Il Periodico News - OTTOBRE 2015

Anno 9 - N° 97

il Periodico

Ottobre 2015

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Crisi al Brallo, Chlapanidas attacca: "Spero sia l'ultimo atto di Tagliani" Giorgi: "Ridare valore al vino e all'Oltrepò pavese"

Stradella, il parroco: "Basta polemiche, la chiesa è per l'accoglienza"

Dalla Val Tidone storie di emigrati ed immigrati Salice Terme alle prese con le residenze fittizie e il porfido che 'salta'

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Commento di Antonio La Trippa L’incendio alla Piberplast e l’evolversi successivo mi hanno fatto ritornare alla memoria quanto studiato a scuola ed in particolare a quanto affermava Alessandro Manzoni che scriveva che il buonsenso c’è, ma se ne sta in disparte perché ha paura del senso comune.

Quanto scritto dal Manzoni mi sembra calzante nel caso dell’incidente successo nello stabilimento di una delle poche realtà industriali rimaste floride ed attive in Oltrepò, la Pibergroup della famiglia Bergaglio.

Vista la tipologia dei prodotti trattati da Piberplast, e vista la grande nube nera che si stagliava e propagava nel cielo, immediate sono state le legittime preoccupazioni dei vogheresi e dei molti residenti dei comuni limitrofi della Valle Staffora. > Purtroppo alle prime reazioni sui vari social, con richieste d’informazione e di legittime paure, si sono scatenati dopo alcune ore, pochissime ore, molti commenti che a mio modestissimo giudizio, ho trovato fuori luogo. Si sono subito moltiplicati i commenti che in buona sostanza avevano due matrici: > Matrice 1 ) “il Sindaco di Voghera cosa sta facendo? Come ci dobbiamo comportare? Perché non ci informa su cosa sta succedendo?“ > Matrice 2 ) “avete visto cosa succede con le fabbriche di materie plastiche? Se bruciano ci inquinano tutti ecco il motivo per cui non bisogna fare l’impianto pirolisi a Retorbido”. > Per quanto riguarda il commento inerente al Sindaco di Voghera, chi ha la benevolenza di essere lettore di questa pagina, avrà capito che la mia simpatia sull’operato dei politici in genere è molto bassa, ma in questo caso, pur essendo tutto perfettibile, che risposte poteva dare “subito” e “certe” Carlo Barbieri, considerando anche che era sabato… e che quindi proprio perché sabato non era facile avere “subito” tutte le notizie “certe” che alcuni “pretendevano”? > Io presumo che avvertito, si sia informato dei fatti e di quanto stava accadendo, in tutti i modi per lui possibili e dopo che i tecnici, i vigili del fuoco, l’Asl e i dirigenti Piberplast, gli hanno spiegato cosa era successo e cosa stava avvenendo ha tranquillizzato la popolazione con un comunicato su internet e sui social. > NO… non va bene… Barbieri è un incapace, Bar-

bieri si deve dimettere! Non so se Barbieri sia un ottimo Sindaco, certamente è un Sindaco criticabile ed anche in molti casi giustamente criticato, come del resto molti sindaci in Oltrepò, in Provincia di Pavia ed in tutta Italia, ma in questo caso, cosa poteva fare? > Si pretendeva che scrivesse “subito” sui social e sul sito internet del comune che bisognava chiudere porte e finestre delle case, che bisognava lavare bene frutta e verdura…..…etc etc etc … > Forse è vero il Sindaco di Voghera invece di pubblicare l’invito a chiudere porte e finestre sull’albo pretorio del comune poteva scriverlo su internet e sui social… ma mia madre che ha superato gli 80 anni, non ha aspettato che Barbieri gli dicesse che quando c’è del fumo esterno bisogna chiudere porte e finestre, non ha aspettato che Barbieri gli dicesse che la frutta e la verdura devono essere lavate bene prima di essere mangiate, mia mamma lo fa normalmente e da sempre. Mia mamma ha “buonsenso” e così tante mamme, tanti papà e tante persone dell’Oltrepò, hanno quel “buonsenso” che, ripeto, a mio modestissimo avviso è mancato ad altre tantissime persone ed ad anche ad alcuni esponenti politici, dei più diversi e diversificati schieramenti, che arrampicandosi sugli specchi lo hanno incolpato, in questo caso ingiustamente di manifestare incapacità nel gestire la vicenda “incendio Piberplast”. Mi è sembrato che alcuni politici nella ricerca spasmodica di “consenso” hanno dimenticato il “buonsenso”… e questo a mio modesto giudizio è preoccupante > Per quanto riguarda il commento relativo a Piberplast – Pirolisi, chi è lettore del Periodico News, sa che nei vari articoli della nostra redazione, quindi come linea editoriale, ci siamo sempre schierati contro il prospettato impianto a Retorbido. Abbiamo altresì dato voce, oltre a chi era contrario, anche a chi contrario non era, questo per far si che ogni nostro lettore, dopo aver sentito le varie “campane” si facesse la propria opinione. Premesso questo, durante e dopo l’incendio che ha colpito la Piberplast, sono rimasto perlomeno perplesso da diversi commenti apparsi sui social, dove molti hanno “tuonato” e “pontificato” sulla pericolosità dell’incendio alla Piberplast, lanciando allarmi sulla nube nera che a loro giudizio incombeva sull’Oltrepò, sulle polveri più o meno sot-

TERZA PAGINA

INCENDIO PIBERPLAST… FORSE E’ MANCATO IL “BUONSENSO”

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tili, sulla diossina che ci stava avvelenando e conseguentemente... visto il “disastro” Piberplast, permettere di realizzare l’impianto di pirolisi a Retorbido era da incoscienti o come molti hanno scritto da “capre”. Anche in questo caso a mio modesto avviso è mancato il “buonsenso”, i dati forniti dall’ARPA e comunicati dalle autorità competenti hanno escluso che l’incendio alla Piberplast abbia avuto impatti negativi superiori alla norma sulla qualità dell’aria. Giustamente, in questo caso, alcuni politici hanno chiesto che venisse monitorato anche il terreno, per avere la certezza che anche questo non fosse contaminato oltre la norma. Speriamo che le risultanze anche in questo caso siano positive, pur non essendo un chimico e neanche giocando “al piccolo chimico” hobby molto diffuso in questo periodo in Oltrepò, fonti tecnicamente autorevoli hanno la ragionevole certezza che non essendo stata l’aria inquinata in base ai normali parametri, anche il suolo, pur essendo piovuto nelle ore successive all’incendio, non dovrebbe essere inquinato, vista anche la tipologia delle materie plastiche bruciate alla Piberplast. Sicuramente la nube nera sviluppatasi non è stata una “passeggiata di salute”, ma da qui, come qualcuno “immediatamente” ha affermato a dire che c’era della diossina ed altre sostanze tossiche etc etc ce ne corre. Il “buonsenso” dice che se l’incendio non succedeva era meglio, ma dal lanciare allarmi del tipo ”incidente, vettura distrutta, i passeggeri sono in coma”, alla realtà “incidente, vettura danneggiata, i passeggeri stanno bene”, di differenza ne corre. Il catastrofismo soprattutto se fine a se stesso non porta da nessuna parte, nel caso specifico a mio giudizio non ha avuto nessuna utilità alla causa contro la pirolisi. La cosa preoccupante è che molti commenti “catastrofici” sui social, sono stati seguiti da molti altri commenti “allarmistici” che evidenziavano come alla luce del “disastro ambientale Piberplast” realizzare l’impianto pirolisi era una pazzia. Concordo che realizzare l’impianto Pirolisi è un errore, non ho le competenze, nè ho la presunzione di averle per affermare che l’impianto pirolisi è pericoloso oppure no, ritengo che realizzarlo sia un errore, perché “piazzare” un impianto di questa tipologia all’ingresso della valle Staffora, valle che vorrebbe avere ambizioni turistiche, è un errore di ubicazione. Come ho già scritto mesi orsono, sarebbe ripete l’errore fatto a Venezia, dove hanno realizzato un polo petrolchimico, a Marghera, di fronte ad una delle mete turistiche più belle e famose al mondo. Nessuna persona di “buonsenso” posizionerebbe all’ingresso di casa propria il bidone della spazzatura, soprattutto se aspetta ospiti e la valle Staffora di ospiti ambirebbe ad ospitarne. Questi allarmismi ingiustificati ma gridati, questo voler da parte di qualcuno cavalcare l’incendio Piberplast, per piegarlo alla causa NO Pirolisi, è forse per un “senso comune” che è cosa diversa dal “buonsenso” ma molto spesso, come diceva Alessandro Manzoni, si mette a tacere il buonsenso per il timore di non pensarla come gli altri, come la maggioranza o come dettano le regole del politicamente corretto. > La vicenda Piberplast dovrebbe farci riflettere, a mio avviso, su come molti politici hanno lasciato perdere il “buonsenso” per la ricerca del “consenso” e molte persone, anche autorevoli o comunque socialmente esposte hanno confuso il “buonsenso” con il “senso comune” ….

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ATTUALITA’

Incendio ALLA Piberplast, parla Paolo BergaGLIO

Piberplast: «Basta con gli allarmismi e le strumentalizzazioni» di

Serena Simula

Finita l'emergenza, è la volta dei chiarimenti e delle polemiche. L'incendio che lo scorso 19 settembre è divampato in uno dei magazzini della Piberplast si è spento dopo poche ore ma subito sono fioccati i commenti maligni, gli allarmismi, le critiche più o meno fondate. A rispondere è l'ingegnere e direttore di produzione Paolo Bergaglio, che abbiamo intervistato per ripercorrere insieme a lui le drammatiche ore dell'incidente e per capire esattamente quali saranno le conseguenze.

Ingegnere, cominciamo dal 19 settembre. Cosa è successo in via Liguria?

«Tutto è cominciato intorno alle 14.50, quando un cortocircuito causato dai pannelli solari ha dato il via a un incendio che si è esteso molto velocemente all'intera struttura del magazzino dove erano contenuti esclusivamente prodotti finiti e pronti per la consegna. Immediatamente i locali sono stati evacuati e sono entrati in azione i vigili del fuoco (provenienti anche da fuori provincia) e la nostra squadra antincendio, che hanno lavorato strenuamente per contenere l'incendio alla sola struttura del magazzino mentre si riuniva l'unità di crisi formata dall'Arpa, dall'Asl, dai sindaci di Voghera e Rivanazzano, dalle associazioni ambientaliste e alle forze dell'ordine.

Subito, all'inizio delle operazioni, sono state consegnate a chi di dovere le schede di sicurezza dei prodotti presenti nello stabile, necessarie a capire se ci fossero materiali pericolosi per la salute».

E ce n'erano?

«Assolutamente no. Il nostro ciclo di produzione non prevede la presenza nè di polimeri nè di composti clorurati, che sono poi i materiali che bruciando generano la diossina. Nei nostri magazzini c'erano solamente imballaggi in polipropilene, i quali producono soltanto polveri, polveri sottili e nerofumo: tutte sostanze assolutamente non tossiche. Nello stabile non erano presenti nemmeno dei solventi, le uniche altre cose che sono andate bruciate oltre ai nostri prodotti sono gli scaffali, gli stessi pannelli solari e i cavi elettrici».

Quindi i risultati dell'Arpa non sono stati una novità per voi..

«No, non ci aspettavamo niente di diverso. Siamo molto attenti alla sicurezza e proprio per sincerarci di non aver causato danni abbiamo commissionato anche noi delle analisi a un laboratorio privato che hanno confermato quanto già rilevato dall'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente».

Eppure sui social network è stato detto di tutto.

«Purtroppo lo sappiamo e la cosa ci è molto dispiaciuta. Siamo un'azienda trasparente, onesta e molto legata al territorio, per cui le critiche prive di fondamento da parte dei cittadini ci hanno fatto male.

Se però possiamo capire i commenti delle persone comuni, ciò che non ci spieghiamo sono le falsità che hanno riportato i giornali. Dai professionisti che ci lavorano, infatti, ci saremmo aspettati una maggiore serietà».

A cosa si riferisce in particolare?

«Agli allarmismi che si sono fatti senza motivo, alle inesattezze riportate. La sensazione che abbiamo avuto è stata quella che l'opinione pubblica, incitata dai mezzi di comunicazione, abbia pensato che in

Paolo Bergaglio

quel magazzino l'azienda nascondesse chissà cosa.

Invece quelle che sembravano esplosioni erano solo pezzi di tetto che crollavano, il magazzino non era stato dato in franchising a nessuno e non c'era alcuna necessità di chiudersi in casa per non respirare sostanze tossiche».

Forse se ci sono state tante inesattezze è stato an-

che per via di una comunicazione poco chiara sia da parte vostra che da parte delle autorità...

«Da parte nostra le comunicazioni sono arrivate precise e puntuali dopo l'emergenza, quando si è potuto fare il punto della situazione su quanto è successo.

Mentre il capannone bruciava e nei giorni immediatamente successivi abbiamo avuto ben altre preoccupazioni, all'inizio c'erano addirittura due dispersi, si doveva agire con la massima rapidità. Per quanto riguarda le autorità, invece, sono state informate fin da subito che non c'erano rischi per la salute ed è per questo che non hanno dato comunicazioni: non c'era nulla di urgente da comunicare».

In Piberplast lavorano oltre 260 persone e in certi periodi con gli stagionali si raggiungono i 600 impiegati: ci saranno ripercussioni per loro?

«Assolutamente no, anzi probabilmente dovremmo riassumere alcuni stagionali per recuperare al più presto le commesse che sono andate in fumo. Il danno che l'azienda ha subito è di circa 2 o 3 milioni di euro, a fronte di un fatturato 2014 di 34 milioni: sfrutteremo il più possibile i nostri stabilimenti per soddisfare le richieste dei clienti che sono state distrutte e procederemo al più presto con i lavori di ricostruzione del magazzino».

E per quanto riguarda le responsabilità dell'incendio?

«In tutta onestà non abbiamo interesse a rivalerci su nessuno. Essendo assicurati incasseremo quanto ci spetta dall'assicurazione e, nel caso, sarà lei a rivalersi su chi ha installato i pannelli solari. In ogni caso, comunque, al momento ho fatto spegnere tutti gli impianti presenti sui nostri tetti. Verranno minuziosamente controllati e solo in un secondo momento decideremo se riattivarli».

L'incendio alla Piberplast

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PARLA IL VICE SINDACO ANDREA ARESU

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di Alessandro

Disperati

Il porfido di via delle Terme a Salice non verrà rimosso. Almeno per ora questa ipotesi non viene presa in considerazione per via dei costi notevoli che comporterebbe al comune di Godiasco. Di certo passeggiando per la via ci si può accorgere di come questa pavimentazione non sia stata un'iniziativa delle più brillanti: molti cubetti sono saltati via e rattoppati con asfalto. Altri sono pronti a schizzare via da un momento all'altro. E così nell'ultimo consiglio comunale la maggioranza ha voluto fare chiarezza.

Ne parliamo con Andrea Aresu, vice sindaco di Godiasco Salice Terme.

Qual è il problema del porfido di Salice Terme?

"Il problema sta esplodendo giorno dopo giorno. Riteniamo sia giusto informare i cittadini dell’obbrobrio perpetrato, dalla precedente amministrazione, in primis ai danni dei salicesi che ne stanno subendo gli effetti, tutti negativi, ed in secondo luogo ai danni dei i cittadini che ne stanno pagando i costi. E badate bene che questi costi li stiamo pagando, esclusivamente perché qualcuno ha pensato bene di soddisfare il proprio ego, sottraendo al Comune, risorse economiche indispensabili per la manutenzione ordinaria del territorio".

Ma quanto è costata la posa del basalto in via delle Terme a Salice?

"Per arrivare ai costi definitivi bisogna fare delle premesse...".

E quali?

"La Regione Lombardia nel 2010 deliberò un Bando a vantaggio dei comuni fino a 5.000 abitanti per finanziare interventi di “riqualificazione spazi urbani” per un importo massimo di 400.000,00 €, nell’ambito del quale erano consentiti più progetti ed era prevista una quota di cofinanziamento minima a carico del Comune pari al 25%. La precedente amministrazione si attivò ed elaborò due progetti: un intervento in Piazza della Fiera a Godiasco ed un intervento in Viale delle Terme a Salice Terme".

Il progetto di Salice cosa prevedeva?

"Dal computo metrico estimativo, firmato dall'allora sindaco si evince che l’ Area da pavimentare era di m² 3.700,00 ed era previsto uno scavo di sbancamento di 20 centimetri".

E che tipo di porfido era previsto?

"Era prevista una pavimentazione con masselli autobloccanti modulari di spessore di 8 centimetri".

Ma qualcosa non è andato per il verso giusto... cosa?

"Il massello, molto probabilmente, non era abbastanza attraente, la pietra di natura vulcanica deve aver suscitato, in qualcuno, un’attrazione tale da stravolgere il progetto primitivo, già molto discutibile, con una variante tecnica, pur d’impiegare la pietra fatale".

In che senso?

"Nel mese di ottobre, sei mesi dopo l'approvazione del primo progetto, la Giunta Comunale riapprovò i progetti perché gravati da varianti tecniche".

E con questa variante che cosa è cambiato?

"Ascoltate cosa si sono inventati.... Con le varianti tecniche, pur di pavimentare la via con il basalto, senza incrementare il costo finale dei lavori messi a bilancio, in quanto il basalto costa, al mq, quasi due volte e mezzo del massello autobloccante di cls previsto nel progetto di aprile (€ 28 contro € 65) si è deciso di ridurre l’area da pavimentare, che è diventata di m² 2.695,00 – 27,2%. Inoltre la vecchia

ATTUALITA’

"Il porfido per ora resta dov'è ma questa pavimentazione è un danno per Salice"

Il porfido a Salice Terme

giunta ha optato per la sostituzione del massello di cls autobloccante alto 8 centimetri con il cubetto di basalto alto tra i 4 ed i 6 centimetri messo in opera su un letto costituito da sabbia e cemento mescolati a secco con interposta rete elettrosaldata di diametro di 6 millimetri".

Quindi una variazione al progetto iniziale...

"Per giustificare la sottrazione di 1.005 m² di pavimentazione è stata realizzata la pista ciclabile con conglomerato bituminoso (asfalto) m² 686,00 x 10,00 per un costo complessivo di € 6.860,00. Ironia del destino, quest’opera, intendo la pista ciclabile, che non era prevista nel progetto di aprile, ci da l’ordine di grandezza di quanto sarebbe venuta a costare l’asfaltatura di tutto il Viale – dieci euro a m²!".

E i costi complessivi dell'opera?

"Bene, ora parliamo di costi: per l'intervento a Salice in via delle Terme, sono stati spesi complessivamente € 248.892,13 – di cui: € 122.392,13 - finanziati dalla Regione Lombardia ed € 126.500,00 – finanziati dal Comune, tramite mutuo – (50,8%)".

Il porfido si è dimostrato anche molto rumoroso.

Avete dei dati a tal proposito? " La prova, di tutto questo rumore l’ha prodotta l’ARPA (incarico assolto dall’ARPA a costo zero euro per il Comune). Dall’analisi dei dati ottenuti a Salice nel periodo marzo/aprile 2015 (misure fonometriche), considerando anche i problemi tecnici intercorsi che non hanno consentito di misurare il rumore stradale per una settimana intera come richiesto dalla normativa vigente, emerge un superamento dei limiti previsti dalla classificazione del Piano di Zonizzazione Acustica Comunale, sia nel periodo diurno, sia notturno".

E di quanto?

"La classe in cui è classificata via delle Terme è IV che prevede un limite diurno pari a 65 dB(A) ed un limite notturno pari a 55 dB(A). In base ai dati il va-

lore diurno oscilla tra 67,0 e 69,5 dB(A) quindi dai 2 ai 4,5 in più. Il valore notturno, invece, oscilla tra il 60,5 e 67,5 dB(A) con un aumento variabile da 5,5 a 12,5".

Ora che accuse muovete alla vecchia amministrazione?

"Oggi, gli autori di questo disastro che fanno? Si sono ravveduti? Fanno mea culpa? Riconoscono i propri errori e limiti? No! Oggi pontificano, a turno, non lesinano suggerimenti/proposte per mantenere in vita il “mostro” che giorno dopo giorno va letteralmente a pezzi. Senza peraltro spiegare, ma non è mai troppo tardi, come un cubetto alto 4 cm, posato su letto di 4 centimetri di sabbia e cemento mescolati a secco, possa rimanere nella posizione in cui è stato posato, essendo soggetto a supportare il traffico veicolare leggero e pesante, quindi carichi variabili, quindi cedimenti differenziali, quindi frenate, quindi vibrazioni, dilatazioni termiche, acqua e gelo nel periodo invernale, quindi sigillature dei giunti che si fessurano e quindi infiltrazione di acqua che sotto l’azione delle sollecitazioni provocano, il dannoso effetto pumping, cioè, l’espulsione di elementi fini verso l’alto, e di conseguenza, la creazione del vuoto sotto il cubetto che non ha più ancoraggio. E francamente, è un miracolo se il “povero sanpietrino” rimane ancora li, dove è stato posato".

E ora cosa intendete fare per risolvere il problema?

"In sostanza, il basalto, per il momento rimane nella posizione in cui è. Faremo il possibile per evitare danni, derivanti dal medesimo nei confronti di persone, cose e animali. Un domani se si dovesse intervenire sul collettore fognario, o su qualche altra utilities (Enel-gas-acqua), che si trovano al di sotto della pavimentazione di via della Terme, penseremo cosa fare, tenendo in considerazione, ovviamente, l’analisi dei costi".

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L'INTERVISTA X

NE PARLA UNO DEI PIU' FAMOSI GIOCATORI ITALIANI

OTTOBRE 2015

Per i bambini ci vogliono dei formatori non degli allenatori di

Nilo Combi

Parlando di sport giovanile ed in particolare di calcio, si tocca un aspetto delicato, perché riguarda i bambini, si tocca un nervo scoperto perché si parla di genitori, allenatori e società calcistiche. Il “Mister X” che abbiamo intervistato questo mese è stato uno dei più importanti e dei più famosi giocatori italiani, in seguito è stato anche un grande dirigente. Conosce per frequentazione ed amicizie coltivate l’Oltrepò Pavese, a lui abbiamo posto alcune domande su questo tema “delicato” su questo “nervo scoperto”.

Quali sono gli ingredienti per organizzare un buon settore giovanile?

"Prima di tutto un ottimo modello di insegnamento, un responsabile che capisca questo modello d’insegnamento, che lo spieghi ai vari “allenatori – formatori” e soprattutto che controlli ogni giorno che questo modello venga seguito. Certamente è indispensabile la voglia e la passione di lavorare in maniera quotidiana con i bambini, sono importanti anche le strutture e le infrastrutture adeguate che si mettono a disposizione, ma non è un aspetto prioritario, ai mie tempi giocavamo per strada ed anche oggi uno dei più grandi talenti, Cristiano Ronaldo ha giocato ed imparato a giocare a calcio per strada con due sassi come porta".

Secondo lei, bambini di 8-10 anni quante volte a settimana si dovrebbero allenare?

"Allenarsi per i bambini è una parola che trovo fuori luogo, ritengo corretta la parola giocare, quindi quante volte alla settimana possono giocare a calcio i bambini ? Chieda a loro! Loro vorrebbero “giocare” ogni giorno, quindi perchè no? A patto che il calcio sia inteso come gioco, come quando anni e anni fa si giocava, tutti i giorni in cortile o nelle strade. Se c'è divertimento, se viene loro permesso di esprimersi, devono andare al campo tutti i giorni. Ma prima si fanno i compiti.. Oggi molti settori giovanili fanno “allenare” i bambini due volte a settimana, non sono per niente sufficienti, i bambini devono “giocare” a calcio tutti i giorni. Dobbiamo recuperare l'atmosfera del calcio da strada o da oratorio".

Quindi nei settori govanili con i bambini non si sta seguendo la strada giusta?

"No, purtroppo la strada è spesso sbagliata. Bisogna cambiare tante cose, specialmente il sistema competitivo fin dai più piccoli. Campionati, classifiche, stress, portano solo a situazioni negative. I bambini non sono liberi, creativi, gli “allenatori” che purtroppo molto spesso non sono “formatori” li costringono a 7 o 8 anni a far esercizi ginnici, non li lasciano giocare con la palla. Questo è un errore".

In quali Paesi ci sono i migliori vivai per bambini?

In Spagna, in Olanda ed ultimamente in tutti i paesi scandinavi. Ci sono dei bambini di 9 anni che hanno assoluta padronanza del pallone, bambini che cadono raramente per terra, perché se cadono facilmente “troppo” facilmente, vengono puniti. In quel caso i “formatori” se vedono un bambino che imita le “ballottellate” lo puniscono, in Italia gli “allenatori” delle giovanili, se vedono che un bambino si butta per terra per esagerare un fallo o per perdere tempo ridono, anzi e purtroppo, qualche volta sono proprio gli “allenatori” che insegnano ai bambini certe cose,

poi i bambini le rivedono in Tv, fatte dai giocatori professionisti ed è il patatrac".

Molti allenatori delle giovanili vogliono “vincere” anche se si tratta di bambini?

"Ripeto gli “allenatori” devono tornare ad essere dei “formatori”, ad avere pazienza, bisogna seminare bene per raccogliere i frutti con il tempo. Non si può avere come scopo la vittoria, molto spesso a tutti costi, almeno fino ai 13-14 anni. I bambini vogliono solo giocare e divertirsi, sono certi “allenatori” e purtroppo anche troppi genitori che vogliono solo vincere. Da qui nasce il mal costume di far giocare poco o peggio, lasciare a casa i più deboli quando si vuol cercare di vincere un torneo o peggio ancora, una singola partita. Questo è un modo di “allenare”che non può essere tollerato, purtroppo la cosa grave è che molto spesso è tollerato dalle società e condiviso dai genitori dei “cosiddetti” bambini più bravi".

Gestire questi genitori non è facile?

"No, non è facile, sempre più spesso sono i genitori che litigano a bordo campo, sempre più spesso sono i genitori che danno al bambino durante la partita indicazioni pseudo tattiche, sono i genitori che urlano parolacce all’arbitro. Il bambino sente ed impara, poi i genitori si lamentano se il bambino è maleducato. Poi se senti questi genitori, nonni e parenti vari, ti spiegano perché hanno ragione a comportarsi in quel modo, il perché del loro “insano” comportamento".

Soluzione?

Purtroppo far ricadere sui figli la colpa dei genitori non è bello, l’unica soluzione è quella di permettere al bambino di giocare tutta la settimana con i compagni, ma se il genitore si è reso protagonista di insulti, urla ed altre stupidità simili, e’ necessario non far giocare il bambino in partita per “x” tempo. In questo modo sarà il bambino, visto che non gioca le partite ad insegnare ai genitori come comportarsi, è paradossale ma a me sembra l’unica soluzione. Puntare sui bambini per migliorare gli adulti. Per far ri-

spettare questo ci vorrebbe anche un patto tra tutte le società, se un bambino o meglio un bambino per colpa di un genitore ha subito questa punizione, anche le altre società non lo devono accogliere nei propri ranghi e se lo accolgono non lo fanno giocare, fin quando non ha terminato il periodo di “punizione” della società originaria".

I “formatori” sono preparati?

"I formatori purtroppo nella maggioranza dei casi non sono preparati, il vero problema è che molti si credono dei Lippi o dei Capello. E’ la società, il responsabile del settore giovanile che deve vigilare ed imporsi, ma molto spesso non lo fa per quieto vivere, perché non ci sono rimpiazzi e gli alberelli, in questo caso i bambini, “crescono storti” . Le società devono imporre ai formatori di formare squadre uniformi, in cui ci sia uguale spazio sia che il livello sia alto o sia basso ed inderogabilmente devono giocare tutti".

Ma è tutto così nero?

"No assolutamente, nei settori giovanili ci sono tante brave persone che con la passione ed il buonsenso superano le loro carenze didattiche. Ci sono società che quando vedono un loro allenatore di squadre di bambini che gioca sulla pelle e... la psiche dei bambini e che vuole vincere a tutti i costi lo cacciano. Ci sono società che non mettono al primo posto le rette pagate dai genitori e non tentano di scimmiottare quello che fanno le squadre di serie A. Quando si ha a che fare con i bambini, paganti oppure no, e se si è pagati oppure no, ci si assume comunque e sempre una responsabilità nei loro confronti. Si può non essere dei fenomeni come formatori - allenatori, con la passione giorno per giorno s’impara, si migliora , ma non si possono mettere in difficolta o creare situazioni di disagio per i bambini... anche se con genitori maleducati e difficili da gestire".

LA RUBBRICA “MISTER X” E’ UN’IZIATIVA EDITORIALE DI ALCUNI DEI PRINCIPALI GIORNALI ANGLOSASSONI, IN PARTICOLARE DEGLI STATI UNITI D’AMERICA, ED E’ STATA CONCEPITA DA QUESTI GIORNALI COME SPAZIO SUI PIU’ DIVERSI TEMI DELLA VITA SOCIO-ECONOMICO E POLITICA, INTERVISTANDO PERSONAGGI DI PRIMO PIANO DELLA VITA DEI RISPETTIVI PAESI O DELLE RISPETTIVE ZONE DI DIFFUSSIONE DEI GIORNALI CHE LA PROPONGONO. L’INIZIATIVA EDITORIALE INTENDE DAR SPAZIO ALL’IDEA CHE I CONCETTI ESPRESSI SIANO PREPONDERANTI RISPETTO ALLA PERSONA CHE LI ESPRIME, CHIUNQUE ESSA SIA. IL PERIODICO NEWS HA RITENUTO DI RIPROPORRE ANCHE IN OLTREPO' PAVESE QUESTA INIZIATIVA. LE PERSONE INTERVISTE DAL NOSTRO GIORNALE VIVONO O SONO LEGATE ALL’OLTREPO' PAVESE E RISPONDONO A DOMANDE SUI TEMI CHE LA NOSTRA REDAZIONE RITIENE D’ATTUALITA’ PER L’OLTREPO'.

LE PERSONE INTERVISTATE HANNO DATO L’ASSENSO ALLA COMUNICAZIONE DEL LORO NOME E COGNOME ALLE AUTORITA' COMPETENTI IN CASO DI DENUNCE PER FRASI O CONCETTI ESPRESSI IN FORMA DIFFAMATORI NELL'AMBITO DELL'INTERVISTA, ASSUMENDOSI QUINDI LA PATERNITA' DELLE PAROLE E DEI CONCETTI DA LORO ESPRESSI E DA NOI PUBBLICATI

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INTERVISTA AL CAPOGRUPPO DELLA LEGA NORD DI VOGHERA, SARTORI

di

Nicoletta Pisanu

Marco Sartori è consigliere comunale e capogruppo della Lega Nord vogherese. Alle ultime elezioni è risultato il più votato della coalizione che vedeva il Carroccio correre per la Maggioranza insieme al candidato sindaco Aurelio Torriani. Nella precedente amministrazione, Sartori ha promosso un diverso modello per l'assegnazione dei contributi economici ai richiedenti, contestato da diverse parti politiche, che prevedeva per gli stranieri la necessità di reperire documenti sui propri beni nei Paesi di origine. Il modello verrà riproposto.

In questa campagna elettorale lei è risultato il più votato del Carroccio. La sua posizione all'interno della Lega vogherese ha subito cambiamenti in seguito?

"Il più votato della coalizione con 338 voti, un risultato positivo per l'attività svolta negli anni precedenti, è stato apprezzato il mio lavoro sui contributi economici e sull'assegnazione delle case popolari: sono state rilevate con questa applicazione normativa situazioni non lecite. C'è stata una sentenza favorevole al mio modello, il provvedimento era stato impugnato dall'Associazione studi giuridici sull'immigrazione di Torino contro il Comune di Voghera che lo aveva adottato, il Giudice del lavoro ha dato ragione in primo grado al Comune. Siamo stati accusati di discriminazione, noi chiedevamo con il nostro modello i documenti relativi a proprietà e beni dei soggetti nei Paesi di origine, tradotti in italiano e autenticati, non solo l'autocertificazione. Riguardo alla mia posizione nella Lega Nord vogherese, la sezione in questo momento è ancora commissariata, il sono capogruppo in consiglio comunale, un risultato positivo per me che in precedenza non ricoprivo questo ruolo".

Quali sono al momento le sue lotte in consiglio comunale?

"Si va avanti anche sul filone dei servizi sociali e dei contributi. L'ex assessore ai servizi sociali Moreno Baggini riguardo ai contributi ha ristabilito una fase

Marco Sartori

precedente alla sentenza adducendo che ci sono altre normative da considerare. Quindi quella sui contributi è una battaglia da rifare, sto lavorando per riproporre il modello, abbiamo una sentenza favorevole e non vedo perché non si possa attuare. Segnaliamo inoltre il discorso relativo ai profughi, secondo noi il sindaco dovrebbe garantire più attenzione alla loro situazione sanitaria, ci vorrebbe un'ordinanza per applicare le dovute verifiche sulla salute, uno screening. Riguardo al lavoro non bisogna prendere in giro gli elettori, quando chiudono le fabbriche la situazione è dura, noi possiamo segnalare al sindaco cosa accade, le situazioni critiche. La Lega inoltre

VOGHERA

"Fiocchi ha fatto il suo tempo e Baggini si è rivelato un disastro per la Lega"

OTTOBRE 2015

deve deve collaborare con la Regione, ci facciamo portavoce anche di quelle che sono le novità in Regione visto che la Lega governa, non siamo una periferia".

La vicenda Musti: cosa ne pensa?

"Io personalmente mi sono dimesso dalla Pezzani, dove ricoprivo la carica di consigliere, subito dopo le elezioni. Sono infatti rimasto in consiglio comunale, non appena ho saputo il risultato elettorale ho dato le dimissioni dall'incarico. Filippo Musti si è ritenuto compatibile con i due ruoli e ha pensato di agire in questo modo, ha scelto autonomamente. Bisogna fare attenzione alle nomine, perché basta poco per essere incompatibili".

Qual è la sua opinione dell'attuale giunta?

"Fiocchi ha fatto un po' il suo tempo, è stata una scelta di Barbieri, perché lui ha creato Voghera Lombarda, gruppo funzionale a far perdere voti alla Lega e Barbieri l'ha premiato. Quella all'assessorato al Bilancio è chiaramente una nomina politica e non tecnica. Baggini è stato un disastro per la Lega, per me meglio il cambiamento, Simona Virgilio è avvocato e spero applichi correttamente le normative. Azzaretti è il vero sindaco occulto, la seconda persona più votata che ha dato la volata alla coalizione, vedremo come agirà perché le feste non bastano. Riguardo a Carlo Barbieri, noi siamo all'opposizione, andiamo avanti per la nostra strada e non ci sono al momento ponti particolari nei suoi confronti. Noi faremo opposizione, restando distinti dal Pd, non ci uniformiamo a loro".

Cosa pensa succederà in seguito ai ricorsi al Tar da parte di Torriani e Ghezzi?

"Andiamo a votare tutti! Penso che il ricorso di Ghezzi sugli errori evidenti e confermati dal seggio centrale possa essere ammissibile, il Tar se ammette il ricorso riaprirà le urne, perché si trattava di errori materiali. Quello di Torriani forse è meno oggettivo".

il Periodico

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VOGHERA

OSPEDALE DI VOGHERA: SINDACATI SUL PIEDE DI GUERRA

OTTOBRE 2015

Cosimo Galeppi: "L'Azienda ospedaliera ha mostrato un certo menefreghismo" di

Nicoletta Pisanu

Cosimo "Mimmo" Galeppi è sindacalista, segretario provinciale Uil Fpl di Pavia. Si occupa da anni di occupazione e lavoro in ambito sanitario, è a contatto con le realtà sindacali degli ospedali della provincia di Pavia, dal policlinico San Matteo ai presidi dell'Azienda ospedaliera, tra cui il nosocomio di Voghera.

Qual è l'importanza dell'ospedale iriense all'interno della realtà sanitaria della, provincia di Pavia?

"L'ospedale di Voghera raccoglie tutti i pazienti dell'Oltrepo, offrendo numerosi servizi. Non si può toccare questo presidio, Varzi è lontano, sui monti, Broni e Stradella sono una realtà differente. Con i tagli imposti, per evitare che si arrivi a chiudere presidi e a eliminare servizi, bisogna fare una programmazione altrimenti è scontato che qualche ospedale chiuderà".

Quali sono i problemi di personale all'ospedale di Voghera?

"A Voghera c'è il problema di una coop che secondo le segnalazioni opera in modo che gli ausiliari facciano funzioni assistenziali sebbene non rientrino nei loro incarichi, secondo noi l'Azienda ospedaliera ha mostrato in questo caso un certo menefreghismo. Gli ospedali vanno avanti anche con queste coop, i la-

Cosimo Galeppi

voratori assistono i malati quando dovrebbero solo fare le pulizie e sono inquadrati come ausiliari anche avendo alcuni la qualifica da oss. Questo per via dell'appalto al ribasso, alcuni lavoratori poi intimoriti non si rivolgono al sindacato. Gli infermieri sono carenti in tutta la provincia di Pavia, non solo

a Voghera, l'attuale organizzazione del lavoro non va più bene. Le aziende devono fare delle scelte. La Regione ha tagliato i fondi, alcuni reparti sono destinati a chiudere. Bisognerebbe analizzare l'attività unità operativa per unità operativa, alcune non producono e bisogna avere la responsabilità di dire quali sono, per attuare una necessaria riorganizzazione".

Unica Tac a Voghera, e secondo le segnalazioni anche mal funzionante: come risolvere la questione?

"Se la strategia aziendale è che un'unità operativa deve funzionare, l'Azienda deve investire per farla funzionare al meglio. Se una macchina sola non basta, che recuperino sprechi da qualche altra parte e acquistino la macchina nuova. Devono dare il servizio al cittadino al cento per cento, per darlo precario meglio non fornirlo" Sono in corso trattative al momento, sui problemi occupazionali?

"Con la direzione generale la trattativa è aperta da un anno, risposte sicure al sindacato non ne hanno mai date. Rimandano tutto alla Regione con la scusa che questo ente appica i tagli. Si parlava di un concorso unificato col San Matteo per gli oss, ma riguardo agli infermieri non risulta ci siano assunzioni in corso, per legge è possibile già attingere da altre graduatorie per sopperire alla carenza di personale.

Se la Regione da una parte taglia i fondi, dall'altra manca tuttavia anche la volontà politica di fare un riassetto organizzativo nuovo: non scordiamo che la direzione è in scadenza a dicembre".

il Periodico

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INTERVISTA A ROBERTO GALLOTTI CONSIGLIERE COMUNALE DEL PD

di

Nicoletta Pisanu

Roberto Gallotti è consigliere comunale a Voghera per il Pd. Ha ricoperto lo stesso ruolo durante la scorsa amministrazione, occupandosi spesso di temi legati alla Sanità locale. In occasione del consiglio comunale del 29 settembre, ha presentato insieme al gruppo consigliare del Pd, ad Aurelio Torriani e ai Cinque stelle, un ordine del giorno sui disagi legati al malfunzionamento dell'unica Tac dell'ospedale di Voghera, dopo la segnalazione arrivatagli da alcuni utenti.

Come mai è stato necessario preparare un ordine del giorno in consiglio sulla Tac, cosa le hanno riferito i pazienti?

“Abbiamo preparato l'ordine del giorno perché ho avuto informazione del problema, di cui già eravamo a conoscenza da diverso tempo, riguardante le frequenti rotture della Tac, un servizio sanitario molto importante. All'ospedale di Voghera è presente una sola Tac e gli utenti spesso sono costretti a rivolgersi a strutture anche lontane quando si verificano guasti o ritardi. Riteniamo che il Comune e il sindaco debbano attivarsi e far pressione per risolvere il problema. La macchina lavora tutto il giorno ed è evidente che il sovraccarico causa problemi. Secondo noi non ci sono altre alternative che l'acquisto di un'altra Tac, mi pare una priorità cui l'azienda ospedaliera della provincia di Pavia dovrebbe provvedere a breve”.

Quali sono gli altri problemi principali dell'ospedale vogherese?

“L'ospedale di Voghera ha un grosso problema di carenza del personale. Prioritario è il problema del pronto soccorso che ha 13mila ingressi all'anno ed è una struttura che ha grosse difficoltà, non è in grado di supportare il carico di lavoro, l'attesa è lunga ore. Bisogna integrare il personale sia infermieristico che medico, perché così non si può svolgere al meglio il servizio. Per esempio, c'è una camera di prima osservazione per monitorare la

Roberto Gallotti

situazione nelle prime ore di intervento, dovrebbe avere personale dedicato ma purtroppo non è così. Al di là delle carenze di personale, in pronto soccorso c'è anche un grosso problema riguardante la sicurezza. Anche la stroke unit è una priorità, il consiglio regionale aveva approvato un ordine del giorno l'anno scorso chiedendo l'apertura entro il primo semestre del 2015, si sono verificati ritardi ma ora l'avvio della struttura non può più essere rimandato. Altre priorità, risolvere i problemi a Cardiologia. È necessario attivare la guardia di anestesiologia che al momento manca nonostante a Voghera sia presente il punto

VOGHERA

"A Voghera è in funzione una sola Tac Occorre acquistarne subito una nuova"

OTTOBRE 2015

nascita. Per quanto riguarda la gastroscopia, ma manca quella di urgenza, bisognerebbe estendere il servizio a tutta la giornata.

Un'altra urgenza, la copertura del posto da primario di chirurgia, al momento c'è un facente funzione non un titolare”.

Secondo lei dal Comune è stato fatto abbastanza? Fino a che punto l'amministrazione comunale potrebbe spingersi per migliorare la situazione?

“La scorsa amministrazione è sempre stata al traino delle nostre iniziative, anche non approvando inizialmente gli ordini del giorno che noi presentavamo in consiglio comunale per risolvere questi problemi. Per esempio, avevamo chiesto la convocazione di un consiglio comunale aperto, che poi è stato fatto, ma che non era stato approvato inizialmente dalla maggioranza consigliare. L'ospedale è una struttura indispensabile e necessaria per la tutela dei cittadini, di cui il sindaco è il primo responsabile”.

Come consigliere negli ultimi cinque anni quali battaglie sulla sanità affrontate ha visto finire positivamente?

“Dei problemi che abbiamo sollevato non abbiamo visto nessuna soluzione. Tutte le criticità segnalate esistono da anni, quando siamo entrati in consiglio comunale abbiamo posto problemi reali di assistenza sanitaria. È stata fatta molta enfasi rispetto al finanziamento per il nuovo padiglione del presidio, però noi riteniamo indispensabile non le strutture ma innanzitutto l'adeguare risorse umane che mancano in modo notevole. Abbiamo sempre dichiarato la nostra scontentezza sulla direzione aziendale che non ha mai accontentato le richieste della cittadinanza e non ha mai fatto crescere il nostro ospedale. E dire che il personale è di buon livello e lavora con impegno”.

il Periodico

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VOGHERA

INTErVISTA AL CAPROGRUPPO DEL MOVIMENTO 5 STELLE, CATERINA GRIMALDI

"Non bastano le serate al castello: servono progetti che mirino anche all'occupazione" di

Nicoletta Pisanu

Caterina Grimaldi ha partecipato alle ultime elezioni di Voghera in qualità di candidato sindaco per il Movimento cinque stelle. Unica esponente del gruppo a entrare in consiglio comunale, dove ha preso il posto di Antonio Marfi che ha svolto il ruolo nella passata amministrazione, Grimaldi è alla sua prima esperienza politica.

Le sue prime elezioni vogheresi: qual è stata la sua impressione sul clima politico in città?

"Ho percepito durante la campagna elettorale un generalizzato stato di incertezza e rassegnazione nei confronti della politica locale, da parte dei cittadini.

Molte persone ci hanno chiesto di fare di tutto per mandare a casa la vecchia politica. Siamo soddisfatti del nostro risultato perché 1600 voti ci hanno permesso di rimanere redenti in consiglio".

Che cosa, secondo lei, non ha permesso ai Cinque stelle di ottenere un risultato migliore?

"Innanzitutto il martellamento mediatico secondo cui noi saremmo dilettanti, questo è falso e lo stiamo dimostrando. Qui a Voghera abbiamo scelto per la nostra squadra persone incensurate e giovani, tanti cittadini ci hanno spiegato di volere persone a posto. Noi abbiamo presentato un programma elettorale che tuttora è il nostro vademecum. Puntavamo certamente ad avere una maggiore rappresentanza in consiglio, tuttavia tanti hanno preferito il vecchio al nuovo".

Come pensa si evolverà la vicenda giudiziaria seguita ai ricorsi al Tar di Ghezzi e Torriani e cosa ne pensa di questa decisione degli avversari?

"Ritengo che entrambi i ricorsi sono doverosi, l'evoluzione è incerta, i tempi sono molto lunghi e gli esiti dipendono anche dalle interpretazioni. L'antica Roma ha inventato il diritto, dobbiamo rimanere in attesa, tutto è incerto. Mi auguro si riaprano le urne.

Voghera non è uscita bene come immagine, troppi dubbi e troppe situazioni nebulose, bisogna che i cittadini vengano aggiornati rispetto a una situazione che si auspica non si ripeta, da quanto ho visto esentato dai diversi candidati anche non eletti ci sono accuse molto gravi, è necessario che vengano effettuate tutte le verifiche. Poi saranno i vogheresi a decidere nuovamente. chiediamo che si riconteggino i voti e si esaminino le irregolarità e che la giustizia faccia il proprio corso, nell'interesse dei cittadini, che abbiano il diritto di votare liberamente senza promesse o ricatti".

Cosa ne pensa della vicenda dell'incompatibilità di Musti?

"Non è una questione che ci riguarda direttamente. Io mi sono astenuta durante il voto in consiglio perché è una resa dei conti tra parti che in precedenza erano unite e che poi si sono divise, per noi è una faccenda che riguarda una guerra interna tra parti politiche diverse. La nostra posizione è comunque che la legge debba essere uguale per tutti".

Su quali temi vi state concentrando come gruppo cittadino e quali sono le battaglie che ha in progetto di portare avanti in consiglio comunale?

"Noi siamo concentrati sui temi della legalità, della trasparenza e della modernizzazione della pubblica amministrazione, sono i primi punti del nostro pro-

Caterina Grimaldi

gramma. Questa è la mia prima esperienza amministrativa, ma già gli incontri sostenuti mi hanno fatto capire come muovermi. Per non perdere la traccia, dato che ogni giorno si accavallano problemi di ogni natura, io sono rigorosa nel seguire il nostro programma elettorale. Vogliamo lavorare perché i cittadini attraverso il sito del Comune possano evitare impedimenti burocratici, Voghera ha molti aspetti ancora da modernizzare. La partecipazione dei cittadini allo sviluppo della città per noi è importante.

La salute è un grosso problema dato il progetto di insediamento dell'impianto per la pirolisi, si tratta di una grande battaglia. L'ultimo incidente Piberplast fa capire che un inceneritore alle spalle dello Staffora inevitabilmente porterà i fumi su Voghera, siamo collegati ai comitati dei cittadini e a livello regionale siamo molto presenti, in attesa di risposte. Poi ci sono i problemi della scuola, i problemi della viabilità, decoro urbano e sicurezza.

Avete già presentato interpellanze e ordini del giorno?

Sono state presentate quattro interpellanze, con la prima chiediamo al sindaco rendiconto sui progetti realizzati coi soldi dei vogheresi relativi a Expo, un’altra relativa al tema delle smart city con cui chiediamo all'assessore Mietta se intende attivare progetti rispetto a questa delega che ha ricevuto, la terza riguarda il bando P.O.I. legato al Ministero dello sviluppo economico che permette ai Comuni di ricevere fondi per restaurare edifici pubblici e

impianti solari termici, vogliamo sapere se Voghera ha partecipato. L’'ultima interpellanza invece è derivata da sollecitazioni dei cittadini sull'installazione di dissuasori di velocità in via Kennedy, sono molto numerosi e vogliamo sapere quanto siano costati e se non vi sia un problema legato al percorso dei mezzi di soccorso. A Voghera esiste un grosso problema di educazione civica, ora molti cittadini non percorrono più via Kennedy, vogliamo capire se nell'ambito di questo progetto tengono conto di queste cose e se c'è un monitoraggio della situazione".

Quali sono per voi le emergenze da affrontare a Voghera?

"Il lavoro, la sicurezza, problema questo che deriva da mancanza dell'educazione civica e dalla mancanza di cura del territorio, riporteremo in consiglio queste tematiche. Per noi è importante che Voghera migliori anche dal punto di vista ambientale, che il territorio sia gradevole e funzionale, mobilità dolce, importante la realizzazione delle piste ciclabili e dei percorsi pedonali protetti, spesso auto parcheggiate nelle piste o sui marciapiedi, ciclisti in pericolo, sono piccole cose utili per la qualità della vita quotidiana. Ultimo tema l'urbanistica sostenibile, importante l'espansione del verde pubblico, è bene anche salvaguardare le nostre eccellenze agricole. Ultimo tema nuova socialità, non bastano le serate al Castello, ma servono progetti a lungo termine che mirino anche all'occupazione, le feste sono utili ma la cultura e la socialità diffusa sono altre cose".

il Periodico

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INTERVISTA AD ALESSANDRA BAZARDI, FONDATRICE DI VOGHERAE'

di

Nicoletta Pisanu

Alessandra Bazardi è socio fondatore dell'associazione VogheraÈ, costituita da un gruppo di cittadini dopo l'esperienza della lista civica che ha appoggiato il candidato del Pd Pier Ezio Ghezzi alle scorse elezioni amministrative. A settembre, l'associazione ha presentato il primo progetto, la proposta di creazione di una Consulta della scuola.

Per quali motivi è nata l'associazione e qual è l'idea alla base della sua costituzione?

“Il progetto VogheraÈ nasce come naturale evoluzione della lista civica Ghezzi sindaco, lista a sostegno del candidato di centro-sinistra durante le recenti elezioni comunali. L’associazione vuole portare a compimento il proprio programma elettorale e sviluppare progetti per il rinnovamento della città. Un riferimento importante è l'associazione civica Umberto Ambrosoli, puntando all'affermazione dei principi della legalità, della trasparenza e della onestà nella gestione della cosa pubblica e del territorio”.

Quali sono le finalità del gruppo?

“L’associazione vuole diventare un punto di riferimento per tutti i cittadini e le associazioni, uno strumento per fare arrivare la propria voce all'amministrazione, un servizio a disposizione di chi vuole rilanciare la città. L’obiettivo è quello di avere un ruolo di presenza nel tessuto sociale, economico e culturale vogherese per fornire disponibilità e strumenti per incidere sulle scelte di chi governa, e per

far sì che la partecipazione politica non si riduca, in sostanza, al voto. In sintesi essere il mezzo attraverso cui fare arrivare la voce del cittadino, una voce propositiva e collaborativa, non certo passiva”.

Quanto è stretto il legame con la politica? L'associazione si rivolge a tutti i cittadini indipendentemente dalle preferenze politiche?

“VogheraÈ è un'associazione libera, non collegata ad alcun partito politico e senza scopo di lucro. Si occuperà di politica nel senso originale del termine, quindi di polis (dal greco città, ndr) e il contesto in cui si colloca è quello progressista. Certamente ci rivolgiamo a tutti coloro che vogliono contribuire al cambiamento di Voghera. In particolar modo ci rivolgiamo ai giovani, che sono il nostro futuro e a tutti coloro che, demotivati dalla politica, hanno incrementato il già folto numero degli astensionisti”.

I progetti: cosa va cambiato o migliorato a Voghera?

“L’associazione promuove il modello di città intelligente: sicura, a misura d’uomo, che considera il suolo come bene comune, che diffonde l’utilizzo di tecnologie qualificando i servizi e avvicinandoli ai cittadini e che punta alla integrazione sociale nel rispetto dei diritti, ma soprattutto dei doveri. Il primo progetto presentato coinvolge la scuola, con la proposta della creazione della Consulta della scuola, un organo snello e competente che gestisce il rapporto tra amministrazione comunale e gli istituti, perché la scuola crea cultura e il Comune la deve valorizza-

VOGHERA

"Un'associazione che ha come scopo il rinnovamento della città"

Alessandra Bazardi

re. Il progetto è stato presentato all'assessore Alida Battistella e, nell'interesse degli studenti vogheresi, vogliamo che si realizzi”.

L'associazione si propone di affrontare anche le diverse emergenze sociali del territorio?

“Le emergenze sociali e la loro gestione spettano agli organi istituzionali e al volontariato che hanno ruolo e competenze per affrontarle. La nostra associazione ha compiti di proposta, di elaborazione e di suggerimento. VogheraÈ ribadisce che il futuro della città non è già scritto ma va costruito attraverso un piano strategico che coinvolga istituzioni pubbliche e private, associazioni categoriali e sindacali e che ridia al territorio il ruolo che merita”.

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il Periodico

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OTTOBRE 2015

il Periodico

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PRIMO GIORNO DI SCUOLA ANCHE PER IL NEO ASSESSORE ALLA SCUOLA

di

Serena Simula

Quello che è appena cominciato è un nuovo anno scolastico anche per Alida Battistella, neo assessore alla scuola del comune di Voghera. Il suo incarico, iniziato ufficialmente dopo le elezioni ma entrato nel vivo con l'inizio di settembre, l'ha subito messa a confronto con le difficoltà dell'organizzazione scolastica, con le problematiche e i disagi di quello che, a tutti gli effetti, è stato un primo giorno di scuola anche per lei. L'abbiamo intervistata per chiederle quali ostacoli ha incontrato in queste prime settimane e per sapere quali sono a suo parere i punti deboli e i punti forti degli istituti scolastici vogheresi.

Assessore, questo è il suo primo anno in questo ruolo. Qual è la sua prima impressione sulle scuole vogheresi?

«La prima impressione è che la scuola sia lo specchio della società in cui viviamo. Nel vestire, nell'approcciarsi allo studio, nelle aspettative, nelle difficoltà economiche in cui versa il nostro paese, nel sempre minor tempo che abbiamo per portare i figli a scuola ed andare a prenderli, nel gestire e scegliere i corsi per loro. Rispetto a quando sono andati a scuola quelli della mia generazione ora è tutto più complicato perché sono più numerosi gli elementi rispetto ai quali dobbiamo scegliere ed agire».

Quali problemi ha riscontrato prima e durante l'inizio della scuola?

«Il primo problema che ho incontrato è stato, come al solito ormai, la necessità di risparmiare. La prima ipotesi a cui abbiamo pensato è stata quindi quella di chiudere le scuole il sabato, subito scartata per-

Alida Battistella

chè contraddiceva la preferenza espressa dai genitori molti mesi prima all'atto dell'iscrizione dei loro figli.

Così mi sono imposta e parlando con il sindaco abbiamo deciso di affrontare uno sforzo economico non indifferente per rispettare in tutto e per tutto la scelta iniziale dei genitori».

Quali sono i punti critici sui quali si dovrebbe intervenire?

«La prima criticità in questo momento è il servizio di pre e post scuola gestito dalla facoltà di scienze motorie, partito tra mille difficoltà a causa di una

VOGHERA

“Studiate oggi per avere meno compiti domani ed essere adulti preparati"

OTTOBRE 2015

diversa e disomogenea distribuzione dei bambini rispetto allo scorso anno.

Fin dai primi giorni la mancanza di personale scolastico in apertura o chiusura della scuola e la carenza di tutors (soprattutto in alcuni istituti in cui il numero dei bambini è molto esiguo) hanno portato a una serie di disguidi e disagi che risolveremo al più presto per garantire ai genitori il servizio che hanno richiesto».

E i punti forti?

«Il punto più forte è sicuramente il fatto che a gestire l'alto numero di istituti statali in città ci siano solo due dirigenti scolastici. Questo semplifica il dialogo e il confronto con i nostri interlocutori, che hanno un panorama chiaro a 360° di più scuole e non di un solo istituto».

Lei è anche un'insegnante: quanto è importante la sua esperienza per ricoprire questo incarico?

«Io sono laureata in matematica e per me l'insegnamento e' un lavoro meraviglioso: questo mi fa essere particolarmente sensibile verso il mondo della scuola. La mia formazione mi ha portato a studiare anche la didattica in quanto tale e ho imparato e condiviso che la scuola può cambiare il mondo. Agli studenti, quindi, dico questa battuta: "Studiate oggi per avere meno compiti domani ed essere adulti preparati dopodomani!", mentre ai docenti auguro (con le parole del professor Massimo Recalcati) di essere sempre contenti di stare in classe al punto di non desiderare di essere in nessun altro posto in quello stesso momento. Buon lavoro a tutti voi e a tutti noi!».

Progetto “Orti Sociali – Progetto Voghera Solidale”

Baggini: «Con i nostri orti sociali, Voghera è arrivata fino a Expo» di

Serena Simula

In principio doveva essere solo un orto, un piccolo orto sociale senza troppe pretese, un'idea che Moreno Baggini (ex assessore vogherese ai servizi sociali e vicedirettore della Caritas diocesana) aveva avuto pensando a come utilizzare in maniera produttiva e soprattutto solidale qualcuno dei tanti campi incolti che punteggiano le nostre campagne. Poi la notizia si è sparsa e tutti gli agricoltori della zona hanno voluto fare la loro parte: chi una vanga, chi un trattore, chi un appezzamento, ognuno ha donato qualcosa di indispensabile per far sì che "Orti Sociali - Progetto Voghera Solidale" potesse partire nel marzo del 2014 con dieci ettari di terra a disposizione e tutto il materiale necessario a lavorarla. Oggi, ad oltre un anno di distanza, quell'idea di riabilitare i soggetti più svantaggiati attraverso il contatto con la terra è arrivata fino ad Expo. Abbiamo intervistato il Signor Baggini per parlare non solo della sua esperienza ad Expo ma anche degli sviluppi dell'intera iniziativa.

Il progetto è nato per reinserire nella società disabili, ex tossicodipendenti ed ex detenuti ma ha finito per diventare anche un esempio di agricoltura sostenibile, tanto che Slow Food vi ha voluti con sè nella vetrina più importante d'Italia. Una bella soddisfazione?

«Il progetto in realtà è nato fin da subito per far incontrare due mondi (quello dell'agricoltura e quello del sociale) che apparentemente non avevano molto a che fare l'uno con l'altro ma che hanno dimostrato in questi mesi di funzionare perfettamente insieme. Con i ragazzi che vi hanno preso parte abbiamo seguito fin da subito la filosofia dell'agricoltura biologica a chilometro zero, rispettando rigorosamente le produzioni stagionali e arrivando a distribuire i frutti del loro lavoro in un piccolo punto vendita in via Palazzina e la domenica mattina in piazza Duomo».

Tra i prodotti che coltivate ci sono anche i famosi ma ormai quasi introvabili peperoni di Voghera.

«Assolutamente sì, abbiamo cominciato quest'anno e siamo anche riusciti attraverso un accordo con il signor Lugano a commercializzarli all'interno dei supermercati Gulliver con lo scopo principale di far riconoscere e riscoprire ai vogheresi un prodotto tipico della nostra zona. Il recupero di specie autoctone è uno degli obbiettivi che perseguiamo con maggior impegno in sintonia con la filosofia di Slow Food».

E dal punto di vista sociale che risultati avete ottenuto?

«I risultati terapeutici e riabilitativi del progetto sono stati davvero notevoli: cinque dei ragazzi che hanno partecipato hanno trovato lavoro presso aziende agricole della zona e altri cinque a breve apriranno

una cooperativa sociale dedicata proprio all'agricoltura sostenibile».

Su di voi ha anche appena registrato un servizio Patrizio Roversi di Linea Verde: insomma, quello degli orti sociali è un progetto che sta riscuotendo grande successo..

«Più che altro è un progetto che funziona, che è cresciuto velocemente e che ci ha portato in poco tempo delle grandi soddisfazioni, aiutando tanti ragazzi a trovare la propria strada e riscoprendo nel frattempo la bontà della nostra tradizione e del mangiare sano e naturale».

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VOGHERA

ASSOCIAZIONE COMMERCIANTI: PARLA ENRICO RISSOTTI

"I marchi storici hanno lasciato un vuoto dal punto di vista commerciale"

Enrico Rissotti di

OTTOBRE 2015

Nicoletta Pisanu

Enrico Rissotti è presidente dell'associazione di commercianti Ascom Voghera, che riunisce in città e in Valle Staffora circa quattrocento negozianti, tra tutte le categorie. Recentemente, dopo un mandato durato quattro anni, Rissotti è stato rieletto alla guida del gruppo.

Sono utili, per il commercio vogherese, eventi come la notte bianca che si è tenuta lo scorso mese?

"Sicuramente ci sono categorie merceologiche, come la ristorazione, che traggono più vantaggio da questi appuntamenti. La Notte bianca è comunque una vetrina per la città e l'importante è che tutti i negozianti si prestino, è fondamentale che ognuno partecipi. Mi

auguro ovviamente anche che si possa fare incasso, ma di base eventi come quello servono a dare vita alla città, oltre a dare la possibilità a potenziali clienti di girare tranquillamente per i negozi, quando di solito per motivi di lavoro o di lontananza non riescono. Il commerciante partecipando certo non si aspetta la giornata delle giornate. Ma dare la propria disponibilità si dimostra la propria buona volontà, questi eventi si fanno già in tante città, sono manifestazioni che hanno molta importanza a prescindere dai risultati economici. È bello vedere la città viva e i negozi aperti, la gente che entra ed esce dagli esercizi commerciali".

Qual è la situazione del commercio a Voghera?

"La situazione è difficile, ci sono lievi segnali di ripresa, ci si augura che questo periodo sia la scia finale di una crisi che ci ha attanagliato negli ultimi dieci anni. È logico che quando chiude un negozio storico come per esempio Pomposi, è una grave perdita per la città. I marchi storici hanno lasciato un vuoto dal punto di vista commerciale, logico ci saranno nuove attività che apriranno, ma la storia della Voghera commerciale è stata fatta da Ronchi, Melchionni e Pomposi che rappresentano una perdita importante".

I dati permettono di essere ottimisti?

"Ad agosto avevamo diciotto negozi in meno rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Questo riguardo al territorio del Comune di Voghera, l'ambito di Ascom comprende anche gli esercizi commerciali della Valle Staffora. Soffrono sia i paesi che la città, la crisi ha fatto molto male al commercio come a

24 e 25 OTTOBRE MOSTRA LEGO 'CITTA DI VOGHERA'

tanti altri settori. Colpa della contrazione fortissima dei consumi, i commercianti ne risentono. Il settore dell'Abbigliamento ha patito in modo più pesante questa crisi, riguardo all'alimentare invece la grande distribuzione ha portato via una grande fetta di clienti. Tutte le botteghe man mano hanno chiuso, non riuscendo a reggere il confronto".

A proposito di Gdo, il progetto del Parco Baratta a Voghera prevede anche la realizzazione di un grande centro commerciale Coop: il Comune sta lavorando abbastanza per aiutare le botteghe?

"Esselunga e Coop sono due realtà ormai consolidate e integrate sul nostro territorio, l'importante però è che si dia una regolamentazione alle nuove aperture, perché la torta da spartire è sempre più piccola e bisogna dare spazio anche al commercio cittadino che rischia di soffocare".

Quali politiche adottare per raggiungere questo obiettivo?

"Non è compito solo del Comune. A livello nazionale ci saranno problemi finché non ci sarà una ripresa totale del lavoro e finché non verranno date agevolazioni fiscali, o verrà attuata una riduzione del costo del lavoro, ricette banali che potrebbero aiutare a rilanciare il commercio. Anche la città ne avrebbe un ritorno positivo. Noi collaboriamo spesso con il Comune, che tante volte ci è venuto incontro, le manifestazioni possono aiutare il commercio in modo indiretto, spingendolo, richiamando clienti. Il problema grosso è economico a livello nazionale, devono riprendere i consumi".

'Mattoncini' al Castello: da generazioni il Lego attrae grandi e piccini Il 24 e il 25 Ottobre torna l’appuntamento “ Cultura e Libertà”, il festival di CulturAma al Castello Visconteo di Voghera.

Due giorni per farsi coinvolgere dalle forme più svariate di creatività e dalla forza socializzante dell'immaginazione, solo partendo da una sana e giocosa istruzione si costruiscono generazioni libere dalla paura.

Insieme ad incontri e spettacoli sul tema della creativita, ci sarà anche una mostra di costruzioni con i più famosi mattoncini di tutti i tempi: i LEGO. Gratuitamente si potrà visitare la mostra con le costruzioni opera di tutti i ragazzi e le ragazze delle zone di Voghera e d’intorni e saranno messi a disposizione tavolini e mattoncini per costruire liberamente.

Gioco, creatività e divertimento saranno le parole chiave grazie alle creazioni fatte ai tavoli gioco da chi vorrà liberare l’immaginazione creando costruzioni LEGO mai viste e inedite.

Straordinarie avventure si potranno vivere volando con la fantasia e lasciando

a briglia sciolta la propria creatività con questi intramontabili mattoncini colorati.

Un gioco che fin dal suo esordio ha stimolato la creatività di intere generazioni e diverse culture e che da più di 10 anni è diventato, con grande successo, un fenomeno multimediale fatto anche di animazione e cinema come l’uscita del primo lungometraggio d’animazione cinematografica “LEGO THE MOVIE" dedicato alla filosofia danese del “gioca bene" che sta alla base del nome delle costruzioni, senza dimenticare anche la nuova linea “FRIENDS" nata per soddisfare l’esigenza del mercato delle bambine.

Crescendo spesso si perde l’ingenuità ma anche la spensieratezza e la voglia di farsi trascinare dalla creatività, di sperimentare, bisogna quindi insegnare ai ragazzi la cultura della manualità, non solo perché serve, ma per il piacere che dà: vedere che puoi fare una cosa, ricavare una forma, un oggetto, stimolando la curiosità ed il coraggio dell’inventiva è una sensazione positiva per i bambini.

Per fortuna per tutto questo c’è la LEGO.

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INTERVISTA AL NEO ASSESSORE ALL'URBANISTICA, DANILO MIETTA

di

Nicoletta Pisanu

Danilo Mietta, sessantatrè anni, è stato nominato assessore all'Urbanistica con deleghe alla Smart city e al Patrimonio dal sindaco di Voghera Carlo Barbieri.

Rappresentante del Nuovo centro destra, Mietta, ex consigliere comunale, lavora come geometra.

Come si trova nel nuovo ruolo, è soddisfatto delle deleghe?

“Mi trovo bene da assessore non ci sono particolari problemi. Certo ero affezionato al posto in consiglio comunale ma imparerò a fare l'assessore anche se alla mia età apprendere è più difficile. Ho accettato molto volentieri le deleghe che mi ha dato Carlo Barbieri, nell'ordine l'Urbanistica ritengo sia la meno impegnativa e la meno stimolante perché in questo momento rappresenta qualcosa di fermo mentre le deleghe alla Smart city e al Patrimonio sono per me molto interessanti e difatti ho in programma di concentrarmi inizialmente maggiormente su questi due aspetti”.

Smart city: come rendere Voghera più a portata di cittadino?

“Il terreno è vergine. Stiamo studiando le azioni per rendere Voghera smart, la città è nuova a queste iniziative. Il primo provvedimento sarà propedeutico a questa visione, si tratterà dell'adesione al Patto dei sindaci e alla formazione del Pais, il piano per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera. È un obiettivo del Patto infatti ridurre le emissioni del 20% entro il 2020, ora quindi dobbiamo impegnarci cercando di recuperare il ritardo, mancano cinque anni, l'impegno non è più prorogabile. Vorrò rendere la città più moderna rispetto ai servizi da rendere ai cittadini, per farli vivere meglio all'interno di Voghera, una volta pianificate le azioni si potrà anche vedere di affrontare il problema meramente urbanistico, ma solo verso la fine del 2016. Va secondo me fatta anche qualche iniziativa per favorire nuove forme di lavoro, favorire imprese giovani, co-working, al momento punto su queste idee”.

A Voghera il centro storico, e non solo, è congestionato dal traffico, quali cambiamenti a livelli di strade pensa di apportare?

“La viabilità non rientra in prima battuta tra le mie competenze, parlerei più di infrastrutture. Abbiamo l'idea di aumentarle, intendo pianificare, la città ha bisogno di confrontarsi con documenti programmatori per stendere un piano che aiuti la mobilità, perché oggi credo abbia più importanza la pianificazione delle piste ciclabili che non quella di arterie di collegamento, anche se non escludo che la tanto attesa tangenziale Sud venga conclusa. In parte certo questo progetto impatta con le cascine storiche ma per me Voghera deve farsi carico dei problemi della Valle Staffora e questa infrastruttura serve, più che a Voghera, proprio alla Valle Staffora, in primis a Rivanazzano a Godiasco-Salice Terme. Voghera, come capoluogo dell'Oltrepò dovrebbe farsene carico. Per mancanza di fondi, la competenza è provinciale, il progetto è fermo, in consiglio comunale si è sempre discusso solo del tracciato”.

Sorge la nuova Coop al Parco Baratta, quali altre strutture in programma nell'area? Il parco vero e proprio si farà?

“Il Parco Baratta nasce nel piano regolatore del 1980, quando allora il pianificare soddisfaceva i benpensanti. Con il piano regolatore a fine anni Novanta invece si è posto il problema di realizzarlo. Ed è con

VOGHERA

"Tra i progetti, ecco la nuova tangenziale che punterà verso Rivanazzano"

OTTOBRE 2015

Danilo Mietta

quel piano regolatore che nasce la volontà di rendere concreto il progetto. L'unico modo era ricorrere alla perequazione, 35% di quella superficie fondiaria fu quindi destinato ad area edificabile e il 65% al parco.

Ma il progetto non decollava. Con il piano regolatore successivo, nel 2005, è stato variato questo indice e portato al 50% per l'area edificabile e di conseguenza al 50% per il parco e su questo strumento urbanistico i proprietari hanno quindi acconsentito a realizzare il parco. Il Comune si occupa del piano di coordinamento, successivamente è stato progettato il parco e poi sono stati concessi i piani di lottizzazione.

Tutti i proprietari dei lotti sono obbligati a cederne la metà per fare il parco. Ora finalmente sarà realizzato, l'area sarà attrezzata e piantumata, avrà servizi, tutte spese a carico dei proprietari che cedono il 50% della loro area per il parco. Anche la Coop come tutti ha ceduto metà della sua parte, ma essendo il primo lotto sulla strada, si occuperà dell'ingresso al parco, con un parcheggio pubblico e non per forza il verde che troveremo poi all'interno del parco, dove il progetto prevede anche due strade che collegano rione di Pombio a quello Valle”.

Quali altri servizi sono previsti?

“All'interno sono previste strutture sportive, una scuola, piste ciclabili, aree a destinazione pubblica.

A Voghera, stanno sorgendo nuove aree edificabili?

“In città non stanno sorgendo nuove aree edificabili, ma vengono convenzionate per edificare lottizzazioni già previste nel Pgt. Al momento sono in fase di approvazione tre iniziative di privati. La prima è il completamento della parte commerciale di Parco Baratta, oltre alla Coop ci sarà un altro insediamento commerciale dalla parte opposta, si tratta di strutture sotto i 2500 metri quadrati che andrà a completare l'ingresso al parco. La seconda è in strada Valle angolo strada Arcone, un insediamento importante,

previsti circa un centinaio di abitanti, saranno realizzate villette o palazzine e verrà creato il nuovo innesto su strada Valle. Il terzo progetto pronto per l'approvazione è il recupero dell'ex albergo Giardino all'angolo tra via Plana e via Matteotti, lì è tutta zona residenziale con i negozi di vicinato, diventerà un edificio con appartamenti e mille metri quadrati di parcheggio”.

L'edilizia è in crisi, ma gli oneri di urbanizzazione aumentano, come mai?

“Dal punto di vista tecnico questo incremento è un atto dovuto in base a una legge regionale che prevede l'aumento del 20% degli oneri di urbanizzazione nel caso in cui l'edificazione avvenga in terreni sostanzialmente agricoli. Per esempio, riguarda la Coop e l'intervento su strada Valle per citare i casi di cui abbiamo parlato prima, perché questa regola colpisce le zone di espansione. Ma non è il Comune di Voghera che ha deciso questo è la Regione”.

Sono sorti negli ultimi anni diversi edifici residenziali, tuttavia tanto è l'invenduto: qual è la situazione?

“C'è chi fa polemica perché non vende le case. Non sta nascendo nessuna area nuova come abbiamo già detto, è tutto previsto nel Pgt già esistente. Logico che oggi ad andare a rivedere quella parte di Pgt che è il Documento di piano, la parte cioè che regola le aree di espansione, porteà al problema di togliere le aree a destinazione residenziale. Ma si apre un altro discorso, politico. Il mercato è regolato da domanda e offerta, se i prezzi delle case diminuiscono non lo vedo un elemento negativo, perché chi vuole comprare potrebbe essere più interessato ai prezzi in calo.

Tuttavia mi rendo conto che, secondo me, tutta la politica della Regione a partire dalla legge sul consumo del suolo, all'aumento oneri, vada verso la conservazione del valore patrimoniale. Qui inevitabilmente si genera un po' di confusione”.

il Periodico

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Ferrari: "Residenze fittizie? Per noi non si tratta di una situazione prioritaria"

di Alessandro

Disperati

L'amministrazione comunale di Godiasco Salice Terme, guidata dal sindaco Gabriele Barbieri ha approvato nei giorni scorsi un nuovo regolamento per le residenze fittizie.

Cerchiamo di capire con il sindaco di Rivanazzano Terme, Romano Ferrari, se è intenzione di questo comune adottare la stessa inziativa oppure se resterà un caso isolato per il comune di Godiasco.

Sindaco, il Comune di Rivanazzano Terme intende seguire le stesse procedure che sono state adottate dal Comune di Godiasco in merito alle residenze fittizie?

"Voglio premettere che, in due comuni diversi, le problematiche che si manifestano spesso non sono le stesse. Oppure le stesse problematiche possono incidere in maniera differente. Ogni amministrazione valuta questi aspetti e legittimamente decide, in riferimento alle situazioni che riscontra, sul suo territorio. Questo spiega e giustifica, a mio parere, la differenza di approccio ad un argomento, in

Romano Ferrari

RIVANAZZANO TERME

INTERVISTA AL SINDACO DELLA LOCALITA' TERMALE

due comuni diversi. E' assolutamente normale. Per quanto riguarda il Comune di Rivanazzano Terme posso dire che al momento non sono emerse situazioni tali da farci considerare prioritaria la situazione di quelle che lei chiama “residenze fittizie”.

Sindaco un'altra domanda: Salice Terme è diviso in parte sotto Godiasco ed in parte sotto Rivanazzano Terme: non seguendo voi le stesse linee del Comune di Godiasco, chi abita sotto il comune di Godiasco Salice Terme avrà dei controlli, quelli sotto Rivanazzano no. Cosa ne pensa?

"Essendo Salice Terme divisa tra due comuni questo può anche accadere. Anche perchè ogni amministrazione prende le decisioni che ritiene più opportune nel territorio di competenza".

PARLA IL SEGRETARIO DEL CIRCOLO DEL PD DI RIVANAZZANO TERME

Alberici: "Con il sindaco abbiamo avviato un dialogo costruttivo e proficuo" di Alessandro

Disperati

Stefano Alberici, segretario del circolo del Pd di Rivanazzano Terme, Retorbido, Godiasco e Salice Terme traccia un bilancio a quattro anni dalla riapertura del circolo. Tante iniziative, tanti problemi da risolvere e molti programmi da portare avanti in questa fetta di Valle Staffora dove il Pd, insieme a tante altre istituzioni, sta portando avanti la battaglia più difficile contro la realizzazione di un inceneritore che dovrebbe essere realizzato a Retorbido.

Qual è il bilancio dell’attività del circolo?

"A quasi quattro anni dalla riapertura del circolo e dalla mia nomina a segretario mi sento di dire che, pur tra tante difficoltà, siamo riusciti a tenere aperta la sede e a proporre numerose iniziative che hanno contribuito al dibattito politico e sociale del nostro territorio. Alle ultime Elezioni Comunali abbiamo dato vita a una lista di centrosinistra che porta avanti, tuttora, un programma condiviso anche con altre realtà sociali presenti nel nostro paese come l’Associazione Ghinaglia. Abbiamo avviato un dialogo costruttivo e proficuo con l’attuale Amministrazione, anche grazie alla sensibilità del Sindaco Romano Ferrari, con il quale, tra l’altro, ci troviamo a “lottare” in prima linea contro la realizzazione dell’impianto di Pirolisi di Retorbido".

Avete anche organizzato la festa del Pd, com'è andata?

"A giugno della scorsa estate abbiamo organizzato, dopo molti anni, la festa Democratica del Circolo al parco Brugnatelli con un dibattito di approfondimento, che ha visto una buona partecipazione di amministratori e cittadini, sui motivi del NO all’inceneritore. Ad oggi non abbiamo una sede ufficiale, ma non

Stefano Alberici

per questo l’attività del circolo si è fermata".

Alberici quali sono gli appuntamenti e i programmi futuri?

"Giovedì 8 ottobre alle ore 18 ci ritroveremo presso il Circolo IL BOCCIO in piazza Papa Giovanni XXIII a Rivanazzano per una serata dove ci si confronterà sui temi della politica nazionale particolarmente importanti e delicati, come la riforma del Senato, il fenomeno dell’immigrazione e la riduzione delle tasse, e di quelli più legati al nostro territorio come l’inceneritore di Retorbido".

L'incontro è aperto a tutti?

"L’incontro è aperto a tutti i simpatizzanti e sarà anche l’occasione per il rinnovo delle tessere. A seguire, per chi lo vorrà, cena di finanziamento con salumi, risotto, dolce e vino dell’Oltrepò".

Quali i vostri obiettivi da raggiungere nell'imminente?

"Sicuramente il tema del momento è impedire che l’impianto di Retorbido venga realizzato. Il Partito Democratico è in campo con tutte le sue forze. A tal proposito il nostro circolo sta organizzando un confronto pubblico dove ribadiremo con forza e con tutti i nostri esponenti istituzionali le ragioni del NO, ma soprattutto dove illustreremo tutte le iniziative messe in atto per impedire questo scempio e le proposte per arrivare ad epilogo positivo. Voglio ribadire, se ce ne fosse bisogno, che la posizione della Provincia e delle Amministrazioni locali è sempre stata di assoluta contrarietà. Ritengo che sia importante mantenere il dialogo con tutte le parti in campo ma anche evitare che ci siano giochi ambigui. Maroni in campagna elettorale a Voghera ha vaneggiato di referendum… che se ne ricordi! E’ ora di mettere una parola chiara e definitva su questa vicenda".

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INTERVISTA AL NEO ASSESSORE CHE E' SUBENTRATO A PIETRO BARBIERI

Serra: "Vorremmo creare delle sinergie con il comune di Rivanazzano Terme" di Alessandro

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A poco più di un anno dalle elezioni, avvicendamento all’interno della Giunta comunale di Godiasco Salice Terme. L’Assessore Pietro Barbieri, medico di base e specializzato in idrologia medica, già direttore sanitario delle Terme di Salice, lascia il posto a Roberto Serra che andrà a ricoprire l’incarico di Assessore al turismo, attività termali, rapporti con il comune di Rivanazzano Terme, innovazioni tecnologiche e rapporti con le Pro Loco. L’uscita di scena del dott. Pietro Barbieri, è stato sottolineato dal Sindaco Gabriele Barbieri, è dettata esclusivamente da problemi di carattere personale e non da motivi politici. Pertanto Pietro Barbieri resterà in seno all’assemblea comunale come Consigliere.

Assessore Serra, un incarico importate considerando che il suo Comune, con Salice Terme, ha un’economia prevalentemente turistica.

"Certamente la delega affidatami è da considerarsi strategica non solo per Salice, ma per tutto il territorio comunale. Il turismo è la nostra principale risorsa, la nostra industria. Ho poi voluto che la delega comprendesse anche le “attività termali” per sottolineare come il termalismo resta al centro del nostro interesse".

Per Lei non è la prima esperienza da Assessore

e possiamo considerala un veterano all’interno dell’attuale amministrazione Barbieri.

"Effettivamente sono in comune da tanti anni, dal 1990 per l’esattezza. Ho avuto come Sindaco Elio Berogno, con il quale ho condiviso tra l’altro un’interessantissima esperienza amministrativa anche in Comunità Montana. Sono stato componente della Giunta guidata dal Sindaco Angelo Deantoni. Nella precedente tornata amministrativa, insieme ai colleghi Meisina e Torlaschi ho fatto parte della minoranza".

Come intende affrontare il suo mandato? Può anticipare qualcosa sulle iniziative future?

"Prima di tutto voglio evitare proclami e procedere con un basso profilo che credo possa portare ugualmente a raggiungere obiettivi interessanti e positivi. Il tutto, ovviamente, è sempre in funzione delle risorse economiche che avremo a disposizione e di quelle che saremo in grado di procurarci. Insieme ai colleghi assessori e consiglieri stiamo lavorando per programmare gli eventi del 2016 e devo dire con grande soddisfazione che Salice, in particolare, è sempre molto ambita come location per ogni genere di evento. Con altrettanto compiacimento ho riscontrato una certa vivacità ed entusiasmo tra i giovani di Godiasco e San Giovanni, e questo mi fa ben sperare per l’immediato futuro. Un discorso a parte merita, a mio avviso, l’Associazione Operatori turistici di Salice Terme. Con questo sodalizio, grazie alla disponibilità della presidente Paola Maggi Benedini e dei componenti del direttivo, abbiamo da tempo instaurato un proficuo

rapporto di collaborazione che sono certo continuerà nell’interesse della nostra località termale".

La sua delega fa riferimento anche ai rapporti con Rivanazzano Terme.

"Non dobbiamo mai dimenticare che una parte considerevole di Salice Terme è sotto la giurisdizione territoriale di Rivanazzano Terme. Abbiamo quindi molti interessi comuni. Per quanto mi riguarda sono personalmente impegnato a ricercare ogni possibile sinergia".

Sinergie che potrebbero rilevarsi utili per recuperare risorse.

"Esatto. La situazione economica delle amministrazioni locali è ben nota a tutti. Le difficoltà del nostro Comune sono tantissime e si cercherà, nel limite del possibile, di ottimizzare i fondi disponibili. A tale proposito credo che dovremo cominciare a ragionare in termini diversi e cogliere le opportunità che la legge offre alle Amministrazioni locali per far fronte a queste difficoltà. Il futuro immediato è quello di unire le nostre forze insieme ad altri comuni, fare sistema, ottimizzare le risorse ed accedere ad interessanti contributi che Regione Lombardia riserva alle Unioni dei Comuni. Godiasco Salice Terme è parte della Comunità Montana dell’Oltrepò Pavese ed all’interno di questo territorio si dovranno presto trovare le giuste sinergie con altri comuni, sinergie che consentiranno di ricevere interessanti risorse economiche e presentare progetti che avranno sicuramente un impatto positivo su tutto il territorio".

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OLTRE 750 LE SANZIONI AMMINISTRATIVE CHE SONO STATE EMESSE

La Polizia Locale potenzia i controlli contro l'uso del telefonino in auto di Alessandro

Disperati

“Il nostro obiettivo non è emettere sanzioni ma lavorare di prevenzione per avere un territorio protetto e allo stesso tempo sensibilizzare gli automobilisti”. Hanno le idee molto chiare alla Polizia Locale di Godiasco Salice Terme. Qui abbiamo cercato di fare un bilancio dei primi nove mesi di attività nel corso del 2015. E sono emerse numerose curiosità.

Potete spiegarci meglio in cosa consiste la prevenzione sul territorio?

“Certamente. Sono anni per esempio che non effettuiamo sequestri su operatori di commercio su aree pubbliche (ambulanti abusivi itineranti) in ambito di fiere e mercati e questo perché continuiamo ad effettuare continui controlli e scoraggiamo l'abusivimo commerciale".

Quante sanzioni amministrative avete emesso nei primi nove mesi dell’anno?

“Siamo attorno alle 750 sanzioni amministrative legate al codice della strada”.

Quali sono le infrazioni più comuni?

“Abbiamo emesso sanzioni per sorpassi, mancato uso di cinture di sicurezza e uso del telefonino mentre si guida oltre ad un certo numero di sospensione dalla circolazione per quei veicoli che non hanno ottemperato all'obbligo della revisione”.

Avete ritirato delle patenti?

La sede della Polizia Locale di Godiasco

“Si, quattro ma solo perché erano scadute”.

Altre infrazioni particolari che avete verbalizzato?

“Alcune sono state emesse per danneggiamento di segnaletica, deflusso delle acque ed altri attivi vietati sulla strada oltre ad altri verbali relativi a regolamenti comunali che non sono stati rispettati”.

Ci sono altri verbali particolari legati alla vita comunale che sono stati emessi dalla Polizia Locale di Godiasco Salice Terme?

“Sono state emesse sanzioni amministrative per violazione dei regolamenti edilizi, di polizia commercia-

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le, di polizia urbana tra cui accensione di focolari in aree non autorizzate, per il mancato taglio dell’erba o di siepi che invadevano le case confinanti o i marciapiedi e diversi verbali sulla conduzione dei cani su aree pubbliche e/o private aperte al pubblico. In quest'ultimo caso sono molto frequenti i nostri passaggi nel parco delle Terme".

Ma state lavorando preventivamente anche ad altre inziative?

“Certamente. Abbiamo invitato numerosi cittadini al rispetto delle norme sanitarie per una corretta lotta al contenimento delle zanzare nei centri urbani e per una corretta prevenzione alla diffusione dell’Ambrosia".

Ultimamente il vostro lavoro su che cosa si sta incentrando?

“E’ bene precisare che come Polizia Locale non ci occupiamo solamente di divieti di sosta, come invece qualcuno potrebbe pensare. I nostri compiti sono svariati. Polizia amministrativa, annonaria, edilizia, rurale, sanitaria e polizia giudiziaria. Ci occupiamo per esempio di servizi legati alla sicurezza urbana circolazione stradale e in questi ultimi mesi stiamo lavorando molto sull’uso indiscriminato del telefonino durante la guida di autovetture”.

Per quale motivo vi state ‘accanendo’ se così si può dire sull’uso del telefonino durante la guida?

“Perché le statistiche parlano molto chiaro: l’uso del telefonino sia per inviare sms che per telefonare è una delle cause più alte degli incidenti stradali. E questo problema va affrontato e sconfitto”.

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Residenze fittizie: per qualcuno è un regolamento valido, per altri è no

di Alessandro

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Come sta andando la stagione turistica a Salice Terme? E cosa ne pensano i commercianti e gli imprenditori sulla nuova normativa varata dal Comune di Godiasco che intende dare un giro di vite sulle residenze fittizie, in sostanza controllare se chi ha una casa all'interno del territorio comunale vi abita regolarmente oppure no. Vediamo cosa ci hanno risposto le persone interpellate.

Roberto Lazzati barista "Ritengo che la scelta del Comune in merito alle residenze fittizie sia una cosa giusta anche per evitare che si evadano le tasse".

Com'è stata la stagione 2015?

"Il clima particolarmente caldo dell'estate ha visto la presenza di un pò di turisti ma questo non è bastato a smorzare la crisi che da alcuni anni attanaglia la nostra località. Come se non bastassse la chiusura per alcuni mesi del ponte ha pesato come un macigno sull'andamento turistico di Salice Terme".

Roberto, soluzioni per il rilancio turistico della località?

"A mio avviso l'amministrazione comunale dovrebbe fare la sua parte cercando di reperire dei finanziamenti a favore delle poche strutture ancora presenti sul territorio. E mi rifersico agli alberghi ed ai ristoranti per evitare che questa crisi ci metta in ginocchio definitivamente. Reperire fondi a livello europeo come è stato fatto in passato da una precedente giunta a Godiasco che ci ha favoriti tutti quanti. Questo direi che è fondamentale per il rilancio e la sopravvivenza di Salice".

Fabio Riva, imprenditore Cosa ne pensa della decisione del Comune di adottare il regolamento sulle residenze fittizie?

"Apprendo la notizia che è in corso, da parte dell’Amministrazione Comunale di Godiasco Salice Terme, l’accertamento dell’effettiva residenza dei propri cittadini, col fine di stanare le cosiddette residenze fittizie. Dagli articoli giornalistici apparsi recentemente su alcuni organi di stampa, sembrerebbe che gli Uffici Comunali saranno dotati di idonea strumentazione da utilizzare ai fini della ricerca di eventuali casi.

Sono curioso di sapere di quale diabolica strumentazione saranno dotati i nostri dipendenti Comunali, ai quali si chiede di diventare Agenti Segreti al servizio di “Sua Maestà”. Nonostante la conquista della libertà personale, avvenuta qualche decennio fa, compresa quella di poter lavorare e viaggiare oltre i confini del proprio paesello, senza necessariamente dover far ritorno a casa ogni sera, i nostri cittadini saranno fatti passare come il riso e dovranno magari anche dover divulgare dati personali, quali le bollette delle utenze, per dimostrare di aver passato, senza una specifica norma di legge, almeno qualche ora nella casa di residenza".

Non è d'accordo dunque con questa iniziativa?

"Una precedente Amministrazione Comunale, qualche anno fa, maggiormente lungimirante, avrebbe fatto di tutto per portare più residenze all’interno dei nostri confini, ottenendo maggiori trasferimenti dallo Stato e soprattutto rendendo fertile un mercato immobiliare che, negli anni, ha contribuito ad arricchire le povere casse del nostro Comune. Vero è che oggi i trasferimenti statali sono visibilmente diminuiti, demandando ai Sindaci l’antipatico incarico di esattore

Fabio Riva

Roberto Lazzati

Alberto Dieci

Pier Augusto Camatti

delle tasse, e vero è che il mercato immobiliare ha subìto una importante flessione a livello nazionale ma, con gli 007 nascosti dietro gli alberi a rilevare ogni assenza ingiustificata, certamente non daremo quel maggior impulso, tanto reclamizzato in campagna elettorale dall’allora candidato Sindaco Gabriele Barbieri, al mercato immobiliare, e all’edilizia in generale, che per molti anni ha consentito alla frazione Salice Terme e al capoluogo Godiasco di dotarsi di quelle infrastrutture e garantirsi quei servizi che hanno reso il nostro Comune molto appetibile a tutti quei residenti che oggi vogliamo cancellare dagli elenchi comunali".

Alberto Dieci titolare agenzia immobiliare Studio Dieci Cosa ne pensa della decisione del Comune di adottare il regolamento sulle residenze fittizie?

"Secondo me è una cosa giusta qualora ci fossero le condizioni per poter effettivamente constatare il difetto. Non ho mai avuto durante i miei anni di lavoro la percezione di un raggiro fiscale da parte dei miei clienti, certo capisco e sono cosciente del fatto che nel territorio comunale di Godiasco e in particolar modo di Salice Terme esistono persone che 'forse' non risiedono per il tempo giustificato per ottenere una residenza legale. Sono a conoscenza degli strumenti di incrocio delle utenze da parte degli organi di Stato ma non conosco quelle che intende utilizzare il comune di Godiasco. Non dimentichiamoci che le residenze sono assegnate dai Comuni anche per le locazioni che, in termini numerici, sono di gran lunga superiori al numero delle compravendite. Il 'decreto casa' ha infatti introdotto alcune normative che limitano l'utilizzo delle seconde case, come nel caso del territorio di Salice Terme, per le affittanze in nero, dovendo per esempio comunicare alle varie società di utenze addirittura il numero e la serie della registrazione".

Pier Augusto Camatti, Edicolante Cosa ne pensa della nuova normativa varata dal comune in merito alle residenze fittizie?

GODIASCO SALICE T.

PARERI CONTRASTANTI TRA GLI operatori salicesi

Massimo Benedini

“Pur essendo una scelta legittima e allo stesso tempo legale credo prima di tutto che non sia di facile realizzazione ma, cosa da non sottovalutare, questa iniziativa rischia di far scappare la gente da Salice e quindi non sono per nulla d’accordo”.

La stagione che si sta per chiudere com’è stata?

“Anche quest’anno è stata negativa e si va ad aggiungere ad annate dove l’ago della bilancia ha sempre segnato il segno rosso. A settembre c’è stata una lieve inversione di tendenza e qualche cliente in più si è visto”.

Massimo Benedini, tabaccaio e imprenditore Cosa ne pensa del regolamento sulle abitazioni fittizie?

"Penso che per uno come me che ha otto appartamenti da vendere non sia certo un bel biglietto da visita e questo regolamento non va di certo incontro a chi vuole acquistare casa nella nostra località termale. In tutte le località turistiche si convive con questo compromesso della residenza fittizia, non vedo dunque perchè qui si devano fare questi regolameti...

Comunque va bene così".

Un bilancio della stagione turistica?

"Direi positivo da quando è stato riaperto il ponte sia per il clima che per l'afflusso di gente a Salice. Non dimentichiamoci però che il ponte è stato riaperto il 20 luglio e abbiamo vissuto 9 mesi di buio. Ora la gente è tornata a Salice e siamo sui livelli standard".

GODIASCO SALICE T.

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Una lettera a Giorgio Brichetti...

Non è il consueto spazio che riserviamo alle lettere inviateci dai nostri lettori, ma visto il tema trattato, Giorgio Brichetti, la nostra redazione ha optato per questa scelta editoriale.

"Ho davanti a me vari fogli strappati dal quaderno dove più volte ho tentato di buttare giù qualcosa... Caro Giorgio, le nostre vite hanno corso sulla stessa via per tanti anni, ci siamo conosciuti nel lontano 1979, 36 anni fa, per circa 20 anni, abbiamo condiviso ogni giorno, abbiamo lavorato insieme, ci siamo divertiti insieme ed abbiamo discusso ed anche litigato, sempre insieme. Poi come succede nella vita, gli impegni di lavoro, ci hanno separati, quando tornavi prima dalla Corsica e poi dalla Colombia, ci vedevamo al bar, ci scambiavamo le reciproche esperienze di lavoro e di vita, commentavamo i fatti salicesi, ci scambiavamo notizie sui nostri amici e ridevamo. Si, mi conosci bene ed io conosco bene te. Quando nelle settimane scorse è giunta la notizia del tuo arresto in Colombia, sono rimasto basito, non per l’arresto in se stesso, perché i motivi d’arresto sono milioni, potevi essere stato arrestato per un incidente stradale dove c’erano delle vittime, o altre motivazioni similari, no rimasto basito, per la farraginosa motivazione: il sospetto in una presunta tratta di persone! I giornali colombiani, hanno sparato titoli “scandalistici”, que-

sto giornale ha immediatamente scritto che eri vittima di un “trappolone”, ti conosco, non sei l’uomo che può essere accusato di un reato come questo, per di più compiuto contro due ragazze minorenni. Avrebbero potuto accusarti di tante cose, ma a questa non credo proprio.

Non hai mai avuto bisogno di procurati ragazze, ne hai sempre avute in abbondanza, semplicemente usando il tuo fascino ed il tuo modo di essere, che nonostante il passare del tempo è rimasto immutato. No questa accusa non ci sta, non è verosimile, con questo sospetto ho contattato alcuni giornalisti di Cartagena, e le loro parole hanno confermato i sospetti, hanno definito il tuo caso “oscuro y extraño”, per capire meglio ho contatto anche uno dei più grandi studi di avvocatura colombiani, a Bogotà, e sono arrivate le prime conferme. In Colombia è in corso una gigantesca e pressante campagna mediatica contro il turismo sessuale e gli abusi sui minori promossa dal governo colombiano. Questi avvocati colombiani ci hanno spiegato che nella solo Cartagena, la città dove da 20 anni vivi per alcuni periodi, nell’ultimo anno sono state circa 250 di denunce per molestie su minori, solo 4 persone sono state condannate. Una percentuale bassissima, l'1,5%, questo vuol dire che il 98,5% delle accuse non regge. Anche loro mi hanno confermato che il tuo arresto presenta degli “aspectos ocultos” dei risvolti nascosti. La percentuale d’insuccessi, del 98,5% per accuse di questo tipo, che dovrebbe far vergognare qualsiasi organo di giustizia non scalfisce il modo ed il sistema di procedere della giustizia

Berogno e Somensini, è più facile fare il giocatore che l'allenatore di

Nico Combi

Ci dovrebbe essere nostalgia a Salice Terme, di quando a Godiasco il sindaco era Elio Berogno e il vice sindaco Maurizio Somensini. Ci dovrebbe essere nostalgia a Salice Terme di quando il comune si chiamava Godiasco e non Godiasco-Salice Terme. Potrebbe sembrare una provocazione, ma non la è: per rendersene conto è sufficiente osservare la Salice odierna, la sua economia, le strade come sono tenute, il verde pubblico, insomma basta fare un giro per Salice, poi far mente locale e ritornare ai primi anni 2000. La differenza è eclatante… per chi vuol ricordare, perché alcuni preferiscono non farlo. Oggi Salice ha ottenuto “l’ambito” riconoscimento di avere il suo nome accostato a quello di Godiasco… Allora, all’inizio degli anni 2000 era solo “un’umile” frazione... Si ma che frazione, le terme lavoravano a pieno regime, il numero dei clienti è lì scritto… inequivocabilmente a testimoniarlo, i residenti aumentavano, gli alberghi pur tra mille difficoltà e lamentele lavoravano e tante cose, non tutte certamente, funzionavano meglio. In quegli anni esisteva una diarchia, che è l’esercizio del potere da parte di due persone, certamente non avevano lo stesso potere, Berogno era il sindaco e tra le altre cose si occupava principalmente di Godiasco oltre che in termini generali di tutto il territorio comunale, l’altro Somensini, si occupava principalmente di Salice Terme. Anche allora come oggi le critiche non mancavano, anzi erano innumerevoli, molte giustificate, alcune pretestuose, ma Salice stava meglio. Berogno poi per raggiunti limiti nel numero dei mandati non potè piu fare il sindaco, Somensini decise di non candidarsi più. Berogno da “giocatore” si trasformò in “allenatore” e Somensini in “direttore sportivo”, prepararono la squadra… opps… la lista, molti scelti da Berogno qualcuno suggerito da Somensini. Capitano era De Antoni che vinse le elezioni e… cominciarono i guai per Salice. L’allenatore è un mestiere difficile, perché in campo ci vanno i giocatori, ed anche in questo caso la squadra di De Antoni entrò in campo e non sempre fece quello che l’allenatore suggeriva. Come succede in molte squadre, alcuni 'giocatori', i più rappresentativi, tendono a condizionare le scelte dell’allenatore, qualcu-

no rema contro il direttore sportivo e così puntualmente successe. Alcuni “giocatori” di Berogno lo convinsero che Somensini non era capace di fare il "direttore sportivo", con la motivazione che le terme stavano fallendo, altri “giocatori” scelti da Somensini, seguirono il resto della “truppa” e tradirono il "direttore sportivo". I loro nomi e le loro decisioni, molte sciagurate, in primis quella delle terme, sono inequivocabilmente scritte in calce nei verbali delle sedute comunali, anche se qualcuno almeno per salvare la faccia, gettò la spugna, ma solo dopo aver compiuto il misfatto. La squadra sfuggì di mano, prima al “direttore sportivo” poi per certi versi anche all’"allenatore". Per Salice iniziarono i guai: vendita o svendita, sarebbe più opportuno dire, di una parte delle terme e stop ad ogni manifestazione. Questo portò oltre che al disastro per Salice anche al “divorzio” tra Berogno e Somensini. Ci furono nuove elezione, l’"allenatore" decise di rimettersi le “scarpette bullonate” e si presentò come candidato sindaco. Il "direttore sportivo" suggerì alcuni nomi alla lista concorrente capitanata dalla Corbi, alcuni di questi nomi erano gli stessi che l’avevano tradito nella vicenda terme, ma il "direttore sportivo" non se ne curò, i suoi suggerimenti vennero accolti e così furono accolti anche i vecchi traditori. Vinse la Corbi e Berogno capì che il suo tempo come “giocatore” era finito. La Corbi con la sua “squadra” iniziò a governare e continuarono i guai per Salice. Si cercò di fare qualche cosa, qualche manifestazione di nicchia e con 300 persone come spettatori… Si cercò di abbellire il paese con un’operazione di maquillage strampalata: il pavé che fin dalla prima pietra era chiaro, a pochi allora, che non era la soluzione ottimale. Nel contempo la situazione di Salice peggiorava e peggiorava a 360°, peggiorò a tal punto, che dopo una serie impressionate di bilanci in perdita, grazie al lavoro dei nuovi salvatori e dei nuovi “manager” il comune dovette “svendere” l’ultima quota in suo possesso delle terme. AMEN! Il "direttore sportivo" così come era successo all’"allenatore" con De Antoni, vedeva la squadra sfuggirgli di mano. Si giunse alla fine del mandato e ci furono nuove elezioni. Berogno non fece più “l’allenatore” ma piuttosto il “direttore tecnico”, Somensini si limitò ad appoggiare la lista Cor-

OTTOBRE 2015

colombiana. Siamo in Colombia, un paese che dal 1964 vive una guerra civile tra lo Stato e le FARC, le Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia - Ejército del Pueblo, un paese che è il maggior produttore di cocaina al mondo e dove la delinquenza e la corruzione vivono indisturbati. Tutte cose che tu sapevi, conoscevi il paese, non avevi mai avuto problemi. Di colpo questa accusa, che a mio giudizio, per quanto conosca la Colombia e certi paesi del Sud America, ma soprattutto conoscendo te, non sta “né in cielo né in terra”, non sei un santo, nessun uomo è un santo, tutti abbiamo i nostri difetti e le nostre virtù, ma quello che ti hanno tirato è un vero proprio trappolone, dovuto ad una situazione interna colombiana, dove in questo momento, la politica ed i media, i giornali, le tv e radio cavalcano con lo spirito del “dai al lupo, dai al lupo”, cavalcano questa campagna perché è nell’interesse di alcuni, una campagna contro il turismo sessuale e gli abusi sui minori, che nasconde i veri, reali e storici problemi colombiani. Avevano bisogno di un capro espiatorio, ci sei capitato in mezzo tu.

Ora attendi in una cella di un carcere colombiano che la “legge” colombiana decida del tuo destino. Io spero che in questo caso legge e giustizia siano una parola sola, molto spesso non è così, in tutto il mondo ed a maggior ragione in Colombia. Ecco se questa volta legge e giustizia dovessero essere una sola parola, ne sono certo, sarai immediatamente rimesso in libertà".

Lettera firmata... bi. I bookmakers davano vincente la Corbi, ma al 90° Berogno, con un colpo, a dir il vero molto ben riuscito, inviò a tutti gli spettatori... opps… elettori… un libretto dove si evidenziavano i presunti errori della Corbi. Il colpo gli riuscì: Barbieri, il "capitano" della lista appoggiata da Berogno vinse e fu eletto sindaco. Festa grande nello spogliatoio con “il direttore tecnico” ed il nuovo “capitano” immortalati in alcuni brindisi. Ma la storia sembra ripetersi, sembra che ancora una volta quelli che vanno in campo vogliano fare esclusivamente di testa propria e non darebbero retta agli eventuali suggerimenti che, si sussurra, gli arrivano. Per Salice cambiano i sindaci, ma la situazione peggiora ogni giorno di più, la nuova squadra più che guardare al futuro, sembra molto spesso guardare al passato, ogni due per tre la colpa è della mancanza di soldi e della Corbi, e… dico io….. quando si facevano promesse elettorali, queste promesse su che cosa erano basate? Su dei sogni o su dei dati concreti? Ogni promessa, ogni progetto deve essere fatto guardando in faccia e conoscendo la situazione. Evidentemente questo continuo recriminare, questo affermare che si sono trovate delle “sorprese” vuol dire una sola cosa, che prima di fare le promesse, non si è indagato a fondo per conoscere la situazione e valutare se queste promesse si potevano mantenere.

Delle cose fatte dalla Corbi, molte sono state cancellate, certamente molte saranno state sbagliate, ma forse qualcuna era giusta, certamente era sbagliata la scelta del pavé, ma da lì a dire che va tolto il pavé mi sembra eccessivo. Mi sembra un’affermazione del tipo “la casa ha le finestre troppo piccole, quindi buttiamola giù”, forse a questo pavè basterebbe fare la corretta e forse anche costosa manutenzione ordinaria e non mettere pezze di asfalto ad ogni occasione per portarlo al degrado più totale… magari per giustificare le proprie teorie e poter dire "aveste visto?". Per ora Salice ha visto un ulteriore abbandono, un ulteriore deterioramento economico e strutturale… però con grande soddisfazione può vantarsi di aver accostato il proprio nome a quello di Godiasco.

Ora il comune si chiama Godiasco Salice Terme, ma uno rimane il capoluogo e l’altra la sempre più abbandonata frazione… Nel contempo pensiamo che, sia Berogno che Somensini, abbiano capito che è più facile fare il “calciatore” che “l’allenatore” o il “direttore sportivo” e speriamo che Salice si ricordi che, quando all’inizio degli anni 2000 c’erano altri “giocatori”, per Salice e per i salicesi le cose andavano meglio.

il Periodico

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INCHIESTA TRA I COMMERCIANTI DEL BORGO MONTANO

di Alessandro

Disperati

Sarà stato il caldo afoso che ha attanagliato le città, sarà che forse si sta uscendo pian piano dalla scrisi, sarà quel che sarà... Resta il fatto che a Varzi la stagione turistica che si è appena archiviata ha visto, rispetto agli scorsi anni, una netta ripresa. E lo sottolineano i commercianti che abbiamo intervistato. A loro abbiamo anche chiesto se hanno particolari richieste da fare alla Pro loco o all'amministrazione comunale.

VARZI

"Una stagione in crescita per Varzi e la pro loco sta incrementando il turismo"

Mattia Nevioni titolare insieme al padre Roberto del Bar della Torre Ci può dare un suo giudizio sulla stagione 2015 a Varzi?

“Personalmente direi che rispetto allo scorso anno nei mesi di giugno e luglio si è vista più gente rispetto allo scorso anno. Un po’ meno ad agosto ma noi lavoriamo con gli uffici che in quel periodo sono chiusi e pertanto direi che questo sia normale. Anche turisticamente parlando direi che si è vista più gente, tutta di una certa età, mentre di giovani pochi. Comunque direi che c’è stata una inversione di tendenza”.

Patrizia Rapallini titolare del Bar 16 Piazza della Fiera Com’è stata la stagione 2015 a Varzi?

“Diciamo che c’è stata una ripresa rispetto allo scorso anno”.

Le iniziative organizzate dal comune e pro loco hanno dato dei risultati soddisfacenti?

“Alcune manifestazioni hanno richiamato diversa gente altre purtroppo non hanno, a mio modo di vedere, avuto quell’effetto di richiamo turistico che ci si aspettava”.

Se dovesse fare una richiesta al sindaco di Varzi quale sarebbe?

“Il mio sogno nel cassetto sarebbe quello di abbellire la Piazza della Fiera che è un po’ considerata da tutti il salotto di Varzi e per farlo inizierei con il verde pubblico visto che oggi la piazza è stata trasformata semplicemente in un parcheggio mentre, a mio avviso, andrebbe abbellita”.

Carla Chiappano titolare del Bar Chiappano La stagione turistica 2015 di Varzi sta per essere archiviata: come la ricorderà?

“Nel complesso è stata una stagione positiva e c’è stato sicuramente un incremento di turisti rispetto allo scorso anno”.

A che cosa è legato a suo avviso questo aumento di villeggianti?

“Sicuramente il bel tempo ed il caldo di giugno e luglio ha spinto la gente ad abbandonare la città per recarsi nelle località montane in cerca di frescura. Non dimentichiamoci che nel 2014, che è stata un’estate particolarmente piovosa di gente se ne è vista davvero poca”.

Ma la crisi ce la siamo lasciati alle spalle?

“No, purtroppo la crisi è ancora una realtà e questo

Giulia Bisio

Franco Danese

l’ho potuto constatare di persona perché tanta gente vorrebbe comprare più cose ma alla fine è limitata”.

Pro loco e comune a suo avviso fanno abbastanza per il rilancio turistico di Varzi?

“Direi proprio di si perché la pro loco organizza tanti eventi e il comune da una mano per cercare di dare impulso al nostro paese. Comunque, volendo, si può sempre puntare più in alto".

Mirco Comegna e Giulia Bisio della Pasticceria Zuffada Un bilancio della stagione turistica?

“Direi abbastanza positiva”.

Rispetto al passato a vostro avviso, c’è stato un incremento turistico?

“Sinceramente è presto per dirlo perché prima eravamo localizzati in un altro posto mentre oggi ci ritroviamo in Piazza della Fiera. Turisti non se ne sono visti tantissimi speriamo di invertire la tendenza”.

Chiara Brignoli titolare del negozio di abbigliamento nel centro storico di Varzi Come definirebbe la stagione 2015 dal punto di vista turistico?

“Direi positiva, sicuramente meglio rispetto agli anni scorsi. Credo che il bel tempo abbia portato i villeggianti a lasciare le città per venire a cercare un po’ di frescura a Varzi”.

Pro loco e comune stanno facendo abbastanza per rilanciare turisticamente la località?

“Direi di si anche se ci sono margini di miglioramento.

Devo ammettere che comunque nel corso dell’estate sono stati organizzati diversi eventi”.

Se dovesse chiedere qualcosa all’amministrazione comunale?

“Sono due, a mio avviso, le priorità su cui puntare: rilancio del turismo in Valle Staffora e conservazione del territorio”.

Franco Danese titolare della utensileria Briko Varzi Com'è stata la stagione 2015?

"Per quanto riguarda la nostra attività valuto positivamen-

Carla Chiappano

te l’estate 2015 dove probabilmente il gran caldo ha portato alla parziale rivalutazione del nostro territorio e alla riapertura di parte delle seconde case; ovviamente non possiamo sempre sperare unicamente nel Grande Nino dal Pacifico".

Cosa chiederebbe al Comune di Varzi?

"Al comune chiederei di curare le solite malattie croniche della nostra zona: strade dissestate, soprattutto per raggiungere le frazioni e l’alta montagna, pulizia del centro storico gioiello da valorizzare non adibendolo a dog park e che venga ribaltato il concetto di 'cura del verde pubblico' che non deve essere considerato un annoso problema ma base per l’attrazione turistica".

Cosa ne pensa dell'operato della Pro Loco?

"Alla Nuova Pro Loco auguro di proseguire il buon lavoro iniziato e consiglio di inserire in calendario più eventi sportivi: gara di carretti, raduni di moto e competizioni podistiche in grado di attrarre un pubblico diverso di turisti".

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VARZI

INTERVISTA A IVAN ELFI, ASSESSORE ALL'AGRICOLTURA DELLA CMOP

"L'allevamento dei bovini è una delle sfide su cui si può scommettere..."

Ivan Elfi

di

Giacomo Braghieri

Intervista ad Ivan Elfi, classe '76, consigliere comunale a Romagnese, assessore della Comunità Montana dell'Oltrepò Pavese.

Quali sono le linee programmatiche del suo mandato?

"Da ottobre 2014 sono Assessore all’Agricoltura, Turismo e Prodotti tipici della Comunità Montana dell'Oltrepò Pavese. Sono tre realtà molto importanti per il nostro territorio e penso che tutte e tre debbano dialogare. Un prodotto tipico fa conoscere un territorio e di conseguenza aiuta a sviluppare il turismo, così come può contribuire alla salvaguardia dell’agricoltura dell'appennino. I prodotti tipici su cui si sta lavorando principalmente sono il salame di Varzi e il vino dell'Oltrepò pavese. Nel comparto zootecnico ci stiamo muovendo per salvaguardare la vacca di razza Varzese. Infine ci stiamo interessando per valorizzare il comparto orto-frutticolo e i prodotti del bosco: funghi e tartufi".

Nei territori della Comunità Montana che uve si producono?

"Il comparto vitivinicolo della Comunità Montana è molto importante. Con i suoi 2000 ettari corrisponde al 15% della superficie totale vitata dell'Oltrepò Pavese. Il territorio della Comunità montana è formato da 19 Comuni. Di questi 10 comuni fanno parte della Zona di produzione Doc/Docg: Borgo Priolo, Borgoratto Mormorolo, Cecima, Godiasco Salice Terme, Montalto Pavese, Rocca Susella, Ruino e parte dei territori dei comuni di Fortunago, Montesegale e Ponte Nizza. Tutti gli altri comuni della Comunità montana fanno parte della zona IGT. Le varietà di uve coltivate sono: Riesling (350 ha), Pinot Nero (450 ha), Pinot Grigio (250 ha), Chardonnay (80 ha), Sauvignon (15 ha), Barbera (300 ha), Croatina (300 ha) e gli ettari rimanenti ad altre varietà. Come si evince dagli ettari coltivati questa zona è particolarmente vocata alla coltivazione di vitigni per la produzione di vini bianchi (1100 ha), data la natura del terreno e all’altitudine media dei vigneti che va dai 300 ai 500 metri slm. Con il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese stiamo studiando un progetto su un vino bianco prodotto in questo territorio partendo dai disciplinari di produzione in essere; lavoriamo

sul perfezionamento di ciò che già esiste".

Fermo restando l'ottima qualità delle uve raccolte, in tutto l'ambito di sua competenza ci sono dei produttori di vino di qualità?

"Sul territorio della Comunità Montana ci sono circa una cinquanta di cantine a gestione familiare che producono ottimi vini di qualità certificata. Colgo l'occasione per invitare ad apprezzare, consumare e scoprire i vini dell'alto Oltrepò visitando le nostre cantine".

Inceneritore di Retorbido, qual è la sua posizione?

"Come Comunità montana ci siamo schierati con il comitato del “No Inceneritore”. Scelte industriali di tale impatto ambientale a mio avviso vanno sempre concertate dal basso, le imposizioni non vanno mai bene".

La produzione del salame realtà e sviluppo...

"Come ente non abbiamo competenze specifiche. I 15 comuni che fanno parte del consorzio Dop sono tutti nel nostro territorio. Sono convinto che occorre promuovere una politica di valorizzazione del marchio “Salame di Varzi Dop”, in modo da togliere dal mercato le imitazioni e garantire il consumatore con una tracciabilità più chiara".

Esiste una filiera del formaggio?

"Esistono delle singole realtà che producono formaggi sia da allevamenti bovini che da ovini e caprini".

Allevamento di bovini da carne, gestione dei pascoli e allevamenti bio...

"E’ una delle tante sfide su cui si può scommettere nei nostri territori. Bovini allevati per una parte dell'anno allo stato semibrado nei prati di media collina e nei pascoli di montagna con la tradizionale linea vacca vitello tipica dell’appennino. Bisogna puntare sulla gestione ottimale dei pascoli con la certificazione biologica dei terreni, degli allevamenti e di tutto il processo di trasformazione".

Parliamo di aziende agricole, aumentano di numero o diminuiscono?

"La tendenza è quella di avere un minor numero di aziende ma con una maggior superficie coltivata o sfruttata".

I portali web delle comunità montane non aiutano i consumatori ad orientarsi, cosa ne pensa?

"Non penso siano inutili. Vanno indirizzati meglio per far conoscere e per aiutare a fruire i territori appenninici al grande pubblico. Come Comunità montana

abbiamo partecipato alla Bit (borsa internazionale del turismo) di Milano e abbiamo fatto spot su Telepavia".

Il progetto per la salvaguardia della vacca varzese è a soli scopi scientifici o può avere sviluppi commerciali?

"Si sta lavorando per far si che diventi una realtà che possa generare reddito".

Avete progetti in corso?

"Siamo in attesa del nuovo programma di sviluppo rurale (psr) della Lombardia dove una misura riguarda la salvaguardia delle razze bovine in via di estinzione. Sui futuri bandi regionali per l'agricoltura di montagna gestiti direttamente dalla Comunità montana sono previsti premi a chi alleva questa razza".

Il patrimonio boschivo, gestione e sfruttamento.

"I boschi sono una risorsa sia ambientale che turistica. La nostra realtà è quella di una piccola proprietà fondiaria diffusa. Questo tipo di realtà può essere gestita con efficienza solo con un consorzio forestale a composizione pubblico privata. La cosa migliore sarebbe quella di avere un unico consorzio forestale della Comunità Montana".

I parchi nella Comunità Montana, problemi e sviluppi.

"Nei nostri territori ci sono la Riserva Naturale del monte Alpe a Menconico e il Giardino Botanico Alpino a Pietra Corva nel comune di Romagnese. Nei mesi scorsi sono state avviante insieme alla Provincia le procedure per il riconoscimento dei Sic (Siti d'interesse comunitario) per l'area Sassi Neri a Pietra Corva e per la riserva naturale Le Torraie sul monte Lesima nel comune di Brallo di Pregola".

Cosa comporta?

"Sicuramente una maggior attenzione all’ambiente.

Pensiamo che sia la strada giusta per la valorizzazione e la salvaguardia del nostro patrimonio ambientale. Il riconoscimento di queste aree come riserva o Sic permetterà in futuro di accedere a bandi sul nuovo psr Lombardia".

Frutta verdura miele tartufi hanno un mercato?

"Su frutta e verdura forse varrebbe la pena d'investire su pochi prodotti che identifichino il territorio, fornirgli un marchio e un regolamento. Questo potrebbe fare da volano a tutte le altre produzioni. Per quanto riguarda i tartufi colgo il suggerimento del sindaco di Menconico. Il suggerimento è quello di avere un disciplinare per la raccolta dei tartufi della Comunità Montana che tuteli i nostri territori. E' vero che esistono un calendario provinciale, un tesserino e regole di raccolta. Ma non è sufficiente. Il nostro territorio è preda di tutti i tartufai d'Italia, perché il nostro tartufo è di altissima qualità e quindi viene commercializzato come tartufo delle più rinomate zone del nord. Questo porta da un deprezzamento del nostro prodotto ed ad un altissimo rischio di perdita delle tartufaie. Andrebbe modificato anche il calendario di raccolta andrebbe cambiato. In primavera abbiamo inoltrato agli organi di competenza la nostra richiesta di modifica. Per quest'anno non è stata accolta e nel contempo nelle zone limitrofe delle altre regioni questo è stato fatto. Continueremo a batterci fino a che questa asimmetria sarà risolta".

Danni all'agricoltura da parte dei selvatici.

"L’aumento degli ungulati e in modo particolare dei cinghiali crea seri problemi all’agricoltura e alla sicurezza. Occorre rivedere le regole di caccia e riportare ad un numero congruo questi selvatici".

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Il sindaco di Menconico risponde al consigliere di OPPOSIZIONE

di Alessandro

Disperati

Dopo le numerose critiche arrivate dal capogruppo di minoranza, Alessandro Callegari, adesso scende in campo il sindaco di Menconico, Paolo Donato Bertorelli che replica punto punto al consigliere di opposizone.

Sindaco, il consigliere Callegari non perde occasione per tirare frecciate contro la vostra amministrazione: cosa risponde?

"Callegari non stà operando per migliorare il comune di Menconico, per realizzare opere che possano portare benefici agli abitanti da noi amministrati e per risolvere i problemi che affliggono il nostro comune. Callegari, come lui stesso ha dichiarato in diversi consigli comunali ed in occasioni di riunioni pubbliche, non intende fare proposte ed iniziative o sostenere opere valide ma il suo compito è solo ed esclusivamente quello di contestare tutto e tutti e votare sempre contro a prescindere dal contenuto della proposta".

Ma in questo anno e mezzo di amministrazione, il consigliere di opposizione non ha proposto o fatto qualcosa a favore per il comune?

"Assolutamente no. In un anno e mezzo non ha mai proposto nulla, non ha mai suggerito iniziative ed opere da realizzare ma ha solo diffamato il comune di Menconico sulla stampa; ha scritto molteplici lettere alla Regione, alla Prefettura, all’ASL contestando tutto e tutti; ha criticato non solo l’operato del nostro comune ma anche il comportamento della Comunità Montana e dei comuni nostri limitrofi tipo Brallo e Santa Margherita Staffora".

Tra l'altro il consigliere ha anche effettuato controlli su altri comuni vicini...

"Effettivamente è cosi... Si è recato nei comuni di Brallo e Santa Margherita Staffora e magari contestando anche le loro scelte (tipo il numero di dipendenti). Pensate in un anno circa ha presentato oltre 240 interpellanze; quando in Comunità Montana racconto ai 18 colleghi sindaci del numero sproporzionato di interpellanze presentate non sono creduto.

Nemmeno nei comuni grossi tipo Voghera, Varzi, Godiasco si fa opposizione in questo modo".

Ma può farci capire meglio come Callegari sta facendo l’amministratore del vostro comune? Ci può fare degli esempi?

"Ce ne sono almeno due clamorosi: il conferimento delle benemerenze e la gestione della casa di riposo. Nel primo caso il consiglio comunale aveva proposto di dire un “Grazie” conferendo l’attestato di benemerenza a quelle persone, associazioni ed enti che si erano distinti per l’opera da loro svolta per il bene dei cittadini. Callegari non ha votato a favore e quando gli abbiamo chiesto se non approvava perché erano state scelte, per il conferimento della benemerenza, persone da lui non condivise e magari voleva proporne altre ha risposto che non aveva da proporre nessuno ma che non approvava perché il compito della minoranza è di non approvare".

E sulla casa di riposo?

"Il comune di Menconico è riuscito, dopo trattative molto difficili ed estenuanti, a fare un accordo con il gestore dei servizi (Sereni Orizzonti S.p.A. di Udine) che prevede: riduzione delle rette degli anziani, ospiti della casa di riposo, residenti a MenconicoBrallo-Santa Margherita da 57€/gg a 46€/gg; un occhio di riguardo ai residenti nel nostro comune per le assunzioni del personale; l’assunzione del direttore

VALLE STAFFORA

"Callegari sta danneggiando gli abitanti del comune di Menconico"

OTTOBRE 2015

Paolo Donato Bertorelli

di struttura da parte del Comune e che naturalmente relazionerà solo al comune. Questo accordo è stato approvato dal nostro consiglio comunale, con naturalmente il voto contrario di Callegari, ed è stato recepito da ASL di Pavia. In base a questo accordo i lavoratori della Casa di Riposo, residenti a Menconico, erano 2 adesso sono 8".

Sindaco ma sulla casa di riposo Callegari è stato anche autore di alcune iniziative personali: ci può spiegare quali?

"Callegari prima ha scritto una lettera alla Prefettura poi, non soddisfatto, ha scritto alla Regione Lombardia, dicendo che l’accordo non era valido che andava annullato. Vi sembra che questo comportamento sia fare gli interessi dei nostri cittadini? Avere una riduzione delle rette per i nostri cittadini anziani e dare una occupazione al nostro personale è una cosa che va contro gli interessi del Comune? Per Callagari evidentemente si. Inoltre Callegari ha scritto a Regione Lombardia, e lo ha confermato anche in consiglio comunale, di non dare più l’accreditamento della casa di riposo al comune (ricordo che sono 480.000 €/anno) ma di dare questo imposto a Sereni Orizzonti di Udine. E’ la prima volta, nella storia di Regione Lombardia, che un consigliere comunale chieda di non dare soldi al comune che lui amministra ma di darlo ad una società privata".

E cosa pensa di questo atteggiamento?

"Callegari agendo in questo modo fa gli interessi del privato (Sereni Orizzonti s.p.a.) e non del comune che amministra. Se non lo conoscessi penserei male. Sono certo e sicuro che Callegari agisce solo ed esclusivamente con l’obiettivo di far fare brutta figura al nostro comune, anche se l’onorevole Andreotti diceva che pensare male si fa peccato ma spesso ci si indovina".

Ma proprio non si riesce a stringere un accordo con il consigliere di opposizione?

"Callegari crea un enorme danno al nostro comune quando diffama il comune di Menconico presso quel-

le istituzioni che sono preposte a sovvenzionare i comuni tipo Comunità Montana, Regione, Asl ecc.. Per fortuna oramai Callegari lo conoscono e…".

Sindaco ma il conisigliere di opposizione vi attacca anche in merito alle tasse comunali: in questo caso cosa risponde?

"Per quanto riguarda le tasse comunali Callegari scrive che il comune di Menconico "inganna gli abitanti". Ma perché Callegari non dice che tutte le tasse comunali di Menconico sono le più basse di tutti i comuni confinanti? Perché Callegari non dice che il comune di Menconico non ha aumentato le tasse comunali IMU, TARI, TASI? Perché Callegari non dice che il bilancio comunale del 2014 è stato chiuso con un avanzo di amministrazione superiore a quello di tutti i comuni confinanti? Evidentemente è lui che inganna gli abitanti di Menconico dando notizie false o tendenziose".

Sindaco, per quanto riguarda la trasparenza Callegari dice che il comune nasconde la documentazione: cosa risponde?

"Questa è una affermazione ridicola e che non merita di essere presa in considerazione. Faccio solo un esempio: abbiamo ricevuto una lettera da Regione Lombardia inerente la casa di riposo. Tale lettera è stata distribuita a tutti i consiglieri comunali e a tutti i cittadini, che la richiedevano, durante una riunione pubblica. Callegari come può scrivere al Prefetto dicendo che di tale lettera lui poteva non venirne a conoscenza? Evidentemente Callagari ha la memoria corta o non dice la verità".

Sindaco a questo punto che fare?

"Abbiamo più volte e con tutti i mezzi cercato di far cambiare l’atteggiamento ed il comportamento di Callegari, per coinvolgerlo nelle scelte che bisogna fare, ma senza successo. Oramai abbiamo perso ogni speranza. Mi rivolgo allora ai cittadini del nostro comune perché quelle persone a lui vicine magari possono riuscirci. Se lo faranno sicuramente faranno il bene dei nostri cittadini".

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PARLA IL GIOVANE IMPRENDITORE FRANCESCO VOLPINI

OTTOBRE 2015

di

Giacomo Braghieri

Intervista a Francesco Volpini, 36 anni, maturità classica, titolare di una azienda agricola zootecnica in alta Valle Staffora.

Quando ha iniziato?

"Io ufficialmente ho aperto la partita iva nel 2009, l'azienda è stata fondata nel 1973 dai miei genitori".

Prima cosa ha fatto?

"Sono nato in azienda ma ho anche lavorato in altri settori e in diversi paesi del nord europa: Francia, Olanda, Danimarca, Germania, Inghilterra".

Che tipo di allevamento svolge?

"Noi da più di 40 anni alleviamo bovini secondo la linea vacca-vitello che è una metodologia sviluppata in Francia nella zona del massiccio centrale. Prevede che il vitello rimanga con la fattrice per almeno 9-10 mesi di vita e che per la maggior parte della loro esistenza stiano liberi al pascolo, stagione permettendo, da noi 6-8 mesi all'anno. Nei mesi invernali i bovini vengono nutriti con fieno prodotto in azienda e con cereali certificati che acquistiamo da territori limitrofi. Questo ciclo ha un impatto ambientale positivo per un tipo di montagna storicamente antropizzata e che è stata progressivamente abbandonata nel corso degli anni. Per intenderci salviamo i pascoli dalla forestazione e questo incide sia sulla fertilità dei terreni che sul mantenimento delle riserve idriche. Fino a 60 anni fa da queste parti si coltivavano i terreni fino a 800-1000 metri slm ora è tutto bosco e sottobosco dove l'acqua scivola a valle subito".

Cosa significa allevamento a ciclo chiuso?

"Il ciclo inizia con la rimonta delle fattrici, la nascita del vitello, il suo allevamento al pascolo in montagna o con il fieno prodotto da noi. Infine ci occupiamo della macellazione e della commercializzazione. Tutto viene svolto in azienda che si sviluppa in ambienti incontaminati fra i 550 msl di Casanova Staffora e i 1400 msl dei pascoli del monte Bogleglio".

Prima di venire a intervistarla ho dato un occhio al web...

"Siamo un'azienda, non possiamo permetterci di trascurare una vetrina simile. Il sito lo abbiamo creato noi, è funzionale al nostro commercio e a farci conoscere pur non avendo un indicizzazione ottimale".

A proposito di commercio sempre sul web risulta che siete fornitori di Gas (Gruppi di acquisto solidale) pavesi, cosa significa?

"I Gas sono famiglie che si riuniscono per acquistare direttamente dai produttori beni di consumo alimentari. Questo permette loro di ottenere risparmi superiori rispetto alla grande distribuzione e qualità certificata dei prodotti. Sono clienti con i quali si instaura un rapporto di fiducia e che verificano tutte le fasi della produzione, nel nostro caso dell'allevamento dei capi fino alla lavorazione delle carni nello spaccio aziendale. Per una azienda come la nostra sono la base economica su cui contare per fare progetti di medio periodo. Ci rimane un cruccio".

Quale?

Non riusciamo a sfondare nel mercato di casa e per aziende attente alla sostenibilità ambientale il km 0 è importante. Pensi che se rispondesse il mercato in Valle Staffora ci sarebbe spazio per almeno altre due o tre imprese zootecniche di medie dimensioni, oltre alle tre che già esistono, con le relative ricadute occupazionali e di immagine".

Come imprenditore quali sono i problemi più gravosi che incontra nella sua attività?

VALLE STAFFORA

"La razza varzese è ottima per il latte ma non per la produzione di carne"

Francesco Volpini con le mucche di razza varzese

"Come per tutti è la burocrazia il nostro ostacolo più grosso. Fatti salvi i controlli e le normative di legge, ogni anno si stratificano norme e nuovi adempimenti che poco incidono sul lavoro reale o la qualità dei prodotti".

Ci fa un esempio?

"E' capitato che a causa di un interpretazione di un parametro, un finanziamento regionale è rimasto bloccato diversi anni per i controlli da parte dei funzionari dell'ente. Sono già due i piani di sviluppo regionale (psr) che non tengono in considerazione il nostro tipo di allevamento e le particolari condizioni dell'agricoltura nella montagna appenninica o della fascia pre-alpina. Pensi solo all'usura dei mezzi rispetto alle rese fra le coltivazioni in pianura e quelle in montagna. Nelle graduatorie per accedere ai contributi regionali, le aziende che investono in un'unica filiera produttiva partono svantaggiate. Faccia conto che le banche, anche per erogare piccoli prestiti ancora oggi non tengono conto della costanza del fatturato prodotto negli anni ma della situazione patrimoniale dell'azienda. Da questo punto di vista il Trentino e l'Emilia sono avanti di decenni".

Ha problemi con gli animali selvatici?

"Abbiamo grossi problemi con i cinghiali. Grufolando sui pascoli, danneggiano la cotica erbosa al punto che la produzione di erba può diminuire del 30%.

Qualsiasi coltivazione cerealicola deve essere completamente cintata e ciò fa innalzare notevolmente le spese di produzione. Poi c'è il lupo che ogni anno preda due o tre vitelli al pascolo".

Cosa ne pensa dell'allevamento della vacca Varzese?

"Dal mio punto di vista è un animale che mostra le sue migliori attitudini nella produzione del latte. Per la produzione di carne sono di gran lunga preferibili razze che meglio si adattano alle risorse e alle potenzialità del territorio. Razze come la Limousine, la Charolaise e la Garonnese che sono state introdotte dalla Francia con la linea vacca vitello oppure la Pezzata Rossa Italiana hanno qualità della carne e rese superiori. Torno a ripetere che noi siamo imprenditori, concentrati sulla ricerca della sostenibilità ambientale e sulla qualità della nostra produzione.

Sostenibilità per un'azienda significa fare i conti con il mercato, con i tempi e le rese di produzione".

il Periodico

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VALLE STAFFORA

A tu per tu con il neo-segretario del movimento, Roberto Pisani

OTTOBRE 2015

Identità Oltrepò: «Dobbiamo essere uniti per difendere il territorio»

Roberto Pisani di Alessio Alfretti

Da 8 anni si occupa dell’Oltrepò Pavese, cercando di salvaguardarne le sorti. Il movimento Identità Oltrepò, che ha la propria sede a Torrazza Coste, è oggi guidato da Roberto Pisani, che ci parla delle idee per il futuro.

Qual è lo stato attuale del movimento?

«Dal 30 aprile 2007, data della fondazione, Identità Oltrepò è certamente cresciuto, ma siamo anche consapevoli che per il nostro progetto finale la strada da percorrere è ancora lunga. Prova di questa crescita è il contatto e la collaborazione con i principali gruppi autonomisti del panorama politico italiano. Da anni ormai stiamo facendo un percorso comune con Pro Lombardia Indipendenza, movimento radicato su tutto il territorio regionale, che fa parte del gruppo parlamentare europeo dell'EFA (European Free Alliance).

Inoltre di recente siamo stati invitati alle celebrazioni del 70° anniversario dell'Union Valdotaine, alle quali parteciperemo in modo attivo con un nostro intervento.

Contatti sono avviati anche con formazioni politiche del Sud Tirolo, del Veneto, della Liguria, dei Paesi Baschi e della Navarra».

In veste di segretario, che progetti ha per Identità Oltrepò?

«Seguirò la linea della continuità rispetto al lavoro svolto dal mio predecessore Anacleto Marini, co-fondatore di Identità Oltrepò, che ha mantenuto cariche dirigenziali, in collaborazione con il nostro presidente Claudio Bianchi, il vicepresidente Fabrizio Repetti e tutto il direttivo. A breve saranno organizzati incontri pubblici per far conoscere il lavoro che si sta facendo sul territorio, nei vari ambiti in cui siamo impegnati.

Altro obiettivo è quello di incentivare i contatti già avviati con forze politiche territoriali e nazionali, per farci portavoce delle problematiche presenti nel nostro

territorio. Inoltre lavorerò per un allargamento del movimento nel Piacentino e nel Tortonese, zone che condividono con l'Oltrepò Pavese tradizioni e cultura».

Il vino è una importante risorsa locale: cosa pensate dello “scandalo Terre d'Oltrepò” e della chiusura di Riccagioia?

«Per Terre d'Oltrepò non si tratta di una vera e propria frode alimentare. Ciò malgrado, il danno di immagine è stato evidente. Identità Oltrepò sin dal primo sequestro di maggio ha denunciato l'assordante silenzio della politica, forse perché proprio una parte di essa ne traeva profitto. Il caso Riccagioia è proprio l'esempio lampante di una cattiva gestione di questa politica. Sul centro sono stati fatti notevoli investimenti pubblici, con una gestione che è stata sempre politica. Noi abbiamo chiesto che le istituzioni si facciano carico di quella che avrebbe dovuto essere e ha tutto il diritto di essere un'eccellenza del territorio. Però diciamo basta a questo tipo di gestioni e abbiamo già chiesto un posto nel nuovo Cda a rappresentanza e tutela gratuita degli interessi dell'Oltrepò».

Vi state occupando della minaccia pirolisi a Retorbido?

«Il nostro presidente già conosceva il comitato di Retorbido che è nato molto prima della questione pirolisi.

E' quindi giunta naturale fin dall'inizio la collaborazione con persone serie e preparate, capaci di far risollevare un certo spirito battagliero che sembrava sopito da troppo tempo e che ora dice no a questo progetto folle di insediamento. Recentemente abbiamo parlato col vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, che insieme al senatore Gianmarco Centinaio si è fatto carico di far approvare un ordine del giorno dal Governo proprio sulla questione. Inoltre, a margine di una recente riunione sul problema dello smaltimento dei

fanghi nelle campagne della provincia di Pavia, abbiamo parlato anche con l'assessore all'ambiente della Regione Lombardia, Claudia Terzi. Contatti sono stati avviati anche con rappresentanti di altri schieramenti politici. Siamo inoltre al corrente del progetto di costituzione di una Consulta Intercomunale, alla quale parteciperà un nostro rappresentante».

Come vedete il futuro di questa zona?

«Purtroppo l'Oltrepò e la provincia di Pavia sono stati da sempre violentati da una politica d'interesse o al contrario di disinteresse da parte di chi avrebbe dovuto rappresentarci. Basti pensare ai due inceneritori, all'amianto di Broni, all'ex-Vinal di Santa Giuletta, agli sversamenti dei fanghi nei terreni (oltre il 40% di quanto prodotto in tutta Italia viene utilizzato nelle campagne del territorio della provincia come fertilizzante) per poi arrivare all'ipotesi d'impianto di Retorbido e di altri progetti camuffati da cave. Siamo inoltre recentemente venuti a conoscenza della possibilità che la provincia di Pavia venga scelta come sito per la nascita di un centro di stoccaggio e trattamento di rifiuti radioattivi. Però la popolazione dell'Oltrepò ha preso coscienza che così non si può continuare e la partecipazione al caso pirolisi ne è la dimostrazione. Una manifestazione apartitica con oltre 4000 persone costituisce un forte segnale. E proprio da questi segnali Identità Oltrepò trae linfa vitale per cercare di risvegliare la coscienza civica e partecipativa che difende il senso di appartenenza e promuove la continuità e la conoscenza delle tradizioni e della cultura del territorio che altrimenti verrebbero assorbite, dimenticate o cancellate.

Ma per far questo abbiamo bisogno dell'impegno di tutti. Approfitto, anzi, di questo spazio per lanciare un appello a tutti coloro che vogliano avvicinarsi al nostro movimento o approfondirne la conoscenza».

Claudio Bianchi e Anacleto Marini

il Periodico

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COLPO DI SCENA AL BRALLO: PARLA IL SINDACO ChLAPANIDAS

di Alessandro

Disperati

Colpo di scena al Brallo di Pregola: è caduta la giunta guidata dal sindaco Christos Chlapanidas. Nei giorni scorsi il vice sindaco con due consiglieri di maggioranza e tre di minoranza, con alla guida l'ex sindaco e presidente della Comunità montana Bruno Tagliani, hanno rassegnato le dimissioni mandando di fatto a casa il primo cittadino. Crisi e arrivo del commissario per il comune più alto dell'Oltrepò pavese che quindi in primavera tornerà al voto. Abbiamo incontrato il sindaco Chlapanidas per capire meglio cosa è successo.

Si aspettava che tre suoi consiglieri rassegnassero le dimissioni?

"Assolutamente no".

Ma cos'è successo esattamente?

"La cronistoria dei fatti: al consiglio comunale del 30 luglio non si era presentata Irene Tagliani adducendo motivi di lavoro. Poichè per partecipare ai consigli comunali si possono chiedere permessi mi sono lamentato del suo comportamento ma tutto è finito lì. Qualche messaggio con minacce di dimissioni è passato su whatsapp e per chiarire qualunque dubbio abbiamo indetto una riunione di maggioranza al primo settembre. Tutto si è chiarito (almeno apparentemente) e la conclusione è stata: siamo compatti, andiamo avanti".

E poi?

"Il giorno 7 settembre si è presentato da me il mio vicesindaco Giampietro Nicora per dirmi che intendeva dimettersi senza particolari motivazioni: stiamo facendo troppo poco per il comune ed altri motivi personali sui quali non credo sia necessario dire di più. Martedì 21 sono uscito a cena con Stefano Rizzato che mi ha confermato il suo appoggio ed il giorno dopo ho saputo che anche per Irene Tagliani tutto andava bene. Sabato 26 dunque mi aspettavo si dimettesse Giampietro Nicora. So che il nostro capogruppo ha cercato di parlargli per dissuaderlo ma lui non ha voluto ascoltarlo. La situazione è precipitata sabato alle 10 quando è successo quello che tutti ormai sapete".

Perchè a suo avviso si è arrivato a questo?

"Immaturità delle persone e scarso senso civico.

L’invidia e mania di protagonismo hanno fatto il resto. Inoltre ritengo che la minoranza abbia cavalcato questo momento complottando alle nostre spalle...

Motivi reali, tangibili non ce ne sono. Prova ne sono i consigli comunali: tutti i provvedimenti sono stati votati all’unanimità tranne in uno in cui la minoranza si è astenuta (non ricordo quale fosse l’argomento ma era un’astensione puramente formale nulla di sostanzioso). Il dovere di ogni consigliere se ritiene che qualcosa non funziona è quello di fare delle interpellanze delle mozioni ovvero di mandare dei messaggi al sindaco ed alla giunta su cosa non va o cosa c’è da fare. Niente di tutto questo: in 16 mesi non abbiamo dovuto discutere nulla se non approvare gli ordini del giorno. Inoltre i giovani volevano forse strafare ma senza soldi come si fa? Inoltre io ho sempre sostenuto una cosa: siate propositivi ma costruttivi. Venire a piangere dal Sindaco perchè non si fa questo o non si fa quello ha poco senso ed è solo qualunquismo. Proporre soluzioni e collaborare: questa è la ricetta vincente. Io sono al Brallo sette giorni su sette qualcuno dei dimissionari viene al Brallo solo nei week-end e per di più non si fa neanche vedere. Parlare con me è molto facile: non è necessario prendere appuntamen-

VALLE STAFFORA

"Spero che questa mossa di Tagliani sancisca la sua uscita dalla politica"

OTTOBRE 2015

Il sindaco del Brallo Christos Chlapanidas

ti sono sempre disponibile".

Per il Brallo si tratta di un brutto colpo anche perchè con un commissario sarà difficile potare avanti opere e altre iniziative...

"Certo: stavamo preparando le domande per un bando che sarà aperto a novembre per il miglioramento energetico degli edifici pubblici. Bando riservato ai comuni sotto i 1000 abitanti".

Anche in vista delle Unioni dei Comuni questo commissariamento sarà un duro colpo per la località tuistica: cosa succederà?

"Lo scopriremo solo vivendo. Il commissario potrà avere un ruolo passivo per le unioni. Eravano aperti a qualunque soluzione. Eravamo nella fase iniziale e dopo un confronto con i sindaci avremmo proceduto con un incontro interno: minoranza, dipendenti e popolazione per condividere la scelta. Un commissario questa visione non potrà averla in quanto è insediato per 90 giorni e fra le sue competenze nulla è previsto oltre l’ordinaria amministrazione. Poi verrà riconfermato o arriverà qualcun altro: non lo so. Ho chiesto udienza al prefetto che in questi giorni è fuori sede".

Avevate già portato avanti iniziative per accordi per l'Unione dei Comuni?

"Le prime indicazioni pervenute dalla Regione sembravano propendere per una unione Brallo-VarziSanta Margherita-Menconico. Ma stavamo valutado anche un’unione con Romagnese magari escludendo Varzi per avere una maggiore uniformità di popolazione/problematiche. Ma erano ancora i primi approcci. Il grosso del lavoro era per i mesi prossimi".

A suo avviso c'era in essere un accordo tra i tre dimissionari di maggioranza con quelli di minoranza?

"Qui apriamo un capitolo molto triste. Il complotto è evidente: nessuna avvisaglia nessuna richiesta inascoltata. Solo un bieco calcolo politico. Come rimanente maggioranza abbiamo scritto una lettera aperta a Bruno Tagliani in quanto essendo stato sindaco del Brallo per 20 anni sa perfettamente le problematiche a cui andiamo incontro con un com-

missariamento di quasi un anno. Inoltre l’atto della presentazione delle dimissioni è stato fatto per non lasciare nessuno spazio, sintomo evidente di una predeterminazione".

In primavera con ogni probabilità si andrà al voto.

Ha intenzione di ricandidarsi?

"Assolutamente sì con i candidati esclusi dalla lista 'Uniti per Brallo' ed i consiglieri rimanenti. Cercheremo altre persone più fidate e responsabili".

Vede possibile un accordo con l'ex sindaco e presidente della Comunità monatana Bruno Tagliani?

"Spero che con questa ultima mossa Bruno Tagliani abbia sancito la sua uscita dalla scena politica definitivamente. Lascerà spazio a qualche “giovane” mi pare di aver sentito dire. Malgrado dopo le elezioni scorse ci siamo stretti la mano e l’ho sempre ritenuto un amico. L’ho sostenuto nella sua candidatura al Gal perchè ci credevo ed avevo capito che la politica gli mancava. Sono stato ricambiato con questo bello scherzo".

Un suo pensiero finale per quanto è accaduto?

"Senso civico, trasparenza, etica, correttezza sono venute a mancare ma io dormo sonni tranquilli: ho agito in coscienza durante questi 16 mesi e mai mi sarei aspettato un epilogo così triste… Ma ripeto triste non per noi mandati a casa ma per quelli che hanno ordito il complotto".

Non pensa che questa, dopo la chiusura di molti locali tra cui lo storico bar ristorante Normanno, sia una tegola definitiva che non farà che peggiorare la situazione di un paese che negli anni sessanta, settanta e ottanata era un fiore all'occhiello dell'Oltrepò pavese?

"Tutto si sitemerà. Solo una pausa di 8-9 mesi (che per inciso costerà alla popolazione sui 30-40.000 euro – stipendio del commissario, spese di trasferta, elezioni- ). Ci siamo resi conto che le risorse per far ripartire il Brallo devono arrivare dall’esterno. Stavamo lavorando e lavoreremo per invertire il trend.

Qualche mese di ritardo e ripartiremo più forti di prima".

il Periodico

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RUINO, VALVERDE, FORTUNAGO ESEMPIO DI EDUCAZIONE CIVICA

di

Francesca Mazza

Rendere i ragazzi consapevoli del ruolo attivo che ognuno può svolgere nella tutela dell’ambiente, del territorio e della collettività, è questo l’obiettivo dei campi scuola “Anch’io sono la Protezione Civile”, organizzati dal Dipartimento della Protezione Civile a partire dal 2007 in collaborazione con le Regioni e le organizzazioni nazionali e locali di volontariato.

In questa edizione 2015, 192 campi scuola, tra luglio e settembre, hanno accolto giovani che si sono confrontati con chi fa quotidianamente protezione civile: Vigili del Fuoco, Corpo Forestale dello Stato, Forze di Polizia, 118, Croce Rossa Italiana, rappresentanti di Comuni, Regioni e numerosi altri attori del Servizio Nazionale della Protezione Civile. Abbiamo incontrato alcuni dei partecipanti al Campo Scuola “Anch’io sono la Protezione Civile”, entusiasmo e coinvolgimento è quello che emerge dalle domande che abbiamo rivolto loro. Abbiamo chiesto: 1) Come puoi descrivere questa esperienza?; 2) Cos'hai potuto apprendere?; 3) Alla maggiore età vorrai far parte della Protezione Civile?. Vediamo le risposte.

Sofia Galbiati - 12 anni. 1) "Da non perdere!!! Insegna a stare in gruppo, a come affrontare il pericolo, molta teoria ma anche molta pratica che è molto piu importante, a cavarsela da soli insomma, un sacco di cose che torneranno molto utili". 2) "Molte cose come spegnere il fuoco -pensavo ci volesse metà tempo-, molte norme di sicurezza, la ricerca delle persone con i cani ed arrampicarsi sulla roccia". 3) "Sicuramente! Vorrò provare come ci si sente ad essere molto utili alla comunità ed allo stesso tempo divertirmi con i miei compagni ed insegnare ad altre persone cos'è la Protezione Civile".

Alessandro Romano - 14 anni. 1) "Indimenticabile, ho scoperto un mondo nuovo fatto di persone speciali...la protezione civile e i suoi volontari!". 2) "Cos'è la Protezione civile e tutto il suo sistema, una realtà entusiasmante". 3) "Già da ora vorrei farne parte!".

Emanuele Ratti - 13 anni. 1) "Entusiasmante!!! Mi ha cambiato moralmente". 2) "Ho appreso come si convive con altre persone e come ci si può aiutare l'un l'altro in ogni situazione". 3) "Alla maggiore età vorrò far parte della Protezione Civile, ma in particolare vorrei aderire al gruppo delle giacche verdi, mi piacciono molto i cavalli".

Matteo D'Ambrosio - 11 anni. 1) "Senza parole, è stata indescrivibile, non la dimenticherò mai!". 2) "Quando si fa squadra e ci si aiuta l'un l'altro tutto può essere più semplice!". 3) "Si, sicuramente nel settore del antincendio boschivo".

Daniel Thogan - 14 anni. 1) "La definirei una delle esperienze più belle della mia vita, convivere con altri ragazzi è stato bellissimo, fare esperienze come escursioni e prove fisiche è stato speciale". 2) "Ho appreso molte cose come la convivenza, il distinguere i diversi caratteri della natura, il superare me stesso, il far cose che non tutti possono provare e non sanno fare e ho scoperto quali sono tutte le specializzazioni della Protezione Civile ovvero pompieri, cinofili etc".

3) "Non so se farò parte della Protezione Civile, ma mi piacerebbe un sacco".

Cristian Thogan - 13 anni. 1) "Questa esperienza la posso descrivere come un Mondo pieno di amici, di divertimento e di apprendimento. Ho nuovi amici che spero di rincontrare il prossimo anno". 2) "Ho potuto apprendere la bellezza della natura, le diverse specializzazioni della Protezione Civile come l'Antin-

Sofia Galbiati

Matteo D'Ambrosio

Alessandro Romano

Emanuele Ratti

Daniel Thogan

cendio Boschivo ed i Cinofili". 3) "Alla maggiore età vorrei diventare un volontario. Il tempo libero dopo l'università lo dedicherò alla Protezione Civile".

Mireya Thogan - 11 anni. 1) "Questa esperienza è stata magnifica, ho imparato tante cose che mi serviranno per tutta la vita". 2) "Ho potuto apprendere molte cose tra cui: spegnere il fuoco, scalare le rocce,

VAL TIDONE

Al Giardino Alpino di Pietracorva il campo scuola della Protezione Civile

Cristian Thogan

Mireya Thogan

come si cercano i dispersi con i cani, ma soprattutto ho imparato il vero significato della Protezione Civile e la sua importanza". 3) "Certo! Vorrei tanto! È molto utile, si aiutano le persone in difficoltà. Mi piacerebbe anche insegnare e far capire a tutta la gente, il lavoro difficile di tutti i volontari che aderiscono alla Protezione Civile".

PARLANO LE MAMME DEI BAMBINI

"Un'esperienza fantastica"

Avventura che ha coinvolto tutta la famiglia, i ragazzi hanno “portato a casa” un bagaglio nozioni ed emozioni estremamente positive come sottolineano le mamme.

Chiara Onida - mamma di Sofia Galbiati.

Sotto quali aspetti questa esperienza è servita a sua figlia?

"Ha imparato a stare in gruppo, a vivere in un vero campo, ha conosciuto tutte le nozioni di Protezione Civile, si è adattata a situazioni non agiate di vita quotidiana di un campo ed ha imparato a stare alle regole imposte dai capi gruppo".

Le motivazioni per il quale consiglierebbe, ad altri genitori, di far provare ai propri figli questa esperienza? "È stata un'esperienza che è servita molto in particolare, a prendere autonomia dalla famiglia".

Maurizia Tornabene - mamma di Ratti Emanuele.

Questa esperienza è servita a suo figlio?

"L'aspetto più importante è stato quello d'aver vissuto una settimana lontano da casa, senza la presenza dei genitori, ma soprattutto senza le comodità e le abitudini di tutti i giorni come il telefono in primis! I ragazzi si sono arrangiati da soli, hanno fatto "gruppo" sviluppando il forte senso dell'amicizia e della solidarietà, affrontando situazioni nuove con curiosità e spirito di squadra".

Chiara Onida

Maurizia Tornabeme

Le motivazioni per il quale consiglierebbe, ad altri genitori, di far provare ai propri figli questa esperienza?

"Mi sento di consigliare fortemente questa esperienza ad altri genitori proprio per gli obiettivi stessi che si prefigge la Protezione Civile. In una settimana i ragazzi hanno affrontato una marea di esperienze che li ha fatti, sicuramente, divertire, ma che li ha anche fatti maturare ed a renderli più autonomi. Mio figlio ha subìto una vera trasformazione, in meglio, sotto molti punti di vista. Non vede l'ora di ripetere l'esperienza".

VAL TIDONE

OTTOBRE 2015 32 il Periodico DA IMMIGRATO A MEDIATORE CULTURALE AL CENTRO D'ACCOGLIENZA di Zavattarello

Atai WaIi: “Ero considerato un infedele perchè lavoravo in una base militare Usa”

Atai Wali Mohammad di

Francesca Mazza

Viaggio all'interno del centro di accoglienza di Moline, frazione di Zavattarello. Ci accoglie Atai Wali Mohammad, 19 anni, afghano, è una delle tante storie a lieto fine, sul tragico sfondo della guerra, della paura e della fuga.

Quali sono le cause che l'hanno costretta a scappare dall'Afghanistan?

"La guerra costringe la gente a fuggire dal Nostro Paese".

Qual era la sua occupazione in Afganistan?

"Insegnavo ai bambini inglese in una scuola locale ed ero scultore".

Data la sua occupazione di notevole importanza per il Paese, perché era direttamente esposto alla guerra?

"Ero considerato un infedele perchè lavoravo presso una base militare americana".

Qui in Italia, dopo aver ottenuto i documenti, ha trovato subito un lavoro?

"Si, ero interprete di un Avvocato ed ora sono Mediatore Culturale al centro d'accoglienza".

La valorizza umanamente questo impiego?

"Certo, ogni giorno li aiuto ad integrarsi nella comunità, conosco il loro stato d'animo ed i loro problemi, ero uno di loro".

Atai Wali Mohammad ci presenta alcuni ospiti della Struttura di Moline, ragazzi, uomini che si racconta-

no senza paura né diffidenza, unica precauzione con la quale esordiscono “Niente foto, temiamo per la nostra incolumità”. Porgiamo loro alcune domande per conoscere le loro testimonianze, comun denominatore la paura e la fame.

1) Cosa l'ha spinta a scappare?, 2) Come ha affrontato il viaggio in Italia?, 3) Come si trova al Centro d'Accoglienza in Zavattarello?, 4) Quali sono le Sue aspettative di vita qui in Italia?, 5) Come impegnerebbe il suo tempo ora, nell'attesa d'avere i documenti?, 6) A nome di tutti gli immigrati vuole lanciare un messaggio agli Italiani?.

JAFFUNEH N. - 22 anni - Gambia 1) "Mi hanno costretto a scappare i problemi socioculturali. Nel mio Paese viene praticata l'infibulazione, io mi sono opposto al fatto che la potessere fare a mia sorella, siamo scappati in Mauritania e siamo ritornati nel momento in cui si sposava così non avrebbe più avuto quel problema. Per questo rischiavo d'essere ucciso".

2) "Ho impiegato 8 mesi, sono partito dal Ghana, ho attraversato la Mauritania, il Senegal, Maly, il Burkina Fasu, il Niger per poi arrivare in Libia. È stata difficilissima la sopravvivenza, nel deserto, non avevo ne' cibo ne' acqua lì, non hanno rispetto per i neri. Ho provato a lavorare per il cibo, ma mi rubavano i soldi, mi picchiavano. Non pensavo di dover affrontare simili situazioni".

3) "In qualsiasi luogo che mi aiutasse a salvare la mia vita mi sarei trovato a mio agio. Qui a Zavattarello mi trovo bene, i miei concittadini mi rispettano e mi aiutano. Vorrei avere un maggiore confronto con loro per poter spiegare le ragioni che mi hanno costretto a fuggire dal mio Paese così da poter facilitare la mia integrazione".

4) "Le mie ambizioni sono il poter restare in questo territorio, un lavoro ed una famiglia".

5) "Vorrei fare dei corsi di formazione lavorativi e continuare le lezioni d'italiano che sto già seguendo".

6) "Capisco che non sia semplice per Voi accogliere tutti Noi immigrati, ma siamo obbligati a fuggire dal Nostro Paese per salvare le Nostre vite, chiediamo

d'essere integrati".

JAITEH E. - 21 anni - Gambia 1) "Ho manifestato contro la dittatura indossando una maglietta con la scritta "NO DITTATURA", in Ghana questo è vietato, i servizi segreti volevano catturarmi, ho interrotto gli studi per paura. Tutto ciò mi ha spinto a scappare".

2) Ho impiegato 9 mesi, sono partito dal Ghana, ho attraversato la Mauritania, il Senegal, Maly, il Burchina Fasu, il Niger per poi arrivare in Libia. In viaggio non avevo nè cibo, nè acqua, nè soldi. In Niger ho vissuto un vero e proprio incubo, in Libia le condizioni erano peggiori, era difficile sopravvivere alle armi, sono stato in carcere perché mi ribellai al lavoro, non volevano pagarmi. Era tutto molto triste".

3) "Da quando sono arrivato qui mi sento "come a casa", mi bastano le poche cose che ho come il cibo ed i vestiti. Sono grato dei saluti che ricevo ogni giorno.

Sono rilassato, sono fuggito dal rischio della morte".

4) "Vorrei poter restare qui per rendermi utile alla comunità".

5) "Lavorerei, da volontario, senza retribuzione, farei lavori socialmente utili, per ringraziare i cittadini del loro aiuto, ciò mi aiuterà ad integrarmi".

6) "Io vorrei dire agli Italiani di non aver paura di contrarre malattie come l'ebola e l'HIW. Se avessimo contratto l'ebola, nel tragitto, impiegando 9 mesi ad arrivare, saremmo morti. L'HIW ed altre malattie sono presenti e diffure in qualsiasi altro Paese".

KHAN M. - 23 anni - Pakistan 1) "Sono fuggito perchè a Bajuar in Pakistan è guerra infinita. Lo Stato ti cattura per addestrarti e sottometterti".

2) "Il viaggio è stato "un giocare" con la vita, solo un rischio! Ho impiegato quasi 5 mesi, dal Pakistan ho attraversato l'Iran, la Turchia, la Bulgaria, l'Ungheria per poi arrivare in Italia. Pensavo di morire per la mancanza di cibo ed avevo paura d'essere ucciso".

3) "Bene, la gente è accogliente, li voglio ringraziare per quello che fanno per noi".

4) "Trovare un lavoro".

5) "Mi piacerebbe frequentare un corso approfondito di italiano".

6) "Io posso solo dire che in Afghanistan ed in Pakistan la guerra ti obbliga a fuggire".

il Periodico

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PARLA BALDAZZI FONDATORE DELL'ASSOCIAZIONE APICOLTORI OLTREPO'

di Alessandro

Marchesi

Abbiamo incontrato Enrico Baldazzi presidente e fondatore della neonata Associazione Apicoltori dell’Oltrepò Montano che traccia le linee guida per fare del miele dell’alta valle un’eccellenza assoluta. Proprio in questo mese il figlio Riccardo ha ritirato il riconoscimento nazionale Due Gocce d’oro conferito all’azienda di famiglia.

Cosa vi ha spinto a formare questa associazione e qual è il vostro obbiettivo?

"Colui che ha stimolato particolarmente la nostra attenzione nei confronti dell’apicoltura è stato il mio caro amico Alfredo Chiesa che dal 2004 ad oggi ha sempre vinto il concorso nazionale Una goccia d’oro e Due gocce d’oro. Conciliando questa mia conoscenza alla purezza del territorio montano sono sicuro che potremmo puntare molto in alto. Questa zona è ideale per realizzare il nostro progetto poiché è lontana dalle grosse vie di comunicazione e da tutto ciò che può mettere a rischio la salute delle api. Vogliamo ottenere la certificazione del DOP perché riteniamo di avrne i requisiti adeguati".

Chi può fare parte dell’Associazione? Solamente produttori di Zavattarello o anche dei dintorni?

"Abbiamo voluto scegliere questa denominazione del nostro gruppo proprio perché siamo disposti a raggruppare apicolture da tutti i paesi limitrofi dell’ Alto Oltrepo Pavese. Sicuramente le aziende che vogliono farne parte non devono avere gli alveari a ridosso di strade troppo trafficate o di frutteti e vigneti. Diciamo che gli ambienti ideali sono quelli di Zavattarello,

Romagnese, in parte Valverde, Brallo, Varzi e Menconico".

Una volta avviata l’ attività punterete sulla vendita alla grossa distribuzione o sulla qualità venendo al dettaglio?

"Nella prossima riunione con i produttori parleremo proprio di questo. Ognuno sarà dotato di un certo numero di bollini da applicare ai prodotti così che venga tracciata la provenienza del miele. In questo modo potremmo imporre un prezzo massimo e uno minimo entro cui dovranno stare i venditori. Certamente questo favorirà la vendita “di nicchia” ovvero rivolta a un’ utenza ristretta di intenditori".

Formando questa società avrete modo di accedere anche ai finanziamenti degli enti pubblici?

"Non è nel mio DNA avviare un’iniziativa con lo scopo di essere sovvenzionato da un ente pubblico. Certo se arriveranno saremo ben contenti e li accetteremo sicuramente però, per ora, vogliamo solamente proseguire a piccoli passi. Il sogno è quello di far diventare il miele della nostra valle un’eccellenza assoluta e lasciare ai nostri giovani qualcosa di solido e duraturo.

A tal proposito abbiamo intenzione di fare dei corsi di formazione per gli aspiranti apicoltori. Riteniamo sia questa la strada giusta da seguire".

Numerosi agricoltori incolpano il governo di dedicare la maggior parte delle risorse economiche all’immigrazione mentre sta trascurando i settori produttivi come la pesca e l’agricoltura. Cosa ne pensa?

"Anche io sono sempre stato dell’idea che sia ora di smetterla di insistere nell’accoglienza degli immigrati.

VAL TIDONE

"Zavattarello diventerà patria degli apicoltori dell'Oltrepò montano"

OTTOBRE 2015

Mi sono reso conto, tuttavia, che questa situazione è ben più complicata di quanto si possa pensare perché stiamo parlando di un esodo biblico a cui va posto rimedio in qualche modo. Una soluzione sarebbe quella di far lavorare qualcuno di loro proprio nei nostri settori anche se capisco che non è per niente facile.

Auspico che le istituzioni trovino un compromesso che non trascuri i diritti di nessuno".

Una soluzione potrebbe essere quella proposta da Renzi ovvero di abolire l’ IMU e l’ IRAP agricole?

"Se Renzi ha promesso questo credo proprio che lo farà perché mi sembra davvero disponibile e attento ai bisogni del settore agricolo. Sicuramente se anche noi agricoltori veniamo tassati non possiamo andare avanti, specialmente nelle zone montane dove sentiamo particolarmente la crisi. Togliendo queste due imposte sono sicuro che tutti i piccoli produttori inizieranno a tirare un sospiro di sollievo".

il Periodico

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VAL TIDONE

storia di un giovane Oltrepadano, diventato produttore di te’

"Ho acquistato un monte, una foresta vergine, 14 ettari di bellezza"

Lorenzo Barbieri

di

OTTOBRE 2015

Francesca Mazza

Lorenzo Barbieri, partito da Torre degli Alberi otto anni fa, nel 2007, tre giorni dopo essersi laureato.

Allora ventiquattrenne, Pechino l'ha scelta sull'atlante, aveva due offerte di lavoro: una a Dublino, l'altra proprio a Pechino.

Nei suoi primi anni ha viaggiato e lavorato: la Manciuria decaduta, le steppe mongole come tranquilli weekend fuori porta con gli amici, Giappone, Indonesia, India, e piano piano tutta l’Asia continentale in decine di aerei e treni, macchine traballanti, le sue gambe, e tanti visi. “Si troverà straniero, occhi lo vestiranno ancora”, è quel che gli è successo e che stava cercando.

Nel mezzo del 2014 ha venduto tutto quello che aveva e ha comprato una montagna, un picco a 1800 metri di altezza al confine tra Cina, Birmania e Laos. L’ha fatto insieme a Vivian, la compagna di tante case, amori, universi.

Lei ha comperato una montagna… in che senso?

“Ho acquistato un monte, una foresta vergine, 14 ettari di bellezza dove l’Himalaya si spegne nell’Indocina. Mi è parso un punto di arrivo: la mia famiglia paterna viene dalla terra, quella materna dal cibo: da tempo, durante i miei ultimi viaggi, pensavo di comprarmi un fazzoletto nelle valli dove sono cresciuto, e di coltivarne quello che mi piace, per quando ci sarei tornato, invece è andata diversamente”.

Qual è la sua attività?

“Ho creato un’azienda e un marchio, l'Eastern Leaves, che ora possiede trenta ettari di terra.

Produciamo tè pregiato seguendo le tradizioni millenarie del monte stesso, e dunque la semplicità massima: non abbiamo toccato alcun albero della foresta, ed abbiamo gradualmente integrato le nostre piante in quel sottobosco, evitando la coltura intensiva e di conseguenza ogni intervento chimico in un ecosistema già in perfetto equilibrio da secoli”.

Alberi da tè con caratteristiche particolari.

“Non potiamo i nostri alberi, dunque non abbiamo gli iconici alberelli da tè tipici delle grandi colture indiane bensì piante più simili agli ulivi. I più anziani hanno tra i 300 e i 500 anni, superano i 4 metri di altezza e vanno raccolti arrampicandosi con grande delicatezza”.

Avete foglie di tè più e meno pregiate?

“Le nostre foglie più pregiate sono quelle che provengono da un solo albero antico, dunque selezionate

e non mischiate a quelle di altri alberi vicini - non più di sei alberi selezionati a stagione, circa un chilo di tè per albero, da cui si ricava "un pu'er" pronto per essere invecchiato, come succede ad un vino pregiato e il cui valore cresce di anno in anno nelle mani di appassionati, collezionisti e investitori”.

Proponete diversi tipi di tè?

“Variando il metodo di lavorazione - che è sempre artigianale, lavorato a mano - proponiamo tre diversi tipi di tè: appunto il pu'er, un tè verde che ha particolari caratteristiche che lo rendono atto alla lenta fermentazione e dunque all'invecchiamento; il tè rosso dello Yunnan, in cui si riconoscono germogli color oro e foglie rosso scuro, quasi nere, per aromi molto complessi e fruttati; il tè bianco Yueguangbai, che significa al chiaro di luna, data la sua delicatezza di produzione - da essiccare alla luna, appunto - e al colore delle foglie, con un lato chiarissimo ed uno molto scuro, quasi nero”.

Come riuscite a “vendere” un prodotto così particolare e di nicchia?

“Il tè che produciamo va in grossa parte al mercato locale, perché più esperto ed alto spendente - ma ab-

biamo moltissime richieste in Usa e Europa: stiamo aspettando le varie certificazioni per l'export. I nostri clienti, oltre che appassionati e professionisti del settore, sono per lo più designer, architetti e creativi in genere, oltre che appassionati enogastronomici portati all'esperienza profonda e al viaggio sensoriale.

Tanti gli eventi che facciamo per ognu livello, anche insieme al vino”.

Quale periodo trascorrete in montagna per la raccolta del tè?

“Trascorro in montagna tutti i mesi di raccolto - da aprile a giungo, poi ottobre - e spesso ci ritorno per accompagnare amici e clienti. Sono spesso a Pechino, che è un centro di creatività pazzesco cui attingiamo a piene mani: senza la brillantezza di tante menti, di chiunque abbia entusiasmo e professionalità, non vivremmo e noi stessi non sapremmo cosa costruire”.

Mai pensato di ritornare in Oltrepò?

“Dopo anni ho capito che "ritorno" non è la parola giusta, perché di fatto impossibile: la mia vita si svolge naturalmente in più punti geografici, attinge da più ambiti culturali, e il viaggio fisico è trascurabile - mi pare sempre più un tutt'uno. Il ritorno quindi è possibile ma sempre estremamente connesso con tanti altri luoghi, un rito "mobile" che non può più, ormai essere stabile e continuativo, come se la mia identità - e i modi in cui si esprime - dovesse ripiegarsi per stare in un luogo solo.

Nessuna nostalgia?

“Solo la terra natale riempie gli occhi dell'esule, è una regola universale scritta anche sulla mia pelle.

Direi di sì, ma non solo per appartenenza famigliare, ma anche per i luoghi, i profumi ed i sapori” Ha trovato un suo equilibro in tutto quello che è riuscito a costruire?

“Questo sta diventando il mio equilibrio adulto: il mio tempo dedicato allo studio e alla produzione di un'eccellenza gastronomica prodotta in terre incontaminate, sunto degli antenati e della mia crescita attraverso i viaggi. Il massimo impegno e il lavoro più intenso per produrre il meglio che possa toccare i sensi, nel pieno rispetto della terra e delle genti che ci ospitano”.

Vivian con le foglie di te

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Nembrini: "Abbiamo raccolto 2 mila euro a favore del Nepal devastato" di

Stefania Bertonazzi

Da Fortunago al Nepal: un'iniziativa unica e voluta per portare un pò di aiuto a chi sta ancora soffrendo dopo il devastante terremoto. Ne parliamo con l'ideatore di questa iniziativa, Danilo Nembrini.

Fortunago Enjoy, una kermesse sbarcata anche ad Expo. Ci racconti...

“Ebbene si, come promesso, la raccolta fondi della serata dell’agnolotto più pesante del mondo di luglio, ha “fruttato” 2.025,00 euro cifra che ci eravamo impegnati a devolvere. Il nostro seppur piccolo contributo andrà a favore del Nepal devastato dal terremoto. Una nostra delegazione con a capo il Sindaco Pier Achille Lanfranchi ed io si è recata personalmente in Expo presso il padiglione nepalese per consegnare l’assegno alla responsabile Gurung Reeya".

A cosa sarà destinata esattamente questa cifra?

“Beh, in quelle realtà ed in quelle situazioni le necessità primarie sono talmente tante che è difficile stabilire cosa fare, tuttavia nel nostro caso, la somma servirà per la ricostruzione di una scuola e di un parco giochi per bambini in un paese, appunto, del Nepal... L’assegno è stato consegnato il giorno prima del National Day, il 23 settembre, giornata dedicata al Nepal" Un successo nel successo?

“Abbiamo voluto dare ad una serata di svago e di divertimento anche una connotazione significativa e benefica. La somma è stata raccolta durante la degustazione dell’agnolotto da record; ben 148 kg crudo, e poter condividere questo successo con chi è stato

Danilo Nembrini

VALLE ARDIVESTRA

Fortunago Enjoy: da Fortunago ad Expo con tappa finale in Nepal

OTTOBRE 2015

colpito da una catastrofe ci rende orgogliosi. Fortunago Enjoy è alla sua terza candelina ed ogni anno è riuscita ad arricchire un territorio in termini di attrazioni e divertimento e senza mai troppe pretese, abbiamo sempre superato ogni aspettativa. Quest’anno abbiamo davvero realizzato tanto, grazie ad uno staff instancabile senza il quale non avrei mai potuto nemmeno pensare di realizzare tutto questo, abbiamo portato Fortunago nelle prime pagine dei giornali dando ad un piccolo borgo come il nostro la visibilità che si merita”.

Non solo denaro, ma anche una parte di Fortunago arriverà in Nepal, vero?

“Si, simbolicamente si. Insieme all’assegno, ho firmato e consegnato il cappello da Chef che ho indossato la sera del Guinnes e le due spille, Record Staff e “Io c’ero” che ogni componente dello staff orgogliosamente portava e “sfoggiava” durante le serate."

Un successo dovuto anche all’armonia ed all’entusiasmo condiviso da tutto lo staff. Ringraziamenti?

“Ringrazio per aver parlato cosi tanto di noi, ci sentiamo famosi. Anche se è scontato dirlo, voglio davvero ringraziare ogni singolo collaboratore, da chi ha contribuito in ogni modo e forma alla perfetta riuscita dell’evento. In particolare ringrazio il Presidente della Pro Loco Paolo Amaddeo, Maurizia Tornabene, il Vice Presidente di Fortunago Enjoy Massmilo Fasolo con la moglie Ilaria Betti, Paolo Goggi e tutto lo staff”.

RUBRICA A CURA DEL DOTT. MARCELLO POGGI. WWW.PRONTOMETEO.IT

Ottobre 2014: una devastante alluvione arrecò danni alla Valle Staffora e alla Val Curone Il mese di ottobre ci porta ormai nel cuore dell'autunno, un passaggio segnato perfettamente, quest'anno, dal cambio meteorologico che porta un clima decisamente più piovoso. Ottobre è un mese importante perché spesso ricco di eventi piovosi anche alluvionali, aumentati notevolmente negli ultimi anni, con un aumento della franosità del 40%. Un fatto che mette in risalto la fragilità del territorio a causa della sua natura e anche dell'incuria nella manutenzione.

Basti pensare alle alluvioni dello scorso anno che hanno interessato la Valle Scrivia e Staffora.

Tra domenica 12 e lunedì 13 ottobre le piogge hanno causato l'interruzione della Statale del Penice, allagamenti in vaste zone dell'Alto Oltrepo, con grandinate e danni ai frutteti, in particolare tra Varzi e Cecima, una frana nella presso San Zaccaria (Rocca Susella). Allagata la piazza di Rivanazzano. Molti gli allagamenti anche in altre aree, anche pianeggianti, come nella zona di Lungavilla, Voghera (chiusa parte della tangenziale), e tra Voghera e Torrazza Coste. 80 mm di pioggia caduti in poche ore (pari a 50 litri per metro quadro) nella zona di Voghera, fino a 400 mm totali nell'alessandrino, presso Gavi. Uno

scenario che poi si sarebbe ripetuto anche a novembre causando la chiusura del Ponte di Salice con gravi conseguenze sull'economia locale. Insomma, l'autunno con le sue piogge, rese ancora più intense dal fatto che le temperature non sono ancora abbastanza rigide da consentire nevicate in quota, con la neve che ritarda notevolmente il rigonfiamento dei torrenti, trattenendo almeno parte delle precipitazioni. Dal punto di vista dei proverbi, tra i tanti hanno un certo valore di veridicità i seguenti: “ottobre è bello ma tieni pronto l'ombrello” e soprattutto: “ottobre e marzo son fratelli”. In effetti questi due mesi, che anticipano il cuore dell'autunno e della primavera, si manifestano in maniera per alcuni tratti simile con instabilità e variabilità, insieme alle caratteristiche nebbie, specie mattutine, che accompagnano le ore più fredde. Ma per il contadino conterà più il seguente: “molle o asciutto, per San Luca (18 ottobre) semina tutto". Più che un vero proverbio meteo è un valido consiglio per il del frumento e la segale, da seminare, dice il proverbio, senza considerare le condizioni meteo. Insomma, qui si devono rispettare più i tempi della terra che i tempi meteorologici.

Lo Staffora a Bagnaria

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OTTOBRE 2015

LUNGO IL PO

Castelletto: patto di stabilità e morosità dei cittadini tra i problemi

di

Tony Lo Verso: "Abbiamo preso un paese fermo da anni: tutto era bloccato"

Nicoletta Pisanu

Antonino Lo Verso dal maggio 2014 è il sindaco di Castelletto di Branduzzo. È il suo primo incarico alla guida del Comune oltrepadano, in passato da cittadino ha partecipato alle vicende sociali e politiche del paese.

Ha in mente un percorso di miglioramento della qualità della vita dei residenti e si mostra critico verso alcune politiche imposte dal Governo.

Quali sono le difficoltà in paese?

"Abbiamo preso un paese fermo da anni dove era tutto bloccato, a questa immobilità si aggiunge anche il patto di stabilità. In paese sono riuscito a rientrare di parecchi denari e a trovarmi con i conti sani, ma le

strade non si possono aggiustare, il verde non si può sistemare, il patto ci condiziona nel gestire il nostro proprio ambito, frenandoci anche se abbiamo le possibilità economiche per agire".

Come ha rimpolpato le casse comunali?

"Riscuotendo affitti non pagati, tributi, le multe ancora da recuperare, c'erano parecchi cittadini morosi, e sinceramente non ho mai capito il perché di tutta questa morosità. Siamo rientrati di oltre 200mila euro e non è poco per un Comune di 1038 abitanti, sono soldi che incidono molto. Ho cercato nei primi sei mesi del mio mandato di lavorare con il vicesindaco e con l'assessore al Bilancio, ho trovato tanti aspetti che non andavano e ho dovuto risolvere molte situazioni.

Da ex bancario, io aiuto il cittadino quando sta per creare un debito, non se è indebitato da tanto. Non si fanno favoritismi, io sono il sindaco di tutti, chiunque nelle proprie possibilità deve pagare. La mia politica è di aiutare, ci sono persone che davvero hanno bisogno, alcuni per esempio ci fanno lavori in cambio del pagamento delle bollette".

Quali sono i suoi programmi per migliorare Castelletto?

"Stiamo cercando di creare un parco pubblico sia per bambini che per adulti dietro al municipio. Abbiamo un enorme terreno con tanti alberi, non c'è mai stato il parco, noi cercheremo di realizzarlo, con i giochi, anche perché vicino c'è l'oratorio e collaborando con la parrocchia stiamo cercando di riaprirlo per avere un punto di aggregazione. Dobbiamo anche rifare la tribuna al centro sportivo, perché è obsoleta".

E la viabilità?

"Presto chiuderò con un'ordinanza la strada che porta a Lungavilla e che costeggia il castello, ritengo sia molto pericolosa e non possiamo sistemarla, non so come altrimenti evitare incidenti. Sta franando ai lati, ci passa il bus dei bambini che porta alle scuole a Lungavilla e non voglio correre rischi. Se non mi si permette di spendere i soldi per rifarla tutta non so come agire altrimenti. Ho fatto un'ordinanza obbligando gli agricoltori a pulire i fossi prima di questo inverno altrimenti li multerò e gli addebiterò le spese di pulizia, perché qui c'è sempre stato lassismo nel sistemare i fossi, poi però quando si allagano campi e case ci si lamenta".

Si parla molto di pirolisi in questo periodo, come procede lo smaltimento degli pneumatici a Castelletto?

"La situazione pneumatici non è ancora conclusa, stanno portando via molte gomme anche se è rallentato il trasporto, li portano all'estero per riciclarli.

Pirolisi? Il rifiuto creato va pur portato da qualche parte per essere riciclato e smaltito, ma sono contrario alla politica italiana dei mancati controlli, non abbiamo sufficienti ispezioni e verifiche da parte degli enti competenti. Al sindaco di Retorbido Isabella Cebrelli ho detto che l'Oltrepo ha già dato tanto, in termini di inquinamento. Ho lottato nel 1994 contro una discarica a Castelletto, da cittadino, perché penso che l'Oltrepo viva di agricoltura, siamo già abbastanza compromessi. Ho già firmato contro l'attuazione dell'impianto di Retorbido".

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Il sindaco Lucato: «Lo Stato ci sta mettendo in ginocchio»

di Alessio Alfretti

Tante idee, poche risorse. Casanova Lonati, è un piccolo Comune nella parte pianeggiante dell’Oltrepò Pavese.

Guidato dal sindaco Stefano Lucato, soffre dei problemi oggi consueti per le realtà di minori dimensioni.

Sindaco, si aggiunge anche lei al coro di lamentele che arrivano dai piccoli Comuni?

«Non potrebbe essere altrimenti. Malgrado il nostro tessuto economico si sia evoluto passando da un’economia prevalentemente agricola a una basata sull’artigianato, con numerose officine di precisione, facciamo sempre più fatica a far fronte alle scelte dello Stato».

I conti non tornano?

«Quest’anno i tagli statali ci hanno inferto l’ennesimo colpo: 27mila Euro in meno per il fondo di solidarietà, che il Governo centrale ha deciso di sottrarci. Erano il margine per permetterci di mettere in campo alcuni progetti importanti per il Comune. Invece non li avremo. Purtroppo lo Stato ci mette in difficoltà e, per di più, ci obbliga a fare gli esattori per suo conto: noi graviamo con le tasse sui cittadini e poi i soldi presi alla gente non vengono investiti nella comunità».

Lei parlava di progetti: che idee avreste per Casanova Lonati?

«Poiché la nostra è una piccola realtà non molto conosciuta, ci piacerebbe incrementare l’accoglienza e proporre piccoli e grandi eventi per attirare più gente nel Comune. Da cosa nasce cosa: se si migliorano le infrastrutture, si ravviva la vitalità, ci saranno più visitatori e col tempo magari più persone che apprezzando la qualità di quanto offerto potrebbero pensare di trasferirsi qui a Casanova, dando impulso alla crescita del paese».

Più in dettaglio, a cosa stava pensando?

«Per prima cosa, magari cercando di trovare le risorse grazie a dei bandi, vorremmo dare una sistemata generale alla rete viaria. Purtroppo la Provincia di Pavia sta trascurando le strade e noi vorremmo sistemarle, comprese naturalmente quelle comunali. Poi abbiamo in mente di migliorare la sicurezza, investendo sulla videosorveglianza. Vogliamo quindi migliorare la rete delle videocamere e anche installare qualche postazione velox: quello della velocità eccessiva nel centro del paese è un problema molto sentito dai cittadini».

E sul piano delle proposte di intrattenimento e tempo libero?

«Di certo intendiamo valorizzare il nostro centro sportivo, portando associazioni e più attività oltre al calcio; l’idea sarebbe di dare più opportunità al territorio per avvicinarsi alle discipline sportive, pensando sia ai bambini che agli adolescenti e senza dimenticare lo sport femminile».

Insomma, state cercando di valorizzare il territorio?

«Sì, certo, sotto tutti i punti di vista. Ad esempio stiamo puntando molto sulla pulizia e la manutenzione del reticolo idrico, sollecitando i proprietari

LUNGO IL PO

Casanova Lonati, tante idee per il rilancio, ma poche risorse

OTTOBRE 2015

Stefano Lucato

a tenerlo in ordine in prevenzione delle bombe d’acqua che sempre più spesso investono i nostri territori».

Collaborate anche con altri Comuni?

«Sì, ad esempio con Torricella Verzate stiamo portando avanti il discorso di valorizzazione del territorio con le pro loco e le associazioni, per dare alle piccole realtà locali l’opportunità di farsi conoscere. Lo scorso anno abbiamo realizzato assieme l’evento Oltre Pro: dato il successo, quest’anno vogliamo ripeterlo inserendo nuove idee.

Ciò che ci ha fatto piacere è che molte realtà circostanti, anche dai Comuni vicini, abbiano aderito».

il Periodico

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CASTEGGIO

L’assessore Vigo illustra i progetti

OTTOBRE 2015

Casteggio, tante idee per turismo e commercio di Alessio Alfretti

E’ positivo il bilancio degli eventi primaverili ed estivi messi in campo dal Comune di Casteggio. Ad affermarlo è il vicesindaco e assessore al commercio, attività produttive, cultura, dinamiche giovanili, turismo, sport e tempo libero, Lorenzo Vigo.

Assessore, siete soddisfatti per come sono andati gli eventi?

«Sì, con la sola delusione per il maltempo che ha un po’ compromesso la serata finale; ma naturalmente si tratta di una causa esterna, che nulla toglie alla macchina organizzativa. In generale il quadro degli eventi della bella stagione ci racconta una serie di successi. L’attenzione del pubblico aumenta, segno che il lavoro impostato sei anni fa sta dando i suoi frutti: ci muoviamo nella giusta direzione».

Lo stesso ottimismo vale per il commercio?

«Chiaramente dal punto di vista dei negozi pesa la congiuntura negativa, ma anche in questo caso da Casteggio arrivano notizie tutto sommato confortanti. Il rapporto tra esercizi che chiudono e i nuovi che aprono è più o meno paritario. Gli ultimi dati diffusi addirittura dicono che il nostro Comune è il primo per nuove aperture lungo l’asse della Via Emilia».

Come va invece il mercato, storica istituzione casteggiana?

«Sul mercato stiamo investendo molto. Abbiamo ini-

Lorenzo Vigo

ziato una articolata operazione di marketing, realizzando un sito web e un video promozionale, che ha già avuto più di 4mila visualizzazioni. E’ nostra intenzione proseguire in questa direzione, concentrando i nostri sforzi sia a vantaggio degli utenti che degli operatori commerciali» Implementerete questa operazione di marketing?

«Vogliamo fare una campagna pubblicitaria ancora migliore. Pensi che lo scorso anno i soldi che i commercianti ci hanno pagato in energia elettrica li abbiamo reinvestiti tutti in marketing. Intendiamo andare avanti così, insistendo sulla valorizzazione dell’immagine del nostro mercato».

Quindi, più in generale, puntate su ricettività e turismo?

«Certo, con tante idee. Stiamo continuando i lavori del progetto VisitOltrepò che prevede la ristrutturazione dei locali della Certosa Cantù, che diventeranno poi Casa Oltrepò; troveranno spazio in questa location rinnovata anche partner di prestigio come il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, il Distretto del Vino di Qualità e Slow Food. L’obiettivo è fare una sorta di polo alimentare in Certosa, che diventerà uno dei centri per l’accoglienza. Poi c’è lo sviluppo del portale web che vorrebbe proporsi come portale del territorio che possa dare informazioni chiare e aggiornate ai turisti. Un altro progetto di promozione sta crescendo: si chiama “Mi sposo in vigna” e prevede una convenzione con agriturismi e ville storiche di Casteggio per i matrimoni civili direttamente in villa. Presto diventerà un vero e proprio marchio».

Sul fronte dei giovani, avete idee nuove?

«Nei primi giorni di Ottobre è partito il progetto di educazione civica del consiglio comunale dei ragazzi delle scuole Medie cittadine, che faceva parte del programma elettorale. Saranno spiegate in classe le basi del funzionamento del nostro Stato. Poi a dicembre faremo delle vere elezioni nella scuola, con la scelta di un sindaco e la formazione di un consiglio comunale, che poi nel 2016 si insedierà con compiti di indirizzo e di spesa. A coordinare il tutto sarà il nostro ex segretario comunale, Giuliano Cereghini, che si è messo a disposizione con pazienza per istruire i più giovani».

il Periodico

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L’assessore Mussi parla di una possibile revisione entro l’anno

di Alessio Alfretti

C’è anche la revisione del Piano di Governo del Territorio di Casteggio tra gli obiettivi futuri della Giunta Callegari. Una serie di aggiustamenti, legati anche alle esigenze e alle richieste della cittadinanza, di cui ci parla Andrea Mussi, assessore alla programmazione territoriale, opere pubbliche e manutenzione dei beni patrimoniali.

Assessore, c’è bisogno di qualche correzione nel Pgt? «Tecnicamente parlerei più di una revisione, cioè di una serie di piccole modifiche. Noi vorremmo riuscire a realizzarla entro la fine di quest’anno, ma è possibile che i tempi si allunghino un po’. L’obiettivo è di rispondere a una serie di esigenze mutate, sia in ambito di norme regionali, che di scelte dei cittadini».

Ci spiega meglio quali sono queste esigenze?

«Da una parte abbiamo le ultime norme regionali, che non prevedono l’incremento delle zone edificabili, ma una riduzione del consumo del suolo. Insomma, meno cemento e più verde. Ma abbiamo anche le richieste dei singoli cittadini, in genere anch’esse improntate a una diminuzione degli spazi edificabili, pur se per ragioni diverse».

Cosa spinge i proprietari a rinunciare all’edificabilità?

«Fondamentalmente un discorso di tassazione. Le tasse sui terreni edificabili li rendono meno appeti-

Andrea Mussi

bili che un tempo. Per cui si assiste a una inversione di tendenza: in passato chi aveva terreni agricoli si preoccupava di riuscire a renderli edificabili, fiducioso nell’incremento di valore in vista di una possibile vendita dell’appezzamento. Oggi, al contrario, chi ha terreni edificabili preferisce diventino agricoli per risparmiare sulle tasse».

Questo per il Comune significa meno incassi?

CASTEGGIO

Modifiche al Piano di Governo del Territorio per una Casteggio più verde

OTTOBRE 2015

«In generale il periodo è difficile. Ad esempio gli interventi che la gente fa sulle proprietà sono meno numerosi e in genere si limitano a opere interne che non comportano la corresponsione di oneri al Comune».

A proposito di interventi, il Comune non ha in serbo lavori?

«Ci sono alcune opere di sistemazione, come un intervento di recupero nell’area della ex Svic».

E poi?

«Un progetto importante è quello per la riqualificazione di tutto lo stadio comunale, nell’ottica di un generale miglioramento dell’area.

Si tratta di un intervento impegnativo, che prevede l’accensione di un mutuo per 150 mila euro. Grazie all’Istituto per il Credito Sportivo si tratta di un prestito da rimborsare in 10 anni, a tasso d’interesse pari a zero».

Spazio per le manutenzioni?

«Andremo ad approvare un progetto per la sistemazione del manto stradale nelle zone dove sono pervenute segnalazioni per incuria e usura. Il tutto nell’ottica di rimediare alle criticità che abbiamo rilevato in diversi tratti cittadini. Utilizzeremo i proventi della vendita delle aree, che ammontano a circa 78 mila euro, su un totale di spesa che si aggirerà attorno ai 120 mila Euro».

La Croce Rossa di Casteggio, riferimento sul territorio

Stefano Maroni: «Tante attività, ma servono nuovi volontari» di Alessio Alfretti

Oltre duecento volontari e molteplici attività, che vanno dalla “classica” uscita con l’ambulanza, alla distribuzione di derrate alimentari e abiti. La Croce Rossa di Casteggio, nata nel 1973, è un importante punto di riferimento sul territorio, in continua crescita. E con un continuo bisogno di nuove risorse.

Anzitutto umane, dato che pur con un numero totale di volontari pari a 245 persone, ha sempre le porte aperte a nuovi arrivi: «Abbiamo di continuo bisogno di aiuti e di nuove persone che vogliano fare i volontari» confermano dal Comitato locale, il cui presidente è Stefano Maroni.

Come “trovate i volontari”?

«Il passaggio imprescindibile sono i corsi di formazione. Uno –di base- è partito lo scorso Settembre e probabilmente ce ne sarà uno nuovo la prossima Primavera. Ormai la legge impone che chi vuole fare il volontario sia formato, secondo un percorso che dopo il corso base prevede altri step. Insomma, prima di uscire con l’ambulanza, occorre essere pronti e aver passato un esame».

La legge è più severa di un tempo?

«Ora ci sono più adempimenti. Abbiamo ad esempio una convezione con l’Areu (l’Azienda Regionale Emergenza Urgenza, che si occupa del soccorso su scala regionale, ndr) e dobbiamo garantire 24 ore su 24 un mezzo con 4 persone, cioè tre a bordo e una in centralino».

Tutto ciò – pur essendo una garanzia - non può scoraggiare il volontariato?

«Può essere. Ad esempio, con l’obbligo di certificazione abbiamo perso qualcuno dei vecchi volontari, perché non tutti se la sono sentita di mettersi ancora in gioco, ripartendo quasi dall’inizio con i corsi, dopo anni e anni di volontariato. Poi persone più avanti con gli anni si adattano meno alle regole nuove, magari non se la sentono».

Quali sono le vostre attività?

«Oltre all’emergenza, gestiamo il trasposto dializzati e l’attività dei secondari (come il trasporto per delle visite, o trasferimenti da un ospedale all’altro). Abbiamo anche un servizio di telesoccorso, 24 ore su 24, rivolto principalmente agli anziani. Casteggio ha uno dei centro mobili migliori della provincia, con molte attività con la rianimazione (centro mobile con ambulanza). Si tratta di una macchina complicata da gestire. Pensate che ultimamente ci stiamo coordinando con tutte le altre sedi: un’attività impegnativa, perché certe mattine abbiamo fuori anche 12 persone. Abbiamo anche un gruppo interno di protezione civile che interviene nelle emergenze e poi altre volontarie che si occupano di attività non di soccorso».

Cosa fanno le volontarie?

«C’è un gruppo di 43 signore che non si occupa del trasporto infermi, ma del socio assistenziale; ad esempio distribuiscono viveri agli indigenti, oppure abiti. Gestiscono per questi servizi lo Sportello amico. Una di loro è una maestra in pensione e fa fare i

La sede della Cri di Casteggio

compiti a dei bambini marocchini, li aiuta con la lingua e negli adempimenti scolastici. Purtroppo sono in aumento le persone che vengono a chieder aiuto perché non ce la fanno. Noi possiamo fare la distribuzione dei beni di necessità solo mensilmente; andiamo al Banco alimentare e cerchiamo di gestire al meglio il guardaroba. Nel limite del possibile ritiriamo anche dei mobili usati da dare a queste persone».

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OTTOBRE 2015

BRONI

BRONI: MINORANZA E TEATRO CARBONETTI

"Ora che Maggi e Paroni sono ai ferri corti tutto sarà più complicato" di

Gaia Martini

Opposizione sul piede di guerra contro la maggioranza: sul tavolo degli imputati un’altra annosa questione che va ad aggiungersi alla polemica legata alla rotonda di Piazza Garibaldi, il teatro Carbonetti.

Ad entrare nel merito della polemica Emilio Bosini, consigliere di minoranza.

Quale la sua opinione in merito al fatto che la gestione del Carbonetti è passata nelle mani dell'amministrazione?

“Credo che sia la palese dimostrazione di un fallimento su tutti i fronti: prescindendo dai costi relativi alla ristrutturazione dello stesso, si sta realizzando ciò che avevamo previsto. Se persino la società che aveva l'incarico ha rinunciato, nonostante un contratto pari a 65.000 euro annui e un concorso spese fino a 25.000 euro, significa che un teatro per una città come Broni è un lusso che non ci possiamo permettere. Ora la patata bollente è passata nella mani dell'amministrazione e credo che il fallimento dell'intera operazione sarà sotto gli occhi di tutti”.

Crede che il destino del Carbonetti sia la chiusura?

“Non succederà nell'immediato, ma per mero orgoglio da parte della maggioranza; porre fine a questa parentesi di “grandeur” significherebbe ammettere

Emilio Bosini

di aver sbagliato: soprattutto ora, con le elezioni alle porte, è impensabile che questo accada”.

Qual è la sua posizione in merito?

“Come ho sempre sostenuto, un teatro è incompatibi-

le con una piccola realtà quale Broni. L'intera operazione è costata oltre 4 milioni di euro; quei fondi - anche se ottenuti grazie all'intervento dei privati sarebbero potuto essere destinati a opere più importanti per la nostra città, quali ad esempio la scuola, per cui si è reso necessario indebitarsi. Ora che il teatro esiste bisogna cercare di massimizzarne la resa abbattendo i costi; sarebbe forse il caso di farlo rientrare in un circuito di teatri e fare la programmazione di concerto con le realtà attigue”.

Pensa ad esempio a Stradella?

“La possibilità c'era e come opposizione l'abbiamo suggerita, ma ora che Paroni e Maggi sono ai ferri corti tutto è più complicato”.

Non la convince la gestione diretta da parte dell'amministrazione?

“Sono a tal proposito a dir poco perplesso: se non è riuscita un'associazione che si occupa di questo, dubito che riuscirà a farlo la maggioranza. Non ci si può improvvisare.... per Paroni il passaggio da Sindaco a teatrante non sarà un grande sforzo visto che in 10 anni ha sempre fatto la commedia... ma non credo che si rivelerà un'operazione di successo”.

Quanto costa al comune una struttura come il Carbonetti?

“La cifra varia a seconda della programmazione: credo si vada da un minimo di 25mila euro annui, sino ad almeno 150mila e oltre. Come detto servono persone competenti perchè questo buco creatosi nelle casse di Broni non diventi una voragine”.

il Periodico

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Il vice parroco responsabile dell’Oratorio cittadino

di

Gaia Martini

Se quella dell'oratorio nel luogo comune potrebbe apparire come un'immagine per certi versi anacronistica e sbiadita dal tempo, nella realtà – e nelle realtà in cui vive – risulta invece una risorsa – non solo affettiva che ancora oggi non ha trovato validi sostituti.

A confermarlo Don Luca Zambianchi, da diversi anni responsabile dell'oratorio di Broni.

Se potesse riassumere questa realtà in una fotografia, quale immagine userebbe?

“Sicuramente colorata: sono circa 300 tra bambini e ragazzi che durante l'anno frequentano l'oratorio; dai bambini dei 7 anni, sino agli animatori, un gruppo coeso che conta una trentina di volontari dai 14 ai 20 anni”.

Rispetto al passato è cambiato il ruolo svolto da questa sorta di istituzione tra il sacro e il profano, e se si come?

“Credo che sia riuscita a stare al passo con i tempi, senza però perdere la propria identità: è un contesto sano e sicuro che va salvaguardato e in cui i ragazzi sono lasciati liberi di esprimersi: sport, teatro, gioco, ma non solo. E' uno spazio di confronto e crescita, in cui si impara a confrontarsi ed assumere piccole grandi responsabilità”.

Nasce come costola della chiesa, ma vive vita propria per certi versi...

“Non si esaurisce con la religione, se è questo a cui

Don Luca Zabianchi

BRONI

Don Luca: "L'oratorio è il luogo in cui il sacro si incontra con il profano"

OTTOBRE 2015

allude. Molti i ragazzi di origine straniera, appartenenti anche a fedi diverse: è bello riscoprire ogni volta come i grandi temi nel mondo adulto, quali ad esempio quello caldo dell'integrazione, tra i ragazzi si risolvano con molta più naturalezza.

Parafrasando una canzone di Elio, l'oratorio è il luogo in cui il sacro si incontra con il profano”.

Il fatto che lei abbia soli 29 anni facilita forse il dialogo con i giovani, soprattutto gli adolescenti, spesso dipinti come distanti rispetto alla chiesa...

“Probabilmente è così; credo però che sia la libertà e la fiducia accordata loro a far si che scelgano di partecipare attivamente alle attività promosse”. Con la crisi economica è variato il numero degli utenti?

“Non in modo significativo: è da sempre una realtà viva e vivace: la scorsa estate però, proprio per venire incontro alle famiglie, abbiamo incluso nella retta del grest estivo di 10 euro a settimana anche due pasti”.

Cosa le piacerebbe vedere realizzato nel futuro?

“In generale vorrei venisse prestata più attenzione a bambini e ragazzi anche al di fuori dell'oratorio: come detto il nostro è un contesto protetto, non sempre la realtà quotidiana può offrire le stesse garanzie”.

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in Procinto di nascere il Comitato Accoglienza Migranti Stradella

STRADELLA

"Non ci interessiamo di politica, ma dialoghiamo con la politica”

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Il Comitato Migranti di Stradella

di

Gaia Martini

Sorto in modo spontaneo in concomitanza con l'arrivo a Stradella di richiedenti asilo, quello che è nato come un gruppo informale di cittadini sta per costituirsi comitato. Manca ancora l'atto ufficiale, ma i volontari che ne fanno parte hanno da subito sposato la causa “umanitaria”.

Abbiamo incontrato Paola Fontana, membro del comitato.

Molte le polemiche politiche scaturite dall'arrivo dei migranti: quale la sua lettura?

“Il nostro è un gruppo apolitico e apartitico; non nasciamo in contrapposizione alle polemiche, ma cerchiamo di essere d'aiuto alle persone, perchè prima di essere immigrati, sono persone, vittime di guerre, povertà e dittature. Non ci interessa confrontarci e scontrarci a livello ideologico, vogliamo semplicemente essere loro di sostegno e favorire dialogo ed integrazione di rimando con i nostri concittadini”.

Quanti i componenti del comitato?

“Attualmente siamo circa 25 persone: molti però gli esterni che supportano le nostre iniziative. Siamo un gruppo eterogeneo sia per anagrafe, sia rispetto al percorso di vita, ad accomunarci la volontà di sostenere l'integrazione e sensibilizzare l'opinione pubblica rispetto ad un tema che spesso viene trattato con demagogia e venduto attraverso la disinformazione”.

Stradella è una città aperta all'accoglienza o no?

“Sicuramente la diffidenza non manca, ma credo che basterebbe conoscere le persone al di là delle etichette per scoprire un mondo diverso rispetto a quello che vive nell'immaginario collettivo e allontanare così lo spettro della paura. Attualmente sono circa 120 gli ospiti della struttura gestita dalla Croce Rossa: si tratta di uomini e ragazzi desiderosi di integrarsi e non certamente mossi dalla volontà di delinquere”.

Quali le attività promosse sinora?

“Tengo a precisare il fatto che ogni nostra iniziativa è concordata con il personale della Croce Rossa, deputato alla gestione della struttura che attualmente li ospita: abbiamo raccolto indumenti e generi di prima necessità. Per quanto concerne le prossime iniziative, continueremo ad organizzare, stanti le nostre possibilità, iniziative di carattere ricreativo e sportivo, abbiamo pensato ad uno spettacolo teatrale, che probabilmente si terrà alla fine di ottobre e ad una serie di incontri”.

Le proteste di Lega Nord e Casapound hanno suscitato non poche polemiche. La vostra risposta?

“Anche a livello nazionale le opinioni sono come polarizzate su fronti opposti; la nostra intenzione è quella di proporre nel dibattito pubblico una posizione terza rispetto a quelle emerse finora, antitetiche tra loro ed entrambe, a nostro avviso, incomplete. Una che dice "respingiamoli tutti" incapace di indagare le cause degli spostamenti che le persone stanno effettuando in questi anni,

e l'altra che dice "accogliamoli tutti", incompleta nel proporre una riflessione su un reale processo di integrazione e di modificazione di concetti cruciali come ad esempio quello di cittadinanza. La nostra intenzione è proprio quella di indagare la complessità di questa nuova realtà che impone comunque una riflessione: confrontarci su dubbi e resistenze cercando di sfatare i falsi miti che gravitano attorno al fenomeno migratorio. Vorremmo anche proporre una video-inchiesta sulle più comuni paure degli stradellini rispetto ai migranti: come malattie, crimini, furti”.

Scegliete insomma di rispondere con le parole alle urla di chi grida allo scandalo?

“Come detto non vogliamo acuire il conflitto sociale fomentando una guerra ideologica, ma agire in senso opposto, cercare insomma di favorire la pace tra le varie anime: non ci interessiamo di politica, ma dialoghiamo con la politica, nell'accezione più nobile del termine. Per questa ragione, insieme alle altre associazioni con cui collaboriamo, siamo confluite nella Consulta Comunale per la Pace, l'organo comunale preposto al coordinamento di associazioni con finalità anche di integrazione. E' una questione che riguarda tutti, non tanto in quanto cittadini di Stradella, quanto come esseri umani al cospetto di uguali esseri umani, diversi da noi solo per un destino a loro avverso; vorremmo che al pre-giudizio si sostituisse insomma un giudizio che non può che essere figlio della conoscenza reciproca”.

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Il parroco di Stradella, Monsignor Lanati, smorza i toni

di Alessio Alfretti

Mentre una certa parte della politica e una parte dei cittadini soffiano sul fuoco contro gli immigrati arrivati a Stradella, la Chiesa invita a smorzare i toni.

Certo, lo fa dopo che dal pulpito il vice-parroco don Cristiano Orezzi alcune settimane fa aveva attaccato i fedeli contrari all’arrivo dei rifugiati, dicendo nell’omelia domenicale che la Comunione è incompatibile con l’odio per i migranti.

Parole che suscitarono molte polemiche e rispetto alle quali oggi Monsignor Pietro Lanati, parroco stradellino, smorza i toni, limitandosi a dire: «Plachiamo gli animi e raccogliamo l’invito di Papa Francesco. Noi ci siamo già espressi sulla questione, adesso pensiamo al messaggio del nostro Papa e dei Vescovi, che invitano all’accoglienza».

Don Pietro, è ora di metter fine alle discussioni?

«Ripeto, noi abbiamo già parlato. Adesso dobbiamo sempre ricordare che l’accoglienza è un valore primario e imprescindibile per la Chiesa. Una certa parte politica ha espresso in modo forte la propria contrarietà ai rifugiati, organizzando anche una manifestazione. Non voglio commentare queste scelte: noi proseguiamo sulla nostra linea».

Tuttavia i cittadini – almeno una parte di lorosono preoccupati per la sicurezza, lei cosa ne pensa?

«E’ giusto che la Legalità ci sia e valga per tutti;

La chiesa parrocchiale di Stradella

quindi noi non siamo contrari a istituzioni che si occupino della identificazione di questa povera gente che arriva: è una garanzia per tutti e un elemento di maggior tranquillità per i cittadini».

A Stradella c’è stato qualche specifico episodio spiacevole?

«Non mi risulta, e grazie al Cielo, non credo ce ne siano stati. Anzi, vorrei ricordare che parte di questa povera gente è fatta di Cristiani. Io non ho idea di quanti siano in tutto i rifugiati, vedo quelli che si

STRADELLA

«Sugli immigrati, basta polemiche, la chiesa è per l’accoglienza»

rivolgono a noi e che si stanno avvicinando alla nostra Chiesa».

I Cristiani stanno cercando di integrarsi nella comunità religiosa?

«Tutte le domeniche vengono alla Santa Messa, specie alla chiesa della Versa. Certo sono portati a fare gruppo a sé, a non familiarizzare con gli altri. Tant’è che io li ho invitati a non estraniarsi, ma ad avvicinarsi al contesto e alla nostra comunità».

Ma ci saranno anche dei Musulmani, no?

«Sicuramente, ma ovviamente noi abbiamo avuto contatti con i Cristiani».

Dai Cristiani vi è arrivata qualche richiesta specifica di aiuti?

«Guardi, noi facciamo il nostro dovere in silenzio e non vogliamo troppa notorietà. Già c’è stata una polemica all’inizio, ora basta. Quando qualcosa ci è stato chiesto, abbiamo dato una mano».

Per esempio?

«I profughi cristiani ci hanno chiesto alcune copie della Bibbia –circa una ventina- e noi siamo stati ben felici di procurarle loro. Ma, ripeto, non cerchiamo certo né la visibilità, né le discussioni. In fondo non facciamo altro che seguire ciò che dice il nostro Papa e che dice il Vangelo: il Cristiano deve aiutare chi è in difficoltà».

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STRADELLA

AL VIA IL MOVIMENTO DEI GIOVANI DEMOCRATICI DELL'OLTREPO' ORIENTALE

di

Alessandro Vercesi: contro “una certa politica con la P minuscola”

Gaia Martini

Per i giovani del Pd dell'Oltrepò Orientale si sta aprendo una nuova fase politica e non solo. Ad annunciarla Alessandro Vercesi, segretario dal 2013 del circolo di Stradella.

Quali le prospettive future?

“A breve sorgerà il Movimento dei giovani democratici dell'Oltrepò orientale, un progetto politico che non esaurisce però la sua funzione in seno alla politica. Al centro infatti ci sarà il territorio e questo strumento diventerà un vero e proprio tavolo di confronto e un motore per promuovere nuove iniziative”.

Quali a suo avviso i temi su cui urge porre l'accento?

“Parleremo del rapporto tra i giovani e la politica, ma anche del futuro degli enti locali in base alle nuove riforme, di quello delle province e dell' unione dei

comuni. Tanta attenzione infine alle specifiche del territorio: agricoltura, turismo e sviluppo dell'Oltrepò - infrastrutture, ambiente, sviluppo vitivinicolo. Vi è poi un'ulteriore questione balzata ai disonori, visto quanto successo a Stradella, negli ultimi tempi: vorremmo infatti cominciare a parlare alle persone di immigrazione ed integrazione, al di là dei luoghi comuni e delle strumentalizzazioni operate da una certa politica con la p minuscola”.

A cosa si riferisce?

“Qualche settimana fa tre sedi del Partito Democratico della Provincia di Pavia sono state danneggiate da un movimento di estrema destra con affisso un foglio contenente frasi diffamatorie e una minaccia di morte. Esponenti di Casa Pound e Lega Nord sono entrati nella sala consiliare di Stradella nel pieno di un Consiglio Comunale, con striscioni sui quali veniva manifestata intolleranza nei confronti dei migranti, il Sindaco ha dovuto sospendere i lavori.

Questi atti sono deplorevoli e non c'entrano nulla con la politica. È mancato il rispetto a tante persone, sia di destra che di sinistra e, per guadagnare dei voti, viene costantemente alimentata la paura, legittima, dei cittadini verso un problema così complesso come la gestione dei migranti”.

Quale la sua opinione, anche in relazione al suo ruolo politico?

“Come Segretario del Partito Democratico ritengo che non è con questa violenza, con questo disprezzo nei confronti di tutta la politica, con questo rifiuto nei confronti di chi arriva in Italia scappando da morte,

guerra e carestia che si risolvono i problemi. Le forze politiche locali, assieme alla preziosa collaborazione di molte associazioni e di molti liberi cittadini, sta gestendo come meglio non si può fare questa problematica, garantendo ai migranti una condizione di vita che consenta loro di vivere in modo dignitoso, e assicurando, finora con efficacia, la sicurezza e l'ordine pubblico a tutti i cittadini. Occorre ricordare che a Stradella vi è soltanto un centro di smistamento, nell'attesa che queste persone siano ricollocate in altre zone. In questo momento la cooperazione di tutti gli stati europei è fondamentale, e se siamo arrivati a dover affrontare una simile emergenza è proprio a causa dell'inerzia e della mancanza di aiuto da parte dell'Europa per troppo tempo. Il Partito Democratico non gira la testa dall'altra parte, non fa finta di non vedere i problemi e si mette in gioco per affrontarli e risolverli, contraddistinto dai valori della solidarietà, della libertà e del rispetto dell'altro. Per questo occorre mantenere la stessa attenzione anche nei confronti dei cittadini italiani che stanno male, che in questo momento lo chiedono a gran voce”.

Tornando alle specifiche di Stradella: quale la sua opinione rispetto al primo anno di amministrazione Maggi?

“Credo, senza timore di smentita, che il suo mandato sia nel segno della continuità col passato. Torre Civica è un progetto politico decennale per Stradella, credo che anche dalla base giovane del Pd possa comunque trarre nuova linfa e per questo ci attiveremo anche attraverso il nascente movimento”.

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INTERVISTA AL SINDACO DI VOLPARA

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di

Francesca Mazza

Matteo Bossi è stato rieletto sindaco per il secondo mandato con l'obiettivo di portare a termine vari progetti. La nuova amministrazione non intende fondersi in unione più ampia con la possibilità di diventare un unico Comune.

Cosa l'ha spinta a ricandidarsi per il secondo mandato?

"La voglia di portare a termine i progetti iniziati e non terminati come, la riqualificazione del centro sportivo, il tempo e la nascita di altri centri simili nelle zone limitrofe l'avevano messo in secondo piano. Tramite l’accordo con dei soci privati, che si sono occupati della sistemazione del manto erboso in cambio della gestione a lungo periodo del centro, siamo riusciti a riportarlo ad una delle attrazioni estive del nostro piccolo Comune. In fine, per l’anfiteatro che di estate in estate ci regala sempre più presenze".

Cos'è cambiato da quando il Comune di Volpara è uscito dalla Comunità Montana?

"L’uscita dalla Comunità Montana ha sicuramente pesato molto negativamente sul nostro comune. Le risorse non erano tante ma, per piccoli interventi era una risorsa, per noi, molto importante. La cosa "peggiore" è stata la nuova riforma voluta dal governo, l’imu agricola, pur non essendo più nella comunità montana eravamo ancora considerati comune svantaggiato il che permetteva ai nostri cittadini di avere esenzioni sul pagamento di questa tassa, ma con la nuova legislazione siamo stati costretti ad applicarla riuscendo comunque a tenerla al minimo ed applicando esenzioni per le nostre aziende".

Come giudica questa decisione politica?

"Abbiamo pagato tutti per la decisione, presa in passato, di allargare la Comunità Montana ad oltre 40 comuni che non avevano sicuramente nè i requisiti nè il bisogno di avere un ente interterritoriale che li aiutasse nella gestione di determinati interverti o necessità".

Cos'hanno fatto il Comune di Volpara e Golferenzo per rientrarci?

"Realmente, oltre a solo contatti politici poco frut-

Matteo Bossi

tuosi al momento, non abbiamo fatto molto perchè la legge ripresa per riportare la comunità ai vecchi 19 comuni esclude chiunque altro dal poterci rientrare".

Lei è in Unione dei Comuni, con Golferenzo e Montecalvo Versiggia, cosa ci può dire, funziona?

"La nostra è una delle prime unioni create in Regione Lombardia, era il 1999 quando l’amministrazione ero amministratore alla prima esperienza - ha deciso di costituirla. Funziona ed è una risorsa, non possiamo farne a meno perché oltre ad offrire servizi che da soli non saremmo in grado, sgrava i comuni da molti costi che potrebbero essere difficilmente sostenibili.

Abbiamo diversi servizi in comune come i tributi, l’anagrafe, il servizio neve, lo scuolabus, l’ufficio tecnico etc. I nostri uffuci comunali sono in collegamento telematico con l'ausilio di un unico server che gestisce tutte le attività".

Lei sa bene che le Unioni sono nate con lo scopo finale di creare una fusione tra Comuni, cioè di-

VAL VERSA

Matteo Bossi: "L'uscita dalla Comunità montana ci ha penalizzato"

ventare un Comune solo, Lei è favorevole?

"La vecchia legislazione, quella che ha portato alla costituzione iniziale dell’unione per intenderci, prevedeva che dopo dieci anni ci si sarebbe dovuti unire o scioglere, successivamente, è stata modificata più volte permettendo di poter continuare con l’attuale statuto consentendoci di essere in unione ma, in totale autonomia uno dall’altro. Il governo tecnico di Monti ha spinto molto per questo ma, il fondere in un unico comune le nostre realtà, a parer mio, sarebbe un cancellare la nostra storia e tutti gli sforzi fatti in passato per cercare di tener vive le nostre piccole realtà. Ne abbiamo discusso tra amministratori ma, al momento non è una decisione presa in considerazione dalla mia amministrazione".

In caso di una fusione, quale sarà il Comune dove verrà accentrata tutta l'attività amministrativa?

"A questa domanda, al momento, non serve risposta, la fusione non è presa in considerazione".

Volpara è famoso per l'Anfiteatro Costantino dove si svolgono parecchi concerti, l'Amministrazione ha intenzione di potenziare questa struttura?

"L’anfiteatro è stata un'idea nata molti anni prima ma, si è concretizzata nel 2011. È sicuramente una struttura unica nel suo genere in tutto l’Oltrepo.

Siamo partiti un po' in sordina per i primi due anni, dovevamo cercare di capire cosa la gente volesse ed anche quale impegno economico dovevamo affrontare per la struttura e per gli eventi. Grazie all'aiuto economico della "Fondazione Cariplo" riusciamo ad avere un evento ogni settimana per tutta la stagione estiva. Un grazie va anche alla collaborazione della nostra direttrice artistica, Laura Passera per tutto l’impegno e la passione che ha messo e mette in questo progetto. Ci impegnamo per renderlo sempre più attraente fino ad essere un punto di riferimento per le serate estive. Credo che il nostro sforzo sia ripagato, ogni anno le persone che ci vengono a trovare sono sempre di più".

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Il presidente Fabiano Giorgi spiega i progetti

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di Alessio Alfretti

Sono circa 80 le aziende che hanno già aderito al Distretto del Vino di Qualità.

Guidato dal presidente Fabiano Giorgi, il Distretto si pone come un soggetto nuovo che vuole ridare vitalità al mondo del vino oltrepadano.

Un soggetto che ha fatto discutere, ha ricevuto critiche, ma anche tanti giudizi positivi.

«Abbiamo creato il Distretto perché nell’ambiente del vino oltrepadano c’era molto malcontento. La nostra è una reazione che intende dare una risposta ai tanti che non sono soddisfatti di come vanno le cose in questo settore» spiega Giorgi.

Presidente, quali sono i problemi a cui si riferisce?

«Siamo in un momento in cui il settore agroalimetare è molto di moda. Pensi, ad esempio, alle trasmissioni di chef che vediamo numerose in televisione. Un’attenzione che riguarda anche il vino, settore oggi più che mai pubblicizzato e seguito. E’, insomma, un momento d’oro per chi lavora in questi ambiti e ha l’opportunità di crescere. Ecco, l’Oltrepò rischia di perdere questo treno, rischia di non avere visibilità in un momento in cui l’attenzione per il vino è così alta. Non si può più tergiversare».

Sì, ma in concreto questo cosa significa?

«Significa che devono aumentare i prezzi dei terreni, delle uve e del vino in bottiglia. L’Oltrepò non ha un surplus di valore che altri territori meno vocati hanno: abbiamo caratteristiche vincenti, che mai siamo riusciti a far emergere. Noi vorremmo invece far sì che il territorio e il suo vino siano sempre più conosciuti e apprezzati, migliorandone l’immagine e, di conseguenza, incrementando il valore dei nostri prodotti e del nostro territorio.

Per noi la strada è puntare sui produttori di qualità e di filiera; troppo a lungo siamo stati ostaggio di imbottigliatori esterni che “sfruttano” solo il territorio».

Un progetto ambizioso: pensate di farcela?

«Dobbiamo farcela. Dobbiamo smettere di pensare che le cose cambino da sole, occorre lavorare e essere coerenti e uniti. Vogliamo cambiare in fretta perché questo è il momento giusto. Il Distretto è un catalizzatore di energie positive, di persone che vogliono cambiare la rotta; poi non è sempre facile, ma noi cerchiamo di trovare la massima unione e di lavorare assieme».

A proposito di unione: il Distretto è in rottura con il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese?

«Guardi, inizialmente sono state 35 le aziende uscite dal Consorzio, per divergenze con una politica territoriale che non rispetta i produttori che cercano di fare qualità. Noi abbiamo quindi creato il Distretto perché c’era malcontento; la nostra è stata una presa di posizione importante, non un capriccio, e abbiamo spiegato i motivi per cui siamo usciti dal Consorzio. Detto questo, noi non abbiamo pregiudizi contro nessuno: collaboriamo con tutte le istituzioni che vogliono farlo. Certo, al Consorzio abbiamo chiesto cambiamenti precisi, come la modifica di alcune regole dello statuto: io mi auguro che le nostre richieste siano accolte e in quel momento sarei ben felice di riprendere il

VALLE VERSA

Il Distretto del Vino vuole ridare valore all’Oltrepò Pavese

Fabiano Giorgi

dialogo».

Lei parla di rilancio: che attività state portando avanti?

«Siamo molto impegnati su diversi fronti e con differenti progetti. La nostra è un’attività complessa, perché stiamo lavorando tanto, sia nel contesto nazionale, che in quello estero. Per noi è fondamentale che l’Oltrepò Pavese si faccia conoscere all’estero. Ad esempio, con l’Ocm c’è stata una giornata di incontro con buyer americani, in gran parte del Texas: quest’anno siamo stati sia a Chicago che in Texas. Poi c’è stato l’incoming degli importatori. Non dimentichiamo che abbiamo avuto contatti con altri Paesi, come ad esempio il Canada. Ma abbiamo anche idee in chiave nostrana».

Che progetti ci sono in ballo a livello locale?

«Una novità è la Bonarda dei produttori, per contrastare la crisi della Bonarda in mano agli imbottigliatori fuori zona: noi vogliamo riappropriarcene.

Per ora aderiscono 20

aziende, ma vorremmo crescerne il numero».

In cosa consiste il progetto della Bonarda?

«Abbiamo creato una bottiglia unica marchiata per la Bonarda e certificato la provenienza della Bonarda dalla vigna di proprietà: abbiamo restrizioni più gravose rispetto al disciplinare e poi controlli da enti esterni che certificano la qualità del prodotto».

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OLTREPO

Il sindaco di Torricella in polemica con il Governo centrale

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Sensale: «I piccoli Comuni non sono la causa di tutti i mali» di Alessio Alfretti

«Sembra che i piccoli Comuni siano il problema dell’Italia. Invece credo che gli sperperi siano altrove».

Marco Sensale, sindaco di Torricella Verzate, non condivide la linea di questo Governo e di alcuni precedenti, di colpire le piccole municipalità con tagli e tasse.

Sindaco, lei fa parte della schiera dei primi cittadini esasperati?

«Certo, in Italia sembra che i soldi siano buttati dalle piccole realtà, mentre, al contrario, qualunque città metropolitana oggi ha milioni di Euro di passivo, ad esempio dai bilanci delle società municipalizzate. All’atto partico i Comuni piccoli sono quelli più onesti, perché al di là dell’obbligo di pubblicazione online dei bilanci, in una realtà più contenuta l’amministratore ha il confronto diretto con la gente: se nel mio Comune faccio una scelta sbagliata, i miei concittadini verranno a rimproverarmi».

Quindi anche a Torricella si sta vivendo un momento di difficoltà?

«Noi cerchiamo di essere virtuosi, ma lo Stato non è per niente generoso. Temo che questa situazione non possa essere sostenuta a lungo. Anche perché ci vengono imposte scelte discutibili».

Quali, ad esempio?

«L’obbligatorietà delle convenzioni per i servizi con altri Comuni o di fare delle Unioni, è una strada sbagliata. Se, ad esempio, nel mio Comune ho un servizio e per questo servizio ho un unico dipendente, nel momento in cui mi convenziono con un altro il dipen-

Abele Lanzanova

dente ce l’ho a mezzo servizio, per cui potrei avere un risparmio, ma di fatto do meno ai miei cittadini.

Io non ho dubbi: l’obbligo di unificare è sbagliato; mentre sarebbe corretto imporre ai Comuni di avere tutti i servizi, quindi di dotarsi di quelli che mancano, anche ricorrendo a collaborazioni mirate».

Ma Torricella non fa già parte di una Unione di Comuni?

«Sì e stiamo vivendo una situazione paradossale.

Noi siamo a tutt’oggi in Unione, ma lo corso anno

ne ho deliberato l’uscita e ora non so cosa fare. Sono nell’incertezza totale e sto valutando entrambe le ipotesi: dare continuità all’Unione, o attuare convenzioni come suggerito dalla legge».

Sul piano dei lavori, che novità ci sono?

«Partirà a fine mese la sostituzione di tutti i punti luce del centro commerciale lungo la Statale: sono 27 punti luce attualmente a vapori di sodio, il cui posto sarà preso da più moderni Led. Il nostro appalto prevede di arrivare a un risparmio del 50% e oltre, perché ogni lampione sarà telecontrollato: visto che un centro commerciale non è una via pubblica con passaggio a tutte le ore, a seconda del traffico si abbasserà l’intensità luminosa, pur mantenendo un minimo, per portare il risparmio alle cifre dette. Si utilizzerà la tecnologia wireless, grazie alla quale l’intero impianto sarà controllato in remoto».

Un bel risultato, in tempi di bilanci difficili…

«Siamo riusciti a realizzare quest’opera semplicemente aumentando di mezzo punto la Tasi proprio nel centro commerciale. Anzi, vorrei ricordare a proposito dell’Imu che il nostro Comune dai centri commerciali non incassa l’Imu, che invece va tutta allo Stato: per tutti gli immobili appartenenti alle categorie D1, D2 e D8 la tassa locale non va al Comune. Per noi si tratterebbe di una cifra nell’ordine degli 80.000 Euro».

Altre opere?

«Regione Lombardia tramite l’assessorato all’Agricoltura ci ha finanziato il progetto “Visit Oltrepò”.

Abbiamo presentato il recupero del vecchio peso pubblico da trasformare in un “punto chilometro zero” per la vendita dei prodotti di qualunque produttore o trasformatore di materia prima della zona».

Tra le più longeve, funziona bene da anni

Verretto, un esempio da seguire per le Unioni tra Comuni

di Alessio Alfretti

In una fase in cui le municipalità sono chiamate dalla legge a condividere servizi e attività, ci sono piccole realtà che da tempo lavorano felicemente in unione con altri Comuni. E’ il caso di Verretto, comune della pianura oltrepadana, di circa 400 abitanti e a pochi chilometri da Casteggio. «La nostra unione con Lungavilla –che si chiama Agorà- è certamente una delle prime in provincia di Pavia, ha circa 15 anni» conferma il sindaco Luigino Polin.

Sindaco, l’unione è stata un’esperienza positiva?

«In tutti questi anni ha funzionato molto bene e ci ha permesso di fare interventi che da soli probabilmente avremmo affrontato con difficoltà. Il fatto di condividere le risorse –e noi abbiamo tutto in comune con Lungavilla- ci ha aiutati molto anche a risparmiare.

Quindi per me il bilancio dell’unione con Lungavilla è più che positivo».

Pensate di far crescere, magari un domani, l’unione?

«Più che altro stiamo valutando, viste le nuove disposizioni di legge, di iniziare a fare anche delle convenzioni con altri Comuni. In pratica come Unione ci

convenzioneremmo con altre municipalità: abbiamo in corso dei contatti con Casatisma e Pizzale, per fare alcune convenzioni per specifici servizi».

Viste le lamentele che si sentono tra i sindaci, Verretto è quindi un’oasi felice?

«Noi per fortuna non rientriamo nel Patto di Stabilità e già questo è un bel vantaggio. Siamo un piccolo Comune, che tutto sommato non ha particolari problemi. Siamo riusciti a mantenere la qualità dei servizi, pur non ricorrendo ad aumenti delle tasse».

Sul fronte dei lavori, avete progetti in cantiere?

«Sì, abbiamo alcuni progetti. Ad esempio, stiamo incrementando la video sorveglianza: stiamo studiando un progetto per installare telecamere di nuova generazione, di quelle che leggono anche le targhe dei veicoli e permettono di fare controlli virtuali. Abbiamo già in Comune una postazione di vecchia generazione e già abbiamo messo una telecamera nuova su una strada cittadina. Ora il nostro scopo è di avere sotto controllo tutti gli accessi al Comune: abbiamo quattro strade che entrano in paese. Una ha già la video sorveglianza, quindi installando altre tre telecamere saremo in grado di monitorare ogni ingresso, con un bel passo avanti per la sicurezza».

Altri interventi?

«Stiamo studiando un progetto per installare un impianto fotovoltaico sul tetto del centro sportivo cittadino, ma siamo giusto all’inizio. Il nostro obiettivo sarebbe di riuscire a rendere autosufficiente il centro, con acqua calda per gli spogliatoi, riscaldamento ed energia elettrica».

Sul piano dell’intrattenimento, avete una Pro Loco?

«C’è una Soms, con dei ragazzi che si danno molto da fare; organizzano anche degli eventi, come ad esempio la festa patronale, con tre serate. Si tratta di un bel gruppo di giovani che –pur non essendo nemmeno tutti di Verretto- hanno scelto di impegnarsi per il Comune: è un gruppo di amici, che si diverte, e intanto dà una gran bella mano al paese».

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FLAVIO, UNO DEI PIU' GRANDI DI ZELIG, ILLUSTRA QUESTA INIZIATIVA

di

Giorgio Macellari

Nei mesi di ottobre, novembre e dicembre, al Circolo dei Poeti Catartici, presso il Castello Malaspina a Pregola si terranno le cene d’autore, che ospiteranno la rassegna Musici, poeti e giullari. Dieci appuntamenti con artisti straordinari. Dieci opportunità per riscoprire lo spirito originario del cabaret.

Flavio Oreglio, poeta catartico per eccellenza del primo storico Zelig e direttore artistico di questa manifestazione, spiega il suo concetto di cabaret, che si riallaccia alla tradizione e quindi si distacca nettamente dall’immagine che spesso ci viene rimandata dal piccolo schermo.

Oreglio, di che cosa si tratta nel dettaglio?

“La stragrande maggioranza delle persone identifica il cabaret con la comicità. Quest’aberrante e diffusissimo luogo comune contiene un doppio errore: anzitutto perché cabaret e comicità non sono sinonimi e in secondo luogo perché a sua volta la comicità non coincide perfettamente con il ridere ma, al limite, ne rappresenta solo una parte, dato che esistono anche l’umorismo, la satira, il sarcasmo, l’ironia, il ridicolo e il grottesco. Ridurre il cabaret alla sola comicità è una semplificazione grossolana, perché il cabaret è una tipologia di intrattenimento complessa e articolata: presenta un’infinità di sfumature che vanno ben oltre il solo sorriso. Quello che oggi, grazie all’avallo televisivo, si autodefinisce cabaret è in realtà uno strano coacervo di varietà, avanspettacolo, burlesque e animazione da villaggio turistico; un obbrobrio pseudo artistico, figlio di una degenerazione culturale sempre più protesa verso leggerezza e banalità”.

Flavio Oreglio

E quindi cosa intende lei per vero cabaret?

“Il vero cabaret è contaminazione. Poesia, canzone d’autore, critica sociale e satira politica, ricerca di nuovi linguaggi e, appunto, contaminazione delle arti… Come direbbe Humphrey Bogart: - Questo è il cabaret, bellezza! Ci trovate qualcosa da ridere?

Probabilmente sì; ma non è necessario. E men che meno sufficiente”.

Non è certo un caso che presso il Castello Malaspina, il 18 di agosto di quest’anno, Oreglio abbia inaugurato con una serata speciale il Circolo dei poeti catartici.

Proprio a Pregola, infatti, il 15 agosto 1980, si esibì insieme all’amico Moreno Tagliani in un mini recital intitolato “20 minuti con Flavio, Moreno e le loro

EVENTI

Oreglio: "Nel castello dei Malaspina di Pregola nasce il circolo dei poeti catartici"

OTTOBRE 2015

canzoni”, dando il via a una carriera artistica che l’ha portato, nell’arco di un trentennio, a diventare uno dei maggiori esponenti del cabaret nazionale.

E adesso a Pregola che cosa volete proporre?

“Da quest’anno il Circolo dei Poeti Catartici è diventato un vero e proprio cabaret artistique nel quale è possibile svolgere un’attività continuativa: uno spazio per ritrovare e rivivere lo spirito originario del vero cabaret, oggi rinnegato e dimenticato”.

Come sarà articolata la rassegna?

"La rassegna si preannuncia come l’evento più importante del 2015 in provincia di Pavia. La serata inaugurale è prevista sabato 3 ottobre, quando sul palcoscenico salirà l’attore Leonardo Manera. Venerdì 9 ottobre sarà la volta di Alberto Patrucco in “Vedo buio”. Venerdì 16 ottobre, invece, spazio a Vincenzo Costantino “Cinaski”. Venerdì 3 ottobre, al Castello Malaspina di Pregola salirà Folco Orselli, con “Storie e canzoni blues da MilanoBabilonia”.

Venerdì 30 ottobre, in occasione del suo “Trentennale on stage”, sarà lo stesso Flavio Oreglio a presentare il libro-antologia “Catartico!” (Ed. Salani). La rassegna artistica proseguirà anche nei mesi successivi.

Il primo appuntamento di novembre è in programma venerdì 6 novembre, quando il vogherese Macellari presenterà con il chitarrista jazz Riccardo Bianchi il suo ultimo lavoro discografico: “Ma… che fine ha fatto Joele?”, un recital – chitarra e voce – tra musica d’autore, monologhi e brani swing".

Grazie a Leo Bosi, talento dello spettacolo che vive in Oltrepò

A Broni arriva un evento nazionale dedicato alla danza di Alessio Alfretti

Nel mondo dello spettacolo è un vero artista a 360°.

Poliedrico e travolgente, Leonida Bosi può essere considerato a tutti gli effetti un oltrepadano: è di origini piacentine, ma vive a Verrua Po da ormai 11 anni.

Leo nasce artisticamente nei villaggi turistici come animatore, un inizio che ha lasciato il segno sulla sua indole: verve e capacità di trascinare non gli mancano di certo.

Leo, lo spettacolo è la tua immensa passione?

«Sì, senza dubbio. Ma non dimentichiamo che quando iniziai a dedicarmi ai villaggi turistici non trascurai la mia formazione in un settore del tutto diverso: mi sono infatti laureato in Giurisprudenza. Poi però ho ripreso con lo spettacolo e ho continuato su quella strada».

A vedere il tuo curriculum sei davvero poliedrico: qual è la tua formazione artistica?

«A parte l’inizio nei villaggi, mi sono poi dedicato al teatro, frequentando molti corsi, tra cui quelli di recitazione. Poi la televisione: sono tante le emittenti in cui ho fatto dei programmi, da Telelombardia, Antenna3, Telecolor Cremona e Piacenza, a Odeon Tv, senza dimenticare la partecipazione al gioco televisivo “I Guastafeste”, dove ho lavorato al fianco di

artisti del calibro di Massimo Lopez e Luca Barbareschi. Ho lavorato anche all’Accademia della Canzone di Sanremo, dove conducevo le serate: una specie di X-Factor, però nelle piazze. C’erano grandi ospiti ogni sera, come Raf, la Ruggero, Riccardo Fogli e poi ancora – giusto per citarne solo alcuni – Flavio Oreglio, Paolo Cevoli, e altri comici. Di lì sono usciti cantanti come Anna Tatangelo».

Ti sei occupato anche di moda?

«Ho presentato molte sfilate, tra cui Miss Mondo e La più bella del mondo. Non dimentichiamo che ho seguito anche tanti eventi di beneficenza».

Sei di origini piacentine, ma da anni vivi in Oltrepò Pavese: sei legato alla nostra terra?

«Certo e lo dimostra il fatto che sto organizzato importanti eventi proprio qui in Oltrepò. Comunque non dimentico le mie origini: di recente, ad esempio, ho fatto uno spettacolo di beneficenza a Bettola, in provincia di Piacenza. Dopo l’alluvione in Val Nure abbiamo pensato di dare una mano a questa zona segnata dal forte maltempo».

Ci parli delle idee per l’Oltrepò?

«Presto porterò al Teatro Carbonetti di Broni un grande spettacolo di caratura nazionale dedicato alla danza. Sarà il 15 e 16 Novembre e coinvolgerà le scuole di tutta Italia, partendo dal mattino, sino

a sera: una due giorni di full immersion nel mondo della danza. Sarà una sorta di premio, con audizioni, di fronte a una giuria qualificata e composta anche da grandi nomi dello spettacolo, come Garrison e Anbeta Toromani».

Altre idee in salsa oltrepadana?

«A fine Settembre ho condotto con Paolo Ariano la finale del Got talent Show a Montù Beccaria, al teatro “Dardano”. Dopo un tour estivo che ha toccato le più belle piazze della provincia, gli aspiranti artisti si sono dati appuntamento nel piccolo Comune oltrepadano. Ma sarò anche nel capoluogo, a Pavia, dal 23 al 25 Ottobre con “Gli sposi e la casa”».

Tu cosa farai a Pavia?

«Io in particolare sarò protagonista la domenica pomeriggio al Palazzo delle Esposizioni, dove presenterò le sfilate pomeridiane».

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Asilo Pupi Solari: al via i corsi di inglese

Una giovane imprenditrice oltre padana che ha deciso di investire le proprie risorse finanziarie e tanto altro sul territorio. Ecco Virginia Limonta.

Perché ha deciso di rimanere sul territorio e investire nel territorio?

"Essendo la mia famiglia Rivanazzanese da diverse generazioni ho sempre vissuto il territorio e l’ambiente circostante come parte integrante della vita e come tesoro da salvaguardare.

Smessi i panni della bambina ho sentito la necessità di dare un contributo concreto al mio paese e di investire in un servizio attento alle necessità delle famiglie ed inserito nel contesto sociale, che potesse essere di supporto alla vita comunitaria".

Virginia qual è la novità di quest’anno?

“Per dare continuità al nostro servizio di asilo nido bilingue, come ogni anno, proponiamo laboratori di inglese anche ai bambini dai 3 ai 7 anni e dagli 8 ai 12 anni divisi per età attraverso un approccio basato sul gioco e sulla conversazione. Non è nostro interesse sovrapporci all’insegnamento scolastico, ma piuttosto una integrazione che permette ai bimbi di avere maggiore dimestichezza con la lingua. L’open day è fissato per il giorno 10 Ottobre alle 9,30 con una lezione di prova gratuita. Presso la nostra sede in Via Tiziano 22 a Rivanazzano Terme".

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le aziende informano

Perché insegnare l’inglese a bambini così piccoli?

“Nei primi anni di vita i bambini memorizzano il suono ed il ritmo delle lingue in modo naturale. Per questo l’inglese è un naturale sottofondo alle nostre giornate al nido. Noi educatrici aiutiamo i bambini a familiarizzare con i suoni della lingua inglese utilizzando semplici parole di uso quotidiano, canzoncine e filastrocche ed alternando, nella normale comunicazione, l’utilizzo dei suoni e dei vocaboli dell’italiano e dell’inglese durante i vari momenti della giornata: i giochi, le attività, la pappa. Il nuovo linguaggio diventa così come una musica, come un nuovo gioco, una nuova esperienza percettiva, ai quali i bambini si approcciano con entusiasmo e curiosità così come fanno con una divertente novità da esplorare. Tutto avviene in modo spontaneo e simpatico, seguendo il semplice e naturale processo di apprendimento del linguaggio per i quali i bambini molto piccoli sono predisposti”.

Ma oltre ai bambini proponete corsi di inglese anche per gli adulti, vero?

“Si, abbiamo pensato di integrare la proposta in seguito alla richiesta di alcuni genitori di voler imparare l’inglese parlato, quello da utilizzare quando si viaggia o nella quotidianità a lavoro. Il 5 ottobre alle ore 20,30 si terrà la lezione di prova gratuita durante la quale presenteremo il metodo utilizzato. Si basa sull’apprendimento della lingua attraverso la conversazione e lo sviluppo di un vocabolario molto ricco

in poco tempo".

Dove si svolgono i corsi di inglese?

“Presso l’Asilo Pupi Solari in via Tiziano 22 a Rivanazzano Terme”.

Virginia, come è nata l’idea della realizzazione dell’asilo Pupi Solari?

“E’ un’idea nata parlando con una cara amica e che mi è rimasta nella mente. Poi nel 2010 grazie alla collaborazione del Comune di Rivanazzano Terme che ringrazio molto, abbiamo vinto un bando della Regione Lombardia e dopo alcuni anni di preparazione dei lavori nel 2012 è iniziata la vera e propria realizzazione della struttura che siamo andati ad inaugurare nel gennaio 2013”.

Quanti bambini potete ospitare?

“Fino a 39 da zero a 3 anni”.

Obiettivi futuri?

“Tanti ma per ora non voglio scoprire le carte…”.

Quali obiettivi?

“La nostra idea non è quella di realizzare un asilo ‘nudo e crudo’ ma un vero e proprio centro per l’infanzia, un punto di riferimento e di supporto per le famiglie della nostra comunità. Per questo spesso organizziamo incontri con specialisti, laboratori – il 3 Ottobre ci sarà l’open day per i laboratori di psicomotricità alle ore 10,30 -e da due anni abbiamo il servizio di Summer Camp presso la piscina Lido di Salice Terme, da giugno a settembre per i bimbi dai 3 ai 12 anni!".

Baito 2.0 oltre gli schemi, oltre il divertimento

BAITO 2.0: la prima grande novità sta proprio in quel numero davanti, perché si ricomincia, con qualcosa di veramente diverso rispetto al passato. Per puntare non solo sui giovani ma su un target diverso di età. Ma bisogna “viverlo” per capire come è ‘cambiata la musica’ di un locale che non ha certo bisogno di presentazione.

Nuova grafica, nuova impostazione, un locale che come sempre richiamerà il grande pubblico. E ancora una volta Luca Galati si è dimostrato di grande livello sia nella riprogettazione ex novo del locale sia nell’avvalersi della collaborazione di artisti del calibro di Fargetta, Molella, Albertino, Stefano Pain, Francesco Pittaluga, Max Pensa resident and Guest, il solista Federico Rossi, ma solo per citarne alcuni, per lasciare anche qualche sorpresa, e il tutto volto a creare un mix veramente esplosivo. A coronare il

tutto l’intrattenimento due grandi voci e due personaggi eclettici del nostro spettacolo: Nicola Imbres e Raffaella Franzosi. Così ogni venerdì i gradi DJ di fama nazionale ed internazionale (sembra che ce ne sarà anche qualcuno internazionale infatti in arrivo da Londra) si esibiranno per eventi speciali, per portare un po di novità nel territorio oltre alla ricerca del conviviale già a partire dalla cena per chi vorrà passare con loro l’intera serata. Già, perché questa volta si va oltre i classici schemi e ci saranno durante la serata dei flash di alcuni minuti ciascuno che non mancheranno di intrattenere e creare suspense tra il pubblico. Sarà dunque spettacolo nello spettacolo prendendo spunto, per certi versi, dal mitico Piero Chiambretti e dai suoi show, di cui Galati è sempre stato fan e che non è detto possa essere nella la rosa dei futuri ospiti delle serate. Il sipario su BAITO 2.0 si alzerà venerdì 2 ottobre, e poi tutti i venerdì, dalle 21,30 fino a tarda notte: basterà lasciarsi trascinare per vivere una grande emozione: Locale rinnovato, ristorante per apericena o singoli eventi, Il BAITO 2.0 dunque sarà ‘suddiviso’ tra un pre-disco emozionante e di intrattenimento e una discoteca vera e propria.

“Il nostro intento – sottolinea Luca in coro con tutto lo staff entusiasta – è quello di rinnovare completamente il modo di fare spettacolo dalle nostre parti, offrendo un programma diversificato rispetto al passato. In sostanza realizzando un contenitore di eventi

Mabedo si rinnova Il rientro dalle vacanze estive è sempre il momento migliore per fare buoni propositi e migliorarsi, per questo MaBeDo ha deciso di rinnovarsi in tutto e per tutto, a cominciare dalla veste grafica del suo portale.

La novità principale del sito web è il Blog, una collezione di reportage che lo Staff MaBeDo raccoglie

visitando i migliori locali, cantine, agriturismi del territorio, per consigliare agli utenti dove trovare l’eccellenza del turismo enogastronomico.

Ogni locale, categorizzato in Mangiare, Bere e Dormire, viene presentato con una ricca descrizione ed una gallery di immagini che lo rappresentano. Sul portale si potranno trovare anche itinerari per we-

negli eventi. Ci spieghiamo meglio: creeremo all’interno dello spettacolo serale una serie di spot che dureranno circa 5/6 minuti dove ci sarà musica, animazione, ospiti che saliranno sul palco di volta in volta a sorpresa offrendo suspense e curiosità nel pubblico.

Ci saranno momenti di ballo con abiti particolari, si alterneranno DJ, ci sarà davvero tanto da vivere”. Reportage fotografici, Video, Time lapse delle serate e idee ancora nel cassetto che si svilupperanno contestualmente ai venerdì. E se pensate che le emozioni finiscano qui… vi sbagliate. Infatti al BAITO 2.0 è stato persino realizzato ‘l’angolo della piega’ dove “a turno – sottolinea ancora Galati - alcune persone che collaborano con noi, ma magari anche clienti del locale, passeranno per un make up o un hair style tutto particolare, della durata di alcuni minuti, che richiamerà il tema della serata imitando personaggi del mondo dello spettacolo. Insomma puntando un po’ anche sulla Pop art, che ho visto non mancare all’interno del locale. BAITO 2.0 sarà aperto tutti i venerdì e poi durante la stagione tutti i prefestivi, e non si esclude l’organizzazione di eventi e serate, magari in giorni diversi, un po’ particolari. Due ascensori virtuali con all’interno due ballerine accompagneranno gli artisti su e giù dal locale… Insomma provare per credere ma soprattutto “vivere” il venerdì sera con una dimensione più dinamica, gioiosa, spensierata, e soprattutto avvincente.

ekend fuori porta e tutte le ultime novità sugli eventi della zona.

Una ventata di freschezza per i Magazine, gli Speciali e le Guide, il cui obiettivo è sempre quello di valorizzare l’ospitalità, la buona cucina e le tradizioni del nostro territorio. Dulcis in fundo, si rinnova anche la MaBeDo Card, la nostra esclusiva carta sconto.

le notizie di questa pagina sono fornite direttamente dalle aziende

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Campionato Italiano Supermoto S1: VINCE un oltrepadano D'ADOZIONE

di

Stefania Bertonazzi

Ivan Lazzarini classe 1979 pesarese di nascita ma Oltrepadano d’adozione.

Qual è il suo rapporto con l’Oltrepò?

"Sono sposato da 5 anni con Lorena di Godiasco, e mi sono affezionato molto a queste colline. Tra l'altro, è un punto molto strategico per la Supermoto perchè qui attorno ci sono le mie piste preferite, Ottobiano in primis e Castelletto di Branduzzo. Il mio Team, L30 Racing, fa base nell'Oltrepò durante la stagione di gare e la maggior parte dei test pre campionati li faccio qui".

Ultimo titolo, ultimo successo: come ha affrontato la gara di Ottobiano?

“Ho affrontato la gara al massimo della concentrazione, non pensando al campionato, ma alla gara in sè. Volevo vincerla e così ho fatto”.

Da dove nasce questa sua passione?

"Nasco da una dinastia di motociclisti, in particolare mio zio, Eugenio Lazzarini, è tre volte Campione del Mondo di velocità a fine anni Settanta. A tre anni la prima moto, all'inizio ero diffidente ma una volta salitoci sopra, non sono più sceso! Le gare sono iniziate a 6 anni con il Motocross e dopo numerosi campionati vinti nel Minicross, a 14 anni sono passato al Motocross vero e proprio e a 22 anni, dopo numerosi infortuni, mi sono dato al Motard".

Lei non è solo un pilota ma ha un team “tutto suo”.

Difficoltà maggiori incontrate nel fare entrambe le cose.

"Sì, è il terzo anno che corro nel mio Team, L30 Racing. Due anni in sordina insieme a un mio caro amico e compagno di squadra Lorenzo Lapini. Quest'anno invece ci siamo ingranditi molto e siamo il Team più numeroso nelle due ruote, con ben 10 piloti all'attivo. Un durissimo lavoro, ma nonostante la difficoltà nel riuscire a trovare la concentrazione per correre, che ritrovavo solo una volta indossato il casco, sono riuscito a vincere il dodicesimo titolo Italiano e a conquistare la medaglia d'argento al Mondiale. Mi ritengo molto soddisfatto".

Come ci si sente a vincere il 12° titolo?

“Sono emozionato, questo dodicesimo titolo ha un sapore particolare perché viene dopo un anno di duro lavoro per la gestione del Team che sta crescen-

Ivan Lazzarini con la famiglia

do sempre più. Voglio ringraziare oltre a tutti i miei sponsor, i ragazzi che hanno collaborato nel Team L30 Racing, i miei piloti e la mia famiglia, in particolare mio padre che ha messo a punto delle moto fantastiche. Ci si sente realizzati perché vuol dire che in tutti questi anni mi sono evoluto come pilota insieme alla disciplina e sono riuscito a mantenere alto il mio livello di competitività e sempre alte le motivazioni".

Lei ha un figlio, pensa e spera che possa seguire le sue orme?

"Non penso proprio. Di sicuro io non gli imporrò niente, come tanti padri invece fanno. Ognuno deve trovare la propria strada, se poi vorrà correre sarò ben felice di poterlo aiutare, anche se, vedendolo, non ha l'impronta del pilota. Ha ancora due anni e mezzo, ma io alla sua età ero già senza rotelle, lui invece non ci vuole neanche salire sulla bicicletta!".

Siamo in un contesto economico “critico” non solo nelle due ruote ma nello sport in generale, trovare sponsor disposti ad investire è un’impresa. Cosa ne pensa?

"Argomento problematico. Sponsor... la situazione

AL RALLY RACE DI STRADELLA

Tigo vince nel gruppo A5

MOTORI

Ivan Lazzarini: "Oltrepò punto strategico per la Supermoto”

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Ancora una buona prestazione per il pilota salicese Andrea 'Tigo' Salviotti che nei giorni scorsi al Rally Race Città di Stradella ha ottenuto una bella vittoria di classe nella categoria A5 a bordo di una Fiat Panda del Team Special Car di Torino. Ul Tigo era navigato dal piemontese Alessandro Pozzi.

Soddisfatto di questo risultato?

"Sono molto contento del risultato ottenuto a Stradella. Il percorso era bello e molto vario, una situazione che si addice perfettamente alle mie caratteristiche".

Quali saranno le prossime gare a cui prenderà parte?

"In queste settimane farò alcuni test con varie vetture dopo di che prenderò parte al Rally che andrà in scena al motodromo di Castelletto di Branduzzo".

italiana ha piegato le aziende, che adesso, oltre a essere in difficoltà, vivono con il terrore che le sponsorizzazioni comportano magari controlli. Noi piloti dovremmo vivere grazie a quelle, ecco perchè la decisione di fondare il mio Team, proprio perchè di soli Sponsor, non si riesce a vivere".

Lei è il pilota italiano più titolato di sempre, pensa di aver avuto i giusti riconoscimenti e la giusta visibilità mediatica?

"Direi proprio di no. In Italia esiste solo il calcio e la moto GP. A parte i giornali di settore, nessuno parla di noi ma ormai, dopo 30 anni che corro, non ci faccio neanche più caso. E' la passione che mi fa correre, non di certo la notorietà che non mi è mai interessata".

Progetti per il futuro?

"Continuare la mia carriera da Team Manager. Il Team L30 Racing sta crescendo sempre più e l'intenzione è proprio quella di proseguire in questa direzione. Non potrò correre per sempre, sono 30 anni che lo faccio e adesso ne ho 36. Sarà ora di smettere?".

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SPORT

RIPARTITO IL NOSTRO CONCORSO OLTREFOOTBALL

Chi prenderà il posto di Averaimo, Castagna, Landini e Bissacco?

Pronti? Via! Rivoluzione nella nostra rubrica. da quest’anno, alla fine del concorso, saranno premiati cinque giocatori: il miglior portiere, il miglior difensore, il miglior centrocampista, il miglior attaccante e ovviamente il miglior giocatore assoluto, a cui verrà assegnato il PALLONE BLU. Nella categoria miglior allenatori invece, verrà premiato un solo mister a cui verrà consegnata la PANCHINA BLU. il regolamento è molto semplice, il primo sabato di ogni mese usciranno sul nostro giornale le NOMINATION, che i 32 giudici, tra allenatori e capitani, faranno. Inoltre il 15 di ogni mese i nominati potranno essere votati sulla nostra pagina Facebook.

Ma vediamo più dettagliatamente il regolamento: LE NOMINATION DEI 32 GIUDICI Mensilmente chiederemo ai giudici-allenatori di indicare: 1 portiere, 1 difensore, 1 centrocampista e 1 attaccante, ai quali verrà assegnato un punteggio in base all’ordine scelto dal mister.

1°=30pt 2°=20pt 3°=10pt 4°=5pt Ugualmente faranno i giudici-capitani a cui verrà chiesto di indicare 3 nomi tra gli allenatori.

1°=30pt 2°=20pt 3°=10pt Tutti i nominati dovranno far parte di squadre dell'Oltrepò pavese, dalla terza categoria fino alla promozione.

Il primo sabato di ogni mese sarà in uscita IL PERIODICO NEWS, dove saranno presenti le classifiche generali e ulteriori dettagli.

GIURIA POPOLARE FACEBOOK dal 15 al 25 di ogni mese sarà possibile votare i nominati sulla pagina facebook de "ILPERIODICONEWS" ogni mi piace vale 1 pt.

Miglior allenatore 1° CAT. 2014-2015 Matteo Landini (Varzi)

Miglior allenatore 2° CAT. 2014-2015 Carlo Bissacco (Ex Apos ora Broni)

Miglior giocatore 1° CAT. 2014-2015 Giuseppe Averaimo (attaccante Casteggio)

Miglior giocatore 2° CAT. 2014-2015 Davide Castagna (attaccante Portalberese)

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SPORT

INTERVISTA AL PATRON, DANIELE FILIPPONI

Olimpic Center, fiore all’occhiello della ginnastica oltrepadana

Le ragazze dell'Olimpic Center hanno ridipinto la palestra

di

Dario Campaci

Daniele Filipponi, numero uno dell’Olimpic Center Stradella, è stato protagonista, insieme alle sue atlete, di una crescita collettiva ed individuale di primo piano.

Presidente, cosa può dirci della vostra associazione?

«L’Olimpic Center Ginnastica Artistica Stradella è nata il 2 dicembre del 1989 ed è affiliata dal 1992 alla Federazione Ginnastica Italiana, costola del Comitato Olimpico Nazionale Italiano. Non vorremmo peccare di immodestia, ma da qualche anno a questa parte stiamo conquistando successi di indiscutibile valore e non abbiamo alcuna intenzione di fermarci».

Cosa può dirci sul vostro prossimo futuro?

«La stagione ufficialmente non è ancora iniziata, per i tesseramenti stiamo cominciando a muoverci ora, ma le prime impressioni sono incoraggianti. Per ora sono già attivi i corsi gratuiti per le bambine di sei e sette anni così che possano avvicinarsi alla nostra disciplina e capire se fa per loro».

Non c’è da stupirsi, dopo gli straordinari numeri fatti registrare recentemente, in particolare negli ultimi due anni, che, a livello di iscritte e risultati, siate considerati un’eccellenza non solo a livello locale. E sappiamo che a riguardo ha per noi un’indiscrezione particolarmente importante, vero presidente? «È ancora un po’ prematuro parlarne come di una certezza, ma posso dire che negli ultimi tempi i contatti con il CONI si stanno facendo sempre più fitti e ci sono concrete possibilità che, dopo la scorpacciata di medaglie alla scorsa edizione dei campionati italiani a Civitavecchia e l’impressione di preparazione ed organizzazione dimostrata non solo in quell’occasione in pedana come fuori dalla palestra, la Federazione scelga Stradella come sede dell’edizione di quest’anno dei campionati nazionali. Sarebbe un’occasione da non perdere non solo per l’Olimpic, ma per l’intero movimento sul territorio: la certezza non c’è ancora, ma il fatto che il capoluogo oltrepadano

sia nella rosa delle possibili candidate a ospitare una manifestazione così prestigiosa è già di per sé motivo di grande orgoglio».

Tuttavia non penso si tratti di un fulmine a ciel sereno, dal momento che le vostre ginnaste, nell’ultima edizione dei campionati italiani, hanno conquistato le prime posizioni praticamente in tutte le categorie per le quali sono scese in pedana. Me lo conferma?

«Certamente: a Civitavecchia, a cavallo tra il 22 ed il 24 maggio scorsi, ci siamo comportati benissimo, con i picchi d’eccellenza individuali di Alice Marino, che, in virtù del primo posto al trampolino, si è laureata campionessa italiana per la Categoria Allieve, di Valentina Bellocco, che ha conquistato il titolo di campionessa italiana alla trave per la Categoria Ju-

nior, di Anna Furbinelli, che grazie al secondo posto assoluto al corpo libero può fregiarsi del titolo di vicecampionessa italiana per la Categoria Junior, e di Arianna Cassenti, giunta al secondo posto al trampolino nella Categoria Senior conquistando il titolo di vicecampionessa italiana».

Non solo campionesse in pedana ma anche dal punto di vista civico, o sbaglio?

«Non sbaglia: le nostre ragazze si sono guadagnate le lodi della cittadinanza intera e del primo cittadino di Stradella Piergiorgio Maggi per essersi fatte carico, pennelli, rulli e vernice alla mano, di ridipingere le pareti della palestra delle scuole medie».

Insomma delle campionesse a tutto tondo?

«Certo. E che non vedono l’ora di misurarsi con nuove sfide anche al di fuori del nostro territorio».

La squadra dell'Olimpic Center

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INTERVISTA A MARCO ZUCCHI

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SPORT

Una realtà consolidata e in continua crescita: la Pallanuoto Iria Voghera

La Pallanuoto Iria Voghera

di

Dario Campaci

Marco Zucchi, numero uno in tutti i sensi della Pallanuoto Iria Voghera, in qualità di presidente e portiere della squadra, ha in cantiere tutta una serie di novità per la prossima stagione agonistica.

Marco, cosa puo dirci in merito?

«Fino all’anno scorso non avevamo un vero e proprio settore giovanile. Il nostro era un gruppo di venticinque elementi, attivo e motivato ma troppo eterogeneo per iscriversi ad un torneo: il più giovane aveva dieci anni mentre il più grande ne aveva sedici. Tuttavia è stato un ottimo inizio: è stato una sorta di anno zero, una stagione di rodaggio che ci ha permesso di fare gruppo e prendere confidenza con gli impegni dentro e fuori dall’acqua».

Quindi quale sarà il passo successivo?

«Mettere insieme un settore giovanile organico. I numeri sono ancora provvisori poiché la stagione non è ancora iniziata, però stiamo lavorando per mettere insieme un team di under 13 ed uno di under 17: il sogno sarebbe riuscire ad iscriverne almeno una al campionato amatoriale di categoria».

Sappiamo che è laureando in Scienze Motorie e che tutto è cominciato come un gioco per poi trasformarsi in poco tempo in una realtà in espansione e dalle prospettive di crescita decisamente interessanti. Come le è venuta l’idea di una squadra di pallanuoto a Voghera?

«Il nostro movimento è nato nel 2011 direttamente in piscina: con i miei ex compagni di liceo abbiamo raccolto amici ed amici di amici interessati a mettere in piedi una squadra di pallanuoto. Poi ci siamo costruiti le porte, recuperato qualche pallone ed iniziato a allenarci senza neppure avere un tecnico».

Da allora cosa è cambiato? Come si sta comportando la squadra seniores?

«L’anno scorso, soprattutto grazie al nuovo tecnico Stefano Bissaco, ci siamo migliorati e, dal decimo posto del campionato precedente, abbiamo conqui-

stato la sesta posizione, con la vittoria a Legnano nella piscina della prima in classifica come ciliegina sulla torta: il nostro obiettivo per questa stagione è migliorarsi sotto il profilo societario ed investire nel nostro settore giovanile».

Può già anticiparci qualcosa sulla prossima stagione?

«Per quest’anno, siamo già certi dell’iscrizione dei master dell’Iria al campionato amatoriale Pallanuoto Italia che prenderà il via a gennaio: se la formula sarà la medesima dell’anno scorso le gare saranno una dozzina, di cui almeno una in casa. Siamo circa una trentina di elementi: tenendo conto che si va in sette in acqua ed in altri sette in panchina saremmo in sovrannumero, tuttavia non è un dato fondamentale: alcuni di noi per problemi di studio o di lavoro non può garantire una presenza costante, quindi essere in tanti aiuta in tal senso. Inoltre, una realtà

di nicchia come la nostra privilegia l’impegno e lo spirito di gruppo ai risultati».

Da fuori sembrate un’attività felice ed estranea alle difficoltà, davvero non c’è alcun aspetto problematico che coinvolge il vostro sport?

«L’unico neo è rappresentato dalla carenza di sponsor. Siamo stati aiutati da alcune realtà locali a rinnovare le attrezzature, fornendoci le uniformi, le calottine, i costumi e le porte, e ad affrontare i costi di gestione, in particolare le trasferte, tuttavia per una disciplina non di primissimo piano come la nostra le spese da sostenere sono quasi soffocanti: basti pensare che la gara stagionale interna normalmente è una sola, mentre per le altre occorre spostarsi su tutto il territorio del Nord Ovest. I gironi settentrionali, se si esclude quello del Triveneto, sono solo due: una trasferta a Varese per noi, finanziariamente parlando, significa molto».

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SPORT

INTERVISTA A ALFONSINA MONTEVAGO

di

Volley: sinergia Broni-Stradella per tornare grandi insieme

Dario Campaci

Abbiamo incontrato Alfonsina “Sina” Montevago, presidente della Pallavolo Broni, che ha da svelarci una delle maggiori novità della prossima stagione di volley.

Cosa può dirci, presidente?

«Vi confermo che, a partire dal campionato che sta per prendere il via, sarà ufficiale la collaborazione tra le ragazze di Broni e quelle del Volley Uisp Stradella. Si tratta di una sinergia dettata dalla necessità e dalla tradizione: nonostante Broni e Stradella siano percepite come due realtà apparentemente in competizione in virtù di rivalità campanilistiche difficili da sradicare, siamo, numeri alla mano, due squadre nate entrambe nel 1978 e da sempre vicine, non solo

a livello geografico. Inoltre, non va dimenticato che, alla luce dell’attuale momento che attraversa il Paese e della crisi che coinvolge tutti i settori dell’economia e, di conseguenza, anche se in modo indiretto, lo sport, si è costretti a fare di necessità virtù e ad unire le forze non già per espandersi ma per sopravvivere: abbiamo preferito coordinarci e fare sinergia che gettare la spugna. Noi siamo un’associazione senza scopo di lucro, non possiamo permetterci di ingaggiare direttamente le giocatrici come fanno altre nostre concorrenti e, in mancanza di sponsor alle spalle, ci è sembrato intelligente fare fronte comune ed aiutarci a vicenda in modo tale da ammortizzare i costi».

Cosa prevede l’accordo con l’Uisp?

«La comunione di intenti tra le nostre due società prevede sostanzialmente uno mutuo scambio di prestiti in modo da coprire tutte le categorie senza pestarci i piedi a vicenda: noi continueremo ad avere, insieme alla Seconda Divisione, l’Under 14, l’Under 13 e l’Under 12, mentre le nostre vicine, prima rivali ed ora alleate, avranno, oltre alle Under 12 e alle Under 13, la Terza Under, la Terza Divisione e, dopo essere retrocesse al termine del campionato dello scorso anno, la Prima Divisione».

Gli impianti verranno coinvolti nella sinergia?

«Per quanto riguarda Broni, continueremo a disputare gli incontri casalinghi al Pala Verde mentre, per quanto attiene l’Uisp, le ragazze di Stradella giocheranno le gare interne nella palestra comunale».

Parlando di atlete, numeri alla mano, cosa può dirci?

«Preferisco non sbilanciarmi, è ancora prematuro parlare di tesseramenti: quelli vecchi scadono nella prima parte di ottobre perciò, verosimilmente, i vincoli verranno rinnovati entro la fine del mese. Tra noi e Stradella penso che potremmo arrivare a tesserare circa duecento atlete, cento per una».

A livello di obiettivi stagionali quali sono i vostri orizzonti?

«Non vorrei peccare di arroganza, ma quest’anno la squadra di Seconda Divisione mi pare assolutamente all’altezza e, dopo il terzo posto dell’anno passato, puntare alla promozione mi sembra il traguardo minimo».

Tuttavia sappiamo che la pallavolo non esaurisce il vostro mondo: che cosa ha in mente per il vostro futuro?

«Siamo una polisportiva, quindi lo statuto ci permette di esplorare anche altre discipline: non nascondo che stavo pensando, anche in considerazione del dinamismo e dell’entusiasmo dei genitori delle nostre ragazze, di provare ad entrare nel mondo del calcio, magari sfruttando l’impianto sportivo concessoci dal comune di Casanova Lonati, che potrebbe essere utilizzato a trecentosessanta gradi per gli sport da praticare all’aperto, dal green volley al beach volley, passando per il calcio e tutto ciò che potrebbe attirare i nostri ragazzi e farli divertire all’aria aperta».

Rugby Voghera: obiettivo settore giovanile per consolidare il movimento di

Dario Campaci

La febbre della palla ovale sta lentamente contagiando anche l'Oltrepo e, otto anni dopo la propria nascita, i Peppers di Voghera stanno cominciando a raccogliere i frutti della loro attività sul territorio. Abbiamo incontrato coach Niall Grassi.

Coach, cosa può dirci della storia del rugby del nostro territorio?

«Il rugby iriense ha una radice storica nel CUS Pavia Rugby, per molti anni unica realtà rugbistica provinciale, che grazie ai progetti scuola portati avanti dal direttore tecnico del CUS Nino Prini, un gruppo inizialmente ristretto ha incominciato ad allenarsi con continuità. Tuttavia i ragazzi formati in ambito studentesco avevano come unica realtà di riferimento Pavia, e col passare del tempo si è incominciata a sentire la necessità di una squadra completamente vogherese: così, in concomitanza con una maggiore diffusione del rugby, soprattutto grazie alla crescita, anche mediatica, della Nazionale Italiana il gruppo si è ampliato e, benché non ancora in grado di formare una squadra effettiva, la competenza e la passione dei tecnici hanno mantenuto il gruppo compatto e, in collaborazione col CUS Pavia Rugby, sono state organizzate le prime amichevoli». È dal 2008 che, a risultati alterni, partecipate al campionato di Serie C. Lei è alla guida della squadra dal 2012, cosa può dirci delle prospettive future della palla ovale nel capoluogo iriense?

«Fondamentalmente le attività proseguono sulla falsariga del lavoro iniziato nel 2008: progetti scuola,

sinergie e collaborazioni con altre società, servizi di tutor e accompagnamento delle scuole, oltre all’avviamento all’attività federale».

Sappiamo che state vagliando la possibilità di gettare le basi per le squadre under 8 ed under 12, ce lo conferma? «È chiaro che ad ora si tratta di un progetto in fase ancora embrionale, che potrebbe realizzarsi concretamente in primavera: l’attività federale è strettamente connessa ai numeri a disposizione».

Invece a livello di prima squadra cosa può dirci?

«Per quanto riguarda i seniores, si tratterà probabilmente di un anno di transizione: molti dei veterani, per motivi personali o di lavoro, hanno preferito farsi da parte o comunque partecipare meno attivamente e costantemente alle attività della squadra, perciò dovremo fronteggiare un fisiologico periodo di adattamento dei nuovi arrivati, più giovani, e prenderci il tempo necessario a ricreare la giusta amalgama con il nocciolo duro del nucleo storico».

Sarà ancora lei l’allenatore dei Peppers quest’an-

no?

«Alla conduzione tecnica vera e propria della squadra subentrerà a tempo pieno Edoardo Carugi, ex CUS Verona Rugby, Rugby Viadana e Nazionale U20, che l’anno scorso faceva il collaboratore tecnico. Comunque non ho intenzione di abbandonare la squadra: il vantaggio di fare parte di una realtà non troppo grande e dispersiva sta nel fatto che tutti fanno tutto, dal tirare le righe del campo all’allenare, dal fare le veci del direttore tecnico e sportivo all’incaricarsi della parte burocratica ed amministrativa. Io sono a disposizione per tutto ciò che occorre venga fatto».

Quali sono le parole d’ordine per il vostro prossimo futuro?

«Ci interessa guardare avanti e crescere tutti insieme partendo dal settore giovanile, la cui mancanza, al momento, in base al sistema delle penalità, ci impedisce il salto di categoria: proprio l’impossibilità di promozione ci permette di concentrarci sulla qualità delle prestazioni e sulla crescita omogenea e costante di tutto il movimento».

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Speciale Fitness & Benessere

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Chi ha detto che un corpo tonico ed in forma sia prerogative dell’Estate?

In qualunque stagione dell’anno è necessario ritagliarsi uno spazio da dedicare a noi stessi.

Il benessere a cui si aspira è totale: mente e corpo.

L’attività fisica in ogni sua espressione, non solo migliora la qualità della vita e le sue aspettative, aiutando ossa, cuore e polmoni a restare in ottima salute ma e’ un ottimo metodo per combattere lo stress, i pensieri negativi e le cattive abitudini alimentari.

La massima latina “mens sana in corpore sano” rivela che fin dall’antichità era nota la stretta relazione esistente tra mente e corpo, di cui ogni giorno ricerche scientifiche e mediche producono una prova.

A prescindere dal tipo di movimento che si sceglie di fare, esso deve sempre essere un piacere, in tal modo l’attività fisica diventa presto parte integrante del quotidiano, l 'organismo umano non è nato per l'inattività: il movimento gli è connaturato e una regolare attività fisica, anche di intensità moderata, contribuisce a migliorare tutti gli aspetti della qualità della vita.

Parola d’ordine quindi: mettersi in movimento!

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Parola d'ordine: Movimento

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"L'attività fisica regolare svolge una funzione benefica sulla salute dell'uomo" Abbiamo incontrato il professor Giuseppe D'Antona, Direttore del Centro di Medicina dello Sport di Voghera, specialista in Medicina dello Sport, Responsabile del LUSAMMR, laboratorio universitario attività motoria malattie rare di Voghera.

Perché si parla di prevenzione ma anche di terapia? Qual e’ lo sport a suo giudizio che porta maggiori benefici in questi termini?

"L’attività fisica regolare, opportunamente dosata in volume e frequenza, svolge una funzione benefica ad ampio raggio sulla salute fisica e mentale dell’uomo.

La letteratura scientifica, infatti, dimostra in maniera incontrovertibile che l’esercizio fisico ha la capacità di svolgere una potente funzione preventiva su numerose patologie gravi e spesso croniche e mortali quali il diabete tipo 2, l’ictus, l’ipertensione, il cancro (e in particolare il cancro alla mammella e al colon), l’osteoporosi, la depressione e l’ansia patologica.

Questa silenziosa azione protettiva si accompagna ad un significativo miglioramento della qualità di vita e del livello di autostima, ad un rallentamento dei processi di invecchiamento cellulare a livello muscolare (sarcopenia) ed si associa da una riduzione del rischio di declino cognitivo e di sviluppo di demenza.

L’effetto olistico del beneficio dell’attività fisica è dimostrato dal fatto che essa finisce con impattare sulla longevità dell’uomo aumentandone la sopravvivenza media, ovvero procrastinando l’insorgenza di patologie potenzialmente mortali.

E’ di assoluto rilievo il fatto che per tutte queste situazioni patologiche e per altre come le patologie infiammatorie o talune miopatie croniche lo sport possa svolgere anche una funzione curativa e non soltanto preventiva. Ed è per questo che il focus della comunità scientifica e medica, con lentezza ma consistenza, si sposta verso un uso più adeguato dell’esercizio fisico come elemento terapeutico aggiuntivo al comune approccio terapeutico, spesso capace di prevenire o ritardare l’assunzione di farmaci. Insomma, molti iniziano ad interiorizzare che l’esercizio è esso stesso un farmaco spesso più efficace di tanti e dotato di indicazioni terapeutiche solo in apparenza svincolate tra loro. Come tale va somministrato da personale competente che ne sappia gestire, in primis, la dose.

Considerando il fatto che non è possibile disgiungere

Giuseppe D'Antona, specialista in medicina dello sport

l’effetto preventivo e terapeutico dello sport dal substrato sul quale agisce, ovvero l’essere umano con le proprie caratteristiche fisiche e psicologiche, non è possibile rispondere in modo univoco a questa domanda. Troppe variabili infatti devono essere prese in considerazione per poter stabilire a priori quale attività fisica possa determinare il migliore beneficio sul singolo individuo".

Qual è la dose di attività fisica da consigliare? Si puo’ essere “malati” di sport?

"Diversi studi epidemiologici hanno definito il volume di attività espresso ad esempio in chilocalorie per settimana necessario affinché si inizino a manifestare gli effetti benefici propri dello sport soprattutto in termini di prevenzione del rischio cardiovascolare.

In particolare studi prospettici hanno dimostrato che una riduzione significativa del rischio si ottiene con un volume pari ed oltre a 1000 chilocalorie settimana, corrispondenti a circa 150 minuti di attività moderata o 75 minuti di attività intensa. Dal punto di vista del volume, quindi, esistono dati confortanti che sembrano avvalorare l’opinione che ad un suo aumento possa corrispondere un maggiore effetto benefico almeno in termini di mortalità, con una relazione pro-

babilmente non del tutto lineare. Molto meno definito risulta invece il rapporto dose- risposta che condiziona, di fatto, la definizione della frequenza settimanale di “assunzione”. Sebbene alcuni studi sembrano evidenziare che il che la riduzione del rischio cardiometabolico sia largamente svincolata dalla frequenza di attività settimanale, esistono indicazioni temporali di efficacia dell’esercizio a carico di diversi parametri coinvolti nel generale effetto benefico. Per esempio la riduzione dei livelli di colesterolemia persiste per circa 72 ore dalla sessione di esercizio, l’incremento dell’ossidazione dei grassi per circa 24 ore mentre l’effetto ipotensivante acuto da persiste fino ad un massimo di 22 ore. E’ da sottolineare, inoltre, che esistono altri elementi di complessità tutti da chiarire quali ad esempio il rapporto tra timing della sessione e ritmi giornalieri degli ormoni. La definizione del volume e della frequenza di esercizio presuppone la conoscenza approfondita delle condizioni cliniche del soggetto e la corretta valutazione del dispendio energetico collegato con una determinata attività motoria. Per poter infatti sfruttare al meglio il potenziale intrinseco all’esercizio, un approccio scientifico alla questione non è demandabile. Questo approccio consente di individualizzare il concetto di carico “moderato”, ovvero del carico minimo efficace (intensità), di volume e di frequenza settimanale e di adattare l’attività fisica all’età, al sesso, allo stato di salute, ai fattori di rischio nonché a fattori comportamentali e alle ambizioni e preferenze personali.

E’ il beneficio psicologico prima che fisico che porta al superamento incontrollato del concetto di carico “benefico”. In altri termini diventare “malati” di sport è possibile ma le conseguenze, come intuibile, fortemente dipendono dal substrato genetico e dalle qualità fisiche dei soggetti. E’ importante sottolineare che un certo grado di rischio è presente quando l’eccesso quantitativo si realizza in età anziana come recentemente messo in evidenza da studi condotti nei paesi nordici che sottolineano come solo un esercizio moderato previene lo scompenso cardiaco mentre un volume di attività eccessiva non è positivamente correlato con questo effetto". continua a pagina 65

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il Periodico prosegue da pagina 63

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tovalutazione della disciplina in ambito scolastico.

Ora, non è demandabile che questa esigenza debba trovare corrispondenza con impegni scolastici sempre più pressanti che costringono alla sedentarietà del banco di scuola. In altri termini dal momento che le condizioni generali e sociali tendono ad allontanare i bambino dallo sport nelle poche ore post-scolastiche a disposizione è un dovere trovare uno spazio adeguato e dedicato tra le mura scolastiche. Ma quanto e come? Le recenti indicazioni emergenti dalle principali agenzie americane come la US Department of Health and Human Services suggeriscono un volume di attività fisica in età pediatrica di circa 60 minuti al giorno con una frequenza, se possibile, giornaliera.

Questo volume non va spalmato su attività finalizzate alla competizione ma su attività prevalentemente ludiche e focalizzate all’acquisizione di abilità motorie specifiche. Applicare il modello americano nel nostro caso e senza voler inventare interventi costosi e non realistici, potrebbe essere semplicemente l’impegno di una mezz’ora di divertimento al giorno nel parchetto davanti la scuola prima di iniziare qualsiasi attività didattica o il giro del paese a passo veloce nei giorni di pioggia".

Il laureato in Scienze motorie è sostituito in molti ambiti fitness e palestre da figure “improvvisate” o munite di corsi della durata di qualche mese. Cosa ne pensa?

"Come intuibile, lo sport, con le sue enormi potenzialità, è uno strumento che richiede conoscenza e competenza da parte di chi lo somministra. Il contesto globale che ci deve porre al passo con le altre nazioni avanzate, richiede uno sforzo legislativo che ponga l’attenzione almeno su due questioni fondamentali perché legate con lo stato di salute dell’intera popolazione nonché con la stessa spesa pubblica sanitaria fortemente collegata agli interventi di prevenzione

o di terapia che prescindano dal mero approccio farmacologico. La prima questione è quella del riconoscimento da parte della comunità scientifica e politica della sport terapia come approccio alternativo e integrativo a quello tradizionale soprattutto in presenza di alcune patologie croniche e invalidanti.

In questa ottica nel Centro di Medicina dello sport di Voghera è recentemente nato un laboratorio di ricerca (LUSAMMR Laboratorio Universitario Attivita Motoria Malattie Rare) orientato alla identificazione del corretto approccio sport terapico in selezionate patologie muscolari croniche. Siamo orgogliosi di sottolineare che il progetto LUSAMMR è stato recentemente selezionato per una raccolta fondi aperta promossa dall’Università di Pavia, unica insieme all’Università di Berkeley a disporre di una piattaforma di crowd founding per sponsorizzare progetti ad alto impatto. Dal 5 novembre 2015 infatti il nostro Team presenterà sul portale www.universitiamo.eu il progetto e la richiesta di donazioni, possibili dai 5 euro in su, per l’acquisto di una strumentazione finalizzata allo studio del meccanismo di fatica e dell’effetto dell’allenamento nei pazienti. La seconda fondamentale questione consiste nella corretta collocazione professionale del laureato di Scienze Motorie. Quest’ultimo, in modo non competitivo con altre figure professionali deve rappresentare la figura di riferimento per lo svolgimento di programmi di allenamento in palestra nonché il trait d’union e le altre figure coinvolte tra le quali il medico dello sport".

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Obesità, ha qualche dato sull’ Oltrepo?

"Correggere sovrappeso e obesità è una grande sfida.

Ma prima di correggere è fondamentale conoscere i risvolti epidemiologici del problema e i meccanismi ambientali che portano al fenomeno. Per questo diverse campagne di sorveglianza sono state istituite e portano a diversi e importanti frutti. Tra questi OKkio alla salute è una raccolta dati biennale che fotografa la distribuzione geografica del fenomeno. Nella provincia di Pavia i dati raccolti nell’anno 2014, particolarmente importanti nella popolazione in età scolare, hanno messo in evidenza una percentuale complessiva di bambini sovrappeso e obesi del 23.8%. Il trend rispetto alla raccolta dati 2012 è quello di un lieve miglioramento non statisticamente significativo.

E’ importante sottolineare che le percentuali relative alla condizione di franca obesità risultano essere complessivamente maggiori per i centri di raccolta da zone abitative con una popolazione complessiva superiore ai 10.000-50.000 abitanti (9.1%) mentre la situazione contraria si rileva per i centri con zone abitative < ai 10.000 abitanti (7.2%) che maggiormente rispecchiano la distribuzione della popolazione dell’area Oltrepo".

Sport come vera e propria disciplina scolastica.

In Italia e quindi anche in Oltrepo ritiene che si possa attuare il modello americano? Educazione motoria ed educazione alimentare pensa che nelle scuole italiane venga dedicato un tempo necessario a queste due discipline?

"Il discorso è molto ampio e complesso e meriterebbe uno spazio dedicato. E’ molto importante considerare come la scarsa conoscenza del volume di attività motoria sufficiente a garantire il benessere dell’individuo in età pediatrica è la causa di una generale sot-

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"L'arancione, il verde, il rosso, il marrone ed il giallo: per colorare le nostre tavole"

Arriva l’autunno e con lui i primi freddi ed istintivamente tendiamo a mangiare di più. Le temperature che si abbassano e il sole che tramonta sempre prima sono complici della dolce pigrizia e dell’aumentato

introito calorico. Ma come comportarsi?

Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Chiara Tomasinelli, biologo-nutriizionista pavese.

"Seguire un’alimentazione sana e bilanciata è fondamentale. Nulla deve mancare dalle nostre tavole. Bastano poche semplici regole e la prima è sicuramente che si devono prediligere prodotti stagionali.

L’autunno, infatti, offre alimenti indispensabili per preparare il nostro corpo ad affrontare l’arrivo della stagione invernale andando a rafforzare il sistema immunitario e a contrastare l’azione dei radicali liberi. Frutta e verdura tipica di questo periodo dell’anno sono ricchi in vitamine con importanti proprietà antiossidanti come la vitamina A ed il beta carotene, la vitamina C e la E, e minerali come ferro, calcio, potassio, magnesio, selenio

Chiara Tomasinelli Biologo Nutrizionista

e zinco. Sulle nostre tavole quindi è preferibile abbondare di vegetali di stagione come bietole, verze, spinaci, radicchio, broccoli e zucca. In aggiunta alle proprietà antiossidanti, hanno anche un alto potere saziante, dovuto all’elevato contenuto in fibre, ed una bassa densità calorica. Anche la frutta autunnale non va dimenticata: Pere, mele, uva, cachi, arance, mandarini, melograno, ricchi di vitamina A e C e minerali, sono alleati preziosi della nostra salute. Un altro gruppo di alimenti tipico dell’autunno sono i legumi!

Ricchi di proteine, carboidrati e fibra sono un ottimo alimento da usare per preparare dei perfetti piatti unici e completi, abbinati a pasta e cereali.

E quando non sappiamo cosa mettere nel piatto lasciamoci guidare dai colori dell’autunno: l’arancione della zucca, il verde dei broccoli, il rosso del radicchio, il marrone dei fagioli ed il giallo della pasta!".

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di Alessandro

Disperati

Osteopatia: cos’è? Come funziona? Porta benessere?

Abbiamo incontrato Fabio Schroter, osteopata, fisioterapista, laureato in riabilitzione a Pavia, laureato in medicina osteopatica e naturopatia in U.S.. Con un curriculum da fare invidia e che dopo numerosi anni di studi in giro per il mondo opera anche a Voghera.

Dottore, di cosa si occupa in particolare?

“Mi occupo di terapie funzionali non invasive dal 1988, dopo la maturità scientifica ho iniziato ad interessarmi alla Medicina Osteopatica. La mia professione fin dal principio è stata in ambito pedriatico/ neurologico oltre al trattamento dell’adulto, insieme alla terapia del dolore ed omotossicologia”.

Di che cosa si occupa invece l’osteopatia?

“L’osteopatia è un un sistema medico completo, un approccio complementare alla salute a 360 gradi nel senso che anche se l’utenza media pensa che si rivolga solo a determinate cure, in realtà viene applicata in ogni branca specialistica quando c’è un disturbo di funzione”.

Quali sono i benefici?

“I benefici vanno inquadrati nell’ambito di una ripresa funzionale dei vari apparati organici”.

La differenza dell’osteopatia tra l’Italia e il resto d’Europa?

“In Italia come al solito c’è un ritardo istituzionale nel legiferare su questo tipo di cura. Tanto che, ancora oggi, l’osteopatia può essere praticata soltanto da chi ha un’altra laurea professionale in ambito sanitario”.

Fabio Schroter. osteopata

Perché in Italia secondo lei non è ancora stata riconosciuta?

“Non saprei dire il motivo di questa scelta. Forse perché ci sono altre priorità. Sono però venuto a conoscenza del fatto che il Senato sta discutendo un disegno di legge per mettere chiarezza su questa situazione”.

Qual è il suo concetto del benessere fisico?

“Integrazione completa della salute in tutti i suoi ambiti: fisico, psicologico, di socialità e di relazione.

Insomma lo definirei un concetto globale non solo dal punto di vista fisico”.

Come si può raggiungere il benessere fisico?

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"Lo sport è prevenzione, l'attività fisica fa bene alla salute"

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“Con tutta una serie di procedure e con una condotta di vita che la persona deve seguire. E mi riferisco all’alimentazione, al movimento che deve avvenire in maniera un pochino ragionata: in questa direzione va l’intervento osteopatico. Si tratta di una disciplina che dà un apporto anche educativo rispetto alla medicina comunemente accettata”.

L’attività fisica è più sentita all’estero che in Italia: è vero?

“Non saprei dare una risposta precisa… Facendo corsi di aggiornamento all’estero posso dire che probabilmente è più valorizzata all’estero che in Italia. In tante nazioni infatti c’è un atteggiamento di demandare meno il proprio benessere a figure sanitarie e responsabilizzarsi maggiormente sulla gestione della propria salute”.

E’ cosi anche nelle scuole a suo avviso?

“Si anche nelle scuole, in particolare nel Nord Europa e in Nord America”.

Lo sport potrebbe alleggerire il carico sanitario?

“A mio avviso si”.

E in che modo?

“Perché lo sport è in realtà uno stimolo a tutta una serie di attività fisiologiche che aiuta a diminuire il carico di tossine accumulate nel corpo”.

Lo sport a suo avviso può essere una cura alternativa?

“Direi di no. Una prevenzione sicuramente”.

Come tenersi in forma senza attrezzi a casa: il programma del personal trainer Bruno Ferrari

Ecco come tenersi in forma senza l’utilizzo di attrezzi, ce lo spiega il personal trainer Bruno Ferrari, certificato I.S.S.A. e F.I.F, laureato in Scienze Motorie presso l’università di Pavia con il massimo dei voti e vincitore del premio di laurea “la Disabilità che fa Sport” alla miglior tesi discussa sulla tematica della disabilità in ambito sportivo.

“Ecco un ottimo allenamento senza pesi e senza attrezzi, se non si dispone di attrezzature per l'allenamento, o non si ha il tempo necessario per potersi allenare in palestra, o come di questi tempi, purtroppo, capita di non avere la disponibilità economica per un abbonamento. il piccolo programmino per stimolare tutto il corpo dando una buona stimolazione ai vari muscoli sia della parte superiore ed inferiore del corpo.”

Riscaldamento con mobilità articolare e movimenti del tronco/arti per 15' (circonduzioni, movimenti a vuoto senza carico aprendo, chiudendo, flettendo ed estendendo gli arti dei vari distretti muscolari di parte alta e bassa) • Piegamenti delle braccia o volgarmente dette "flessioni" (appoggiando le ginocchia a terra se non riesco a sostenere il totale peso corporeo, consigliato per le donne ed atleti principianti) 3 x 12-15 ripetizioni in base recuperando 1' • Alzate laterali e frontali delle braccia con bottiglie dell'acqua, riempite in base al maggior/minor peso che voglio dare con acqua. Il movimento consiste nell'alzare le braccia, tenendole leggermente piegate, sia in avanti che lateralmente al corpo. 3 x 6/6 ripetizioni recuperando 45"-1' • Per questo esercizio dovremo allineare due

sedie che fungeranno da panca , e prendiamo la nostra bottiglia di plastica riempita di sabbia. Senza inarcare la schiena appoggiamo un ginocchio e la mano corrispondente alle sedie allineate, stendere l’altro braccio impugnando il peso. Flettere il braccio portando il peso all’altezza dell’anca. Inspirare distendendo il bracBruno Ferrari cio, espirare flettendo. 3 serie da 12-15 ripetizioni per braccio. • Lavoriamo un pò di braccia: con flessioni del braccio portando il palmo della mano verso la spalla tenendo il gomito vicino al fianco del vostro corpo 3 x 12 ripetizioni possono andare bene recuperando 1'.

• Squat: classici piegamenti sulle gambe partendo da in piedi simulando il "sedersi sulla sedia" ed appunto per questo sistemiamo una sedia dietro di noi come se dovessimo sederci sopra (ma in realtà la si sfiora solo con i glutei) 3 x 12-15 ripetizioni recuperando 1' • Affondi, come se fossimo degli schermitori: eseguiamo degli affondi avanzando con un arto alternandolo con l'altro, rimanendo con la gamba in avan-

zamento a 90° (l'altra rimane flessa posteriormente senza appoggiare il ginocchio a terra, per mantenere l'equilibrio). Ripetiamo quest'alternanza per 8-10 volte a gamba e recuperando 1' per 3 serie • Spingiamo con le punte dei piedi verso l'alto con gambe tese (possibilmente su un rialzino e magari appoggiando le mani per non perdere l'equilibrio del corpo) e così lavoreremo sui nostri polpacci 3 x15-20 ripetizione recupero 30" • Ed ora arriviamo al tasto dolente: gli addominali! Su un tappetino a terra e sdraiati in posizione supina (pancia in su), solleviamo le nostre spalle e la parte iniziale della schiena (dorsale) lasciando tutto il resto appoggiato a terra espirando quando saliamo, con la testa che segue il movimento del corpo senza creare tensioni al collo. Lo ripetiamo per 3 serie con 15-20 ripetizioni, recuperando 20"-30".

• Ultimo esercizio ( siamo quasi alla fine!) sempre a terra a pancia in su, mani dietro la nuca, sollevare la gamba destra, tenerla in alto, sollevare la sinistra, scendere con la destra e poi con la sinistra. 3 serie da 15-20 ripetizioni. Una sorta di bicicletta che sicuramente scalderà i vostri addominali.

• Ed infine eseguiamo sempre a terra, un po’ di allungamento/stretching finale di tutto il corpo mantenendo la posizione per 30" ad esercizio!

L'allenamento varia tenendo conto delle varie problematiche fisiche/motorie del soggetto e va rivalutato dopo un certo periodo modificandone la metodologia dell'allenamento. ll segreto per ottenere davvero dei risultati è semplice: allenarsi con la giusta costanza e regolarità e naturalmente mangiare bene ed in modo sano.

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Somenzini: "Pesare 4 o 5 chili di troppo è come avere addosso un'inutile zavorra"

Il nutrizionista Dottor Lorenzo Somenzini

Alimentarsi significa soddisfare un bisogno primario. È una necessità fondamentale per vivere e per mantenersi nelle migliori condizioni fisiche e psichiche. La corretta alimentazione è indispensabile per una buona qualità di vita in tutte le età e, in particolare per invecchiare bene. Scelte alimentari intelligenti fin dall’infanzia possono anche contribuire a ridurre il rischio di soffrire di patologie quali obesità, malattie cardiache, ipertensione, diabete, alcuni tipi di cancro e osteoporosi. Un salutare stile di vita deve essere anche meno sedentario. Parliamo di questo e non solo con il dottor Lorenzo Somenzini nutrizionista, che nel corso della sua carriera ha seguito molti sportivi tra cui famosi calciatori e lo sciatore olimpionico Alberto Tomba.

Qual è la sua esperienza nel settore?

"Sono più di trent’anni che mi occupo di alimentazione, con particolare riferimento alle ricerche sulla nutrizione e l’integrazione per gli sportivi. Negli anni, le strategie alimentari hanno subito trasformazioni e cambiamenti. La ricerca ha contribuito a comprendere alcuni meccanismi metabolici indotti dalle sostanze nutritive. Da questi studi sono stati sfatati falsi miti, che hanno contributo a migliorare la qualità della vita e a prevenire alcune patologie diffuse oggi, quali obesità, diabete, ipertensione e cardiopatie".

L’importanza dell’alimentazione parte fin dalla tenera età?

"Alimentarsi significa soddisfare un bisogno primario. È una necessità fondamentale per vivere e per mantenersi nelle migliori condizioni fisiche e psichiche. La corretta alimentazione è indispensabile per una buona qualità di vita in tutte le età. La salute si conquista e si conserva soprattutto a tavola, senza rinunciare a nulla, salvo per casi particolari, mangiando una certa varietà di cibi, cosa che i bambini non fanno. Si dovrebbe iniziare a educare i genitori a scegliere i cibi giusti per i loro figli. Spesso la fretta è una cattiva consigliera e una merendina è la soluzione più rapida per una merenda. Tutto ciò non è salutare".

Sempre più spesso si sente parlare di “diete fai da te”, o meglio che non necessitano della supervisione medica. Cosa ne pensa?

"Le diete fai da te non forniscono all’organismo le giuste quantità di sostanze nutritive. In genere ci si mette a dieta per perdere peso, per dimagrire in poco tempo in primavera per avere una linea più accettabile per l’estate. Le esagerazioni si pagano, sia nella gestione delle attività quotidiane, sia durante l’attività fisica. Un nutrizionista è l’esperto che è in grado di bilanciare il corretto apporto di sostanze nutritive e di personalizzare un piano alimentare che mantenga efficienza, lucidità mentale e prevenga l’insorgenza di vari disturbi".

Cosa si intende per dieta “sostitutiva”?

"Non mi pare che vi sia una vera e propria dieta sostitutiva, mentre vi sono sostituti del pasto. Secondo le indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità, essi sono regolamentati da precise regole a iniziare dall’apporto calorico che non deve essere inferiore alle 200 chilocalorie".

A proposito degli integratori pro o contro?

"Contro penso proprio di no, se vengono usati con cognizione di causa e, meglio, seguendo i consigli di un medico. Gli integratori sono considerati alimenti e non farmaci, anche dalla normativa di legge vigente.

Questi prodotti, infatti, devono fornire un supplemento di sostanze nutritive con azione “protettiva” o “ricostituente” allo scopo di ottimizzare il metabolismo e le funzioni fisiologiche dell’organismo. Non ci si deve dimenticare che alla base di un ottimale

funzionamento organico ci deve essere un corretto programma alimentare e, se necessario per evitare carenze, un uso adeguato di integratori".

In una sua pubblicazione ha affermato: “Pesare 4 o 5 kg di troppo è come portarsi addosso un inutile zavorra”. Ci spieghi meglio.

"Il grasso superfluo, quello che si accumula sui fianchi, sulla pancia o attorno agli organi interni, è un tessuto pesante ma non inerte. Le ricerche hanno documentato che è un vero e proprio organo che tende a “infiammarsi” facilmente, in particolare in seguito a cattiva alimentazione o aggredito da tossine come i “radicali liberi”, con conseguenze negative sulla salute".

Molti oncologi affermano che l’ alimentazione è una delle cause scatenanti dei tumori. Concorda? "È vero. Dalle ricerche scientifiche viene evidenziato che una scorretta e non equilibrata alimentazione è in grado di agire sul nostro patrimonio genetico.

Questo fatto scatena una forma di infiammazione a livello delle cellule del nostro organismo, che in genere arriva a cambiare i “connotati” del DNA, con conseguenti danni alla salute e l’insorgenza dei disturbi caratteristici della vita moderna".

Nasciamo onnivori cosa ne pensa dei vegetariani?

"Premetto che personalmente preferisco una strategia alimentare varie ed equilibrata con molta verdura e frutta, pesce e proteine magre, olio extravergine di oliva per condire. Rispetto ogni forma di scelta anche di tipo nutrizionale, quindi non ho nulla in contrario verso i vegetariani, specialmente coloro che assumono uova, latte e derivati come fonte di proteine animali. In questo modo, essi forniscono all’organismo tutte le sostanze nutritive per non avere carenze".

A chi decide di seguire una dieta vegana cosa si sente di dire?

"Vale la risposta precedente. Anche dai vegetali si può ottenere tutto ciò che necessita all’organismo. Vi sono in natura cibi integrali che hanno buone proprietà nutritive. Sono sati riscoperti cereali come il kamut e il farro, poi la quinoa, la soia e i suoi derivati. Sono essenziali anche polifenoli, che sono i colori della verdura e della frutta che sviluppano un’azione protettiva nel nostro organismo. Cibi antichi ma con valore biologico salutare".

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Caro Direttore,

leggo e rileggo più volte le tue lucide riflessioni su Salice che hai pubblicato a pag. 20 nell’ultimo numero de “Il Periodico”. Ciò che tu dici è tutto vero, anzi verissimo.

Che cosa centra Salice con Godiasco?

Nulla, niente, sono due corpi estranei l’uno all’altro.

Si respingono come in natura fanno le forze di segno contrario, non potranno mai andare d’accordo.

L’attuale giunta, acuisce ancor di più questa differenza.

Le precedenti, tentavano abbastanza goffamente di mascherare, dando un colpo al cerchio (Salice ), ed uno alla botte (Godiasco).

Barbieri, sindaco eletto con poco più di 20 voti continua a dire le stesse cose: lamenta che la Giunta precedente gli ha lasciato un sacco di debiti, il patto di stabilità imposto dal governo centrale gli impe-

disce di fare ciò che va fatto.Avere per 5 anni una 'lagna' del genere deprime veramente gli animi di tutti i Salicesi.

La neo-nata “Associazione Operatori Turistici di Salice Terme” si dà un gran da fare per organizzare eventi e mercatini vari per ridare vita al paese.

Al Sindaco sembra che tutto ciò lo infastidisca, forse vorrebbe essere lui il promotore di tutto questo, ma… aimè non ne ha le capacità.

Non dà un euro di contributo all’Associazione per tenere sotto controllo della Piralide del Bosso delle siepi nel parco (pensare che basterebbero 1.500 € per comperare una motopompa adatta allo scopo).

Se l’Associazione Operatori Turistici di Salice Terme non si fosse presa in carico del problema facendo i trattamenti necessari, (ben 3), durante la primavera estate di quest’anno, quasi sicuramente oggi non avremmo più i Bossi che da 80 e più anni abbelliscono il parco.

DAI LETTORI

"Salice e Godiasco cos'hanno in comune? Assolutamente niente"

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Ma probabilmente Lui non sa neppure cos’è il Bosso e che danni fa la Piralide del Bosso e la Buxicola al medesimo.

Questa 'Ignoranza' botanica-fitosanitaria vedo che è condivisa anche dagli Amministratori di Rivanazzano Terme e di Voghera, è un tratto comune che li accomuna.

A completamento di questa mia riflessione però, devo dire che l’Amministrazione Godiaschese se da una parte 'non ci sente' cioè non scuce un euro, dall’altra “incassa” dagli operatori che lavorano nel parco circa 5.000 € all’anno.

Con rinnovata stima ti saluto cordialmente Luciano Benedini

"Il Consiglio del Circolo Acli di Rivanazzano è stato assente nel ricordare Piaggi" Rivanazzano Terme, Domenica 13 settembre, nell’ambito della manifestazione dei Bersaglieri, peraltro ben organizzata e ben riuscita nonostante il tempo inclemente, si è svolta una cerimonia durante la quale è stata intitolata la pista ciclabile, nel tratto Rivanazzano Terme – Salice Terme, al compianto sindaco Giancarlo Piaggi.

Non ci dilunghiamo nel ricordare cosa ha rappresentato Giancarlo Piaggi negli ultimi 40 anni per il nostro paese, poiché ciò è già stato ampiamente detto e scritto sui giornali e durante la cerimonia stessa.

Ci lascia però amareggiati e delusi che l’attenzione e l’impegno profusi dall’Amministrazione e da tutti

"Salice e Cogne: due paesi simili ma dalle realtà diverse"

Cogne e Salice Terme, due realtà turistiche, la prima con 1500 residenti, la seconda con 2000 e le similitudini finiscono qua.

A Cogne vi sono strade e marciapiedi senza buche, il verde è curatissimo, non vi è traccia di devastazione in aiuole e siepi, le fioriere sono impeccabili, persino i fossi sono oggetto di puntuale pulizia. Già la pulizia...

A Cogne, in cui tutti fanno la raccolta differenziata pena sanzioni salatissime, i cassonetti sono svuotati regolarmente, soprattutto quelli contenenti plastica e carta, in giro non si vede sporcizia, pensate nemmeno bottiglie di vetro, spaccate o integre. Esiste persino una sovrabbondanza di cestini per i piccoli rifiuti ed alla domenica mattina, incredibile, non ce n'è nemmeno uno spaccato, divelto o buttato in mezzo alla strada e persino i paletti contenenti i sacchettini per le deiezioni dei nostri amici godono di buona salute, sempre riforniti e così numerosi. Sembra fantascienza, invece è la realtà.

Ah, dimenticavo...Cogne fa Comune, Salice Terme no.

Dr. Marco Zaino

coloro che hanno reso possibile l’evento in tempi brevissimi (nonostante normalmente l’iter burocratico sia molto più lungo) non abbia ricevuto un’altrettanto attenta e partecipata risposta da parte del colpevolmente assente Consiglio del Circolo Acli di Rivanazzano Terme, a cui Giancarlo era molto legato e del quale è stato per un decennio circa Presidente, contribuendo con impegno e passione al buon andamento dello stesso.

Vero è che viviamo in un periodo storico in cui tutto ciò che gravita nell’orbita politica e associativa è spesso, giustamente, messo in discussione e criticato, ma è altrettanto vero che se non riusciamo a cogliere

le ormai rare occasioni in cui bisognerebbe riconoscere i meriti di chi si è dedicato onestamente e con impegno alla propria comunità si corre il rischio di diventare peggio di coloro che noi critichiamo.

E’ davvero triste che molte persone non abbiano voluto dedicare mezz’ora del proprio tempo per commemorare in modo adeguato un uomo che ha dedicato alla nostra comunità gran parte della propria vita.

Gruppo di iscritti del Circolo ACLI di Rivanazzano Terme

Il dramma africano da dove si scappa perchè non c'è acqua Quattro giovani neri seduti su una panca. Sguardo stanco e spaesato, a tratti sorridente. In questo periodo nel quale il tema dei migranti è ovunque al centro dell’attenzione mi viene la tentazione di aprire un colloquio, per curiosità ma soprattutto per mettere alla prova le mie convinzioni. In un francese discreto chiedo da dove provengono e che faranno. Rispondono: «Scusate, abbiamo molti chilometri... fatica... Nei nostri Paesi, mesi senza acqua... deserto». Il più vecchio, apparentemente di trent’anni, fa da portavoce e racconta che una prolungata siccità ha distrutto tutti i raccolti e ha scatenato epidemie. «... gente beve acqua con topi e muore... noi scappare». Poi, con mia sorpresa, spiega quanto sbagliata sia la politica degli Stati «bianchi» (come lui li definisce) che spendono risorse e litigano per organizzare l’accoglienza, invece di «portare acqua». Un po’ in francese e un po’ in italiano, dimostra di conoscere bene le necessità tecniche del suo Paese, che chiede pozzi, desalinizzatori, impianti di trasporto e depurazione, tubazioni e pompe. Con un sasso tenta di descrivermi

un complesso sistema idraulico che avrebbe risolto il problema. «Aiutare migranti fa svuotare Africa.

Anche giovani bravi lasciano morire i propri Paesi. Perché gli internazionali non capiscono? Salvare Africa in Africa, non ammassare gente in Europa!».

Una saggezza semplice, che nasconde una speranza e una logica straordinaria.

Sandro Scanarotti - Voghera

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