FONDATO NEL 1971
28 marzo 2014
Anno XLIV - Numero 5
www.ilgazzettinovesuviano.com
A Pompei la politica dell’insalata mista
“Le cicatrices obscènes de Pompéi”, cosi, senza sconti, “Le Soir” di Bruxelles sulla città archeologica. Lo stesso titolo potrebbe andar bene anche per la città moderna impegnata a scegliere il futuro governo della città? Se nella prima crollano muri, si disintegrano intonaci decorati, si rubano affreschi e non si riescono a spendere i fondi dell'Unione Europea, nella città che ospita lo straordinario patrimonio dell'umanità, finora si è amministrato (?) considerando il monumento archeologico tra i più ammirati del pianeta, solo un ingombrante accessorio. Incredibile, ma vero. Nella città patrimonio Unesco, un brand che altrove genera anche fatturati straordinari, qui genera indifferenza. La prova: le amministrazioni precedenti, da d'Alessio in giù, hanno puntato su due supermercati. Il risultato che la città ha finora incassato è stato assolutamente negativo: si è soddisfatta la “pancia” di pochi, lasciando nello squallore generale tutti gli altri. Si e degradato il tessuto sociale e urbanistico di ampie zone della città. Le periferie sono diventate sempre più marginali, praticamente degradate, senza alcuna identità, neanche agricola, eppure gli scavi sono nelle vicinanze, ma nessuna azione amministrativa ha mai creato integrazione, senso di appartenza, e nemmeno di sana ”proprietà”. Un corpo estraneo, sgradevole, ingombrante. Dai temi finora apparsi negli ologrammi delle proposte elettorali non vi è traccia di propositi, concreti e convincenti, in tale direzione. In altre nazioni europee, la Francia e la Spagna, investimenti applicati alla valorizzazione diretta del patrimonio storico e artistico (non per centri commerciali, luna park e pseudo parchi a tema) hanno prodotto ritorni ampiamente moltiplicati rispetto agli investimenti iniziali. A Pompei la politica se parla di cose concrete, il livello della discussione si ferma a vecchie formule e a beceri interessi di bottega. Ci si allea per immaginare di vincere, non ci si allea per trasformare e rendere Pompei più bella ed ospitale per chi la abita e per i milioni di turisti che la visitano. Una oscenità, proprio come per la cattiva gestione dell'area archeologica. La politica in città ha sempre più le sembianze dell'insalata mista e male assortita, con elementi spesso indigesti e in conflitto con la buona gestione del bene comune. I soliti indigesti elementi (candidati) che hanno intossicato le precedenti amministrazioni, ora si ripropongono per inquinare quello che di nuovo sembrava proporsi. Da qui alle elezioni è auspicabile un sano rigetto e una salutare bonifica della “terra dei fuochi” della politica pompeiana. Antonio Irlando
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Il Ddl province un manifesto alla demagogia
Durissimo il commento del presidente della ProvinciaAntonio Pentangelo all'indomani del pasticciaccio brutto della cosiddetta “abolizione” delle degli Enti sovracomunali provinciali. “La mia speranza da cittadino più che da politico - commenta Pentangelo - è che si faccia in tempo a rivedere tutto il Capitolo V della Costituzione nel rapporto tra lo Stato centrale e quello periferico per porre rimedio all’obbrobrio legislativo che oggi è stato licenziato dal Senato sul riordino delle Province e l’istituzione delle Città metropolitane.Anche perché – ha continuato il presidente - penso che, una volta approvato, come sembra inevitabile, anche dalla Camera il testo definitivo del ddl Delrio, ricominceranno le eccezioni di incostituzionalità sulla norma che rischia fortemente di essere invalidata”. Pentangelo poi punta il dito sulle sicure conseguenze che l' approva-
zione di questo provvedimento sicuramente porteranno: “Questa legge è semplicemente un manifesto alla demagogia, che punta ad illustrare risparmi della politica nascondendo, come ha illustrato la Corte dei Conti, i notevoli aggravi alla gestione amministrativa dei servizi, destinati anche a peggiorare nella loro qualità”. Il neo coordinatore di FI ha poi aggiunto, in quello che si è delineato come un vero e proprio sfogo contro una politica che ai suoi occhi è solo fatta di annunci slegati dalle reali necessità dei territori, che si è puntato ad una gigantesca operazione mediatica utilizzando il pericolosissimo specchietto delle allodole della gratuità dei servizi espressi dalla politica. “Un concetto, che presenta dei rischi incredibili sia da un punto di vista etico che sociale. Avalla infatti, ed anche giustamente, i dubbi del cittadino sulla convenienza a ricoprire un ruolo politico”.
Secondo il numero uno di piazza Matteotti pochi sono i vantaggi che porterà la legge: “Perché è un bene – si chiede Pentangelo - ricoprire più cariche e più ruoli, in nome di un presunto risparmio e perché il sindaco della città capoluogo deve diventare il sindaco della Città metropolitana, in un chiaro conflitto di interessi e competenze territoriali. Fare tanto e male non è mai stato un bene. Purtroppo – ha concluso Pentangelo – lavorando in trincea, sono certo degli effetti negativi di questa legge. Adesso ci appresteremo a dei delicatissimi passaggi dove inevitabilmente i cittadini dovranno pagare un prezzo salato. Nel settore della scuola, della viabilità, dei trasporti, dell’ambiente. Ambiti che sconteranno inevitabilmente il prezzo di questo caos normativo che con un effetto domino coinvolgerà tutte le amministrazioni locali e regionali”.
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Il presidente Antonio Pentangelo
Paura al Comune di Ercolano, colpita una porta laterale
Ordigno esplode nella notte Ordigno esploso nella notte contro la porta d'ingresso laterale del comune di Ercolano. Pochi i danni alla struttura ma molta paura tra i residenti. Gli inquirenti stanno lavorando a 360° per far luce sul movente e sugli esecutori di quello che potrebbe essere (doveroso usare il condizionale) atto intimidatorio nei confronti del governo cittadino. L'atmosfera in città è rovente: le ultime condanne inflitte a ras della zona hanno di fatto decimato sodalizi criminali dal potere offensivo devastante. In prossimità del comune è situata proprio la roccaforte del clan Birra particolare che ha reso il sito teatro in passato di agguati ed episodi legali al malaffare. La gente ha paura: troppo vicini gli anni bui del piombo dove quasi quotidianamente ci si ammazzava in strada per il controllo del traffico di stupefacenti o per la gestione del racket. Tra interminabili faide i clan Ascione-Papale e BirraIacomino si fronteggiano da decenni senza esclusioni di colpi: se si pensa che dei nuclei malavitosi principali fanno parte con ruoli rilevanti famiglie numerose e agguerrite ci si può fare un'idea sulla pericolosità di un fenomeno criminale che solo l'abnegazione delle forze dell'ordine e il coraggio delle associazioni locali hanno saputo arginare. Arginare ma non debellare: su questo punto Tano Grasso Alfonso Maria Liguori Continua a pag. 9
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