Limesburg #7

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LIMESBURG

Nove Storie Solubili in Vita >Immagini // Pierluigi Muscolino >Parole // Anselmo De Filippis

7 Forse nel '77 il tempo esisteva ancora. Forse è allora che si è frantumato per l'ultima volta contro la realtà ritornando ad essere sabbia. Stando a recenti teorie scientifiche infatti sembra non esista affatto e sia una nostra comoda convenzione. Forse è realmente così, o forse lo è per sistemi di valutazioni e calcoli che se applicati alla breve e densa durata di un esistenza umana, e di tutte le sue contingenze, perdono all'istante ogni significazione trasformandosi in purissima e indecifrabile astrazione.

Stesso posto circa 13.000 giorni fa, estate del 1977 15:49 Bowie passa davanti al portone

del 37 di Stargarder Strasse e arriva giù giù fino ai semafori, fissando il planetario con una sola e lunga boccata gitanes. Guarda il cartello, il nome della via, e lo deforma in inglese. Qui è est. Qui è oltre il muro. Qui ogni tanto ci viene, e le prime volte vestito com'era, incorniciato da improbabili baffetti biondi a spazzola si confondeva davvero. Conciato a quel modo e con


molte pilsner nella pancia quel soprannome affibbiatogli dagli amici tedeschi gli stava benissimo: Boffie. Ora allo scattare del verde mentre attraversa le strisce non è più da solo, tu non sei stato ancora concepito, e la finestra attraverso la quale osservi tutto è ancora lì. Stesso posto circa 13.000 giorni fa, estate del 1977, Stargarder Strasse: Stars Gardener Strasse

Stessa città circa 13.000 giorni dopo estate del 2016 Bernauer Strasse

Guardo dritto al tabernacolo laico di facce di ogni età, anzi tutte giovani, alcuni bambini, una donna bella, mora, capelli corti allora alla moda, quasi un'attrice italiana. Mi cerco, dovrei esserci. Sono uno di loro in un'altra età. E se non mi trovo? Se non mi riconosco tra questi allora vuol dire che sono una delle nicchie vuote, quelle non riempite da foto, uno che deve avercela fatta a scappare ad ovest e fottere il muro di Berlino. Eppure è strano i turisti occidentali venivano anche allora. Durante quegli anni avevano realizzato delle piattaforme per osservare in là. Per vedere che c'era al di là, ad est. Eravamo già allora Zooropa senza saperlo. E non sto parlando delle famiglie, degli amici e degli amanti di Berlino divisi dal muro e in cerca di un contatto, di un saluto, di una possibilità di vedersi, anche se a distanza. Parlo di quei turisti che venivano allora come vengono oggi:


quanti visitatori del Colosseo hanno coscienza che quel luogo è stato edificato per uccidere?

Contrariamente a quanto avvenuto con John Lennon negli USA, perseguitato per la sua attività politica, e spinto a più riprese con azioni legali a lasciare il paese, una volta desecretati gli archivi della Stasi, nessun indagine di rilievo risultò a carico di David Bowie negli anni tra il 1976 e il 1978, gli anni in cui soggiornò a Berlino ovest. Probabilmente considerato solo un decadente omosessuale con una visione naif della politica - nonostante la popolarità di cui godeva in entrambe le Germanie, e il suo periodo “nazi-esoterico” da poco passato - veniva ritenuto incapace di poter procurare qualsiasi reale danno alla DDR.

Bernauer Strasse, davanti al monumento dedicato alle vittme del muro un tabernacolo laico, un grosso e massiccio casellario in ferro arrugginito con dentro le foto dei caduti. Ho guardato bene e io non ci sono. Non vengo elencato neanche nella lenta sequela di nomi delle vittime che una voce teutonica scandisce, uno ad uno, al premere il pulsante di un installazione sonora lì vicino. Ho cercato e cercato anche su internet. Non risulto neanche nella lista di quelli che ce l'hanno fatta. Ora allo scattare del verde ho compiuto da poco 36 anni, mentre attraverso le strisce non mi sento più solo da solo, e la finestra attraverso la quale osservo tutto è ancora lì. Stesso posto, 0 giorni fa, estate 2016: Stargarder Strasse: Stars Gardener Strasse


Anselmo De Filippis (Roma 1966) Artista Multimediale ■ Diplomatosi all'Accademia di Belle Arti di Venezia in pittura, è stagista con Emilio Vedova, Ermanno Olmi, Tonino Guerra, Abbas Kiarostami, Gianni Amelio ■ Ha vissuto a Venezia Stoccolma, Parigi ■ Tra i lavori andati in onda o esposti: SVT (Televisione di stato Svedese), BR alpha, Berlinale Talent Campus (Germania), Radio RAI 3, PLANET, SAT 2000, BIENNALE di VENEZIA - Danza (Italia) ■ “Tutto il mio lavoro si basa su un fondamentale e denso nucleo poetico. Partendo da lì ed utilizzando diversi linguaggi artistici realizzo documentari, film brevi, libri, cd, spettacoli”. Pierluigi Muscolino (Roma 1980) Artista Multimediale ■ Figlio di genitori siciliani insegnanti, trascorre l'infanzia tra Milano e Roma dove tra i 7 e i 10 anni studia violino presso il conservatorio di S. Cecilia, e si laurea al D.A.M.S. ■ Tra il 2001 e il 2003 collabora come operatore video e musicista con la Maat produzioni. Nello stesso periodo realizza alcuni cortometraggi, in uno dei quali è protagonista l'attore felliniano Bruno Zanin ■ Dal 2007 si dedica attivamente alla fotografia. Attualmente vive a Berlino dove è anche fotografo per la rivista M itte. In via di realizzazione un foto libro con Anselmo De Filippis e una sceneggiatura per un corto con Francesco Garbo. © Foto Pierluigi Muscolino 2016 - Tutti i diritti riservati © Testo Anselmo De Filippis 2016 - Tutti i diritti riservati


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