Il Periodico News - marzo 2015

Page 25

il Periodico

25

IL RICORDO DI AZZARETTI NELLE PAROLE DI CHI LO CONOSCEVA

di

Christian Draghi

Insieme a Giovanni Azzaretti se ne è andato un pezzo della storia politica oltrepadana. “Nino” per gli amici, il “dobermann” per gli avversari, era uno dei potenti. Ecco il ricordo del politico e dell’uomo nelle parole di chi lo ha conosciuto e frequentato. Innanzitutto quelle della figlia Marina, assessore alla cultura del comune di Voghera, che ha affidato come di consueto i suoi pensieri al social network. “Sei un uomo d'onore – scrive rivolgendosi direttamente a lui - di quelli che prima facevano e poi dicevano, di quelli che una stretta di mano era per sempre. Un papà, un uomo straordinario, un signore. Un 'passionario' in tutto quello che hai fatto e sei riuscito a fare. Il tuo insegnamento è stato il tuo esempio. Mai hai voluto intrometterti nelle libere nostre scelte. E dei tuoi amici. E degli altri. Ma a tutti hai dato sempre tanto. Tutto quello che hai potuto”. Sentito anche il ricordo di Achille Cester, politico e ingegnere d’Oltrepò. “Per me è stato come un secondo padre, che io ho perso da piccolo, e un maestro di vita. Politicamente fra noi c’era un abisso. Io sono solo un hobbista, lui era un grande professionista che ha dedicato tutta la sua vita alla sua gente… ai suoi elettori, che conosceva uno per uno nei loro problemi e nel loro quotidiano. Non li ha mai lasciati soli anche quando per scelta, con la chiusura della DC, non ha più voluto legarsi ad un partito anche se in tanti lo hanno lusingato e cercato. Era coerente anche in quello

riteneva che non si potesse essere uomo per tutte le stagioni”. Parla di lui un “big”, come Giovanni Alpeggiani, che di Azzaretti sembra aver ereditato lo scettro della Valle Staffora. “E’ stato un leader, un politico vero, che ha saputo rappresentare la sua gente. Avevamo un ottimo rapporto, la sua è sicuramente una perdita grave per tutto il territorio, soprattutto in luce di quello che avrebbe ancora potuto fare grazie al suo ruolo nella Fondazione Cariplo”. Così lo ricorda il “Faraone” Giancarlo Abelli, i cui rapporti con Azzaretti si erano raffreddati dopo la faccenda che lo vide allontanato dal S. Matteo nel 2007. “Lui pensava che avrei potuto fare di più per lui in quella vicenda e ci siamo un po’ allontanati. Ma abbiamo avuto negli anni molti più momenti di alleanza e amicizia che altro. Ci conosciamo dal 1965, quando io stavo iniziando la carriera nella Dc e lui era assessore provinciale. Umanamente aveva un carattere in apparenza duro, l’approccio con lui non era dei più facili e in questo senso il soprannome di ‘dobermann’ era azzeccato. Ma in realtà era molto sensibile con le persone che stimava e a cui voleva bene”. Il parroco del Duomo don Gianni Captini gli è riconoscente “per tutto quello che ha fatto per la parrocchia attraverso la Fondazione Cariplo. Fu lui a offrirsi di aiutare il Duomo in una situazione molto difficile, con il campanile a rischio crollo, l’umidità e i restauri interni. Bisogna dire però che si è occupato non solo del Duomo, ma di tutto il territorio. In questo senso tengo a precisare che la presenza del Vescovo al suo

VALLE STAFFORA

“Un uomo duro ma sensibile, un vero leader di un’altra epoca”

MARZO 2015

Giovanni Azzaretti

funerale non era per fare delle differenze rispetto alle altre persone, ma per testimoniare quello che è stato un ruolo pubblico di grande impegno verso la gente”.


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.