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ANNO XXXII / N. 9 - OTTOBRE 2017
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Due comuni insieme per un’opera molto richiesta
A raccolta di funghi nell’Oltregiogo
Tutte le notizie su permessi e tesserini
La pista ciclabile “Tortona - Viguzzolo”
Matteo e Luca Serlenga - pag. 3
Claudio Cheirasco - pag. 31
Novi Ligure: conversazioni a tema in dialetto
“E se faismu duü parole”
Parco dell’Antola: una sua struttura festeggia i 10 anni
Buon compleanno Rifugio
Marta Calcagno - pag. 17
Fabio Mazzari - pag. 21
L’editoriale di GB Cassulo
Rinsaldato uno storico legame tra Genova e la Svizzera per il 120° anniversario de
uando dovevo preparare un esame piuttosto difficile, salivo con i miei appunti al Righi prendendo la funicolare della Zecca, perché da lassù, guardando il Porto di Genova con le navi che sembravano entrare nel Centro storico, tutto era più lontano e più tranquillo: ideale per studiare. Su quelle carrozze fatte a scalini, passando in tunnel sotto i palazzi, sfiorando i caseggiati, quasi toccando la biancheria stesa, mi domandavo chi potesse avere avuto l’idea di realizzare questo capolavoro. Adesso lo so: gli svizzeri. Forse solo loro sanno apprezzare quello che noi qui in Italia abbiamo tutti i giorni sotto gli occhi: il nostro ambiente. Un ambiente che noi non riusciamo a vedere e che lo massacriamo con un masochismo che non ha eguali. Abusivismi, degrado, privatizzazioni incomprensibili dove i beni pubblici diventano, non si sa come, privati in nome di una “competitività di mercato” che invece non è compito dello Stato, al quale in primo luogo dovrebbe competere, per il benessere dei cittadini, la corretta gestione del suo patrimonio. Che è appunto l’ambiente dove noi tutti viviamo e che invece, escludendo gli eroici sforzi di alcuni, nella gran parte è sacrificato sull’altare degli interessi dei pochi a danno dei molti.
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Gian Battista Cassulo
Valle Stura: il ritorno di un mito
La Funicolare Zecca-Righi he tra la città di Genova e la Svizzera esista un rapporto speciale non è certamente una cosa sconosciuta. Ma che tale rapporto sia così duraturo e profondo forse non tutti lo sanno. Genova, è il porto naturale della Confederazione Elvetica e questo ha fatto si che tra il capoluogo ligure e la nazione alpina esista un legame speciale. Occasione per rinsaldare questo storico legame è stata la celebrazione del 120° anniversario dell’apertura della storica funicolare che collega Largo della Zecca con il quartiere genovese del Righi. Cosa c’entra la Svizzera con la funicolare? È molto semplice, questo mezzo di trasporto, tanto caro ai genovesi, venne ideato da due ingegneri svizzeri che, per ragioni lavorative, trascorrevano molto tempo a Genova: Franz Joseph e Theodor Bücher, rispettivamente padre e figlio. I Bücher, innamorati dello splendido panorama che si poteva godere dalla collina del Castellaccio, presentarono al Comune di Genova nel 1890 il progetto per la costruzione di una funicolare che collegasse il centro cittadino con questo quartiere. Già, appunto il quartiere del Castellaccio. Nessuno sa che il cambio di denominazione avvenne proprio grazie ai Bücher, che videro una grande somiglianza tra la montagna svizzera del Rigi (situata nella parte centrale del Paese) e la collina alle spalle di Genova dove, nel 1875, venne costruita una funicolare simile progettata da Franz Joseph Bücher. Per riccordare questo importante anniversario, giovedì 28 settembre nel Salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi (sede del Municipio) a Genova si sono tenuti i festeg-
Salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi: i festeggiamenti ufficiali per i 120 anni della Funicolare
giamenti ufficiali della Funicolare, alla presenza di importanti autorità elvetiche quali il Console Generale della Svizzera in Italia, Felix Baumann ed il Console Onorario della Svizzera a Genova, René Rais. Un gemellaggio sancito anche dalla presenza dei due presidenti delle funicolari: Stefano Pesci di AMT Genova e Stefan Ötz. A fare gli onori di casa il Vicesindaco di Genova, Stefano Balleari. Un particolare ringraziamento da parte di tutti è stato fatto a Walter Finkbohner-Rosi, già presidente del Rotary Club GaviLibarna vero e proprio organizzatore della giornata. Il tutto davanti ad una
sala gremita fino all’inverosimile e con la presenza delle telecamere della R.S.I. (Radiotelevisione della Svizzera Italiana). L’apertura delle celebrazioni è avvenuta con il concerto musicale di corni alpini svizzeri eseguito da musicisti in abiti tradizionali e i saluti del Vicesindaco, che ha ricordato il lungo legame che unisce Genova alla Svizzera. La parola è successivamente passata a Felix Baumann, che parlando appunto dei lunghi rapporti tra la città di Genova ed il proprio paese ha ricordato di come “già alla fine del Settecento, durante gli ultimi anni di vita della Repubblica
di Genova vi furono diverse società elvetiche che scelsero di aprire sedi a Genova per poter commerciare via mare con l’estero – ha proseguito il Console Generale – questo rapporto si è progressivamente rinsaldato con gli anni, anche se, a partire dal Novecento, sono progressivamente modificati gli scambi internazionali ed il Mediterraneo ha perso importanza a favore dei porti sull’Atlantico, con cui declino che ha coinvolto anche Genova, questo legame non è mai venuto meno – ha fatto presente Baumann – infatti Genova e la Riviera Ligure sono diventati sempre di più la meta del turismo estivo e invernale svizzero, inizialmente dei ticinesi e poi soprattutto dalla Svizzera tedesca”. Le testimonianze di questo legame storico sono numerose: la Pasticceria Klanguti, fondata alla metà del Settecento da un pasticcere svizzero o la Scuola Svizzera, attiva per molti decenni a Genova. Il Console René Rais ha fatto presente di come i rapporti commerciali, grazie alle nuove infrastrutture, siano nuovamente in netta ripresa, a testimonianza di ciò Rais ha citato la costruzione della nuovissima Galleria del San Gottardo, che congiunge il cantone Uri con la città di Domodossola, la “porta” della Svizzera in Piemonte e il Terzo Valico Ferroviario ed il Treno ad Alta Velocità, che favoriranno gli scambi intercommerciali italo-svizzeri. Oggi l’Italia rappresenta il terzo partner commerciale della Svizzera, dopo Germania e Francia. In occasione di questo 120° anniversario è stato possibile utilizzare gratuitamente, previa prenotazione, la storica funicolare per un giorno. Fabio Mazzari
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i è parlato molto in queste ultime settimane di veri o presunti avvistamenti nel nostro territorio di alcuni esemplari di gatto selvatico (Felis silvestris silvestris): gli ultimi due sono stati effettuati uno nell’estremo ponente ligure alle pendici del Monte Toraggio, (sopra Pigna, da dove non si vedeva da più di quarant’anni), e un altro nel Genovesato, nei pressi della strada provinciale 456 del Turchino, vicino ad una piazzola dell’attigua autostrada, zona in cui storicamente non è mai stata segnalata la presenza di questa specie; i due esemplari sono stati rinvenuti già deceduti ma questi ritrovamenti lasciano ben sperare riguardo ad una suo ritorno nel nostro territorio. Si pensi che prima del 1977, anno in cui in Italia ne fu abolita la caccia, era considerato un animale nocivo e pericoloso e addirittura, con un Regio decreto del 1939, se ne autorizzava ed incentivava la caccia; inoltre, a causa della sua natura schiva e solitaria, il gatto selvatico è stato spesso perseguitato nei secoli rischiando l’estinzione: la sua presenza infatti era considerata come sinonimo di sventura e associata a presenze malefiche come streghe e demoni.
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Ma quali sono le principali caratteristiche di questo animale? E come riconoscerlo? Il gatto selvatico è elencato come Continua a pag 3
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