I Grandi Vini Settembre/Ottobre 2018

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Campania

Veneto

AZIENDA AGRICOLA SAN SALVATORE PAG. 43

AZIENDA AGRICOLA I SCRIANI PAG. 28

Basilicata CANTINA DI VENOSA PAG. 39

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Toscana

Campania

RIGOLOCCIO PAG. 56

LA CANTINA DEL VULCANO PAG. 44

Toscana FRANCO PACENTI CANALICCHIO PAG. 33

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Anno XIV • Numero 104 • Settembre Ottobre 2018 www.igrandivini.com In copertina Mara Cottini

Editore Cluster Editori Registrazione Tribunale di Grosseto n° 9 del 02/11/2005 Direzione e Redazione Strada Massetana Romana 58/b - 53100 Siena (Italia) Tel. 057745561 Fax 0577270774 - info@igrandivini.com Direttore Responsabile Giovanni Pellicci Direttore Editoriale Fabrizio Barbagli Traduzioni a cura di Tiziana Di Filippo, Mariavera Speciale Hanno collaborato a questo numero Stefania Abbattista, Luca Barbagli, Elisa Berti, Lorenzo Bianciardi, Claudia Cataldo, Marina Ciancaglini, Chiara Martinelli, Valentina Merolli, Giulia Montemaggi, Tommaso Nutarelli, Michela Piccini Art Director Linda Frosini Stampa Petruzzi – Via Venturelli, 7 Città di Castello (PG)

Concessionaria Pubblicità Cluster Editori Strada Massetana Romana 58/b 53100 Siena (Italia) Tel. 0577 45561 – Fax 0577 270774 info@clustereditori.it Account

Stefania Abbattista - stefania@igrandivini.com Elisa Berti - elisaberti@clustereditori.it Laura Dami - l.dami@igrandivini.com Tiziana Di Filippo - t.difilippo@clustereditori.it Francesco Dotto - f.dotto@igrandivini.com Chiara Martinelli - c.martinelli@igrandivini.com Giulia Montemaggi - g.montemaggi@clustereditori.it Giulia Spolidoro - g.spolidoro@clustereditori.it

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Il binomio in evoluzione tra vino e mondo del lavoro

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approfondimenti e nuove rubriche le nuove professioni, declinate attraverso figure professionali da comprendere meglio nelle loro funzioni e potenzialità, che rappresentano opportunità importanti per le cantine che desiderano emergere all’interno di un contesto sempre più competitivo a livello globale. L’Inchiesta per questo si sofferma sul ruolo e le competenze necessarie per figure quali lo story teller, il brand ambassador, il blogger, i comunicatori 2.0 e i wine influencer. Troverete testimonianze ed esperienze sviluppate da ragazze e ragazzi under 40 che, specialmente grazie alle nuove opportunità create dal web e dai social network, si stanno facendo largo, a conferma di come oggi sia possibile anche inventarsi una professione. Sullo stesso trend, la nuova puntata di Social Wine ha come protagonista Alessandro Mazzù, esperto consulente di web marketing, il quale snocciola consigli pratici molto utili a tutte le aziende alle prese con le dinamiche del marketing social. Postare o non postare, questo il dilemma! Se Facebook e Twitter sono social network che cominciano a mostrare cenni di cedimento nella loro popolarità mondiale, specie tra i più giovani, Instagram è in continua ascesa grazie alla possibilità di pubblicare foto del nostro bellissimo territorio. Gli under 18 adorano Snapchat, un social che permette di condividere brevi video temporanei e vero e proprio fenomeno di massa nella generazione che tra poco si avvicinerà al mondo del vino. Difficile, oggi, immaginare una declinazione di Snapchat in

cantina, ma per rimanere al passo con i tempi è indispensabile aggiornarsi e farsi trovare preparati di fronte ad abitudini che mutano molto velocemente. Assieme a Gusto & Dintorni, che proporrà idee e progetti innovativi per valorizzare il legame tra il vino e cibo, l’altra novità di questo numero è Professione Vino. La nuova rubrica mette in risalto il lavoro di figure chiave della filiera, raccontando storie di uomini e donne che interpretano il loro mestiere con una professionalità invidiata nel resto del mondo e contribuiscono a dare valore al vino made in Italy, il quale si avvicina ad un autunno molto importante anche in termini di promozione ed export. Riuscire a superare il tetto dei 6 miliardi di euro di esportazioni resta l’obiettivo dichiarato dalla filiera per questo 2018. Le prossime settimane saranno in tal senso decisive. Nel primo semestre di questo anno abbiamo sfiorato i 3 miliardi di euro di export, ovvero la metà dall’obiettivo finale, con un 4,1% rispetto in più allo stesso periodo del 2017. Alcuni segnali però sono preoccupanti: l’andamento negli Usa, Canada e Regno Unito non è con il vento in poppa e, al di là del solito boom degli spumanti, sembra ipotizzabile un rallentamento nella seconda metà dell’anno. Per questo il tema dell’internazionalizzazione caratterizzerà le attività istituzionali in agenda nelle prossime settimane. Si attendono i primi segnali anche dal mondo della politica che, superato il complicato varo della Legge di Bilancio, dovrebbe declinare anche nel mondo del vino il cambiamento annunciato.•

Giovanni Pellicci Direttore Responsabile

EDITORIALE

L

’annata 2018 del vino italiano sarà probabilmente molto buona, così come non capitava da un po’ di tempo. Per quanto le stime siano piuttosto diverse tra loro, le previsioni diffuse da Assoenologi (55 milioni di ettolitri) e IsmeaUnione Italiana Vini (49 milioni) hanno evidenziato un millesimo di nuovo in linea con i nostri standard quantitativi. Avremo i numeri ufficiali tra qualche settimana, ma è realistico immaginare una vendemmia col segno più del 15/20% per l’annata 2018, rispetto a quanto avvenuto nella complicata 2017. Al 30 settembre 2018, secondo il bollettino Cantina Italia diffuso dell’Icqrf, elaborato sulla base dei dati del Registro Telematico, erano 32,5 milioni gli ettolitri di vino in cantina. Tra questi, vini Dop per 17,6 milioni di ettolitri, 8,1 milioni di ettolitri di vini Igp e 6,7 milioni di ettolitri di vini senza denominazione. Nelle prossime pagine, troverete numerosi approfondimenti e resoconti dedicati ad alcuni dei territori in cui il lavoro di raccolta delle uve può ritenersi concluso. Alto Adige, Valle d’Aosta, Piemonte, Veneto, Liguria, Lombardia, buona parte della Toscana, e poi Sardegna fino al sud in Campania, Molise e Basilicata. Le voci degli attori della filiera che abbiamo interpellato sono ottimiste e soddisfatte dei risultati raggiunti in termini qualitativi. L’Italia dunque si candida a tornare al primo posto al mondo nella produzione di vino, mettendo in cantiere un’annata destinata far parlare di sé. Oltre al tema di attualità della vendemmia, il numero 104 de I Grandi Vini mette al centro di


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28 SCRIANI • LA QUALITÀ È LA CHIAVE PER CRESCERE

ARCONVERT • OSA ESSERE DIVERSO CON IL NUOVO CATALOGO WINE LOVERS

94 EUROPIAVE • IL GIUSTO MIX TRA STORIA E INNOVAZIONE

SOMMARIO 6 10 12 16 18 20 22 24 26 28 31 34 36 38 39 40 42 43 44 46 48 49

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L’EDITORIALE ULTIME DAL MONDO DEL VINO L’INCHIESTA • I PROFESSIONISTI DEL VINO FACCIA @ FACCIA CON…GIOVANNI MANETTI LA POLITICA NEL VINO LE SFIDE DELL’INTERNAZIONALIZZAZIONE PROFESSIONE VINO • L’ENOLOGO GUSTO E DINTORNI • ANDAR PER CANTINE…A MANGIARE SOCIAL WINE • ALESSANDRO MAZZÙ VENETO • ARRIVANO I VITIGNI RESISTENTI SCRIANI • LA QUALITÀ È LA CHIAVE PER CRESCERE WINE EXPERIENCE ALTO ADIGE • DOVE PIANTARE LE VITI? LO STABILIRÀ UN CATASTO AD HOC È CANTINE ERMES IL MIGLIOR PRODUTTORE DI VINO ITALIANO 2018 IN BASILICATA LA VENDEMMIA È DI GRAN QUALITÀ VERBO E VIRGOLA: I NUOVI GIOIELLI DI CANTINA DI VENOSA DS GLASS • DALLA SEMPLICE IDEA ALLA REALTÀ DI UN PRODOTTO CAMPANIA • DAL VESUVIO UN’ERUZIONE DI VINO SAN SALVATORE 1988 • ARRIVA LA GARANZIA CONTRO IL SAPORE DI TAPPO LA CANTINA DEL VULCANO ANIMA TRAVOLGENTE DEL VESUVIO LIGURIA • LA VENDEMMIA RIPARTE CON UNA MARCIA IN PIÙ È MOLISANO IL NUOVO AMBASCIATORE SOAVE 2018 CAMPI VALERIO • IL MOLISE CHE SI RACCONTA ATTRA VERSO I SUOI VINI

50 PIEMONTE • “IL FUTURO DELL’EXPORT PASSA DALLA SINERGIA TRA AZIENDE” 52 SARDEGNA • ALLA SCOPERTA DELLA GRANATZA 55 IL VIGNETO DELLA TOSCANA TORNA A SORRIDERE 56 RIGOLOCCIO • ALTA MAREMMA DAL FASCINO BORDOLESE 58 VALLE D’AOSTA • AIUTIAMO LA VITICOLTURA EROICA 61 LOMBARDIA • RIDUZIONE DELLE DO, LA PAROLA A RICCARDO RICCI CURBASTRO 62 FOOD AND BEVERAGENDA 64 PELLICOLE DI GUSTO 66 TENDENZE SPARKLING 68 DISTILLATI & CO. 69 NEWS BIO & GREEN • STEFANO BELLOTTI 70 EXTRAVERGINE NEWS 72 LUPPOLO E DINTORNI • ASSALTO ALLA CRAFT BEER 74 FIERE IN CALENDARIO 78 VIGNA & CANTINA • LA RIVOLUZIONE DIGITAL NEL MONDO DELLE MACCHINE AGRICOLE 82 ARCONVERT • OSA ESSERE DIVERSO CON IL NUOVO CATALOGO WINE LOVERS 84 ETICHETTA.IT: L’ETICHETTA PREGIATA PER LA TUA PRODUZIONE DI VINO 86 ARRIZZA SRL: LA CERTEZZA DELLA QUALITÀ 88 ARDEA SEAL • IL TAPPO HIGH TECH PER VINI DI QUALITÀ 90 ZANOTTI: ECCELLENZA TECNICA AL SERVIZIO DEL VINO 92 SUPERCAP • L’ELEGANZA DEL DESIGN, LA SICUREZZA DI TECNOLOGIE ALL’AVANGUARDIA 94 EUROPIAVE • IL GIUSTO MIX TRA STORIA E INNOVAZIONE 96 R.I.V.E. TORNA ALLA FIERA DI PORDENONE DAL 27 AL 29 NOVEMBRE 98 NEWS TECNICHE DALLE AZIENDE


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Ultime dal mondo del Vino di Giovanni Pellicci

DIBATTITO APERTO

ANTEPRIME DEL VINO: IL PIEMONTE ANTICIPA TUTTI I vini del Consorzio del Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani di scena già il 23 gennaio ad Alba

compromesso perché per certi vini poter aspettare qualche mese in più, da un punto di vista tecnico può essere utile. Ma essere giudicati per primi vuol dire anche avere un po’ di anticipo sui media, e poi

Il Piemonte gioca di anticipo e spiazza perfino l’a-

abbiamo pensato di sfruttare un periodo più tran-

pripista Toscana. Saranno infatti i vini delle Langhe

quillo e meno inflazionato di eventi”.

e Dogliani ad inaugurare il calendario enologico

“Le anteprime – continua Ascheri - hanno ancora

2019, in seguito alla decisione del Consorzio di an-

un ruolo importante per stampa e professionisti,

ticipare già a fine gennaio gli appuntamenti delle

ma probabilmente sono un format un po’ stanco

Anteprime piemontesi. Nebbiolo Prima, dal 23 al

rispetto a 20/30 anni fa quando sono nate. E poi bi-

27 gennaio, e Grandi Langhe il 28 ed il 29 genna-

sogna considerare l’aspetto della rappresentatività

io, sempre ad Alba, arriveranno prima di tutti, dato

della stampa che interviene, perché è un dato di

che la classica settimana delle Anteprime dei vini

fatto che molti dei giornalisti e dei critici più influen-

toscani si terrà a febbraio, esattamente dal 9 al 16.

ti a livello internazionale ed italiano alle anteprime

Ma a tornare di attualità è tutto il format comples-

non vanno, perché si fanno spedire prima i cam-

sivo di una serie di eventi che cominciano ad avere

pioni da degustare. E poi, come Consorzio, stiamo

sulle spalle numerosi anni e che già nel recente

ragionando anche su una comunicazione che però

9 febbraio - Anteprima collettiva regionale a Firenze

passato sono stati al centro del dibattito, circa le

sia rivolta, oltre che ai professionisti a cui Grandi

10 febbraio - Chianti Lovers a Firenze

modalità e le tempistiche dentro un calendario già

Langhe è dedicato, ai consumatori finali del mon-

11-12 febbraio - Chianti Classico Collection a Firenze

molto fitto.

do, che poi sono quelli che prendono davvero le

12-13 febbraio- Anteprima Vernaccia di San Gimignano

“Le Anteprime hanno ancora un loro ruolo, sicura-

decisioni di consumo. C’è un progetto in cantiere,

13-14 febbraio - Anteprima Vino Nobile di Montepulciano

mente, ma forse sono un format un po’ stanco, e

che probabilmente vedrà la luce nel 2020”.

15-16 febbraio - Benvenuto Brunello

che va ripensato – ha dichiarato a WineNews, Mat-

Il Consorzio piemontese, di cui Ascheri è Presiden-

teo Ascheri, che guida il Consorzio del Barolo Bar-

te da aprile 2018, conta oltre 500 aziende vitivini-

PRINCIPALI FIERE 2019

baresco Alba Langhe e Dogliani - . Il tempismo oggi

cole associate che rappresentano 10 mila ettari di

17-19 marzo 2019 - ProWein

è determinante, perché parlando di anteprima è

vigneti in Langa e Roero e 65 milioni di bottiglie.

7-10 aprile 2019 - Vinitaly

PRINCIPALI EVENTI DI INIZIO 2019 26 e 27 gennaio - Wine&Siena a Siena

fondamentale uscire in anticipo. Ovviamente è un

EVENTI

LA FIVI È DI SCENA A PIACENZA A NOVEMBRE

Sabato 24 e domenica 25 novembre torna l'appuntamento con il Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti FIVI. L’ottava edizione della manifestazione è in programma negli spazi espositivi di Piacenza Expo. La novità principale di quest'anno sarà l'estensione dell'area espositiva riservata ai vignaioli, che potranno quindi occupare l'intero padiglione 1. “L'anno scorso – spiega Matilde Poggi, presidente FIVI – eravamo più di 500 vignaioli e ci sembrava già un grande traguardo se pensiamo che alla prima edizione

Il 24 e 25 novembre appuntamento con l’ottava edizione con protagonisti oltre 600 dei 1200 vignaioli indipendenti

eravamo poco più di 200. Quest'anno con l'intero padiglione dedicato ai vignaioli potremo arrivare a 600 postazioni. Considerato che i soci FIVI ad oggi sono circa 1200 vuol dire che uno su due potrà partecipare al Mercato di Piacenza. Ci sono grandi aspettative per questa edizione che sarà anche l'occasione per proseguire nei festeggiamenti per il decennale dell'associazione”.

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Ultime dal mondo del Vino di Giovanni Pellicci

VIDEO CONTEST

L’ANIMA DEL BAROLO VINCE IL WINE SPECTATOR VIDEO CONTEST 2018 punto la famiglia. Anna, Valentina e Davide che già

Il video che descrive la vita quotidiana della famiglia Abbona, proprietaria della Cantine Marchesi Barolo, si è aggiudicato il concorso internazionale

collabora con noi, sono il fulcro di tutto e credo che il regista Will Miceli abbia colto questa nostra unione. Ha avuto un occhio gentile e un gusto attento, oltre che una straordinaria sensibilità ai dettagli. Mi congratulo vivamente con lui per questo grande

"The Soul of Barolo”, il video delle Cantine Marchesi

risultato”. Questo il commento di Ernesto Abbona,

di Barolo, si è aggiudicato il Wine Spectator Video

Presidente delle Cantine Marchesi di Barolo. Il vi-

Contest 2018. Il video, offrendo spaccati di vita

deo racchiude tutto ciò in soli due intensi minuti,

quotidiana, mette in luce il grande amore e la de-

che saranno proiettati durante la Wine Experience

dizione della famiglia Abbona per la terra e l’azien-

di New York dal 18 al 20 ottobre.

da, insieme alla grande capacità della famiglia di rimanere unita ritrovandosi in momenti conviviali nonostante gli impegni e la frenesia. Il video, girato da Will Miceli della Fremont Films, ha “saputo trasmettere, attraverso una prospettiva unica, la nostra terra e la quotidianità che ogni giorno viviamo, in famiglia e in azienda. Valentina, nel video, con il suo racconto ha preso idealmente per mano ogni ‘spettatore’, rendendolo protagonista di un autentico momento di vita italiana, dove il tempo si ferma

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Spolverate il tutto con una buona dose di preziosi

porter” costituisce un vademecum facile e com-

consigli ed otterrete quel cocktail

pleto per quella nuova generazione di donne che

elegantemente in-

vive il vino con curiosità e sincero trasporto. Tante dritte interessanti per guidare alla scoperta di un mondo dall’appeal sconfinato un sempre più nutrito pubblico di wine girls, siano esse grandi estimatrici, o aspiranti tali. (g.m.)

Un must-have per ogni enoappassionata firmato Francesca Negri, giornalista e Donna del Vino

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L’INCHIESTA I PROFESSIONISTI DEL VINO di Claudia Cataldo

I nuovi professionisti

I

del

vino

Nuovi ruoli e nuovi spazi, per lavorare nel vino fuori dai tradizionali schemi. Il lavoro del futuro? Probabilmente deve ancora essere inventato

l mondo cambia veloce. Quello che funzionava ieri, quasi mai va bene anche oggi. Cambiano le logiche di mercato, cambiano i consumatori, le percezioni, gli usi. Cambiano anche i lavori: le professioni del vino, ad esempio, si snocciolano oggi lungo un asset di possibilità.

Molte professioni dell’attuale comparto vino sono importanti quanto difficili da descrivere. A volte non basta un nome: sono ruoli nuovi, fluidi, viscosi, che si trasformano con estrema

versatilità, che escono dalle logiche del dove e quando, che aiutano i produttori a vendere e a raggiungere nuovi target, di mercato e di consumatori. Nuovi percorsi di formazione,

nuove aspirazioni: si tratta di wine tellers, brand ambassador, wine blogger e altre professioni che ci viene ancora difficile descrivere usando la nostra lingua. E sempre più il futuro sarà così, chi vuole lavorare in questo settore può e deve trovare il suo – spesso nuovo – spazio. •

LAURA DONADONI Professione: story teller e brand ambassador Laura Donadoni nasce a Bergamo 36 anni fa, dopo una laurea in Scienze della Comunicazione, anni di lavoro nelle redazioni di cronaca locali e regionali e il superamento a pieni voti dell’esame di idoneità a svolgere la professione di giornalista, fa della sua passione per il vino la sua professione. La sua carriera comincia come giornalista enogastronomica, scrive per numerose e prestigiose riviste italiane, per poi diventare anchor woman radiofonica per reti radio locali e nazionali. Laura è una Sommelier certificata presso la North American Sommelier Association e la World Sommelier Association, Wset level 3 advanced sommelier; è uno dei pochi Vinitaly International Italian Wine Ambassadors con Vinitaly Academy e un Wine Educator certificato, giudice ufficiale per la San Francisco

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Chronicle Wine Competition e altre gare internazionali, membro della Los Angeles Wine Writers Association, direttore del programma Wine Education per il National Food and Beverage Museum. Si definisce “giornalista a cui piace raccontare il vino come se fosse una notizia di cronaca”, vive negli Stati Uniti da quasi cinque anni, prima a Los Angeles, ora a San Diego, ma la sua attività di promozione dei vini

italiani è nazionale, in tutti gli Stati Uniti. È presidente e fondatrice dell’agenzia di comunicazione specifica per il vino LA COM che opera in tutto il territorio statunitense e conosciuta in California come The Italian Wine Girl: il suo blog e il suo canale Instagram @ theitalianwinegirl contano decine di migliaia di followers. Come è nata la tua passione per il vino?


“Il vino fa parte del mio DNA: ho trascorso l’infanzia in campagna e tra i vigneti di mio nonno paterno. Ho respirato l’odore del mosto e della fermentazione da quando sono nata, ho vissuto tutte le vendemmie come una festa di famiglia e queste esperienze hanno lasciato un segno indelebile. Per me il vino è più di una passione, è parte di me, della mia persona, è parte di una storia millenaria, quella italiana, in cui mi sento profondamente radicata e poter essere ambasciatrice di questi valori nel mondo è per me motivo di grande orgoglio”. Come definiresti il tuo lavoro? “Rispondo sempre a questa domanda con un sorriso. E’ difficile definire la mia professione, ma ho la fortuna di avere un lavoro che mi fa sorridere, appunto, e in cui trovo profonda soddisfazione. Il mio background è il giornalismo: sono giornalista professionista, mi sono occupata per anni di politica e cronaca sia per la carta stampata, sia per la radio, sia per la tv. Poi, anche grazie ai sentieri tortuosi della mia vita, mi sono resa conto che avrei potuto impiegare le mie conoscenze di comunicazione e story telling ad un altro settore, quello delle nostre eccellenze enogastronomiche italiane, che seppur apprezzatissime, hanno ancora bisogno di essere spinte e valorizzate all’estero. E soprattutto difese nella loro autenticità. Ho completato quindi la mia formazione acquisendo diplomi di sommelier, di wine educator, di professional taster con i più prestigiosi istituti internazionali e oggi mi occupo di wine marketing, ma con un approccio giornalistico, educativo e di pubbliche relazioni: mi piace pensare che il mio lavoro sia far innamorare gli americani del vino italiano. Una missione, più che una professione”. Quali sono gli aspetti del tuo lavoro che preferisci? “I momenti in cui provo le più grandi soddisfazioni sono due: la ricerca di storie e vini degni di essere raccontati sul mio blog o sui miei canali social, quindi l’aspetto più giornalistico del mio lavoro. Mi dà grande gioia comunicare qualcosa di bello, introvabile, unico e ricevere i feedback dei miei lettori che mi scrivono come il mio video o il mio reportage sia stato utile e stimolante per la loro ricerca di vini e di sapori. Mi fa sentire davvero ambasciatrice di certi valori, della qualità, dell’unicità, dei nostri vini. Il secondo momento in cui provo grande soddisfazione è la wine education: quando durante i miei seminari incrocio lo sguardo dei partecipanti mentre assaggiano i vini che ho scelto e raccontato e scorgo quel guizzo di sorpresa, di eccitazione, di meravi-

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glia, sento di aver portato a termine la mia missione. È qualcosa di indescrivibile, è la gioia della condivisione che il vino può regalare”. Cosa vedi del vino italiano dalla tua “prospettiva”? Che consigli ti sentiresti di dare ai produttori di vino del nostro Paese? “Dove vivo, Oltreoceano, la percezione dei vini italiani è, diciamo, in divenire. Negli Stati Uniti stiamo vivendo un periodo di transizione tra le vecchie generazioni di immigrati, importatori e ristoratori che hanno avuto il merito di aprire il mercato e le nuove generazioni di italiani che stanno cercando di esportare un livello culturale e di qualità maggiore in termini di cibo e vino. Mi spiego meglio: se fino a 15 anni fa il vino italiano era identificato ancora con il fiaschetto impagliato di Chianti o con il Lambrusco più economico che vi viene in mente, oggi, aggiungerei Grazie a Dio, non è più così. Giovani importatori e ristoratori stanno contribuendo ad alzare il livello di qualità del vino importato e ad educare i palati americani ad altri standard. Nel frattempo anche la generazione di consumatori in Usa è cambiata: si parla tanto dei Millennials, sono proprio loro che dettano le regole del mercato oggi e si tratta di una generazione sempre alla ricerca di novità e di stimoli, i trentenni non si accontentano dell’idea stereotipata di una nazione o di un prodotto, hanno sete di conoscenza. C’è quindi un grande potenziale. Ai nostri produttori consiglio di non lasciarsi sfuggire l’occasione, perché questi sono gli anni in cui gli Americani stanno diventando più ricettivi nel settore del vino. Sono curiosi, hanno voglia di conoscere nuovi vitigni, di assaggiare, di sperimentare. Chi approccia il mercato Usa deve calcolare che si mette in competizione con il mondo. Non con la provincia confinante, o il Consorzio concorrente. Con il mondo. Quindi per farsi strada in un mercato estremamente competitivo come quello americano è necessario trovare un perché: perché dovrebbero volere il mio prodotto e non quello delle altre centinaia di cantine che esportano lo stesso vino? Che cosa ho io di unico? Qual è la mia storia? Una volta individuato questo, bisogna comunicarlo nel modo giusto, con i canali giusti, alle persone giuste. C’è molto lavoro da fare, ma ne vale la pena”. Il mondo del vino è in continuo cambiamento e così è per le sue professioni… cosa succederà in futuro? “Dal mio punto di vista, ovvero da residente negli Stati Uniti, dove in genere le tendenze si verificano prima che nel resto del mondo, ritengo che nell’immediato futuro la comunicazione avrà un ruolo sempre maggiore nelle pro-

fessionalità di settore. Come spiegavo poco fa: non basta produrre un eccellente vino, bisogna farlo sapere e farlo sapere anche alle persone giuste e influenti o al target migliore. Ritengo però che ognuno debba avere la propria professionalità: non è pensabile che un produttore debba anche farsi carico delle strategie di marketing o dei social media o di aprire i mercati all’estero. E’ una mossa destinata al fallimento. Ognuno deve fare il suo mestiere, per dirla con franchezza. Le nuove professioni del mondo del vino saranno quindi senza dubbio legate a questi ambiti: commercio estero e comunicazione. I produttori o gli enologi devono continuare a concentrarsi nella produzione del miglior vino possibile e lasciare che siano gli export manager o i brand ambassador ad occuparsi degli altri aspetti. E’ quello che succede regolarmente nelle cantine californiane, anche quelle a conduzione familiare. Ed è un modello che funziona”. Gran parte del tuo lavoro si basa sulla comunicazione del vino, un campo ancora in parte inesplorato dai nostri produttori. Cosa ne pensi? Così è oggi la comunicazione del vino e come va affrontata? “Come già accennato ritengo che la comunicazione al giorno d’oggi sia imprescindibile per le cantine (e per ogni azienda), ad ogni livello, dalle piccole boutique winery, ai grandi gruppi commerciali. Il mercato americano è difficile e competitivo, ma può regalare soddisfazioni e stabilità ai produttori. Quello che spesso faccio fatica a far capire loro è che per accedere a questo mercato devono cambiare mentalità. Troppe cantine in Italia (a volte anche Consorzi, e questo è molto grave) trascurano la comunicazione, non sono dotate dei più elementari strumenti come un sito internet (figuriamoci in lingua inglese), di account sui social media o di semplice materiale descrittivo come volantini o schede digitali dei vini. E pretendono di mettersi sul mercato statunitense. Credono di poter accedere a questo mercato semplicemente spedendo alcuni campioni a potenziali importatori, accompagnati da email dall’inglese a dir poco maccheronico. Questo forse funzionava negli anni ’80, quando nessuno esportava, gli Americani bevevano solo birra, caffè e latte (anche a pasto, altro che abbinamento cibovino!) e c’era spazio per tutti. Il mercato è cambiato, si è fatto globale, digitale, visivo: purtroppo chi non riesce a tenere il passo non può sperare di puntare ai mercati esteri. Chi invece vuole tentare il salto, deve essere pronto a fare scelte coraggiose, anche costose, ma d’altra parte, senza investimenti, un’azienda non può puntare in alto, può soltanto sopravvivere”. •


EMANUELE TRONO Aka Enoblogger, wine influencer e comunicatore Emanuele Trono ha 26 anni e ama definirsi un comunicatore del vino 2.0. Si è laureato in Business and Management, con un master in Italian Wine Culture all’Università del Gusto di Pollenzo, per poi arricchire il suo profilo frequentando il percorso da Sommelier AIS. Circa due anni fa decide di approdare su instagram con un profilo che parlasse di vino, Enoblogger, che nel tempo è cresciuto fino a contare quasi 75 mila followers. Così sono partito, iniziando ad entrare in contatto con le più importanti aziende di vino in Italia e non solo. Oggi Emanuele lavora con Signorvino, Tannico, Il gruppo Santa Margherita, Ferrari e tanti altri nomi. Oltre alla professione online, di blogger e influecer, si occupa anche di pianificazione strategica ed è consulente di comunicazione e digital marketing per diverse cantine. “Questa professione è nuovissima e posso dire di averla costruita ed adattata su di me, il lavoro e le richieste stanno aumentando e questo mi porta ad essere spesso in giro per l’Italia, ma è fondamentale per avere spunti e poter consigliare al meglio chi ha deciso di affidarsi a me per curare la comunicazione”. Come è nata la tua passione per il vino? “La mia passione per il vino nasce all’incirca 5 anni fa, quando lavorando in un bar cominciai a servirlo ai clienti. Era una bevanda che aveva fascino e così decisi di iscrivermi ad un corso di avvicinamento per scoprire i segreti che c’erano dietro la produzione e le tecniche di degustazione. Dopo quel corso l’amore per il

vino e cresciuto e ora sono riuscito a farne un lavoro a tempo pieno”. Come definiresti il tuo lavoro? “Mi definisco un comunicatore, digitale e non, in quanto grazie ai social riesco ad essere in contatto con molto più persone contemporaneamente, ma poi quando è possibile mi piace conoscerle di persona e scambiarci opinioni live. Questo lavoro è n continuo cambiamento e bisogna essere aggiornati con gli ultimi trend, non ci si può adagiare e bisogna essere molto curiosi”. Quali sono gli aspetti del tuo lavoro che preferisci? “Mi piace tantissimo il fatto che posso lavorare ovunque io sia, mi bastano un pc ed una fotocamera. Quindi non ho un ufficio fisso, per esempio in questo momento ad esempio sono nel dehor di un bar di Verona. Inoltre mi piace tantissimo il fatto di poter viaggiare e poter conoscere tutte le diverse realtà del mondo del vino, confrontandomi direttamente con i produttori. Questo mi dà un valore aggiunto incredibile è fondamentale per poter creare strategie di comunicazione che meglio si adattino ad ogni diversa realtà”. Cosa vedi del vino italiano dalla tua “prospettiva”? Che consigli ti sentiresti di dare ai produttori di vino del nostro Paese? “Per quanto riguarda il digitale vedo che c’è ancora tantissima confusione e paura. Questo deriva dal fatto che è un mondo in continua evoluzione e che cambia ogni giorno. Io non posso permettermi di non essere ag-

giornato sulle novità, altrimenti il servizio che do ai miei clienti non sarebbe coerente. Il mio consiglio è quello di credere nel digitale in quanto i clienti del futuro sono già su queste piattaforme ed è un investimento importante che va fatto fin da subito per non farsi trovare impreparati. Bisogna però affidarsi a dei professionisti che abbiano a cuore la riuscita dei progetti”. Il mondo del vino è in continuo cambiamento e così è per le sue professioni… cosa succederà in futuro? “Le persone sono sempre più interessate al vino, specialmente i giovani, li vedo molto curiosi di scoprire i segreti dei produttori e dei diversi territori. Quindi credo in un trend in ascesa che porterà questo settore a crescere ancora, ma per restare sul pezzo dovrà obbligatoriamente svecchiarsi e dare esperienze di alto valore a chi si interessa. Sarà importantissimo dare spazio ai racconti del territorio e creare esperienze a 360 gradi che coinvolgano più settori, e che vadano a creare delle collaborazioni tra diversi player di diversi settori. Inoltre la comunicazione è fondamentale, chi comunicherà la

propria identità senza filtri e si avvicinerà al consumatore avrà senz’altro delle belle chance di crescita a livello di brand reputation”. Gran parte del tuo lavoro si basa sulla comunicazione del vino, un campo ancora in parte inesplorato dai nostri produttori. Cosa ne pensi? Come è oggi la comunicazione del vino e come andrebbe affrontata? “Come dicevo penso che ci sia parecchio lavoro da fare, ci sono un oceano di potenzialità inesplorate, per esempio con alcuni dei miei clienti stiamo già iniziando a lavorare su questi aspetti e i risultati che si raccolgono in pochi mesi sono incredibili. Ormai la comunicazione passa obbligatoriamente attraverso il digitale, e chi non si digitalizza sarà inevitabilmente nascosto ad un pubblico futuro molto attento alla qualità di ciò che assaggia. Il segreto è affidarsi ai consigli di chi ad esempio come me conosce molto bene questi strumenti perché li utilizza tutti i giorni ormai da anni e insieme si può andare a strutturare al meglio il proprio posizionamento e la propria reputazione digitale”.•

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di Giovanni Pellicci

GIOVANNI MANETTI Presidente del Consorzio del Vino Chianti Classico

Chianti Classico,

la sfida è fare ancora meglio Giovanni Manetti è il nuovo Presidente del Consorzio: le sfide al centro del suo mandato alla guida di una denominazione da anni in salute ma che punta a fare sempre meglio

G

iovanni Manetti, 55enne, chiantigiano doc, è stato nominato ad agosto presidente del Consorzio Vino Chianti Classico. Il proprietario dell’azienda chiantigiana Fontodi è stato eletto all’unanimità (per acclamazione, praticamente), raccogliendo dopo 6 anni il testimone da Sergio Zingarelli. Manetti è il Presidente n° 14 del Gallo Nero. @ Che sensazioni ha sulla vendemmia 2018 in Chianti Classico? “Il Sangiovese nel Chianti Classico presenta uve molto belle, ricche di succo e quindi ci sono tutte le condizioni. Nasceranno vini ottimi, caratterizzati da armonia, eleganza ed equilibrio, proprio come ci richiede il mercato. E, finalmente, vista la scarsezza dell’annata 2017, sarà un’annata importante anche in termini quantitativi. Siamo fiduciosi”. @ C’è una parola che caratterizzerà il suo mandato? “Ulteriore valorizzazione. Nel mio discorso programmatico l’ho messa al centro perché l’obiettivo di questo mandato sarà quello di

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garantire una valorizzazione sempre migliore della denominazione Chianti Classico, sotto tutti gli aspetti. In particolare, lavoreremo per garantire una maggiore redditività ai nostri soci, attraverso un posizionamento più alto dei nostri vini così da avere maggiori margini da riservare sia alla copertura dei costi che a favore di nuovi investimenti”. @ Una delle principali sfide del suo mandato sarà quella di rafforzare ulteriormente il legame che, in Chianti Classico, esiste tra vino e territorio. Per questo state lavorando sia alla candidatura Unesco del Chianti Classico come paesaggio culturale che alla governance del Distretto Rurale del Chianti. Quali saranno i prossimi passi

in tal senso? “Opereremo con grande continuità rispetto al lavoro fatto dallo scorso Consiglio, portando avanti entrambi i progetti. La candidatura Unesco è stata formalmente presentata al Ministero dei Beni Culturali che dovrà quindi trasmetterla all’Unesco, Ciò avverrà nei prossimi mesi. Il percorso è avviato: siamo fiduciosi e consapevoli di avere tutti i requisiti per rispondere alle caratteristiche previste. Per quanto riguarda il Distretto Rurale si è già formata l’associazione di Distretto; il nostro Consiglio ha scelto 7 membri tra i nostri soci che vanno a comporre, assieme ad altrettanti rappresentanti delle amministrazioni comunali della nostra denominazione, un organismo paritetico in cui pubblico e privato saranno

Giovanni Manetti La passione per il mondo del vino di Giovanni Manetti, che ama definirsi viticoltoreartigiano lo ha portato a viverne molteplici aspetti, da tecnico, da imprenditore e da partecipante attivo alla vita della denominazione, come consigliere del CdA dal 1992 e poi, dal 2012, in veste di Vice Presidente del Consorzio Vino Chianti Classico. Questa esperienza varia e matura ha accolto il pieno consenso delle differenti categorie, rappresentate nel Consiglio di Amministrazione del Consorzio (viticoltori, vinificatori, imbottigliatori), le quali hanno condiviso un approccio strategico basato sulla ulteriore valorizzazione della denominazione Vino Chianti Classico attraverso una continua ricerca della qualità del prodotto fatta di autenticità e territorialità, migliorandone il posizionamento e l’immagine sui mercati nazionale e internazionale.


chiamati a cooperare per redigere un progetto di sviluppo socio economico del nostro territorio. Il nostro obiettivo è quello di intercettare risorse pubbliche e comunitarie da destinare ad infrastrutture ed interventi di gestione del territorio, nonché favorire il miglioramento e il dialogo tra il mondo produttivo e le amministrazioni comunali che è alla base della crescita di un territorio. E’ una sfida affascinante e che riguarda il futuro della nostra terra: siamo pronti a fare la nostra parte”. @ Quale è stata una delle sue prima decisioni da Presidente? “Oltre alle nomine dei membri che rappresentano il Consorzio all’interno dell’associazione di Distretto; abbiamo dato vita alla Commissione marketing per la gestione della denominazione. Si tratta di un organismo consultivo, eletto dal Consiglio e composto da 7 membri, a cui spetta il compito di redigere il piano marketing e comunicazione per il mandato triennale, nonché controllare la sua esecuzione e rendicontazione. Si tratta di investire al meglio le risorse che abbiamo: sarà quindi un piano strategico, che si avvarrà nello staff interno del Consorzio che credo possa rappresentare un riferimento di alto valore visti i risultati raggiunti finora. Poi rientra tra i miei obiettivi anche quello di portare avanti il progetto delle Menzioni Geografiche Aggiuntive che servirà anche a far crescere ulteriormente la Gran Selezione, per la quale si potrebbe ampliare la base ampelografica del vitigno Sangiovese, attualmente all’80%”. @ Turismo e politiche agricole riuniti sono un unico Ministero. Cosa si attende dal Ministro Centinaio? “Siamo fiduciosi che il nuovo Governo e il nuovo Ministero, così ridisegnato, possano lavorare bene. In questa fase siamo in attesa di vedere i primi provvedimenti che arriveranno. Mi piacerebbe, se fosse possibile, avere un incontro diretto con il Ministro in Chianti Classico: da parte nostra c’è la massima disponibilità a collaborare insieme. Ovviamente per i giudizi è molto preso, sia per la mia recente nomina sia per quella dello stesso Ministro. Adesso è il momento di lavorare”. @ Sta tornando di attualità il dibattito sul format delle Anteprime dei vini. Il Piemonte nel 2019 anticiperà tutti: sarà all’ordine del giorno una revisione o un aggiornamento del format anche da parte vostra?

“La nostra Anteprima è un evento di grande successo, sotto tutti i punti di vista. Il format attuale è invidiato da tutti e non mostra elementi di stanchezza. Ogni anno assistiamo alla crescita delle domande di partecipazione da parte dei nostri soci così come da parte della stampa. La Stazione Leopolda è quasi al limite della sua capienza ma non dobbiamo toccare nulla. Stiamo già lavorando a piccole novità, come facciamo ogni anno, ma non ci sarà alcun stravolgimento e non è in programma alcuna riconsiderazione di quello che rappresenta l’evento più importante dell’anno per la nostra denominazione”. @ Finalmente sono stati sbloccati i fondi Ocm Vino che consentiranno di pianificare nuove azioni per rafforzare l’export del vino italiano nei prossimi mesi. Oltre ai consueti sbocchi di riferimento, a quali mercati guarderà il Chianti Classico d’ora in avanti? “Il Chianti Classico esporta vino per il 77% della sua produzione ed ha negli Usa, la Germania e il Canada i mercati chiave per un totale di 130 Paesi in cui esportiamo nel mondo. Nell’immediato ci concentreremo soprattutto sul continuare ad investire per rafforzare la nostra posizione nei mercati classici, ovvero negli Stati Uniti e il Canada. Gli Usa, in particolare, stanno godendo di una condizione economica favorevole con aumento dei consumi: per questo dobbiamo continuare ad investire ed essere presenti in modo efficace. La nuova attività che abbiamo sviluppato per dialogare con la ristorazione americana ci sta dando risultati molti significativi, avendo intercettato i responsabili delle cantine dei ristoranti e i sommelier, coinvolgendoli in seminari dedicati al nostro territorio e invitandoli in visita in Chianti Classico. Ciò ci garantisce un ritorno immediato in termini di posizionamento sul mercato ed aumento delle referenze nelle carte dei vini dei ristoranti. E’ un modello che vorremmo ripetere anche in altri Paesi. Ovviamente continueremo a portare avanti una forte attività attraverso i canali social nonché i nostri Ambasciatori nei mercati chiave. In un’ottica più ampia, lavoriamo e continueremo a lavorare sui mercati del Sud/Est asiatico che hanno potenzialità di crescita enormi, a partire ovviamente dalla Cina che è un mercato ancora piuttosto giovane ma al quale rivolgeremo grande attenzione, attraverso investimenti strutturati”.•

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Le sfide

di Giovanni Pellicci

dell’internazionalizzazione Mentre il ministro Centinaio comincia a muovere i primi passi, approfondiamo i risultati del Wine Trade Monitor 2018 secondo cui l’Italia è destinata a crescere ulteriormente entro il 2020

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olitica e vino stanno vivendo una fase interlocutoria. Dopo la pausa estiva, la priorità degli addetti ai lavori è tornata ad essere l’internazionalizzazione. La filiera sta dando tempo al nuovo Governo e al ministro Gian Marco Centinaio per lavorare. Il tempo della campagna elettorale è terminato, si attendono risposte e azioni concrete. Presto, infatti, cominceranno ad esserci snodi chiave e confronti rispetto alle prime decisioni che saranno adottate. Il ministro è in una fase di approfondimento, durante la quale parla poco ufficialmente ma si dedica ad approfondire la conoscenza del settore, con incontri faccia a faccia sul territorio (che molte aree sperano possano estendersi) e partecipazione ad appuntamenti internazionali di riferimento, dove muovere tessere importanti per il mosaico Italia che, nel suo disegno, vedrà sempre più forte il rapporto tra vino e turismo. Il primo esempio di questi appuntamenti è stato il confronto tra il ministro e i vertici di Veronafiere. “Il confronto avviato con il ministro Centinaio – spiega

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il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese – è stato molto positivo sulla collaborazione per la promozione internazionale delle eccellenze agroalimentari italiane attraverso gli strumenti fieristici”. “L’incontro – aggiunge il Dg di Veronafiere, Giovanni Mantovani - ha confermato la piena sintonia con le linee d’azione del ministero: progetti concreti per le aziende; internazionalizzazione; valorizzazione dell’abbinamento tra prodotti enogastronomici e territori”. Successivamente il ministro Centinaio ha partecipato, dal 26 al 29 settembre, a Wine South America, la manifestazione di VeronafiereVinitaly che ha rappresentato il debutto sul mercato vitivinicolo sudamericano. Internazionalizzazione si ma come? E’ quindi internazionalizzazione la parola chiave di questo primo scorcio del mandato. In attesa di monitorare i prossimi passi e le prime decisioni operative che saranno adottate, è interessante soffermarsi sull’analisi dell’interessante lavoro diffuso da Sopexa, agenzia specializzata nel Food & Drink a livello internazionale,

che a settembre ha presentato i risultati del Wine Trade Monitor 2018, il quale delinea le prospettive future e che per la prima volta si è esteso alle bollicine. Attraverso il coinvolgimento degli operatori locali, l’obiettivo è stato quello di anticipare i trend che si profileranno per i prossimi due anni. Il focus ha riguardato i mercati di Belgio, Stati Uniti, Canada, Cina, Hong Kong e Giappone, con 781 professionisti interpellati tra importatori, agenti, grossisti, distributori e pure player dell’E-commerce, chiamati in causa. Ecco le principali conclusioni dello studio. I vini francesi restano imprescindibili per 9 professionisti interrogati su 10. Seguono i vini italiani (76%) e spagnoli (71%). Parallelamente, acquistano importanza alcuni competitor, indicati dal 45 al 56% degli operatori, guidati da Cile, Australia e Stati Uniti. I vini italiani guadagnano terreno e l’Italia viene indicata dal 41% degli operatori tra i Paesi d’origine le cui vendite progrediranno maggiormente da oggi al 2020. I nostri vini ottengono i migliori risultati in

Canada dove il 2/3 degli operatori ci posizionano al terzo posto delle vendite. Per quanto riguarda i prossimi due anni, il 56% stima che l’Italia rimarrà una delle tre origini che cresceranno di più. I vini italiani guadagnano in maggiore visibilità anche in Cina dove entrano al terzo posto della classifica 2017 del 43% degli operatori interrogati. Questa tendenza conserva l’impulso poiché fanno la loro entrata tra i tre migliori aumenti di vendite previste da oggi al 2020.

“I principali vantaggi commerciali dei vini italiani in Cina e in Canada - commenta Andrea Ferrero, presidente del Consorzio Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani - sono riconducibili a diversi aspetti: innanzitutto alla straordinaria varietà dei vitigni italiani. Abbiamo un patrimonio importante di vitigni autoctoni, questo contribuisce sicuramente ad elevare ancora di più l’interesse dei mercati terzi nei confronti dei vini italiani. Poi abbiamo anche un rapporto qualità/ prezzo eccezionale. Possiamo trovare sul mercato denominazioni importantissime, qualità eccezionale, super controllata, secondo me a un prezzo, rispetto ad altre tipologie estere”. •


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Professione Vino di Marina Ciancaglini

All’enologo? serve tatto con le uve

e con le persone

Servono non solo abilità e nozioni tecniche ma anche sangue freddo e capacità di relazionarsi con le persone

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uella dell’enologo è sicuramente una professione che ha subito dei cambiamenti negli anni: dai “super winemaker” degli anni ‘90 e inizio duemila - grandi nomi che potevano fare anche la differenza sulle guide - a dei tecnici che spesso lavorano dietro le quinte. Leonardo Tofani, enologo toscano che collabora come consulente con molte realtà, spesso diverse tra di loro, delinea un’attività fatta di soddisfazioni ma anche di nottate insonni. Qual è il tipo di azienda che segue? “Di solito sono realtà medio-piccole”. Quali sono, in generale, le difficoltà di questo lavoro? “In molti periodi dell’anno non ci sono orari e giorni di festa e per chi, come me, è un consulente con più collaborazioni ci sono da mettere in conto anche gli spostamenti, spesso lunghi, per raggiungere le cantine”. E il momento più difficile dell’anno? “Sicuramente quello della vendemmia, non solo per le scelte che si devono prendere, senza margine di errore e spesso in tempo reale, ma anche per alcune variabili imponderabili come il meteo. E’ il periodo dove ci si gioca il lavoro di un anno e dove domina l’insonnia! Nelle annate complicate, come questa, si accentua tutto. Poi, ci sono anche le pressioni del proprietario dell’azienda

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e qui bisogna rimanere lucidi per prendere le decisioni giuste, discutendo, se necessario, con la proprietà”. Quali, invece, le gratificazioni? “Per me variano molto soprattutto in relazione al rapporto che riesco a instaurare con le persone. In generale, quando riesco a contribuire alla realizzazione di un buon vino; molti colleghi credono che il vino sia fatto dall’enologo, invece siamo solo dei tasselli in un’orchestra composta da più voci”. Quanto è difficile il rapporto con il cliente? “Beh… a volte penso che nella facoltà di enologia dovrebbero inserire almeno un esame di psicologia”! Qual è l’aspetto più delicato di questa professione? “Al di là degli aspetti tecnici, la cosa che spesso richiede più attenzione e sensibilità sono proprio i rapporti con le persone. Il consulente è un elemento esterno che entra in un microcosmo –l’azienda vinicola - fatto di suoi equilibri e sapersi interfacciare non solo con la proprietà ma anche con tutti i lavoratori è fondamentatale. Mi ha aiutato tantissimo il fatto che, prima di diventare enologo, sono stato per circa 10 anni un operaio agricolo e questo mi ha dato la capacità di saper dialogare con tutti, dai braccianti in su, e a capire le problematiche più pratiche che a volte un tecnico non coglie”. Spesso si dice che gli enologi non sappiano davvero bere ma solo riconoscere i difetti in un vino, è vero? “Un po’ sì, anche se dipende dai casi. Per me il vino è anche una passione ma a volte mi rendo conto che spesso, anche quando mi trovo con una bottiglia a tavola, prevale una certa “deformazione professionale” che mi porta a un approccio più analitico che emotivo”. •


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Gusto & Dintorni di Marina Ciancaglini

Andar per cantine… a mangiare L

a ristorazione è un’attività complessa, fatta non solo di talento ma anche di capacità gestionale. Mai come in questo periodo, essa sembra essere sotto i riflettori: dalle guide a Tripadvisor, dai canali tematici ai ricettari tv a tre stelle Michelin, passando per la rete e i più disparati blog. La cosa cambia se parliamo di ristoranti all’interno di aziende vinicole. Si tratta di un fenomeno che in Italia sembra molto meno diffuso che in altri Paesi e che da noi assume connotazioni più specifiche, per le quali valgono gli opportuni distinguo. Innanzitutto, è un aspetto che riguarda maggiormente le aziende medio-grandi, in grado di offrire servizi differenziati e con la possibilità di avere uno staff apposito. Già questa configurazione dimensionale ne esclude una buona fetta, essendo la maggior parte medio-piccole. Guardando alla tradizione, viene spontaneo rivolgersi al Carso triestino e all’osmiza, una consuetudine che risale all'epoca di Maria Teresa d'Austria, quando veniva autorizzata ai contadini la vendita di vini e alimenti prodotti nelle loro fattorie, ma solo in certi periodi dell’anno. Le osmize aperte vengono tutt'ora segnalate con una frasca in bella vista, ”… frasche di verdi diversi, fissate su pali, sormontate da sghembe frecce direzionali, rosse, storte, diritte. Se si prova a seguirle si raggiungerà l’osmiza nei pressi di un edificio in pietra o, mal che vada, di un’abitazione con fresche dipinture. Si entrerà quindi “in una casa altrui”: in estate una corte interna, in inverno stanze

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rimbombanti di parole e calore. Ci si siederà comunque su disadorne panche (Porthos 33-34).” Al di là di questa usanza localizzata e concentrata in alcuni periodi dell’anno, nel resto d’Italia la possibilità di mangiare nei luoghi di produzione si esplica in non molte modalità. L’attività ricettiva è un’offerta che spesso va di pari passo con quella ristorativa. L’agriturismo con camere e appartamenti, collegato alla produzione del vino, si ritrova di frequente in Toscana. Donatella Cinelli Colombini, per esempio, nella sua Fattoria del Colle a Trequanda, ha sentito il bisogno di “offrire un qualcosa in più al cliente, ospite dell’agriturismo o in visita alla cantina; si offrono solo i nostri vini e piatti cucinati con materie di produzione interna o di filiera corta”. Le difficoltà? “Trequanda


E LOVERS WINE LOV

WINE

Se cibo-vino è un binomio quasi scontato, sembra che siano poche le aziende vinicole a offrire un servizio di ristorazione non è un luogo centrale come può esserlo Montalcino. Sicuramente, chi come noi non si trova in zone strategiche ha maggiori difficoltà a indirizzare i flussi”. Un altro nome storico, stavolta nelle Langhe, è quello di Brezza. L’azienda, a pochi passi dal centro storico di Barolo, dispone da quattro generazioni di un albergo e anche di un ristorante che, negli anni, è diventato una meta sicura per l’ottimo cibo regionale e per una nutrita carta dei vini che comprende molte altre etichette del territorio. Ci sono poi aziende vinicole che, pur non offrendo nessun tipo di alloggio, decidono di affiancare alla loro attività principale, come ulteriore supporto, quella ristorativa. Per Marchesi di Barolo, racconta la proprietaria Valentina Abbona, “l’intuizione di un punto ristoro all’interno dell’azienda è nata negli anni Ottanta, dopo un viaggio dei miei genitori in Sud Africa. Il nostro non è un vero e proprio ristorante, ma parte di un percorso che include la visita in vigna e in cantina e la degustazione a tavola dei nostri vini, abbinati a dei piatti”. Anche Cantele, dinamica re-

altà salentina, mette a disposizione un vero e proprio “laboratorio sinestetico” che propone attività diverse: dalla degustazione delle etichette aziendali, accompagnate ai piatti della tradizione, ai corsi di cucina, alle mostre d’arte, dove cibo e vino fanno da fil rouge. Più classica invece la proposta di Collavini, in provincia di Udine, che ha trasformato in un vero e proprio ristorante – l’Osteria della Ribolla – quello che prima era solo un punto vendita nelle vecchie cantine della tenuta. Qui si avvicendano, non solo turisti, ma anche molti clienti e produttori locali, come racconta Eugenio Collavini. Oltre alle dimensioni aziendali e alla scarsa centralità di alcune realtà, potrebbe incidere sulla esiguità di questo fenomeno anche il non voler innescare una possibile “rivalità” con i ristoratori della zona. Per alcuni sembra che questa problematica non si ponga, come per Donatella Cinelli Colombini, in quanto gli ospiti tendono, anche su suggerimento aziendale, a spostarsi sul territorio per provare offerte diverse. Enzo Brezza, invece, racconta “di una certa ostilità iniziale da parte di quelli che ci hanno scoperto concorrenti, quando prima eravamo solo fornitori”. La marginalità di questo tipo di offerta, caratterizzata anche da alti costi di gestione e alto rischio di impresa, risente perciò della stessa fisionomia di produzione enologica italiana dove, quasi sempre, accanto a poche, grandi realtà se ne accostano molte a carattere familiare.•

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wine di Elisa Berti

Social network: una vetrina sul mondo

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he il web sia ormai la vetrina principale di ogni cantina, ma in generale di ogni azienda che desideri farsi conoscere, è dato certo. Quel che è meno certo è, invece, il potenziale reale dei social network, spesso sottovalutati e ritenuti semplicemente un “qualcosa in più”. Ne abbiamo parlato con chi sul web lavora da anni, tenendo oggi corsi di formazione in aula ed in azienda. Lui è Alessandro Mazzù, di lavoro fa il consulente di web marketing. Anzi, come è solito definirsi, il consulente per consulenti di web marketing. Alessandro, qual è il primo errore che le cantine commettono approcciandosi al web? “Il primo errore, madornale direi, è quello di non comprendere appieno l’importanza dei social network. Spesso le pagine vengono utilizzate come fossero una sorta di appendice e-commerce del sito web. Peccato che la gente sia stanca di essere continuamente bombardata di coupon, sconti e offerte speciali! E

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Le scelte da non fare, gli errori più comuni, i consigli da ascoltare. La parola a chi della propria passione ha fatto una nuova professione quindi che fa? Smette di interagire. La mancata interazione porta, in base all’algoritmo di Facebook, a non vedere i post della pagina”. Qual è la prima cosa da fare quando si decide di dedicarsi seriamente ad una pagina? “Tre step. Analizzare i dati, trovare i competitor, studiare il nostro pubblico. Questo ci permette di andare ad intercettare il giusto target, sia attraverso lo studio di tematiche ed orari che possano favorire l’engagement, sia attivando le promozioni a pagamento verso il pubblico di riferimento”. Sono importanti le promozioni a pagamento? “Importanti no. Fondamentali! E’ l’unico modo per raggiungere il pubblico che ci interessa, intercettandolo e mostrandogli ciò che può attrarlo. Non è nemmeno necessario destinare

un budget di chissà che portata, ma non si può prescindere dallo studiare un piano di promo ad hoc”. Quali sono i social necessari per una cantina? “Il potere indiscusso detenuto da Facebook si è sgretolato a favore di Instagram. Sono questi i due social fondamentali, ma mi sento di dire che Instagram sia oggi al primissimo posto. Le cantine, esattamente come molte aziende nel mondo del food e del fashion, hanno molto da raccontare. Social di questo tipo permettono di fare uno storytelling che in altro modo non sarebbe possibile”. Quali sono i consigli che ti senti di dare per far sì che una pagina Instagram sortisca un buon effetto sull’utente? “La prima regola è coerenza visiva; le foto devono essere riconoscibili e riconducibili

all’account. Questo significa: stesso tipo di filtri, stessa luminosità, stesso contrasto e possibilmente stessa inquadratura. E’ fondamentale che un’azienda sappia raccontare e raccontarsi; utile inserire di tanto in tanto qualche foto ufficiale della cantina, ma di rilevante importanza sono i “dietro le quinte, la vita vera”. In conclusione, meglio un social poco aggiornato o meglio evitare di averne se lo si fa senza cognizione di causa? “Risposta complessa e per niente scontata. A primo impatto, ti direi che se non si hanno tempo e risorse per gestire i social è preferibile non averne! Questo non è sempre vero. E’ il caso, ad esempio, di aziende che utilizzano il social per fare customer care. L’utente medio oramai dà per assodato che, facendo una richiesta o una domanda, la risposta sia in real time. Siamo sempre più veloci. Da un fornitore ci aspettiamo la stessa rapidità”. Niente è più immediato di un social!•


Ma non ti sembra inopportuno farti pagare per fare un semplice post?

Ma tu, lo sai cosa ci sta dietro un semplice post? Ci sono davvero aziende disposte a pagare per questo?

“Si. Se pensi che sbaglino fai fare un post a me e fanne uno da solo. Almeno non devo spiegarti altro”

Ma tu, esattamente, che lavoro fai?

“Consulente per consulenti di web marketing. That’s it!”

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VENETO TOMMASO NUTARELLI

L

a ricerca, condotta dalla Regione Veneto con il supporto di Veneto Agricoltura, si svilupperà per un quinquennio nelle terre del bellunese. L’obiettivo è valutare le potenzialità dei vitigni resistenti alle malattie, e trovare nuove soluzioni contro il cambiamento climatico. Una strada ancora lunga, nella quale rimangono alcuni nodi da sciogliere. Michele Giannini, responsabile dei centri sperimentali di Veneto Agricoltura, illustra le caratteristiche del progetto. Che tempi vi siete dati? “Il progetto si svilupperà nel corso di cinque anni, a partire da quest’anno fino al 2022, per un investimento complessivo di 95 mila euro. Nel concreto si tratta di micro e meso vinificazioni di vitigni resistenti che abbiamo cominciato a piantare a Seren del Grappa, nel bellunese”. Avete già riscontrato dei risultati? “Il primo elemento che abbia-

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Michele Giannini

mo notato riguarda una riduzione significativa nei trattamenti fitosanitari, per malattie come lo oidio e la peronospera. Inoltre il cambiamento climatico ci impone di rivedere costantemente le zone di produzione, spostandoci dai territori attualmente vocati alla viticoltura. I vitigni resistenti ci danno la possibilità di produrre più facilmente anche in aree e altitudini meno ospitali” Ci possono essere delle contro indicazioni? “Uno dei rischi principali è quello di perdere le varietà tradizionali di una zona. I vitigni resistenti attuali sono pur sempre degli incroci, per cui non avremo mai, ad esempio, un Merlot autentico. Un altro elemento è che la resistenza ottenuta tramite gli incroci non può durare per sempre”. Questo cosa significa? “L’agente patogeno riconoscerà progressivamente i fattori di resistenza del vitigno, aggirandoli. Ecco perché si tratta di un percorso nel quale la ricerca non può mai dirsi esaurita, ma

Arrivano i vitigni resistenti Il progetto veneto, iniziato nelle terre del bellunese, avrà il compito di testarne le potenzialità e l’applicabilità necessità costantemente di investimenti e di nuovi progetti”. Su questo versante l’Italia come è messa? “Ci troviamo in una situazione di ritardo rispetto ad altri paesi, e questo anche al livello di progetti regionali. Ci sono inoltre, a differenza di altre nazio-

ni, delle limitazioni di carattere legislativo, come l’impossibilità di usare vitigni resistenti ottenuti da incroci nelle Doc e nelle Docg. C’è, inoltre, il tema, non secondario, dei finanziamenti, che vista la complessità e l’ampiezza della ricerca dovranno essere costanti e cospicui”. •


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VENETO

Scriani:

Uno modus operandi unico, che proietta di anno in anno l’azienda di Fumane verso nuovi successi. Ma che 2018 è stato per Scriani? Lo abbiamo chiesto a Mara Cottini che, tra vendemmia e piani

futuri, ci ha parlato di un’azienda desiderosa di arrivare ancora più in alto. Comparando questa raccolta con quella dell'anno scorso, che considerazioni vi sentite di fare? “La raccolta di quest'anno è completamente diversa da quella dell'anno scorso: mentre il 2017 è stato, infatti, un anno siccitoso con quantità scarse, le piogge del 2018 hanno favorito una resa più proficua. Possiamo parlare di due annate completamente opposte”. Che vini ci regalerà? “Data l’elevata escursione termica tra il giorno e la notte, possiamo già intuire che i vini di questa vendemmia saranno particolar-

ani? We asked it to Mara Cottini who, among harvest and future projects, has talked with us about a winery that aims to get higher and higher. Comparing this year with the last one, what considerations can you make? “This year the harvest has been completely different from the last year: 2017 has been a dry year, while in 2018 the rains have favored a more productive yield. We can say that the years have been completely different”. What kind of wines is it going to offer?

“Due to the high temperature range between day and night, we can sense that this year is going to give us very perfumed wines. Regarding quality, our expectations are high”. How was 2018 for the wines by Scriani? “2018 has been a very important year for our winery. We managed to enter already unexplored markets and it’s a matter of great pride for us. Also, an added value is represented by the many acknowledgments we get both at local and international contests”.

“La qualità

è la

chiave per crescere”

È

dal moto entusiastico e generoso con cui la famiglia Cottini si approccia alla vita che nasce lo stile vincente che ha portato ai vertici la realtà Scriani. Scriani: “Quality is the key to grow” From the last harvest to the new successes, Mara Cottini talks about the projects of her winery for the new forthcoming year The generous enthusiastic approach to life of the Cottini’s family is the source of the winning style that has lead Scriani to the top. A unique modus operandi that year after year projects the winery of Fumane towards new successes. How was 2018 for Scri-

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mente profumati. Relativamente alla qualità, le attese sono ottime”. Che 2018 è stato per i vini firmati Scriani? “Il 2018 è stato ed è tutt'ora un anno decisamente importante per l’azienda. Siamo riusciti ad introdurci bene in mercati finora ‘inesplorati’ e la cosa ci riempie di soddisfazione. Inoltre, un altro valore aggiunto è costituito dai numerosi riconoscimenti ottenuti in occasione di competizioni sia locali che estere”. Che progetti avete in serbo per il futuro e su quali etichette puntate maggiormente? “Per i prossimi anni miriamo a crescere sempre di più mantenendo la qualità dei prodotti. Investiremo ancora nell'acquisto di terreni e nella comunicazione, fondamentale al giorno d'oggi per farsi conoscere. Più che su un unico prodotto, preferiamo puntare sul nostro marchio, cercando di promuoverlo costantemente ed attraverso canali completamente differenti per ampliare il nostro pubblico”.•

Dalla vendemmia ai nuovi successi, Mara Cottini sui progetti dell’azienda per l’anno che verrà What are your projects for the future and what are the labels you are betting on? “In the next years we aim to continue growing, always preserving our standards of quality. We will invest on the purchase of new plots of land and on communication, which is fundamental to make a product known. We are not betting on a single label, we rather bet on our brand, trying to promote it constantly through different channels, in order to widen our public”.•


E a proposito di nuovi traguardi... L'Amarone 2013 della Valpolicella Classico Docg Scriani è uno dei 100 migliori Vini di Verona In occasione della presentazione della nuova "Guida ai Vini di Verona 2018 - Top 100" nella suggestiva cornice del Circolo degli Ufficiali Verona, l’Amarone 2013 della Valpolicella Classico Docg Scriani è stato premiato come uno dei 100 migliori Vini di Verona. L’ennesimo riconoscimento per l'azienda della famiglia Cottini, che non fa che confermare la qualità sopraffina della sua produzione. Un vino speciale, massima espressione delle molteplici sfaccettature di un territorio unico al mondo. Affinato in barriques per 16-18 mesi, in botti di rovere per altri 10 mesi e in bottiglia per 6 mesi, l'Amarone Scriani conquista lo sguardo con il suo colore rosso rubino intenso tendente al granato. All'impatto visivo fa seguito una componente olfattiva variegata ma netta, con profumi molto puliti di frutta a bacche, marmellata e ciliegie sotto spirito. Regalando al palato sapori di vaniglia, spezie, liquirizia e mandorle amare, si sposa magnificamente con piatti robusti come selvaggina o arrosti, formaggi molto stagionati, ma è anche un ottimo vino da meditazione. Tempo, pazienza, conoscenza, passione e intuito: questi gli ingredienti alla base del successo di Scriani. Il tutto condito da quell'irresistibile mix di discrezione, classe e simpatia che contraddistingue ogni componente della famiglia Cottini.

About new targets … The Scriani’s Amarone of Valpolicella Classico Docg 2013 is one of the 100 best wines of Verona For the occasion of the presentation of the new "Guide to the Wines of Verona 2018 - Top 100" in the evocative setting of Circolo degli Ufficiali Verona, the Scriani’s Amarone of Valpolicella Classico Docg 2013 has been awarded as one of the 100 best wines of Verona. The recognition for the Cottini’s family company, only confirms the excellent quality of its production. A special wine, the maximum expression of the many facets of a territory unique in the world. After aging the barriques for 16-18 months, in oak barrels for another 10 months and in bottles for 6 months, Scriani’s Amarone conquers the eye with its intense ruby red color tending towards garnet. The visual impact is followed by a variegated but distinct olfactory component, with very clean aromas of berries, jam and cherries in spirit. It give to the palate the flavors of vanilla, spices, licorice and bitter almonds, and it marries beautifully with robust second plates of roasts, very aged cheeses, but it is also an excellent meditation wine. Time, patience, knowledge, passion and intuition: these are the basic ingredients of Scriani's success. All seasoned by that irresistible mix of discretion, class and sympathy that distinguishes all Cottini’s family member.

Azienda Agricola I Scriani di Cottini Stefano & C. S.S. Via Ponte Scrivan, 7 - 37022, Fumane (Verona) Tel.: +39 0456839251 - Fax: +39 0456801071 info@scriani.it - www.scriani.it

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Wine Experience di Valentina Merolli

Classe 74, Valentina Merolli si avvicina fin da giovane al mondo del vino, facendo della sua grande passione una professione. Conseguito il diploma AIS, vince nel 2009 il concorso Master del Sangiovese e si aggiudica il primo premio come miglior sommelier toscana. Solo pochi anni dopo si colloca al terzo ed al secondo posto nella classifica nazionale AIS. Importanti ristoranti stellati, italiani e non, l'hanno voluta tra le fila dello staff; eccentrica e poliedrica, si distingue per le grandi doti comunicative e per l'originale impostazione delle sue degustazioni.

Bosio Family Estates “Egidio” Vino/Wine Barbera d’Alba Barrique Annata /Vintage 2016 Area Piemonte, Santo Stefano Belbo www.bosiovini.it

Di un bel colore rubino vivo, con intensa massa colorante piena e lucida. Ruotandolo nel bicchiere si muove con sinuosità e discreta consistenza e forma archetti che scendono lentamente, piacevole presupposto di buona struttura ed alcolicità. Aspetto olfattivo di grande interesse, composto da un generoso cestino di frutti di bosco, lamponi, ciliegie, confettura di cassis, con nota speziata dolce che richiama il tronchetto nero di Liquerizia in uno sfumato floreale in macerazione. Sorso gustoso e di buon impatto, con tipica e viva freschezza che lo caratterizza e di importante piacevolezza dato dal suo ricco frutto. Gentile nota tannica e sfumata speziatura chiudono in un finale seducente. Bella Barbera per accompagnare primi piatti con ragout sfiziosi Versione attuale molto espressiva di una storia e di un territorio. Eccellente.

Wine of a beautiful, bright ruby color, with intense full and glossy coloring. Turning it into the glass it moves with sinuosity and discrete consistency and forms small arches that descend slowly, pleasant assumption of good structure and alcohol. An olfactory aspect of great interest, composed of generouses berries, raspberries, cherries, cassis jam, with a sweet spicy note that recalls the black licorice trunk in a flo-

PER OGNI TIPOLOGIA DI ETICHETTE AUTOADESIVE Via Selene, 4 - Varese - www.rotografvarese.it - 0332 241616

ral shade in maceration. Sip tasty and good impact, with typical freshness that characterizes it and of great pleasure given by its rich fruit. Gentle tannic note and nuanced spiciness close in a seductive finish. Barbera can accompany first plates with delicious ragouts. Today's very expressive version of a story and a territory. Excellent.

- ETICHETTE AUTOADESIVE - SLEEVES - WRAP AROUND

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Az.

Bel Colle,

Bosio Family Estates srl

Di colore granato con bella trasparenza, si presenta molto luminoso e con movenze di ricca consistenza formando lacrime che scendono morbide e lente. Quadro olfattivo di un vino austero e di buona complessità, calde spezie mentolate, floreale con richiami di rose appassite, radice di liquerizia un po’ polverosa e vegetale, ricordi di speziali ed erboristeria. Sorso di impatto piuttosto duro dato dal tannino leggermente aggressivo non completamente maturo, che con-

“Monvigliero” Vino/Wine Barolo Annata /Vintage 2014 Area Piemonte, Verduno www.bosiofamily.it

Cantina di

Pitigliano

ferisce esuberante astringenza che va un po’ a coprire le piacevoli note fruttate, seguito da freschezza viva. Vino di una annata difficile che sa però esprimere piacevolezza nelle sfumature di rosa e spezie, gradevoli e pregiate. Da accompagnare con formaggi grassi stagionati. Negli anni saprà smussarsi e cedere un po’ di tenacia a favore di eleganza e godibilità. Territoriale ed austero.

Garnet in color with beautiful transparency, it is very

which gives exuberant astringency that goes a little

bright and with movements of rich consistency for-

to cover the pleasant fruity notes, followed by fresh

ming tears that come down soft and slow.

freshness. Wine of a difficult year that, however, can

An olfactory framework of an austere and complex

express pleasantness in the shades of rose and spi-

wine, warm mentholated spices, floral with hints of

ces, pleasant and precious. To be served with aged fat

dried roses, a slightly dusty and vegetal liquorice root,

cheeses. Over the years will know how to smooth and

memories of herbalist. Sip of impact rather hard given

give up a bit of tenacity in favor of elegance and en-

by the slightly aggressive tannin not completely ripe,

joyment. Territorial and austere.

Di colore paglierino carico di bella luminosità, ruotandolo nel calice mostra discreta consistenza con formarsi di archetti regolari che ne confermano una buona struttura. Il Vino si apre con un naso importante ed impatto intenso, sensazioni olfattive di fruttato maturo, mela carnosa e nota delicata speziata minerale con sfumatura iodata, floreale, dolce che ricorda la ginestra. Sorso di buon impatto e discreta intensità, fresco e molto secco , al gusto si presenta con nota ammandorlata di forte richiamo alle erbe aromatiche, timo, rosmarino, acetosella, bacche di ginepro e nota iodata che arricchisce

“Ildebrando” Vino/Wine Bianco di Pitigliano Superiore Annata /Vintage 2017 Area Toscana, Pitigliano, Grosseto www.cantinadipitigliano.it

Az. Agricola

Punica

il suo profilo sensoriale. Giovane ma di struttura, vino dalla personalità incentrata su note più austere ed amaricanti ne sottolineano un certo carattere. Vino tipico del suo territorio, austero ed essenziale.

With a bright straw yellow color, in the glass it shows a

mind aromatic herbs such as thyme, rosemary, wood

good texture and regular legs that confirm its structure.

sorrel and juniper, with a salty inkling that enriches its

At the beginning of the tasting, this wine offers an im-

aromatic profile.

portant and intense bouquet that reminds ripe fruits,

Young but well-structured, its character is given by seve-

pulpy apple and delicate spicy mineral inklings, with

re and bitter inklings.

salty flowery sweet nuances of broom. At the palate it reveals a good impact and intensity;

A wine that expresses the typical characteristics of

fresh and dry, it discloses an almond note that bring to

its territory, severe and essential.

Di colore rubino che vira al granato di intensa e spessa massa colorante. Nel bicchiere mostra una consistenza eccellente ed il formarsi di lacrime molto lente e cremose che indicano alcolicità di spessore. Sfera olfattiva dalle calde e suadenti note speziate e balsamiche, fruttato intenso. Mora di gelso, bacche e ginepro aprono un naso decisamente di grande impatto e complessità. Seguono pellame, terra e sottobosco, odore di

“Barrua” Vino/Wine Isola dei Nuraghi Annata /Vintage 2014 Area Sardegna, Santadi www.agripunica.it

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frasche, spezia dolce, sandalo, legno, grafite, in un elegante melange. Sorso che conferma piacevolezza e pienezza, caldo ed avvolgente, frutta e spezia dolce di grande bellezza, in un tannino effuso e gradevolissimo, che sa dare carattere e struttura in un magico ensemble di sfumature. Espressivo e caldo, sa trasportarti nella sua calda e riarsa terra, in vortici e punte di bellezza. Formaggi molto stagionati e secondi di selvaggina.

Ruby color that turns to garnet of intense color mass.

an elegant melange. Sip that confirms pleasantness and

In the glass shows an excellent consistency and the for-

fullness, warm and enveloping, fruit and sweet spice of

mation of very slow and creamy tears that indicate thick

great beauty, in an effusive and pleasant tannin, which

alcohol. Olfactory sphere with warm and persuasive spicy

can give character and structure in a magical shades.

and balsamic notes, intense fruity. Blackberry, berries and juniper open a very decisive nose of great impact and

Expressive and warm, it can transport you in its warm

complexity. Follow leather, earth and undergrowth, smell

and parched earth of beauty. To combine with very

of branches, sweet spice, sandalwood, wood, graphite, in

aged cheeses and second plates of meat.


Franco Pacenti

Canalicchio

Di bellissima veste di nota granato dotato di fine trasparenza, ruotando il bicchiere si formano archetti fitti e regolari che scendono lentamente, creando bella sinuosità nelle movenze. Naso che apre elegante e fine, in un melange di note di sottobosco, viole, humus. Spezia dolce che ricorda il sandalo ed un frutto di marasca e mora. Suadente ed intrigante. Sorso netto e deciso, con ingresso secco, caldo e morbidezza ancora sopita che si svilupperà negli anni con la

Vino/Wine Brunello di Montalcino Riserva Docg Annata /Vintage 2012 Area Toscana, Montalcino francopacenticanalicchio.it

Azienda Agricola

San Salvatore 1988 “Pian di Stio” Vino/Wine Paestum Fiano Igt Annata /Vintage 2017 Area Campania, Cilento www.sansalvatore1988.it

Az.

Cascina Dama

maturazione. Dotato di freschezza viva ed un tannino tipico e caratterizzante degno di un vino da lungo invecchiamento. Finale dolce ed elegante, di grande piacevole finezza. Lo abbino a dei pici al ragu di stracotto. Espressivo e nobile, il carattere più bello di Montalcino.

With a beautiful garnet note with fine transparency, tur-

Clear and decisive sip, with dry entry, warm and soft-

ning the glass, the wine forms dense and regular arches

ness that will develop over the years with maturation.

that descend slowly, creating beautiful sinuosity in the

Equipped with lively freshness and a typical and cha-

movements.

racterizing tannin worthy of a long aging wine. Finale

Nose that opens elegant and fine, in a melange of notes

sweet and elegant, of great pleasant finesse.

of undergrowth, violets, humus. Sweet spice that remin-

I combine it with some pici with stew ragu. Expres-

ds the sandal and a fruit of cherry and blackberry. Per-

sive and noble, the most beautiful character of

suasive and intriguing.

Montalcino.

Di colore paglierino delicato lievemente opalescente, si apre con un naso di bellissima e fragrante intensità, con sensazioni floreali e di ricordo minerale, seguito da un frutto succoso e piacevole. Note di zagara, fiori profumati montani, agrumi freschi e fragranti con scorza, bergamotto, pompelmo, con sfumature elegantissime. Sorso freschissimo, decisamente vivo e secco che dona discreta sensazione pseudo calorica. Vino di piacevolezza che si sviluppa sulla sua viva freschezza agrumata, guarnita da caratterizzante mineralità, espressione diretta del suo territorio, ricca di note sfumate e delicatamente affumicate. Piacevole per fragranza, pulizia dei sentori e piacevole finale di bella persistenza. Molto bello ed elegante da gustare con crudo di mare. Un sorso di territorio. Bellissimo.

With a slightly opalescent, delicate straw-yellow color,

on its lively citrus freshness, garnished with a characte-

it opens with a beautiful and fragrant nose, with flo-

ristic minerality, a direct expression of its territory, rich

ral sensations and mineral notes, followed by a juicy

in nuanced and delicately smoked notes.

and pleasant fruit. Notes of zagara, fragrant mountain

Pleasant for fragrance, cleanness of the scents and

flowers, fresh and fragrant citrus, bergamot, grapefruit,

pleasant finish of beautiful persistence. Very nice and

with very elegant nuances.

elegant to taste with raw sea.

Very fresh sip, decidedly alive and dry that gives a good pseudo caloric sensation. A pleasant wine that develops

A sip of territory. Very beautiful.

Di colore brillante trasparente luminosissimo, si muove molto cremoso e forma fittissime lacrime che scendono molto lente e morbide, tipico di un prodotto con alta alcolicità in cui la parte glicerica predomina. Il naso, di grande impatto con la caratterizzante alcolicità pungente tipica di un distillato, mostra subito i suoi delicati sentori di frutto di bosco dolci, con netto richiamo alla frutta. Sorso con impatto forte ma gradevole e di grande avvolgenza, sentori dolci di lampone e ribes rosso, piacevole e

“Distillegal 811 ” Distillato di frutti di bosco Annata /Vintage 2017 Area Piemonte, Cuneo www.cascinadama.it

raffinato, con lunga persistenza gustativa. Finale caldo e di sfumata dolcezza. Lo immagino come un prodotto pensato per una donna giovane e dinamica, da degustare come dopo cena con le amiche o come ingrediente per particolari sfiziosi cocktails.

It has a very bright and transparent color, it moves very

The sip has a strong but pleasant impact and of great

creamy and forms very thick tears that come down very

enveloping, sweet hints of raspberry and red currant, ple-

slow and soft, typical of a product with high alcohol con-

asant and refined, with long gustative persistence. Final

tent in which the glyceric part predominates.

warm and nuanced sweetness.

The nose, of great impact with the pungent alcohol cha-

I imagine it as a product designed for a young and

racteristic typical of a distillate, immediately shows its deli-

dynamic woman, to be tasted after dinner with frien-

cate hints of sweet fruit with a clear reference to it.

ds or an ingredient for special tasty cocktails.

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ALTO ADIGE DI TOMMASO NUTARELLI

Dove piantare le viti? Lo stabilirà un catasto ad hoc

L’intento è quello di creare delle basi decisionali solide per l’assegnazione dei nuovi impianti

I

l progetto Rebecka nasce dalla collaborazione tra il Centro di Sperimentazione Laimburg e Eurac Research, e ha come obiettivo quello di fornire delle basi scientifiche per l’impianto dei nuovi vigneti, individuando varietà e aree più adatte. Ne abbiamo parlato con Barbara Raifer, responsabile del settore viticoltura del Centro di Speri-

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mentazione Laimburg e coordinatrice del progetto. Dottoressa Raifer perché creare un “catasto delle vigne”? “L’idea risponde al crescente numero di domande di impianto di nuovi vigneti, anche in zone non tradizionalmente votate alla viticoltura. Come sappiamo ci sono delle regole e delle limitazioni ben precise per le concessioni. Per questo l’Assessorato per l’agricoltura ci ha chiesto di mettere a punto un modello capace di mostrare le aree con più potenziale, e avere delle basi decisionali solide e fondate su evidenze scientifiche dalle quali partire per l’assegnazione dei nuovi impianti”. In che modo il progetto “Rebecka” vuole essere un

aiuto per i produttori? “La viticoltura nel territorio alto-atesino richiede molti investimenti, superiori a quelli sostenuti in altre zone. Questo per la particolare morfologia che impedisce un uso diffuso della meccanizzazione. Inoltre i cambiamenti climatici stanno incidendo molto sulle aeree di produzione. Da parte dei viticoltori manca, a volte, una consapevolezza delle spese e delle difficoltà alle quali possono andare incontro. Il nostro intento è mettere a disposizione dei dati e un modello, anche personalizzato, per agevolare il loro lavoro”. Concretamente come funzionerà il catasto? “Abbiamo installato varie stazioni meteorologiche che forniranno informazioni sulle condi-

zioni del terreno, la situazione climatica e l’irraggiamento solare. I dati raccolti potranno essere incrociati con la fenologia delle viti, senza tralasciare le statistiche delle vendemmie passate. In questo modo si potrà creare un modello personalizzato per la viticoltura altoatesina”. Crede che un’iniziativa di questo tipo possa e debba essere estesa a tutta la viticoltura italiana? “Sicuramente sarebbe uno strumento utile, che ci permetterebbe di fare una valutazione dei rischi e delle potenzialità basata su dati scientifici. Tuttavia bisogna sempre tenere conto delle numerose variabili, territoriali e climatiche, che contraddistinguono la viticoltura italiana”. •


Vinisud e Vinovision si uniscono e danno vita al primo appuntamento internazionale per gli operatori del mercato vino.

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È Cantine Ermes

il miglior produttore di vino italiano 2018 Mundus vini, prestigioso concorso internazionale, incorona la cooperativa siciliana vincitrice tra 4.311 vini provenienti da tutto il mondo di Chiara Martinelli

S

ono ben 15 medaglie tra oro e argento, quelle conseguite da Cantine Ermes al prestigioso concorso interazionale Mundus Vini, decretando la cooperativa siciliana il “miglior produttore Italiano 2018”. Una sfida ambita, svoltasi in Germania a fine estate, in cui sono stati giudicati con una degustazione alla cieca, 4.311 vini provenienti da tutto il mondo da una giuria di esperti composta da 175 membri arrivati da 40 Paesi. Un successo e un orgoglio voluto e conquistato da un territorio che ha scommesso sulla sua “rinascita” dopo il terremoto che spazzò via la Valle del Belìce nel 1968 (nel 2018 ricorrono i 50 anni dall’accaduto) e che ha visto i viticoltori rimboccarsi le maniche scegliendo di rimanere legati alla terra natia. Dalla volontà di quest’ultimi, esattamente 20 anni fa, è nata Cantine Ermes, una realtà cresciuta nel tempo fino ad inglobare oggi, oltre 2000 conferitori per 9.141 ettari di vigneto, ampliandosi a numerose aree geografiche. “La forza di Cantine Ermes è data dai numerosi soci , ben 2.008, dagli 8 siti produttivi e, infine, dal territorio che la compone “- ha commentato Rosario di Maria, Presidente di Cantine Ermes – “un territorio che

abbraccia le tre provincie di Trapani, Palermo ed Agrigento. Oggi ci sentiamo onorati di essere stati nominati Miglior Produttore Italiano, vuol dire che nei prossimi anni ci dovremmo impegnare ancora di più di quello già fatto”. Il riconoscimento ottenuto a Mundus Vini rappresenta un “premio” alla

Cantine Ermes is the best Italian producer in 2018 The prestigious international contest Mundus vini crowns the Sicilian cooperative among 4,311 labels from all over the world

for a territory that has bet on its renaissance after the devastating earthquake of 1968 in Valle del Belìce (this year falls the 50th anniversary of the occurrence) where winemakers have had to roll up their sleeves to remain in their homeland. Following this spur, 20 years ago was founded Cantine Ermes, a reality that has grown over time. Nowadays it counts more than 2000 partners and 9,141 hectares of vineyard in many geographical areas. “Our strength is made by our 2,008 partners, our 8 production areas, and our territory” says Rosario di Maria, President of Cantine Ermes “a territory that embraces the provinces of Trapani, Palermo and Agrigento. We feel proud to have been appointed as the best Italian producer. It means

The 15 medals, some gold and some silver, won at the international contest Mundus Vini, have appointed Cantine Ermes “the best Italian producer in 2018”. The very longed for challenge has taken place in Germany at the end of the summer: a blind tasting, 4,311 labels from all over the world evaluated by a panel made of 175 experts from 40 countries. A success and a matter of pride

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costanza, alla passione e all’impegno nella ricostruzione e riqualificazione di una terra e di una cultura che è rimasta nel cuore dei suoi abitanti e che sta emergendo sotto i migliori auspici. Dal 2008 fa parte del gruppo anche Tenute Orestiadi, il brand dedicato al settore HoRECa.•

that in the next years we have to work harder and harder to do even better as we have already done”. This acknowledgment represents an award to their perseverance, passion and commitment in the reconstruction and redevelopment of a land and of a culture that has remained untouched in the heart of their inhabitants. Since 2008, a member of the group is Tenute Orestiadi, the brand addressed to the sector HoRECa.• Tenute Orestiadi Viale Santa Ninfa - 91024 Gibellina (TP) Tel: +39 092469124 - Fax: +39 0924 69765 info@orestiadivini.it – www.tenuteorestiadi.it


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ViVai CooperatiVi rausCedo mette a disposizione dei viticoltori i nuovi vitigni resistenti per produrre vini di alta qualità rispettando l’ambiente ed il benessere dell’uomo! “ Il futuro è adesso! Orgogliosi di essere fra i pionieri del progetto Vitigni Resistenti.” Giulia e Gianfranco Bianchini – Forchir, Viticoltori in Friuli Giulia e Gianfranco Bianchini

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Il Friuli Venezia Giulia è terra di barbatelle, di grandi vini bianchi e di pionieri, come Gianfranco Bianchini, che ha realizzato nuovi vigneti con varietà resistenti a peronospora ed oidio come Fleurtai, Soreli, Sauvignon KretoS, Sauvignon nepiS e Sauvignon rytoS. L’obiettivo: ridurre drasticamente i trattamenti fitosanitari, rispettare l’ambiente e la salute dei cittadini e dei consumatori in generale!

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In Basilicata

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la vendemmia è di gran qualità

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L’ondata di calore registrata a settembre ha salvato la raccolta delle uve. Previsto un aumento del 15-20% rispetto allo scorso anno

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n Basilicata la vendemmia 2018 sarà di qualità, con un aumento del 15-20% rispetto allo scorso anno, grazie al caldo anomalo registrato a settembre. Caldo che arriva in un 2018 che si è classificato l’anno con la temperatura più alta dal 1800, con un aumento di 1,49 gradi rispetto alla media storica. E’ quanto emerge da un’analisi effettuata dalla Coldiretti, divulgata sulla base degli ultimi dati dell'Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima. “La metà di settembre – spiega Piergiorgio Quarto, presidente regionale della Coldiretti – rappresenta il clou per il taglio dei grappoli con il sole dopo la pioggia che consente ai vigneti di beneficiare dell’apporto idrico, di asciugarsi, di aumentare il quantitativo di succo presente

negli acini e di incrementare i contenuti zuccherini. Una buona premessa per il vino in cantina che quest’anno si preannuncia in Basilicata con una produzione di buona qualità stimata in aumento tra 10% e il 20% rispetto allo scorso anno, che per la grave siccità è stata tra le più scarse dal dopoguerra”. La raccolta delle uve della Doc Matera, del Primitivo e del Moro hanno da subito avuto dei riscontri positivi, confermando le stime Coldiretti.•


Verbo e Virgola:

i nuovi gioielli di Cantina di Venosa

Una realtà storica, 400 soci e vini di grande caratura che sorridono al passato e guardano al futuro

di Venosa racconta la sua terra con rispetto, producendo vini speciali nel nome della sostenibilità. Ne sono testimonianza i due nuovi arrivati nella sua scuderia: Verbo e Virgola. Ottenuto interamente con uve di Aglianico del Vulture e affinato in botti di rovere per 12 mesi, Verbo è un vino moderno, di buona struttura e di un rosso rubino intenso tendente al granato. Ad un bouquet vinoso, moderatamente speziato e con sentori di ribes fa eco un sapore asciutto, sapido e persistente, gradevolmente armonico. Insignito dell’Oscar in occasione

della Douja d’Or, Verbo accompagna perfettamente i piatti della cucina mediterranea. Un’intensità che si stempera nelle note fresche e setose di Virgola, Spumante Rosè Brut di inconfondibile personalità prodotto con uve di Aglianico e con Metodo Charmat Lungo. Dal colore rosa tenue e con un perlage fine e persistente, offre al naso una complesso mosaico aromatico, fatto di fiori, polpa fragolina e rosa. Ideale per le pietanze a base di pesce, al palato è sottile e continuo nella percezione olfattiva, con una leggera acidità.•

sine dishes. Its intense taste is moderated by the fresh and silky inklings of Virgola, Spumante Rosè Brut, a sparkling wine with an unmistakable character made of Aglianico with the method called Metodo Charmat Lungo. It has a light pink color, a fine and persistent perlage and a complex bouquet with flowers, strawberry and rose perfumes. It’s ideal with fish dish-

es, due to its light taste, its harmonic perfumes and its light acidity. •

BASILICATA

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uella della Basilicata, e della Lucania in particolare, è una tradizione enoica che affonda le proprie radici in una remota antichità. Risale, infatti, al VII secolo a.C. l’introduzione in Italia da parte dei coloni Greci del suo vitigno di punta: l’Aglianico. Un vitigno dalle uve delicatamente raffinate, che trova piena rappresentazione nelle infinite declinazioni espressive di etichette di gran pregio. Proprio come quelle di Cantina di Venosa, storica realtà vinicola dell’omonima città lucana che, mossi i primi passi nel 1957, conta ad oggi 400 soci costituendo uno dei massimi riferimenti enoici del territorio. Una storia di passione, fatica e soddisfazioni, che ha la propria chiave di lettura nella perfetta compenetrazione tra passato e presente. È così che, muovendosi tra sapori antichi ed avanguardia, Cantina

Verbo and Virgola: the new jewels by Cantina di Venosa An historical reality, 400 partners and high-level wines that blink to the past and look towards the future The oenological tradition of Basilicata, and of Lucania in particular, plunges its roots in ancient times. In fact, around VII century b.C. the Greek colons introduced in Italy the buttonhole grape variety of this area: Aglianico. This delicate and refined grape finds its purest expression in the precious labels created by Cantina di Venosa. The historical winery from the homonymous town of Lucania was founded in 1957. Nowadays it counts 400 partners and represents one of the most important point of reference of the territory. Its story of passion, hard work and satisfaction has its fil rouge

in the perfect combination of past and present, ancient tastes and modern flavors. Cantina di Venosa talks about its land with respect through its productions in the name of sustainability. A proof of it is its two new labels: Verbo and Virgola. The first one is an Aglianico del Vulture refined in oak barrels for 12 months; the second one is a modern, well-structured wine with an intense ruby red color tending to garnet, a winy light spicy bouquet with currant aromas and a dry, sapid and persistent harmonic taste. Awarded with the Oscar at Douja d’Or, Verbo is ideal with the Mediterranean cui-

CANTINA DI VENOSA Via Appia, 86 85029 Venosa (Pz) Telefono +39 0972 36702 info@cantinadivenosa.it www.cantinadivenosa.it Facebook: cantinadivenosa

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DS Glass

dalla semplice idea alla realtà di un prodotto unico Da oltre 70 anni, l’azienda della famiglia Gimmelli lavora all’insegna dell’eccellenza e delle esigenze del cliente

É

dall’incontro tra creatività, competenza ed attenzione al cliente che nasce DS Glass, la storica azienda della famiglia Gimmelli, ad oggi tra i principali distributori italiani di contenitori in vetro per il mercato di vino, distillati,

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gourmet ed altri settori. Una realtà di successo che, da oltre 70 anni sulla cresta dell’onda, ha fatto di un bagaglio esperienziale e conoscitivo tanto vasto quanto completo uno dei suoi punti di forza. È grazie, infatti, al contributo di ben tre generazioni che la famiglia Gimmelli, è riuscita ad intessere una solida filiera con i migliori produttori italiani ed esteri. Originale, dinamica e costantemente aggiornata sulle tendenze del momento, DS Glass si impegna da sempre a fornire proposte nuove e variegate prendendo le mosse dalle idee e dalle richieste del suo vasto pubblico di affezionati. Già, perché a determinare la buona riuscita di un prodotto è proprio il pieno coinvolgimento della clientela nella sua realizzazione. Un procedimento che, dal progetto iniziale, passa per l’elaborazione di un disegno

tecnico, la realizzazione di un prototipo e la creazione di uno stampo per la produzione. Tutti passi finalizzati a concretizzare i desideri del committente con un prodotto irresistibilmente unico. A tal proposito, l’azienda garantisce un servizio di personalizzazione impeccabile attraverso l’applicazione sulle bottiglie di incisioni e rilievi, di decorazioni e di satinature ad acido o con verniciatura ad effetto satinato. Con DS Glass le iniziative della clientela trovano piena rappresentazione e, con esse, lo stesso concetto di packaging. Rientra, infatti, nel mosaico qualitativo offerto un’ampia varietà

di sistemi di chiusura, come sugheri naturali e sintetici, chiusure in plastica, legno e vetro per distillati, capsule in alluminio per vasi e bottiglie.•

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CAMPANIA DI TOMMASO NUTARELLI

Dal Vesuvio

un’eruzione di vino Il Consorzio Vini del Vesuvio sta vivendo un periodo di grande dinamismo, tra valorizzazione e promozione dei propri prodotti

I

l Consorzio Vini del Vesuvio, nato tre anni fa e membro dell’associazione Volcanic Wines, punta ad affermarsi sia nel mercato interno che internazionale, soprattutto negli States, cavalcando l’onda di interesse che sta investendo i vini vulcanici. Ne abbiamo parlato con Ciro Giordano, eletto presidente nel 2016. Qual è la storia del Consorzio? “L’Associazione dei produttori nasce nel 2007 e nel 2015 abbiamo ottenuto il riconoscimento dal Ministero delle Politiche Agricole come consorzio. È stata poi avviata la revisione del disciplinare e, da novembre 2017, sono stati introdotti i contrassegni di Stato, per avere una maggiore tutela e tracciabilità del prodotto. Ad oggi il Consorzio copre circa l’85% delle aziende del territorio e tutela sia il Vesuvio Dop che l’Igp Pompeiano”. Quanti sono i produttori del Consorzio, e in che modo andate incontro alle loro esigenze? “I nostri associati sono circa 155, distribuiti nei territori intorno al Vesuvio, anche se una novantina di questi hanno solo

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le vigne, e danno l’uva alle altre aziende. Quello che i nostri produttori ci chiedono è soprattutto un’attività di promozione e valorizzazione. In quest’ottica il Consorzio, attraverso i fondi per lo sviluppo rurale, sta implementando sia percorsi di incoming, per far venire esperti e appassionati sul nostro territorio, sia momenti educativi per far conoscere il patrimonio

vitivinicolo”. Su quale mercato state puntando per far conoscere i vostri prodotti? “Siamo partiti, prima di tutto, dal mercato interno. Inoltre le nostre zone stanno registrando un afflusso di turisti crescente, e questo ci permette di far conoscere i nostri vini e creare un ponte con i mercati internazionali, soprattutto quello

statunitense, che rappresenta, al momento, il nostro punto di riferimento, e nel quale vogliamo rafforzarci”. In questo momento c’è un grande successo dei vini vulcanici. Secondo lei a cosa è dovuto? “È negli States che è nata questa attenzione crescente per i vini vulcanici. Non a caso lo scorso marzo si è svolto a New York il primo convegno mondiale sul tema, al quale abbiamo partecipato. Il successo dei vini vulcanici credo che sia dovuto alle loro proprietà organolettiche. Freschezza, sapidità, mineralità e varietà negli abbinamenti enogastronomici sono note molto apprezzate sul mercato. Anche in Italia si stanno accendendo i riflettori sui vini vulcanici, grazie all’associazione Volvanic Wines, alla quale aderiamo, insieme ad altre realtà”. •


CAMPANIA

San Salvatore 1988 arriva la garanzia contro il sapore di tappo

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uando il mestiere del vino si unisce ad un profondo rispetto per la natura nelle sue varie forme, si ottengono i risultati migliori. “Sostenibilità” diventa un concetto praticato in modo quotidiano, e non soltanto conclamato perché “fa moda”. È il caso dell'azienda San Salvatore 1988: unita a doppio filo col suo territorio, il Cilento, del quale rispetta ritmi, cicli, espressioni ampelografiche. Il patron Peppino Pagano nel 2004 ha iniziato a coltivare la sua terra e l'ha elevata. Oggi i frutti migliori si chiamano Aglianico, Falanghina, Fiano, Greco. Ciascuno con le sue espressioni, grazie anche alla mano esperta degli enologi Riccardo Cotarella e Alessandro

When winemaking is combined to a profound respect for nature in all its forms, the results are excellent. “Sustainability” becomes an everyday practice and not only a trendy word. San Salvatore 1988 is a winery with a special bond with its territory, Cilento, its paces, cycles and ampeleographic expressions. Its patron Peppino Pagano started to cultivate his land in 2004 and in time he has elevated it. Nowadays its best fruits are Aglianico, Falanghina, Fiano, Greco. Every grape variety has its own

Leoni. Confermata anche quest'anno la presenza di San Salvatore 1988 al Merano Wine Festival; l'entusiasmo è tutto nelle parole di Roberto Pivetta, che per l'azienda si occupa dell'ambito commerciale: “Essere a Merano con due vini 'medaglia d’oro' ci riempie di orgoglio, soprattutto se a vincere è il nostro Pino di Stio 2013, un Pinot nero in purezza coltivato a 650 mt s.l.m nel cuore del parco nazionale del Cilento. Il Wine Festival altoatesino è una vetrina d’eccellenza per tutti i

vini bio italiani: siamo entusiasti di esserci”. Proseguendo la strada dell'eccellenza e dell'impegno verso il consumatore, quest'anno ci sarà anche una novità: “Presenteremo in anteprima a Merano i tappi Diam, utilizzati per le future annate e perfetti per la microssigenazione dei nostri vini.” Non una mera operazione di marketing per la cantina di Giungano, ma un vero impegno dichiarato nei confronti del consumatore. “Abbiamo deciso di esporci per offrire un'integra qualità di prodotto. Per questo

La nuova collaborazione con Diam Sugheri assicura, una volta di più, qualità e profumi al top

San Salvatore 1988: the guarantee against the taste of cork The new partnership with Diam Sugheri guarantees top quality and excellent perfumes different expressions, thanks to the work of the oenologists Riccardo Cotarella and Alessandro Leoni. This year too San Salvatore 1988 will be at Merano Wine Festival: the enthusiasm related to this event shine through Roberto Pivetta’s words: it’s he who’s responsible for the sales and marketing area. “Being at Merano with two gold medal labels makes us very proud. Especially when the

winner is our Pino di Stio 2013, a single-variety vinification of Pinot Nero grown at 650 meters above the sea level, in the heart of the National Park of Cilento. The Wine Festival of Alto Adige is an excellence showcase for the Italian organic wines. We are very excited to be part of it”. This year a new project will confirm the path of excellence of this winery and its commitment towards its cus-

abbiamo voluto su ogni tappo la dicitura: 'Garantito contro il sapore di tappo'. Siamo convinti che migliorare di un tassello anno dopo anno ci permetta di offrire una costante garanzia di qualità” (s.a.).•

AZIENDA AGRICOLA SAN SALVATORE Via Dioniso, snc 84050 Giungano (SA) Tel. +39 0828 19 90 900 Fax +39 0828 19 90 901 info@sansalvatore1988.it

tomers: “We will offer a preview of the Diam corks, that we are going to employ for the future years, the ideal solution for the micro-oxygenation of our wines”. It’s not a mere marketing operation but an open commitment towards the consumers: “We want to offer an intact quality. For this reason, we apply on every cork the phrase ‘Guaranteed against the taste of cork’. We are sure that to improve our production year after year is a constant guarantee of quality”.•

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CAMPANIA

La Cantina del Vulcano anima travolgente del Vesuvio

Rita Rianna ci guida alla scoperta di una realtà fatta di affascinanti tradizioni e di innovazione

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uesta vendemmia ci ha regalato la giusta quantità di uva, con un ottimo grado zuccherino. La Doc Vesuvio 2018 sarà indubbiamente un’ottima annata, sia per quantità che per qualità". È con parole entusiastiche che Rita Rianna, titolare de La Cantina del Vulcano di Somma Vesuviana, traccia il bilancio della vendemmia appena passata. Una raccolta positiva, che regalerà vini di spessore e di gran qualità apprezzati in tutto il mondo: "Noi ci proponiamo sul territorio, al Nord Italia e Nord Europa, dove, soprattutto in Germania, abbiamo avuto grandi soddisfazioni". Ed è proprio attraverso le sue pregiate etichette che l'azienda racconta in

modo amorevole e sincero un luogo dal fascino indiscusso, animato da una passione inesauribilmente ardente: "Il territorio Vesuvio è continuamente coccolato dalla nostra realtà - afferma orgogliosamente Rita -. Nel nostro piccolo cerchiamo di essere degni di portare avanti tradizioni secolari apportando, però, qualche piccola innovazione. Napoli e il Vesuvio parlano da soli, spetta a noi continuarne la storia, tutelarla e 'regalarla' a chi non la conosce, ma ne è irrimediabilmente attratto".

La Cantina del Vulcano: the passionate soul of Vesuvio Rita Rianna leads us to the discovery of a reality made of charming traditions and innovation "This harvest has given us the right quantity of grape, with an excellent sugar content. Doc Vesuvio 2018 will be definitely a good year, both from the perspective of quantity and of quality ". With these enthusiastic words, Rita Rianna, manager of La Cantina del Vulcano in Somma Vesuviana, evaluate the last harvest. A positive year that will give important wines with a quality

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well-appreciated all around the world: "We propose our wines on the markets of the north of Italy and of Europe, where, especially in Germany, we have got great satisfaction". It is right through its refined labels that the winery talks in a loving and sincere way about a place with an undoubted charm and an endlessly burning passion: "The territory of Vesuvius is caressed by our winery over

Per questo ogni etichetta firmata Cantina del Vulcano reca con sé una piccola ma significativa parte del legame indissolubile tra la famiglia Rianna e la sua terra: "Tutti i nostri prodotti sono ugualmente rappresentativi sia della nostra storia che del territorio. Dalla Doc Lacryma Christi del Vesuvio, fino alla Catalanesca del Monte Somma, vigneto autoctono vesuviano". Sorsi indimenticabili e sapori unici, manifesto della raison d'être di una realtà costantemente impegnata a promuovere

le proprie radici e a comunicarne l'inestimabile valore: "Speriamo di portare sempre avanti la nostra filosofia e di tramandarla alle prossime generazioni: il Vesuvio merita rispetto, merita di essere riconosciuto come terra fertile e produttiva".•

and over again”, says Rita proudly. “In our own small way, we try to be worthy of this tradition we are carrying on, making some little innovation. Napoli and Vesuvius talk for themselves. Our task is to continue this story, to protect it and to ‘give’ it to those who don’t know it but are attracted by it”. For this reason, every label by Cantina del Vulcano is a small but significant part of the unbreakable bond between the Rianna family and its land: "Each one of our products represents bot hour story

and our territory. From Doc Lacryma Christi del Vesuvio, up to Catalanesca del Monte Somma, an autochthonous grape variety of Vesuvius”. Unforgettable drops and unique tastes that represent a reality always committed in the promotion of its roots and their inestimable value: "We hope we can carry on with our philosophy and to hand it down to the new generations. Vesuvius deserves respect and to be acknowledged as a fertile and productive land. •

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LIGURIA DI GIULIA MONTEMAGGI

La vendemmia ligure riparte con una marcia in più

Incrementi quantitativi e buona qualità delle uve firmano l’ottima ripresa della regione sul 2017

L

asciata alle spalle la pessima annata del 2017 in cui aveva registrato perdite produttive pari al 25%, la Liguria offre per il 2018 un quadro più che positivo. Sì, perché, secondo i dati elaborati da Unione Italiana Vini e Ismea per l’Osservatorio del Vino, la regione ha avuto un “andamento stagionale non particolarmente problematico [che] ha permesso un discreto recupero quantitativo” ed un incremento dell’aspettativa vendemmiale del 20%. E per quanto riguarda la qualità delle uve? Stando a quanto riferito nel dossier, “l’assenza di patologie ha reso ottime le attese”. I dati dell’Osservatorio del Vino si aggiungono alle prime previsioni di Coldiretti Liguria, che parlano di “un’ annata più equilibrata con un quantitativo d’uva maggiore, soprattutto per la varietà del Vermentino”. Nel 2017, infatti, il clima siccitoso aveva provocato una precoce maturazione delle uve costringendo le aziende ad anticipare la vendemmia ad agosto. Da qui, riferisce Coldiretti nella nota, si

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era giunti alla “raccolta complessiva di circa 145.078 q.li di uva e alla produzione di 75.708 hl di vino, di cui 37. 951 hl solo nella Provincia della Spezia”. Forte dell’ottimo rapporto qualità-quantità offerto, l’attuale annata si appresta, invece, a chiudersi nel migliore dei modi riportando la regione ai livelli usuali. “Dalla raccolta di quest’anno - dichiarano nel documento il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa - ci aspettiamo, come sempre, del ‘buon vino’ come lo facevano i nostri antenati e che permetterà alla Liguria di farsi ulteriormente strada nel mercato nazionale e mondiale”.•


CORNO PALLETS 47

S.r.l.


MOLISE DI LUCA BARBAGLI

È molisano il nuovo Ambasciatore Soave 2018

Carlo Pagano è il miglior sommelier tra i partecipanti al concorso Soave Versus

cet

"Da sempre sono innamorato della gastronomia in generale. Mentre frequentavo le scuole superiori iniziai a lavorare nei ristoranti per una mia emancipazione economica. Iniziai comprando un piccolo libro sul vino e appena possibile compravo bottiglie di vino per berle in famiglia. La svolta è stata con il corso Ais, fui il primo del mio corso e la dottoressa Manuela Cornelii credette in me selezionandomi per il premio Bonaventura Maschio, la ricerca dell'eccellenza. Vinsi la borsa di studio che sfruttati per un viaggio a Bordeaux. Il vino ti permette di sognare, girare e incontrare fantastiche persone che come me cercano emozioni in un calice". Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio tutela vini Soave,

electronics

H

a 36 anni e viene da Isernia. Carlo Pagano è il miglior sommelier tra gli 11 partecipanti da tutta Italia al Soave Versus, l’evento cult dedicato alle migliori interpretazioni del vino Soave. Lo abbiamo intervistato sulla sua nuova posizione da Brand Ambassador analizzando anche alcuni aspetti della sua regione di origine. Dopo aver vinto numerosi concorsi indetti per Nebbiolo, Sagrantino e Nero di Troia, ha provato per la terza volta a diventare Ambasciatore del Soave, questa volta con successo. Come è nata questa passione?

ha affermato che l'ambasciatore accompagnerà le attività di promozione della denominazione in Italia e all'estero. Come affronterà questa sfida da Brand Ambassador? "Con il rispetto prima di tutto delle persone che ci permettono di parlare di vino, cioè i produttori. Il mio amore per il Soave sbocciò qualche anno fa durante un evento sui vitigni autoctoni tenuto da Ian D'Agata a Vinitaly International. Tra i grandissimi vini degustati mi fulminó il Calvarino del 1992 del compianto Leonildo Pieropan. Così iniziai ad avvicinarmi al Soave. Già da qualche anno mi sento un promotore di questo fantastico areale proponendo nel mio ristorante Existo di Isernia tante etichette di Soave”. Il Molise è una regione in buo-

na parte incontaminata, connessa alle sue radici rurali, da cui ne conseguono biodiversità e ricchezza di paesaggio. Come pensa che questa caratteristica possa influire sulla qualità del vino? "Il Molise è un piccolo gioiello ancora tutto da scoprire. C'è tanta storia e ricchezza sia in enogastronomia che in monumenti fantastici. Il nostro Tintilia, orgoglio e vanto è un unicum per caratteristiche intrinseche con sfumature che cambiano in base agli areali e al lavoro del "manico" in cantina. Sarebbe bello una zonazione portando a risalto gli areali più vocati, creando i Cru, portando in questo caso a un disciplinare più rigido fino al 100% di Tintilia. Strada ne abbiamo ancora da fare, ma quella già percorsa ha delineato scenari incantevoli".•

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MOLISE

Campi Valerio il Molise che si racconta attraverso i suoi vini

Vini strutturati, perfetti per un lungo invecchiamento: Campi Valerio racconta il suo terroir Campi Valerio: Molise talks about itself through its wines Structured wines, suited for long ageing: Campi Valerio expresses its terroirforthcoming year It is immediate to associate a grape variety with a specific wine but it is little less easy to understand the differences that a peculiar territory can instill in different wines.

È

di quello che diventa, ogni anno, un vino dal caratteristico colore rosso rubino intenso. Il suo nome è Opalia, Tintilia in purezza, ed i suoi sentori di frutti di bosco, vaniglia e liquirizia si definiscono e si intensificano con il tempo. “Un vino di nicchia, solo 10000 bottiglie l’anno. Piccoli numeri, ma grandissima cura sia in vigna sia in cantina- afferma Antonio Valerio, proprietario dell’azienda -La Tintilia è un vitigno difficile, d’altura, con grappolo spargolo, rese base, tannini complessi da dominare; necessita di molto impegno oltre che di particolari tecniche di vinificazione. Un vitigno difficile ed un vino complesso e non per tutti i palati” racconta Antonio Valerio. E’ per questo che, pur trattandosi dell’unico autoctono molisano, negli anni gli erano state preferite varietà più produttive e meno complesse. Campi Valerio ha accettato la sfida. I suoi vini, perfetti per un lungo invecchiamento che ne migliora sensibilmente le qualità organolettiche, sono il miglior biglietto da visita per comprendere una terra che ha molto da offrire. (e.b.)•

immediato pensare che ad un certo tipo di uvaggio corrisponda un determinato vino; meno immediato comprendere le differenze che il terroir riesce ad infondere nei singoli prodotti. Lo sanno bene all’azienda Campi Valerio, cantina dell’entroterra molisano, la cui particolare posi-

zione geografica connota i vini in modo unico. Ci sono il vulcano, la montagna, il fiume e tutta la fertilità dei Campi della famiglia Valerio a vegliare sui vigneti che si snodano tra i 300 ed i 600 metri sopra il livello del mare. E’ qui che la Tintilia del Molise trova il suo ideale terroir per svilupparsi al meglio, offrendo i frutti

Campi Valerio 86075 Nuova Area Industriale Spinete (IS) Tel. 0865 493043 info@valeriovini.it www.campi-valerio.it

At Campi Valerio, a winery of the hinterland of Molise, the characteristic geographic position gives to the wines unique features. Here there are a volcano, a mountain, a river and the fertile land of the vineyards that the Valerio family cultivate with care at 300-600 meters above the sea level. Tintilia del Molise finds here its ideal terroir to develop its best fruits and give wine with a typical intense ruby red color. Opalia, is a single-variety vinification of Tintilia. Its perfumes of

wild berries, vanilla and liquorice becomes better defined and more intense as time goes by. “It’s a niche wine, only 10,000 bottles per year. Small numbers but great care both in the vineyard and in the cellar” says Antonio Valerio, owner of the winery. “Tintilia is a difficult grape variety, a high-altitude one, with poor-looking branches, low yields, and complex tannins. It needs much care and peculiar vinification techniques. A difficult grape variety

and a complex wine are not for all palates”, says Antonio Valerio. In fact, for this reason, even if it is the only one autochthonous grape variety of Friuli, in the past less complex and more productive grape varieties have been preferred by the producers. Campi Valerio has faced this challenge. Its wines, ideal for a long ageing that improve their organoleptic qualities, are the best indtroduction to understand a land that has much to offer. •

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PIEMONTE DI GIULIA MONTEMAGGI

“Il futuro dell’export passa dalla sinergia tra aziende” L’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, Giorgio Ferrero, fa il punto sull’attuale situazione del vino piemontese e sui suoi propositi per il futuro

N

on si può certo dire che la produzione enoica piemontese, con un’incidenza di vini pregiati tra le più alte in Italia, manchi di popolarità oltre i confini nazionali. Ciò nondimeno, ad oggi si è reso fondamentale per la Regione attuare una promozione all’estero del proprio vino facendo leva sulle peculiarità delle singole zone d’origine. Lo sa bene l’assessore all’Agricoltura Giorgio Ferrero, dietro proposta del quale la Giunta regionale ha approvato questa estate i criteri per la pubblicazione del bando 2018/2019 sulla misura Ocm Vino “Promozione sui Mercati dei Paesi Terzi”. Ed è proprio prendendo le mosse dal bando, chiuso lo scorso 20 settembre, che l’assessore ha ribadito l’importanza per il comparto vitivinicolo subalpino di lavorare all’insegna della qualità e dell’aggregazione. Dopo il bando 2018/2019 per la misura Ocm vino sulla promozione nei Paesi terzi, quali le aspettative e le strategie per il futuro del vino piemontese? “E’ un bando molto importante, perché stanzia 10,5 milioni di euro proprio per la promozione del vino piemontese di qualità nei Paesi extra Ue. Nonostan-

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te il settore segni numeri di assoluto valore - anche nel 2017 è stato sfiorato il miliardo di export - è fondamentale sostenere azioni di valorizzazione in mercati internazionali, come in Cina o in Nord America per esempio, dove lo spazio per le nostre produzioni è ancora molto grande. La strada del promuovere l’eccellenza facendo sistema è quella maestra, e in questo senso ci stiamo muovendo come regione ”. Quanto è importante dunque per le aziende del territorio operare in sinergia? “E’ fondamentale, sono circa 18 mila le aziende piemontesi a indirizzo vitivinicolo, la stragrande maggioranza di piccole dimensioni, ed è evidente che da sole non sono in grado di organizzare una promozione efficace in territori lontani. Devo dire che i 14 consorzi di produttori, in particolare Land of Perfection, che raccoglie le associazioni principali, si stanno muovendo bene. Fare sistema è ormai una condizione imprescindibile e i produttori ne sono pienamente consapevoli”. Ad oggi, cosa manca al comparto vitivinicolo piemon-

tese per fare ulteriormente breccia nei mercati esteri e, nello specifico, in quelli extra europei? “Il vino piemontese ha una qualità molto elevata (le Docg sono 17, mentre le Doc 43), e volumi di produzione (oltre 1,8 milioni di ettolitri a Do su 46mila ettari) e vendita decisamente importanti. Il problema è farlo conoscere più di quanto già non lo sia. Oggi forse scontiamo il ritardo con cui promuoviamo il nostro vino rispetto ad altri Paesi (penso a quanto fatto dalla Francia in Cina). La concorrenza in questi mercati è molto for-

te e le nostre denominazioni di origine non sufficientemente conosciute, ma ci stiamo da qualche anno attrezzando e i risultati sono lusinghieri”. Quali sono le strategie per valorizzare e promuovere l'identità della produzione vinicola regionale pur mantenendone la complessità e tutte le sfaccettature? “Innanzitutto mantenere e aumentare ancora la grandissima qualità del nostro vino. E’ di questi giorni il via libera alla nuova denominazione di origine Monferrato doc Nebbiolo, che esalta ulteriormente un vitigno nobile e famoso a livello internazionale. Le nostre eccellenze sono ambasciatrici in tutto il mondo non solo di se stesse, ma del territorio che le produce, e questo sviluppa una forte sinergia che moltiplica le occasioni di promozione e conoscenza al di fuori dell’Italia. Non ci sono segreti, occorre lavorare con impegno sulla qualità, sulla promozione, sul rapporto con il territorio, la sua identità e la sua cultura. Solo così sarà possibile far conoscere la grande qualità del nostro vino, la sua originalità e la sua storia importante anche in mercati dove finora la penetrazione è stata limitata rispetto alla potenzialità”.•


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SARDEGNA DI STEFANIA ABBATTISTA

Alla scoperta della Granatza

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er cogliere lo spirito dell'isola dei quattro Mori a volte bisogna addentrarsi in zone poco battute. La curiosità e l'osservazione acuta possono ripagare con la scoperta di vere e proprie chicche. Come il comune di Mamoiada, piccolo centro di 2.500 abitanti che si trova nella parte più interna della Barbagia di Ollolai, nel nuorese. E come la Granatza (o Granazza): vitigno autoctono a bacca bianca, che in queste terre nasce ma che ai più è completamente sconosciuto. Per fortuna non mancano eventi e festival tesi a valorizzare l’autoctono. A Bolzano per esempio, durante “Autochtona” a metà ottobre, è possibile incontrare piccoli produttori che diventano in qualche modo custodi del loro territorio e della sua ricchezza. Tra questi c'è la famiglia Canneddu, che ha dato vita all'omonima cantina e che imbottiglia Granatza in purezza dal 2016.

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Marco Canneddu, dai primi di ottobre alle prese con la vendemmia, è uno dei custodi di questo vitigno, e ce ne ha raccontato peculiarità e curiosità. Marco, “sa” Granazza: che tipo di uva è? “È un'uva a bacca bianca quasi sconosciuta. Ha un grappolo piccolo e compatto, giallo dorato. La sua caratteristica principale è la spiccata acidità insieme alla possibilità di raggiungere un tenore alcolico elevato. Se allevata ad alberello, su terreni granitici leggermente acidi, si esprime al meglio”. Quante aziende la coltivano oggi in Sardegna? “Per quello che sappiamo, le aziende regolari sono circa 6, ma va detto che, solo nel nostro paese, si trova in quasi tutti i vigneti, ovviamente in piccole quantità. Noi l’abbiamo sempre coltivata: inizialmente la vinificavamo insieme al Cannonau ma dal 2006 l’abbiamo vinificata in purezza, sia in versione ‘vendemmia tardiva’ sia in versione ‘macerata’. Nel 2016 poi abbia-

mo prodotto la nostra prima bottiglia ufficiale di Granazza in purezza, ‘Delissia': una versione totalmente secca”. Oggi questo vino resta in un bacino locale oppure riuscite a mandarla fuori dai confini dell'isola? Che obiettivi vi ponete per il futuro? “Attualmente lo vendiamo sia in Italia che all’estero: specie in alcuni Paesi abbiamo una forte richiesta, perchè si tratta di un vitigno autoctono con caratteristiche strutturali e organolettiche differenti dagli altri vitigni regionali a bacca bianca, primo fra tutti il Vermentino. In futuro l’obiettivo è impiantare nuovi vigneti di sola Granazza, dopo aver fatto selezione massale e clonale. In questo momento

La Granazza. - foto di Cantina Canneddu

La ricchezza ampelografica dell'isola sarda va ben oltre Vermentino e Cannonau

nell’agro di Mamoiada i ceppi di Granazza si trovano solo in alternanza a quelli del Cannonau. È così che i nostri avi avevano pensato fosse meglio piantarla”. Caratteristiche strutturali e organolettiche uniche, dicevamo. Quali? “Si tratta di un bianco molto particolare, con sentori fruttati (in bocca si distingue la mela cotogna) e una spiccata acidità; risulta comunque equilibrato e ha un finale persistente. Si presta bene all'invecchiamento e si abbina molto bene ai formaggi di media stagionatura, alle ostriche, agli antipasti di mare, ai risotti. Supporta il pesce cucinato in modi delicati ma anche più speziati”. Buona acidità, però è un vino anche amabile… “Assolutamente, la Granazza veniva vinificata in purezza ed era particolarmente nota per essere amabile; per questo veniva anche chiamato Vinu de emminas (vino da donne) o vinu de pride (vino da prete): fatto cioè per essere consumato durante la messa”. Quali sono le prospettive a livello regionale per questo vitigno di nicchia? “Qualcosa si sta muovendo. Per esempio, recentemente si è concretizzata la volontà di riconoscere la Granazza come vitigno autoctono sardo grazie al progetto Akinas, avviato dall’agenzia di ricerca in Agricoltura Agris Sardegna in collaborazione con Crea-Eno Centro per l’enologia di Asti e il ZooPlantLab dell’Università di Milano Bicocca. Siamo davanti ad un vitigno peculiare e poco conosciuto, che per questo attira l’attenzione di moltissimi amatori e operatori, lo abbiamo constatato proprio durante Autochtona lo scorso anno”.•


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TOSCANA DI MICHELA PICCINI

Il vigneto della

Toscana torna a sorridere Luca Sanjust, presidente di Avito, analizza la raccolta delle uve ancora condizionate dai problemi diffusi degli ungulati in vigna

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n’annata dal segno più. Se il 2017 è stato un anno non troppo buono per la raccolta delle uve, dove gli eventi climatici si sono accaniti con un’inusuale ed eccezionale portata, quest’anno i valori medi della vendemmia in Toscana fanno sperare in una produzione dal segno positivo. Il periodo della raccolta e l’attività della vendemmia ce la racconta Luca Sanjust, presidente di Avito, l’associazione dei vini Dop e Igp della regione nata per la promozione e la salvaguardia dei Consorzi. Quali sono i primi dati sull'andamento della vendemmia in Toscana? “Tutto sommato direi buoni, sia come produzione che quantità, con una perfetta maturazione delle uve. Anche secondo le prime stime di Assoenologi, si rileva un quantitativo di oltre il 20% in più rispetto allo scorso anno e una qualità eterogenea, buona con diverse punte di ottimo ed alcune di eccellente. Segno che il clima è cambiato ed è stato favorevole con le nostre uve, ma senza potrebbe variare a seconda dell’andamento climatico di questo ultimo mese di ottobre”. Cosa è cambiato rispetto alle prime posizioni di Avito sul tema della lotta agli ungulati e quale sarà l'impegno del Consorzio per fronteggiare un problema sempre più impattante sulla raccolta? “La posizione di Avito non è cambiata in merito al tema degli ungulati. Il nodo centrale è sempre quello della salvaguardia del

territorio e, per farlo, servono abbattimenti selettivi, specialmente in zone non vocate”. Quali sono i numeri della manodopera impiegata in questa stagione di vendemmia? “I numeri sono alti, soprattutto perché le raccolte sono più professionali. La linea che molti seguono, la più giusta tra l’altro, è quella di voler raggiungere la buona qualità del prodotto e, per farlo, occorre impiegare manodopera piuttosto che macchine che, molto spesso non danno gli stessi risultati dove, invece, la mano dell’uomo può arrivare”. La Regione Toscana ha aperto alle imprese il bando per la promozione del vino sui mercati terzi, ovvero al di fuori della comunità europea, per la campagna vitivinicola 2018/2019. Quali mercati, tra vecchi e nuovi, saranno centrali in queste azioni? “Promozione vuol dire fare conoscere il territorio e la professionalità, ovviamente nel rispetto delle regole. È certo che promuovere significa anche far conoscere i nostri prodotti all'estero, ma per far sì che questo accada deve esserci un ente di controllo che garantisca la qualità, la professionalità e, soprattutto, l’origine del prodotto. La protezione deve avvenire sia in Italia che all’estero, per garantire la compravendita di prodotti autentici, vista la grande quantità di imitazioni che girano sul mercato. Prodotti che portano la bandiera italiana ma che, in realtà, non hanno nulla di italiano”.• 55


TOSCANA

Rigoloccio

Alta Maremma dal fascino bordolese

La Casa vinicola di Gavorrano, che ha appena lanciato la nuova brand image, incanta con i suoi vini eleganti e ricercati

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iamo ai piedi del Monte Calvo e del borgo di Gavorrano, tra le Colline Metallifere. Qui in passato si è sviluppata una fiorente attività estrattiva che ha modellato inconfondibilmente il paesaggio. Fondata nel 2002, la Cantina Rigoloccio sorge sul sito di un’antica cava di pirite estendendosi per 23 ettari tra vigneti, sughere e uliveti secolari. «Il terreno conferisce ai vini un timbro unico», spiega il

general manager Eros Dal Lago, che guida l’azienda avvalendosi di un team interno affiatato e della consulenza esterna dell’enologo Fabrizio Moltard e dei suoi collaboratori. «Abbiamo puntato sulle varietà bordolesi per produrre rossi di grande carattere e in pochi anni le nostre etichette hanno ottenuto riconoscimenti importanti. Nel 2015 l’Abundantia Maremma Toscana Doc 2011 è stato eletto Miglior Merlot d’Italia al Concorso Mondo Merlot, mentre a inizio ottobre l’annata 2012 è stata premiata con le Super Tre Stelle dalla Guida Oro I Vini di Veronelli 2019». Il biennio 2017-2018 ha segnato un profondo restyling: dal logo al

Rigoloccio. High Maremma with a Bordeaux style charm The winery from Gavorrano has just launched its new brand was elected the Best Italian Merlot image and enchants the tasters with its elegant and refined wines at the Mondo Merlot contests, while We are at the foot of Monte Calvo and of the village of Gavorrano, among the Colline Metallifere. Here, in the past, a flourishing mining activity developed and shaped the landscape. Founded in 2002, Rigoloccio rises on the site of an ancient cave of pyrite, and stretches over 23 hectares of vineyards, cork trees and age-old olive trees. «The soil gives to these wines a unique character», says general

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manager Eros Dal Lago, who leads the winery with the cooperation of a close-knit team and of the external consultancy of the oenologist Fabrizio Moltard and his team. «We have bet on the Bordeaux grape varieties to make red wines with a strong character and in few years our labels have gained important acknowledgments. In 2015 Abundantia Maremma Toscana Doc 2011

at the beginning of october, the 2012 vintage was awarded with Super Tre Stelle by I Vini di Veronelli - Golden Guide 2019». The two years 2017-2018 have seen a complete restyling of the winery, from the logo to the website, including the labels, designed by the Russian artist Tamara Meskhi. «Beside the work on our brand image we have carried on a research project in the cellar that

sito, fino alla nuova grafica delle etichette, disegnate dall’artista russa Tamara Meskhi. «In parallelo al lavoro sulla brand image abbiamo portato avanti un progetto di ricerca e sperimentazione in cantina, che si è concretizzato con la nascita di due nuove referenze». Si tratta di Mistral, Chardonnay affinato in barrique, e Fonte dell’Anguillaia, rosso da Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Petit Verdot. «Quest’ultimo è l’evoluzione del nostro Cabernet e Alicante: l’aggiunta del Petit Verdot gli ha conferito una pienezza e una morbidezza fuori dal comune. È il nostro vino d’ingresso, ma ci sta dando moltissime soddisfazioni, così come suo “fratello maggiore”, Il Sorvegliante, che fa un passaggio di 16 mesi in barrique».• Rigoloccio Strada Provinciale 82, località Rigoloccio 58023, Gavorrano (GR) Tel.: +39 0566871065 info@rigoloccio.it - www.rigoloccio.it

has given life to two new labels ». One is Mistral, a Chardonnay refined in barrique, and the other one is Fonte dell’Anguillaia, a red wine made of Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon and Petit Verdot. «This last one is the evolution of our Cabernet and Alicante: Petit Verdot has given it an uncommon fullness and softness. It’s our starting label but it is giving us much satisfaction, as well as its elder brother Il Sorvegliante aged 16 months in barrique».•


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Sistema automatizzato di movimentazione e rimontaggio The automated system for moving and pumping over

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Il sistema automatizzato di iniezione di gas tecnici The automated system of injection of technical gases

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Saturazione Saturation

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Onda® può essere utilizzato per la maggior parte di tipologie di vino e in tutte le fasi del processo di vinificazione: macerazione pre e post-fermentativa, fermentazione alcoolica e malolattica, affinamento sulle fecce fini e stoccaggio a lungo termine.

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Il nuovo serbatoio multifunzionale Onda®, brevettato da GHIDI METALLI SRL, è disponibile con capacità variabili da 20 a 150hl. Le caratteristiche innovative di Onda® sono:

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Il sistema automatizzato di iniezione di gas tecnici (aria compressa, azoto, argon, CO2 o miscele di questi gas) in tre zone specifiche del serbatoio. 1 Saturazione dall’alto per l’affinamento e la conservazione a lungo termine in atmosfera protetta. 2 Ossigenazione in zona mediana grazie alla candela porosa integrata. 3 Insufflazione dal basso: con gas inerte, per mescolare delicatamente il mosto/vino o portare in sospensione le fecce fini durante l’affinamento, oppure con aria compressa per la macro-ossigenazione del prodotto.

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Il sistema automatizzato di movimentazione e rimontaggio del mosto o del vino senza l’ausilio di pompe massimizza l’estrazione fenolica riducendo allo stesso tempo lo stress per il mosto e la produzione di feccia. *Impiegando Onda® ed adottando misure di igiene appropriate, attrezzature enologiche idonee ed un protocollo specifico è stata dimostrata la possibilità di vinificare senza l’aggiunta di solfiti ed altri allergeni, si raccomanda tuttavia che le procedure vengano consigliate e approvate da un esperto enologo che è responsabile della qualità del prodotto finale.

si adatta facilmente ai protocolli di vinificazione in uso e semplifica operazioni o problematiche normalmente complesse: rimontaggi, ossigenazioni, arresti o rallentamenti di fermentazione, messa in sospensione delle fecce fini, correzione dei sentori di ridotto, saturazione del serbatoio con gas inerte ecc..

3. ESTRAZIONE EFFICACE E DELICATA

il sistema automatizzato di movimentazione e rimontaggio agisce al di sopra e al di sotto del cappello delle vinacce e non direttamente su di esso, questo massimizza l’estrazione delle componenti fenoliche riducendo allo stesso tempo la produzione di feccia.

4. FACILE PULIZIA

Onda® è privo di intercapedini e tutte le componenti interne sono dotate di un sistema rapido di smontaggio e lavaggio che riduce i tempi di svinatura, di pulizia e di sanificazione del serbatoio.

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grazie al sistema di rimontaggio senza uso di pompe ed al sistema di iniezione dei gas tecnici si ottiene all’interno di Onda® un’atmosfera modificata e controllata che ha permesso la produzione di vini senza aggiunta di solfiti o altri allergeni sia su scala sperimentale che produttiva*.

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riduce notevolmente i costi di manodopera perché funziona senza l’ausilio di pompe e relative tubature che richiedono personale specializzato sia per il loro funzionamento che per la loro pulizia. Onda® è completamente automatizzato: un solo operatore, grazie all’intuitivo pannello di controllo, può programmare e gestire l’intero processo di vinificazione, affinamento e conservazione, anche di più serbatoi contemporaneamente.

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L'appello delle associazioni al mondo politico uale sarà la fine dei vigneti eroici? Belli, suggestivi, simbolo di rara qualità, i vitigni autoctoni piemontesi, valdostani, ma anche quelli di Pantelleria (Sicilia) rischiano di scomparire, se le politiche messe in atto per la loro salvaguardia non saranno efficaci e, soprattutto, tempestive. Politiche che, al di là dei sostegni economici alle aziende, devono mirare alla specificità di questa viticoltura: accendere un faro sulle criticità e sulle esigenze di una produzione nata in contesti difficili e che ora più che mai ha bisogno di soluzioni all'avanguardia. Una viticoltura che poi tanto marginale non è, considerato che in Europa la si trova in quasi tutti i Paesi; ma soprattutto, quella dei vigneti eroici è una produzione che riesce a esprimere eccellenza agli occhi del mondo, come si è visto a Torino lo scorso 23 settembre durante il 26esimo Mondial des Vins Extrêmes, l'unico concorso riservato ai vigneti eroici, organizzato da Cervim. Tre giorni a contatto con le migliori 227 etichette del mondo, in gara per 5 Gran medaglie d'oro, 130 medaglie d'oro e 92 d'argento a cui hanno partecipato winelovers da ogni parte del globo. “Un concorso che pone al centro la valorizzazione dei vigneti eroici - ha commentato Roberto Gaudio, presidente di Cervim -, vero patrimonio per la nostra terra: una viticoltura rara, che funge da barriera a fenomeni geologici catastrofici e di impoverimento sociale e che, per questi motivi, non deve essere abbandonata”. La promozione della vi-

ticoltura eroica e la sua salvaguardia è stato anche il senso della manifestazione Enovitis Extreme, promossa ad agosto in Valle d'Aosta, regione eroica per eccellenza. Eventi megafono che si appellano al mondo politico, in attesa dei decreti attuativi del Testo unico del vino sulla vite eroica e degli interventi finanziabili per il suo ripristino. Perché a distanza di due anni dalla promulgazione del Testo unico, a partire dall'articolo 7, “non ci sono ancora i decreti applicativi - continua Gaudio -. Inoltre, la difficoltà è legata all'altra tipologia di vigneto, quello storico, nodo al centro del confronto tra Mipaaft e Regioni: con il relativo pacchetto di finanziamenti, molte regioni propendono non per l'individuazione di un preciso vigneto, ma preferirebbero l'allargamento alle aree su cui il vigneto insiste. Il rischio, secondo il Ministero, è che la definizione di vigneto storico sia talmente larga da arrivare ad abbracciare l'80% del territorio italiano, finendo per svuotare di significato il decreto attuativo”. Decreto fermo, al momento, in Conferenza Stato-regioni prima di passare al vaglio delle Commissioni parlamentari competenti.•


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LOMBARDIA DI CHIARA MARTINELLI

Riduzione delle DO,

la parola a Riccardo Ricci Curbastro “Snellire il sistema è il primo passo per rafforzare la tutela e la competitività delle nostre denominazioni”

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iccardo Ricci Curbastro enologo e agronomo, dal 1979 si occupa dell’azienda di famiglia in Franciacorta di cui è amministratore e responsabile del marketing, viticoltore anche in Emilia Romagna, è Presidente di Federdoc da oltre un ventennio. Il caos mediatico recentemente scatenato dalle minacce di uscita degli Usa dall'Organizzazione mondiale per il commercio, hanno generato scompiglio nei mercati internazionali e indotto ad alcune riflessioni sui “particolarismi” del mercato italiano, realtà unica a livello mondiale per l’elevato numero delle denominazioni. La “guerra dei dazi” non promettere nulla di buono per il commercio globale e ancor meno per lo scenario italiano. Il Presidente di Federcoc ha già avanzato una sua opinione in merito, un’ipotesi che potrebbe dirsi interessante nel caso si dovesse palesare l’ira trumpiana e cominciare a meditare a un piano “B”. Recentemente le hanno chiesto se il "il sistema delle denominazioni andasse rivisto". Da un lato abbiamo il pregio di un territorio che ci ha regalato un mosaico inestimabile di

eccellenze vitivinicole ma dall'altro lato, proprio per la sua estrema varietà, va incontro ad una dispersione del patrimonio stesso. Questa ambivalenza, anche alla luce degli ultimi fatti di politica internazionale, potrebbe rivelarsi dannosa? “Le nostre Denominazioni di Origine sono apprezzate in tutto il mondo e riconosciute come segni distintivi del nostro Paese, della nostra cultura enologica e del nostro territorio. Il loro valore aggiunto ha permesso l’acquisizione di posizioni vincenti sul mercato, dove però molto spesso le DO sono oggetto di usurpazioni realizzate al fine di conseguire

vantaggi economici dalla loro rinomanza. Tutelare questo nostro patrimonio collettivo è diventato complesso: la varietà del territorio italiano ha permesso il proliferare di tantissime denominazioni, molte delle quali sono dei doppioni di DO tradizionali o frutto di azioni politiche. Con questo panorama dispersivo è difficile dare la giusta informazione agli operatori di settore, comunicare le caratteristiche distintive dei nostri vini di qualità ed impedire che il patrimonio enologico italiano si svaluti facendo la fine dei nostri innumerevoli siti archeologici”. Quali sono le sue previsioni sul tema di ridurre il nume-

ro delle denominazioni? “Snellire il sistema è il primo passo per rafforzare la tutela e la competitività delle nostre denominazioni, ovviamente, per poter avere dei risultati efficaci, sarà necessario farlo in ogni territorio regionale. Federdoc, da tempo, propone a questo scopo di riclassificare le DO più piccole come sottozone di DO più grandi. In questo modo sarebbe possibile mettere in atto delle sinergie che, preservando il valore storico anche dei piccoli campanili, consentirebbero alle Istituzioni europee di attuare una più incisiva azione di tutela delle DO nei rapporti con i Paesi Terzi in sede di accordi bilaterali; senza dimenticare i benefici che potrebbero generarsi anche nell’ambito della promozione”. Quali sarebbero gli effetti sui mercati internazionali? “L’unificazione di alcune realtà e il ridimensionamento del numero di attori sul mercato potrebbe dar vita ad azioni promozionali di sistema più incisive, attraverso le quali sarebbe possibile conquistare e consolidare più facilmente i mercati dei Paesi Terzi nonché rendere gli operatori di settore più consapevoli delle loro scelte di acquisto”.•

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Food&Beveragenda di Claudia Cataldo

MERANO WINE FESTIVAL Merano (BZ), 9 – 13 novembre 2018 Merano Wine Festival per appassionati e addetti ai lavori ha bisogno di poche presentazioni. Ormai evento immancabile nel calendario degli eno addetti, la manifestazione giunge quest’anno alla sua ventisettesima edizione che dal 9 al 13 novembre porterà nella cittadina tirolese i migliori vini e prodotti gastronomici selezionati durante l'anno dal WineHunter, presidente e fondatore della manifestazione, Helmuth Köcher, durante le sue "cacce" in Italia e all'estero. Cinque giornate con "The Official Selection", un percorso fra le varie aree e differenti territori vinicoli da nord a sud del Paese. Aziende italiane, selezionate dalle commissioni d'assaggio The WineHunter, offrono in degustazione i vini più pregiati e le ultime novità della loro produzione. L'area dedicata alle aziende internazionali vede protagoniste alcune delle cantine provenienti dalle regioni più interessanti del mondo. La 27ma edizione porta con sé numerose novità tra cui The Circle, uno spazio di 450 mq in piazza della Rena che si trasforma in un palcoscenico di wine&food tasting, incontri con chef e piccoli produttori di tipicità, vignaioli e pizzaioli fra i più conosciuti durante il giorno e in Lounge la sera. Inoltre per la prima volta a Merano ci sarà uno spazio dedicato ai vini rosati. Si chiama "Rose" e ha per protagonisti i vini i cui consorzi di tutela lo scorso aprile hanno siglato il "Patto del Rose" per la promozione unitaria della cultura del rosato, in Italia e all'estero. Si potranno così degustare Chiaretto di Bardolino, Valtenesi Chiaretto, Cerasuolo d'Abruzzo, Castel del Monte Rosato e Salice Salentino Rosato, per un totale di poco meno di 100 etichette servite dai sommelier Onav e coordinate dal consorzio Valtenesi. www.meranowinefestival.com

TAORMINA GOURMET Taormina, 27 – 29 ottobre 2018 Nella location dell’Hotel Villa Diodoro di Taormina si svolgeranno masterclass e cooking show, il Grande banco d’assaggio, il mondo del vino e della birra, il Sicilian Wine Award con commissione presieduta da Daniele Cernilli, alias Doctor Wine, e molto altro

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LA TERRA COTTA E IL VINO Impruneta (FI), 24 – 25 novembre 2018 Il felice binomio della terracotta e del vino si ripete quest’anno in occasione della 3° edizione dell’evento “La Terracotta e il Vino 2018” che sabato 24 e domenica 25 Novembre chiama a Impruneta (Firenze) cultori di vino in anfora e appassionati di vino, critici e giornalisti di settore. Presso l’Antica Fornace Agresti di Impruneta, 42 produttori saranno protagonisti nei due giorni dell’evento con vini affinati in anfora dall’Italia (saranno rappresentate quasi tutte le regioni) oltre che da diverse parti del mondo (Australia, Oregon, Armenia ma anche l’Europa con il Portogallo, la Francia, la Spagna, l’Austria e la Grecia). www.terracottaevino.com


LIFE OF WINE Roma, 28 ottobre 2018 Giunto alla VII edizione Life of Wine è un appuntamento nato per omaggiare l'invecchiamento di alcuni preziosi vini italiani per i quali lo scorrere del tempo è un inestimabile valore aggiunto, attraverso una selezione attenta di cantine fiore all'occhiello dell'enologia del Bel Paese. Sede dell'evento sarà anche quest'anno l'Hotel Radisson Blu dove, dalle ore 14.30 alle ore 21, si potranno assaggiare i vini di oltre 55 grandi aziende che proporranno in degustazione microverticali delle loro etichette più rappresentative. www.lifeofwine.it

MARE DIVINO Livorno, 17 – 18 novembre 2018 La Delegazione di Livorno della FISAR (Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori), Slow Food Livorno, Comune e Provincia di Livorno, con il patrocinio della Regione Toscana, il patrocinio della Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno e la collaborazione di Vetrina Toscana, hanno organizzato la Nona Edizione di MareDiVino, evento istituzionale di promozione e conoscenza dei vini della Provincia di Livorno. www.maredivino.it

Food&Beveragenda di Claudia Cataldo

VINITECH Bordeaux, 20 – 22 novembre 2018 Il 20, 21 e 22 novembre 2018 Bordeaux è il luogo di ritrovo per gli operatori delle filiere vitivinicola, arboricola e orticola grazie a Vinitech-Sifel. Vinitech è il Salone Internazionale del vino e frutta e verdura. Si svolge ogni due anni presso il Parc des Expositions de Bordeaux, Francia. Attraverso convegni, conferenze e Vinitech forum internazionale è diventata la più importante fiera commerciale per gli operatori di queste industrie. Infatti anche per la 21° edizione sono attesi 850 espositori su 65mila mq: l'obiettivo è quello di affrontare i cambiamenti in corso e le sfide tecnologiche, ambientali e economiche presenti e future. I visitatori scopriranno l'offerta grazie a spazi tematici e percorsi di visita; in evidenza l’innovazione sia nell’ambito dei Trofei dell’Innovazione Vinitech-Sifel, grazie a cinque concorsi d’eccellenza, sia nello Spazio startup; 65 i convegni in programma e tanti appuntamenti Business meetings. I vincitori dei trofei sono già stati svelati lo scorso settembre: si tratta di innovazioni che illustrano il grande dinamismo dei costruttori in tutte le sfere della ricerca e dello sviluppo; esse evidenziano pure l’impegno crescente delle filiere viticole, arboricole et orticole per affrontare le sfide della responsabilità sociale d’impresa in un’ottica di sviluppo sostenibile. Un’importante vetrina di innovazione che si attesta come uno degli appuntamenti chiave su scala internazionale di queste filiere e un importante momento di confronto per parlare di innovazione, ricerca, sostenibilità, tecnologie e commercializzazione. www.vinitech-sifel.com

AUTOCHTONA Bolzano, 15 – 16 ottobre 2018 Torna l’appuntamento con i vini autoctoni italiani di eccellenza. Autochtona, il forum nazionale dei vini autoctoni in programma a Fiera Bolzano lunedì 15 e martedì 16 ottobre nell’ambito di Hotel 2018, è una vetrina in grado di esaltare le tipicità dei vini provenienti da vitigni unici o rari della ricca tradizione italiana. I vignaioli coltivano e lavorano direttamente le loro uve e seguono di persona l’intero processo produttivo, dalla vite al bicchiere. Questo è un presupposto essenziale per produrre vini bianchi e rossi di altissima qualità. Nel cuore dell’Alto Adige, dove la cultura enologica è tra le più antiche d’Europa, Autochtona accende i riflettori sulle denominazioni più note così come su quelle meno conosciute del grande patrimonio vitivinicolo italiano. Un evento che vanta ormai numeri importanti – 1300 presenze, oltre 350 etichette e 80 aziende provenienti da 17 regioni – e che grazie agli “Autoctoni che passione!” è anche un momento di riflessione e valorizzazione delle produzioni più virtuose. Per celebrare i suoi 15 anni, il forum nazionale dei vini autoctoni arricchisce di appuntamenti il proprio palinsesto: dopo il forum, si riconferma Vinea Tirolensis (dedicato ai prodotti dei vignaioli indipendenti dell’Alto Adige) e arriva una giornata interamente dedicata al Lagrein (Lagrein Experience), mercoledì 17 e giovedì 18 ottobre, tra riconferme e prime assolute. www.fierabolzano.it/autochtona/

ENOLIEXPO Bari, 21 – 23 febbraio 2019 Enoliexpo, fiera di riferimento nazionale per le tecnologie, i macchinari e le attrezzature per la produzione dell’olio e del vino, torna per la 4ª edizione - il 21-22-23 febbraio 2019 - in una nuova e più appropriata cornice: la Fiera del Levante di Bari. Una ricca vetrina dove le principali aziende del settore presenteranno le ultime innovazioni sia per l’attività agronomica e la migliore gestione degli oliveti e dei vigneti, sia per i processi di trasformazione in frantoio e cantina, sia infine per le attività di imbottigliamento e commercializzazione. Alla parte espositiva si affiancano attività convegnistiche, corsi di aggiornamento e seminari, con interventi curati dai più autorevoli esponenti nazionali del settore, rappresentanti di enti di ricerca ed Università. Il pieno coinvolgimento delle Istituzioni, delle Associazioni di Categoria e dei Consorzi di Tutela contribuisce a rendere Enoliexpo un contenitore imprescindibile per tutti gli operatori del settore. Enoliexpo è inoltre una fiera nazionale aperta ai mercati esteri attraverso sinergie con l’Ice e le Camere di Commercio dell’altra sponda dell’Adriatico, garantendo la presenza di operatori stranieri interessati a conoscere le tecnologie in esposizione. Sono agevolate relazioni economiche e scambi commerciali con un focus sui Paesi produttori di olio e vino che si affacciano sul Mediterraneo. www.enoliexpo.com

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PELLICOLE DI GUSTO ( di Lorenzo Bianciardi - lorenzo@igrandivini.com )

Quanto basta,

la ricetta ideale per superare i propri “limiti”

U

na piccola storia, ma di grandi sentimenti; di quelle a cui il cinema dovrebbe sempre ispirarsi. Esce dalla macchina da presa del regista grossetano Francesco Falaschi e s’intitola Quanto Basta (2018), da pochi mesi nelle sale: una pellicola emozionante e sincera. In una parola, genuina. E molto è merito del suo protagonista, Guido (l’attore Luigi Fedele), che buca lo schermo con un’interpretazione difficile quanto toccante, recitando i panni di un giovane ragazzo con la sindrome di Asperger. Nonostante la malattia, Guido, grazie a un’incredibile determinazione e all’immensa passione per la cucina, ha il coraggio di sognare in grande: vuole prendere la patente, vincere un concorso culinario, trovare un lavoro e una fidanzata. Se il destino è cieco, a volte può anche vederci bene: a incrociare la sua strada Arturo (Vinicio Marchioni), un cuoco aggressivo e in preda agli scatti d’ira, che deve scontare una pena detentiva prestando la sua opera ai servizi sociali, come insegnante ai fornelli. Così lontani eppure così vicini, direte voi... Da una parte la patologia di Guido, che rende difficili le interazioni sociali; dall’altra il carattere irruento di Arturo, tutto concentrato su se stesso. L’incontro è possibile, sembra indicarci il regista Falaschi. Come? Dosando gli ingredienti a sua disposizione: coraggio, ironia, autocontrollo, voglia di ri-

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valsa. Tutte “materie prime” che sembrano accomunare i due personaggi, oltre a una buona dose di talento in cucina. Sì, perché anche i fornelli diventano protagonisti della scena, vero e proprio “campo” per mettersi in gioco. Cosa significa «quando c’è scritto “quanto basta” in una ricetta?» chiede curioso il ragazzo, sempre intento a “misurare” tutto con precisione. Quanto è sufficiente «lo decidi te, lo devi sentire. Sta tutta lì la differenza, altrimenti sarebbero tutti bravi» risponde con piglio Arturo, il cui motto è «il mondo ha più bisogno di un perfetto spaghetto al pomodoro che di un branzino al cioccolato». E l’allievo Guido lo farà subito suo, indovinando con un naso sopraffino tutti gli ingredienti del piatto: un «palato assoluto» (questo era il primo titolo provvisorio del film), che ha bisogno di un buon maestro che lo indirizzi nella tecnica e anche di uno sprone emotivo (la psicologa Valeria Solarino nei panni di Anna). Conoscete il detto: chi dice che è impossibile, non dovrebbe disturbare chi ce la sta facendo. E così, portata dopo portata (dai passi falsi alle piccole vittorie quotidiane), il menù del film serve un “pasto completo”, con un bellissimo crescendo emotivo che renderà i due protagonisti più che mai complici. E se, tra una risata e l’altra, il film si chiude su una lacrima, non vi stupite e non abbiate paura. Guardatevi in viso, potrebbe essere anche la vostra.•


NOVEMBRE

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Tendenze Sparkling di Chiara Martinelli

NOMINATION

del Consorzio Franciacorta. Merito di un’accurata attività

LA FRANCIACORTA VERSO IL WINE STAR AWARD

di comunicazione e media relation che ha portato ad ottenere la diffusione e conoscenza del Franciacorta

Wine Enthusiast annuncia la nomination al Wine Region of the Year 2018

nel mercato a stelle e strisce. “ Non possiamo dimenticare

il magazine ha

– continua Moretti - il grande

citato la Fran-

lavoro che, in vigna e in can-

ciacorta

come

tina, le nostre aziende sono

gemma

state capaci di sviluppare,

nel mondo che

facendo costantemente cre-

aspetta solo di

scere la qualità dei nostri vini

essere scoper-

e ottenendo consensi sem-

ta” , facendola

pre maggiori sia nel mondo

Franciacorta è tra i nominati

così entrare in corsa per l’am-

della critica che nei diversi

al Wine Region of the Year

bito premio assieme a Cham-

canali di distribuzione e tra i

2018, organizzato dalla rivista

pagne, Sonoma County e Ga-

consumatori”. Per capire chi

americana Wine Enthusiast in

lizia e McLaren Vale. “Siamo

saranno i vincitori dovremo

cui vengono assegnati presti-

particolarmente orgogliosi di

attendere il prossimo 8 no-

giosi riconoscimenti nelle di-

questo riconoscimento, che

vembre e il gran finale con la

verse categorie, dal vignaiolo

colloca il nostro territorio ai

cerimonia di gala e la conse-

dell'anno, alla regione vinico-

vertici di una così prestigiosa

gna dei premi del Wine Star

la più bella, passando per la

graduatoria” ha dichiarato

Award, il 28 gennaio al Nobu

miglior cantina. Quest’anno

Vittorio Moretti, Presidente

Eden Roc di Miami, in Florida.

“una

HARVEST CHAMPAGNE

RACCOLTA SUPERLATIVA PER IL MILLESIMATO CHE DEGUSTEREMO IL PROSSIMO INVERNO Le Comité Champagne ha definito la vendemmia 2018 un “evento eccezionale”

PROSECCO

VENDEMMIA 2018: PER IL CONEGLIANO VALDOBBIADENE PROSECCO SUPERIORE IL BILANCIO È POSITIVO Ottima annata per la vendemmia eroica

Per il Prosecco, la vendemmia 2018, come anticipato dai tecnici del Consorzio del Docg di Conegliano Valdobbiadene, è partita con circa una

La vendemmia 2018 iniziata

che negli zuccheri. Tutto ciò

vorevoli, così da avere un

decina di giorni in anticipo rispetto alla media

il 20 di agosto in Champa-

darà la possibilità a vigneron

paracadute nel caso di futuri

degli ultimi anni. L’ inverno è stato freddo ma non

gne è stata particolarmente

e maison di poter realizzare

imprevisti climatici dei pros-

troppo rigido, la primavera temperata, mentre

eccezionale per la benevo-

una riserva interprofessio-

simi anni. Si preannuncia un

l’estate è stata calda con temperature elevate

lenza del clima, merito di un

nale, ovvero di mettere da

millesimato di livello e qualità

ma con precipitazioni frequenti. Per questi mo-

inverno piovoso e un meteo

parte i vini delle annate fa-

decisamente unico.

tivi la maturazione delle uve è stata ottima.. Il

soleggiato con temperature

Conegliano Valdobbiadene, è un territorio con

che da aprile sono state su-

caratteristiche morfologiche diverse che condi-

periori alla media stagionale.

zionano sensibilmente i tempi della vendemmia.

Il Comité Champagne ha sot-

Se nella zona sud est si comincia a raccogliere i

tolineato l’eccezionalità delle

primi giorni di settembre, la zona più occidentale,

condizioni climatiche partico-

Valdobbiadene e dintorni, deve sempre attende-

larmente ottimali per il vigne-

re qualche giorno in più. Un territorio dalle mol-

to, che ha portato all’otteni-

teplici sfaccettature, costituito da pendii molto

mento di numerosi grappoli

ripidi e da salite improvvise: difficile accedervi con

in perfetto stato sanitario e

i macchinari, per questo motivo si parla di “ven-

in superbe condizioni sia

demmia eroica” e di raccolta manuale. Quest’ul-

nella

tima è tipica del Glera, la cui raccolta è praticata

ricchezza

aromatica

arrampicandosi sulle “rive”.

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27-28-29 NOVEMBRE 2018 FIera di Pordenone

PERCHÉ ESPORRE A RIVE 2018?

La manifestazione biennale in Italia che presenta l’intera filiera, dalla vite alla bottiglia, è alla Fiera di Pordenone.

In un contesto di eccellenza per la produzione di barbatelle e la spumantizzazione.

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Distillati & Co Di Giulia Montemaggi

CONTEST

ACCADEMIA CHORUS: PERCHÉ BRAVI BARTENDER SI DIVENTA Al via dal 22 ottobre a Roma il corso per diventare professionisti a tutto tondo del bere miscelato

Una scuola che punta a formare nuovi esperti della miscelazione e a rispondere alle richieste delle strutture con una banca dati completa dei lavoratori del settore. Si tratta dell’Accademia Chorus, la struttura dedicata ai bartender di domani che aprirà i battenti il prossimo 22 ottobre a Roma, nelle sale del Chorus Cafè. Un progetto ideato per andare incontro

alle esigenze reclutative di locali e luoghi di intrattenimento di alto livello e che, attraverso un corso professionalizzante, permette di conseguire una preparazione a 360 gradi. Il percorso didattico offerto si propone, infatti, di trattare tutte le principali tematiche del bere miscelato: dagli strumenti di lavoro e le materie prime, passando per la figura del bartender,

fino alle prospettive del mercato e le abilità necessarie per l'organizzazione di un cocktail bar. Il programma comprende 12 lezioni da 4 ore ciascuna che, divise tra teoria e pratica, vedono tra le fila dei docenti alcune delle più illustri personalità del food&beverage. Su tutti Gelasio Gaetani D’Aragona, fondatore della “International Wine Academy of Roma” e Massimo D’Addezio, noto bartender capitolino insignito del titolo di “Best Bar in the World” nel 2009, in veste di curatore del corso. Un pool di guru volto ad insegnare e trasmettere quel concetto di “professionalità” proprio di un vero manager della miscelazione. Realizzato con la collaborazione della Camera di Commercio di Roma e Openjobmetis Spa , la più grande società italiana di lavoro interinale, e grazie al patrocinio di Federalberghi e Fipe, il progetto dell’Accademia Chorus promette, ancora prima di partire, un vento di novità. Soprattutto per il 2019, con un’altra sessione a Milano.

NUOVA ANNATA

ISTITUTO TUTELA GRAPPA DEL TRENTINO: “UN’ANNATA PROMETTENTE” Tra buona qualità ed aumenti quantitativi, ci sono grandi aspettative per la produzione di quest’anno Gli ottimi risultati della vendemmia 2018 non tardano ad incidere positivamente anche sul comparto produttivo della grappa trentina. Una produzione che, stando alle prime considerazioni dell’Istituto di Tutela Grappa del Trentino, sembra destinata a regalare grandi soddisfazioni. Si parla, infatti, di un’annata indubbiamente buona dal punto di vista qualitativo e con un incremento quantitativo del 20% per la fine della distillazione. “L’annata – riferisce l’Istituto in una nota - è particolarmente favorevole per le uve a bacca rossa […..] ma anche nelle valli dove si vendemmiano in prevalenza vitigni a bacca bianca le rese sono buone e la qualità della vinaccia notevole, con profumi di grande livello”. Dati promettenti, per confermare i quali sarà necessario ancora un po’ di tempo: “la certezza si potrà avere tra circa un mese e mezzo – riporta il documento- quando la grappa si sarà ‘riarmonizzata’”.

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NewsBio & Green di Marina Ciancaglini

Stefano Bellotti, il rivoluzionario del vino naturale

Visionario, sognatore, generoso….ecco come lo descrive chi lo conosceva bene

S

tefano Bellotti è morto a 59 anni lo scorso settembre, nei giorni della vendemmia, lasciando nel mondo del vino un vuoto che tale resterà. Uomo, vignaiolo, contadino, anti-burocrate e filosofo, difficile condensare in poche parole una vita spesa nella sua azienda, Cascina degli Ulivi a Novi Ligure (Alessandria), per l’agricoltura e per il movimento biodinamico, tanto da diventare il presidente italiano di Renaissance des Appellations, l’associazione di produttori biodinamici creata da Nicolas Joly. Abbiamo chiesto di raccontarlo a chi lo conosceva da tempo: Christine Marzani, ideatrice della manifestazione Vini di Vignaioli; Giuseppe Ferrua, produttore e vice-presidente italiano di Renaissance e Luca Gargano, deus ex machina di Velier e Triple A. Tre aggettivi per descrivere Stefano? Christine Marzani: “Pazzo sognatore, generoso e innamorato della vita”. Giuseppe Ferrua: “Generoso, positivo e sognatore”. Luca Gargano: “Visionario, agricoltore vero

e artista” Qual è l’eredità più importante che ci ha lasciato? CM: “Il coraggio di sapersi assumere la responsabilità delle proprio scelte e di portare avanti le proprie idee”. GF: “Il suo esempio di vita raccontato nei suoi vini. Stefano non ha mai perso un’occasione per denunciare il degrado al quale stiamo andando incontro e con la Cascina degli Ulivi è sempre stato promotore di attività agricole e sociali rivolte ad affermare quanto fosse importante il mondo contadino e l’integrità dei suoi prodotti. Sempre con coerenza, attenzione e sensibilità”. LG “Oltre a essere stato un pioniere della biodinamica in Italia, è stato un fautore della policoltura nell’agricoltura, impostando la sua azienda sulla totale autosufficienza”. Spesso è stato definito un ribelle, in cosa lo è stato? CM: “Era uno in prima linea, anche nelle scelte di vita; ha sostenuto la tematica del ripopolamento delle campagne e anche per questo ha sempre ospitato nella sua azienda giovani, insegnandoli un mestiere e dei valori. Era un difensore della natura e della viticoltura naturale”. GF: “Perché non si è mai piegato alle convenzioni, sia sociali che a quelle del mondo del vino. I suoi vini gli somigliavano; diceva spesso che lui accompagnava le uve a diventare vino e non manipolava, con risultati sempre fuori dalle convenzioni e grandiosi”. LG: “E’ stato un uomo libero e d’onore, che non si è mai piegato a compromessi. Le sue idee non erano allineabili con nessun schieramento, erano sue e basta”.•

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EASY LINE SPARKLING

SAREMO PRESENTI AL RIVE 27/29.11.2018 PORDENONE

ExtravergineNews di Luca Barbagli

LEGISLAZIONE

OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA: LE NUOVE REGOLE UE SULLE INDICAZIONI IN ETICHETTA Cerchiamo di capire cosa cambia sull’acidità e la campagna di raccolta

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Pubblicato il 3 agosto 2018 sulla Gazzetta Ufficiale, e già in vigore su tutto il territorio europeo, il nuovo Regolamento 1096 del 2018 modifica il precedente 29/2012 in merito ad alcune indicazioni facoltative da inserire nell’etichetta degli oli extravergine di oliva. Ma cosa cambia? Le informazioni da inserire in etichetta rimangono le stesse, ma il Legislatore chiarisce meglio alcuni aspetti che sono stati oggetto di controversie anche giudiziarie: l’acidità e la campagna di raccolta. Se nel precedente regolamento per poter inserire l’indice di acidità del prodotto era sufficiente accompagnarlo dai livelli di perossidi, cere e assorbimenti all’ultravioletto al momento del confezionamento, nel nuovo si dovrà calcolare tali livelli alla scadenza del Tmc. È evidente che la nuova Legge voglia consentire una maggiore trasparenza per il consumatore, ma è altrettanto vero che per il produttore risulta difficile poter considerare, nelle analisi chimiche, il metodo di conservazione, che influisce sui suddetti parametri chimici. Per quanto riguarda la campagna di raccolta ci sono due possibilità per poterla inserire, o la campagna di commercializzazione, o mese ed anno di molitura delle olive. Gli Stati membri possono decidere autonomamente se tali diciture debbano essere obbligatorie, per gli oli provenienti unicamente da olive raccolte sul proprio territorio e destinate al mercato nazionale. L’Italia, che già con la legge 122/2016 prevedeva tale obbligo, manterrà la sua linea e nei nostri oli figurerà la campagna di raccolta. Il nuovo Regolamento UE è già in vigore, ad eccezione delle diciture in merito all’acidità, che saranno applicate dopo 6 mesi dall’entrata in vigore del regolamento, quindi con la nuova campagna olearia del 2019.


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Luppolo e dintorni di Stefania Abbattista

Assalto

alla craft beer I grandi colossi del beverage fanno “shopping” di piccoli marchi. La birra artigianale rischia l’estinzione?

C

i sono acque agitate nel mondo della birra artigianale. Grandi acquisizioni da parte di colossi del beverage che inglobano piccoli marchi. Quattro le operazioni più significative degli ultimi anni: AB Inbev acquista Birra del Borgo, Molson Coors acquista Birradamare, Duvel acquista Birrificio del Ducato, Dibevit acquista Hibu. Tranne che per il caso di Duvel, le altre tre sono acquisizioni al 100%. Movimenti, questi, che hanno fatto discutere non poco. Ci si muove tra artigianale e industriale, e la sensazione è che la forza del secondo comparto stia impadronendosi del primo. Con Andrea Turco cerchiamo di fare un po’ di chiarezza in questo mare magnum. C’è del buono in questo tipo di notizie? “Non è facile trovare aspetti positivi in notizie del genere: l’acquisto di un marchio di birra artigianale da parte di una multinazionale è un elemento destabilizzante per il settore,

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perché implica l’arrivo di un attore dotato di capacità sconfinate in termini economici, distributivi e di marketing, che i piccoli birrifici non hanno alcuna speranza di contrastare. Certo, nel breve e medio termine il marchio acquisito ne guadagna in termini di reperibilità, ma ragionando nel lungo termine il pericolo è che ci sia sempre meno spazio per la vera birra artigianale e che il mercato torni a mostrare quella triste omologazione responsabile in passato dell’appiattimento del gusto dei consumatori. La mia dunque non è una considerazione ‘etica’, ma puramente pragmatica”. Il grande pubblico cosa ne pensa? “Quasi sempre queste notizie restano nella comunità di appassionati e il grande pubblico è all’oscuro dell’effettiva proprietà che si nasconde dietro un marchio di birra, anche quando è molto diffuso. Sentiamo spesso parlare di made in Italy ma in pochi sanno che molte birre italiane, ampiamente disponibili sul mercato, sono in realtà di nazionalità olandese, giapponese o belga. Tra gli appassionati, invece, spesso queste notizie vengono accolte con scoramen-

to, e non è raro che si smetta di bere le birre di un determinato birrificio perché è passato sotto il controllo della grande industria”. Come immagina il quadro complessivo del panorama birrario italiano ed europeo tra 10 anni? “Non è facile prevederlo, anche se l’idea condivisa è che negli ultimi tempi in Italia siano nati troppi birrifici: oggi contiamo quasi 1.000 marchi artigianali, obiettivamente tanti per un mercato che offre pochissime garanzie. È dunque facile prevedere che il loro numero si ridurrà sensibilmente, a causa dell’ingresso dell’industria nel mercato e della crescita degli altri birrifici indipendenti. Probabilmente i piccoli produttori saranno costretti a specializzarsi sempre più in birre particolari: affinamenti in legno, tipologie inusuali, fermentazioni non ortodosse. Quelli più grandi dovranno scontrarsi sui principali canali distributivi e sarà una lotta sempre più dura: resisteranno le aziende più solide, quelle con alle spalle una multinazionale o un’impresa già affermata in altri settori produttivi”. Come ti poni nei confronti

ANDREA TURCO Attivo da più di 15 anni nel comparto della birra artigianale, è il fondatore e curatore di Cronache di Birra, blog leader nel settore. È consulente freelance nel settore birra, organizza eventi, è docente e giudice birrario. Da una sua idea è nato nel 2013 il festival “Fermentazioni”.

dei mastri birrai che scelgono di vendere il 100% delle quote delle loro creature ai grandi colossi, proprio come Ab Inbev? “Sinceramente non mi sento di dire niente: spesso alla base di certe scelte non c’è solo una valutazione imprenditoriale, ma anche personale. Trovo totalmente lecite queste iniziative, persino comprensibili: sfido chiunque a lasciarsi sfuggire occasioni del genere e a rimanere impassibili di fronte a certe offerte. Mi dispiace ovviamente, ma fa parte del gioco e non mi sento di giudicare simili decisioni. L’unica cosa che chiedo in situazioni del genere è una trasparenza totale, per rispetto di clienti, partner e, soprattutto, consumatori. In passato certe operazioni sono state tenute nascoste o raccontate in maniera diversa dalla realtà: un atteggiamento incomprensibile e poco edificante. Un birrificio che abbia deciso di vendere all’industria dovrebbe smettere di utilizzare il termine ‘birra artigianale’, che peraltro è disciplinato dalla legge. Posso accettare simili operazioni di mercato, ma non la disonestà intellettuale nei confronti del settore e dei suoi consumatori”.•


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12-14 OTTOBRE EURHOP! Roma europ.com

13-15 OTTOBRE

14 OTTOBRE

GUSTUS 2018 Ponte di Barbarano (Vi) www.gustus.stradavinicolliberici.it

SLOW WINE Montecatini Terme (Pt) www.slowfood.it

13

14

12

18

Ottobre

2018/2019

Fiere in calendario

2018

20-21 OTTOBRE 20

WINE AND SARDINIA Sorgono (Nu) www.wineandsardinia.it

Novembre

2-5 NOVEMBRE

TAORMINA GOURMET Taormina (me) www.taorminagourmet.it

4-5 NOVEMBRE VINI DI VIGNAIOLI fornovo di taro (pr) www.vinidivignaioli.com

27

27-29 OTTOBRE

4

LIFE OF WINE Roma www.lifeofwine.it

7

20

18

MERANO WINE FESTIVAL Merano (BZ) www.meranowinefestival.com 10

26-27 NOVEMBRE

25-26 NOVEMBRE

20-22 NOVEMBRE VINITECH Bordeaux www.vinitech-sifel.com

9-13 NOVEMBRE

MILANO WHISKY FESTIVAL Milano www.whiskyfestival.it

EXPO RIVE Pordenone www.exporive.com

MERCATO DEI VINI FIVI Piacenza www.mercatodeivini.it

28 OTTOBRE

VINOÈ Firenze www.vinoe.it

10-11 NOVEMBRE

2

25 28

27-29 NOVEMBRE

WINE2WINE Verona www.wine2wine.net

GENOVA BEER FESTIVAL Genova www.genovabeerfestival.it

ALTERN'ATIVE FOOD Parigi

27

SANGIOVESE PUROSANGUE Siena www.enoclubsiena.it

26

21-25 OTTOBRE

27-29 OTTOBRE

2018

27

AUTOCHTONA Bolzano www.fierabolzano.it

20-22 OTTOBRE

EIN PROSIT Malborghetto e Tarvisio (Ud) www.einprosit.org

27

TERRE DI VITE Castelvetro (Mo) www.terredivite.it

15

18-21 OTTOBRE

21

27-28 OTTOBRE

15-16 OTTOBRE

9

13

7-11 NOVEMBRE

10-11 NOVEMBRE

13-15 NOVEMBRE

EIMA Bologna www.eima.it

VIGNAIOLI NATURALI A ROMA Roma www.vininaturaliroma.it

BRAUBEVIALE NORIMBERGA www.braubeviale.de

18-19 NOVEMBRE BACK TO THE WINE Faenza (RA) www.backtothewine.it

17

17-18 NOVEMBRE MAREDIVINO Livorno www.maredivino.it

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Fiere in calendario Dicembre

2018

Gennaio

15

2019

3-4 DICEMBRE 3

14-16 DICEMBRE

14

BIRRE SOTTO L'ALBERO Roma

VINI CORSARI Barolo (cn) vinicorsari.com

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15-17 DICEMBRE

4-5 FEBBRAIO SALON DES VINS DE LOIRE Angers (Francia) www.salondesvinsdeloire.com

13-16 FEBBRAIO BIOFACH Norimberga (Germania) www.biofach.de

16-19 FEBBRAIO BEER ATTRACTION Rimini www.beerattraction.it

26-27 GENNAIO

VIGNAIOLI NATURALI A ROMA Roma www.vininaturaliroma.it

WINE&SIENA Siena wineandsiena.it

MILLÉSIME BIO Montpellier www.millesime-bio.com

30

4

26-27 GENNAIO

28

Febbraio

2019

SIVAL Angers (Francia) www.sival-angers.com

28-30 GENNAIO

15 FIERE SANTA LUCIA DI PIAVE Santa Lucia di Piave (Tv) www.fieresantalucia.it

2018/2019

15-17 GENNAIO

30 GENNAIO - 1 FEBBRAIO ENOLITECH Verona www.enolitech.it

11-13 FEBBRAIO

11

13 15

VINISUD Montpellier (Francia) www.vinisud.com/fr

SALON VINIFRANCE DE LIMOGES Limoges (Francia) www.limoges.salon-vinifrance.fr 16 24

Marzo

15-17 FEBBRAIO

24-27 FEBBRAIO

2019

15-17 MARZO SALON DES VINS D’AUXERRE 2019 Auxerre (Francia) www.auxerre.salon-vinifrance.fr

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di Elisa Berti

La rivoluzione digital nel mondo delle

macchine agricole

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opo un 2017 da ricordare, il mercato delle macchine agricole ha subito una forte inflessione nella prima parte dell’anno; tra provvedimenti legati alla digitalizzazione in chiave 4.0 ed i nuovi criteri di omologazione europei. Abbiamo chiesto al Direttore di Eima Marco Acerbi di illustrarci la situazione, anche

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in vista dell’imminente nuova edizione della fiera. Come si sta muovendo il mondo delle macchine agricole in questo 2018? “Il mercato delle macchine agricole registra quest’anno un andamento anomalo. Nei primi sei mesi abbiamo avuto cali sensibili nelle immatricolazioni, come

contraccolpo del picco straordinario registrato alla fine dello scorso anno, quando le industrie costruttrici hanno accelerato la vendita e l’immatricolazione delle macchine in giacenza, prima dell’entrata in vigore della normativa comunitaria Mother Regulation che avrebbe introdotto nuovi criteri per le omologazioni. Negli ultimi mesi si nota invece una ri-


Sei mesi da dimenticare in questo 2018 per chi commercia in macchine agricole. Poi il boom degli ultimi mesi

presa, che fa prevedere un consuntivo a fine anno, per le trattrici, intorno alle 19.500 unità, un risultato migliore rispetto ai livelli degli ultimi anni. Come Federazione insistiamo perché vengano utilizzati al meglio i fondi disponibili per l’acquisto di macchina agricole, in primo luogo quelli relativi ai Piani di

Sviluppo Rurale dell’Unione Europea, perché il parco macchine presente in Italia è in larga parte obsoleto e deve essere rinnovato. Peraltro molti agricoltori tendono ad acquistare trattori usati, mediamente vecchi di vent’anni, e questo non migliora l’efficienza delle aziende agricole”. Quali sono i mercati principali per le aziende italiane che producono macchine per la viticoltura? “Oltre che sul mercato nazionale, dove le colture specializzate sono molto im-

portanti, le macchine italiane sono richieste su tutti i mercati più esigenti, vedi quelli francese, tedesco, spagnolo, statunitense, sudafricano, australiano e della Nuova Zelanda. Del resto le industrie italiane che fabbricano macchine per la viticoltura nascono, storicamente, nelle regioni italiane a forte vocazione viticola e sviluppano i loro prodotti a stretto contatto con le aziende agricole. Per questa ragione i trattori specializzati, le macchine per i trattamenti, le macchine per la raccolta realizzati dalle industrie italiane hanno un’ampiezza di gamma, una flessibilità d’impiego e una

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di Elisa Berti

“sensibilità” verso la coltivazione che le rendono particolarmente efficaci e apprezzate su tutti i mercati. Essendo progettate per le imprese vitivinicole più esigenti, e avendo caratteristiche tecniche che consentono lavorazioni su filari stretti e su terreni anche con forti pendenze, le macchine italiane sono utilizzabili in ogni contesto produttivo, e quindi anche in quei Paesi che hanno meno tradizione nella viticoltura ma che si stanno rivolgendo alle colture specializzate per qualificare e diversificare la produzione. Dall’America Latina all’Australia e fino ai Paesi asiatici, le macchine italiane per la viticoltura hanno ottime prospettive di diffusione”. Il decreto legato ad Agricoltura 4.0 ha portato dei vantaggi nel settore a livello di fatturato? “I provvedimenti legislativi per l’Industria 4.0 e per l’Agroindustria 4.0 sono relativamente recenti e valutarne 80

l’impatto sarà possibile solo fra qualche tempo. Possiamo dire che molte imprese del nostro settore stanno utilizzando i nuovi strumenti normativi per applicare sistemi digitalizzati ai prodotti e ai processi industriali. Anche sul fronte agricolo le tecnologie 4.0 sono destinate a trovare impieghi sempre più ampi. Attualmente appena l’1-2% delle aziende agricole italiane utilizza sistemi di precisione, e questo dimostra quali enormi margini di sviluppo possano avere questi dispositivi nel nostro mercato. Come federazione stiamo lavorando per valorizzare i sistemi 4.0 e promuoverne l’uso presso le aziende agricole, perché gli apparati elettronici e informatici per il controllo e la gestione delle attività portano vantaggi notevoli in termini economici, ambientali e di sicurezza”. Il 4.0 è un tema caldo per questa edizione di Eima visto l’inserimento dell’area Digital. Con quale


obiettivo nasce il nuovo salone? “L’obiettivo di Eima Digital è proprio quello di evidenziare i sistemi specificamente rivolti all’agricoltura 4.0. Centraline meteorologiche, sensori, computer di bordo, dispositivi Isobus, droni e software per l’agricoltura – che altrimenti sarebbero collocati in modo meno visibile nella vastissima merceologia del Salone della componentistica “Eima Componenti” - vengono così valorizzati, e proposti ai visitatori in modo più selettivo. Questo facilita l’attività degli operatori economici e dei tecnici agricoli interessati a queste tipologie di prodotto, e favorisce in prospettiva il coinvolgimento di un numero sempre maggiore di industrie specializzate, interessate ad intercettare un mercato che è destinato a crescere non soltanto in Italia ma in tutti i Paesi che puntano ad un sistema agricolo più competitivo ed efficiente”. In campo vitivinicolo quali sono le principali tecnologie che sarà possibile vedere alla fiera? “Tra le grandi fiere internazionali di settore l’Eima è quella che ha tradizionalmente la più ricca gamma di mezzi per le colture specializzate, perché si rivolge non soltanto alle imprese agricole che producono le grandi commodities ma anche a quelle – collocate ad esempio nei Paesi mediterranei, negli Stati Uniti, in America Latina o in Sud Africa - che realizzano produzioni viticole e frutticole di qualità. Abbiamo dunque la gamma di macchinari per le lavorazioni nel vigneto più ampia e più innovativa: i trattori isodiametrici e specializzati hanno raggiunto un livello tecnologico straordinario, sottolineato anche dal design avveniristico e dai dispositivi ergonomici; ma molto interesse esiste anche intorno alle macchine per l’irrorazione e per i trattamenti, che garantiscono interventi molto mirati e che riducono in modo drastico la dispersione di prodotti chimici nell’ambiente. Ad ogni edizione di Eima International, inoltre, il concorso delle Novità Tecniche presenta macchinari inediti, che vengono selezionati e premiati proprio per il loro contenuto d’innovazione, e anche quest’anno ci aspettiamo per la viticoltura soluzioni all’avanguardia”.•

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la nuance bianca e nitida, è una carta autoadesiva treefree composta al 100% da fibra di cotone. Grazie al trattamento Ultra WS, è ideale per rallentare l’ingrigimento e la formazione di grinze sulle etichette dei vini da secchiello. Inoltre, contiene uno speciale inibitore della muffa che la rende particolarmente adatta per l’etichettatura dei vini di qualità destinati all’invecchiamento in cantina. Cotone Extra White Ultra WS è compatibile con un’ampia varietà di tecniche di stampa ed è la scelta perfetta per la creazione di etichette non solo di vini, ma anche di distillati, cibi gourmet, cosmetici e altri prodotti di alta gamma. Tutti i frontali si caratterizzano non solo per le elevate prestazioni tecniche, ma anche per l’impeccabile risposta alle più complesse e diverse tecniche di stampa. Ne sono la dimostrazione

i sei esempi di etichette creati appositamente per questa unica e rivoluzionaria collezione dalla designer Irene Gavaldà dello studio Made by Us di Barcellona. Forme geometriche originali e colori inaspettati prendono vita grazie a tecniche di stampa così ardite da stupire non solo gli addetti ai lavori, come designers e stampatori, ma anche qualsiasi consumatore si trovasse davanti a uno scaffale carico di vini. Oltre che fonte d’ispirazione, le sei etichette vogliono essere un omaggio ad alcune tra le zone vitivinicole più rinomate al mondo: Valdobbiadene, Côtes du Rhône, La Rioja, Stellenbosch e Mendoza. Con questa esclusiva selezione per il settore enologico, Arconvert vuole stimolare la creatività e l’originalità delle etichette che verranno. Audacia e innovazione creativa, unite a elevate prestazioni tecnologiche permettono di creare etichette davvero uniche e sorprendenti.•

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igliorare il lavoro quotidiano dei propri clienti: è questo il presupposto della mission aziendale di Arrizza srl, realtà tutta italiana fondata dal sig. Giuseppe Arrizza leader nella produzione di macchine per la bioagricoltura destinate al settore vitivinicolo. "Spendiamo le nostre energie per creare, attraverso le innovazioni della meccanizzazione agricola, una realtà nella quale prenderci cura della viticoltura e frutticoltura, dell’ambiente, delle persone e dei loro sacrifici - spiega Alessandro Dellabella, responsabile commerciale dell’azienda -; il tutto con la consapevolezza che tale impegno debba essere continuo, “sartoriale". A proposito di soluzioni su misura e ricerca della più alta qualità: "Il nostro è un approccio artigianale al lavoro. Realizziamo attrezzature specifiche per le esigenze di ogni azienda: ope-

riamo con una particolare predilezione per garantire elevati standard di customer satisfaction; curando meticolosamente le richieste ricevute, offriamo la garanzia della qualità made in Italy per tutti i nostri componenti e i processi produttivi". Peculiarità significative che rendono Arrizza il partner ideale e alle quali si aggiunge la garanzia di poter contare nel tempo su macchine eccellenti: "Scegliere i prodotti Arrizza -prosegue Dellabella- significa avere la possibilità di investire in un prodotto multifunzione, versatile, estremamente professionale, capace di soddisfare necessità diverse riducendo i tempi di lavoro ed incrementando la qualità dei risultati”. Da oltre 30 anni, infatti, l'azienda mette a disposizione il meglio delle attrezzature agricole guadagnando anno dopo anno continui successi: "La stagione appena conclusa ha confermato il trend positivo registrato nell’anno precedente evidenziando, peraltro, un profondo consolidamento della rete commerciale esistente e la defini-

zione di un interesse in costante crescita da parte degli operatori presenti nei nuovi mercati internazionali: tutto ciò ci consente di guardare con estrema fiducia agli obiettivi definiti nel progetto di sviluppo del triennio 2018 - 2020". Uno sviluppo che riguarda da vicino il brand Arrizza, con lo scopo primario di rendere l'azienda "leader assoluto nel settore della meccanizzazione agricola puntando ad accrescere i mercati di riferimento e definendo high level standard tecnologici dell’intera gamma prodotti ed accessori. Tutto questo -conclude Dellabella- garantendo costantemente la massima fruibilità e flessibilità nelle lavorazioni dei vigneti e dei frutteti".•

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rdeaSeal è un brand facente parte di Coro Dévelopment Srl, filiale del Gruppo francese Coro Entreprise, il cui core business è la produzione e commercializzazione di un tappo tecnologico, rivolto al settore dei vini di qualità. Ne abbiamo parlato con Silvia Ofria, Responsabile Marketing di ArdeaSeal. Un tappo di eccellenza, assolutamente “made in Italy” volto a garantire e preservare l’alta qualità dei vini.. “R- Ardeaseal® è il risultato di una progettazione accurata, di una ricerca senza compromessi di materiali di sintesi. Parliamo di una chiusura altamente tecnologica e composta da diversi componenti, realizzata per garantire le stesse prestazioni dei migliori tappi tradizionali in sughero e mantenerle costanti nel tempo a garanzia del contenuto”. Chiusure di nuova generazione: l’innovazione tecnologica è un elemento fondamentale del prodotto. Da quali materiali è composto? “Si tratta di una chiusura formata da tre elementi, ognuno dei quali svolge un ruolo fondamentale. Il telaio, soluzione protetta da brevetti internazio-

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nali, è il componente strutturale aSeal? chieste dei nostri della chiusura e ha il compito Obiettivo dell’aclienti. Creiamo una di “imbrigliare” il sistema in zienda è quello di vera e propria collabocondizioni d’uso, evitandone offrire un prodotto in grado razione. Cerchiamo di dare stil’allungamento e garantendo il di garantire una serie di carat- le, unicità ed espressione ad un mantenimento dell’interferenza teristiche tra cui: mantene- progetto che in parte ha realizcon il vetro uniforme e costante re inalterate le proprietà zato il cliente insieme a noi. Il nel tempo. Sul telaio è riportato meccaniche e di resilienza logo viene riprodotto in manieil lotto di produzione. Questo (costanza e uniformità nel tem- ra dettagliata e fedele. Grazie consente la tracciabilità del po); proprietà di permeabi- all’ampia gamma dei colori dei prodotto ovvero permette di ri- lità ai gas, soprattutto all’O2; vari componenti, la chiusura salire a tutti i materiali usati per proprietà di inerzia chimica Ardeaseal risulta unica e dal la realizzazione della chiusura. (assenza di interazione tra con- design innovativo”. “Lo “Scudo” è l’unico compo- tenuto e superfici della chiusu- Quali sono gli altri servizi che offrite alle aziende olnente a contatto con il vino e ra a contatto diretto); viene realizzato con il miglior ArdeaSeal è molto attenta tre alla Chiusura? “Diamo tecnopolimero ad oggi esistente al packaging: la “persona- un servizio completo di assiin termini di assenza di intera- lizzazione” è uno degli skills stenza tecnica anche in loco e zioni chimiche,. Il corpo, ov- cui prestate molta attenzio- consulenza professionale sulle vero la terza parte, è l’elemento ne, in completa armonia macchine di imbottigliamento comprimibile del tappo. Grazie con la “brand identity” di di proprietà del cliente oppure all’interferenza con la superfi- ciascun azienda vitivinico- mettiamo a disposizione i nostri kit completi, per la messa in cie interna del collo della bot- la... tiglia garantisce la tenuta nel “Siamo molto attenti alle ri- bottiglia”. (c.m.)• tempo con uniformità e costanza. CORO DEVELOPPEMENT SRL - ARDEASEAL® Strada Ronco Riccarda 2/3 – 15057 Tortona (AL) E’ realizzato meTel +39 0131 031021 info@ardeaseal.com www.ardeaseal.com diante l’utilizzo di un elastomero termoplastico e anche in questo caso la sua produzione vede l’impiego della tecnologia di sovrastampaggio a iniezione. Quali sono le garanzie fornite dal tappo Arde-


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ine Block è il sistema refrigerante specifico per la conservazione del vino in bottiglia a temperatura e umidità controllate; un prodotto dedicato al settore vinicolo elaborato da Zanotti, gruppo mantovano leader nella refrigerazione per l’intera catena del freddo. Le due varianti monoblocco o split con evaporatori a parete sono dotate di compressori ermetici: caratteristica questa che le rende assolutamente silenziose e prive di vibrazioni. Con Wine Block la qualità e la conservazione del vino risultano garantite. Anche a livello di design, il Wine Block si adatta perfetta-

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mente agli interni delle cantine moderne. Come un abito di taglio sartoriale, Wine Block è bello, oltre ad essere funzionale. Il gruppo Zanotti, di esperienza pluriennale, è una realtà affermata a livello internazionale, tanto che l’azienda è stata recentemente scelta da Daikin come specialista nella refrigerazione alimentare. •

Si chiama Wine Block ed è il sistema refrigerante creato ad hoc per le cantine

Zanotti: technical excellence at the service of wine Wine Block is its name and it’s the refrigerating system created ad hoc for cellars Wine Block is a specific refrigerating system for wine bottles storage at controlled temperature and humidity; it’s a product addressed to the wine sector, created by Zanotti, the company from Mantua leader in cooling refrigerating systems. The company proposes two models: the monoblock unit and the split one with thru-wall application, both equipped with hermetical compressors, a peculiarity that makes them completely silent and without

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any vibration. Quality and perfect storage of wine are guaranteed with Wine Block. The design of Wine Block harmonizes with every modern cellar. As well as a tailored suit, Wine Block is as beautiful as efficient. The Zanotti group, with its multi-year experience, is a successful and well-known reality at an international level. As a proof of it, recently it has been selected by Daikin as specialist of food refrigeration. •

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III Edizione

Salone della Sostenibilità Ambientale e dell’Agricoltura Biologica

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Supercap l’eleganza del design, la sicurezza di tecnologie all’avanguardia

C

’è una duplicità di intenti che muove le scelte aziendali di Supercap Srl, azienda italiana che dal 1999 si adopera per la realizzazione di chiusure per vini, oli, aceti e distillati. Da una parte il mantenimento delle qualità organolettiche del prodotto attraverso l’utilizzo delle migliori tecnologie presenti sul campo, dall’altra lo studio di materiali all’avanguardia che non interferiscano con il prodotto. Nascono con questo intento le chiusure T – Cap e Wine Caps, realizzabili anche con microgranulo di sughero sanificato, la cui struttura, miscelata con materiali termoplastici, non contiene colle. Da tale tecnologia nasce la linea Nature, inattaccabile da muffe e parassiti ed al contempo garanzia di mancanza di sentore di tappo e limitata permeabilità. La riduzione delle emissioni di

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Chiusure all’avanguardia per l’azienda che ha fatto di ricerca&sviluppo il proprio nucleo creativo gas a effetto serra unite a una materia prima derivante da un polietilene di origine naturale, ha permesso a Supercap di dare vita al primo T- Cap zero carbon footprint destinato a distillati, oli e aceti. I T- Caps Supercap ECO possono essere realizzati in due diverse categorie di prodotto: monopezzo o coiniettato con testa plastica capace di garan-

tire integrità e compattezza che impedisce la separazione dei componenti nel momento della stappatura. L’attività di sviluppo e ricerca di Supercap si è concretizzata poi nel primato di sviluppo di chiusure per oli e aceto, della linea T-Pourer, che rappresentano l’evoluzione e l’innovazione del comune tappo dosatore. T- Pourer No Refill si ca-

ratterizza per la presenza di un meccanismo a sfera nella parte interna del gambo, il quale assolve a una duplice funzione: da un lato consente di versare elegantemente il contenuto della bottiglia, dall’altra impedisce il rabbocco della stessa, evitando fenomeni di contraffazione. Test di laboratorio dimostrano che No Refill ha una struttura rigida e compatta ben resistente agli automatismi meccanici dei sistemi di imbottigliamento, con il vantaggio di poter esser impiegato nella tradizionale bottiglia con imboccatura comune. Il No Refill, così come tutte le chiusure Supercap, incontra le esigenze estetiche di un’ampia gamma di clienti: il tappo può, infatti, essere realizzato nelle versioni Basic, Wood, Deluxe e Crystal. Affiancano questi grandi classici le versioni minimal White & Black Edition, dal design singolare ed accattivante.•


Supercap è certificata BRC Global Standard for Packaging & Packaging Materials che prevedono i protocolli attualmente più evoluti e controllati a livello mondiale in termini di igiene e sicurezza.

Supercap: the elegance of design, the guarantee of cutting-edge technologies. Cutting-edge closures by a company that has made research & development its creative focus.

There is a double focus in Supercap Srl’s corporate direction. On one hand, they are focused on preserving the organoleptic qualities of the products through the best technologies available; on the other hand, they study & develop cutting-edge materials that will not have any negative effect on the products they come into contact with. Supercap is the Italian company that has been creating closures for wines, olive oils, vinegars

and distillates since 1999 with great international success. As a result of this dual focus, Supercap has created T – Caps and Wine Caps that are created with microgranule sanitized cork mixed with thermoplastic materials and absolutely no glue – in sharp comparison to microagglo corks being currently sold in the marketplace. This technology is called Supercap’s Nature line of closures, and they are mould and parasite resistant and guaranteed against the taste of cork due to its limited permeability. The reduction of the greenhouse gas emissions combined with a raw material resulting from a natural polyethylene has allowed Supercap to create the first T- Cap with zero carbon footprint for distilled spirits, oils and vinegars.

T- Caps Supercap ECO can be made in two different formats: monobloc or co-injected with a plastic head that guarantees integrity and solidity, preventing the separation of the components during uncorking. Supercap’s research and development has also developed the T-Pourer line of products that represent an evolution of the common measuring cap. The T- Pourer No Refill technology features a ball mechanism with a double function: it allows pouring of the product smoothly while simultaneously blocking any attempt to pour a foreign product into the original bottle, thereby preventing any type of counterfeiting. Laboratory tests demonstrate that the No Refill system has a firm, compact structure that complies with the me-

chanical automatism of bottling systems, allowing the closures to be inserted in common traditional bottles. The No Refill, as well as all of the Supercap closures, meet the aesthetic demands of a wide range of customers. In fact, the cap can be created in four different variations: Basic, Wood, Deluxe and Crystal. Besides these great classics, there are a few variations of the White & Black Edition, which has a unique, captivating design.•

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EUROPIAVE

Il giusto mix tra storia e innovazione

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ra le prestigiose vigne venete del Trevigiano non ci sono solamente produttori di vino, ma c’è anche chi fornisce a quest’ultimi le migliori tecnologie e strumenti per sviluppare prodotti della più alta qualità. È questo il caso di Europiave, azienda storica di Cimadolmo (TV) guidata dal suo fondatore Luciano Battistella, che dalla sua nascita nel 1987 si è sempre più specializzata nel settore della viticoltura producendo atomizzatori all’avanguardia, tre dei quali saranno presenti ad EIMA 2018. Siamo andati a incontrare per voi Elisa, figlia di Luciano, che ci ha raccontato meglio queste interes-

santi novità. Elisa, sappiamo che i prodotti Europiave sono pensati proprio per ogni esigenza: ma quali sono secondo lei i veri punti di forza di queste macchine?

prevedibilità metereologica, criticità in costante aumento. Mark Tris consente di lavorare su tre filari contemporaneamente, ottimizzando sensibilmente i tempi di lavoro, pur mantenendo un’alta qualità di penetrazione del prodotto. Poi c’è Giuly2010, la serie completa di atomizzatori con sistema di recupero, creata in risposta alle normative di polizia rurale ove confini e ambiente devono per legge essere rispettati. Con questa serie la riduzione della deriva del prodotto è assicurata, con l’ulteriore sicurezza data dalla Certificazione Enama che ne attesta le potenzialità. Infine, ci sarà Brio Turbo, la no-

Ogni nostro atomizzatore ha il suo perché Ognuno di questi tre atomizzatori ha “il suo perché”. C’è Mark Tris, atomizzatore compatto e agile che rappresenta la soluzione all’im-

stra ultima creazione. È una soluzione intermedia, che consente sì di ridurre la deriva, ma con un costo di acquisto quasi dimezzato rispetto a Giuly2010, permettendo così anche ai piccoli viticoltori di rispettare le norme vigenti e di stare al passo con i tempi. E parlando, invece, di Europiave: qual è il segreto della sua crescita? L’alta qualità delle nostre macchine ha un suo ruolo nella nostra crescita, ma l’esperienza e la passione che caratterizzano la nostra officina sono la nostra “marcia in più”. Interveniamo in tempi rapidissimi e con grande professionalità, in questo siamo leader assoluti nel nostro territorio. Per quanto ci riguarda, senza assistenza al cliente le vendite non hanno futuro!• EUROPIAVE The right mix of history and innovation Among the prestigious Veneto vineyards of Treviso, there are not only wine producers, but there are those provides for some of them with the best technologies and tools to develop products of the highest quality. This is the case of Europiave, the historic company of Cimadolmo (TV) led by its founder Luciano Battistella, which since his birth in 1987 has increasingly specialized in the viticulture sector producing cuttingedge sprayers, three of whom will be present at EIMA 2018. We went to meet for you Elisa, Luciano’s daughter, who told us more about these interesting news.

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Elisa, we know that Europiave products are designed for every need: but which ones are the real strengths of these machines? Each of these three atomizers has "his why". There's Mark Tris, compact and agile atomizer that represents the solution to the unpredictability weather, criticality constantly increasing. Mark Tris allows to work in three rows at the same time, significantly optimizing the working time, while maintaining a high quality of

the product. Then there is Giuly2010, the complete series of atomizers with recovery system, created in response to the rural police regulations where borders and environment must to be respected by law. With this series the reduction of product drift is ensured, with the added security given by the Enama Certification which attests to its potential. Finally, there will Brio Turbo, our latest creation. It is an intermediate solution, which allows to reduce the

drift, with a purchase cost almost halved compared to Giuly2010, allowing it also the small winemakers to respect the rules and keep up with the times. And talking about Europiave: what is the secret of its growth? The high quality of our machines has its role in our growth, but the experience and passion that characterize our workshop are our "go on." We work in a very short time and with great professionalism, in this we are absolute leaders in our territory. For

our purposes, no customer service sales have no future!• Flash news (in the middle of the body of the text): "Each of our atomizer has its why."• EUROPIAVE S.N.C. di Battistella L. & C. Via Stabiuzzo 26 31010 Cimadolmo (TV) Tel. +39 0422 74 39 06 Fax. +39 0422 80 37 84 info@europiave.it www. europiave.it

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La manifestazione dedicata alla filiera del vino ritorna alla Fiera di Pordenone dal 27 al 29 novembre

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itorna a fine anno l’unico appuntamento italiano dedicato alla filiera del vino: la seconda edizione di R.I.V.E. è in programma alla Fiera di Pordenone dal 27 al 29 novembre. Con l’edizione 2018 R.I.V.E. diventa a cadenza biennale e punta all'internazionalità dell’offerta. Viticoltura ed enologia sono i due macro settori di riferimento della manifestazione che offre un panorama completo su tutti i prodotti e le tecniche di produzione del vino, dalla coltivazione fino alla produzione e alla commercializzazione. Target della fiera sono viticoltori, responsabili di aziende di trasformazione di semilavorati, vinificatori, cantine private e sociali, enologi, consulenti ed esperti della viticoltura e della vinificazione. R.I.V.E: 2018 non è solo un

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ENOTREND: un programma di incontri sulle nuove tendenze della viticoltura arricchisce i contenuti dell’evento luogo di incontro tra domanda e offerta, ma anche un’occasione per fare il punto sulle nuove tendenze e che offrirà interessanti opportunità formative con un programma di worskhop e seminari specialistici, ideati e coordinati dal prestigioso Comitato scientifico. L'edizione di R.I.V.E. 2018 si concentrerà su tre tematiche di

respiro nazionale ed internazionale per trasferire in tempo reale agli operatori del settore vitivinicolo ed enologico i progressi che l’innovazione scientifica produce in Italia ed all’estero. • Quale sostenibilità in viticoltura? • Le nuove varietà e il territorio: l’enologo chiede e il genetista risponde • “Il sistema delle autorizzazioni: le prospettive della viticoltura italiana”

Inoltre, in un’ottica di sinergia, A luglio R.I.V.E. è stato partner istituzionale del 73mo Congresso nazionale di Assoenologi a Trieste e che si è concentrato sul tema dell'internazionalità del vino e la sua diffusione nel mercato estero e sugli aspetti comunicativi legati al vino. Per informazioni pratiche dettagliate e aggiornamenti sull’evento: www.exporive.it Il progetto Enotrend continua online su blog.enotrend.it•


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MACCHINARI

WINEBOX

LA TRIVELLA IDRAULICA DI COLOMBARDO

PERBACCO WINE BOX: ULTERIORI GARANZIE PER IL CLIENTE! ®

Perbacco ® wine box, l’imballo dedicato alla spedizione di bottiglie realizzato da ERREVI srl, ha avuto l’attestazione da parte del TUV Italia per aver superato il test ISTA 3A. ISTA ( International Safe Transit Association ) è l’associazione internazionale che raggruppa i più importanti vettori di tutto il mondo. Il protocollo di test ISTA 3A contempla un severo metodo di test sugli imballaggi dedicati al trasporto di pacchi ed è riconosciuto dalla maggior parte delle società di logistica attive a livello internazionale per terra, mare e cielo. Una singola cassa in EPS Perbacco ® wine box ha superato oltre 54 Crash Test in diverse condizioni ambientali, altezze di caduta e con 3 diversi formati di bottiglie di capacità differenti. Perbacco ® wine box è l’unico imballo in Italia ad avere superato il Test, escludendo l’utilizzo del cartone. Un successo senza precedenti che offre maggiori garanzie a cantine e operatori del settore. ERREVI srl Via Biban , 41 31030 Carbonere TV www.errevieps.it www.ariadinamica.it

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wine box

PACKAGING

SETA NERO: IL PACKAGING DI LUSSO FIRMATO SCOTTON SPA Grazie al suo potere comunicativo, il colore nero è utilizzato da creativi e designer negli ambiti più svariati, perché capace di veicolare come nessun altro, i concetti di eleganza ed esclusività. Il colore-non-colore, è impiegato anche nel settore del packaging design, nello specifico per quanto riguarda il confezionamento di prodotti alimentari e bevande che hanno connotazioni di lusso. Utilizzato per riflettere un’immagine di sobria raffinatezza, il nero non poteva mancare anche nella linea di scatole ideate da Scotton per confezionamento di bottiglie. La collezione “Seta Nero” comprende diversi modelli in cartone accoppiato, lavorati sulla superficie con una goffratura esclusiva che imita l’elegante texture della seta grezza. Il risultato sono delle scatole eleganti e raffinate adatte a contenere diverse tipologie di bottiglie. Naturalmente il nero predomina in tutta la linea, conferendo un’allure di eleganza e contribuendo ad aumentare il valore del prodotto che custodisce. Scotton Spa Via Vallina Orticella 1 31030 Borso del Grappa- TV Tel. 0423913300 info@scotton.it - www.scotton.it

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La Trivella idraulica versatile può essere posizionata sia posteriormente sul sollevatore idraulico universale che anteriormente ad una trattrice, anche se sprovvista di sollevatore idraulico (l’applicazione anteriore è quella maggiormente indicata). Dispone di tre movimenti idraulici (escursione laterale, profondità ed inclinazione flottante dell’utensile) comandati da speciale distributore idraulico con divisore di flusso incorporato e leva di comando motore; la trivella può essere dotata di punta elicoidale Ø 130 mm (altri diametri a richiesta); come optional, la stessa può essere corredata di punta speciale fresatrice per estirpo piante e preparazione del terreno per la rimessa manuale della barbatella (diametro di lavoro c.ca 0,45/0,50 mt). La Trivella idraulica può essere dotata di accessorio “pinza idraulica” per l’estrazione dei pali di sostegno usurati o rotti e di speciale utensile utile per avvitare ancoraggi ad elica, per il sostegno della palizzata dei filari. La novità tecnica è sicuramente la versatilità dell’attrezzo, con possibilità di montaggio sulla parte anteriore della trattrice, che permette così all’operatore di procedere con estrema sicurezza e comodità senza dover assumere posture scomode, faticose e con notevole beneficio della visibilità. Novità Gruppo riduttore per lavorazioni gravose (estirpo piante vecchie e con forte radicazione). Colombardo produce kit trivella per applicazione su scavatori. Colombardo Mauro Regione Leiso, 30-31 14050 San Marzano Oliveto (AT) Tel. 0141 856108 - Fax. 0141 856103 www.colombardomauro.com www.colombardo.com - info@colombardo.com


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