti e ai progettisti che seguono puntualmente l’evoluzione di un mercato all’avanguardia sul fronte dei materiali e delle soluzioni.

“Siamo a Milano, cuore dell’Italia che produce e innova, per lanciare la nuova linea di prodotti sostenibili di Italcementi e Calcestruzzi, studiati e messi a punto per offrire al mercato soluzioni nuove che siano in linea con la nostra ambizione di ridurre l’impronta ambientale dei nostri prodotti e, di conseguenza, delle opere che con essi vengono realizzate – ha dichiarato, nella sua introduzione, Roberto Callieri, amministratore delegato di Italcementi – La nostra azienda vuole guidare il cambiamento, come ha sempre fatto da 157 anni a questa parte. Per questo motivo la nostra ricerca si è indirizzata in questi ultimi anni su quella che è la grande sfida di oggi per tutti noi: la sostenibilità. Nei nostri laboratori si fa ricerca e innovazione, con un gruppo dedicato che si pone obiettivi concreti e offre supporto a imprese e progettisti. Soluzioni costruttive ad alta sostenibilità saranno il vantaggio competitivo del futuro e proteggeranno il mercato italiano dall’import”. In apertura di conferenza, Regina De Albertis, presidente di Assimpredil Ance, l’associazione delle imprese edili operanti nelle province di Milano, di Lodi e di Monza e Brianza - oltre che la più im-

Le soluzioni già disponibili per il mercato i.idro Drain Calcestruzzo progettato per garantire il rispetto del ciclo naturale dell’acqua e la capacità drenante anche in condizioni di precipitazioni estreme, assicurando al tempo stesso un aiuto nel mitigare l’isola di calore tramite una temperatura superficiale ridotta rispetto, ad esempio, all’asfalto di circa il 20% nelle giornate più calde. Solo a Milano, durante il 2021, sono stati posati più di 20.000 mq di questo materiale che anche grazie alla particolare porosità, può assorbire CO2 molto più rapidamente di un normale calcestruzzo. i.power Rigenera Prodotto concepito e sviluppato per la rigenerazione delle infrastrutture esistenti. É in grado di ridurre drasticamente le necessità di demolizione dei ponti, con il conseguente blocco del traffico e di aumentare la resistenza e la durabilità delle infrastrutture anche nei confronti di eventi sismici.

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PRIMO OPERE CIVILI PIANO E INFRASTRUTTURE

portante realtà associativa del settore - ha rimarcato che “la sostenibilità è oggi un valore strategico per il settore delle costruzioni e per questo è fondamentale poter contare sulle innovazioni della catena di fornitura e sul valore ambientale che i prodotti, come il cemento, possono incorporare, perché ogni miglioramento tecnico volto alla riduzione della CO2 è un tassello importantissimo per il raggiungimento della sostenibilità del nostro settore”. Le azioni intraprese da Italcementi nel 2020 hanno consentito di ridurre le emissioni, rispetto al 2019, di circa 10 kg di CO2 per tonnellata di cemento, mentre l’obiettivo di HeidelbergCement, il gruppo internazionale di cui fanno parte

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Italcementi e Calcestruzzi, prevede per il 2025 una riduzione del 30% delle emissioni di CO2 nel ciclo di produzione del cemento e per il 2050 un approccio carbon neutral per il calcestruzzo destinato alla clientela. “Occorreranno anche altri investimenti, per noi come per tutti gli altri operatori del settore cemento - ha aggiunto Callieri - Su questo piano è forte l’impegno di Federbeton, la filiera di settore, le cui aziende sono chiamate a investire ingenti somme: stime preliminari parlano di 4,2 miliardi di euro da qui al 2050. Chiaramente, è uno sforzo che la nostra industria non può sostenere da sola e occorrerà il supporto da parte delle istituzioni, sia sul fronte normativo che su quello degli investimenti

necessari a questa complessa ma irrinunciabile trasformazione”,. Una curiosità: a seguire l’evento in collegamento via web anche gli studenti dell’ultimo anno dell’Istituto Tecnico Tecnologico Carlo Bazzi di Milano, dove si studiano le costruzioni, l’ambiente e il territorio”.

La gamma eco.build Italcementi ha diviso in tre livelli misurabili il contributo alla riduzione della CO2: contenuto di clinker (il semilavorato che una volta macinato diventa cemento), il contenuto di materie prime seconde provenienti da altri cicli produttivi e le performance ambientale di prodotto,

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mantenendo la qualità e la sicurezza di sempre e a costi competitivi. Calcestruzzi ha studiato prodotti in coerenza con i Criteri Ambientali Minimi (CAM), richiesti nelle gare pubbliche, che prevendono il 5% di materiali riciclato, per arrivare a percentuali di sostituzione più alte per progetti più ambiziosi in cui sono richiesti materiali in grado di soddisfare protocolli di certificazione nazionali e internazionali come Leed, Itaca o Envision sempre più

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PRIMO OPERE CIVILI PIANO E INFRASTRUTTURE

richiesti nell’ambito di un’industria delle costruzioni sostenibile. A questi si aggiungono i prodotti low carbon, studiati prima per ridurre le emissioni di CO2 per poi arrivare poi a calcestruzzo “net zero carbon”.

Il percorso della sostenibilità La gamma eco.build è a disposizione delle imprese e dei progettisti con l’obiettivo di ridurre la CO2. Nasce da un percorso che parte dalla produzione di cemento dall’utilizzo di materiali di recupero in sostituzione delle materie prime naturali provenienti dalle attività estrattive (cave

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e miniere) come calcare, argilla e scisti. Fra i materiali alternativi utilizzati ci sono i materiali non pericolosi provenienti da altri settori industriali per arrivare allo studio di calcestruzzi che nel loro mix design utilizzano materiali da costruzione e demolizione - tutti sottoposti a rigidi tracciamenti - in sostituzione degli aggregati naturali. Entrambe le pratiche consentiranno di evitare l’escavazione di 15 milioni di tonnellate l’anno di materiali, con una importante riduzione nell’utilizzo di risorse naturali aiutando così a contenere il riscaldamento globale, mantenendo sempre elevati standard qualitativi e a costi competitivi. Quello che altri settori produttivi viene classificato come

“rifiuto” diventa nel ciclo di produzione del cemento e del calcestruzzo una vera e propria risorsa attuando un percorso virtuoso di economia circolare. Per Italcementi e Calcestruzzi, la sostenibilità parte dal controllo di qualità che viene fatto sui cementi e sui calcestruzzi e passa anche attraverso la certificazione. Gli impianti di produzione del cemento e del calcestruzzo certificati CSC, lo standard internazionale del Concrete Sustainability Council, certificano il processo di approvvigionamento responsabile su tutta la filiera di produzione secondo i principi base della Sostenibilità e nel rispetto di cinque categorie di crediti: pre-requisiti, gestione, sostenibilità ambientale, sostenibilità so-

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ciale e sostenibilità economica. L’obiettivo è quello di validare l’intera filiera di processo: dal trasporto al riciclo delle materie prime. Il tutto nel segno della massima trasparenza per garantire prodotti performanti e filiere sicure, responsabili.

Prodotti certificati grazie all’EPD Oltre 40 prodotti proposti alle imprese e ai progettisti sono dotati di EPD (Dichiarazione ambientale di prodotto) un documento che rendiconta i potenziali impatti ambientali associati alla realizzazione di un prodotto/servizio, lungo tutto il suo ciclo di vita, mediante l’applicazione della metodologia LCA (Life Cycle Assessment). Un certificato di garanzia della misura della sostenibilità dell’opera finale.

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PRIMO OPERE CIVILI PIANO E INFRASTRUTTURE

MARETERRA, PIATTAFORMA DEL SOGNO MEDITERRANEO FONDAMENTA E SOGEFON HANNO CONCLUSO, CON LA CELEBRAZIONE DELL’ULTIMO GETTO, LE FONDAZIONI DELL’OPERA URBANA E RESIDENZIALE PIÙ AMBIZIOSA D’EUROPA. L’ANSE DU PORTIER HA PRESO DAL MARE GLI SPAZI PER UN’ISOLA ARTIFICIALE INSEDIATA NEL CALCESTRUZZO E SVILUPPATA NEL SOLCO DI UN’ECOSOSTENIBILITÀ AVANZATA

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La squadra tecnica di Fondamenta e Sogefon posa per una foto ricordo, insieme a Patrice Pastor

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er l’ultimo getto di fondazione, la sinergia delle squadre al lavoro di Fondamenta e Sogefon ha prodotto tutta l’emozione di un evento che rimarrà negli annali delle grandi opere residenziali d’Europa. Stiamo parlando del momento finale - arrivato al suo compimento supremo lo scorso 14 ottobre della “concrete base” su cui si insedierà lo straordinario complesso di Mareterra, il progetto firmato da Renzo Piano, Denis Valode e Michel Desvigne che disegna una nuova isola galleggiante nel Principato di Monaco, ricavata in un braccio di mare che conterrà spazi residenziali, culturali e ricreativi - a celebrazione dello spirito del Mediterraneo e, naturalmente, dell’eccellenza riferita alle più avanzate tecnologie di costruzione.

Un’opera made in Italy L’impressionante sforzo realizzativo è testimoniato dalla stessa estensione in mare del quartiere Mareterra - in capo alla SAM L’Anse du Portier, un consorzio monegasco di imprese composto da

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Patrice Pastor assiste personalmente all’ultimo getto di fondazione dell’Anse du Portier

Bouygues Travaux Publics, J.-B. Pastor & Fils ed En.ge.co. - che poggia letteralmente su 18 cassoni di calcestruzzo prefabbricati galleggianti (del peso, ciascuno, di circa 24.000 tonnellate), la cui realizzazione è stata completata nel 2019 per formare la cintura di delimitazione dell’area - della lunghezza complessiva di 500 metri e insediata a una profondità di 20 metri su una collina sottomarina realizzata appositamente

con 450.000 metri cubi di sabbia d’estrazione. Va sottolineato il fatto - rimarchevole, sempre per il know-how made in Italy, distintivo di gran parte del progetto Mareterra - che l’anima resistenziale di questi cassoni è formata da gabbie assemblate per pali di fondazione, realizzate appositamente dalla Presider di Borgaro Torinese, che ha lavorato le oltre 7.000 tonnellate di acciaio fornite dalla bresciana Feralpi.

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PRIMO OPERE CIVILI PIANO E INFRASTRUTTURE

Successivamente - restando sempre nell’ambito dell’eccellenza italiana - Fondamenta e Sogefon si sono occupate della realizzazione della vasta piattaforma di fondazione che sostiene l’intero complesso residenziale. “Si è trattato di un impegno straordinario, per dimensioni e difficoltà tecniche - rileva l’ingegner Paolo Muneretto, socio e consigliere di amministrazione di Fondamenta, presenza d’eccezione in prima fila, con tutta la squadra tecnico-esecutiva dell’impresa milanese, alla celebrazione dell’ultimo getto - Questa piattaforma di fondazione ha richiesto la realizzazione di 1.100 pali rivestiti trivellati. Una lavorazione che ha compreso diametri fino a 1.800 mm, a una profondità di 65 m, con lo riempimento a mare come condizione limite comprovata per un palo trivellato. Questa tipologia di

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applicazione realizzata in ambiente acquatico, infatti, fa sì che il terreno ‘stringa’ immediatamente sul tubo, provocando un grado di attrito superficiale elevatissimo. Per la profondità di molti pali e la notevole lunghezza delle gabbie sono state create delle coppie di ‘pali garage’ di circa 60 m, non riempiti, che sono stati utilizzati per pre-assemblare completamente le gabbie e permettere di effettuare tiri in battuta unica di gabbie da 50/60 m di lunghezza”. I 1.100 pali trivellati hanno coperto circa 39.000 metri lineari (per 25.000 metri di pali con rivestimento definitivo e 14.000 con rivestimento temporaneo), per diametri di 1.800, 1.500, 1.200 e 1.000 mm, con una produzione media di 20 pali alla settimana. Un’impresa che ha testimoniato ancora una volta l’eccellenza di Fondamenta e Sogefon nelle numero-

se lavorazioni che sono state affidate alle due realtà societarie gemelle specializzate in fondazioni speciali.

Complessità di base L’evento del getto finale della piattaforma di fondazione per Mareterra ha visto l’importante presenza di Patrice Pastor, proprietario e presidente della J.-B. Pastor & Fils, la più importante impresa di costruzioni monegasca, protagonista degli interventi di trasformazione che continuano a ridisegnare l’antropizzazione del territorio monegasco, secondo caratteristiche di sostenibilità e avanguardia senza confronti a livello mondiale. Mareterra, negli effetti, è il progetto esemplare di tecniche costruttive pionieristiche

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ed efficienti, con una priorità assoluta affidata a una serie di misure che riguardano l’ecosistema, la sostenibilità dell’insediamento e lo sviluppo responsabile dello stesso quartiere residenziale a favore della conservazione costante delle prerogative naturali dell’ambiente. Questo eco-distretto si trova, infatti, tra

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le riserve marine di Larvotto e Spélugues, entrambe tutelate da normative internazionali ed europee - oltre che dalla rigida tutela legislativa del Principato di Monaco - Prima della costruzione vera e propria, quindi, sono stati effettuati sondaggi e analisi approfondite per determinare il potenziale impatto ambientale dell’insediamento. Un comitato di esperti, scienziati e biologi marini è stato incaricato di individuare misure indefettibili per evitare, ridurre e compensare l’impatto del cantiere. Dalla sostenibilità preventiva, si è poi giunti all’esordio vero e proprio dei lavori di fondazione, successivi alla posa dei cassoni di delimitazione dell’area. Un esordio che ha previsto, come preambolo esecutivo, tre pali di prova effettuati per la prima volta sul territorio francese - con l’utilizzo di celle Osterberg, ossia di una serie di dispositivi a perdere guidati idraulicamente, calibrati e sollevati con martinetti e installati all’interno delle

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PRIMO OPERE CIVILI PIANO E INFRASTRUTTURE unità di fondazione. Funzionando in due direzioni, verso l’alto con il taglio laterale e verso il basso con la reazione di base, la O-cell separa automaticamente i dati di resistenza. Un approccio estremamente calibrato e analitico, in relazione agli stessi vincoli impegnativi vigenti sul territorio monegasco e alle obiettive difficoltà realizzati previste dal cantiere Mareterra. Tra le peculiarità del cantiere, rimarchiamo i

14.000 metri di pali con classico rivestimento a doppia parete e recupero, con i restanti 25.000 metri caratterizzati da rivestimento definitivo. Una scelta consigliata dalla considerazione opportuna che il rivestimento usato in fase di scavo, a singola parete, rimane nel terreno, diventando parte integrante del palo definitivo. Scelta tecnica quantomai raccomandabile, in relazione alle caratteristiche del cantiere dell’Anse du Portier, contraddistinto

dall’evidente problema di attrito negativo in tutta l’area di riempimento - quindi, dai confini della costa attuale fino a 25 m dai cassoni a mare. Tutti i pali con rivestimento a recupero, invece, si trovano nell’area a riempimento grossolano, con pezzatura da 20 a 180 mm, situata a ridosso dei cassoni.

L’orizzonte dell’uomo e della natura Ora l’isola di Mareterra può salpare, sul fronte del mare di Montecarlo. Sarà un quartiere in gran parte pedonale, con un parco lussureggiante, un’elegante passeggiata sul lungomare, un piccolo porto, un parcheggio sotterraneo e insediamenti d’élite di carattere residenziale e commerciale. Il masterplan è stato attentamente concepito per integrarsi con la costa, da Port Hercule alla spiaggia del Larvotto. Tra le attrattive, vanno menzionati diversi highlight. In primis, il Petit Portier, un piccolo porto turistico da 15 posti barca, circondato da una piazza elegante che ospiterà negozi e ristoranti. A seguire, La Pinède e la Vallée, luogo naturalistico urbano testimone della topografia naturale e della flora autoctona della costa mediterranea, insediato sulla collina di Mareterra. L’Esplanade e Promenade Prince Jacques, invece, abbracceranno la costa dal nuovo porto fino al Grimaldi Forum, prefigurando uno degli spazi pubblici più frequentati dai monegaschi. Declinando al limitare della spiaggia del Larvotto, la più famosa di Montecarlo, un’oasi balneare valorizzata sotto il profilo del glamour dai negozi ridisegnati dal Renzo Piano Building Workshop, per una ristrutturazione che rappresenterà la continuità e la coerenza dello sviluppo di Mareterra. Gli residenziali, poi, avranno caratteristiche uniche, all’interno di un insieme di edifici che si elevano in scala da est a ovest. Il complesso comprenderà alcune ville costiere e collinari, delimitate dal profile di Le Renzo, il grattacielo concepito da Renzo Piano Building Workshop, secondo la forma di un vaso frammentato, ispirato dagli elementi naturali che lo circondano.

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Il momento finale del getto conclusivo per le fondazioni di Mareterra.

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MACCHINE PREFABBRICAZIONE E IMPIANTI E MANUFATTI IN CALCESTRUZZO

IN ROMANIA SI PRIVILEGIA LA TECNOLOGIA ITALIANA BIANCHI CASSEFORME HA FORNITO A CONCIVIA SA L’INTERA ATTREZZATURA PER LA REALIZZAZIONE DEL NUOVO STABILIMENTO PRODUTTIVO DI BRAILA

Testata di Tiro

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ondata nel 1959, Concivia S.A è una delle aziende leader nel settore delle costruzioni che opera in Romania, e più precisamente, a Braila, città capoluogo dell’omonimo distretto e sede di un importante porto sul Danubio. Il suo core business è la realizzazione di opere civili, industriali, idrotecniche e stradali. Grazie all’utilizzo di tecnologie all’avanguardia e ad una gestione incentrata sull’innovazione, negli anni, l’azienda ha raggiunto elevati standard di solidità e affidabilità. La costante attenzione alle esigenze dei propri clienti, ha permesso inoltre a Concivia S.A di ampliare la gamma dei servizi offerti, migliorandone la qualità ed il supporto tecnico.

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Vista laterale delle sponde per travi a I

Le realizzazioni del progetto Struttura di Ancoraggio Trefoli La struttura delle testate è studiata per supportare un carico di tensione di 1000 tonnellate con un baricentro a 75 cm dal suolo. La testata di tiro attiva è costituita da due colonne da posizionare in una fossa di 1,80 metri di profondità, avente uno spazio interno di 130 cm per le travi a I; una trave forata, scorrevole durante le operazioni di rilassamento, completa di fori per cavi da 0,6”; due cilindri di rilassamento ad effetto semplice con capacità di carico di 500 tonnellate e due cilindri di rilassamento ad effetto semplice con capacità di carico di 100 tonnellate. La testata di tiro passiva è costituita da due colonne da inserire in una fossa, con 130 cm di spazio disponibile per i profili delle travi e una trave completa di fori per l’ancoraggio dei trefoli. Fondello Universale Il telaio di base, posto tra le due testate, ha una lunghezza di 100 metri e una larghezza 130 cm; realizzato con piastra di 8 mm di spessore e irrigidito da profili metallici sopra al quale le sponde vengono posizionate e bloccate da uno speciale dispositivo di serraggio. Sponde per travi a I Le sponde per travi I, hanno una lunghezza di 27m e sezione di 300x1200/1400/1600/1800/1900 mm. Sono realizzate in lamiera di 6 mm di spessore, irrigidita da un telaio composto da altre lamiere e profili strutturali. Questa tipologia di sponde è modulare per variare l’altezza degli elementi in calcestruzzo. L’impianto di vibrazione è costituito da vibratori elettrici tipo VP4000. Sponde per travi a doppia pendenza (3%) Per la produzione di travi in calcestruzzo prefabbricato a doppia pendenza di lunghezza variabile da 25 a 33 metri (step 2 m), con base 30 cm e altezza da 1000 a 1495 mm in percentuale). Sono state realizzate in lamiera di 6 mm di spessore, irrigidita da un telaio composto da altre lamiere e profili strutturali. L’impianto di vibrazione è costituito da vibratori elettrici tipo VP4000. Banco basculante Realizzato in lamiera di contro-getto in acciaio di spessore 1 cm e irrigidita da profili metalli, la piastra ha dimensioni 12,5 x 3,8 metri per produrre pannelli prefabbricati di 12x3,5 metri. La struttura poggia su cuscinetti antivibranti in neoprene. Il meccanismo di inclinazione consiste in una rotazione del banco attorno ad un punto fisso per mezzo di cilindri idraulici telescopici che consentono, dopo la maturazione del calcestruzzo, una facile rimozione degli elementi in posizione verticale. Il banco è completato da una sponda inferiore e una sponda laterale regolabili in altezza permettendo la produzione di pannelli con spessori che variano da 15 a 40 cm. L’impianto di vibrazione è costituito da vibratori elettrici tipo VP4000. Cassero per travetti a T Cassaforma di lunghezza 16,5 metri per produrre travetti a T precompressi di dimensione massima 180 x 600 mm e lunghezza 15,5 metri. La struttura auto-reagente ad una forza di 280 tonnellate è interamente in acciaio e presenta una lamiera di contro-getto di 6 mm di spessore.

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MACCHINE PREFABBRICAZIONE E IMPIANTI E MANUFATTI IN CALCESTRUZZO Tradizione italiana nella prefabbricazione in calcestruzzo Bianchi Casseforme è un’azienda italiana a conduzione familiare, presente sul mercato internazionale dal 1964 con impianti e macchinari destinati alla prefabbricazione in calcestruzzo e all’edilizia industriale. L’azienda realizza: casseforme per elementi prefabbricati di tipo commerciale, civile, industriale e residenziale; impianti completi di prefabbricazione; impianti a carosello per la produzione automatizzata di elementi in calcestruzzo; sistemi di distribuzione del calcestruzzo; sistemi magnetici per la prefabbricazione; sistemi a vibrazione a servizio dell’industria dei prefabbricati; attrezzature per il sistema di precompressione a fili aderenti; accessori di sollevamento e fissaggio per manufatti prefabbricati. La sede aziendale è a Fornovo di Taro (Parma), mentre quattro filiali sono dislocate in Francia, Spagna, India e Brasile.

Vista manufatto travi a I

Sponde a doppia pendenza

In un mercato in costante crescita, l’azienda di Braila ha deciso di consolidare la propria presenza sul territorio con la costruzione di un nuovo stabilimento produttivo. Per la realizzazione dell’intero progetto, Concivia S.A. si è affidata a Bianchi Casseforme Srl, rappresentata in Romania dall’azienda Gabor Concrete. Alla società di Fornovo di Taro (PR) è stata quindi commissionata la progettazione e la realizzazione di casseforme per la produzione di travi a T, travi a doppia pendenza, travi I e pannelli prefabbricati. Grazie alla stretta collaborazione tra le imprese, il progetto si è rivelato un successo. Concluso il montaggio a fine luglio 2021, infatti, i primi elementi gettati si sono subito contraddistinti per l’ottima qualità e finitura.

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Banco Basculante Cassaforma per la produzione di Travetti a T

Le aziende coinvolte nel progetto: Concivia SA Braila Calea Calarasilor 161 Judetul Braila Gabor Concrete srl Doicesti, Dambovita, Romania Bianchi Casseforme srl Via G. Di Vittorio, 42 43045 Fornovo di Taro (PR)

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MACCHINE OPERE CIVILI E IMPIANTI E INFRASTRUTTURE

Anche per il trasporto sono state necessarie delle soluzioni speciali.

QUATTRO RECORD BATTUTI SULLA STRADA DI MUMBAI NUOVE STRADE IN CALCESTRUZZO, REALIZZATE GRAZIE ALLA FINITRICE A CASSEFORME SCORREVOLI SP 1600 DI WIRTGEN, HANNO CONTRIBUITO A RENDERE PIÙ EFFICIENTE IL TRASPORTO INDIANO DI MERCI

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l programma nazionale di sviluppo viario indiano attraversa sei stati federati e, alla luce delle sue notevoli dimensioni, è stato suddiviso in oltre 50 progetti singoli, assegnati dall’ente indiano di regolamentazione autostradale (NHAI). Uno di questi progetti, è la tratta Vadodara-Mumbai, parte della strada a scor-

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rimento veloce Delhi-Mumbai, lunga 1.350 km, che collega la capitale indiana Nuova Delhi a Mumbai dove, secondo la NHAI (National Highways Authority of India), il traffico giornaliero medio dovrebbe attestarsi su 100.000 PCE (unità equivalenti in autovetture). Il piano viabile di questa tratta prevede otto corsie (quattro corsie per ogni senso di marcia) ma, pensando al futuro, al

centro della strada è stato lasciato spazio a sufficienza per la progettazione di altre quattro corsie. La strada a scorrimento veloce, considerata la spina dorsale del corridoio industriale Delhi-Mumbai, ridurrà la durata dei viaggi da Delhi a Mumbai da 24 a 12 ore mentre, l’esecuzione di un collegamento diretto ha permesso di ridurre la distanza da percorrere tra le due città in modi significativo.

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“Siamo felicissimi di aver svolto con successo questo compito titanico e di aver meritato il nostro posto nei libri di storia del settore indiano della costruzione stradale. Un tale progetto edile comprende molti fattori che devono essere coordinati perfettamente tra loro. Il nostro obiettivo non era solo quello di imporre degli standard nel campo della costruzione di strade e vie, ma di farlo in modo responsabile”. Arvind Patel, amministratore delegato (Managing Director), Patel Infrastructure Pvt. Ltd.

“Una velocità di lavoro fantastica. Una manutenzione semplice. Le macchine hanno funzionato perfettamente, anche mentre stabilivano il record”. Thanvir Khan, capoprogetto (Site Manager), Patel Infrastructure Pvt. Ltd.

Record nella stesa del calcestruzzo Un’opera imponente, la cui realizzazione ha stabilito un record mondiale per la quantità di pavimentazione in calcestruzzo eseguita in 24 ore. Nel tratto dell’arteria che collega la grande città indiana di Vadodara alla metropoli di Mumbai, l’azienda esecutrice dei lavori, Patel Infrastructure Pvt. Ltd., è riuscita - grazie all’utilizzo di una finitrice a casseforme scorrevoli SP 1600 di Wirtgen - a pavimentare un piano viabile di quattro corsie, banchine comprese, con una larghezza operativa di 18,75 m su di un tratto di 2.580m in 24 ore. Nell’India Book of Records e nel Golden Book of World Records sono stati registrati addirittura quattro record mondiali correlati al progetto edile: • Stesa della maggiore quantità di calcestruzzo di qualità (PQC) in 24 ore – 14.613,30 m³ • Produzione della maggiore quantità di calcestruzzo di qualità (PQC) in 24 ore – 14.370 m³

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MACCHINE OPERE CIVILI E IMPIANTI E INFRASTRUTTURE Un’assistenza unica al mondo

“Con la finitrice modificata è possibile realizzare una larghezza di stesa fino a 18,75 m. Anche la macchina per il trattamento superficiale TCM 180 è stata portata a questa larghezza”. Dr. Michael Engels, caposquadra per lo sviluppo e la costruzione delle finitrici a casseforme scorrevoli, Wirtgen GmbH

• Tratto di stesa continuo più lungo con calcestruzzo di qualità (PQC) con una larghezza di 18,75 m in 24 ore – 1.280 m • Stesa della maggiore superficie di una strada a scorrimento veloce in calcestruzzo di qualità (PQC) in 24 ore – 48.711 m²

Flessibilità e forza innovativa La finitrice a casseforme scorrevoli SP 1600 di Wirtgen utilizzata nel progetto, stende in modo economico e altamente preciso dei manti di calcestruzzo per superfici viabili, carreggiate, aree industriali e superfici aeroportuali, quali piste di decollo e atterraggio o vie di rullaggio, con una larghezza operativa fino a 16 m. In questo modo, è possibile, ad esempio, realizzare delle autostrade in una passata con la massima larghezza; tuttavia, a volte anche questo non basta. Per questo motivo quindi, Wirtgen ha sviluppato una soluzione speciale realizzata in base alle esigenze del cliente in collaborazione con la Patel Infrastructure Pvt. Ltd. La macchina e, in particolare, la sua attrezzatura calcestruzzo, sono state allargate fino a una larghezza operativa di 18,75 m. Questo ha implicato l’aggiunta di pezzi

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di ampliamento per ciascun componente, considerando anche la complessa attrezzatura posa-barre. Inoltre, la macchina ha dovuto essere in grado di compensare l’enorme peso aggiuntivo, garantendo, al tempo stesso, un’esatta livellazione. Anche la macchina per il trattamento superficiale TCM 180 è stata adattata alla larghezza operativa di 18,75 m, per poter applicare una dispersione quale stagionante anti-evaporante, sulla superficie di calcestruzzo dietro la finitrice SP 1600.

Al fine di garantire un funzionamento impeccabile della macchina modificata secondo le esigenze del cliente, l’intervento edile si è svolto con il supporto di quattro tecnici Wirtgen. Ogni ora, 45 veicoli hanno rifornito il cantiere di calcestruzzo, affinché la finitrice SP 1600 fosse sempre rifornita di materiale. Per poter lavorare l’enorme quantità di calcestruzzo in breve tempo, è stato necessario stendere alla velocità media di 1,8 m/minuto. Con l’attrezzatura posa-barre automatica integrata (DBI) e i dispositivi di posa delle barre di legatura centrali (CTBI) sono state posate circa 30.000 barre di trasferimento e barre di legatura, che hanno conferito all’opera edile la necessaria stabilità e ne hanno garantito la solidità, per sopportare le sollecitazioni del traffico dei prossimi anni.

Sulla strada che porta al successo La finitrice SP 1600 è sinonimo di altissime prestazioni nella stesa del calcestruzzo e di affidabilità a lungo termine. Così, i lavori non sono stati svolti solo sul tratto Vadodara-Mumbai misurato per il record mondiale, ma anche sull’intero lotto. La squadra di Patel Infrastructure dedicata alla finitrice a casseforme scorrevoli, in questo grande progetto, ha ancora molti chilometri davanti a sé, che realizzerà con il treno di stesa SP 1600 di Wirtgen.

“La macchina ha funzionato perfettamente e il sistema di comando è molto chiaro”. Laxman Pal, operatore macchina della SP 1600, Patel Infrastructure Pvt. Ltd.

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Fiera certificata An exhibition audited by

4th Edition

126/2018 GICX18S1

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G Giornate iornate italiane taliane del del C CalCestruzzo alCestruzzo

iitalian talian C ConCrete onCrete days 28-30 April April 2022 2022 - Piacenza, Italy 28-30

28-30 April 2022 Piacenza - Italy

AMONG THE CONFIRMED EXHIBITORS AT GIC 2022

For info and stand bookings: www.gic-expo.it ph. +39 010 5704948 - info@gic-expo.it

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MACCHINE CALCESTRUZZO E IMPIANTI PRECONFEZIONATO

FLESSIBILE, AFFIDABILE E VOTATO ALLA SOSTENIBILITÀ NEI PRESSI DI LOSANNA, IN SVIZZERA, L’AZIENDA AUSTRIACA SBM MINERAL PROCESSING HA REALIZZATO, IN SOLI DIECI MESI, UN IMPIANTO DI BETONAGGIO STAZIONARIO AD ALTE PRESTAZIONI, CON DUE LINEE DI PRODUZIONE AUTONOME E UN SILO DI STOCCAGGIO DI 6000 M 3 PER AGGREGATI PRIMARI E SECONDARI

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L’impianto di betonaggio BGO e il deposito di stoccaggio nel centro di Vufflens-la-Ville sono direttamente adiacenti l’uno all’altro.

Il complesso BGO è facilmente raggiungibile direttamente dalla strada cantonale di passaggio dove si effettuano le operazioni di stivaggio per camion e vagoni ferroviari.

I

l centro di riciclaggio per macerie edili e da scavo nel comune di Vufflens-la-Ville, si trova a una ventina di chilometri a nord-est di Losanna. Su un sito di 3,6 ettari, situato in posizione strategica con il proprio raccordo ferroviario, un’ampia varietà di materiali viene opportunamente separata, lavorata e destinata al riciclaggio edilizio nell’area metropolitana di Losanna, sulla sponda settentrionale del Lago di Ginevra. Negli ultimi due anni, inoltre, le imprese regionali di trasporto, demolizione e riciclaggio che collaborano al sito hanno investito, insieme ad imprese di costruzioni e produttrici di materiali edili sovraregionali, in un efficiente impianto di betonaggio con annesso un silo per lo stoccaggio di aggregati riciclati di alta qualità, prodotti in loco, e materie prime fornite via ferrovia dalla regione.

Un sito completo di produzione circolare e locale

Il nuovo impianto di Béton Granulats Ouest Lausannois SA (BGO) produrrà circa 100.000 m3 all’anno di un centinaio di diverse tipologie di calcestruzzo, realizzate secondo gli standard svizzeri, oltre a calcestruzzi speciali o ricette specifiche e 300.000 tonnellate di aggregati primari e secondari. Oltre alla fornitura di calcestruzzo, il deposito di stoccaggio, con una capacità totale di 6.000 m3, fornisce alle imprese edili regionali anche materiali da costruzione riciclati.

I processi produttivi e le condizioni locali hanno reso necessaria una progettazione e realizzazione più integrate della produzione di calcestruzzo e dello stoccaggio degli aggregati. Dopo i primi incontri nel 2017 e una pianificazione dettagliata del progetto fino all’aggiudicazione del contratto nella primavera del 2019, SBM Mineral Processing, sotto la guida del suo rappresentante svizzero Wagner+Betontechnik, ha prevalso nella competizione contro altri tre fornitori. Per la linea calcestruzzo BGO, la scelta è ricaduta su due

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I rifiuti di cantiere, provenienti da lavori di demolizione o di scavo vengono trasportati su rotaia, per essere selezionati, lavati, riciclati e riutilizzati, nel pieno rispetto delle direttive del Canton Vaud in materia di riciclaggio dei rifiuti di cantiere. Il trasporto su rotaia inoltre ne riduce i costi di per gli utenti locali, migliorando l’equilibrio ambientale e cercando di evitare future importazioni di materie prime nella regione frontaliera svizzera. Le distanze di consegna degli inerti grezzi frantumati dagli impianti partner nei pressi di Bière (via camion) e Apples (via ferrovia) sono attualmente di circa 20 chilometri. A medio e lungo termine, gli operatori hanno fissato l’obiettivo di riciclare il 60% della produzione.

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MACCHINE CALCESTRUZZO E IMPIANTI PRECONFEZIONATO betonaggio e dello stoccaggio aggregati durante tutto l’anno. Dopo un’accurata preparazione del sottosuolo con oltre 40 pali trivellati, alcuni dei quali profondi oltre 50 m, e la realizzazione delle fondamenta da parte del cliente, le squadre SBM hanno iniziato, a maggio/giugno 2020, il montaggio in parallelo di entrambe le linee.

Una logistica di stoccaggio esigente e funzionale I 30 sili di stoccaggio, con un volume di 200 m³ ciascuno, sono alimentati da otto nastri trasportatori. I punti di scarico di treni completi e autocarri, situati a circa 40 metri di distanza, sono serviti da un convogliatore comune, al quale è collegato l’impianto di lavaggio per il riciclaggio degli inerti. Un altro nastro sca-

impianti di betonaggio fissi LINEMIX® 3500 ST installati in parallelo, mentre la linea aggregati si basa sul sistema di stoccaggio fisso LINEMIX® ST 5760, di SBM.

Un nastro trasportatore reversibile, posto su ogni lato, alimenta 15 sili con un volume di stoccaggio di 200 m3 ciascuno con materiali primari o secondari.

Entrambe le linee di produzione sono state adattate alle specifiche esigenze del cliente. Il capitolato includeva delle opzioni specifiche di carico e alimentazione, l’installazione di tre stazioni di lavaggio betoniere/pompe con riciclo integrato del calcestruzzo residuo e, in particolare, del controllo/monitoraggio centralizzato dei processi (in gran parte automatizzati) da una cabina di comando centrale. Grazie alla progettazione 3D, è stato possibile determinare con precisione tutti i dettagli della tecnologia della centrale, che si trova interamente all’interno di un complesso di edifici del volume di 20.000 m3. Solo i nastri di carico e alimentazione chiusi, oltre ai cinque sili di stoccaggio per il legante, con un volume complessivo di 850 tonnellate (8 camere), si trovano all’esterno della facciata isolata e resistente alle temperature invernali, garantendo cosi il funzionamento della centrale di

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La consegna degli aggregati grezzi frantumati tramite treni blocco consentirà anche in futuro un approvvigionamento sovraregionale sostenibile.

Un nastro di raccolta separato (a destra) posto tra i due nastri di scarico del calcestruzzo convoglia gli aggregati dosati alla zona di carico degli autocarri.

rica il materiale di tre tramogge esterne, alimentate dal magazzino tramite una pala gommata. Ad un’altezza di circa 15 metri, due nastri trasportatori reversibili convogliano poi gli aggregati nelle camere del silo dotate di sensori di livello. In totale, vengono utilizzati ben 75 nastri trasportatori per l’alimentazione dei sili, la ricezione dei materiali e il caricamento nei camion o il trasporto all’impianto di betonaggio.

Alta tecnologia Per una disponibilità garantita ed un’elevata flessibilità di consegna delle diverse tipologie di calcestruzzo, inclusi i calcestruzzi speciali e le ricette specifiche, entrambi gli impianti LINEMIX® 3500 ST sono completamente indipendenti l’uno dall’altro. Il cuore di ogni linea è un mescolatore a doppio asse BHS con 3,50 m³ di calcestruzzo vibrato/per ciclo e una

Al centro delle due linee di calcestruzzo LINEMIX® 3500 ST completamente autonome, ci sono due mescolatori a doppio asse BHS con 3,50 m3 di calcestruzzo vibrato/lotto.

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MACCHINE CALCESTRUZZO E IMPIANTI PRECONFEZIONATO Entrambi i mescolatori a doppio asse BHS sono dotati di idropulitrici ad alta pressione e monitoraggio video.

resa massima di 122,5 m³/h di calcestruzzo vibrato per mescolatore. I sistemi di lavaggio dei mescolatori e delle tramogge garantiscono rapidi cambi di ricetta con una qualità ottimale del prodotto. Bilance separate misurano legante, acqua e additivi provenienti dal deposito da 18.400 litri (12 serbatoi). Le due linee di miscelazione sono predisposte per il dosaggio di colori o fibre e per l’installazione di un impianto di riscaldamento ad acqua calda. Anche i collaudati sistemi di comandi Dorner sono indipendenti, fino alla doppia stazione di comando situata accanto alle due unità di erogazione del calcestruzzo. Oltre a una rapida panoramica di tutti gli stati dell’impianto, dei lotti in corso e in attesa,

La progettazione completamente autonoma delle due linee di betonaggio BGO comprende anche due terminali separati dei sistemi di controllo Dorner con monitoraggio video permanente dei componenti e delle aree del sistema nevralgico.

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Gli scarichi del calcestruzzo nei passaggi della betoniera sono inoltre collegati all’impianto fisso di riciclaggio del calcestruzzo residuo.

I cinque sili per il dosaggio del legante, facilmente accessibili, offrono un volume di stoccaggio totale di 850 tonnellate distribuite in 8 camere.

il monitoraggio video del mescolatore, della consegna del calcestruzzo e di altre aree nevralgiche dell’impianto garantiscono un elevato livello di sicurezza operativa, anche senza un gran numero di addetti.

I responsabili tecnici delle aziende partner BGO con il team SBM. (da sinistra a destra): Jean-Marc Probst, Wagner Betontechnik; Rolf Grüniger, Holcim SA; Styves Burnet, BGO SA; Helmut Hackel, SBM; Mathieu Provost, H2M Operation; Laurent Dorthe, GCM S. A. Helmut Neubacher e Christoph Schobesberger, entrambi SBM.

Una messa in opera di successo L’installazione di entrambe le linee di impianto ha richiesto solo una decina di mesi. Già prima dell’accettazione ufficiale, all’inizio di luglio 2021, l’impianto era operativo: all’inaugurazione ufficiale di inizio settembre, i responsabili hanno segnalato la produzione di circa 6.000 m3 di calcestruzzo, distribuiti anche tramite la flotta di betoniere e pompe di BGO nella zona di Losanna/ Morges. BGO conclude positivamente il progetto con un investimento complessivo di circa 51 milioni di euro (di cui, circa 9 milioni di euro per impianti SBM).

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MACCHINE DEMOLIZIONE E IMPIANTI E RICICLAGGIO

RECUPERO DI INERTI E ACQUA? ORA SI GESTISCE IN CLOUD ELETTRO SIGMA LANCIA UN SISTEMA INNOVATIVO PER GLI IMPIANTI DI RECUPERO. CONTROLLO TRAMITE SINOTTICO, ANALISI DEI DATI E RAPPORTO IMMEDIATO COSTI/BENEFICI, SECONDO UN MODULO AVANZATO IN FUNZIONALITÀ REMOTA

U

n sistema automatico in cloud locale applicabile a tutte le macchine della filiera di recupero. L’ha implementato Elettro Sigma con il proprio ufficio tecnico, allo scopo di coprire ogni fase della stessa filiera, dal lavaggio

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di inerti alla filtrazione dell’acqua sporca, con la facoltà di poter comandare i vari macchinari da remoto con l’inserimento di comandi specifici. L’impianto risponde, in questo modo, conferendo una serie di informazioni che consentono - insieme

a un programma applicativo - di analizzare e ottimizzare il processo di recupero. Tramite sinottico, è possibile visualizzare e comandare diversi parametri: lo stato operativo (emergenza o manutenzione); lo stato del ciclo automatico (mantenimento, automatico o arresto); gli allarmi attivi; i consumi di acqua pulita; i consumi di acqua sporca; il livello delle vasca di trasferimento; il livello delle vasca di accumulo acqua sporca; gli stati On/Off dei vari dispositivi (motori, pompe, elettrovalvole, sensori e così via); l’avviamento del ciclo automatico dell’impianto. Questo tipo di programma ha il vantaggio di poter effettuare una corretta analisi dei dati per quantificare i costi e i benefici di un sistema automatizzato. Il sistema può essere gestito da rete remota tramite una connessione Ethernet dove l’utente dovrà portare un cavo o provvedere a una connessione wireless tra il PC ed il PLC. Per la connessione i tecnici di Elettro Sigma hanno scelto browser commerciali e comuni come Google Chrome, Microsoft Edge, Firefox.

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Tutti i vantaggi della filtropressa La chiusura del processo di recupero può essere ottimizzata con l’installazione della filtropressa. I filtri pressa vengono oggi impiegati in differenti settori industriali come ad esempio per la disidratazione dei fanghi derivanti dai processi di depurazione delle acque reflue, civili ed industriali. In molti processi chimico/ farmaceutici e minerari con determinate tecnologie, i filtri consentono il recupero della parte liquida ottenendo pannelli solidi. Per ottenere fanghi perfettamente secchi, una filtropressa è la migliore soluzione tecnico/economica. La macchina può essere utilizzata sia in fase di processo che a fine trattamento. Essa consente una separazione ottimale tra liquido e solido; gli ultimi sviluppi tecnici hanno reso questo processo automatico al 100%. Viene utilizzata nei processi di raffinazione di coloranti, catalizzatori, pigmenti, e trova anche applicazione nella purificazione di carboni, fibre e molto altro. Nel settore chimico l’utilizzo di piastre concamerate, insieme agli elevati standard di filtrazione, permettono il trattamento di grandi varietà di prodotti derivanti dall’industria chimica. Riesce ad ottenere dei residui solidi con valori di umidità molto bassi e con ottimali so-

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Un progetto puntuale per i benefici Industria 4.0 Il sistema automatico in cloud di Elettro Sigma rientra perfettamente nei benefici di legge previsti dall’Industria 4.0. Gli stessi benefici prevedono infatti, per il sistema di recupero inerti e acqua, la concessione di un credito d’imposta a quelle imprese che investano in nuovi beni strumentali funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi. Tutto questo per migliorarne le condizioni di lavoro, con un netto incremento della produttività, della qualità degli impianti e della raccolta delle informazioni disponibili.

luzioni per il recupero delle acque e dei fanghi. La filtropressa può essere utilizzata per i seguenti trattamenti: estrazione di silicati da sabbie silicee; raffinazione degli sbiancanti carbonati e solfati di calcio; recupero dei metalli preziosi ad alta temperatura

con piastre speciali; recupero delle acque sporche di lavaggio inerti; nelle cave, per il lavaggio di inerti. La filtropressa è il metodo migliore per la disidratazione dei fanghi e la riduzione volumetrica di sostanze liquide che presentano all’interno solidi sospesi.

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MACCHINE DEMOLIZIONE E IMPIANTI E RICICLAGGIO

DEMOLIZIONE POTENTE E PRECISA ANCHE IN MINIERA LO SPECIALISTA SVEDESE DI ROBOT DA DEMOLIZIONE INTELLIGENTI, HA RECENTEMENTE LANCIATO BROKK STAZIONARIO, UN SISTEMA COMPATTO E STAZIONARIO STUDIATO PER IL SETTORE MINERARIO E DEGLI INERTI. DISPONIBILE IN DIVERSE CONFIGURAZIONI, QUESTA NUOVA LINEA CONSENTE DI APPLICARE LA POTENZA E LA PRECISIONE DELLE MACCHINE BROKK IN QUALSIASI OPERAZIONE DI DEMOLIZIONE, SCAVO, PERFORAZIONE E RIDUZIONI DI GRANDI BLOCCHI

Brokk Stazionario 300 con martello demolitore mod. Bhb 455

B

rokk, leader mondiale nella produzione di robot di demolizione telecomandati, ha recentemente lanciato il Brokk Stazionario, un sistema compatto e stazionario per il settore minerario e degli inerti. La nuova gamma permette di applicare la potenza e la precisione che contraddistinguono tutti i robot da demolizione Brokk nelle operazioni di frantumazione primaria che alimentano: frantoi a mascelle, frantoi rotanti, grizzly, frantoi mobili. Continuando la tradizione della casa produttrice svedese, anche il nuovo Brokk Stazionario, pre-

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Brokk Stazionario in azione vicino al frantoio rotante di LKAB Malmberget in Svezia

sentato al MINExpo di Las Vegas lo scorso settembre, si contraddistingue per la struttura estremamente robusta e la straordinaria compattezza; caratteristiche che lo rendono imbattibile laddove sia necessario l’intervento di macchinari potenti in spazi ristretti.

Il Brokk Stazionario offre la massima versatilità nelle operazioni sotterranee, grazie al rivoluzionario sistema di braccio in tre parti che, con una rotazione a

360° dell’attrezzatura, garantisce portata e potenza straordinarie in tutte le direzioni, con la massima precisione e accuratezza, consentendo all’operatore

Un nuovo livello in ambito minerario Configurato espressamente per la frantumazione primaria nelle applicazioni minerarie, il Brokk Stazionario ha il corpo macchina di un robot Brokk montato su un piedistallo anziché su binari. Ciò consente di installare la macchina, in posizione fissa, vicino a un frantumatore o ovunque sia necessaria una frantumazione primaria. Come tutti i robot Brokk, anche il Brokk Stazionario offre grande flessibilità nei lavori sotterranei e in spazi ristretti e, con un solo cavo di alimentazione, è la soluzione plug-and-play definitiva per eseguire una serie di compiti come demolizione, scavo, perforazione e riduzione di grandi blocchi. Non è necessario alcun alimentatore esterno o raccordo idraulico.

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“Brokk ha colto l’opportunità di offrire ai clienti una soluzione migliore per la frantumazione di grandi blocchi rocciosi in applicazioni di frantumazione e grizzly. Abbiamo sviluppato una tecnologia potente, compatta, flessibile e facile da installare”, ha dichiarato Martin Krupicka, presidente e CEO del gruppo Brokk. “Il nuovo Brokk Stazionario offre una soluzione plug- and-play perfetta per gli spazi sotterranei con altezza ridotta o altri vincoli di spazio. Sfruttiamo i nostri 45 anni di esperienza e le piattaforme tecnologiche collaudate per creare una soluzione intelligente, sicura e di facile utilizzo”. La sicurezza dei lavoratori è un obiettivo importante per molte aziende e Brokk cerca attivamente modi per rendere più sicuro ogni aspetto dei processi dei clienti. Nel corso degli anni, i nostri robot di demolizione hanno contribuito a meccanizzare una serie di compiti ad alto rischio e gravosi come scalare, perforare ed eseguire frantumazioni secondarie. La nuova gamma Brokk affronta un’altra sfida, consentendo ai clienti di completare il lavoro in modo efficiente senza rischi per la salute e la sicurezza.»

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MACCHINE DEMOLIZIONE E IMPIANTI E RICICLAGGIO

Raggio di lavoro

SmartRemote™ L’ergonomia è uno dei tanti vantaggi della demolizione radiocomandata e con SmartRemote™, Brokk compie un altro passo avanti con, che migliora il comfort e la produttività dell’operatore. Una cintura speciale ridistribuisce la pressione dalle spalle ai fianchi, riducendo le sollecitazioni e i problemi alla schiena. Senza dubbio, il modo più ergonomico ed efficiente per utilizzare una macchina per demolizione è scegliere una posizione di lavoro lontana da vibrazioni, calore e detriti, che tuttavia permetta di mantenere perfettamente sotto controllo la situazione.

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di avvicinarsi ai frantoi e di effettuare manovre in soli 180 centimetri di altezza libera. Le dimensioni compatte del robot Brokk Stazionario semplificano anche la manutenzione e il cambio degli accessori, soprattutto nelle aree con spazi limitati.

Potenza e precisione per tutti i modelli della gamma Il Brokk Stazionario viene fornito di serie con un martello idraulico BHB per un’efficienza ottimale e una capacità di rottura. La gamma include i modelli Brokk 200, 300, 500 e Brokk 900, con un raggio d’azione che varia da 0 a 8,5 metri, in grado di produrre 3050 J/Nm ad una velocità di 330-680 colpi al minuto con il martello demolitore BHB 1500 per frantumare anche le formazioni rocciose più dure. Brokk progetta i suoi robot di demolizione partendo dall’estremità del martello per garantire una perfetta calibrazione del flusso e della pressione idraulica, consentendo agli operatori di utilizzare il 100% del potenziale del martello con il minimo logoramento del supporto. Oltre al martello, il braccio del Brokk Stazionario funziona con una gamma di pinze e accessori di perforazione che semplificano il compito da svolgere, aumentando notevolmente l’efficienza e la versatilità dell’attrezzatura.

A seconda delle esigenze specifiche sono disponibili diverse opzioni video. Le telecamere offrono un’ottima visuale dell’area di lavoro, consentendo inoltre il cambio utensile a distanza. L’aggiunta di feedback audio migliora l’esperienza dell’operatore, rendendo il lavoro ancora più efficiente.

Più produttività e meno fermi macchina Anche per il Brokk Stazionario è disponibile la connessione alla nuova Brokk Connect, la nuova piattaforma online per tutta la gamma di robot da demolizione dell’azienda svedese progettata per semplificare il controllo delle funzionalità e gestione. Il software consente di localizzare e gestire l’intera flotta di robot, con informazioni precise su ogni attività e richiesta di manutenzione., in tempo reale. In Italia, Brokk Connect è certificata Industria 4.0 per ottenere il credito d’imposta del 50% concesso con la legge di bilancio 2021.

Gestione in remoto Tutti i sistemi sono gestiti in remoto e dispongono della tecnologia SmartRemoteTM di Brokk. La soluzione Standard Remote Operation è dotata di telecomando ergonomico, comandi intuitivi e tecnologia radio di livello professionale con un raggio di lavoro di 300 metri che consente all’operatore di realizzare e seguire l’esecuzione del lavoro mantenendo la migliore visuale possibile a distanza di sicurezza. Inoltre, la soluzione Networked Remote Operation consente di controllare il robot da un ufficio che, a seconda della configurazione della rete, può essere situato ad una distanza di oltre 2000 metri. La macchina è collegata e gestita via Ethernet o Wi-Fi. L’opzione video

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standard comprende due telecamere sulla macchina e un tavolo operatore ergonomico con comandi integrati e schermo video. In base a specifiche esigenze, Brokk può fornire diverse opzioni video. Le telecamere offrono un’otti-

ma visuale dell’area di lavoro e possono anche consentire il cambio utensile a distanza, mentre l’aggiunta di feedback audio migliora l’esperienza dell’operatore, rendendo il lavoro ancora più efficiente.

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MACCHINE RIPRISTINO, CONSOLIDAMENTO E IMPIANTI E RISTRUTTURAZIONE

DA ENERGETICAMENTE INEFFICIENTE A “GREEN” A TORINO, IL CONDOMINIO TEODOSIA È IL PROTAGONISTA DI UNO STRAORDINARIO INTERVENTO DI RIQUALIFICAZIONE EDILIZIA Con pochi componenti e con incrementi dimensionali di 25 cm, il ponteggio modulare PERI UP Flex offre soluzioni sia per la riqualificazione delle facciate, come nel caso del Condominio Teodosia, che per la ristrutturazioni di edifici e per manutenzioni nel settore industriale e infrastrutturale.

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Fonte PERI GmbH

La versatilità d’impiego dei vari componenti PERI UP Flex permette di aumentare l’utilizzo del sistema stesso e riduce i costi di montaggio e di investimento.

T

ra i principali incentivi volti alla riqualificazione energetica degli edifici, il Decreto Rilancio ha introdotto il cosiddetto Superbonus 110%. Grazie a questa agevolazione, a Torino, un edificio progettato nel 1971, con una superficie globale di circa 36.500 mq si sta convertendo da energeticamente inefficiente a “green”. Lo specialista tedesco in casseforme e impalcature PERI, attraverso la sua filiale italiana PERI Srl di Milano, ha fornito l’assistenza per questo progetto particolarmente impegnativo. Uno dei più importanti lavori di tutto l’intervento è stata la coibentazione delle pareti verticali, della copertura e del colonnato per i quale il ponteggiatore (Ponteggi Minnella Domenico Srl), insieme all’impresa costruttrice, ha scelto il ponteggio modulare PERI UP Flex. Sono stati assemblati oltre 11.000 mq di ponteggio di facciata, e con grande velocità, nonostante la complessità della facciata stessa, dovuto alla presenza di numerosi balconi in aggetto: il ponteggio multidirezionale ha

Oltre il 60% del settore residenziale nazionale è caratterizzato da scarse prestazioni energetiche, ricadendo nelle classi energetiche F e G. Si tratta, per la maggior parte, di immobili costruiti tra il 1945 e il 1972 (39,9%), con una quota del 20,2% di edifici anteriori al 1945. Il Rapporto Annuale 2020 sulla Certificazione Energetica degli Edifici, elaborato da ENEA (Agenzia Nazionale Efficienza Energetica) e CTI, (Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente) rivela una situazione in lento miglioramento, grazie all’applicazione delle politiche energetiche nel settore delle costruzioni. Attualmente solo l’8% degli immobili appartiene alle classi energetiche più alte (A4—B).

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MACCHINE RIPRISTINO, CONSOLIDAMENTO E IMPIANTI E RISTRUTTURAZIONE Sono stati assemblati in modo veloce oltre 11.000 mq di ponteggio di facciata, resa complessa da numerosi balconi in aggetto.

permesso, infatti, di chiudere facilmente qualsiasi gap delle numerose rientranze tra i balconi stessi.

Sicurezza e sistemi di accesso Grazie alla modularità del sistema PERI UP Flex, si sono riuscite ad evitare sovrapposizioni degli elementi di impalcato del ponteggio, creando un piano di calpestio effettivamente continuo, che ha scongiurato qualsiasi possibilità di inciampo per il personale addetto. Il parapetto perimetrale, le tavole fermapiede gialle ad alta visibilità e le tavole metalliche di calpestio con superficie antiscivolo garantiscono alti livelli di sicurezza. Inoltre, i piani di calpestio risultano sempre completamente chiusi e privi di aperture, e con possibilità di aggirare senza difficoltà qualsiasi ostacolo.

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Il ponteggio multidirezionale PERI UP Flex ha permesso di chiudere facilmente qualsiasi gap delle varie rientranze tra i balconi stessi.

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Per accedere alle diverse aree di lavoro in cantiere, PERI ha fornito anche quattro Torri Scala 75 in alluminio, alte 34 metri. Le rampe scala, larghe 75 cm e dimensionate per un carico di servizio di 2,00 kN/m², sono montate sui correnti orizzontali del ponteggio PERI UP. Si sono ottenute così scale a torre a 4 montanti, sia mono che bidirezionali.

Ponteggio modulare ad alte prestazioni Con pochi componenti e con incrementi dimensionali di 25 cm, il ponteggio modulare PERI UP Flex offre soluzioni sia per la riqualificazione delle facciate, come nel caso del Condominio Teodosia, che per la ristrutturazioni di edifici e per manutenzioni nel settore industriale e infrastrutturale. La versatilità d’impiego dei vari componenti permette di aumentare l’utilizzo del sistema e riduce i costi di montaggio e di investimento. Risponde inoltre a qualsiasi esigenza di adattabilità geometrica e di supporto di carichi elevati. I correnti orizzontali si agganciano alle rosette dei montanti verticali mediante il sistema di fissaggio autobloccante “Gravity Lock”. Le tavole metalliche di calpestio si agganciano velocemente e sono dotate di sistema di bloccaggio anti-sollevamento integrato. L’operatore inoltre può agganciare il dispositivo di protezione individuale ai correnti, anche prima di aver assicurato con un colpo di martello il loro collegamento alla rosetta. Questo rende il montaggio, oltre che sicuro, estremamente più semplice e veloce.

Assistenza qualificata in cantiere PERI ha fornito sia il servizio di progettazione prima dell‘apertura di cantiere che un servizio di assistenza continuo durante tutto il periodo dei lavori. La mission di PERI è infatti di rendere i lavori di costruzione più efficienti, più veloci e più sicuri, offrendo ai clienti il miglior servizio possibile. E’ stata una bella soddisfazione dimostrare sul campo come PERI Up Flex abbia evitato l’utilizzo del 96% dei tubi giunti e di tavole in legno, aumentando sensibilmente la sicurezza e la velocità di installazione con conseguente aumento della produttività.

Gruppo PERI Con un fatturato di 1.503 milioni di euro nel 2020, PERI è uno dei principali produttori e fornitori di sistemi di casseforme e impalcature al mondo. L’azienda, con sede a Weissenhorn (Germania) e circa 9.400 dipendenti dislocati in oltre 60 filiali e 160 poli logistici, fornisce ai propri clienti sistemi innovativi e servizi completi relativi alla tecnologia delle casseforme e delle impalcature.

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TECNOLOGIE OPERE CIVILI E INFRASTRUTTURE

SUL BACINO DEL RITORNO

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n’estate fortunata, quella appena trascorsa, per i grandi cantieri italiani. Un’estate di ritorni e di conferme, soprattutto, dopo troppi anni di incertezze, rinunci e rinvii per le infrastrutture più importanti. Quella di cui parliamo in queste pagine è la storia di una vera e propria resurrezione per la cantieristica nazionale. Dopo oltre 40 anni in Italia si torna a costruire un bacino di carenaggio per grandi yacht di lusso, negli spazi notevoli dello stabilimento di un protagonista del settore come The Italian Sea Group, a Marina di Carrara. Si tratta di un’opera unica nel suo genere per dimensioni e modalità costruttive, progettata interamente in

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BIM per la massima qualità realizzata da conferire al potenziamento e alla razionalizzazione delle attività cantieristiche. In questo bacino, una volta completata la realizzazione delle opere, troveranno fulcro la costruzione e l’allestimento di

imbarcazioni da diporto di una lunghezza fino ai 100 m. La costruzione, specialistica per natura e di notevole complessità, è stata affidata a uno dei gruppi italiani più importanti nell’attuale panorama delle grandi infra-

Il progetto in sintesi Nuovo bacino di carenaggio The Italian Sea Group, Marina di Carrara Impresa costruttrice, R.C.M. Costruzioni, Sarno (Sa) Superficie, 145 x 60 m Capacità, 1.100 imbarcazioni Progettazione BIM, SJS Engineering (società operativa di DBA Pro)

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STIAMO PARLANDO DI QUELLO DI CARENAGGIO, REALIZZATO DA R.C.M., A MARINA DI CARRARA, PER ITALIAN SEA GROUP. IL PRIMO IN ITALIA, DOPO 40 ANNI, PER UN’OCCASIONE DI INTERVENTO TECNICO COMPLESSA E AFFASCINANTE, CON L’IMPIEGO DI METODOLOGIE INEDITE strutture, l’R.C.M. di Sarno, in provincia di Salerno, che ci ha mostrato - con la cortese disponibilità dello stesso committente The Italian Sea Group - alcune fasi salienti dei lavori di fondazione.

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Una scelta innovativa La realizzazione del nuovo bacino di carenaggio è caratterizzata da una serie di problematiche tecniche, analizzate e risolte per poter fornire una soluzione costruttiva efficace, con le più solide garanzie in termini di velocità di esecuzione, fattibilità dell’intervento, durabilità delle strutture e facilità di manutenzione. Il tema principale da affrontare era quello del corretto dimensionamento del tappo di fondo, che deve resistere a sottopressioni considerevoli nel momento in cui il bacino stesso viene messo all’asciutto, sia in fase di costruzione che in fase di esercizio. La soluzione adottata per la tenuta del tappo di fondo, nel caso specifico, è stata quella di costruire un solettone in calcestruzzo armato dell’altezza di 2 m. “La metodologia che noi di R.C.M. abbiamo adottato, dopo un attento esame di fattibilità, è stata quella dell’insediamento di barre autoperforanti - ci spiega Raffaele Milone, responsabile delle opere di fondazione del bacino - Il solettone, dello spessore di 1,3 m, fornisce senz’altro un contributo di spinta attiva al principio di sfondamento che si innesca nel momento in cui andremo ad aggottare 10 m di battente d’acqua. Si tratta di un contributo in termini di peso ma il supporto più importante è quello conferito dai tiranti (realizzati in maglia regolare di 3,25 x 3,35 m) che in esercizio lavorano a circa 83 t. Questa scelta tecnologica nella costruzione del bacino, si è rivelata una valida alternativa alla realizzazione di un tappo di fondo con jet-grouting, guadagnando i termini di costi e di tempistiche (abbiamo realizzato 766 tiranti in poco più di tre

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TECNOLOGIE OPERE CIVILI E INFRASTRUTTURE settimane)”. Quindi, dopo la platea di tiranti, una volta realizzato il primo getto e svuotato successivamente il bacino, si procederà al secondo getto con una quota residua di 1 m d’acqua circa. In seguito, a svuotamento completato del bacino, si costruiranno le pareti e si getterà la platea subacquea, per un volume complessivo di 11.000 metri cubi. “Saranno effettuati una serie di monitoraggi sui tiranti e sulla paratia, non appena si sarà arrivati a due metri dal fondale - aggiunge Raffele Milone - Quindi, in circa due mesi, verranno completati tutti i muri perimetrali con il sistema Rascor Vasca Bianca (una metodologia di impermeabilizzazione del calcestruzzo che preserva l’opera da infiltrazioni d’acqua, ndr.) e tra l’inizio e la fine dell’autunno realizzeremo le opere complementari (sistemazioni e riallacci con le banchine)”.

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R.C.M., dinamismo nei cantieri italiani La R.C.M. Costruzioni di Sarno (Sa) è uno dei gruppi emergenti nel panorama nazionale delle imprese di costruzioni, una realtà giovane e dinamica che garantisce iscrizioni in molteplici categorie generali e specialistiche e che opera nel settore tradizionale delle opere pubbliche e private e in quello innovativo delle partecipazioni strategiche. Il suo management, coadiuvato da un numeroso staff tecnico amministrativo, sviluppa il processo costruttivo in cantiere e applica le più moderne tecnologie, finalizzate all’ottimizzazione della realizzazione dell’opera. Inoltre, si inserisce direttamente nell’organizzazione tecnica dei lavori commissionati, sviluppando anche la progettazione integrata, con vantaggi in termini di costi, risorse ed efficienza produttiva. Attualmente la disponibilità di un vasto e completo parco mezzi e di attrezzature tecnologicamente all’avanguardia – ammodernati e potenziati attraverso specifici programmi di investimento a breve e medio termine – permettono alla R.C.M. Costruzioni di operare con un approccio globale che prevede l’ideazione, la pianificazione, la progettazione, la realizzazione e, infine, la gestione e il controllo, innescando importanti sinergie tra le diverse divisioni del gruppo. La società – che opera in assoluto regime di qualità UNI EN ISO 9001:2008 – ha il suo core business nelle grandi opere e nella realizzazione di importanti strutture produttive in c.a. e c.a.p. e può vantare primarie committenze tra commissariati di Governo, Regioni, Province, Comuni, Asl, aziende ospedaliere e aeroporti. Oltre gli interventi, in regime di appalti pubblici di esecuzione, appalti integrati e appalti privati, da tempo l’impresa ha avviato, attraverso imprese controllate, importanti iniziative private mediante la realizzazione di piani urbanistici attuativi (PUA).

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BIM in un progetto non convenzionale Il bacino di carenaggio realizzato da R.C.M., all’interno dell’insenatura artificiale delimitata dalla Banchina Chiesa e dalla Banchina di Ponente, presenta dimensioni massime in pianta di circa 145×60 m. La peculiarità del bacino di carenaggio è quella di essere realizzato direttamente a mare, attraverso la temporanea conterminazione della zona con un palancolato metallico combinato (pali e palancole), con la particolarità dell’essere inserito in un’insenatura creata da banchine dalle caratteristiche strutturali completamente differenti fra loro. La quota di estradosso del solettone di fondo del bacino (posta a -7,50 m dal livello medio mare), hanno indirizzato la scelta progettuale verso il bacino ancorato con tiranti al terreno di fondazione - per contrastare, come si diceva in precedenza, le imponenti sottospinte che si genereranno in fase di svuotamento del bacino.

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TECNOLOGIE OPERE CIVILI E INFRASTRUTTURE

SJS Engineering, società operativa di DBA Pro, è stata incaricata da The Italian Sea Group dei servizi di progettazione. Il gruppo di Lavoro di SJS Engineering è stato guidato da Alessandro Porretti, progettista responsabile, e da Michelangelo Lentini, coordinatore delle prestazioni specialistiche, coadiuvati da un team costituito da ingegneri strutturisti, BIM Coordinator, impiantisti, BIM Specialist

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e Disegnatori CAD. La natura articolata dell’intervento ha portato il team di SJS Engineering ad affiancare la progettazione tradizionale alla metodologia BIM. “Si è trattato di una scelta istintiva e non forzata, in quanto il bacino di carenaggio necessitava di una particolare attenzione nella rifinitura dei dettagli costruttivi, le cui dimensioni e la loro complessità esigevano studi mirati ed approfondi-

ti - spiegano i responsabili tecnici di SJS Engineering - La metodologia BIM consente di fornire tutti quelli strumenti che il disegno CAD non è in grado di dare nell’immediato, permettendo ai progettisti di ottenere uno spettro di informazioni ampio, chiaro e di rapido accesso. Questo, indubbiamente, impatta positivamente in termini di tempi operazionali poiché riduce la necessità di dover sovrapporre singolarmente i diversi livelli progettuali e supera lo scoglio della lettura e dell’interpretazione di viste bidimensionali ma soprattutto si rivela un mezzo particolarmente potente nei processi decisionali. L’apice dell’efficienza è raggiunto appunto grazie al connubio tra la capacità di lettura multidisciplinare e la visualizzazione grafica 3D che, in diverse situazioni, si è rivelato estremamente funzionale sia nella fase di brainstorming che nell’affinamento tecnico delle soluzioni adottate”. Il BIM, oltre che nella progettazione, assume un ruolo chiave per la quantificazione dei materiali. È possibile, infatti, finalizzare computi metrici estrema-

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mente precisi grazie all’estrapolazione di dati come la carpenteria e il peso complessivo delle armature (sotto forma di abachi personalizzati che, oltre a risultare di rapida consultazione, permettono un maggiore controllo sull’economia e sull’ottimizzazione dei materiali nella fase progettuale). “Il digital

twin, che ci consente la progettazione in BIM, viene realizzato attraverso Revit 2020 - specificano ancora i coordinatori del gruppo di lavoro SJS Engineering - La non convenzionalità del progetto, in quanto opera marittima, ha portato il nostro team a rivisitare le impostazioni e gli strumenti del software in questio-

ne ma, con dovuti accorgimenti e personalizzazioni dei parametri, è stato possibile centrare gli obiettivi che ci si era prefissi, curando inoltre gli aspetti computazionali sia grazie agli abachi di Revit tarati e calati nel contesto che coll’importazione del file IFC all’interno dei software Acca”.

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TECNOLOGIE INDUSTRIA DEGLI INERTI

PRODUZIONE DI AGGREGATI ARTIFICIALI LEGGERI RISPETTOSI DELL’AMBIENTE ATTRAVERSO STABILIZZAZIONE DEI RIFIUTI INDUSTRIALI DI CINZIA SALZANO, FRANCESCO COLANGELO, ILENIA FARINA, GIOVANNI MORIERI, MARCO DE PERTIS, RAFFAELE CIOFFIA Dipartimento di Ingegneria - Università Parthenope di Napoli

L

a produzione di aggregati artificiali leggeri (LWA) proposta in questo studio deriva da attività di recupero di rifiuti industriali, come ceneri volanti (FA) e scorie d’altoforno macinate (GGBFS). L’obiettivo è ridurre il compromesso tra ambiente e salute umana, attraverso il riciclo dei rifiuti industriali. L’utilizzo di LWA favorisce il recupero di rifiuti che finirebbero inevitabilmente in discarica o abbandonati nell’ambiente. Nello specifico, nel presente lavoro, gli aggregati artificiali leggeri sono stati prodotti mediante la tecnica di granulazione a freddo. Tutte le miscele sono costituite dall’80% di FA e varia composizione di cemento (5, 10, e 15%) e scorie d’altoforno macinate (15, 10, e 5%). Gli aggregati artificiali leggeri sono stati ca-

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ratterizzati da valori di densità compresi tra 1,63 e 1,66 g cm-3 che ne suggeriscono la classificazione idonea come aggregati leggeri (LWA). I valori della capacità di assorbimento d’acqua (WAC) e di porosità aperta diminuiscono all’aumentare della percentuale di cemento. I risultati della prova ad impatto indicano che tutti gli aggregati si sono rivelati idonei come riempimento di pavimentazioni stradali. I migliori valori di resistenza a compressione (1.86 MPa) sono stati osservati per la miscela contenente la più alta quantità di cemento. I test di lisciviazione degli aggregati hanno indicato un rilascio significativo di cloruri e solfati mentre il rilascio di metalli pesanti è risultato inferiore ai limiti fissati dalla norma UNI 10802.

Introduzione L’uso di aggregati artificiali ottenuti da materiali di scarto e sottoprodotti industriali, in alternativa agli aggregati naturali, ha suscitato un notevole interesse di ricerca. Questa tendenza ha molte conseguenze ambientali positive, tra cui la conservazione delle risorse naturali e convertire i rifiuti in prodotti a valore aggiunto (Ren et al., 2020). Molti rifiuti industriali, comprese le ceneri volanti provenienti da incenerimento di rifiuti solidi urbani (RSU-FA) e scorie di altoforno (GGBFS) possono essere applicati per la realizzazione di aggregati artificiali leggeri (LWA) (Wang et al., 2020). Tuttavia, la maggior parte dei rifiuti solidi o dei sottoprodotti industriali non

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Figura 1: Granulatore a disco

possono essere utilizzati direttamente in quanto possono avere un impatto negativo significativo sulle proprietà dei materiali da costruzione e sull’ambiente (Yang et al., 2017). La cenere da incenerimento dei rifiuti solidi urbani (RSU-FA), ad esempio, che contiene metalli pesanti, cloruri e solfati potenzialmente dannosi per i materiali cementizi e la salute umana (De Gisi et al., 2018; Loginova et al., 2019), necessita di un pretrattamento prima di poter essere smaltita in modo sicuro in discarica o riciclata nel settore edile (Colangelo et al., 2012; Cioffi et al., 2011). Sono state inoltre condotte ricerche approfondite per pretrattare diversi di rifiuti da utilizzare come materie prime per la produzione di aggregati artificiali. Gli aggregati artificiali possono essere prodotti mediante due tipi di processi: granulazione a freddo e sinterizzazione ad alta temperatura. Il processo di granulazione a freddo ha recentemente ricevuto un’attenzione abbastanza rilevante in letteratura che è ricca di applicazioni in cui molti materiali di scarto hanno dimostrato di avere il potenziale per essere utilizzati come materia prima: ceneri volanti da carbone, ceneri volanti da incenerimento di rifiuti solidi urbani (RSU-FA), scorie di altoforno (GGBFS). La loro idoneità per la produzione di inerti artificiali è senza dubbio degna di considerazione. È noto che il trattamento dei rifiuti si basa in gran parte su processi di stabilizzazione / solidificazione

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a base di cemento, che consentono uno smaltimento più sicuro e / o il recupero dei materiali per la fabbricazione di materiali da costruzione (Ayati et al., 2018). Nonostante la rapida produzione di un prodotto facilmente utilizzabile mediante sinterizzazione, le alte tempe-

rature (900-1400 ° C) necessarie sono uno svantaggio rispetto al processo di granulazione a freddo che richiede un minor consumo di energia e riduce la formazione di inquinamento secondario (Thomas et al., 2015). Il processo di granulazione a freddo, infatti, presenta vantaggi economici e ambientali dovuti alla riduzione del fabbisogno energetico (processo effettuato a temperatura ambiente) rispetto alle alternative industriali come la sinterizzazione (Chen et al., 2012), che è un processo ad alta intensità energetica. Mentre le applicazioni iniziali di S / S erano concentrate sull’utilizzo di molti tipi di materiali di scarto come soluzione di bonifica, al fine di consentire il contenimento degli inquinanti e impedire la lisciviazione di composti pericolosi (Senneca et al., 2020; Barjoveanu et al., 2018), ora viene utilizzato come tecnologia per consentire la produzione di rifiuti stabilizzati, nello specifico rende possibile il riutilizzo di prodotti di scarto stabilizzati come aggregati da utilizzare nell’industria delle costruzioni (Colangelo et al., 2012). Un’applicazione interessante di questo è la produzione di aggregati leg-

Figura 2: Aggregati artificiali leggeri (LWA)

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TECNOLOGIE INDUSTRIA DEGLI INERTI Tabella 1: Composizione della miscela di aggregati artificiali leggeri (LWA)

geri artificiali (Ayati et al., 2018). Il processo di granulazione dei rifiuti, infatti, viene spesso proposta come una tecnica di stabilizzazione / solidificazione per il riutilizzo dei rifiuti nella produzione di materiali da costruzione a basso costo. In particolare, gli aggregati artificiali sono ovviamente una delle soluzioni tecnologiche più interessanti per il recupero dei rifiuti (Chen et al., 2012). Questi sistemi hanno mostrato risultati promettenti in termini di proprietà fisiche, meccaniche e di resistenza e possibilità di sintesi a partire da rifiuti industriali favorendo benefici economici sia nel campo della gestione del ciclo dei rifiuti, come la riduzione del materiale da conferire in discarica, che concreti vantaggi ecologici ed energetici. (Molino et al., 2014). Pertanto, in questo lavoro, viene proposto uno studio sul riciclaggio di ceneri volanti provenienti da incenerimento di rifiuti solidi urbani (RSU-FA) e scorie di altoforno (GGBFS) mediante il processo di granulazione a freddo.

to (Loginova et al., 2019). È stato effettuato, infatti, un pretrattamento di lavaggio su FA al fine di ridurne principalmente il contenuto di metalli pesanti, cloruri e solfati alla fine di utilizzare le FA nel processo di granulazione, che può essere gravemente compromesso dall’elevato contenuto di Sali solubili. A questo scopo, il pretrattamento è stato effettuato mediante un lavaggio in due fasi con acqua deionizzata, con un rapporto L / S pari a 2.5 e tempo di lavaggio di 1.5 ore per ogni fase. Il lavaggio ha portato a una riduzione dei Sali solubili, nello specifico una riduzione dei cloruri pari a circa 67% e dei solfati 25%. Le condizioni operative per il lavaggio sono state selezionate sulla base di test di ottimizzazione del processo eseguiti in lavori precedenti (Colangelo et al., 2015, 2012). Dopo il pretrattamento, le ceneri volanti pretrattate sono state raccolte attraverso

un processo di filtrazione, e asciugate alla temperatura di 105 ± 5 °C in forno per 24 ore. Nel presente lavoro, la tecnica di granulazione è stata eseguita per stabilizzare FA, utilizzando vari mix-design di una miscela ternaria per la produzione di aggregati artificiali leggeri. La produzione dei granuli è stata effettuata mediante granulatore su scala pilota. Questo apparecchio è dotato di una piastra rotante e inclinabile (d = 80 cm) per la quale la velocità di rotazione e l’angolo di inclinazione sono stati fissati rispettivamente a 45 rpm per la velocità di rotazione e 45 per l’angolo di inclinazione, secondo l’ottimizzazione eseguita in uno studio precedente (Colangelo et al., 2015). Il granulatore su scala pilota per la granulazione a freddo è mostrato in Figura 1. Durante il processo di granulazione, sono realizzate differenti miscele, in cui le FA sono presenti all’80%, mentre la massa di cemento al calcare e scorie d’altoforno granulate variano rispettivamente del 15%, 10% e 5%. In totale le miscele progettate e prodotte mediante il processo di granulazione sono tre, le cui composizioni sono riportate in Tabella 1. Gli aggregati artificiali leggeri sono stati polimerizzati per 28 giorni a temperatura ambiente e umidità relativa del 95% per ottenere un’adeguata durezza e migliorare significativamente le proprietà tecnologiche. La Figura 2 mostra gli aggregati artificiali leggeri ottenuti.

Materiali e metodi Le ceneri volanti (FA) utilizzate sono residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi, provenienti da un impianto di incenerimento dei rifiuti solidi urbani, situato ad Acerra (NA). Sono classificate come rifiuti pericolosi nel Catalogo europeo dei rifiuti, e non possono essere utilizzate o addirittura messe in discarica senza un precedente trattamen-

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Tabella 2: Risultati dei test WAC, densità e porosità aperta

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Tabella 3: Risultati dei test di impatto e comprensione

valori limite per i rifiuti non pericolosi. Per quanto riguarda i risultati relativi alla concentrazione di metalli pesanti, per tutti gli aggregati è stata osservata una emissione nulla solo per Cu. I valori di concentrazione di tutti i MP rientravano nei limiti per i materiali non pericolosi ad eccezione del piombo, come riportato dalla UNI 10802. Al contrario, i valori di lisciviazione di cloruri e solfati erano superiori ai limiti in quasi tutti gli aggregati.

Risultati I granuli ottenuti sono stati testati in termini di proprietà fisico-meccaniche e di lisciviazione. Densità, porosità e capacità di adsorbimento dell’acqua (WAC) sono state determinate secondo il metodo riportato da Colangelo et al. (2015). I dati relativi al WAC, alla densità e alla porosità aperta degli aggregati sono riportati nella Tabella 2. I risultati osservati sono coerenti con i valori WAC tipici degli aggregati artificiali commerciali. Secondo i risultati, i valori WAC variavano con una diminuzione generalmente osservabile insieme all’aumento della percentuale di cemento. I valori di densità di tutti gli aggregati variavano tra 1,63 e 1,66 g cm-3. Questi valori consentono di classificare gli aggregati prodotti come LWA, in conformità alle linee guida delineate nella norma UNI EN 12620 (valori di densità LWA da 1,4 a 2,4 g cm-3). La porosità aperta è un fattore importante che influenza le caratteristiche meccaniche degli aggregati. In generale, un aumento della percentuale di cemento nelle miscele ha portato ad una diminuzione dei valori di porosità aperta. Ciò potrebbe essere correlato alla formazione di una struttura più densa caratterizzata da una maggiore resistenza all’assorbimento d’acqua. Le tre diverse miscele di aggregati artificiali leggeri prodotti sono state testate per determinare le proprietà meccaniche al fine di valutare le prestazioni tecnologiche degli aggregati prodotti. Nello specifico, sono stati effettuati il test di impatto e il test di compressione. La prova d’impatto permette di definire la destinazione finale degli aggregati granulari. In particolare, in base alla quantità di materiale passato attraverso il setaccio da 2 mm, sono classificati come: <15%, estremamente resisten-

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ti; tra il 15% e il 45%, soddisfacente per la pavimentazione stradale; > 45%, estremamente debole. Invece attraverso il test di compressione viene valutata la forza di schiacciamento. Nella Tabella 3 sono riportati i risultati della prova di impatto e compressione effettuata sugli aggregati artificiali leggeri. Come si evince dai risultati, tutti i granuli sono soddisfacenti per l’utilizzo come riempimento per pavimentazione stradale, secondo la norma UNI 12620-4. Dai risultati dei granuli, ottenuti dal processo di granulazione, emerge che il carico di rottura, d’altra parte, è quasi costante, variando da 1,33 MPa a 1,86 MPa per i granuli ottenuti dal processo di granulazione. Inoltre, il criterio standard per la verifica della compatibilità ambientale è il test di lisciviazione. La lisciviazione simula infatti il contatto dell’aggregato con l’acqua per valutare il grado di rilascio nel tempo di alcuni inquinanti nell’ambiente intesi come suolo, sottosuolo e acque sotterranee. Il test è definito “release” e permette di valutare la conformità degli analiti riportati nella Tabella 4. La Tabella 4 riporta i risultati relativi al rilascio di metalli pesanti (MP), cloruri, solfati e i relativi

Conclusioni Al fine di rendere più diffuso l’uso di aggregati artificiali, la qualificazione tecnica e la verifica del raggiungimento di prestazioni soddisfacenti sono di particolare importanza: l’uso di aggregati artificiali dovrebbe essere un valore aggiunto ambientale e non dovrebbe portare a un compromesso con le caratteristiche prestazionali. I risultati della prova d’impatto hanno mostrato che per tutte le miscele la quantità di materiale passato attraverso il setaccio da 2 mm è compresa tra il 15% e il 45% e porta a dichiarare che tutti gli aggregati prodotti e testati sono adatti come riempimento per pavimentazioni stradali. Inoltre, è stato possibile dedurre che gli aggregati artificiali prodotti con la maggiore quantità di cemento nel mix-design, risultano essere i più performanti in termini di proprietà meccaniche (valore di resistenza allo schiacciamento 1,86 MPa). In particolare, è stata osservata una diminuzione della WAC e della porosità aperta con una quantità crescente di cemento (LWA C) rispettivamente del 12,18% e del 20,27%. Infine, il rilascio di metalli pesanti è stato inferiore ai limiti fissati dalla norma UNI 10802.

Tabella 4: Rilascio di metalli pesanti, cloruri e solfati degli LWA

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MATERIALI PREFABBRICAZIONE

LA SOSTENIBILE LEGGEREZZA DEL COSTRUIRE NON È SOLO UNA PARAFRASI DA CAPOLAVORO LETTERARIO, LA NOSTRA, È LA DEFINIZIONE PIÙ GIUSTA PER IL PROGETTO A-SYSTEM DI NTC&R, UNA FILOSOFIA EDILE BASATA SU MODULI IN “CASA PASSIVA” A ZERO MANUTENZIONE, DALLA STRAORDINARIA RESISTENZA ANTISISMICA E DALLE NOTEVOLI CAPACITÀ ISOLANTI

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ono passati già 36 anni dal giorno in cui l’ingegner Claudio Azzolini ebbe la prima idea fondante di un sistema costruttivo brevettato per la realizzazione in “casa passiva” di moduli

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prefabbricati dall’efficacia antisismica (con caratteristiche antiumidità, antimuffa e antisfondamento) che contemplassero un drastico azzeramento delle manutenzioni ordinarie necessarie alle strutture tradizio-

nali. Oggi l’A-System nato dal contenitore progettuale di NTC&R (società-laboratorio di sviluppo e produzione) è decollato definitivamente nelle scelte delle imprese edili più moderne e avanzate, costituendo

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Da sinistra, Giuliano Zotti e Claudio Azzolini, soci fondatori di NTC&R

l’avanguardia di un nuovo modo contemporaneo e sostenibile del costruire. Ma facciamo un passo indietro. Che cos’è l’A-System in buona sostanza e da quale necessità è scaturito questo progetto? “La mia ricerca è nata da una sfida ben precisa: quella di trovare una soluzione efficace all’esigenza di realizzare edifici antisismici nel modo più flessibile e sicuro - ci spiega l’ingegner Azzolini, mentre ci fa da guida nella sua fabbrica-quartier

generale NTC&R di Rovereto (all’interno del polo tecnologico Progetto Manifattura Trentino Sviluppo) - Dopo sei anni di prove e test di laboratorio, con il coinvolgimento delle Università di Bologna e New York, ho avviato la prima sede produttiva a Sacca di Colorno, in provincia di Parma. Nel 1992, sono stati depositati i primi brevetti per il cassero armato e il solaio e contemporaneamente è stata costruita finalmente la prima villa antisi-

smica secondo le nostre concezioni strutturali. Due anni dopo, il ministero dei Lavori Pubblici classifica i prodotti NTC come ‘componenti coibenti armati gettati in opera’, nella categoria delle strutture di cemento armato. Fin qui la storia delle origini. Poi, nel 2003, attraverso un’altra società-spin off di progettazione e sviluppo denominata Atma Engineering, abbiamo individuato nuovi standard strutturali e nel 2009 depositiamo definitivamente il brevetto di una soluzione costruttiva a modulo singolo con sistema a gabbia. Dal 2018 siamo insediati, come NTC&R, in questo straordinario polo tecnologico trentino e due anni fa abbiamo aggiunto alla nostra produzione il brevetto del pannello trave-pilastro CDI (con certificazione CAM conseguita a marzo

Per un’edilizia rinnovata e integrata Tra le partecipazioni di network che abbinano ricerca, innovazione e sperimentazione sui nuovi materiali e le nuove alternative di intervento per le costruzioni moderne, NTC&R aderisce a Timesafe, un progetto co-finanziato nell’ambito del POR-FESR 2014-2020 della Regione Emilia-Romagna e particolarmente nel Bando per progetti di ricerca industriale strategica rivolti agli ambiti prioritari della Strategia di Specializzazione Intelligente (DGR n. 968/2018). Timesafe permette di integrare diverse tecnologie edili per vari campi di impiego. In particolare, il focus di ricerca è rivolto alle applicazioni di rinforzo esterno dei fabbricati, attraverso l’utilizzo di casseforme coibentanti in polistirene, con armature metalliche integrate e getti di calcestruzzo/malte fibrorinforzate, con relativo sistema di collegamento alle strutture portanti. Oppure, in una seconda direttrice di sviluppo, al rinforzo interno dei fabbricati con pannelli di legno ingegnerizzati, a peso ridotto, e quindi di facile trasporto e installazione (pareti in XLam, per il controventamento dell’edificio, pannelli in XLam, per l’irrigidimento di impalcati e coperture, anche rinforzati con materiali compositi, oppure pareti dissipative, per il miglioramento delle capacità di smorzamento). Oltre a questo, il progetto Timesafe si occupa del miglioramento dell’efficienza energetica e impiantistica del fabbricato attraverso l’installazione di pannelli esterni per ottenere sistemi impiantistici leggeri e dispositivi per il monitoraggio strutturale e ambientale (integrati nei pannelli esterni), oppure rivestimenti in ceramica a basso spessore o con membrane disaccoppianti.

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MATERIALI PREFABBRICAZIONE

di quest’anno, ndr.). Un altro tassello sulla nuova frontiera delle costruzioni moderne”.

Brevetti dinamici intelligenti Le soluzioni brevettate e proposte da NTC&R sono integrate nella filosofia progettuale e costruttiva A-System, declinata in due sezioni: quella dei prodotti dedicati alle nuove strutture e la seconda, riservata alla riqualificazione degli edifici già esistenti. Il modulo CDI (Costruzione Dinamica Intelligente) di trave-pilastro prefabbricata è il brevetto più recente che rientra in entrambe le sezioni di impiego dell’A-System. Si tratta di una tipologia adatta a diverse applicazioni sia strutturali che di riqualificazione, in funzione di un alto isolamento termico-acustico e antisismico. Questo modulo consiste in una struttura a gabbia formata da una pluralità di pannelli modulari orizzontali in EPS

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(polistirene espanso sinterizzato), ciascuno dei quali presenta, a un’estremità, una cavità per alloggiare l’armatura di ferro in cui viene gettato materiale indurente per creare una colonna trave e pilastro. “Un pannello di questo tipo è costituito da elementi sostanzialmente verticali e paralleli tra loro - specifica l’ingegner Azzolini - Poi, la struttura è composta da una rete interna di armatura zincata a caldo; da uno strato di isolante EPS vergine (della densità di 18/22 kg/m3, idoneo all’alloggiamento delle reti verticali interna ed esterna poste in aderenza); da una rete esterna di armatura zincata a caldo verticale insediata in cantiere prima del getto; da un reticolo di ganci di cucitura trasversali (di collegamento tra la rete interna e la rete esterna e ortogonale a queste, con estremità ripiegate a rinforzo delle saldature con le reti collegate) in acciaio zincato a caldo; da un’armatura orizzontale a traliccio, a sezione quadrata/rettangolare (riempita con materiale indurente cemento-calcestruzzo-cemento fibrorinforzato, allo scopo di realizzare una trave a sezione quadrata/ rettangolare) posta superiormente e in aderenza al pannello e alle armature a traliccio verticali poste in serie agganciandoli; le componenti del sistema sono completate, infine, dall’intonaco cementizio (betoncino)”. Tra le tipologie dedicate alle nuove costruzioni, una soluzione storica che rientra nell’A-System è quella del cassero coibente e armato per setto portante, prodotto da NTC&R in sei varianti. Il brevetto risale al 1994 e rivela un modulo per setto portante costituito da una coppia di reti parallele di armatura zincata a caldo (che costituiscono la gabbia interna); a seguire, dai due pannelli di isolante (EPS) che fungono da coibente e da cassaforma per contenere la gabbia di armatura interna; due reti di armatura zincata a caldo sono in collocazione esterna ai pannelli di isolante (con funzione di contenimento complessivo); ganci di cucitura trasversali contrastano la spinta del calcestruzzo e rendono superflui i ritegni laterali; il getto del calcestruzzo di completamento (con slump fino a 20 cm) è la fase finale per una parete che può considerarsi effettivamente un setto portante.

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Una rivoluzione flessibile Fa sempre parte dei progetti primigeni dell’A-System il modulo del solaio brevettato nel 1993, studiato per evitare percolamenti in fase di getto. “In questa struttura, la rete inferiore portaintonaco è saldamente agganciata alla rete e garantisce stabilità all’intonaco - ci spiega Azzolini - Il solaio è calcolato, come per qualsiasi solaio in opera, con interasse 600 delle nervature a 55 cm. Per evitare percolamenti in fase di getto, la nervatura non è ottenuta dall’accostamento di due elementi, ma proprio al centro della ‘pignatta’. L’incastro particolare consente di

puntellare ogni 1,5 m, senza l’ausilio di ferri appositi (non utilizzabili ai fini del calcolo statico)”. Nella riqualificazione degli edifici sono compresi, invece, tre moduli distinti, contraddistinti dalle sigle RDITYA, RDITYB e RDITYC, i primi due basati sullo stesso modulo CDI per sistema prefabbricato del tipo trave-pilastro. Il terzo, l’RDITYC, riguarda un modulo a isolamento termico per cappotto, a basso apporto antisismico, predisposto con armatura per getto in opera. Nello spazio produttivo di Rovereto, l’attività si svolge a ritmi assidui, con una puntuale attenzione al riciclo del materiale di risulta, che viene completamente

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MATERIALI PREFABBRICAZIONE recuperato e destinato al successivo riutilizzo (dall’EPS agli altri scarti di lavorazione). Le macchine utensili concepite ad hoc per il taglio e la sagomatura dei manufatti, oltre alla sequenza ordinata delle varie fasi di realizzazione dei pannelli che costituiscono l’A-System, sono oggetto della nostra ammirazione e dell’osservazione tecnica di Giuliano Zotti, imprenditore edile a capo della Edil Due Z di Urago d’Oglio, in provincia di Brescia, e socio di Claudio Azzolini in NTC&R. “Per me, l’incontro con Azzolini e con l’A-System ha rappresentato una folgorazione - ci confida Zotti - Un’attenta analisi e una prova sul campo molto soddisfacente con diversi clienti mi ha portato a diventare partner di questa azienda innovativa. La mia è una giovane impresa edile che prosegue nella lunga esperienza familiare delle costruzioni, con un occhio attento all’avanguardia del settore. Quello che ho ricavato dalla partnership con NTC&R e dall’impiego di questo sistema modulare si può definire come il futuro concreto delle edificazioni antisismiche. L’A-System integra leggerezza, flessibilità di realizzazione e durevolezza delle strutture. Questo è un valore che riguarda sia i nuovi progetti che i programmi di ristrutturazione, nella direzione di una cultura dell’edilizia che sarà in grado di cambiare il nostro habitat, aumentandone la sicurezza e la sostenibilità”.

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opera di Geremia Renzi - Accademia di Brera Supply chain of concrete and precast industries

PRODOTTO

ITALIANO

TEKNA CHEM S.p.A. - via Sirtori, 20838 Renate (MB) tel. 0362 918311 - www.teknachem.it - info@teknachemgroup.com

105 Numero Verde

800201169 servizio gratuito


ENTI E ASSOCIAZIONI ASSOBETON

LA PRODUZIONE RESPONSABILE DEI PREFABBRICATI IN CALCESTRUZZO DALL’INTERVENTO DI ALESSANDRA RONCHETTI A SAIE BARI, GLI ESEMPI VIRTUOSI DI IMPRESE CHE UTILIZZANO CONSAPEVOLMENTE LE RISORSE IDRICHE, IMPIEGANO ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI E RECUPERANO I RESIDUI DI PROCESSO

“I

l calcestruzzo non esiste, esistono i calcestruzzi, prodotti e soluzioni diverse, in fase di costante evoluzione tecnologica” e anche il settore della prefabbricazione in calcestruzzo armato è parte di questa evoluzione. L’intervento dell’ingegner Alessandra Ronchetti di Assobeton, in occasione del seminario organizzato all’interno della sezione InCalcestruzzo, nell’ambito di Saie Bari 2021, ha riportato le casistiche esemplari di alcune aziende associate che, nell’ambito delle loro attività produttive, stanno implementando con successo pratiche di sostenibilità. Queste aziende hanno dimostrato che la produzione dei prefabbricati

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in calcestruzzo può prevedere consuetudini virtuose nei processi di produzione come l’uso consapevole delle risorse idriche, la produzione e il consumo di energia da fonti rinnovabili, il recupero e il riuso di residui di produzione come sottoprodotti. Il recupero di acqua attraverso il riutilizzo delle acque di processo (derivanti da pratiche quali il lavaggio di impianti e attrezzature, il lavaggio dei manufatti ed altre lavorazioni di finitura, la separazione delle componenti solide e liquide del calcestruzzo rimasto nell’impianto e così

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via) e la raccolta e l’uso di acque meteoriche, che consente la riduzione del consumo di acqua potabile, può avvenire con differenti modalità. L’impresa Truzzi, ad esempio, pratica il riutilizzo integrale delle acque di lavaggio dei mezzi con il duplice obbiettivo di annullare i consumi di energia elettrica per la filtrazione dell’acqua e di eliminare la produzione di rifiuti derivanti dal processo di filtrazione. Il sistema accorcia il ciclo di utilizzo della frazione liquida, impiegando l’acqua risultante dal Beton Wash direttamente

per la produzione del calcestruzzo, con la conseguente eliminazione delle fasi di filtrazione e stoccaggio dell’acqua pulita. Rilevando in modo continuo la densità dell’acqua di recupero, inoltre, Truzzi è in grado di adeguare il mix di calcestruzzo ad ogni ciclo di impasto, ottimizzando i consumi (norma UNI EN 1008). MC Prefabbricati, con il suo nuovo impianto per il riciclo delle acque provenienti dalla lavorazione dei pannelli in calcestruzzo e marmo, prodotti dall’azienda, è un altro caso di utilizzo consapevole delle risorse

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ENTI E ASSOCIAZIONI ASSOBETON idriche. I reflui derivanti dalle operazioni di levigatura, spazzolatura e bocciardatura dei pannelli vengono raccolti e convogliati verso l’impianto di chiarificazione delle acque e di disidratazione dei fanghi. L’acqua pulita viene poi inviata alle centrali di betonaggio o utilizzata nel processo di finitura dei pannelli di tamponamento, mentre i fanghi depositati, una volta disidratati, vengono opportunamente smaltiti. Il dimensionamento dell’impianto è stato verificato per garantire il trattamento in ciclo continuo di 1.500 litri al minuto di acqua di processo. Tra gli obiettivi del comparto anche il passaggio dall’utilizzo delle fonti fossili a quelle rinnovabili nella produzione di energia per alimentare i propri impianti produttivi, con lo scopo di ridurre l’impatto ambientale, i consumi e i costi energetici. L’impianto fotovoltaico installato da Xella sulla copertura dello stabilimento di Atelia, ad esempio, occupa un’area di circa 5.000 metri quadrati e consente la copertura del 60-65% del fabbisogno energetico delle attività produttive dell’azienda, con un risparmio di CO2 stimato in 865.760 kg/anno. Un altro aspetto presidiato è il recupero di residui di produzione, che nasce dall’esigenza di praticare un utilizzo più efficiente delle risorse naturali, sostituite con materie riciclate o sottoprodotti, riducendo inoltre la quantità di rifiuti conferiti in

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discarica. Le procedure di recupero degli sfridi di produzione di Esse Solai prevedono, ad esempio, il riutilizzo del materiale cementizio come sottoprodotto nella produzione di lastre tralicciate e comportano una minore richiesta di risorse vergini, l’eliminazione dello smaltimento dei rifiuti presso le discariche e la riduzione delle emissioni dovute alle operazioni di trasporto dei materiali. Ultimo esempio presentato è un progetto di simbiosi industriale, realizzato in Val

d’Elsa da Fondazione Monte dei Paschi di Siena, Confindustria Toscana Sud e Fondimpresa. L’iniziativa, che coinvolge Unibloc, consentirà di riutilizzare i residui dei settori delle fonderie e delle vetrerie nella produzione di manufatti in calcestruzzo. Lo studio delle filiere produttive, per l’individuazione di scarti riutilizzabili da altri settori, è stato a carico della Fondazione Monte dei Paschi, mentre la fase di formazione del personale delle aziende coinvolte e il supporto alle aziende nell’implementazione dei processi e nella preparazione dei documenti è stato finanziato grazie a Fondimpresa. Il processo produttivo della prefabbricazione in calcestruzzo, già orientato all’ottimizzazione, con conseguente risparmio di materiale e scarti ridotti, può dare un contributo crescente in ottica di sostenibilità del mondo delle costruzioni. I casi citati nel seminario sono solo una parte delle iniziative che si stanno attivando, i cui benefici vanno ad aggiungersi alle caratteristiche intrinseche dei prodotti sul mercato quali durabilità (calcestruzzi ad alta resistenza, produzione e maturazione controllate), disassemblabilità e possibilità di riutilizzo, ma anche efficienza energetica, resistenza al fuoco e prestazioni acustiche degli edifici realizzati con prodotti prefabbricati in calcestruzzo.

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SOLUZIONI ANTISISMICHE PER LA PREFABBRICAZIONE TRAVE

TEGOLO TRAVE

EN 1090-1:2011

TRAVE

PILASTRO

RITENUTA TRAVE-PILASTRO EDIL TP

RITENUTA TEGOLO-TRAVE EDIL TT

PARAMETRI SPOSTAMENTO RESISTENZA A TRAZIONE/COMPRESSIONE AGLI SLU TASSELLI N° ARCHETTI

PARAMETRI SPOSTAMENTO RESISTENZA A TRAZIONE/COMPRESSIONE AGLI SLU TASSELLI N° ARCHETTI

± 12.5mm 50kN M20 4

DISPOSITIVI ANTISISMICI DI RITENUTA TRAVE-PILASTRO EDIL TP-N PARAMETRI SPOSTAMENTO RESISTENZA A TRAZIONE/COMPRESSIONE AGLI SLU Damping di progetto TASSELLI N° ARCHETTI

± 12.5mm 20kN M12 4

DISPOSITIVI ANTISISMICI DI RITENUTA TEGOLO-TRAVE EDIL TT-N

EN 15129:2009

PARAMETRI SPOSTAMENTO RESISTENZA A TRAZIONE/COMPRESSIONE AGLI SLU Damping di progetto TASSELLI N° ARCHETTI

± 12.5mm 70kN 39% M24 6

± 12.5mm 20kN 43% M16 4

STAFFA PER PANNELLI VERTICALI EDIL P.V.

TRAVE

PARAMETRI SPOSTAMENTO RESISTENZA A TRAZIONE TASSELLI PANNELLO

PANNELLO

STAFFA PER PANNELLI ORIZZONTALI EDIL P.O. PARAMETRI SPOSTAMENTO RESISTENZA A TRAZIONE

EN 1090-1:2011

± 10cm 17kN M16

TASSELLI

Sistemi di ancoraggio, di appoggio Supply chain of concrete and precastper industries e di sollevamento elementi prefabbricati. Accessori, fissaggi e minuterie metalliche.

PILASTRO

± 40mm 187kN 2M12 o 1M16

PILASTRO

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109 ACCREDITATO INSERTI QUALITAÊ

ATTESTATO DI CERTIFICAZIONE CE

PPE/AT n°596 - 04 Prot. 1116/04

ATTESTATO DI CERTIFICAZIONE CE

PPE/AT n°703 - 07 Prot. 0050/07

ATTESTATO DI CERTIFICAZIONE CE

PPE/AT n°704 - 07 Prot. 0051/07

CERTIFICATO DI ESAME CE

M/AT n°407-05 Prot. 1200/04


ENTI E ASSOCIAZIONI FEDERBETON

IL RAPPORTO DI SOSTENIBILITÀ 2020 LA FOTOGRAFIA ODIERNA DEL RUOLO DECISIVO DELLA FILIERA DEL CEMENTO E DEL CALCESTRUZZO LO SVILUPPO SOSTENIBILE. UN’ANALISI REALIZZATA SULLA BASE DELLE PERFORMANCE DELLE AZIENDE RIUNITE IN AITEC, ATECAP E, DA QUESTA EDIZIONE, IN ASSOBETON (Prima Parte) Prefazione Cemento e calcestruzzo sono materiali insostituibili nella vita quotidiana, risposta sostenibile alla necessità di una popolazione mondiale in costante crescita di

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avere infrastrutture ed edifici sicuri, durevoli e prodotti con materiali ampiamente disponibili. Sono materiali della tradizione che si sono evoluti adattandosi alle esigenze sempre nuove e più ambiziose del costruire moderno.

Ciò è stato possibile grazie all’impegno dell’industria nell’accogliere le sfide sempre nuove, così come oggi ha colto quella della carbon neutrality. Il Green Deal europeo chiama i singoli Paesi a un impegno concreto, scandito da

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obiettivi ambientali ambiziosi: riduzione del 55% delle emissioni di CO2 entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990, e neutralità carbonica al 2050. Il comparto italiano del cemento e del calcestruzzo ha da tempo intrapreso un percorso per il miglioramento delle proprie performance ambientali. Nell’ultimo triennio (2018-2020), sono stati investiti oltre 140 milioni di euro per il miglioramento della sostenibilità della filiera. Nel contesto degli obiettivi europei il settore ha messo nero su bianco obiettivi, strumenti e scadenze in una vera e propria strategia di decarbonizzazione. Della strategia fanno parte azioni e soluzioni già attuate o attuabili nell’immediato, come l’utilizzo dei combustibili

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alternativi in sostituzione di quelli fossili, ma anche tecnologie innovative in fase di sviluppo come la cattura della CO2.

L’industria è dunque pronta a mettersi in gioco anche con investimenti importanti: 4,2 miliardi di euro è l’investimento totale previsto dalla strategia, oltre agli extra-costi operativi pari a circa 1,4 miliardi annui da qui al 2050. La sfida riguarda, però, l’intero sistema Paese e l’impegno della filiera dovrà inserirsi in un contesto favorevole per giungere all’obiettivo finale della carbon neutrality. Saranno necessarie infrastrutture a supporto delle tecnologie innovative, misure di sostegno alle imprese per preservare la competitività, ma anche una nuova cultura ambientale che si fondi sul dialogo e sulle scelte condivise. Il Rapporto di sostenibilità è uno degli strumenti che Federbeton ha immaginato proprio per favorire la trasparenza e

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ENTI E ASSOCIAZIONI FEDERBETON

la condivisione. Dati oggettivi, trend di miglioramento, best practice sono, infatti, alla base di una corretta e consapevole valutazione delle prestazioni e delle opportunità offerte dalla filiera. Inoltre, con l’obiettivo di favorire le sinergie lungo tutta la filiera e comprenderne al meglio le dinamiche, il secondo Rapporto amplia il perimetro, aggiungendo ai settori del cemento e del calcestruzzo anche quello dei manufatti prefabbricati in calcestruzzo. Con il Rapporto di sostenibilità, Federbeton vuole quindi offrire ai propri interlocutori uno spunto di riflessione e avviare un dialogo costruttivo, consapevole di rappresentare una filiera che è alla base dello sviluppo economico del Paese e che ha un ruolo decisivo per la sostenibilità delle costruzioni.

Nota metodologica La Task Force creata all’interno di Federbeton per la redazione del Rapporto di sostenibilità, ha mappato e identificato i propri stakeholder, individuando le macro-aree e i relativi indicatori che riflettono gli impatti più significativi dei settori rappresentati, nell’ambito della sostenibilità economica, ambientale e sociale. Il

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Rapporto riflette la strategia di sostenibilità comune a tutta la filiera del cemento e calcestruzzo, con riferimento ai progetti intrapresi e ai risultati conseguiti, mettendo in luce le informazioni relative agli indicatori scelti. I dati rendicontati comprendono i risultati dei siti inclusi nel perimetro del Rapporto relativamente agli eventi e agli impatti più significativi. Relativamente al cemento i dati riportati nel Rapporto di sostenibilità sono rendicontati in modo tale da poter essere comparati con le performance degli anni precedenti (fonte Aitec - Associazione Italiana Tecnico Economica del Cemento aderente a Federbeton). Per il settore del calcestruzzo preconfezionato, trattandosi della seconda edizione, sono disponibili per il confronto solo i dati dell’anno precedente. Per il settore dei manufatti prefabbricati in calcestruzzo, trattandosi di una esperienza pilota, non sono invece disponibili dati antecedenti per il confronto. Gli indicatori scelti sono, inoltre, confrontabili con le performance delle singole aziende, con quelle settoriali di altri Paesi o con altri settori. La raccolta dei dati è avvenuta attraverso la compilazione di un formulario on-line nell’area riservata e protetta del sito di Aitec e di Federbeton; quanto raccolto da Federbeton per l’ela-

borazione del presente Rapporto è stato verificato e analizzato unicamente in forma aggregata, dai rappresentanti della Task Force “Rapporto di sostenibilità” di Federbeton. Le informazioni riservate sono conservate da Federbeton e non sono note ai singoli associati. Le informazioni, i dati e le infografiche riportati nel presente Rapporto per il settore del cemento si riferiscono al triennio 2018-2020. Per il calcestruzzo preconfezionato le elaborazioni si riferiscono, come premesso, al biennio 2019 – 2020. Per entrambi i settori le variazioni degli indicatori sono riferite all’anno precedente a quello di rendicontazione. Per i manufatti in calcestruzzo, come già menzionato, si tratta del primo anno di redazione e pertanto i dati fanno riferimento al solo 2020. Il Rapporto di sostenibilità di Federbeton, alla sua seconda edizione, ricalca i principi seguiti per la redazione del primo Rapporto di sostenibilità di Aitec del 2012 e seguenti. Il Rapporto contiene anche alcuni esempi di buone pratiche realizzate dalle aziende della filiera in alcuni degli ambiti trattati nei diversi capitoli. Infine, la lettura dei dati della presente edizione del Rapporto tiene in considerazione il fatto che l’anno rendicontato è stato caratterizzato dal fermo della maggioranza delle attività produttive, fra cui quelle

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appartenenti al settore del cemento e del calcestruzzo, imposto dal Governo nella primavera del 2020 per affrontare l’emergenza pandemica da Covid, situazione che ha influito sui valori assunti da alcuni parametri e indicatori. Perimetro di rendicontazione delle aziende di produzione di cemento Nel 2020 la produzione di cemento in Italia è stata di 18.062.613 tonnellate; hanno operato sul territorio 17 aziende di produzione del cemento1, due in meno rispetto al 2019. Il perimetro del presente rapporto comprende gli stabilimenti produttivi delle aziende associate ad Aitec, che nel 2020 hanno rappresentato l’87% della produzione nazionale di cemento.

Cemento Il settore del cemento già da molti anni sostituisce parzialmente le proprie materie prime naturali provenienti dalle attività estrattive (cave e miniere) come calcare, argilla e scisti, che vengono portati a cottura nel forno, con materiali di recupero. Alcuni esempi di materiali alternativi utilizzati sono i rifiuti non pericolosi provenienti da altri settori industriali, quali ad esempio talune ceneri volanti, gessi chimici e scorie d’alto forno, scaglie di laminazione. A questi si aggiungono altri materiali che non sono classificati come rifiuti, ma che di fatto rappresentano sottoprodotti di altre attività.

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Allo stesso modo, le frazioni di rifiuti per le quali non esistono attualmente forme di gestione preferibili in base alla gerarchia europea, come riuso o riciclo, possono essere sottratte al conferimento in discarica, all’export o all’incenerimento ed utilizzate per produrre combustibili di recupero di elevata qualità, come il CSS (Combustibile Solido Secondario) da utilizzare in co- combustione in cementeria, in sostituzione dei combustibili fossili. In questo modo, le emissioni dell’impianto produttivo restano inalterate o vengono migliorate (così come è inalterata la qualità del prodotto). In aggiunta, diminuiscono le emissioni prodotte dall’incenerimento e dalla degradazione della componente organica in discarica, perché si riduce la quantità di rifiuti destinata a queste forme di smaltimento. ll recupero in cementeria dei CSS chiude inoltre in maniera virtuosa il ciclo dei rifiuti, alleggerendo al contempo la tariffa rifiuti a carico dei cittadini e creando una filiera italiana per la produzione di CSS con un relativo mercato a livello nazionale. Tuttavia, fenomeni di mancato consenso sociale e processi autorizzativi di durata incerta, mantengono in Italia i tassi di utilizzo dei combustibili di recupero ancora al di sotto delle medie europee, come evidenziato dai risultati forniti nel capitolo seguente, relativi all’utilizzo di combustibili di recupero e al tasso di sostituzione calorica, oltre che all’utilizzo di materie

prime naturali e di materie di sostituzione per la produzione di cemento.

Risultati In Italia il tasso di utilizzo dei combustibili di recupero, in sostituzione di quelli fossili, si attesta al 20,9%, confermando un trend crescente, seppur ancora lontano dalla media europea del 50%. Il tasso di sostituzione calorica è, infatti, aumentato di 0,6 punti percentuali rispetto al 2019. Sono leggermente diminuiti i quantitativi di combustibili alternativi utilizzati (385.661 tonnellate a fronte delle 421.686 tonnellate del 2019, con un -8,5%). Tale calo è stato influenzato dal fermo parziale degli impianti produttivi nella primavera 2020.

Sfide e impegni L’analisi dei dati presentata nel capitolo precedente mostra come l’industria del cemento contribuisca all’economia circolare del Paese principalmente attraverso l’utilizzo di combustibili di recupero per la produzione dell’energia termica necessaria e di materie di sostituzione delle materie prime naturali nel processo produttivo. Tali fattori rappresentano, come si vedrà nei capitoli successivi, due delle leve necessarie per il percorso di decarbonizzazione del settore, individuate anche nella strategia realizzata da Federbeton. Come premesso, l’utilizzo dei combustibili alter-

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ENTI E ASSOCIAZIONI FEDERBETON nativi apporterebbe un impatto carbonico inferiore rispetto ai combustibili tradizionali, diminuendo al contempo la quantità di materiali di scarto conferiti in discarica o destinati all’export o all’incenerimento. A riguardo, la strategia nazionale di decarbonizzazione del settore del cemento prevede di raggiungere un tasso di sostituzione calorica dei combustibili fossili del 47% al 2030 e dell’80% al 2050. L’Italia però, come mostrano i dati del 2020, è ancora lontana non solo da questi obiettivi, ma anche dai livelli di sostituzione calorica degli altri Paesi europei. Tale divario non dipende da barriere tecnologiche che limitano i margini di sostituzione di petcoke e carbone da parte dell’industria cementiera. L’utilizzo in co-combustione dei combustibili derivati dai rifiuti è infatti una leva che sarebbe immediatamente disponibile per il settore in assenza delle ormai ben note sindromi NIMBY (Not In My Back Yard) e NIMTO (Not In My Term of Office), che non permettono di esprimere a pieno le potenzialità di utilizzo dei combustibili di recupero da parte del settore. Un aiuto in tal senso potrebbe arrivare dalle previsioni contenute nella legge di conversione del cosiddetto DL Semplificazioni/Governance (legge 29 luglio 2021, n. 108), che chiarisce che l’introduzione di CSS-Combustibile, ossia del Combustibile Solido Secondario che ha cessato la propria qualifica di rifiuto, in rispondenza ai criteri e requisiti previsti dal d.m. n. 22 del 14 febbraio 2013 – il Regolamento End of Waste sul CSS, assumendo la qualifica di combustibile a tutti gli effetti impiegabile negli impianti industriali, sia sempre considerata una modifica non sostanziale, sia ai fini dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale), che della verifica di assoggettabilità a VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) e della VIA stessa. Il chiarimento fornito alle autorità competenti dalla recente previsione di legge dovrebbe contribuire al superamento del principale collo di bottiglia che, ad otto anni dall’emanazione del d.m. 22/2013, ha impedito lo sviluppo nel nostro Paese di questa buona pratica dell’economia circolare.

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In affiancamento agli strumenti normativi, sarebbero inoltre necessarie campagne di corretta informazione e sensibilizzazione delle amministrazioni e dei cittadini su tale argomento. Al riguardo Federbeton/ Aitec svolge un’attività costante nei confronti del Governo e degli stakeholder della Pubblica Amministrazione, fornendo approfondimenti tecnici e scientifici su tali pratiche. Sullo stesso piano si pone l’impegno delle aziende del settore nel dialogare con le comunità territoriali, anche attraverso l’organizzazione di eventi di apertura degli impianti produttivi, giornate formative, e percorsi di alternanza scuola-mondo del lavoro. Passando al tema del recupero di materia, il settore del cemento parte da una lunga tradizione di utilizzo di scarti di altri processi produttivi in sostituzione delle risorse provenienti da cave e miniere, che è tuttavia da ampliare, per dare attuazione a quanto previsto al riguardo dalla strategia di decarbonizzazione nazionale. La sostituzione di parte del calcare utilizzato con materiali decarbonatati di scarto, sottoprodotti di altre industrie e End of Waste potrà contribuire alla riduzione delle emissioni di CO2 legate alla fase di decarbonatazione delle materie prime, responsabili

per circa 2/3 del totale delle emissioni di anidride carbonica nella produzione di cemento. La parziale sostituzione del clinker con materiali alternativi, come ad esempio le loppe di altoforno e le ceneri volanti delle centrali elettriche a carbone (sebbene quest’ultime destinate a scomparire). L’industria del cemento è costantemente impegnata nella ricerca e nello studio sui materiali di sostituzione del clinker, sui materiali già decarbonatati e sulle idonee condizioni di ottimizzazione del processo produttivo per tali impieghi. Al riguardo, si segnalano le applicazioni già attuate a livello aziendale e l’attività che Federbeton sta portando avanti insieme ad Anpar (Associazione Nazionale Produttori di Aggregati Riciclati) e Anepla (Associazione Nazionale Estrattori Produttori Lapidei Affini) per l’utilizzo degli aggregati riciclati dai rifiuti da costruzione e demolizione nella farina cruda necessaria per la produzione del clinker. Parimenti, Federbeton sta lavorando in ambito normativo e istituzionale per la promozione dei cementi prodotti con minor contenuto di clinker attraverso l’adozione della norma non armonizzata UNI EN 197-5 che consentirà di produrre e certificare questi nuovi cementi.

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Concrete News è House Organ ufficiale di

ENTI E ASSOCIAZIONI ANSAG

LA FORMAZIONE PER CRESCERE INSIEME SI È TENUTO A COVO (BG) IL CORSO DI FORMAZIONE SUI PROCESSI DI PRODUZIONE E CONTROLLO PER LA FABBRICAZIONE E/O TRASFORMAZIONE DI ACCIAIO PER CALCESTRUZZO ARMATO. PARTECIPAZIONE ATTENTA E ALTO VALORE TECNICO PER L’INIZIATIVA ORGANIZZATA DALL’ASSOCIAZIONE IN COLLABORAZIONE CON L’IGQ

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L

o scorso 14 e 15 ottobre si è svolta la prima edizione del corso di formazione per Direttore Tecnico dei Centri di Trasformazione Acciaio per c.a. organizzato da Ansag ( Associazione nazionale presagomatori acciai per c.a. ) in collaborazione con I’IGQ (Istituto Garanzia Qualità). Le caratteristiche del corso - dal titolo completo Corso di formazione sui processi di produzione e controllo per la fabbricazione e/o trasformazione di acciaio per

c.a. - hanno considerato il quadro normativo che disciplina gli adempimenti delle aziende che fabbricano o trasformano acciaio per c.a. In questo ambito normativo, sono previsti diversi adempimenti a carico delle stesse imprese; tra questi, la figura del Direttore di Stabilimento, per il quale la stessa normativa, però, non definisce i requisiti relativi alle competenze in possesso, né le modalità di acquisizione. Lo scopo del corso Ansag è stato quello di presentare e illustrare in dettaglio gli argo-

Un impegno che continua Il Corso di formazione sui processi di produzione e controllo per la fabbricazione e/o trasformazione di acciaio per c.a. di Ansag - organizzato con l’Istituto IGQ si è svolto in presenza nella sede dell’azienda Spider di Covo (Bg). L’iniziativa è stata molto apprezzata e già sono pervenute in Associazione le richieste per una replica del corso. Al momento in cui scriviamo, l’associazione ha individuato altre due date per una seconda edizione - questa volta da remoto - su richiesta di alcune imprese che anno sede soprattutto nel Sud Italia. Le date individuate sono quelle dell’11 e 12 novembre 2021.

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menti che definiscono il quadro delle competenze minime necessarie per chi opera all’interno delle aziende del comparto. In particolare: il quadro normativo di riferimento; i processi di produzione (gestione e adempimenti); i processi di controllo e collaudo (gestione e adempimenti); la gestione della documentazione. La partecipazione delle stesse imprese si è rivelata attiva e proficua grazie alla competenza e professionalità della docente che ha saputo “ritagliare su misura” ogni argomento del corso, delineando in modo concreto i compiti e le responsabilità in carico al Direttore Tecnico ,coinvolgendo i partecipanti in modo molto efficace. Sono emerse nella discussione dei vari argomenti una serie di annose problematiche che il settore della presagomatura di acciai per calcestruzzo armato deve affrontare quotidianamente; problematiche rivelatrici di come le normative cogenti e le circolari applicative non tengano spesso conto delle reali situazioni che coinvolgono a vario titolo tutti i soggetti legati al mondo delle costruzioni.

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ENTI E ASSOCIAZIONI ANSAG Giorni Ferro

Al termine del percorso formativo i partecipanti hanno affrontato un test scritto che ha dimostrato la comprensione sugli argomenti trattati e l’efficacia del lavoro svolto nelle due giornate. “Possiamo affermare che la formazione è in primo luogo lo strumento che permette di far crescere le competenze professionali come quella fondamentale del Direttore Tecnico di Stabilimento - rilevano i responsabili di Ansag - Oltre a costituire un’opportunità di crescita sia delle singole persone che possono scambiarsi esperienze e opinioni, sia per la nostra associazione

Il profilo di alcune delle principali imprese partecipanti Giorni Ferro Spa Dal 1950 la Giorni Ferro di Sansepolcro (Ar) opera nel campo dell’edilizia civile, industriale e pubblica per la lavorazione e fornitura di acciaio sagomato per cemento armato e reti elettrosaldate. Grazie all’esperienza pluriennale acquisita, al costante aggiornamento dell’attrezzatura tecnica di lavorazione e all’esclusivo utilizzo di materiale certificato all’origine, l’azienda fornisce ai clienti un servizio sempre conforme ai requisiti cogenti e alle specifiche contrattuali richieste. Dal 2009 è Centro di Trasformazione per la presagomatura del tondo per c.a. attestato n. 20/2009, tra i primi in Italia. Nella convinzione che i grandi risultati si ottengono lavorando con standard qualitativamente elevati, l’azienda ha informatizzato tutte le varie fasi di lavorazione del tondo grazie all’utilizzo di software gestionali specifici che consentono la redazione di distinte di lavorazione, l’ottimizzazione del materiale utilizzato e la garanzia di tracciabilità del prodotto lungo tutta la sua filiera. La partecipazione al Corso di formazione sui processi di produzione e controllo per la fabbricazione e/o trasformazione di acciaio per c.a. organizzato da Ansag ha visto la partecipazione del geometra Simone Comandi (nella foto) che da anni segue in prima persona il reparto di presagomatura della Giorni Ferro. Italferro srl L’azienda nasce nel 1984 a Genova, come evoluzione dell’attività ultradecennale del fondatore, Renato Bergonzoni, nel settore della presagomatura, assemblaggio e posa in opera dell’acciaio per cemento armato. italferro ha continuamente adeguato la propria organizzazione e i suoi impianti all’evoluzione del mercato e ha ottenuto nel 2019 l’accreditamento come centro di trasformazione dal Servizio Tecnico Centrale del Ministero dei Lavori Pubblici. Dall’ottobre del 2014 opera nel nuovo stabilimento produttivo di via Alessandro Vallebona, nei pressi del casello autostradale di Genova Aeroporto. Ha fornito acciaio per le principali opere dell’area genovese: WTC, Teatro Carlo Felice, Matitone, svincoli Autostradali, area Porto Antico, stadio L. Ferraris, area Fiumara, linea Metropolitana (tratta Brin-Brignole), copertura del Bisagno, Porto Turistico Genova-Sestri Ponente, Nuovo Polo Tecnologico Erzelli, Borgo San Biagio, Nuova Viabilità Cornigliano, Shiplift 4000 ton Amico & Co, Esselunga di Genova-via Piave). Lannutti Costantino srl Attivi da oltre un quarantennio, certificati ISO 9001 dall’aprile 2003 (certificato n°IT306467 secondo l’edizione ISO 9001:2015) e in possesso dell’attestato di denuncia dell’attività di centro di trasformazione per la lavorazione dell’acciaio - sagomatura ferro per c.a. (n°207/09 rilasciato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici - Servizio Tecnico Centrale), la Lannutti Costantino di Perano (Ch) opera nei settori principali che seguono: prelavorazione di ferro tondo per calcestruzzo armato e produzione di gabbie per pali di fondazione (settore nel quale siamo leader in Abruzzo); commercio di prodotti siderurgici (tubolari, laminati, travi, ferro tondo per c.a., lamiere, grigliati e recinzioni); fornitura di pannelli coibentati per tutte le esigenze (compresi, ad esempio, pannelli fono-assorbenti, resistenti al fuoco, per frigo, in finta tegola, anche con taglio a misura); lavorazione di lamiere (lattoneria compresa) e travi; commercio di utensileria e ferramenta (compresi dispositivi antinfortunistici, segnaletica stradale e cantieristica). In occasione della prima edizione del Corso di formazione sui processi di produzione e controllo per la fabbricazione e/o trasformazione di acciaio per c.a. organizzato da Ansag, in rappresentanza dell’azienda ha partecipato direttamente l’ingegner Giuseppe Carpineta, direttore tecnico del centro di trasformazione Lannutti Costantino.

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Italferro

che potrà raccogliere istanze e suggerimenti e diventare sempre più riferimento a livello istituzionale nel rappresentare a pieno titolo il settore della presagomatura. Dovrà diventare, almeno questo è un nostro obiettivo, l’unico percorso veramente abilitante per svolgere il ruolo di Direttore Tecnico di Stabilimento nei centri di trasformazione acciaio per c.a.”. Ansag riserva un doveroso e sentito ringraziamento all’IGQ, in particolare alla dottoressa Marcella Ginevra per aver creduto nel progetto formativo e per averlo supportato con professionalità e competenza. Un ringraziamento che l’associazione estende anche alla ditta Spider di Covo (Bg) che ha messo a disposizione l’aula didattica e tutte le attrezzature necessarie al corso.

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PAROLE DI SCIENZA DI ROBERTO VACCA

LA MATEMATICA (ANCHE SEMPLICE) CHE CHIARISCE TANTE COSE

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M

olti matematici professionisti hanno scritto sull’utilità della matematica - e anche sulle sue bellezze e sulle gioie che dà a chi la coltiva. Sono stati poco ascoltati sia perchè non erano tanto bravi a comunicare, sia perché la maggioranza della gente considera ancora la matematica come uno strumento impossibile da usare per le persone normali. Alcuni intellettuali di chiara fama non sanno fare nemmeno le divisioni “con la virgola” e moltissimi ignorano come fare calcoli riguardanti angoli, benché la trigonometria sia stata inventata 22 secoli fa. Cerchiamo, allora, di illustrare come si possano impiantare calcoli di ingegneria strutturale o del traffico usando solo le 4 operazioni - e un po’ di buon senso. Cominciamo dal calcolo strutturale di un edificio tradizionale in mattoni pieni: è molto più semplice del calcolo di strutture in cemento armato. Consideriamone una versione semplificata come avrebbe potuto essere proposta qualche secolo fa. Teniamo conto solo del peso dei muri, dei solai e del tetto e determiniamo lo spessore dei muri adeguato a sostenerlo. L’esperienza suggerisce correttamente che se un mattone viene caricato con un peso eccessivo si sbriciola. Non si può superare un certo valore di kg di peso per centimetro quadrato del mattone: se il peso è tanto, bisogna fare il muro più largo - così ci sono più centimetri quadrati. Però alla base del muro, i mattoni devono sostenere anche il peso del muro stesso. Dunque il peso totale sarà quello (che chiamiamo P1) di tutte le strutture dei piani superiori (tetto, solai, altri muri) più il peso del muro che è uguale al suo volume per la sua densità (chiamiamola D). Il volume è dato dal perimetro (chiamiamolo S) moltiplicato per lo spessore (L) del muro e per l’ altezza (A) del piano. La superficie che sostiene il peso è uguale al perimetro per lo spessore. Dunque la pressione da calcolare (che dovrà essere molto più bassa di quella di rottura per garantire la sicurez-

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za) è data dalla quantità [P1 + S . L . A . D] divisa per l’ area [S . L]. La pressione, dunque, è (P1/ SL) + A . D. La densità D si misura in kg/cm3 , l’ altezza del muro in cm - dunque il risultato è una pressione (in kg/cm2). Se la pressione così calcolata risulta troppo alta, si fa crescere lo spessore L e la pressione cala. Naturalmente il progetto dovrà comprendere parecchi altri calcoli, ma quello che ho riportato si fa davvero: è parte del progetto Vediamo ora un altro problema di cui si discute spesso: le corsie preferenziali per i bus sono utili, sono dannose? E a chi? Il buon senso dice che se ai bus riserviamo una corsia, ma ci passa poi solo un bus al giorno, abbiamo ostacolato la circolazione di migliaia di utenti privati, avvantaggiando solo alcune decine di utenti del mezzo pubblico: un cattivo affare. Quanti bus devono passare perché, invece, siano più gli avvantaggiati degli svantaggiati? Per deciderlo bisogna sapere alcuni dati e fare qualche semplice ipotesi. Supponiamo, dunque, che in media ogni bus porti appunto 30 passeggeri e che nella sua corsia - libera da altro traffico - viaggi a 50 km/h. Le corsie preferenziali servono nell’ ora di punta per rimediare alla congestione. Quando il traffico è intenso, al massimo su di una corsia possono passare 1800 auto all’ ora e, in media, su ogni auto viaggia un passeggero e mezzo. Questo vuol dire che su una corsia al massimo

possono essere trasportate 2.700 persone all’ ora. Dunque il numero minimo di bus che devono passare ogni ora su una corsia riservata deve essere di 2700 persone/ora diviso 30 passeggeri/bus, cioè 90 bus. Poiché abbiamo supposto che i bus viaggino a una velocità media di 50 km/h, a che distanza saranno spaziati? Si vede subito: su 50 kilometri ce ne sono 90 - dunque l’intervallo fra due bus consecutivi sarà 50.000 metri/90 = 555 metri. Per percorrere 555 metri a 50 km/h, il bus ci mette 40 secondi. Le corsie riservate ai bus (in processione a ranghi stretti) sono frequenti nelle autostrade USA che hanno molte corsie. In Italia si trovano in centri urbani affollati, ma spesso la frequenza dei mezzi pubblici è troppo bassa. Naturalmente se i bus portano 60 passeggeri in media, invece di 30, nella corsia riservata saranno trasportati 5.400 passeggeri all’ora, volume che potrebbe essere ottenuto nelle altre corsie, se in media ciascuna auto privata viaggiasse con 3 o 4 occupanti. In inglese si chiama “car pool” (ammucchiata in auto) il fatto di dare passaggi a conoscenti che facciano lo stesso percorso, così che in auto non ci siano posti vuoti. Queste cooperazioni, però, non sono tanto frequenti. Sono calcoli facili. Li può fare chiunque. Qualche volta sembra che certi specialisti li ignorino.

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IN QUESTO Settembre/Novembre 2021 NUMERO Anno 3

Aziende citate E

Antonio Basso ......... 16 Ance .................. 26, 54 Anpar ....................... 30 Ansag .....................116 Assimpredil ............. 54 Assobeton ....... 30, 106 Assobim ................... 18

Edil Due Z .............100 Elettro Sigma ........... 80 Epiroc ....................... 22

B BGO ............................74 Bianchi Casseforme .66 Brokk ..........................82

C Calcestruzzi ...... 14, 54 Cepav Due ............... 48 Concivia ................... 66

D Doka ......................... 42

F Federbeton ..... 10, 110 Fondamenta ..... 48, 60 Friulana Calcestruzzi .24

Filiera del calcestruzzo e della prefabbricazione

R

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del calcestruzzo e della prefabbricazione SupplyFiliera chain of concrete and precast industries R

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Getech-Gennaretti ...48 GIC .............................40 Giorni Ferro ........... 116 GIS ..............................40

Inserzionisti 12 Bianchi Casseforme 53 Chimica Edile 95 CST 21 Draco 109 Edilmatic II Elettro Sigma 7 Euromecc 5 Federbeton 19 FM Gru

S

VILUPPO ICUREZZA OSTENIBILITÀ

G N° 3/4 - 2021

73 GIC 31 GIS 115 Hydrogen Expo 89 Hydrogeo

N

13 Idrobase

H

NTC&R ..................100

29 International Tower Cranes

HeidelbergCement .54 Holcim ..................... 74

P

17 Italcarrelli

Pastor & Fils ............ 60 Peri ........................... 86

IV Italcementi

R

30 Metalgalante

I Italcementi ........ 10, 54 Italferro ..................116

L Lannutti Costantino .116 Leca .......................... 34 Liebherr ................... 16

M Manitou ...............8, 32 MB Crusher ............. 28 Mecalac .................... 14 Mediapoint & Exhibitions .......... 40 Metax ....................... 48 Migliaccio ................ 38 Mollo ...........................8

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TECNOLOGIA DEL CALCESTRUZZO - OPERE CIVILI E INFRASTRUTTURE - PAVIMENTAZIONI INDUSTRIALI E MASSETTI - INDUSTRIA DEGLI INERTI PREFABBRICAZIONE E MANUFATTI IN CALCESTRUZZO - MONITORAGGIO, RIPRISTINO E CONSOLIDAMENTO - DEMOLIZIONE E RICICLAGGIO

La Rivista “Concrete News” è edita da Mediapoint & Exhibitions s.r.l. di Genova

A

Sviluppo, sostenibilità, sicurezza. Sono i tre principi che devono condurre al cambiamento virtuoso le costruzioni del Paese. Perché l’Italia possa sostenersi sulla più solida politica delle infrastrutture.

RCM ......................... 86

S SBM Mineral ........... 74 Sermac ...................... 38 Simex ........................ 36 Sogefon .................... 60

U

23 Kimera 24 Neron 32 Pappadà Gino 25 Penetron III Pipeline & Gas Expo 27 Sicoma 39 Somero 59 Spajic 15 Tadano Demag

Università Parthenope .............. 96

9 Tecno-Beton

W

105 Tekna Chem

Wirtgen .................... 70 w&p Calcestruzzi ... 24

3 Unical

33 Tecnocom

37 Vermeer


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Pipeline & Gas Expo 8-10 June 2022 Piacenza (Italy)

THE UTILITY CONSTRUCTION SHOW

AMONG THE CONFIRMED EXHIBITORS AT PGE 2022

INFRASTRUTTURE

SERVIZI AMBIENTALI

RIABILITAZIONE CONDOTTE

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