progettazione e la realizzazione di nuove proposte. Per questo sono sempre attivamente coinvolta nell’organizzazione delle fiere di settore e nella creazione delle collezioni da presentare. I saloni sono una vetrina perfetta, un modo d’incontrare potenziali clienti e fidelizzare i brand con cui già collaboriamo. Sono inoltre un’occasione unica per interagire di persona e fare brainstorming su possibili progetti futuri. Per ogni collezione, partiamo da un concept che sviluppiamo a 360 gradi, dalla grafica al packaging. Centrale, però, rimane la formula: texture, sensorialità, applicazione, finish, performance e naturalmente colore sono tutte caratteristiche da valutare in dettaglio».
ENRICA ANCOROTTI, AMMINISTRATORE DELEGATO.
LOREDANA TEDOLDI, RESPONSABILE RISORSE UMANE.
Immagino che nelle sue competenze rientri anche tutto il monitoraggio delle tendenze… «Sì, e sono orgogliosa di affermare che le ricerche di mercato sono condotte interamente da noi. In questo, la rete e i social sono di grande aiuto. I segnali però possono arrivare anche dal mondo della moda, del food… mi piace molto il Medioriente, dove mi reco spesso, certi tessuti offrono spunti bellissimi. Essendo terzisti, abbiamo la fortuna di ricevere molti input dai fornitori di materie prime e di packaging così come dal cliente stesso. Le tendenze vanno poi adattate ai loro gusti ed esigenze: è proprio questa flessibilità che ci contraddistingue».
IL SENSO DI LOREDANA TEDOLDI PER LE RISORSE UMANE
Senso di appartenenza, rispetto, partecipazione, lealtà. Per Loredana Tedoldi, da due anni in Ancorotti Cosmetics come responsabile delle risorse umane, sono parole di senso. Ingegnere di processo, arriva dal mondo del food ed è in azienda da un paio d’anni. Che sensazione le fa essere passata dal food al cosmetico? «Molto positiva. Il fatto poi che sia un’azienda in forte crescita rende l’esperienza ancora più interessante».
ENRICA ANCOROTTI E LA SUA GRANDE FAMIGLIA
Tra Enrica e il padre Renato c’è da sempre un forte legame professionale, oltre che affettivo. Ha iniziato ad affiancarlo quando aveva soltanto 18 anni... Come sono stati gli inizi? «Davvero impegnativi, ma è stato un percorso fondamentale per apprendere ogni fase del processo produttivo. Del resto, concepisco l’azienda come una grande famiglia, in cui ogni risorsa umana è preziosa. Anche adesso che abbiamo notevolmente ampliato l’organico, una cosa a cui tengo molto è incontrare ogni persona durante l’iter di assunzione». Di che cosa si occupa in azienda? «Seguo la direzione artistica, occupandomi principalmente di innovazione. Mi appassionano la
La scrivania le sta stretta, preferisce girare in camice bianco per gli stabilimenti dell’azienda, vero? «Sì, è fondamentale avere un contatto diretto con chi lavora al controllo qualità, in magazzino, alla catena di produzione. Così capisco meglio le loro esigenze». Com’è nato il progetto Rete per la Cosmesi, del quale lei è tra le fautrici? «Mi sono detta, il settore ha un gran bisogno di tecnici del make up e i pochi che ci sono vengono contesi da un’azienda all’altra... Perché non farci noi promotori di un corso di formazione? Il progetto ha coinvolto CISL e Caritas, i profili selezionati provenivano da situazioni di disagio: donne sole, mariti separati, ragazzi che vivevano in case famiglia. I 50 selezionati hanno frequentato un corso di otto ore al giorno per un mese e mezzo e 24 sono stati assunti». La crescita dimensionale di un’azienda è una fase delicata da gestire… «Vanno preservate l’anima famigliare, che rafforza il senso d’appartenenza, e quella manageriale, perché il filo tra famiglia e dipendenti non si spezzi. È una sfida che paga».� IMAGINE .43