il Domani Venerdì 26 Giugno 2009 17
CATANZARO CITTÀ OPERAZIONE FALCOS Dieci persone arrestate dai carabinieri nell’ambito delle indagini coordinate dalla Dda
Sgominati i clan di Borgia In ginocchio le attività economiche del litorale jonico. Sullo sfondo gli scontri tra le cosche CATANZARO — Cento militari dei Ca-
rabinieri, unità cinofile e un elicottero dell’ottavo elinucleo di Vibo Valentia, in azione ieri alle prime luci del giorno per dare esecuzione a diverse ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di persone sospettate di avere partecipato ad una associazione di tipo mafioso con epicentro a Borgia e con tentacoli estesi alle attività commerciali del litorale jonico catanzarese. L’operazione - portata a termine dal Reparto operativo del comando provinciale e della Compagnia di Girifalco - porta il nome in codice “Falcos”, dall’abbreviazione dei cognomi Falcone e Cossari: la lunga attività di indagine coordinata dalla Dda di Catanzaro ha infatti consentito di sgominare la presunta cosca Passafaro-CossariFalcone, operante nella zona dell’hinterland di Borgia. Dieci le persone arrestate tra Borgia, Catanzaro, Cosenza, Torino e Firenze su ordinanze del gip distrettuale Tiziana Macrì. Per otto degli indagati è ipotizzata, a vario titolo, l’associazione di tipo mafioso: secondo il quadro investigativo, l’organizzazione, con la sua forza intimidatrice nonché con l’uso delle armi, sarebbe stata finalizzata alla commissione di delitti quali estorsione, truffa, rapina, danneggiamento e incendio a scopo estorsivo, detenzione e spaccio di droga. Non solo piccoli imprenditori nel mirino della cosca, ma anche due importanti investimenti pubblici: la costruzione del tratto della nuova strada statale 106 e la nuova linea ferroviaria tra Catanzaro e Lamezia Terme con la stazione a Germaneto. Alcuni particolari della operazione sono stati illustrati ai giornalisti nella sede della Legione carabinieri Calabria di Catanzaro, alla presenza del procuratore capo della Repubblica, Antonio Vincenzo Lombardo; del comandante provinciale dell’Arma, il colonnello Claudio D'Angelo; del comandante del Reparto operativo provinciale, tenente colonnello Giorgio Naselli; del comandante della Compagnia di Girifalco, capitano Marco Porcedda. Lombardo ha sottolineato che si tratta di «un gruppo efferato» e che le indagini proseguono per «l’individuazione delle responsabilità individuali degli omicidi», che sarebbero da ricondurre allo sfaldamento del presunto cartello criminale di Borgia. Il sodalizio sarebbe nato dopo la morte di Salvatore Pilò, nel 2004. Il gruppo, secondo le indagini, fu fondato da Rosario Passafaro, Giulio Cesare Passafaro, Giuseppe Cossari, Massimiliano Falcone. L’aggregazione segnò anche l’escalation criminale tra Borgia, la frazione di Roccelletta e Catanzaro Lido. A un certo punto gli equilibri interni saltarono: lo sfaldamento ebbe inizio quando Falcone comincia a muoversi in “autonomia” fino alla latitanza. La costruzione del tratto della nuova strada statale 106 e della nuova linea ferroviaria tra Catanzaro e Lamezia Terme avrebbe avuto un ruolo centrale nel regolamento dei conti: il mancato arresto di Falcone avrebbe infatti provocato la reazione delle forze dell’ordine, che mettevano a rischio la possibilità per il resto del gruppo di abbracciare quei grossi appalti. I carabinieri per ora restano fermi alla definizione di “ipotesi investigativa” rispetto ad uno scontro provocato da «fortissime tensioni interne all’associazione mafiosa riconducibili a rivalità intestine ed ambizioni dei singoli non più governate dal vincolo associativo che pure li legava». Al di là delle ipotesi, restano i fatti di
sangue snodati attraverso diversi episodi. Passafaro, dopo avere tentato di convincere Falcone a costituirsi, ne avrebbe decretato la morte, avvenuta nel duplice omicidio del 20 novembre del 2006, quando venne ucciso anche il cugino Davide Iannoccari. Poco dopo fu ammazzato anche Luciano Babbino, considerato testimone scomodo del duplice omicidio (avrebbe ospitato Falcone durante il periodo di latitanza). A ciò si aggiunse lo scontro tra i Passafaro e i Tolone, con nuovi omicidi nei quali rimasero uccisi Rosario Passafaro, Giuseppe Caterisano, Salvatore Cossari, e il tentato duplice omicidio ai danni dei cugini Giuseppe Cossari. Francesco Ciampa
Un momento della conferenza stampa
Saverio Riverso
Salvatore Abbruzzo
Eros Cavigliano
Massimo Ciancio
Massimiliano Corapi
Giuseppe Cossari
Aldo Dara
Antonio Garigliano
Francesco Gualtieri
Evade i domiciliari, misura confermata a 31enne in carcere per tentato omicidio
Dieci le persone arrestate nell’ambito dell’operazione “Falcos”. Altre due persone risultano indagate, anche se non destinatarie di ordinanza di custodia cautelare in carcere come gli altri dieci. Per otto è ipotizzato il reato di associazione di tipo mafioso per aver partecipato con i deceduti Massimiliano Falcone, Davide Iannoccari e Rosario e Giulio Cesare Passafaro ad una associazione (di tipo mafioso, appunto) dotata di forza intimidatrice che, anche con l’uso di armi, era finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di delitti quali estorsione, danneggiamento seguito da incendio a scopo estorsivo, truffe, rapina, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Ecco l’elenco degli otto: Eros Cavigliano, 31 anni, di Catanzaro; Giuseppe Cossari, 37, di Borgia; Antonio Garigliano, 39, di Borgia; Massimo Ciancio, 38, di San Fili (Cs); Massimiliano Corapi, 33, di Catanzaro; Danilo Pontiero, 27, di Catanzaro; Saverio Riverso, 24, di Catanzaro; Aldo Dara, 33, di Catanzaro. A loro si aggiungono Salvatore Abbruzzo, 32 anni, di Borgia e Francesco Gualtieri, 29, di Borgia, ai quali è contestato il solo reato di favoreggiamento personale, insieme a Corapi e Pontiero, dal momento che avrebbero favorito la latitanza di Massimiliano Falcone, ucciso il 20 novembre del 2006. Per gli arrestati, stamane, alle 9,00, gli interrogatori di garanzia davanti al gip distrettuale di Catanzaro Tiziana Macrì. Gli indagati - difesi dagli avvocati Arturo Bova, Sergio Rotundo, Emilio Vitaliano, Marcello Manna, Stefano Nimpo e Antonio Ludovico - potranno decidere di rispondere alle domande del giudice per le indagini preliminari o se avvalersi della facoltà di non rispondere. (F. C.)
Danilo Pontiero
Dissequestrati, su disposizione del Tribunale di Catanzaro, alcune monete di età greco-romana e altri oggetti della stessa epoca sequestrati a seguito di indagini che coinvolsero con l’accusa di furto Raffaele Gualtieri, di Isola Capo Rizzuto, e sua moglie Trista Longo. Il “tesoro” sarà consegnato alla Soprintendenza ai beni culturali. E’ quanto deciso ieri dal giudice monocratico Folino, che ha condannato Gualtieri a 6 mesi di reclusione (pena sospesa) assolvendo la coniuge. Secondo quanto appreso, l’uomo, a seguito di una perquisizione personale è stato trovato con una moneta di età greco-romana; la perquisizione nell’abitazione della coppia ha quindi consentito di trovare il resto. Il furto è avvenuto in una campagna di Cropani, dove Gualtieri, nel 2002, fu notato dalle forze dell’ordine con un metal detector impiegato per il rinvenimento dei reperti archeologici. (f. c.)
miciliari avvenuta lo scorso 6 aprile. Il giovane, difeso ieri dall’avvocato Antonio Ludovico, si trova però in carcere in forza di un’altra vicenda: su di lui pesa infatti l’ipotesi di tentato omicidio nei confronti della sorella. (f. c.)
CATANZARO — E’ stato archiviato un procedimento penale a carico di un giovane catanzarese sorpreso in possesso di sostanze stupefacenti. Gli atti sono stati inviati al Prefetto di Catanzaro per competenza per i relativi provvedimenti. Il giovane Domenico R., 33enne residente a Catanzaro, era stato denunciato alla Procura della Repubblica di Lagonegro per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, anche perché come da giurisprudenza consolidata la detenzione di stupefacente per uso esclusivamente personale, costituisce un illecito amministrativo e non un reato. Il pubblico ministero
Droga, il pm archivia per un 33enne catanzarese nei mesi scorsi ha presentato al Gip di Lagonegro la richiesta di archiviazione non avendo gli elementi oggettivi della cessione della droga ai fini di spaccio. Domenico R. era stato fermato a bordo di una Skoda Fabia, nel tratto autostradale dell’A3 e durante il controllo era stata sequestrata sostanza stupefacente all’interno di uno zainetto, esattamente 14 grammi di hashish. Lo scorso 16 giugno il Gip di Lago-
Oggi gli interrogatori
Furto di reperti dell’epoca greco-romana
CATANZARO — Il giudice monocrati-
co di Catanzaro ha dato gli arresti domiciliari (quattro mesi) a Mario Salvatore Tomaselli, 31 anni, residente nel quartiere catanzarese di Cava. La pena è associata all’evasione dai do-
Gli indagati
negro, Lucia Iodice, esaminato il carteggio processuale ed accogliendo la richiesta del pubblico ministero, ha archiviato il procedimento penale a carico del giovane disponendo nel contempo la confisca e la distruzione della droga sequestrata. Ma il Gip nel decreto di archiviazione ha evidenziato che ai fini dell’applicazione della causa di non punibilità costituita dall’uso personale di stupefacenti non si può pre-
scindere dalla valutazione della quantità della sostanza detenuta, in considerazione del rischio di cessione a terzi. Inoltre, nel decreto emerge anche che nei casi esaminati, la modica quantità di stupefacente detenuto e la mancanza di elementi sintomatici della cessione, lascia ragionevolmente ritenere che la droga sia destinata ad un uso personale. Scampato il pericolo di una eventuale condanna penale adesso il giovane sarà contattato dalla prefettura per i relativi adempimenti che l’autorità amministrativa riterrà utile applicare. Emilia Manco