Rassegna 10 febbraio

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Da Tartaglia a Don Verzé: gli incroci pericolosi della Gip

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IL POTERE DELL’ORGIA

rdinò la custodia cautelare in carcere per Massimo Tartaglia, l’uomo che colpì con un souvenir del Duomo il premier il 13 dicembre del 2009. Poi ne dispose il trasferimento in una struttura psichiatrica prima di essere assolto, da un altro giudice, per incapacità di intendere e di volere. Non è dunque la prima volta che le strade (giudiziarie) di B. e Cristina Di Censo si incrociano. Nella vicenda

Ruby il magistrato non si esprimerà prima di lunedì o martedì. Cristina Di Censo ha 44 anni è nata a Piombino (Livorno), e ha un passato da magistrato a Busto Arsizio (Varese). L’estate scorsa, quando il magistrato già seguiva le indagini su Ruby in funzione di gip, si era verificato un episodio “misterioso”: qualcuno era entrato di nascosto nel suo ufficio. Dalla stanza, però, non era stato portato via alcun atto relativo

782 pagine Tutte le carte in mano all’accusa

Le rivelazioni di Karima Quelle 4 volte davanti agli inquirenti

Le 5 conversazioni Bruti Liberati: irrilevanti le telefonate di B.

ono le carte che l’accusa ha depositato ieri per sostenere che B. deve essere processato per l’affaire Rubacuori: oltre agli inviti a comparire per il premier e per la Minetti, sono inclusi gli interrogatori della giovane ragazza marocchina, le relazioni su di lei dei servizi sociali e le annotazioni del commissariato Monforte.

a verità - o le verità - di Ruby “Rubacuori”: per 4 volte la ragazza marocchina è stata ascoltata dai magistrati di Milano - il 2, il 6 e il 22 luglio e il 3 agosto 2010. Le notti di Arcore ma anche la sua infanzia, la prostituzione, la notte in questura del 27 maggio del 2010, quando Berlusconi tentò di spacciarla per “nipote di Mubarak”.

argomento: le ragazze e il sesso. Ma queste 4 o 5 telefonate di Berlusconi i magistrati hanno deciso di non inserirle nelle carte dell’indagine: “Non le abbiamo utilizzate - ha detto ieri il procuratore milanese Edmondo Bruti Liberati sono irrilevanti e destinate alla distruzione”.

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all’inchiesta, perché le carte venissero già custodite con misure speciali di sicurezza. Il gip Di Censo, nel 1999, quando era pretore a Busto Arsizio, aveva assolto don Luigi Verzé dall’accusa di avere effettuato prestazioni sanitarie in assenza di autorizzazione. La Di Censo, inoltre, è il magistrato che ha archiviato gli esposti presentati dai Radicali sulle irregolarità delle firme presentate a sostegno della lista Formigoni.

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elle 782 pagine che secondo la procura di Milano inchiodano Silvio Berlusconi ci sono anche i quattro verbali, ancora segreti, di Ruby sentita dai pm. Il primo, del 2 luglio 2010, è quello non ancora inquinato dalle offerte di denaro in cambio di silenzio. In esso la ragazza marocchina Karima El Marhoug rivela per la prima volta il bunga-bunga, i festini di Arcore a base di sesso. Non ammette di aver avuto, lei, rapporti sessuali con il presidente del consiglio, ma racconta delle ragazze nude e dei tuffi in piscina. Ma poi, intercettata, spiega: “Io ho detto tante cose, ma ne ho nascoste tantissime...”. Quelle 782 pagine contengono, secondo la procura di Milano, la “prova evidente” che il presidente del Consiglio abbia commesso i reati di concussione e prostituzione minorile, e dunque vada subito processato con giudizio immediato, senza bisogno di celebrare l’udienza preliminare. Ieri quelle pagine sono state trasferite dal quarto al settimo piano del palazzo di giustizia. Dalla procura al giudice per le indagini preliminari, Cristina Di Censo, che ora dovrà valutare, in cinque giorni (che potrebbero però almeno raddoppiare), se concedere oppure no il rito immediato. I 4 VERBALI Che elementi nuovi ci sono nelle richieste dei pm? Per scoprirlo, basta fare una semplice somma aritmetica: gli elementi d’accusa che già conosciamo, perché contenuti nei due inviti a comparire (a Silvio Berlusconi e a Nicole Minetti) inviati alla Camera dei deputati, occupano 630 pagine. Dunque le novità, ancora segrete,

sono contenute nelle restanti 150 pagine. Che cosa contengono? Innanzitutto i quattro verbali Ruby, sentita dai magistrati milanesi il 2, il 6 e il 22 luglio e il 3 agosto 2010. Poi le relazioni degli assistenti sociali che si sono occupati della minorenne. Le annotazioni di servizio degli agenti del commissariato Monforte che hanno portato in questura la ragazza il 27 maggio 2010. Infine gli elementi raccolti dopo il 14 gennaio 2011, giorno dell’in-

La citazione di Stuart Mills Bruti Liberati: “È stato scritto che siamo stati in contrasto tra di noi”. E cita il padre del liberalismo: “Se una verità fondamentale non trova oppositori è indispensabile inventarli”

vito a comparire a Berlusconi e delle perquisizioni a Ruby e alle ragazze di via Olgettina. Materiale più che sufficiente per disporre il giudizio immediato, sostiene il procuratore Edmondo Bruti Liberati, che ci tiene a sottolineare, con toni garantisti, che “quando si dice che c’è l’evidenza della prova, s’intende dire che la prova è evidente per il rinvio a giudizio, non per la condanna”. Il procuratore ieri ha iniziato le sue comunicazioni ai giornalisti con una battuta: “Questo non possiamo chiamarlo briefing...”. Il riferimento era a una frase intercettata di Minetti, che a una amica che stava invitando ad Arcore diceva: “Ti

La Procura di Milano chiede il processo per Berlusconi: prostituzione minorile e concussione

Ilda Boccas

devo briffare... ne vedrai di ogni...”. Poi Bruti è passato a citare una frase di John Stuart Mill, campione del pensiero liberale, a proposito del percorso mentale fatto dai pm per arrivare alla decisione di chiedere il giudizio immediato per entrambi i reati contestati. “Non c’è stato alcun contrasto tra di noi magistrati impegnati nell’indagine, ma io posso dire di essere entrato in profondo contrasto con me stesso: perché ho soppesato le diverse ragioni, come scrive Stuart Mill, fino ad arrivare alla decisione”. UN SOLO PROCESSO Un solo processo per i due reati. Perché la prostituzione minorile, per la quale non è previsto il giudizio immediato, è attirata per connessione dal delitto più grave, la concussione: poiché un reato (la concussione) è stato commesso proprio per occultarne un altro (la prostituzione minorile). Silvio Berlusconi ha fatto pressioni sui funzionari della questura di Milano affinché liberassero Ruby (“È la nipote di Mubarak”), per impedire alla ragazza, irrequieta e incontrollabile, di far emergere la sua par-

Sotto scacco Illustrazione di Emanuele Fucecchi tecipazione a pagamento ai festini di Arcore. La concussione. Nelle carte, sostiene la procura, ci sono tutti gli elementi per provare che il presidente del Consiglio ha commesso il reato di concussione, nella notte tra il 27 e il 28 maggio 2010. Quando ha telefonato più volte in questura, premendo sul capo di gabinetto, Pietro Ostuni. Quella notte ha abusato della sua “qualità” di presidente del Consiglio, ma non lo ha fatto nelle sue funzioni ministeriali (il capo del governo non ha responsabilità dirette sulla polizia): dunque il reato non è ministeriale e non ha senso, secondo i pm, affer-

mare la competenza del tribunale dei ministri. Dopo le concitate telefonate di quella notte, la minorenne Ruby fu affi-

La descrizione delle feste hard e dei riti sessuali nella villa di Arcore, i soldi per il silenzio

LA NOTTE DELLA QUESTURA La telefonata del presidente del Consiglio e le pressioni

Quegli agenti che impedirono l’insabbiamento

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n ogni sistema perfetto si verifica, prima o poi, un accidente, si mostra una smagliatura. E il gioco salta. I granelli di sabbia che hanno bloccato i ben oliati ingranaggi del bunga-bunga si chiamano Marco Landolfi e Luigi Ferrazzano. Due poliziotti del commissariato di Milano Monforte-Vittoria. Sono loro che firmano una relazione di servizio “sull’intervento effettuato in data 27 maggio 2010”, quando “si è provveduto ad accompagnare presso gli uffici della locale questura tale El Ma-

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data a Nicole Minetti, presentata da Berlusconi con l’inesistente qualifica di “consigliera con incarico ministeriale”, che la lasciò però subito nelle mani di una prostituta, la brasiliana Michelle Coincecao Santos Oliveira.

Il bunga bunga e la minorenne: la deposizione che inchioda il Caimano

e Antonella Mascali

a Mills: il prog

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LA PROVA DI RUBY di Gianni Barbacetto

Dai fondi neri M

rhoug Karima”. Ruby, insomma, la ragazza di origine marocchina che viene segnalata per furto in corso Buenos Aires, fermata e portata negli uffici di via Fatebenefratelli. Lì accade il fatto che fa nascere il “caso Ruby”: le telefonate di Silvio Berlusco-

ni, le pressioni, l’affido a Nicole Minetti. Poteva andare tutto liscio, restare tutto nell’ombra. Invece i due agenti firmano le loro annotazioni di servizio, quella notte, e poi aggiungono una relazione più lunga, datata 28 luglio 2010, in cui raccontano le

Dal fermo della giovane alle relazioni di servizio che hanno smascherato il depistaggio

telefonate del presidente del Consiglio, la panzana della “nipote di Mubarak” e l’intervento finale di Nicole Minetti, “consigliere con incarico ministeriale”. Lo scenario della (presunta) concussione. Altri granelli di sabbia li aggiungeranno T.M., l’amica di liceo che Nicole Minetti incautamente invita ad Arcore, e Maria Makdoum, che ad Arcore arriva ingaggiata da Lele Mora, a ballare la danza del ventre. Entrambe tornano a casa schifate. E poi racconteranno ai magistrati quello che hanno visto, confermando l’esistenza del bunga-bunga. “Sembra di stare al Bagaglino ma è peggio”, dice T.M. “Un puttanaio. Con Berlusconi che toccava i culi alle ragazze. Ora se quelle cose le fai in camera da letto, sono affari tuoi,

ma così, davanti a tutti! Mi chiedo, il giorno dopo, come faccia a lavorare”. E Maria Makdoum: “Quando la cena è terminata, il presidente più o meno testualmente disse: ‘E ora facciamo il bunga-bunga’. Scendemmo quindi in una sala non molto grande, che né più e né meno rappresentava una piccola discoteca, in mezzo c’era il palo della lapdance... e le due gemelle De Vivo, che erano in pratica in mutande e reggiseno, hanno cominciato a ballare in maniera hard, avvicinandosi al presidente, che le toccava e le ragazze toccavano il presidente nelle parti intime, e si avvicinavano anche a Emilio Fede, che analogamente le toccava il seno, altre parti intime”. Così i granelli di sabbia hanno inceppato il sistema del bunga-bunga.

IL CORPO DEL REATO Berlusconi quella sera ottiene due vantaggi, sostengono i magistrati. Ha avuto “per sé e per la minore un indebito vantaggio di carattere non patrimoniale, consistito, per la minore, nella sua fuoriuscita dalla sfera di controllo delle autorità minorili e, per esso indagato, nell’evitare che Karima potesse riferire del reato (di prostituzione minorile, ndr) e comunque della risalente frequentazione, nonché di altri reiterati episodi di prostituzione verificatasi nella sua dimora privata in Arcore, fatti di rilevanza penale non a lui ascrivibili, ma comunque suscettibili di arrecare nocumento alla sua immagine di uomo pubblico”. La prostituzione. La procura è certa di avere “prove evidenti” anche per contestare a Berlusconi il reato di prostituzione minorile. Ruby, ragazza con alle spalle una storia difficile, si prostituiva, come raccontano alcune sue compagne d’avventure e come confermano le intercettazioni. È stata certamente più volte ad Arcore, come provano le “celle” telefoniche. Ha avuto molti soldi da Berlusconi, come lei stessa ammette. E il presidente del Consiglio sapeva che la ragazza era minorenne. È la stessa Ruby a raccontare, nei suoi verbali, il bunga-bunga, le fe-

ste ma T.M Ni kd Pro bio ge ma far te pa “R am Silv dir mie to mo Ca ta pe “O alt in dre do qu ai su to cos luz Silv zo lei to e di e che qu un non Ne no lef te ga bia van ne

OBIETTIVI PREVENTI

“LIBERO” GIÀ PR di Stefano Caselli

all’invocazione del giudice natuDtro ilrale, alla guerra preventiva congiudice potenziale. Al celebre

pranzo di Arcore del 17 gennaio, B. riunì tutte le punte di diamante dell’informazione di famiglia, ma non “Libero”. Tuttavia, il quotidiano di Feltri e Belpietro è tornato in pista di buona lena. Così, se “il Giornale” è impegnato a menare il pm Ilda Bocassini a colpi di rivelazioni su amori di appena trent’anni fa, “Libero” apre il fronte sul presidente del Tribunale: “Il giudice che processa Silvio scese in piazza contro di lui”, è il titolo a tutta pagina apparso in edicola ieri. Nel giorno in cui il plenum del Csm approva un documento a tutela del pm Fabio De Pasquale (definito “famigerato” da B.) nel mirino di “Libero” finisce Oscar Magi, presidente della IV sezione penale

del do sol bra Liv un’ zio del Be In r si a in m aut aff qua der via ba dal lan tro get gna te i






















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