Terra e Tradizione - Settembre 2013

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Terra & Tradizione

IL Moscato: la dolcezza del territorio Vigneti che si perdono all’orizzonte, filari dorati di grappoli d’uva fresca, un acinello portato alla bocca e via, la mente parte, tuffandosi in un dolce sapore. E proprio questo delizioso tocco al palato fa capire come il territorio possa regalare tanta dolcezza che caratterizza questo vino aromatico. Nella storia greci e romani bevevano il “Muscatellum” di latina memoria che, nei secoli, grazie all’impegno di persone devote, è diventato un vino docg, o meglio ha dato vita a due tipologie di vino denominate Moscato d’Asti docg e Asti docg. Due modi diversi per mantenere la dolcezza e la naturale freschezza di un’uva raccolta entro metà settembre e pigiata in modo soffice. Il mosto e il freddo, usato in cantina, si abbracciano e, grazie a filtrazioni mirate ed alla tecnologia, il Moscato diventa un vino giovane e allegro da bere. Dicevamo: il Moscato viene proposto come Moscati d’Asti docg, lavorato secondo un metodo più artigianale ma tecnologicamente avanzato, e caratterizzato da un gusto più dolce e da un sentore al gusto meno frizzante. E come Asti docg, il prodotto leader amato e apprezzato in tutto il mondo: uno spumante dalle caratteristiche uniche, capace di conservare, grazie al metodo Martinotti, tutta la dolcezza e la

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freschezza del grappolo di Moscato abbinato alla vivacità di uno spumante non secco. Bassa gradazione, inconfondibile aroma, esaltato se abbinato a dolci di qualità e alla pasticceria sopraffina. Vanno entrambi anche bene fuori pasto, per momenti di relax e puro piacere sensoriale. I bicchieri ideali sono quello a coppa per il Moscato d’Asti e il flut per l’Asti docg. Entrambe le tipologie sono da servire fresche, dai 7 ai 10° C, per preservarne ed esaltarne il fruttato. Il Moscato è un vino che ama il freddo ma è capace di scaldare il cuore e aprire la mente: benvenuti in un territorio unico! IL Barbera: carattere da vendere Il Barbera, il vino rosso della tradizione astigiana, che ha saputo trasformarsi nei secoli da “vino per il popolo” a vino apprezzato in tutto il mondo, grazie alle migliorie apportate durante il tempo sia in vigna che in fase di lavorazione in cantina. Di Barbera di parla fin dal 1200, un vino diventato patrimonio di una terra contadina che ha saputo, non senza fatica, farsi conoscere agli appassionati del vino di qualità. Colline pettinate a filari di barbera ce ne sono molte in Piemonte, e soprattutto nell’astigiano


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