2009 numero 3

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L’ALPONE 11 LA DONAZIONE DI SANGUE Perché donare? Il sangue umano è un prodotto naturale non riproducibile artificialmente. Indispensabile alla vita. È un tessuto costituito da una parte liquida, il plasma e da una parte corpuscolata, rappresentata da globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Nonostante i progressi tecnologici e scientifici, il sangue rappresenta ancora oggi una risorsa insostituibile nella terapia di molte malattie sia di pertinenza chirurgica sia di pertinenza medica. Ad esempio, costituisce un supporta indispensabile nei pazienti oncologici in chemioterapia o in quelli che hanno subito un trapianto di midollo osseo, in tutte le operazioni di trapianto d’organo, negli interventi di chirurgia di alta specializzazione (cardiochirurgia, neurochirurgia, ecc.). Donare sangue volontariamente e con consapevolezza permette di concretizzare la propria disponibilità verso gli altri, ma anche verso se stessi, poiché così facendo si alimenta il patrimonio collettivo di cui ciascuno può usufruire al momento del bisogno. In Italia attualmente non è stato ancora raggiunto l’obiettivo dell’autosufficienza nazionale: esistono profondi squilibri tra le diverse regioni del nostro Paese, per cui il divario fra la raccolta ed il reale bisogno non trova compensazione creando spesso stati di emergenza e di carenza. Per

AVIS COMUNALE DI S. GIOVANNI IL. E VESTENANOVA sanare questo squilibrio, l’unica strada percorribile è quella di sensibilizzare fortemente i cittadini nei confronti della donazione volontaria e periodica del sangue e dei suoi componenti. La donazione non comporta rischi di alcun genere per la salute, in quanto il sangue è una fonte di energia rinnovabile ed è quindi possibile privarsene in parte, senza che l’organismo ne risenta. Il donatore ha anche la possibilità di fare prevenzione controllando periodicamente il proprio stato di salute. Donare il sangue in maniera anonima, gratuita, volontaria, periodica e responsabile, rappresenta oggi la maggior garanzia in termini di sicurezza trasfusionale. Chi può donare? Chiunque abbia più di 18 anni, un peso corporeo non inferiore ai 50 Kg e sia in buono stato di salute, può presentarsi presso il Centro trasfusionale e chiedere di poter donare il proprio sangue. Qui verrà sottoposto ad un colloquio preliminare con il medico trasfusionista e ad una visita medica completa per verificare se vi siano controin-

dicazioni alla donazione. Successive analisi di laboratorio confermeranno l’effettiva idoneità alla donazione. Tutte queste indagini sono volte a tutelare la salute del donatore quanto quella del ricevente. Per il giudizio di idoneità esistono una serie di criteri, stabiliti da decreti ministeriali, raccomandazioni delle Società scientifiche, dall’Unione Europea e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Saremmo presenti alla Sagra delle Castagne con il gazebo dell’Avis, ed alcuni nostri volontari saranno disponibili a fornire ulteriori chiarimenti ed informazioni relative alla donazione del sangue ed all’attività dell’Avis. AVVISO: Domenica 18 ottobre 2009 il Centro Trasfusionale di San Bonifacio sarà aperto per i Donatori ed Aspiranti donatori. I Team premiati dall’AVIS al 5° careto G.P. città di Vestenanova del 02 agosto 2009

Una generazione di emigranti: “i Lovato dai Camadi” Un mese fa circa è ritornato nei suoi luoghi natii, come altre volte, Giovanni Lovato, nato in contrada Camadi nel 1946, ed ha espresso il desiderio che su L’Alpone si parlasse anche della sua famiglia, da anni in Belgio, ma legata al paese e al giornalino. Dopo un colloquio, abbiamo chiesto che ci spedisse dal Belgio un resoconto su cui tessere la trama della sua famiglia e proprio sul finire di giugno è arrivata la lettera con le notizie, da cui è tratto questo articolo. Il papà Angelo Lovato (detto Pansa perché non ne aveva per niente) era nato nel 1911 a Clovange in Francia, quando i suoi genitori (Giovanni Battista Lovato e Augusta Confente) erano in quelle zone come emigranti stagionali. Fece la guerra in Abissinia, dove venne ferito ad un ginocchio. Sposatosi con un’altra Lovato, di nome Almerina, ebbe il primo figlio, Agostino, nel 1939 in Germania ad Erfurt, dove anche loro erano emigrati per la stagione della raccolta di patate. Dopo la guerra nel 1946 partiva, come tanti altri del paese, per le miniere del Belgio nella zona di Charleroi, in occasione del famoso patto fra Italia e Belgio, carbone contro braccia. L’anno dopo la famiglia, cioè mamma Rina e i figli Agostino e Giovanni, lo raggiunsero, prendendo alloggio nelle baracche di Marcinelle: una vera baraccopoli in legno che aveva ospitato, tempo prima, i prigionieri tedeschi. Ogni famiglia disponeva di circa 60mq. Il campo ospi-

Lavoratori in Belgio negli anni ’50 (da sinistra a destra, in piedi): Arturo Arvoti, Umberto Marchetto (“Miola”), Silvino Casarotto, (accosciati) Luciano Gireni, Giovanni Costalunga, Luigi De Marni, Alfredo Bado (“Ceo”).

Famiglie di emigranti in Belgio. tava circa 300 famiglie di varia nazionalità, ma erano in maggioranza le italiane. I gabinetti, ci scrive Giovanni, erano naturalmente in comune e c’era a disposizione solo qualche rubinetto d’acqua: una situazione problematica che qualche volta sfociava in conflitti e liti. Quando pioveva, quindi molto spesso, l’acqua filtrava dal soffitto e si era occupati a spostare i letti e a porre dei recipienti al posto giusto. Alla domenica i lavoratori italiani si trovavano da ‘Attilio’, un compaesano, per una bicchierata e per dimenticare la faticosa settimana. Nel frattempo la famiglia era cresciuta: dopo Agostino e Giovanni arrivarono Rita nel 1950, Maria nel 1953, Renato nel 1956 e Giustina nel 1957. Nel 1958 il papà Angelo lasciava la mina, soprannominata Pechon, dopo tanti giorni passati sotto terra a respirare …chissà cosa! Lavorò ancora qualche anno in una fabbrica di pentole, poi a pulire i vagoni ferroviari, alla stazione di Charleroi, per poi morire nel 1968 a Marcinelle, dove è sepolto. La mamma, Almerina, nata a San Giovanni Ilarione nel 1916, da Massimino Lovato detto el Longo Camado e da Almerina Alleggi, ha seguito il marito in Belgio e nonostante la baraccopoli, diceva di trovarsi abbastanza bene perché almeno in quel luogo si parlava italiano. Una mamma d’altri tempi: rimase incinta ben diciannove volte, ma tra aborti spontanei e bimbi morti in tenera età, solo 6 sopravvissero, tre fratelli e tre sorelle. Anche Almerina morì nel 1998, dopo trent’anni di vedovanza, e riposa vicino al marito. Il figlio maggiore Agostino, molti lo ricordano perché veniva almeno un paio di volte all’anno in Italia ad assaggiare el pan dei fornari cioè la ciopa, el vin durello e a gustarsi il verde ed il sole, dopo aver lavorato in una fabbrica di presse idrauliche, è morto nel 2007 lasciando, oltre la moglie, due figlie,

Kathy e Claudia. Le tre sorelle hanno avuto due figli ciascuna e vivono ancora in Belgio, mentre Renato, anche lui ha due figlie, lavora in proprio come fisioterapista. L’altro figlio Giovanni, che ci ha spedito gli appunti sulla sua famiglia, dopo gli studi tecnici, ha lavorato per 39 anni a Charleroi, in una centrale elettrica, andando per lavoro in varie parti del mondo: Iran, Malesia, Emirati Arabi, Libano, Marocco, Costa D’Avorio, Venezuela, Filippine, Francia, Olanda e talvolta in Italia. “Sono pensionato dal 2002”, ci scriveva e, quando veniva dai Camadi, dove aveva acquistato una casetta con altri fratelli, passava sorridente a salutare i parenti ed amici e, come Agostino, partiva con la macchina piena di leccornie del paese. Nella lettera ci parlava orgoglioso dei suoi due figli: Valeria e Angelo, la prima hostess ed il secondo laureato in scienze aeronautiche e delle telecomunicazioni, in carriera militare presso la NATO. Giovanni era in attesa di questo articolo. Ma la sorte alle volte è beffarda. Quando credi che finalmente, dopo una vita di lavoro e di preoccupazione per la famiglia, si possa godere di alcuni anni, non di risposo, ma di meno obblighi familiari e sociali, ecco che il destino ci riserva un cambiamento repentino della vita. Giovanni è deceduto il 4 luglio 2009, cadendo dal tetto di un garage a Marcinelle. Riposa presso i suoi genitori ed il fratello maggiore. Questo articolo, tanto atteso, lo leggerà da un luogo, speriamo, migliore. MARIO GECCHELE E DINA LOVATO

L’Angolo del goloso Tagliatelle di castagne Ingredienti per 4 persone: • 200 gr di farina di castagne • 150 gr di farina bianca • olio d’oliva extravergine • 2 uova • acqua tiepida quanto basta • sale e pepe Per il condimento: • 2 porri • 3 cucchiai d’olio d’oliva • 3-4 cucchiai di pecorino grattugiato (o parmigiano o ricotta affumicata) Preparazione: Setacciate insieme le due farine. Fate una fontana e versateci l’uovo, poca acqua tiepida e il sale. Con una forchetta lavorate prima l’uovo e l’acqua quindi poco alla volta incorporate le farine. Continuate a lavorare la pasta con le mani fino a quando non diventerà liscia ed elastica. Raccoglietela a palla, avvolgetela nella pellicola trasparente e fatela riposare per circa mezz’ora. Stendete quindi la pasta in una sfoglia non troppo sottile, fatela asciugare un po’ e quindi tagliatela a listarelle con un coltello o con l’apposita macchinetta. Preparate il condimento: in una padella con l’olio d’oliva fate rosolare i porri precedentemente tagliati sottili. Nel frattempo cuocete le lasagne in abbondante acqua bollente e salata. Scolatele al dente e versatele nel sugo di porri. Mescolate delicatamente amalgamandovi il formaggio grattugiato e una spruzzata di pepe. In alternativa, queste tagliatelle possono essere condite con del tradizionale pesto al basilico. LUCIANA DAMINI

DONNE ALLA RISCOSSA Un riuscito corso di autodifesa femminile Dal 30 giugno al 30 luglio si è tenuto un istruttivo corso di judo, per l’autodifesa femminile. Gli incontri presso la palestra di San. Giovanni Ilarione, hanno permesso a noi donne di acquisire maggior sicurezza in noi stesse. L’iniziativa del corso è dovuta alle numerose violenze di cui sono vittime le donne; l’intento degli esperti maestri era quello di insegnare i moviLe partecipanti al corso mostrano orgo- menti principali e più importanti gliose il diploma conseguito. per la difesa, e quando possibile il contrattacco. Le lezioni sono state tenute in un clima armonioso e con molta pazienza dai tre maestri: Mathieu Di Franco, Roberto Mauli e Andrea Piccinin. Al termine degli incontri, alle partecipanti, è stato dato un diploma che attesta la presenza al primo corso di difesa personale. Per festeggiare la buona riuscita, noi allieve con i maestri, abbiamo trascorso una piacevole serata in compagnia. Per tutte noi è stata proprio una gradita esperienza, sia perché abbiamo potuto stringere nuove amicizie, sia perché abbiamo imparato divertendoci, ma soprattutto perché ora possiamo camminare con maggior sicurezza per le strade, in attesa di sfoderare le mosse micidiali apprese. MARILISA SARTORI Il giorno 14 aprile 2009 alle ore 16,30 a Venaria Reale (Torino) è mancato Francesco Pozza nato a San Giovanni Ilarione il 5 giugno 1927. Poco prima di andarsene, ha ancora chiesto del Castello, di San Giovnni Ilarione, del Veneto, nostalgia da cui non è mai riuscito a separarsi. Noi figli, Luigi, Paolo e Luciana vogliamo mandargli un bacio attraverso questo giornale che leggeva con piacere e dirgli che il suo ricordo, sarà in ogni momento a venire, più forte e più presente per averci cresciuto, educato in mezzo a continue difficoltà. Ci piace pensarlo vicino a nostra madre Teresina Perazzolo che 30 anni fa’ ci aveva salutato. Ringraziamo le persone che sono state in grado e hanno avuto la fortuna di capire, di comprendere la sua Sincerità, la sua Onestà, la sua Generosità. LUIGI, PAOLO E LUCIANA

MATRIMONI: 12

NATI: 17 MORTI: 7

Totale residenti maschi al 31.07.2009: 2.683 Totale residenti femmine al 31.07.2009: 2.509

Totale residenti: 5.192 TOTALE FAMIGLIE: 1.791

CONTRIBUTI PER L’ALPONE

Famiglie di emigranti in Belgio.

Gambaretto Teresa Vestenanova Gambaretto Luigina Monteforte (VR) Filipozzi Giuseppina Vestenanova Marcazzan Renzo Vestenanova Bruni Paolo Colognola ai Colli Pernigotto Giuseppe S.Giovanni Il. Zanella Giovanna S.Giovanni Il. Perazzolo Santa Chiampo Cengia Mario S.Giovanni Il, Bordon Giovanni S.Giovanni Il. Marchetto Giuseppe S.Giovanni Il. Mainente Angelina Monteforte d'Alp. Beschin Paola Montecchia di Crosara Casarotto Revello Torino Olga Trevisan Chiampo (VI) Zandonà Damiano S.Giovanni Il. Zandonà Mario P.Niselli S.Giovanni Il. Lovatin Guido Vandini S.Giovanni Il. Natalina Marcolongo Pirandello San Bonifacio Bertolazzi Andrea Vandini S.Giovanni Il. Lovato Giovanni Charleroi Belgio Vanzo Agostino S.Giovanni Il. Costalunga Teresa Milano

Rossetto Benigno S.Giovanni Il, Marcazzan Anna Castelnuovo D.G.(VR) Pressi Bruno Coltrini S.Giovanni Il. Andriolo Luca S.Giovanni Il. Soprana Gaetano Torino Dal Zovo Teresa Vestenanova Bevilacqua Giovanna San Bonifacio Giuspoli Bezzan Maria Montecchia di Cr. Lovato Antonia Torino Ciman Pietro S.Bonifacio (VR) Danese Andrea S.Giovanni Il. Baldo Ilario Bustogarolfo (MI) Marcigaglia Anna S.Giovanni Il. Micheletto Vittorio S.Giovanni Il. Gambaretto Teresa Castelvero Vestenanova Vautravers Rampo Rosetta CH Berna Schmutz Rampo Angelina CH Bösingen AVIS S.Giovanni Ilarione e Vestenanova Vanzo Gina S.Giovanni Il. Allegri Giovanni Castelvero Vestenanova Perazzolo Norma S.Giovanni Il. Rossetto Rino Soliera Modena Lovato Valentino Milano

Piccinin Maria S.Giovanni Il. Lovato Adelina Verona Mzzasette Gino S.Giovanni Il. Gazzo Santo S.Giovanni Il. Zandonà Silvino S.Giovanni Il. Zampini Luigi Bussolengo (VR) Mazzasette Mario Legnago (VR) Sgaggio Elisa S.Giovanni Il. Biondaro Angelo S.Giovanni Il. Tonin Angelina S.Giovanni Il. Ciman Giuseppe S.Giovanni Il. Giarolo Adriano Tiene (VI) Lovato Benedetto S.Giovanni Il. Bricca Florido S.Giovanni Il. Perazzolo Mario Arzignano (VI) Lovato Ernesto Arzignano (VI) Munaretti Roberto Castigione Tor. (TO) Pandolfo Angelina S.Giovanni Il. Tonin Bertilla Castelvero Vestenanova Marcazzan Nello Rubano (PD) Burato Giovanni S.Giovanni Il. Rossetto Ghislaiwe Gambellara (VI) Creasi Gabriella Chiampo (VI)


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