Progetto Africa

Page 1

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO - TESERO

CIO’ CHE ESSI BRAMANO E CERCANO LONTANO, ESISTE CL NELLA LORO TERRA (detto muride, Senegal) 1


PRESENTAZIONE

All’inizio dell’anno scolastico le nostre professoresse di lettere e artistica ci hanno proposto di intraprendere un percorso di approfondimento su alcune problematiche che affliggono il continente africano. A tal proposito abbiamo discusso in classe di cosa vuol dire “avere fame” e “avere sete”, attraverso la lettura di materiale informativo relativo al tema della carenza di cibo e di acqua. Il progetto, che le nostre professoresse hanno chiamato “Progetto Africa”, si è articolato in tre blocchi di lezione: due sull’acqua e sul cibo, con la realizzazione di cartelloni che avrete modo di ammirare in mostra e su questo stesso giornale; e uno sulla creazione delle maschere africane (modellando l’argilla) e sulla pittura su stoffa (“Batik”). Il percorso ha previsto inoltre, l’intervento in classe del Prof. Bortolotti (vd infra, approfondimento sul tema) e la visita al Museo Africano di Verona (vd. infra, approfondimento sul tema). Infine per inaugurare la mostra, che è stata allestita nell’auditorium della nostra scuola, abbiamo organizzato una serata, durante la quale sono stati offerti stuzzichini e pietanze africane ed è stato proiettato un video riassuntivo delle nostre attività. Buona lettura, le classi terze.

2


3

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO - TESERO


Progetto Arte - Geografia - Lettere – Storia: Educazione Interculturale Scuola Secondaria di 1°Grado – Giuseppe Alberti - Tesero Museo Africano di Verona Professori Referenti: -

Serena – Docente di Lettere e Storia classe 3^ B CHINNICI Venera – Docente di Lettere e Storia classe 3^ A DELLANTONIO Claudia – Docente di Educazione Artistica classi 3^ A-B BALDINI

Finalità: -

Collaborazione tra Scuole ed Enti (Museo) Promozione della cultura musicale ed artistica Attiva partecipazione degli studenti - con produzione artistica di manufatti plastico-manipolativi (maschere a tema) Attiva partecipazione degli studenti – nella redazione di approfondimenti letterali, artistici, storici e geografici in vista del viaggio di istruzione a Verona

Obiettivi: -

Conoscere ambienti, tradizioni e culture diverse dalle nostre Impostare un corretto rapporto tra uomo e natura per responsabilizzare l’alunno verso l’ambiente e la gestione delle sue risorse Prendere consapevolezza sulle problematiche fra Nord e Sud del mondo Sviluppare le capacità critiche nei confronti della realtà Favorire le capacità espressive a livello linguistico e plastico-pittorico Preparazione di un periodo storico – artistico Promuovere eventi artistici che propongano lo studente come protagonista ed esecutore

Soggetti coinvolti: -

Studenti dell’Istituto Comprensivo – Scuola Secondaria di 1° grado- Classi 3^ A-B (22+23 alunni) Docenti Enti esterni: Ð Museo Africano Verona

Attività: -

Attività curricolari finalizzate alla preparazione della visita al Museo Africano di Verona: Ð educazione artistica Ð lettere Ð storia e geografia

-

Attività varie con gli enti esterni contattati (Biblioteca – Esperti di emigrazione – Museo Africano di Verona)

4


-

-

-

Testimonianze di realtà e possibile intervento di una mamma somala da definire Preparazione di materiali per le varie attività Raccolta di brani antologici e approfondimenti tematici inerenti la geografia umana e la conoscenza delle risorse ambientali Realizzazione di maschere a tema Promuovere e pubblicizzare l’evento (realizzazione di una mostra) Viaggio di istruzione

Uscite: -

Viaggio di istruzione a Verona, visita del Museo Africano con la frequenza di laboratori didattici: Ð Acqua nostra Ð A. A. African art - Batik

Prodotti: -

Realizzazione di cartelloni su tematiche (acqua, cibo, passaggi di rito) affrontate dai ragazzi Produzione di immagini e/o disegni delle espressioni artistiche “Africane” Analisi e lettura di opere pittoriche del XX secolo che hanno subito influenze dell’arte africana Produzione di opere plastico-manipilative (maschere) Ricerca sulle origini e diffusione delle opere analizzate Dispensa riassuntiva del lavoro svolto nelle varie discipline (lettere, storia, geografia, arte)

Tempi: -

Nel corso dell’anno scolastico 2009/’10 Ð lettere: classe 3^A – mercoledì ore 8.00/9.00 ore curricolari classe 3^B – sabato ore 8.00/9.00 ore curricolari Ð ed. artistica: classe 3^A – mercoledì ore 8.00/9.00 ore a disposizione classe 3^B – sabato ore 8.00/9.00 ore a disposizione

-

Viaggio di istruzione nel mese di marzo/aprile 2010

Equipe di coordinamento: -

Serena – Docente di Lettere e Storia classe 3^ B – Docente di Lettere e Storia classe 3^ A CHINNICI Venera DELLANTONIO Claudia – Docente di Educazione Artistica classi 3^ A-B BALDINI

Indicazione costi: -

Materiale di facile consumo (vedi allegati) Viaggio di istruzione

Eventi: da parte del Museo Africano di Verona: - Visita al Museo e frequenza laboratori didattici da parte degli alunni delle classi 3^: - Esposizione: Ð Raccolta del materiale cartaceo prodotto Ð Iconografia delle opere plastiche prese in esame con relativa rielaborazione, lettura, analisi e commento BALDINI Serena ____________________________ CHINNICI Venera ___________________________ DELLANTONIO Claudia ________________________

Tesero, 13 ottobre 2009

5


CLASSI 3^ A - B

6

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO - TESERO


7


Classe 3 A BELLANTE BOZZETTA CARPELLA DEFLORIAN DEFLORIAN DELLADIO DELLADIO DELLADIO GILMOZZI LONGO MICH MICH PREVIDI SCARIAN SGRO TRENTIN VARESCO VARESCO VENTURA VENTURA VINANTE VINANTE ZANON

Tanja Fabrizio Stefano Gessica Sara Giorgio Isacco Siro Davide Davide Diego Mariasole Nicolas Enrico Mike Denis Giulia Veronica Federica Paolo Alice Mariasole Beatrice 8


9


CLASSE 3 B DEFLORIAN Delmo DEFRANCESCO Monica DELLADIO Paolo DELLAGIACOMA Chiara DELVAI Michela DONDIO Cristiana GILMOZZI Chiara MARINI Vincenzo MENEGONI Tobia MOLINARI Emily MORANDINI Lorenzo PIAZZI Federica SCARIAN Nicola SONATO Gabriel TONINI Celeste TROTSENKO Kateryna VARESCO Enrico VARESCO Mauro VARESCO Simone VINANTE Francesca VINANTE Martina ZENI Andrea

10


CARTELLONI: I TEMI TRATTATI CLASSE 3^A CL

11

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO - TESERO


S.O.S. ACQUA Il clima del pianeta: si alterano periodi di siccità e di piogge abbondanti. L’acqua che cadeva in 20 giorni, ora cade in 10. il terreno non fa in tempo ad assorbirla, perciò le falde non si arricchiscono e si provocano alluvioni.

Terzo mondo: è allarme per la carenza d’acqua La Terra è ricoperta per oltre due terzi di acqua, ma solo il 2,5% delle acque presenti sul pianeta è bevibile senza dover ricorrere a costosi progetti di desalinizzazione. A causa poi del fatto che gran parte dell’acqua bevibile è sotto forma ghiacciata, si stima che l’acqua realmente utilizzabile sia inferiore all’1%. Gli idrogeologi ritengono che il flusso annuale di acqua bevibile sia composta tra 35.000 e 50.000 Km cubi. Noi italiani consumiamo da 200 a 500 litri di acqua al giorno, e di questi solo all’incirca 5 litri vengono utilizzati per bere, cucinare, lavare gli alimenti. Tutti gli altri vanno via per lavarsi e lavare, utilizzando così l’acqua per docce giornaliere, elettrodomestici etc.

12


Il nostro paese rispetto agli altri paesi europei è quello che evidenzia un maggiore consumo di acqua e anche strutture più obsolete con conseguenti perdite dalla rete.

LE CONSEGUENZE DELLA SCARSITA’ D’ACQUA A causa della crescita delle attività umane, la disponibilità di acqua potabile per persona sta diminuendo. La conseguenza è che oltre 2 milioni e duecentomila persone, in maggioranza bambini, sono morte nel 2000 per malattie legate alla scarsità di acqua pulita. Inoltre il World Water Development Report dell ‘UNESCO nel 2003 indica chiaramente che nei prossimi vent’anni la quantità d’acqua disponibile per ogni persona diminuirà del 30%. Per questo l’acqua è una risorsa strategica per molti paesi. Negli ultimi tempi si parla sempre più spesso di emergenza idrica, non soltanto per quanto riguarda i paesi in via di sviluppo ma anche per il nostro territorio. Nelle nostre case si è persa la cultura del risparmio idrico.

Toglier i impediscono coltivare i trattiene coprire il fare sponde di letti la ghiaia.

boschi che trattengono l’acqua e frane e alluvioni; campi senza rimettervi l’humus che l’acqua e la fa scendere nelle falde; suolo con case e strade; contenimento ai fiumi, scavarne dai

Gli abitanti della Tunisia hanno pochissima acqua, in compenso hanno tantissima sete. -

L’86% dei disastri naturali degli ultimi 15 anni sono stati causati da inondazioni e siccità Le persone ogni anno muoiono per malattie legate alla carenza di acqua potabile e servizi sanitari di base. Le malattie legate all’acqua contaminata causano l’80% delle morti nei Paesi in via di sviluppo Così come le persone che vivono in Cina, in India, non hanno accesso a condizioni igieniche di base, Sono gli abitanti del Banglagesh che bevono acqua potabile che contiene elevati livelli di arsenico.

UNA GESTIONE MIGLIORE DELLE RISORSE IDRICHE POTREBBE RIDURRE I CONTAGI. ACQUA E SALUTE Oltre il 40% dell’umanità vive in cattive condizioni di igiene a causa della mancanza d’acqua. E solo a causa di infezioni dovute a contaminazioni batteriche dell’acqua, come quelle provocate dal batterio Shigella, muoiono 2,2 milioni di bambini ogni anno Altri gravi problemi per la salute pubblica nascono dall’urbanizzazione crescente. La popolazione che vive nelle città (2,8 miliardi nel 2000) è destinata ad aumentare fino a 3,8 miliardi nel 2015. città più grandi richiedono quantità d’acqua sempre maggiori oltre ad essere a loro volta gigantesche fonti di inquinamento delle acque attraverso gli scarichi urbani.

13


Africa, un continente senz’acqua Ogni giorno nelle strade dell’Africa viaggiano migliaia di taniche gialle. Trasportano acqua da pozzi lontani, alle case dove vivono migliaia di persone. Percorrono chilometri adagiata in bilico sulle teste di donne e bambini. Queste taniche viaggiano giornalmente sulle strade d’Africa? Sono ben 288.000.000 le persone – il 42% della popolazione totale che nel Continente nero attingono l’acqua che usano ogni giorno da fonti contaminate e non protette. “Non sconfiggeremo l’Aids, la tubercolosi, la malaria e nessuna altra malattia infettiva nei paesi in via di sviluppo finché non saremo in grado di vincere la battaglia per l’acqua potabile, la salute pubblica e la sanità di base” hanno detto le Nazioni Unite. La metà delle morti da malattie debilitanti, secondo gli esperti, sono da ricondurre all’utilizzo di acqua sporca. Stragi silenziose, come quella delle 1.800.000 vittime che fa la diarrea ogni anno, il 90% dei quali sono bambini. Sono soprattutto stragi evitabili: costruire un pozzo in Africa costa 2.000 euro e cambia la vita a 300 persone che abitano in media in un villaggio e, in particolare, quella di donne e bambine, su cui ricade il compito dell’approvvigionamento.

L’EMERGENZA ACQUA L’acqua appartiene a tutti gli abitanti della Terra in comune. Il diritto all’acqua è irrinunciabile, individuale e collettivo. L’acqua deve contribuire al rafforzamento della solidarietà fra i popoli, le comunità, i paesi, i generi, le generazioni. Oggi sono circa 1.400.000.000 le persone che nel mondo non hanno l’accesso all’acqua potabile. Particolarmente grave è la situazione nelle città della grande povertà. L’acqua viene sprecata in buona parte: il 70% di quella dell’agricoltura e il 30% per quella delle case si perdono prima di essere utilizzate. Di fronte alla crisi e ai cambiamenti climatici, se si vuole continuare a sfamare una popolazione che aumenta vertiginosamente, alle agricolture di tutto il mondo, devono essere garantiti credito ed investimenti adeguati, anche per la raccolta e distribuzione dell’acqua, si devono applicare regole chiare per evitare che sul cibo si inneschino speculazioni vergognose e occorre garantire trasparenza e informazione ai consumatori sui prezzi e sulle caratteristiche degli alimenti. Gli aiuti alimentari sono necessari, ma non bastano e occorre investire nell’agricoltura delle diverse realtà del pianeta, dove servono prima di tutto politiche agricole regionali che sappiano potenziare le produzioni locali con la valorizzazione delle identità territoriali per sfuggire all’omologazione che deprime i prezzi e aumenta la dipendenza dall’estero. Ormai la maggior parte degli italiani è entrata nell’ottica che l’acqua potabile è esclusivamente quella minerale In Africa, per trovare l’acqua, tanti bambini e tante donne devono camminare per chilometri ogni giorno; quest’acqua non è potabile e quindi è fonte di malattia.

Davide Gilmozzi

14


Diego Mich

CONSIGLI per un uso corretto dell’acqua

L’acqua del rubinetto, l’acqua potabile è molto più controllata dell’acqua delle bottiglie. Possiamo bere l’acqua del rubinetto e cercare di risparmiarla.

RIUTILIZZIAMO CALDA

CON

CUI

PER SI

LAVARE CUOCE

I

PIATTI

LA

PASTA.

L’ACQUA

15


È un’acqua molto sgrassante, per cui non solo evitiamo gli sprechi ma, potendo utilizzare meno detersivo, otteniamo un lavaggio più efficace ed ecologico.

LAVIAMO FRUTTA E VERDURA IN APPOSITI CONTENITORI, senza usare l’acqua corrente; RICICLIAMO l’acqua del contenitore PER INNAFFIARE LE NOSTRE PIANTE.

USIAMO LA LAVATRICE E LA LAVASTOVIGLIE SOLO A PIENO CARICO. Una famiglia media può risparmiare così tra gli 8.000 e gli 11.000 litri di acqua potabile all’anno.

INSTALLIAMO SEMPLICI sul consumo abituale.

RIDUTTORI/ REGOLATORI DI FLUSSO,

ciò permette un risparmia del 50%

SPAZZIAMO VIALETTI E MARCIAPIEDI anziché pulirli con l’acqua dell’annaffiatoio: risparmiamo così fino a 10.000 litri d’acqua in un anno. CURIAMO IL GIARDINO E LE PIANTE SENZA SPRECARE ACQUA: non tagliamo l’erba del giardino troppo corta, perché quella più corta necessita di meno acqua. Mettiamo uno strato di foglie secche alla base delle piante da giardino per evitare che la terra si asciughi troppo presto, così da mantenere l’umidità del suolo e la freschezza delle radici. LAVIAMO L’AUTOMOBILE SENZA UTILIZZARE ACQUA CORRENTE: utilizzare un secchio permette di risparmiare 130 litri ogni lavaggio. Possiamo anche rivolgerci ad autolavaggi che riciclano l’acqua.

Ogni volta che è possibile, al posto del bagno scegliamo di FARE LA DOCCIA. Con una sola doccia risparmiamo tra i 120 e i 150 litri.

IN

ALCUNI

PAESI

OGNI PERSONA PUÒ CONTARE SU

13

LITRI DI ACQUA AL

GIORNO QUANDO IL MINIMO PER VIVERE DIGNITOSAMENTE È DI

50 LITRI.

16


RIPARIAMO I RUBINETTI: ricordiamoci che un rubinetto che perde 30 gocce al minuto spreca circa 200 litri d’acqua al mese e 24.000 all’anno; che uno sciacquone che perde acqua nel water, anche in modo impercettibile, scarica oltre 2.000 litri di acqua in un giorno.

Cerchiamo di RISPARMIARE CON LO SCARICO DEL WATER: si può usare un sistema a rubinetto o a manovella al posto del solito sciacquone, risparmiando così 26.000 litri di acqua all’anno. Possiamo installare le cassette del WC con lo scarico differenziato. Possiamo ancora più semplicemente, ridurre il livello dell’acqua nelle cassette regolando opportunamente il galleggiante. Inoltre, cerchiamo di UTILIZZARE CORRETTAMENTE LO SCARICO DEL BAGNO: ogni volta che si usa consumiamo fino a 20 litri d’acqua, per cui evitiamo di utilizzarlo come cestino della spazzatura per gettare fazzoletti di carta, cotone per il trucco e simili. VERIFICHIAMO PERIODICAMENTE LO STATO DI SALUTE DELL’IMPIANTO IDRICO: se il contatore del consumo di acqua continua a girare anche con tutti i rubinetti chiusi, bisogna intervenire per eliminare perdite nelle condutture o riparare eventuali guasti all’impianto. INSTALLIAMO IMPIANTI IDRICI DUALI: quando si costruisce o si ristruttura, cerchiamo di dotare la casa di impianti idrici a due tubi, così da poter distinguere l’acqua potabile da quella non potabile. Avviene già in molti Paesi europei non richiede grosse spese e permette di tagliare i consumi idrici. Inoltre, è opportuno ISOLARE TERMICAMENTE LE CONDUTTURE, così da ottenere in minor tempo la temperatura desiderata di acqua calda e ridurre gli sprechi.

Bellante Tanja Delladio Isacco Previdi Nicolas

17


L’ORO BLU Prezioso elemento fonte di vita sul nostro pianeta L’acqua è una sostanza preziosa sulla Terra perché è presente nei tre aspetti: solido (il ghiaccio), liquido (l’acqua) e vapore (le nuvole).

L’ACQUA E’ DI TUTTI IL DIRITTO ALL’ACQUA Il diritto all’acqua risulta quale estensione del diritto alla vita affermato dalla Dichiarazione Universale dei diritti Umani. Esso riflette l’imprescindibilità di questa risorsa relativamente alla vita umana: “E’ ormai tempo di considerare l’accesso all’acqua potabile. All’accesso ad una sufficiente quantità di acqua potabile per un uso personale e domestico – per bere, lavarsi, lavare i vestiti, cucinare e pulire sé stessi e la casa – allo scopo di migliorare la qualità della vita e la salute.”

18


La natura ci provvede sempre acqua dolce: con l’evaporizzazione, per il calore del sole, si ottiene acqua dolce e ci viene donata sotto forma di pioggia e neve.

ACQUA SIGNIFICA PROGRESSO SOCIALE ED ECONOMICO Le regioni in via di sviluppo, come l’Africa sub sahariana, sono quelle più a rischio: una persona su 2 viene colpita da malattia dovute sia alla mancanza che alla cattiva qualità dell’acqua mentre le stime indicano che un contadino africano dispone meno di 20 litri di acqua al giorno, ossia meno della metà del fabbisogno minimo giornaliero di 50 litri, corrispondente alla quantità ritenuta necessaria dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Acqua non potabile e condizioni igienico-sanitarie carenti sono all’origine di un’elevata incidenza di malattie infantili, quasi tutte prevedibili.

LA GUERRA DELL’ACQUA

La guerra è cominciata nel nome della globalizzazione, in ogni angolo del mondo. Le multinazionali hanno fiutato il business del nuovo secolo: le risorse idriche del mondo scarseggiano e sono mal distribuite. Quindi l’acqua sta diventando un bene prezioso come il petrolio e chi lo controllerà avrà potere e profitto. Parole d’oro per le multinazionali, che non hanno perso tempo e hanno sferrato il loro attacco, scatenando una battaglia tra i giganti, che calpestano diritti ed esseri umani, quasi fossero fastidiosi moscerini,.

La posta in gioco

Dal controllo sulle acque minerali alla battaglia per la gestione degli acquedotti, dalla costruzione di dighe alla privatizzazione dei bacini idrici. Quella per l’acqua è una guerra discreta, che non si combatte con gli eserciti, che non si alimenta del fragore delle bombe, ma si decide nelle stanze silenziose di poche grattacieli. Quelli del FMI (Fondo Monetario Internazionale), del WTO (OMC: Organizzazione Mondiale del Commercio), della Banca Mondiale e delle multinazionali.

Le vittime senza colpe

Questa concorrenza spietata si sta sviluppando soprattutto nel sud del mondo, nei Paesi dell’America Latina e dell’Africa, ma non solo. Giacarta, Manila, Casablanca, Dakar, Nairobi, La Paz, Città del Messico e Buenos Aires, sono soltanto alcune città in cui l’acqua adesso è privatizzata. Ma non c’è da stupirsi: in Inghilterra, la privatizzazione dell’acqua è stata introdotta dal 1989 e le imprese Thames Water e Seven-Trent che la gestiscono, operano a livello internazionale da molto tempo. In Francia, dove la privatizzazione è vista come delega del servizio pubblico, si è visto un aumento medio del prezzo dell’acqua del 50% , a Parigi in particolare del 54%. Con trovate anche bizzarre: l’estate scorsa nella capitale francese, la “cloud water”, l’acqua delle nuvole veniva venduta a 35 franchi alla bottiglia.

ACQUA SIGNIFICA VITA 19


Questa affermazione è scontata ma oggi nel mondo più di un miliardo di persone sono costrette a utilizzare acqua contaminata. Ogni anno le malattie legate all’uso di acqua non potabile costano la vita di 1,6 milione di bambini, la maggior parte dei quali sotto ai 5 anni.

Milioni di donne percorrono ogni giorno molti chilometri a piedi per approvvigionarsi d’acqua, impedite a svolgere lavori domestici e numerosi bambini, ma soprattutto bambine, sono impossibilitati ad andare a scuola per aiutare i genitori in questa attività quotidiana. L’indisponibilità di beni primari, come acqua e servizi igienici di base ha inoltre un costo economico rilevante: si stima che in Africa vengono perse annualmente oltre 40 milioni di ore lavorative utilizzate nel trasporto dell’acqua. LA DISTRIBUZIONE DELL’ACQUA IN ITALIA PERCENTUALI

DISTRIBUITA PER COSA?

60%

Agricoltura

25%

Industria

15%

Alle case

UN EUROPEO NE USA IN MEDIA 131 LITRI!!!

UTILIZZO DELL’ACQUA DI OGNI ITALIANO LITRI/PERCENTUALI

A COSA?

213 Litri

a PERSONA al giorno

40%

Pulizia personale

20%

Water

1%

Bere

Senza l’acqua non esisterebbe la vita. L’acqua è poca se non si sa usarla bene.

20


Deflorian Sara Varesco Giulia Ventura Federica Vinante Alice Zanon Beatrice

CAUSE E CONSEGUENZE DELLA FAME

Nonostante gli impegni internazionali, il numero di persone che soffre la fame e la malnutrizione nel mondo è in continuo aumento, perché le cause non sono nella natura e nei suoi eventi accidentali, ma nei disequilibri del commercio internazionale e nelle scelte delle Politiche Agricole che sono state prese in questi ultimi decenni. La fame minaccia la vita e la dignità delle persone e provoca la prostrazione dell’organismo, l’apatia, la perdita del senso sociale, l’indifferenza e, a volte, la crudeltà nei confronti dei più deboli. Aumenta la diffusione e le conseguenze delle malattie infettive ed endemiche ed accresce il tasso di mortalità, soprattutto nei bambini al di sotto dei cinque anni. La carenza di viveri rende incerto il futuro: ci si nutre di semenze e si saccheggiano le risorse naturali, impoverendo ulteriormente l’ambiente accelerandone il degrado e la desertificazione.

OGNI SEI SECONDI UN BAMBINO MUORE DI FAME La fame è il risultato di: 1. Politiche economiche non ottimali in tutti i Paesi 2. Strutture ed abitudini poco efficaci, a volte perfino con effetti devastanti sulla ricchezza dei paesi

21


3. Comportamenti moralmente disdicevoli: ricerca del denaro, potere ed immagine pubblica, indebolimento dei servizi alla comunità a favore di individui o di caste e a considerevole corruzione di cui nessun Paese è libero La maggior parte delle persone malnutrite secondo il rapporto SOFI, risiedono nella regione Asia-Pacifico (642.000.000), seguite dall’Africa Subsahariana (265.000.000), dall’America latina (53.000.000), Vicino Oriente e Nordafrica (42.000.000) e nei paesi sviluppati (15.000.000)

Cause principali della fame

Le cause principali della fame sono:

le carestie che possono essere provocate da cause naturali, come prolungamenti di siccità, alluvioni terremoti; invasioni di parassiti ed epidemie delle piante che distruggono i raccolti; eventi causati dall’uomo, quali guerre,assedi, volontarie distruzioni di raccolti. Un’altra causa è che i Paesi sono disorganizzati, l’analfabetismo è elevato, il cibo non arriva o

arriva

già avariato, i poveri non riescono ad acquistare del cibo sano.

22


Deflorian Gessica Mich Mariasole Scarian Enrico Trentin Denis

DIRITTO AL CIBO IL DIRITTO AL CIBO È FONDAMENTALE PER OGNI ESSERE VIVENTE POICHÉ CONDIZIONA LA SOPRAVVIVENZA. Nel 2010 il “nostro” mondo soffre ancora la fame. Sono più di 850 milioni le persone che vivono con meno di un dollaro al giorno e questo poco denaro “dovrebbe” bastare loro per garantirsi il pasto quotidiano. I governi hanno il dovere di rispettare e garantire il diritto ad un’alimentazione che sia adeguata, accessibile e disponibile; e hanno l’obbligo di rispondere alla crisi e fornire aiuti d’emergenza. Nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani al primo posto tra gli obiettivi del Millennio delle Nazioni Unite appare l’impegno di ridurre entro il 2015 alla metà il numero di persone che soffrono la fame.

COSA POSSIAMO FARE? 23


Si può cambiare l’economia in nome di un’agricoltura ed un mercato del cibo diverso da quello attuale. Si tratta di cambiare una tendenza e un’economia nella quale i valori non siano il denaro e il guadagno (o peggio la speculazione), ma il diritto al cibo.

a chi spesso lavora, sfruttato, sulle nostre tavole Bisogna centri menti e vogliono.

stare ci

attenti a commerciali costringono a

La Comunità Internazionale violazioni dei diritti delle aree di conflitto e opporsi a terreni e altre zone

Con l’impegno dei “nostri Paesi” si potrebbe garantire sufficiente alimentazione a chi oggi muore ancora di fame e per far arrivare il cibo quello che si consuma; i distruggono le nostre consumare ciò che deve mettere fine alle popolazioni che vivono in espropriazioni e confische di proprietà, produttive.

Un Paese è legalmente obbligato a RISPETTARE il diritto che ognuno abbia il cibo necessario per vivere e non può ostacolare l’impegno di ognuno a procurarsi onestamente il cibo in quantità sufficiente. Un Paese è legalmente obbligato a PROTEGGERE questo diritto. Ciò significa che lo Stato deve controllare che i potenti interessi economici e le barriere sociali non impediscano alle popolazioni di avere cibo a sufficienza e che a nessuno venga negata l’opportunità di avere i mezzi di sussistenza in base a problemi legati al sesso, razza o religione. Un Paese è legalmente obbligato a SODDISFARE il diritto di ognuno ad avere il cibo necessario se non è autosufficiente. Questo comporta che lo Stato deve garantire l’esistenza di strutture sociali e di assistenza per le persone più vulnerabili, inclusi orfani, infermi, disabili e anziani.

24


Gessica Defloriaan Giulia Varesco Veronica Varesco

L’ARTE DI NON SPRECA RE Tagliar e gli sprechi aliment ari è uno dei migliori sistemi per aiutare l’ambiente e il vostro portafoglio Gli sprechi alimentari pesano sul bilancio delle famiglie per circa 510 euro all’anno. Si stima che il cibo sprecato degli Stati Uniti e d’Europa potrebbe nutrire il mondo tre volte. Oggi i nostri ragazzi sono quelli che più di tutti devono prestare attenzione agli sprechi. 1. Scrivere una lista per pianificare i menù e tenere sotto controllo quello che abbiamo nel frigo. 2. Seguire la lista, tenerla sempre con sé e non farsi tentare da altro. 3. Non buttare via il cibo maturo o ammaccato, può essere usato per fare dolci, frullati o zuppe. 4. Riutilizzare gli avanzi creando nuove ricette. 5. Non servire porzioni troppo abbondanti, chi vuole potrà servirsi una 2ª volta. 6. Comprare solo le quantità di cibo di cui si ha bisogno, preferendo gli alimenti sfusi a quelli confezionati. 7. Congelare il cibo fresco o gli avanzi prima che rovinino, confezionandolo in piccole quantità. 8. Trasformare gli avanzi di cibo per il nostro giardino attraverso il compostaggio. Esistono bidoni per i cibi freschi e cucinati. Tagliare gli sprechi alimentari è uno dei migliori sistemi per aiutare l’ambiente e il vostro portafoglio.

25


9. Mettere nel nostro carrello della spesa prodotti biologici (diciamo no agli OGM e alle produzioni in monocoltura che devastano l’ambiente con il massiccio uso di fertilizzanti) 10. Acquistare prodotti di stagione provenienti da filiere corte (guadagniamo in genuinità e riduciamo i passaggi di intermediazione).

Bozzetta Fabrizio Vinante Mariasole

26


OBIETTIVI DI SVILUPPO DEL NUOVO MILLENNIO Entro il 2015 l’Unione Europea (UE) ha assunto impegni concreti. A tal fine l’UE intende concentrarsi sui seguenti aspetti: attraverso un sostegno finanziario all’Unione africana. Fondo per La pace in Africa collegamento delle reti e del commercio africano: occorre creare e mantenere i servizi e le reti di infrastrutture regionali affinché la crescita economica ed il commercio diventino concorrenziali e gli esportatori africani possano svolgere il loro ruolo nel mercato mondiale. Occorre inoltre aumentare quantità e qualità degli scambi con l’Africa Sub Sahariana. L’UE continuerà, in collaborazione con i suoi partner africani, a sviluppare approcci partecipativi per la pianificazione e l’inserimento in bilancio delle risorse a livello locale, nazionale e regionale. L’UE adotterà misure politiche concrete intese ad aumentare l’importanza di criteri come la qualità e sostenibilità ambientale nella determinazione degli aiuti attribuiti ai paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP). L’Unione Europea è diventata il principale donatore, in quanto fornisce il 55% dell’aiuto pubblico allo sviluppo mondiale al fine di accelerare i progressi verso la realizzazione degli OSM.

27


Obiettivo OSM 1 OSM 2 OSM 3 OSM 4 OSM 5 OSM 6 OSM 7 OSM 8

Eliminare fame e povertà estrema Istruzione primaria per tutti Pari opportunità fra i sessi Ridurre la mortalità infantile Migliorare la salute materna Combattere HIV/AIDS e malaria Assicurare la sostenibilità ambientale Sviluppare un’alleanza globale per lo sviluppo

Azioni concrete Dimezzare il numero delle persone che soffrono la fame e vivono con meno di 1 dollaro al giorno Fare in modo che tutti i bambini e le bambine completino il ciclo scolastico primaria Eliminare le disparità di genere nella scuola primaria e secondaria Ridurre di 2/3 il tasso di mortalità infantile rispetto al livello del 1990 Ridurre di ¾ il tasso di mortalità materna rispetto al livello del 1990 Arrestare e iniziare a ridurre la diffusione di HIV/AIDS, malaria e altre gravi malattie infettive Dimezzare il numero di persone che non hanno accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici Favorire la cooperazione allo sviluppo Nord-Sud, la riduzione del debito, l’accesso ai farmaci

Delladio Siro

28


Veronica

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO - TESERO

Varesco

CARTELLONI: I TEMI TRATTATI CLASSE 3^B

29


L’ ACQUA In Italia in Europa e nel mondo Il governo privatizza l’acqua, impediamolo. Il governo ha permesso la sottrazione dell’acqua ai cittadini per consegnarla alle grandi multinazionali e per farne un business per i privati e per le banche. Questa privatizzazione si può definire: “l’espropriazione della gestione del servizio idrico agli enti locali a tutto vantaggio dei privati” Nel mondo c’è un crescente fenomeno di privatizzazione dell’acqua. Forti spinte per la privatizzazione sono presenti in Germania, Irlanda, Italia, Paesi Bassi. L’acqua non è una fonte di profitto. L’acqua è un bene patrimoniale appartenente agli abitanti del pianeta. La privatizzazione fa gonfiare i prezzi in maniera smisurata. L’acqua è una risorsa limitata. L’Africa deve affrontare spese elevate per avere una gioventù protetta in ambito sanitario e preparata ad entrare nell’attività produttiva. Oggi nel mondo ci sono persone costrette ad utilizzare acqua contaminata. Ogni giorno milioni di donne sono costrette a percorrere molti chilometri a piedi per approvvigionarsi dell’acqua, per questo motivo molte bambine sono impossibilitate ad andare a scuola. Ci sono cinque malattie fondamentali di origine idrica: malattie trasmesse dall’acqua (tifo, colera, dissenteria…) infezioni della pelle e degli occhi dovute all’acqua (lebbra…) parassitosi legate all’acqua malattie dovute agli insetti malattie dovute alla mancanza di igiene. Negli ultimi cinquant’anni l’acqua è diminuita di tre quarti in Africa. Qua la disponibilità di acqua potabile è molto lontana da uno standard accettabile.

IL diritto all’acqua è un diritto umano essenziale per la vita. 30


Ton ini Cel est e Vin ant e Mar tina

ACQUA SIGNIFICA VITA L’acqua potabile è un diritto purtroppo non sempre rispettato. A Johannesburg si sono riuniti molti paesi per decidere di dimezzare il numero di persone senz’acqua e senza igiene entro il 2015, ma questa proposta rischia di rimanere un sogno. Come contribuire ad aiutare i bambini senz’acqua: - finanziando agenzie umanitarie per costruire pozzi irrigatori, canali e depuratori

Nel mondo oltre un miliardo di persone non ha accesso all’acqua potabile, mentre 2,4 miliardi di persone non hanno accesso a servizi igienici. Acqua potabile significa poter bere, cucinare, lavarsi, irrigare il terreno.

31


Le donne dei paesi subsahariani ogni giorno camminano anche per quattro ore per ottenere acqua potabile. Evitando questo potrebbero dedicare più tempo alla famiglia e diminuirebbe la mortalità infantile. Purtroppo è anche un grave danno economico: si stima che in Africa si perdano 40.000 ore di lavoro, per il trasporto dell’acqua. Circa nell’85% delle famiglie d’ Africa una donna svolge questo lavoro.

Senza quest’acqua muoiono molte persone per malattie a causa dell’igiene o dell’acqua contaminata. Scarian Nicola Varesco Enrico

LA RISORSA IDRICA DEL MONDO distribuzione disomogenea di un bene essenziale per la vita L’acqua dolce è una risorsa presente sul pianeta in misura fortemente disomogenea a seconda delle condizioni climatiche e delle caratteristiche demografiche delle varie regioni. L’acqua è una risorsa rinnovabile solo se opportunamente e razionalmente sfruttata. In molti paesi la disponibilità d’acqua non implica la risoluzione dei problemi connessi alle risorse idriche. L’acqua è un risorsa preziosa.

Nella nostra vita l’acqua è indispensabile. In molti paesi avanzati, si ricerca un’acqua qualitativamente sempre migliore.

32


Percentuale dell’acqua potabile presente sul territorio. Piovosità totale in Italia e diverso destino delle acque.

Deflorian Delmo Delvai Michela Menegoni Tobia

FITODEPURAZIONE: la nuova tecnologia per la depurazione dell’acqua

La fitodepurazione è un sistema innovativo di depurazione delle acque usate di facile manutenzione e con bassi costi di realizzazione, quindi è un’alternativa al collegamento con la fogna pubblica e a tutti gli impianti di depurazione tradizionale.

33


-

I sistemi di fitodepurazione sono suddivisi in base alla direzione di scorrimento dell’acqua: Sistemi di flusso superficiale Sistemi a flusso sub-superficiale Orizzontali Verticali

Vantaggi: 1. facile manutenzione 2. 3. 4. 5.

risparmio energetico assenza di cattivi odori e insetti formazione di un’aria verde riuso dell’acqua depurata per l’irrigazione del giardino o nella cassetta del wc.

La fitodepurazione riconosce le problematiche che caratterizzano le piccole utenze, specifica che tali trattamenti devono essere individuati con l’obiettivo di: - Rendere semplice la manutenzione e la gestione; - Essere in grado di sopportare adeguatamente forti variazioni orarie a carico idraulico e organico; - Minimizzare i costi gestionali.

Idrodepurazione: è un’ azienda di ingegneria dell’ambiente che opera per la risoluzione dei problemi relativi al trattamento e alla depurazione. L’azienda si occupa di progettare e realizzare impianti per la depurazione di acque reflue civili, della depurazione di acque reflue industriali, la potabilizzazione di acque primarie, della depurazione delle acque, del trattamento dei rifiuti solidi, dell’acquacoltura, delle energie rinnovabili dai rifiuti e biomasse.

34


Deflorian Delmo Menegoni Tobia

FOCUS: VOCABOLI PER SAPERNE DI PIÙ. Biodiversità: si intende l’insieme di tutte le forme viventi, geneticamente dissimili e degli ecosistemi ad esse correlati.

Biodegradabilità: è una proprietà delle sostanze organiche.

Questa proprietà permette il regolare mantenimento dell’equilibrio ecologico del pianeta. Acqua potabile: è una risorsa che permette la sopravvivenza degli esseri viventi. Falda acquifera: acqua che circola nel sottosuolo.

35


FOCUS: CONFLITTI RELATIVI ALL’ ACQUA. La scarsa disponibilità d’acqua è attualmente causa di oltre 50 conflitti nel mondo. E siccome da questa risorsa dipende la vita, è lecito attendersi che molte altre guerre si scateneranno nel prossimo futuro, per il controllo delle risorse idriche.

L’acqua appartiene a tutti. Il diritto all’ acqua e inalienabile, l’acqua deve contribuire al rafforzamento della solidarietà tra i popoli. Delladio Paolo Morandini Lorenzo

Varesco Simone

LA CARTA EUROPEA DELL’ACQUA Il 16 maggio 1968 il Consiglio d’Europa ha approvato la carta europea dell’acqua. 1. Non c’è vita senz’acqua. 2. Le disponibilità d’acqua dolce non sono inesauribili. 3. Alterare la qualità dell’acqua significa nuocere alla vita dell’uomo. 4. La qualità dell’acqua deve essere tale da soddisfare tutte le esigenze della salute pubblica.

36


5. Quando l’acqua è restituita al suo ambiente naturale essa non deve compromettere i possibili usi. 6. La conservazione di una copertura vegetale appropriata è essenziale per la conservazione delle risorse idriche. 7. Le risorse idriche devono formare oggetto di inventario. 8. La buona gestione dell’acqua deve formare un oggetto di un piano stabilito dalle autorità. 9. La salvaguardia dell’acqua implica uno sforzo importante di ricerca scientifica. 10. L’acqua è un patrimonio comune. 11. La gestione delle risorse idriche dovrebbe essere inquadrata nel bacino naturale piuttosto che entro frontiere amministrative e politiche. 12. L’acqua non ha frontiere. Essa ha una risorsa comune che necessita di una cooperazione internazionale. Delvai Michela Gilmozzi Chiara

CHI MANGIA TROPPO E CHI NIENTE un allarme dall’Africa

La malnutrizione è una delle principali conseguenze dei disastri legati ai cambiamenti climatici.

37


Secondo gli ultimi dati della FAO, la malnutrizione continua ad aumentare provocando la morte di un bambino ogni 6 secondi

I bambini si ammalano e non riescono a crescere sani, incapaci di sviluppare a pieno il loro potenziale sia a scuola che più tardi al lavoro.

I principali economisti presenti alla Copenahagen Consensus 2008 hanno dichiarato che le vitamine per bambini malnutriti rappresentano “il miglior investimento del mondo”.

La fame e la malnutrizione fanno più vittime della sindrome da immunodeficienza acquisita (SIDA/AIDS) la malaria e la tubercolosi messe insieme e ancora si investe meno di 300 milioni di dollari all’anno.

In Africa il numero di persone esposte al rischio della malaria, si stima aumenterà del 28% entro il 2010. mentre la cattiva malnutrizione e di conseguenza l’aumento della vulnerabilità degli individui e del rischio di contagio incrementerà il diffondersi del virus dell’immunodeficienza umana ( HIV/VIU).

Il cambiamento climatico porterà un aumento del problema della malnutrizione, colpendo le persone più vulnerabili del mondo.

Che cos’è la fame? Circa 24.000 mila persone muoiono di fame ogni giorno. Il numero di affamati e 20 volte maggiore nei Paesi in via di sviluppo, Africa in testa, rispetto ai Paesi industrializzati. Perché? La risposta più semplice potrebbe essere: perché manca il cibo, ma non è così. La causa primaria della fame nel mondo sta nell’impossibilità per i poveri di acquistare gli alimenti prodotti. Povertà è la parola chiave.

Le conseguenze (malattie da denutrizione)

La denutrizione causa oltre alla morte, dimagrimento, invecchiamento precoce, debolezza muscolare

Le malattie parassitarie o infettive colpiscono soprattutto i bambini non solo a causa della denutrizione, ma anche per le scarse condizioni igieniche provocate dalla mancanza d’acqua.

Che cosa si può fare? Per sconfiggere la fame non basta mandare cibo, vestiti, creare ospedali, ma si deve insegnare ai Paesi del terzo mondo a vivere con i prodotti della loro terra e continuare a rispettare le proprie tradizioni, senza farsi influenzare dagli altri paesi.

Malattie e malnutrizione Il numero di sovranutrità invece è salito alla stessa cifra, sia le persone in sovrappeso che quelle sottopeso soffrono di malnutrizione.

38


Defrancesco Monica Tonini Celeste

Mamma, mamma, che cos’è l’AIDS? È una malattia … E come si trasmette? Si tratta di una malattia prodotta da un virus mutante nato improvvisamente da un virus feroce il cui codice genetico ad un certo punto è

39


impazzito. Non sopravvive organismo. Il e i fluidi

nell’ambiente esterno ma soltanto all’interno di un contagio può avvenire attraverso il sangue, lo sperma vaginali.

Allora Si, si,

hai capito che cos’è? ho capito, ma come si fa per non essere contagiati?

Bisogna rispettare le norme igieniche e sanitarie.

Ma dove è nata questa malattia? È nata in Africa e tutt’ora esiste …. Ma perché questa malattia colpisce in particolare il nostro continente? Perché mancano le medicine per curarci e i medici per guarirci … ci manca il cibo, l’acqua e quel poco che abbiamo, non ci basta …

Perché e non Uffa … … e Dondio Gilmozzi

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO - TESERO

Mamma, perché allora non possiamo cambiare continente o paese? ci sono degli uomini cattivi che non ce lo permettono, e poi, io e tuo papà siamo poveri possiamo permetterci di spostarci … magari io quando sarò grande potrò spostarmi girare il mondo! Cristiana – Dellagiacoma Chiara – Chiara - Molinari Emily – Piazzi Federica

INCONTRO CON IL PRESIDENTE 40 DEL WFL “ACQUA PER LA VITA”


INCONTRO CON IL PRESIDENTE DEL WFL (ACQUA PER LA VITA) GIULIANO BORTOLOTTI E LA SIGNORA SOMALA NASDRA

Il 23 febbraio 2010 il prof. Bortolotti, missionario volontario in Somalia, è venuto a farci visita e a raccontarci le sue esperienze, la vita povera e disastrata dalla guerra dei somali e ci ha dato dei consigli per aiutare queste povere persone. Insieme a lui si è presentata una signora somala, Nasra. Lei ci ha spiegato la condizione in cui sono costrette a vivere molte persone dell’Africa: senza acqua potabile, senza una casa, con poca igiene e con pochi diritti. Poi il signor Bortolotti ci ha spiegato il suo lavoro in Africa e successivamente ci ha mostrato alcune foto riguardanti i villaggi dei popoli somali. Dopo averci parlato della sua vita, Nasra ci ha mostrato alcuni suoi indumenti tipici somali, per farci capire come veste una donna in Africa. Ci ha poi spiegato alcune condizioni di vita, molto faticose, cui le donne sono sottoposte: i bambini fin da molto piccoli sono portati sulla schiena della madre con un telo legato al ventre e contemporaneamente queste donne devono portare un secchio d’acqua sulla testa, riempito al pozzo, fino al proprio villaggio, percorrendo a piedi chilometri e chilometri. Ci ha inoltre raccontato che le donne in Somalia sono sfruttate e godono di pochissimi diritti. Ha estratto da alcune buste dei giocattoli che, pur essendo molto belli, erano costruiti con oggetti riciclati che vengono recuperati, ri-assemblati fino a formare piccole vere opere d’arte, tra cui statuette d’argilla, macchinine di metallo per i bambini e bambole fatte di legno e stoffe. E’ stata veramente una bella esperienza che ci ha messo in contatto con realtà diverse dalle nostre e ci ha fatto conoscere le usanze di persone che, nonostante siano lontane, sentiamo vicine.

41


La signora Nasra ci spiega come veste una donna somala e come si indossano questi indumenti. Una sottile veste lunga con sopra un grande telo leggero che può avere varie funzioni: copri spalle, portato sulla testa, ma può servire anche per portare i bambini piccoli sulla schiena.

42


La signora Nasra ci insegna come una mamma somala avvolge il proprio bambino in un telo per poterlo portare sulla schiena e quindi avere le mani libere per permetterle di lavorare.

La mamma somala, con il secchio in testa è pronta a recarsi al pozzo ad attingere l’acqua. Durante il tragitto, le mani libere le permettono di raccogliere dei ramoscelli secchi per accendere il fuoco. (signora Nasra e prof. Bortolotti)

43


Sara e Stefano riducono in polvere chicchi di miglio. ALCUNI GIOCATTOLI AFRICANI

44


45


VIAGGIO DI ISTRUZIONE VERONA MUSEO AFRICANO

46


47


48


VERONA – MUSEO AFRICANO Venerdì 26 marzo 2010, noi delle classi terze, abbiamo visitato il museo africano di Verona. Dopo aver visto la mostra permanente degli oggetti, abbiamo partecipato ad alcuni laboratori didattici propostoci dal museo stesso: uno legato alla mostra “arte africana: il tempo ritrovato” dove abbiamo imparato la tecnica di colorazione a cera dei tessuti e alla fine abbiamo realizzato un piccolo batik colorato; l’altro di riflessione e confronto sul tema “ Acqua nostra” e quindi l’importanza dell’acqua e responsabilizzarsi al suo utilizzo. Il percorso si è snodato in modo interessante, dapprima siamo stati divisi per classi e con l’aiuto delle operatrici, abbiamo cominciato a riflettere sulla parola “Acqua” attraverso una divertentissima tecnica di brainstorming, una vera e propria tempesta di idee. Al centro il titolo e tutto intorno i termini che in quel momento associavamo all’elemento primordiale della vita. Fra quelle più significative: “vita”, “nutrizione”, “sanità”, “acqua benedicente”, “acqua, come bene di tutti ma di nessuno” e così via fino ad arrivare a chiederci quanti usi ne facciamo. Ritornati di nuovo tutti insieme, abbiamo riflettuto sui tanti problemi che può causare una mancanza d’acqua e dopo esserci chiesti come sia possibile vivere in determinate condizioni di assenza, abbiamo proseguito il laboratorio mettendo in atto una vera e propria messa in scena di questi problemi sotto forma di telegiornale. Un vero TG dell’acqua, con tanto di giornalisti, inviati speciali, microfoni e cameraman. Suddivisi in piccoli gruppi da sei, abbiamo ricevuto ciascuno, degli articoli informativi e sulla base di questi abbiamo raccontato ai nostri compagni di come sia importante salvaguardare questo bene prezioso per l’umanità. Questa attività è stata molto istruttiva, poiché abbiamo assimilato delle informazioni divertendoci, informazioni che altrimenti non ci saremmo più ricordati. Il nostro percorso al museo si è concluso con la consegna di un importante documento: “Il decalogo del risparmio idrico” che ci ricordi sempre che diventare eco-cittadini si può! Tutti possiamo avere un comportamento che rispetti l’ambiente con una serie di piccoli gesti quotidiani, basta metterci un po’ più di buona volontà.

Sala espositiva Museo Africano

49


IL DECALOGO DEL RISPARMIO IDRICO 1 Acqua e aria alleate per il risparmio Applicare un frangigetto ai rubinetti di casa consente di risparmiare diverse migliaia di litri di acqua ogni giorno. 2 Una manutenzione che non fa acqua Un rubinetto che gocciola o uno scarico che perde acqua possono sprecare 100 litri d’acqua al giorno. Una corretta manutenzione o, se necessario, una piccola riparazione, faranno risparmiare tanta acqua potabile. 3 Uno scarico che non scarica le responsabilità Il 30% dei consumi domestici ha luogo con lo scarico W.C. Ogni volta che viene azionato se ne vanno almeno 10 litri di acqua e, spesso, solo per un pezzettino di carta. 4 Lavarsi soprattutto … sotto la doccia Il consumo di acqua quando si fa il bagno è di 150 litri – il triplo rispetto ad una doccia 5 Aprite gli occhi … e chiudete il rubinetto! Occhio al rubinetto quando ci laviamo i denti o ci facciamo la barba: teniamolo aperto solo per il tempo necessario. 6 Acqua corrente solo quando serve Per lavare i piatti non è indispensabile usare l’acqua corrente; basta raccoglierne la giusta quantità nel lavello per risparmiare alcune migliaia di litri all’anno. 7 Elettrodomestici al completo Utilizzare lavatrici e lavastoviglie solo quando sono a pieno carico. In questo modo, oltre all’acqua, risparmierete anche energia elettrica. 8 Le buone intenzioni finiscono in giardino Il momento buono per innaffiare le piante non è al pomeriggio, quando la terra è ancora calda di sole e fa evaporare l’acqua, bensì alla sera, quando il sole è calato. Meglio ancora se si possono utilizzare sistemi di irrigazione a micropioggia e programmabili per funzionare la notte, quando i consumi sono più bassi e meno acqua è prelevata rispetto ai consumi diurni. 9 L’auto sulla strada del risparmio Per lavare l’automobile utilizzare sempre un secchia pieno d’acqua piuttosto che la canna del giardino. Calcolando che per il lavaggio dell’auto viene utilizzata acqua per circa 30 minuti, si potranno risparmiare circa 130 litri di acqua potabile ad ogni lavaggio. 10 Il risparmio ha scoperto l’acqua calda Quante volte, aperto il rubinetto dell’acqua calda la lasciamo Scorrere via finché non arriva la temperatura voluta? Eppure basta isolare le condutture dell’acqua calda, per diminuire

50


il tempo necessario per ottenere la temperatura desiderata.

MUSEO AFRICANO - Finestra aperta sull’Africa

Un soggetto comunemente rappresentato nelle maschere è il volto umano

51


Maschera farfalla indossata nei riti di ringraziamento e nei riti che procurano fertilitĂ alla terra.

Maschera Kanaga. Dogon-Mali

Maschera antilope. Korumba- Burkina Faso

Scultura di indovino. Baulè- Costa d’Avorio Maschera coccodrillo. Bwa-Burkina Faso

52


LA NOSTRA ATTIVITĂ€ AL MUSEO

Lavoro di gruppo: riflessioni e costruzione

53


di un brainstorming sul tema “acqua”

IL TG DELL’ACQUA In questa attività ciascuno di noi ha un ruolo: giornalisti, inviati speciali, persone comuni intervistate e cameraman. Lavoro di gruppo. Ciascun gruppo racconta ai compagni i temi rielaborati. In ogni gruppo emerge l’importanza di salvaguardare l’ACQUA come bene prezioso per l’umanità

54


Il BATIK Il batik è una tecnica usata per colorare i tessuti a riserva, mediante la copertura delle zone che non si vogliono tinte tramite cera o altri materiali impermeabilizzanti: argilla, resina, paste vegetali, amido. Il termine deriva dalle parole indonesiane ambra (scrivere) e titik (punto, goccia), col significato ciò che si disegna, l’azione dell’artista per realizzarlo è detta membatik. Non si conosce il momento della scoperta delle tecniche di tintura a riserva, che probabilmente nascono da errori casuali nella tintura dei tessuti, dove macchie di grasso o di cera impediscono al colore del bagno di tintura di penetrare o di quella delle matasse dove i lacci legati troppo stretti lasciano delle righe non tinte sul tessuto. I primi ritrovamenti di frammenti di lino provengono dall’Egitto e risalgono al IV secolo, sono bende per le mummie che venivano imbevute di cera poi graffiata con uno stilo appuntito, tinte con una mistura di sangue e cenere venivano lavate con acqua calda per eliminare la cera. In Asia questa tecnica era praticata in Cina durante la dinastia T’ang (618-907), in India e Giappone nel periodo Nara (645-794). In Africa era originariamente praticato dalle tribù Yoruba in Nigeria, Soninke e Wolof in Senegal. Strettamente legato in Indonesia all’uso in cerimonie rituali con altre tecniche a riserva come l’ikat e il Plangi (Giava, Bali), ha raggiunto grande raffinatezza tecnica ed elaborato una complessa iconografia. In Europa la tecnica viene descritta per la prima volta nella Storia di Giava pubblicata a Londra nel 1817 da Sir Thomas Stamford che fu governatore dell’isola. Nel 1873 il mercante olandese Van Rijekevorsel fa dono dei pezzi da lui raccolti in un viaggio in Indonesia al museo etnografico di Rotterdam. Esposto all’esposizione universale di Parigi del 1900 il batik indonesiano riscuote successo presso il pubblico e comincia ad influenzare il gusto degli artisti. Resiste come oggetto d’artigianato alla globalizzazione e all’industrializzazione che ha introdotto, imitando attraverso tecniche automatizzate di stampa, i disegni e le caratteristiche estetiche proprie della sua lavorazione manuale. Il materiale su cui si esegue tradizionalmente il batik è una stoffa leggera, generalmente tessuta con filato sottile e regolare, che permetta una precisa realizzazione del disegno, modernamente viene realizzato anche su carta. Le fibre che compongono il tessuto devono accettare bene i coloranti, le migliori sono quelle naturali tra cui le più comunemente usate sono seta, cotone lino, solo alcune fibre artificiali sono utilizzabili la viscosa e il rayon. Il materiale comunemente usato è la cera, per le sue caratteristiche di penetrazione nel tessuto, velocità di asciugatura e facilità di applicazione e successiva rimozione, paraffina, cera d’api, cere sintetiche, resine,vengono spesso miscelate con una aggiunta di grasso o olio di cocco se si vuole evitarne la rottura. Nel passato o ancora in alcuni paesi per disponibilità dei materiali vengono utilizzati: l’argilla, l’amido e la pasta di cassava in Africa; i semi di arachide impastati con la calce in Giacarta; la colla ricavata dal riso in Giappone; la pasta di riso a Giava; la resina, le paste vegetali e il formaggio di soia in Cina. Dopo la preparazione del disegno si applica la cera sciolta sulle parti che non si vogliono colorare in modo che questa, penetrando tra le fibre del tessuto, le impermeabilizzi impedendo al colore di aderirvi; si utilizza un attrezzo chiamato canting (tjanting), un piccolo serbatoio metallico dotato di manico per impugnarlo e di un beccuccio che fa uscire la cera. Si possono usare anche pennelli, stampi di metallo (cap o tjap), stecchi di legno, blocchetti muniti di aghi (complongan) o canting con più beccucci a seconda dell’effetto che si vuole ottenere. Quando la cera si è asciugata si procede alla tintura immergendo il lavoro in una vasca che contiene il bagno di tintura. Segue il risciacquo e l’asciugatura. Poi la cera viene eliminata con il calore, mettendo il tessuto tra strati di carta (giornali) e passando il ferro caldo per sciogliere la cera che viene assorbita dalla carta. Per ottenere batik policromi si ripete il procedimento per ogni tinta con una nuova applicazione di cera e un nuovo bagno di colore.

55


Di solito i batik, specialmente quelli del Kenia, raffigurano scene di vita quotidiana (come scene di mercato, di caccia o di pastorizia) ed i colori sono quelli che richiamano alla terra e alla natura (come il nero, il marrone, il verde scuro o il giallo).

Il batik Esperienza di laboratorio: realizzazione di un piccolo batik.

Tintura del batik

56


Il batik Esperienza di laboratorio: realizzazione di un piccolo batik.

57


I nostri batik classe 3^A

Alice Vinante

Enrico Scarian

Beatrice Zanon

Fabrizio Bozzetta

Davide Gilmozzi

Federica Ventura

Diego Mich

Gessica Deflorian

Mariasole Mich

Isacco Delladio

Mariasole Vinante

58


Davide Longo

Mike Sgrò

Paolo Ventura

Siro Delladio

Stefano Carpella

Giulia Varesco

Nicolas Previdi

Veronica Varesco

Sara Deflorian

Tanya Bellante

prof.ssa Venera Chinnici

Giorgio Delladio

59


I nostri batik classe 3^B

Chiara Dellagiacoma

Chiara Gilmozzi

Cristiana Dondio

Delmo Deflorian

Simone Varesco

Francesca Vinante

Federica Piazzi

Kateryna Trotsenko

Nicola Scarian

Celeste Tonini

60


Michela Delvai

Paolo Delladio

Lorenzo Morandini

Martina Vinante

Enrico Varesco

Monica Defrancesco

Emily Molinari

Gabriel Sonato

Tobia Menegoni

Marini Vincenzo

prof.ssa Claudia Dellantonio

Prof.ssa Serena Baldini

61


Mauro

Varesco

LE NOSTRE MASCHERE CLASSE 3^A 62


Progetto

Prove colore

Rielaborazione pittorica

Maschera in argilla cruda Maschera dopo la cottura

Gli occhi, che sono privi delle pupille, donano alla figura un aspetto spettrale. La sua espressività , minacciosa dall’aggrottamento delle sopracciglia.

è

derivata

63


Questa maschera (maschile) si usa nei riti funebri, dove il sacerdote permette il passaggio nell’aldilà dell’anima del defunto. TANJA BELLANTE 3^A

Prove colore

Progetto

Rielaborazione pittorica

Maschera in argilla cruda LaMaschera mia maschera molto originale. È dopo laè cottura fatta con argilla. I colori sono quasi tutti scuri come se il soggetto rappresentato si dovesse nascondere da qualche cosa. Ha una fascia sugli occhi che mi ricorda una divinità della pioggia e dell’oscurità. Sulla fronte c’è una stella che in modo contrapposto mi ricorda un cielo. La maschera non ha orecchie, ma ha quattro corna molto eccentriche al posto dei capelli. Le sopracciglia e il naso sono dello stesso colore. Fare questa maschera non è stato facile ed è stato molto impegnativo, ma il 64 risultato mi ha soddisfatto. FABRIZIO BOZZETTA 3^A


Prove colore

Progetto

Rielaborazione pittorica

Maschera in argilla cruda Maschera dopo la cottura

Per fare questa maschera mi sono ispirato alle maschere con significato religioso ed è per questo che c’è una croce sul capo, questa maschera potrebbe essere usata per un corteo religioso. STEFANO CARPELLA 3^A

65


Prove colore

Progetto

Rielaborazione pittorica

Maschera in argilla cruda Maschera dopo la cottura

Ho creato la maschera ispirandomi da un’immagine che ho preso da internet. La forma è ovale e ha una fascia all’estremità superiore. Ho immaginato che potesse essere utilizzata in un rito africano. Dopo la pittura e la cottura è diventata molto carina, con gli occhi che sembrano sfumati. GESSICA DEFLORIAN 3^A

66


Prove colore

Progetto

Rielaborazione pittorica

Maschera in argilla cruda Maschera dopo la cottura

Per realizzare questa maschera inizialmente ho preso spunto da un libro di arte africana ma alla fine il risultato è stato completamente diverso. I colori della mia maschera sono completamente innaturali ed irrealistici. Questo progetto è stato davvero molto interessante e soprattutto mi è piaciuto molto modellare l’argilla. Spero sinceramente di poter ripetere un’esperienza simile. SARA DEFLORIAN 3^A

67


Prove colore Progetto

Rielaborazione pittorica

Maschera in argilla cruda Maschera dopo la cottura

La mia maschera è stata molto difficile costruirla, ma poi è venuta molto bene. Sembra la maschera di un antico antenato di una famiglia. Raffigura il mio stato d’animo, qualche volta sono allegro altre volte no. Ha la bocca molto piccola, gli occhi grandi e il naso allungato. Il viso è ovale, sulla fronte ha una fila di perle multicolori. Veniva usata secondo me nei vari riti che gli africani facevano nel corso degli anni. Le maschere venivano usate dalle femmine, con sottili incisioni per gli spiriti benevoli, invece i maschi avevano colori più pesanti. GIORGIO DELLADIO 3^A

68


Prove colore

Progetto

Rielaborazione pittorica

Maschera in argilla cruda Maschera dopo la cottura

A fare questa maschera mi sono ispirato a molte cose: il colore da un film, la forma da riviste che ho trovato a casa, mentre tutti gli altri particolari da libri e dalla televisione. La mia maschera è molto grande, come se volesse difendere qualcuno o fare paura. I colori chiari rappresentano la luce che risplende nel buio. Nel realizzarla ho impiegato molto tempo e molta volontà , ma mi sono anche divertito con i miei amici nei momenti di costruzione. ISACCO DELLADIO 3^A

69


Prove colore

Progetto

Rielaborazione pittorica

Maschera in argilla cruda Maschera dopo la cottura

Per fare questa maschera mi sono ispirato ad un’immagine presa da internet. Ha la forma del, numero 8, un cerchio forma la faccia ed un cerchio forma le corna, attaccate tra loro. Il progetto è stato duro, ma molto interessante e spero di poterlo ripetere. SIRO DELLADIO 3^A

70


Prove colore

Progetto

Maschera in argilla cruda Maschera dopo la cottura

La mia maschera mi piace molto perchÊ mi ha permesso di provare ad usare e modellare l’argilla, per poi crearne una maschera africana. Dopo averla creata e dopo essere stata cotta al forno, l’ho dipinta (con colori accesi) per poi essere ricotta. DAVIDE GILMOZZI 3^A

71


Prove colore

Progetto

Rielaborazione pittorica

Maschera in argilla cruda Maschera dopo la cottura

Per realizzare questa maschera mi sono ispirato ad un disegno che ho visto su un libro e l’ho modificato attribuendogli dei tratti africani. Ho fatto alcune prove di colore, ed infine ho scelto il rosso, il verde, il blu, ed il giallo. La mia maschera ha una forma arrotondata irregolare. Questo progetto mi è sembrato interessante perché ho imparato a fare cose nuove ed a lavorare l’argilla. DAVIDE LONGO 3^A72


Prove colore

Progetto

Rielaborazione pittorica

Maschera in argilla cruda Maschera dopo la cottura

Per realizzare la mia maschera mi sono ispirato ad un libro d’arte africana, modificandola con la mia fantasia. Questa maschera l’ho pensata usata nei riti di iniziazione. È stato un lavoro impegnativo ma che ha dato buoni risultati. Ho usato colori molto vivaci e chiari. Nelle parti più difficili, come nella forma e nel colore mi ha dato una mano la professoressa. Mi piacerebbe continuare a farne altre; poiché è stata una bella esperienza. DIEGO MICH 3^A73


Prove colore

Progetto Rielaborazione pittorica

Maschera in argilla cruda Maschera dopo la cottura

Per la mia creazione mi sono ispirata ad una maschera indossata per festeggiare la nascita. Il verde serve per far si che ci sia più erba, l’azzurro perché ci sia più acqua, il giallo perché ci siano meno carestie, il rosa perché vi siano più nascite ed il nero perché vi siano meno morti. Questo lavoro è stato allegria e costanza.

svolto

con

Mi è piaciuto molto e spero un giorno di poterlo ripetere. MARIASOLE MICH 3^A

74


Prove colore

Progetto Rielaborazione pittorica

Maschera in argilla cruda Maschera dopo la cottura

Per dare origine alla mia creazione, mi sono ispirato ad una maschera utilizzata in un rito d’iniziazione. Da questa ho preso le corna e le ho riprodotte su un volto umano. L’espressione è triste. Il colore bianco (colore della morte) in contrasto con gli altri colori, rendono la mia maschera un ibrido, a metà tra la vita e la morte. Due aspetti molto sentiti nelle tribù africane, poiché la morte, sopraggiunge molte volte prematuramente. NICOLAS PREVIDI 3^A

75


Progetto

Prove colore

Rielaborazione pittorica

Maschera in argilla cruda Maschera dopo la cottura

La mia creazione, fatta interamente di argilla, rappresenta una maschera guerriera con i lineamenti di un soldato. Il naso e la bocca sono molto sproporzionati, sulla testa porta un elmetto simbolo di guerra. È stato molto bello e divertente realizzare la maschera ed il passaggio di effettuazione migliore è stato quando ho dovuto fare il naso ed è stata la parte dove ho impiegato più tempo. I colori sono tipici dell’Africa; infatti il marrone è il colore della pelle degli africani, ed il giallo, invece, è simbolo di luce, sole e calore. Questa maschera mi ha insegnato un po’ della cultura africana. ENRICO SCARIAN 3^A 76


Prove colore Progetto Rielaborazione pittorica

Maschera in argilla cruda Maschera dopo la cottura

Per la progettazione della mia maschera mi sono documentato, guardando vari testi sull’arte africana. Si presenta con un viso ovale incorniciato da un ricco copricapo che io ho pensato indossato da un membro importante di una tribù, nel corso di danze di tipo profano. Il lavoro di impostazione è stato lungo ed impegnativo, anche perché non avevo mai modellato l’argilla. Il risultato finale mi ha molto gratificato e mi auguro in futuro di ripetere questa esperienza. MIKE SGRÒ 3^A

77


78


79


80


Prove colore

Progetto

Rielaborazione pittorica

Prove colore

Maschera in argilla Maschera cruda dopo la cottura

Progetto

Rielaborazione pittorica Creare la maschera da zero è stato impegnativo, ma dopo molti “disfa e rifai” sono riuscito ad avere la base finita. Le orecchie sono state la parte più difficile da realizzare, perché c’è stato il rischio di romperle. Modellare il volto della maschera è stato invece molto divertente: ho provato tante combinazioni diverse, tutte molto belle a mio parere, ma alla fine ho scelto di copiare l’espressione originale da un libro datoci dalla professoressa. Per fare questa maschera mi sonocruda ispirata Maschera in argilla Anche dipingere la maschera è di stato al dio del sole durante i riti iniziazione. divertente, un lavoro di pazienza Maschera lae cottura I colori sono molto vivacidopo e significano gioia precisione. e vita. Il sole sulla fronte indica la divinità Il risultato finale, è unache perfetta copia inil Sole. e l’onnipotenza rappresenta argilla di una maschera africana, solo Il naso è triangolare e gli occhi spalancati colorata in modo diverso, cioè rossa, blu vegliano sulla vita degli uomini. e gialla. RealizzareDENIS questaTRENTIN maschera3^A è stato molto divertente e interessante; durante questo progetto ho imparato un po’81di arte e cultura africana. GIULIA VARESCO 3^A


Prove colore

Progetto Rielaborazione pittorica

Maschera in argilla cruda Maschera dopo la cottura

Secondo me, realizzare questa maschera è stato molto divertente. All’inizio pensavo di non riuscirci e solamente col passare del tempo ho capito che se tutti ce la facevano, potevo farcela anch’io. È stato un lavoro manuale molto originale, che mi ha fatto capire e scoprire quante cose siamo in grado di fare se solo crediamo e abbiamo fiducia in noi stessi. Quindi a lavoro finito posso dire che questa esperienza è stata (per me) molto originale, interessante, divertente, ma soprattutto gratificante per il buon risultato ottenuto. VERONICA VARESCO 3^A

82


Prove colore

Progetto

Rielaborazione pittorica

La mia maschera incute timore perché ha gli occhi e la bocca chiusi. Ha una forma allungata, la fronte è alta ed ha delle rughe sporgenti, si può presumere così che rappresenti la vecchiaia. Le orecchie sono lunghe, e ai lobi ha un paio di orecchini. I colori sono innaturali, chiaro-scuri; non cruda si Maschera in argilla sa se rappresenta un momento di tristezza per la morte di un Maschera grande saggio o cottura un dopo la momento di allegria. Costruirla è stato interessante e divertente. FEDERICA VENTURA 3^A

83


Prove colore

Progetto

Rielaborazione pittorica

Maschera in argilla cruda Maschera dopo la cottura

Per creare questa maschera ci sono voluti molti mesi, ma alla fine è venuto uno splendido lavoro. Mi sono ispirato ad un’immagine vista su di un libro, che però ho modificato e colorato usando colori molto vivaci e chiari. Trasformare l’argilla nella mia maschera è stato molto divertente ma anche faticoso. Mi piacerebbe, in questa esperienza.

futuro,

ripetere

PAOLO VENTURA 3^A

84


Progetto

Prove colore Rielaborazione pittorica

Maschera in argilla cruda Maschera dopo la cottura

Per questa maschera mi sono ispirata ad un cartone animato dell’arte africana. È priva di lineamenti particolari, priva di espressioni facciali. Ha due fossette sulle guance per particolareggiare l’essenzialità dell’opera. La sua forma arrotondata mi ricorda proprio il viso dei personaggi del cartone animato a cui mi sono ispirata. Nel realizzare questa maschera mi sono divertita molto e ho avuto modo di approfondire l’arte africana. ALICE VINANTE 3^A

88


Prove colore

Progetto

Rielaborazione pittorica

89


Maschera in argilla cruda Maschera dopo la cottura

Per creare la mia maschera mi sono ispirata ad una figura femminile. In Africa infatti questo personaggio è molto raffigurato con maschere, statuette e batik rappresentanti la fertilità. La fertilità è molto importante in Africa: una donna può arrivare ad avere più di dieci Progetto figli, che deve accudire. Inoltre spettano alla donna tutti i lavori domestici, che consistono nel preparare da mangiare, occuparsi della casa, andare a prendere l’acqua, che può trovarsi ad ore di distanza a piedi. Anche con tutto questo lavoro, le donne trovano il tempo di creare gioielli meravigliosi, decorare interi villaggi e confezionare vestiti. Lavorando per questo progetto ho imparato usanze di un’altra civiltà e mi sono divertita molto facendo maschere e batik MARIASOLE VINANTE 3^A

Prove colore

Rielaborazione pittorica

Maschera in argilla cruda Maschera dopo la cottura

Prendendo spunto da una maschera africana che ho visto su un libro, ho iniziato a disegnare, poi a modellare una maschera, che potesse essere indossata nei riti di iniziazione. Il lavoro del “Progetto Africa” mi è piaciuto molto, ma la cosa più bella è stata la fase di modellazione della maschera. BEATRICE ZANON 3^A90


LE NOSTRE MASCHERE 91


CLASSE 3^B

Progetto

Prove colore Rielaborazione pittorica

Maschera in argilla cruda Maschera dopo la cottura Data la mia passione per gli animali ho deciso di rappresentare la maschera che nella tribù “Baulè” viene chiamata “Guli” rappresentante il possente spirito del bufalo. Viene usata nelle danze propiziatorie, nella danza sacra prima della caccia. Viene portata sulla testa con un manto di rafia che ricopre tutto il corpo. La modellazione della maschera mi è piaciuta molto poiché mi piace lavorare l’argilla. DELMO DEFLORIAN 3^B

92


Prove colore

Progetto Rielaborazione pittorica

Maschera in argilla cruda Maschera dopo la cottura La mia maschera è semplice. Modellarla è stato molto difficile e impegnativo ma alla fine il risultato è stato gratificante. Anche lo stesso Pablo Picasso era stato ispirato da un tipo di maschera simile. Ho voluto attribuire un significato anche al colore che ho usato: il marrone rappresenta la terra (un terreno fertile che potrebbe ospitare una piantina cioè la vita). Viene indossata nelle feste di iniziazione cioè, nel passaggio dall’età infantile93 all’età adulta. MONICA DEFRANCESCO 3^B


Prove colore

Progetto

Rielaborazione pittorica

Maschera in argilla cruda Maschera dopo la cottura

La mia maschera, sembra svampita e un po’ addormentata. Ăˆ lunga con orecchie grandi e tondeggianti. Al livello della bocca ci sono anche delle sporgenze triangolari, che simboleggiano la potenza, e fanno intimorire gli altri. Ho diviso la faccia in 4 parti, come una scacchiera e ho colorato i lati opposti in bianco, in modo da far risaltare il volto della maschera, ed in nero per rappresentare la rabbia. Sul volto ci sono alcune scarificazioni, che ho colorato in blu e in rosso, che sembrano dei tatuaggi, come per mostrare la maestositĂ . Ho usato anche il giallo per colorare il naso ed il verde per le sporgenti orecchie. Nel realizzarla mi sono ispirato alle maschere che i ragazzi usano nei riti di iniziazione. PAOLO DELLADIO 3^B

94


Prove colore

Progetto

Rielaborazione pittorica

Maschera in argilla cruda Maschera dopo la cottura

La mia maschera felicità e la vita.

rappresenta

la

Viene usata in grandi cerimonie come i matrimoni, feste di benvenuto… Il colore verde è il simbolo della speranza, il colore blu è il simbolo dell’umanità. Questa maschera viene indossata dal membro più vecchio del villaggio, viene indossata un’ora prima che avvenga la cerimonia e tolta un’ora dopo e simboleggia il ciclo della vita. Questa maschera viene anche usata durante il primo compleanno di ogni figlio maschio.

95 CHIARA DELLAGIACOMA 3^B


Progetto

Prove colore

Rielaborazione pittorica

Maschera in argilla cruda Maschera dopo la cottura

La maschera che ho ideato è il risultato dell’unione di tre maschere: la maschera Tikar (ovest Camerun; viene usata nelle danze che precedono la caccia), la maschera Banupu (Gabon; viene usata durante i riti funebri) e la maschera Bepembe (Congo ovest Zaire; usata durante la festa dell’iniziazione). I colori che ho scelto le danno un tono vivace ed allegro. MICHELA DELVAI 3^B

96


Prove colore

Progetto

Rielaborazione pittorica

Maschera in argilla cruda Maschera dopo la cottura

Per realizzare la mia maschera, ne ho osservate alcune africane su alcuni libri; ho messo insieme dei lineamenti e ha iniziato a disegnarli su un foglio. Finito di disegnarli, ho iniziato a con l’argilla.

modellarli

Come hanno detto al museo africano, nelle maschere si differenzia l’uomo dalla donna: l’uomo viene raffigurato con la barba, e le donne con i capelli. Io ha voluto rappresentare una donna e quindi la mia maschera ha i capelli. Per colorarla ho usato colori vivaci il rosso e il blu. Secondo me questa maschera l’avrebbero utilizzata per sconfiggere gli animali feroci. L’esperienza legata al “Progetto Africa” è stata molto bella e interessante!!!!!!!! CRISTIANA DONDIO 3^B

97


Prove colore

Progetto

Rielaborazione pittorica

Maschera in argilla cruda Maschera dopo la cottura

Per realizzare la mia opera, ho preso spunto dalle maschere a due volti che richiamano il matrimonio del Sole e della Luna o i gemelli. Questa maschera compare in danze la cui finalità è festeggiare eventi gioiosi. CHIARA GILMOZZI 3^B

98


Prove colore Progetto

Rielaborazione pittorica

Maschera in argilla cruda Maschera dopo la cottura

La mia maschera rappresenta la vita dopo la morte viene usata nei riti funebri. Ha colori chiari, poiché le popolazioni credono che la vita dell’aldilà è uguale a quella reale. Ho usato il marrone, perché significa morte; il rosso per rappresentare il sangue; il giallo chiaro per il sole e il blu per il cielo. MARINI VINCENZO 3^B

99


Progetto

Prove colore

Rielaborazione pittorica

Maschera in argilla cruda Maschera dopo la cottura

Ho colorato la mia maschera africana prevalentemente di verde (il mio colore preferito). Nel progettarla ero molto indeciso sulla forma del viso, infine ho optato per una forma rotondeggiante ed armoniosa, pensandola indossata da ragazzi della mia età , in occasione del rito di iniziazione. In questa occasione i ragazzi indossano maschere come questa per festeggiare il passaggio da bambini all’età adulta. TOBIA MENEGONI 3^B

100


Prove colore

Progetto Rielaborazione pittorica

Maschera in argilla cruda Maschera dopo la cottura

La mia maschera rappresenta una regina. Ha i capelli raccolti in un’acconciatura particolare, che richiama la fascia decorata con cerchietti che ha posta sulla fronte. Ha gli occhi aperti, ma senza pupilla, un naso molto realistico e una bocca sporgente. Questa maschera l’ho immaginata utilizzata durante i riti di iniziazione delle ragazze, in particolar modo durante la re-integrazione nella comunità . EMILY MOLINARI 3^B

101


Progetto Prove colore Rielaborazione pittorica

Maschera in argilla cruda Maschera dopo la cottura

Per realizzare questa maschera mi sono ispirato all’arte africana, in particolare alle maschere di intrattenimento festoso. La decorazione presente sulla fronte è come un ramo che cresce per rappresentare la vita. Ho usato dei colori che più si avvicinano al reale come il marrone e l’arancione (il mio colore preferito). Questo lavoro mi ha molto soddisfatto ed ho imparato un po’ di cultura africana e sono veramente contento. LORENZO MORANDINI 3^B

102


Progetto

Prove colore

Rielaborazione pittorica

Maschera in argilla cruda Maschera dopo la cottura La mia maschera proviene dalla mia fantasia!! La linea è semplice. Ha tre occhi. La grande bocca con labbra sporgenti rappresenta la caratteristica di alcune tribù africane che vedono come segno di prestigio la sporgenza delle labbra. Questi popoli mettono all’interno della bocca un piattino e con il passare del tempo il labbro inferiore si sposta e si allunga verso il basso. Ho scelto dei colori molto forti per vivacizzare il significato della maschera: il rosso come colore della pelle, il giallo come colore delle sopracciglia, l’azzurro come colore degli occhi, come segno di purezza e il blu per il colore delle labbra per risaltarle. Nella decorazione pittorica cartacea ho scelto come colore di sfondo il verde, che essendo in contrasto con il rosso, evidenzia tutto il dipinto della maschera. Per la cornice ho scelto un cartoncino verde mare che richiama il verde pittorico dello sfondo, e ho colorato dei rombi in orizzontale gialli, per richiamare le ciglia e rossi per richiamare il colore della pelle. Questo progetto è stato molto divertente e interessante sia per quanto riguarda la creazione delle maschere e sia per le ricerche e i cartelloni che abbiamo realizzato. Mi rende molto felice vedere la mia maschera finita, e pensare che è nata soltanto da una grande palla di argilla!!! FEDERICA PIAZZI 3^B

103


Progetto

Prove colore

Rielaborazione pittorica

Maschera in argilla cruda

Per realizzare la mia maschera ho preso spunto da alcune maschere di varie trib첫 africane, assemblando i particolari che mi hanno particolarmente colpito. Si presenta di forma ovale con quattro corna e un rigonfiamento circolare posizionato in mezzo alla fronte. Questo cerchio, decorato con un triangolo, rappresenta il ciclo continuo della vita terrena. La linea di scarificazione nera (di forma geometrica), posizionata sopra gli occhi, rappresenta i cambiamenti che durante la vita subiamo. NICOLA SCARIAN 3^B

104


Prove colore Progetto

Rielaborazione pittorica

Maschera in argilla cruda Maschera dopo la cottura

La mia maschera ha la forma di un ovale allungato e ha gli occhi a mandorla. Sulle guance presenta delle linee di scarificazioni molto evidenti, tipiche delle persone della tribù Yoruba. La bocca è abbastanza piccola e il naso è lungo e stretto. La fronte è molto spaziosa e termina con una corona rossa che incornicia la faccia. Gli occhi, i segni sulle guance e la corona, sono rossi mentre il resto è verde. La mia maschera non ha le orecchie; ha l’aria stanca e assonnata. Poteva essere usata durante i riti legati al culto degli antenati. GABRIEL SONATO 3^B 105


Progetto Prove colore

Rielaborazione pittorica

Maschera in argilla cruda

Per raffigurare la mia maschera ho usato più fonti di ricerca e ho unito diversi tipi di maschere. Ha la forma uguale a quella della tribù di Zaire, rappresentante uno spirito benigno. Per i tratti del viso mi sono ispirata ad un'altra maschera della stessa tribù che è legata all’iniziazione dei giovani che la portano in occasione nelle danze che ne celebrano il termine. Per concludere ho decorato la maschera con dei disegni e per mezzo di alcuni colori l’ho resa più vivace e allegra. CELESTE TONINI 3^B

106


Prova colore

Progetto

Rielaborazione pittorica

Maschera in argilla cruda Maschera dopo la cottura

La mia maschera rappresenta un uomo africano, ha la forma allungata e leggermente arrotondata sulla parte superiore. Sul volto ci sono dei simboli geometrici i quali rappresentano la vita eterna degli esseri umani. La maschera è quasi interamente colorata di nero, così a parer mio sembra più realistica. La immagino usata nelle danze “miKanda” cioè nelle feste di iniziazione. KATERYNA TROTSENKO 3^B

107


Prove colore Progetto

Rielaborazione pittorica

Maschera in argilla cruda Maschera dopo la cottura La mia maschera presenta una forma allungata e un espressione aggrottata e severa. Potrebbe essere indossata dai membri di spicco del villaggio. La barba è simbolo di saggezza e simboleggia i membri anziani, con più esperienza. Sotto alla fronte sporgente presenta dei peli, forse le sopracciglia. Ha un naso allungato, simbolo di prosperità, longevità e speranza di vita. Come colori è in prevalenza il verde, che indica le azioni propiziatorie compiute per il bene del villaggio (come una buona caccia). La fronte presenta un verde più scuro poiché il colore scuro permette un miglior contatto con gli dei. Il naso si presenta di un colore marrone-ocra, con cui si scacciano le malattie, carestie e cattivi avvenimenti. La bocca è variopinta per indicare la diversità e la positività delle azioni svolte da chi porta la maschera. Più si accentua il contrasto tra i colori, migliore dimostra di essere chi porta la maschera. La maschera potrebbe essere indossata per ottenere dalle divinità un futuro migliore per l’intero villaggio. ENRICO VARESCO 3^B

108


Prove colore

Progetto

Rielaborazione pittorica

Maschera in argilla cruda Maschera dopo la cottura

La mia opera è ispirata al culto del Dio Sole, che viene chiamato anche “Culto della Vita” (poiché è proprio il Sole a permetterla). I colori sono semplici; ho utilizzato due gradazioni di marrone per simulare le maschere in legno. Le parti in giallo le ho pensate originalmente in oro, dato che era una maschera indossata dallo stregone del villaggio. Mi piace anche pensarla utilizzata nei riti di iniziazione, per augurare ai ragazzi una vita adulta serena. MAURO VARESCO 3^B

109


Prove colore

Progetto

Rielaborazione pittorica

Maschera in argilla cruda Maschera dopo la cottura

La mia maschera rappresenta, anche per il modo in cui l’ho colorata, il divertimento e la spensieratezza. Perché secondo me la vita bisogna prenderla sempre con un pizzico di euforia e divertimento. Ho usato colori molto vivaci e nella cornice dell’opera pittorica ho creato un contrasto molto forte tra bianco e rosso. Il risultato finale rappresenta perfettamente il mio stato d’animo. Nel pitturarla mi sono ispirato all’arte e alla fantasia africana. Mi ha incuriosito il significato che attribuiscono ai loro colori: bianco simbolo di salute, bontà, vita, culto dei morti e raramente riti di iniziazione; celeste simbolo di culto degli antenati; verde simbolo dei riti agrari e di fertilità; giallo riferito ai metalli preziosi (oro), e alla regalità; rosso all’energia e al sangue. SIMONE VARESCO 3^B

110


Progetto

Prove colore

Rielaborazione pittorica

Maschera in argilla cruda Maschera dopo la cottura

La mia maschera rappresenta giovane principe defunto.

un

Il volto biancastro è contornato da linee nere. La fronte è molto alta e spaziosa, la bocca carnosa, il naso molto allungato, gli occhi piccoli e chiusi. Sulla testa ho rappresentato una fascia, decorata con delle linee e alcune forme geometriche e resa molto vivace grazie ai colori forti e accesi. La maschera del principe veniva utilizzata nelle danze, praticate durante i riti funebri. FRANCESCA VINANTE 3^B.

111


Prove colore

Progetto

Rielaborazione pittorica

Maschera in argilla cruda Maschera dopo la cottura

La maschera africana che ho ideato non poteva essere indossata da tutte le persone: la potevano mettere solo le persone importanti, di alto rango. La maschera ha una linea semplice, ma ricca di particolari con inserimenti in metalli preziosi come l’oro. La maschera veniva indossata nelle danze oppure nel corso delle feste di tipo profano. MARTINA VINANTE 3^B

112


Prove colore

Progetto

Rielaborazione pittorica

Maschera in argilla cruda Maschera dopo la cottura

La mia maschera rappresenta l’albero della vita che continua e fa progredire la vita e le sue varie specie che esistono sulla terra. L’ideazione trovata nei raccontate viaggiato in

di questa maschera l’ho racconti e nelle avventure da mio nonno che ha Africa per sei mesi.

Il verde e il blu tra i rami dell’albero significano acqua e vegetazione, il giallo degli occhi significa vita (che si fa spazio tra la desolazione del mondo) e il nero l’oscurità della morte. ANDREA ZENI 3^B

113


MANIFESTO LOCANDINE

114

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO - TESERO


115


Le nostre locandine

116


SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO - TESERO

INAUGURAZIONE MOSTRA Sabato 29 maggio 2010

117


SALUTO PER LA SERATA DI INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA

Buonasera a tutti. Questa sera siamo qui per l’inaugurazione della mostra africana allestita da noi alunni delle classi terze della scuola media di Tesero. All’inizio dell’anno scolastico le nostre professoresse di lettere e artistica ci hanno proposto di intraprendere un percorso di approfondimento su alcune problematiche che affliggono il continente africano. A tal proposito abbiamo discusso in classe di cosa vuol dire “avere fame” e “avere sete”, attraverso la lettura di materiale informativo relativo al tema della carenza di cibo e di acqua. Il nostro lavoro è partito con una ricerca, relativa a questi aspetti, durante le ore di lezione utilizzando vari strumenti quali internet, testi vari e testimonianze dirette. Abbiamo avuto una visita di una signora somala, Nasra, residente in Trentino accompagnata dal professor Bortolotti (presidente del WFL in Trentino). Lei ci ha raccontato della sua vita in Somalia, ci ha mostrato alcuni suoi indumenti tipici somali e dei giocattoli rudimentali; in particolare si è soffermata sulla figura femminile che in Somalia copre un ruolo importante, ma faticoso all’interno della vita familiare. Tra le tante cose ci ha fatto macinare semi di miglio e insieme abbiamo preparato un tipico tè aromatico. È stata una bella esperienza soprattutto perché reale. Tutto questo lavoro lo abbiamo sintetizzato nei cartelloni qui presenti. Il nostro lavoro di ricerca ha toccato anche l’aspetto artistico dell’Africa. A questo proposito, sotto la guida della professoressa Dellantonio, abbiamo approfondito l’argomento su piani diversi: quello storico e culturale, e quello manipolativo-artistico. In classe abbiamo approfondito gli aspetti culturali-artistici dell’arte africana, visitando anche il Museo Africano di Verona, dove abbiamo avuto modo di ammirare realmente le maschere esposte e apprendere anche una nuova tecnica pittorica su stoffa: il Batik. Le maschere e le stoffe qui presenti, che abbiamo prodotto noi alunni, sono il risultato finale di questo percorso. Inoltre durante l’anno abbiamo avuto modo di conoscere i volontari di Emergency che tra gli altri Paesi opera anche in Africa e di cui trovate del materiale informativi sul tavolino vicino all’ingresso insieme alle offerte per Don Elio Sommavilla. Ci siamo impegnati anche per la realizzazione di cibi tipici africani che potrete gustare questa sera. Vi auguriamo quindi una buona visione e un buon appetito. Prima di proseguire, tutti noi alunni, porgiamo un sincero e grande ringraziamento alle insegnanti che ci hanno coinvolto in questo splendido percorso con un sincero spirito di gratitudine. Grazie prof!!!!!

118


da sinistra: Michela Delvai, prof. Giuliano Bortolotti (presidente del WFL del Trentino) e Federica Piazzi.

a destra il saluto inaugurale della professoressa Stefania Deflorian, vicaria del nostro Istituto.

119


ESPOSIZIONE DEI NOSTRI LAVORI

120


GRUPPO ACCOGLIENZA

Con un tocco di colore e fantasia si accolgono in gran festa i nostri ospiti

da sinistra: Giorgio Delladio Federica Ventura Francesca Vinante Siro Delladio Paolo Delladio Simone Varesco Paolo Ventura

121


I NOSTRI PIATTI

122

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO - TESERO


I NOSTRI PIATTI

Cuscus con verdure e pollo

Cuscus freddo al profumo di menta e pomodori

Insalata di cuscus al limone

Cavolo rosso con yogurt bianco

Agnello con miele, prugne e mandorle

Manzo con miele, prugne

123


e uova sode

arance tunisine

praline al cocco

bevande al te

sciroppo di lampone

124


Dolci vari

Comincia la festa !!!

125


DIETRO LE QUINTE SI LAVORA …

professoressa Fiorella Patti e Veronica riordinano la cucina

…. IN ALLEGRIA

126


GLI IMPREVISTI

Aiuto ….. Si allaga la… cucina

Panico e allegria

Carlo ….

il “nostro eroe”

… ci si rimbocca le maniche e si corre ai ripari.

127


LE “NOSTRE” RICETTE AFRICANE

128

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO - TESERO


LE NOSTRE RICETTE

129


130


131


132


133


SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO - TESERO

ESPOSIZIONE NELL’AUDITORIUM DEL NOSTRO ISTITUTO

134


LA MOSTRA viene trasferita dalla Sala Bavarese all’Auditorium della “Nostra Scuola”

135


136


137


HANNO SCRITTO DI NOI

138

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO - TESERO


HANNO SCRITTO DI NOI 26 maggio 2010

139


140


141


142


143


SOMMARIO

144

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO - TESERO


SOMMARIO

Pagina Presentazione del progetto …………………………………………………………………………………….……. Progetto ……………………………………………………………………………………………………………………….. Classi coinvolte: 3 A …………………………………………………………………………………..….…………… 3 B …………………………………….……………………………………………………..………..

3 7 10 12

CARTELLONI: I TEMI TRATTATI pagina

Classe 3 A S.O.S. acqua ……………………………………………………………………………………………………………….. Consigli per un uso corretto dell’acqua ……………………………………………………………………… L’oro blu ………………………………………………………………………………………………………………………. Cause e conseguenze della fame ……………………………………………………………………………….. Il diritto al cibo ……………………………………………………………………………………………………………. L’arte di non sprecare …………………………………………………………………………………………………. Obiettivi di sviluppo del nuovo millennio ……………………………………………………………………

17 20 23 26 28 30 32

Classe 3 B L’ Acqua: in Italia in Europa e nel mondo ………………………………………………………………….

37 38

L’acqua significa vita …………………………………………………………………………………………………… La risorsa idrica del mondo: distribuzione disomogenea di un bene essenziale per la vita ……………………………………………………………………………………………………………………………. Fitodepurazine: la nuova tecnologia per la depurazione dell’acqua ………………………….

39 40 42

Focus: vocaboli per saperne di più …………………………………………………………………………….. La carta europea dell’acqua ……………………………………………………………………………………….. Chi mangia troppo e chi niente: un allarme dall’Africa ……………………………………………… AIDS …………………………………………………………………………………………………………………………….

43 44 46

INCONTRO CON IL PRESIDENTE DEL WFL (ACQUA PER LA VITA) BORTOLOTTI GIULIANO E LA SIGNORA SOMALA NASCA Relazione incontro ………………………………………………………………………………………………………. Documentazione fotografica dell’incontro …………………………………………………………………….

49 50

VIAGGIO DI ISTRUZIONE Viaggio di istruzione – programma ……………….……………….……………….…………………………… Breve relazione dell’attività svolte……………………………………………………………………………….. Il decalogo del risparmio idrico ………………………………………………………………………………….... Museo Africano: finestra aperta sull’Africa …………………….……………………………………………. Documentazione fotografica dell’attività “Acqua nostra” …………………………………………….

55 56 57 58 60

145


“Arte africana”: Il Batik …………………………………………………………………….………………………….. Documentazione fotografica dell’attività di laboratorio………………………………………………. Il nostro batik classe 3^A ….……………………………………………………………………………………….. Il nostro batik classe 3^B ….………………………………………………………………………………………..

62 63 65 67

LE NOSTRE MASCHERE

Classe 3 A Bellante Tanya …………………………………………………………………………………………………………….. Bozzetta Fabrizio …………………………………………………………………………………………………………. Carpella Stefano …………………………………………………………………………………………………………. Deflorian Gessica ………………………………………………………………………………………………………… Deflorian Sara ……………………………………………………………………………………………………………… Delladio Giorgio …………………………………………………………………………………………………………… Delladio Isacco ………………………………………………………………………………………………………….… Delladio Siro ………………………………………………………………………………………………………………… Gilmozzi Davide …………………………………………………………………………………………………………… Longo Davide ………………………………………………………………………………………………………………. Mich Diego …………………………………………………………………………………………………………………… Mich Mariasole ……………………………………………………………………………………………………………… Previdi Nicolas ……………………………………………………………………………………………………………… Scarian Enrico ……………………………………………………………………………………………………………… Sgrò Mike …………………………………………………………………………………………………………………….. Trentin Denis ………………………………………………………………………………………………………………. Varesco Giulia ……………………………………………………………………………………………………………… Varesco Veronica …………………………………………………………………………………………………………. Ventura Federica …………………………………………………………………………………………………………. Ventura Paolo ………………………………………………………………………………………………………………. Vinante Alice ………………………………………………………………………………………………………………… Vinante Mariasole ………………………………………………………………………………………………………… Zanon Beatrice …………………………………………………………………………………………………………….

71 72 73 74 75 76 77 pagina 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93

Classe 3 B Deflorian Delmo …………………………………………………………………………………………………………… Defrancesco Monica ……………………………………………………………………………………………………. Delladio Paolo ……………………………………………………………………………………………………………… Dellagiacoma Chiara ……………………………………………………………………………………………………. Delvai Michela ……………………………………………………………………………………………………………… Dondio Cristiana ………………………………………………………………………………………………………….. Gilmozzi Chiara ……………………………………………………………………………………………………………. Marini Vincenzo …………………………………………………………………………………………………………… Menegoni Tobia …………………………………………………………………………………………………………… Molinari Emily ……………………………………………………………………………………………………………… Morandini Lorenzo ………………………………………………………………………………………………………. Piazzi Federica ……………………………………………………………………………………………………………… Scarian Nicola ……………………………………………………………………………………………………………… Sonato Gabriel …………………………………………………………………………………………………………….. Tonini Celeste ……………………………………………………………………………………………………………… Trotsenko Kateryna …………………………………………………………………………………………………….. Varesco Enrico …………………………………………………………………………………………………………….. Varesco Mauro …………………………………………………………………………………………………………….. Varesco Simone …………………………………………………………………………………………………………… Vinante Francesca ………………………………………………………………………………………………………. Vinante Martina …………………………………………………………………………………………………………… Zeni Andrea ……………………………………………………………………………………………………………..….

97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118

146


MOSTRA DEL LAVORO SVOLTO Manifesto ……………….……………….……………….……………….……………….……………….…………….…. Locandina ……………….……………….……………….……………….……………….……………….…………….… Presentazione del lavoro e del percorso espositivo presso la Sala Bavarese …………… Esposizione dei nostri lavori ………………………………………………………………………………………… Gruppo accoglienza ………………………………………………………………………………………………………. I nostri piatti ………………………………………………………….……………………………………………………… Dietro le quinte …………………………………………………………………………………………………………….. Le ricette africane ……………………………………………….………………………………………………….……. Esposizione presso l’auditorium del nostro Istituto .…….…………….…………….………………… Hanno scritto di noi ……………………………………………………………………………………………………...

121 123 127 129 130 133 136 141 147 151

147


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.