il domani

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il Domani

Lunedì 08 Marzo 2010

PRIMO PIANO

Non si placa in Italia il forte clima di scontro e di tensione in vista delle imminenti elezioni regionali

Dalla Cei e dal popolo viola censura contro il decreto salva liste del Pdl di Filippo Alfieri ROMA - «Cambiare le regole del gioco mentre il gioco è già in atto è altamente scorretto, perchè si legittima ogni intervento arbitrario con la motivazione che ragioni più o meno intrinseche o pertinenti mettono un gioco un valore». E’ quanto sottolinea Monsignor Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, e presidente per gli Affari Giuridici della Cei, in un intervento su Radio Vaticana sul rapporto tra voto elettorale e democrazia. Non si placano, dunque, le polemiche dopo la firma di Napolitano al co-

siddetto decreto salva liste varato dal governo. Non sono bastati all’opposizione i chiarimenti di ieri del Capo dello Stato secondo il quale il decreto era l’unico strumento percorribile in quanto «nonerasostenibilechepotessero non partecipare nella più grande regione italiana il candidato presidente e la lista del maggior partito politico di governo, per gli errori nella presentazione della lista». E mentre l’Idv con Di Pietro insiste sull’impeachment, il Pd ha convocato una manifestazione nazionale di protesta per il 13 marzo a Roma e per bocca del suo segretario, ha avvertito la

maggioranza: «Faremo una mobilitazione anche nelle sedi giurisdizionali, i Tar sono ancora aperti, faremo una mobilitazione mi auguro fino alla Corte Costituzionale». Nel pomeriggio a Roma, intanto, una nuova manifestazione del popolo viola. “Quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare”. E’ stata la frase esposta su alcuni striscioni sul palco in piazza Navona a Roma, dove si è svolta la manifestazione del Popolo viola con centinaia di partecipanti, in difesa della Costituzione e contro il dl salva-liste ribattezzato dai manifestanti decreto-truffa. L’iniziati-

Berlusconi replica: se vincono loro rimettono l’Ici e alzano le tasse ROMA - «Anche questa volta gli elettori sono di fronte ad una scelta di campo tra un governo ed un Pdl che risolvono le emergenze ed una sinistra che sa solo insultare e criticare». Così il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è intervenuto in collegamento telefonico ad una manifestazione del Pdl campano a sostegno del candidato alla presidenza della Regione, Stefano Caldoro. «Questa sinistra sa dire solo dei no ha proseguito il premier - mentre noi risolviamo «Vogliono dare ai le emergenze». «Se tornasse al governo la sinipubblici ministeri stra rimetterebbe l’Ici le intercettazioni sulla prima casa, aumenterebbe dal su tutti, togliendo 12.50% al 25% le tasse su Bot e Cct ed introdurogni spazio rebbe la patrimoniale, alla privacy» perché è in questo modo che vuole ridurre il deficit pubblico». Il premier Silvio Berlusconi non fa differenza tra elezioni regionali e politiche e chiama alla mobilitazione gli elettori del Pdl sui rischi di un ritorno al potere del centrosinistra. Collegato telefonicamente con l’Hotel Tiberio a Napoli, dove era in corso la manifestazione del centrodestra a sostegno del candidato alla presidenza della Regione, Stefano Caldoro, il presidente del Consiglio ha rinnovato le accuse di oppressione

fiscale e di "stato di polizia" a Pd ed alleati. «Dobbiamo spiegare a tutti che cosa sarebbe un governo della sinistra - ha detto vogliono limitare a 100 euro i pagamenti in contanti, obbligando a pagare il resto in assegni o con carte di credito - ha detto - e questo sarebbe uno Stato di polizia tributaria». «Vogliono dare ai pubblici ministeri le intercettazioni su tutti, togliendo ogni spazio alla privacy, e questo sarebbe uno stato di polizia per tutti - ha proseguito - quanto all’immigrazione vogliono frontiere aperte, il che sarebbe un’invasione, con la speranza di ribaltare il dato elettorale e e far diventare minoranza noi moderati». Il premier Silvio Berlusconi è fiducioso su una vittoria del Pdl in Campania. Salutato da una ovazione durante il collegamento telefonico, Berlusconi, rivolgendosi al coordinatore regionale ha detto: «La Campania non è già più un feudo rosso».

va ha assunto un carattere interattivo, con oltre 1.300 internauti che hanno seguito l’evento connessi in diretta streaming, scrivendo su Facebook i loro commenti poi letti sul palco. «Dimissioni», ha gridato a gran voce la folle, rivolgendosi al premier Berlusconi. Sul palco, dove è stata allestita una sorta di lapide-altarino con la scritta “Qui giace lo Stato di diritto”, i fiori e un candelotto rigorosamente viola si sono alternati vari giuristi per spiegare «l’incostituzionalità del decreto». Tra la folla le bandiere di Idv, Pd e

Rifondazione prevalevano su quelle viola. C’era anche chi sventola il Tricolore con un drappo nero che stringe la bandiera in segno di "lutto della Repubblica". Iniziative analoghe sono state organizzate a Napoli, in piazza del Plebiscito; a Firenze, in piazza della Repubblica; a Ferrara, in piazza Castello; a Campobasso, davantiallaPrefettura;adArezzo,

«Cambiare le regole del gioco mentre il gioco è già in atto è altamente scorretto, perchè si legittima ogni arbitrio» piazza Guido Monaco; Sassari, piazza Italia; Reggio Calabria, piazza Italia; Bari.


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