Il reporter-Quartiere 3-settembre 2009

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L’INTERVISTA. A colloquio con Giuliano Da Empoli, assessore alla cultura di Palazzo Vecchio

Firenze? Vetrina della boutique Italia E’ arrivato da poco ma già tenta di creare scompiglio. Ha detto no ai progetti

LA MOSTRA

“storici”, dice sì ad un’inversione di tendenza che porti una ventata

Cinquanta fotografie Per ritrarre l’amore

di freschezza nella cultura fiorentina. Teatri e cinema riaperti per far spazio a nuove contaminazioni e un museo di Palazzo Vecchio tutto rinnovato Ludovica V. Zarrilli

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a preso posto nell’ufficio che fino a giugno è stato dello sceriffo Cioni e con Cioni ha sicuramente in comune l’aria sicura di sé. Giuliano Da Empoli in poco più di trent’anni ha collezionato esperienze da gigante. Sociologo, scrittore e critico. In passato è stato amministratore delegato della casa editrice Marsilio, consulente del Ministero per i beni culturali e membro del consiglio di amministrazione della Biennale di Venezia. Oggi dalle sue stanze di Palazzo Vecchio (che, ci tiene a sottolineare, hanno subito un restyling dopo la dipartita del Cioni) veste i panni di novello assessore alla cultura e alla contemporaneità (questa la delega aggiuntiva che gli è stata affidata dal sindaco) del Comune di Firenze. Assessore, con un bagaglio di esperienze così importanti alle spalle, perché ha accettato l’incarico fiorentino? Questo è sicuramente l’incarico più difficile che mi sia capitato di ricoprire. Devo prendere decisioni in prima persona e assumermi delle responsabilità nuove. E poi, quando mi hanno per chiedermi “Vuoi fare l’assessore alla cultura a Firenze?”, ho pensato che fosse una di quelle proposte che non si possono rifiutare. Qualche tempo fa disse che in futuro il ruolo dell’Italia nel contesto internazionale sarebbe diventato quello di “boutique d’Europa”? Come si colloca Firenze all’interno di questo “centro commerciale”? Se l’Italia fosse una boutique, Firenze sarebbe sicuramente la vetrina. Data la posizione centrale, facilitata dall’Alta Velocità che ormai consente di raggiungere sia Roma che Milano in pochissimo tempo, Firenze dovrebbe essere un punto di partenza importante. Finora le gente diretta a Sud e a Nord da Firenze ci passava, oggi dovremmo fare in modo che questa gente si fermi. E’ seduto sulla poltrona di assessore dall’inizio dell’estate, e da quel momento ha detto “no” al progetto Meccanotessile, al restauro del torrino di San Niccolò, alle mostre in Sala d’arme. Ma cosa vuole fare, assessore Da Empoli? Quali saranno i suoi sì?

Giuliano Da Empoli

Firenze non ha bisogno di “mega progetti”, idee che vengono messe su carta e rimangono ferme per dieci anni. Firenze ha bisogno di rompere i suoi tabù e di creare un tessuto connettivo fatto di realtà piccole ma più vitali. Bisogna creare un città dove le persone possano trovare il proprio spazio per fare cultura, un po’ come avviene a Berlino. Il Comune ne ha già a disposizione dozzine, e in questo momento stiamo valutando come poterle utilizzare. Ci sono moltissimi cinema e teatri chiusi da tempo, che dovrebbero essere riaperti per far spazio a cose nuove. Abbia-

mo già in programma una riunione il 10 ottobre con Riccardo Ventrella (direttore del Teatro della Pergola, ndr) per confrontarci a questo proposito. E i 300mila euro che erano stati stanziati per risanare il torrino di San Niccolò? Serviranno per riqualificare il museo di Palazzo Vecchio, il più importante museo comunale. Trasformeremo la Sala d’arme in un luogo dove ogni pomeriggio alle cinque ci sarà un incontro con una personalità di passaggio. E poi rifaremo la biglietteria, un bookshop e forse anche un cafè.

IL CONCERTO. Per la prima volta in Italia un one man show dell’artista francese

Wax Tailor, nuovi sound in anteprima I

n The Mood For Life, è questo il titolo dell’ultima fatica di Wax Tailor, che potrà essere ascoltato in anteprima in occasione dell’evento Mix’d up, l’11 settembre al Saschall. Tailor, artista francese di fama internazionale, condividerà per una sera col pubblico fiorentino le tracce del suo nuovo album. La presenza di Wax Tailor sarà ulteriormente valorizzata dalla presenza del collettivo fiorentino Overknights, che aprirà le danze, e dalla presentazione del nuovo progetto live di Bonnot (Assalti frontali) e Gruff, un vero e proprio show che si articola tra hip hop, drum’n’bass, scratch e elettronica. Il primo disco di Wax Tailor JC Le Saout aka esce per la prima volta nel 2004 e si intitola Tales Of The Forgotten Melodies. Il disco raccoglie molte critiche positive in Francia e diventa uno dei successi discografici dell’anno in tuttaEuropa. L’album inizia ad essere distribuito nel mercato discografico americano e Tailor inizia a proporre la sua musica nei quattro angoli del pianeta facendo da spalla ad artisti del calibro di Aceyalone & RJD2. Nel 2007 e nel 2008, in seguito all’uscita dell’album Hope & Sorrow, Wax Tailor parte per una tournée che prevede ben 200

date in tutto il mondo. Dopo la registrazione di Seize the day, il tema principale del film firmato da Cédric Klapish Paris, produce un remix per Asa (Jailer) e remixa un brano di Nina Simone per un album della Verve Label uscito alla fine del 2008. Nel 2009 lavora al suo terzo album In The Mood For Life in uscita il prossimo 21 settembre. La musica di Wax Tailor ha avuto un notevole impatto in tutto il mondo fin dal disco d’esordio Tales of the Forgotten Melodies. Un album che ha ricevuto critiche molto simili a quelle che di solito ricevono le migliori produzioni di DJ Shadow, RJD2 e Portishead. Con il suo secondo album Hope & Sorrow (80.000 copie vendute in tutto il mondo e due nomination sia al French music award che all’ US Indie music award) Wax Tailor conferma la sua identità. La sua proposta musicale, spesso etichettate nel genere trip-hop o down tempo hiphop, infrange le barriere di qualsiasi classificazione grazie all’utilizzo di una vasta gamma di suoni che traggono spunto dal soul, dal funk e dal jazz. Ingresso: euro 5 (prima delle 22), euro 8 (dopo le 22). Info: 346/8577597 /C.G. oppure www.switchproject.net

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cinquanta volti di una donna. Non una donna qualsiasi, ma il volto e il corpo della persona amata, della propria musa. Nascono così i “volti di Juliet” immortalati da Man Ray e esposti dal 12 settembre al 6 dicembre 2009 al Lu.C.C.A. - Lucca Center of Contemporary Art. La mostra Man Ray. The Fifty Faces of Juliet è una carrellata in cui il soggetto è sempre lo stesso - Juliet appunto – che si materializza in modo diverso a seconda dell’immagine. L’esposizione è stata realizzata in collaborazione con la Fondazione Marconi di Milano ed è curata da Janus, insieme a Maurizio Vanni, direttore del museo. Verranno proposti al pubblico i cinquanta ritratti che l’artista scattò alla moglie, Juliet Browner, tra il 1941 e il 1955. The Fifty Faces of Juliet fu pensato da Man Ray agli inizi degli anni ’50 come libro in omaggio a sua moglie Juliet, ma anche come un “saggio” di opere foto-grafiche iniziato a Los Angeles nel 1941. Cinquanta fotografie, stampe originali in diverse tecniche e stili, alcune colorate a mano, di diverso formato che Man Ray ha dedicato a Juliet, la musa definitiva della sua vita. Man Ray, attraverso la fotografia ha offerto a se stesso e ai suoi modelli l’occasione di esplorare le possibilità creative dell’io, muovendosi straordinariamente dai registri più onirici e surreali alla pantomima, al puro “divertissement”. Juliet ne è stata uno dei soggetti più ricchi e straordinari. The Fifty Faces of Juliet sono il racconto di un amore e di una vita. Cinquanta ritratti in cui l’immagine di Juliet viene di volta in volta inventata, riscritta, modificata, esaltata con il segno della matita, con un intervento grafico, con la sovrapposizione di una stoffa, di un velo trasparente, occultata dietro una maschera, il suo volto incorniciato con un grande cappello alato, svelata nella sua nudità, trasformata in un ricamo. Le differenze che nella mente dell’artista materializzavano la straordinaria bellezza della sua metà, di quella donna incontrata in California per caso, quando per caso per sfuggire al pericolo nazista ritornò a New York da cui si allontanò quasi subito per trasferirsi d Hollywood, dove incontrò Juliet Browner, un’affascinante modella di ventotto anni dai lineamenti fauneschi e gli occhi a mandorla che le davano un aspetto vagamente esotico (Man). Nel 1946 Juliet sarebbe diventata sua moglie a Beverly Hills. Info: 0583 950499 www. luccamuseum.com

Una delle opere in mostra


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