Rassegna 14 febbraio

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14 febbraio














LA NAZIONE ISTRUZIONE-SCUOLA-FORMAZIONE

Scuola Posto fisso, cinquecento precari ora ci sperano E’ prorogato a tutto il 2011 il termine per presentare ricorso e chiedere l’immissione in ruolo di GIANLUCA DOMENICHELLI IN CINQUECENTO inseguono il sogno del posto fisso. E presto tanti altri potrebbero seguirli. E’ prorogato a tutto il 2011 (e non più fermo al 23 gennaio) il termine entro cui proporre ricorso contro le reiterazioni dei contratti di lavoro per chiedere l’assunzione in ruolo. E la proroga regala una nuova possibilità ai precari del settore della scuola, gli insegnanti e il personale Ata. Un «mondo» che pure in provincia di Grosseto è popolato da centinaia di lavoratori. «Nella nostra provincia — spiega Stefano Rosini, coordinatore dei precari per la Cgil e componente del direttivo provinciale Idv, insegnante precario da 9 anni — hanno già presentato domanda per essere immessi in ruolo almeno 450 precari della scuola. E mi riferisco solo a quelli iscritti alle tre maggiori organizzazioni sindacali: in tutto saranno oltre 500. Hanno fatto vertenza in base a quanto previsto dalla Legge Sacconi, che imponeva il termine del 23 gennaio (ora superato) per impugnare qualsiasi irregolarità del rapporto di lavoro, altrimenti tutto sarebbe stato sanato». A questo proposito Grosseto può vantare un primato: a livello nazionale il caso è stato sollevato dal Codacons il 5 gennaio, ma in Maremma Rosini ha anticipato tutti, annunciando già il 23 novembre la possibilità dei ricorsi. E adesso che succede? «Ora i 450 precari che hanno presentato domanda — chiarisce Rosini — hanno 270 giorni di tempo per decidere se iniziare o meno il ricorso vero e proprio. E questo dipenderà dalla situazione di ognuno. Questa non è una class-action, sono cause individuali e occorre valutare con attenzione se vale la pena proseguire con la vertenza, perché le spese legali sono a carico del ricorrente e c’è il rischio di rimetterci 2-3mila euro». E NON TUTTI hanno le stesse speranze di ritrovarsi «di ruolo», ovviamente. «Non creiamo aspettative: potranno sperare di entrare in ruolo — precisa Stefano Rosini — solo i precari che hanno certi requisiti. Un buon parametro è quello stabilito dalla sentenza del 22 settembre 2010 del Tribunale del lavoro di Siena: il giudice ha riconosciuto a una insegnante il diritto a entrare in ruolo giuridicamente, assegnandole in più 4mila euro di danni. E in quel caso aveva 6 anni di insegnamento. Certo, si tratta solo del primo grado di giudizio e occorre aspettare. Ma sicuramente chi ha ricoperto per 6 anni una cattedra vacante (cioè non semplicemente una supplenza) ha requisiti forti su cui contare. Possiamo dire che un buon punto di partenza è avere 3 anni di insegnamento (per i docenti) oppure di attività come operatore della scuola (per il personale non docente), ed essere abilitati all’insegnamento o far parte delle graduatorie Ata: in questa situazione ce ne sono tanti, almeno il 50-60% di quanti hanno presentato ricorso. C’è gente precaria da vent’anni». Ecco le prossime mosse. «Ora, con il nostro avvocato della Cgil, stiamo valutando caso per caso la situazione di ognuno. E a settembre avremo il quadro preciso di quanti hanno trasformato l’impugnativa in ricorso».


IL TIRRENO PANORAMA POLITICO Sel: «Era ora». Pdl: «Dica di chi parla»

Codice etico: plausi e sberleffi a Bonifazi GROSSETO. Politica divisa sulla proposta avanzata dal sindaco Bonifazi di un codice etico per i candidati delle liste che lo sosterranno alle prossime elezioni. Sinistra Ecologia e Libertà la accoglie con favore perché «è una delle richieste che Sel un anno fa pose come condizione per entrare in giunta». Ma ora, sostiene Sel, si vada fino in fondo con l’approvazione del codice etico in consiglio comunale: «Il codice di comportamento per gli eletti esiste ed è stato prodotto dall’Unione europea che auspica la sua adozione da parte delle amministrazioni locali - scrive la direzione provinciale di Sel - Il Comune di Grosseto lo faccia suo prima delle elezioni». Un sì convinto al codice etico da sottoscrivere in vista delle amministrative arriva anche dal coordinatore provinciale dell’Italia dei Valori Mauro Pasquali che definisce questo passaggio «un dovere civico e politico per tutti i partiti della coalizione di centrosinistra. Noi come Idv - ricorda Pasquali - abbiamo già un codice etico a livello nazionale e collaboreremo perché ne venga sottoscritto uno anche a livello locale come è successo di recente a Carmignano in provincia di Prato. Il codice etico deve fungere da monito e guida per il centrosinistra e da guanto di sfida per il centrodestra». Il coordinatore provinciale del Pdl Luca Agresti definisce invece grave l’atteggiamento «di un sindaco che dice e non dice e così facendo getta un’ombra generica su tutti». Agresti invita Bonifazi a uscire allo scoperto: «Perché il sindaco si domanda il - chiede prove di onestà e trasparenza ai suoi? Ha qualche sospetto? Lo dica pubblicamente, altrimenti è il primo a tradire quel codice non scritto ma valido per chi fa politica o riveste cariche istituzionali di agire in modo cristallino di fronte al popolo». Di qui l’invito esplicito di Agresti a Bonifazi: «tirare fuori i nomi di chi in questi anni ha tradito la sua fiducia. Dica chi è che non vuole in lista così usciremo tutti da una situazione imbarazzante e poco dignitosa per la politica». Agresti infine non nasconde la sua «meraviglia per il silenzio dei partiti di centrosinistra di fronte alle ripetute uscite di Bonifazi su questo tema». Il segretario provinciale dei Comunisti Italiani Marco Barzanti liquida invece le dichiarazioni di Bonifazi come «chiacchiere da campagna elettorale. Chi ha fatto le nomine degli stessi consiglieri per più incarichi? - si chiede infatti Barzanti riferendosi in particolare a uno dei punti del codice etico ipotizzati da Bonifazi - Solo uno può fare le nomine ed è il sindaco Bonifazi che quindi si lamenta e critica se stesso». E a proposito di codice etico in politica Barzanti sostiene «che il primo a violarlo è stato proprio colui che lo propone». E cita le «due condanne per comportamento antisindacale su Iside, per non parlare dei rifiuti. Quale codice etico aveva Bonifazi a Follonica quando marciava contro l’inceneritore e quale quello di oggi in cui accetta supinamente le scelte?». S.L.





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