Heimatschutz/Patrimoine 4-2019: Finestra

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risol intonacato e strutture in legno. Tuttavia, l’impiego in serie di componenti di grandezza prestabilita può dare all’edificio l’aspetto di un capannone. È forse proprio per questo che nel 1944 l’amministrazione locale raccomandò che almeno il lato verso il lago venisse progettato con un aspetto più aggraziato. Per definire le misure delle facciate della mensa di Arbon gli architetti Dubois e Eschenmoser si basarono sul mobilio del refettorio e sulle dimensioni degli elementi di Durisol. Al fine di evitare la monotonia dovuta alla ripetitività e di ottenere così un edificio dall’architettura interessante, esaminarono le varie possibilità e limitazioni di questo metodo di costruzione. Il giardino Le qualità architettoniche dell’ex mensa sono valorizzate dallo spazio circostante, che è stato progettato con cura e separa l’edificio da quelli che erano gli stabili industriali. Eugen Fritz (1910-1997), architetto paesaggista zurighese, volle creare un giardino in cui i dipendenti della fabbrica potessero rilassarsi. Ancora oggi gli ospiti dell’albergo possono apprezzare alcune tracce di quello che fu un tipico giardino industriale, come per esempio lo spiazzo cinto da un muretto o il sentiero di lastre poligonali che serpeggia sul prato e conduce all’ombra di alberi e cespugli. Un progetto per il benessere degli operai Il piccolo giardino e l’edificio compatto sulla bella riva del lago infondono una sensazione di pace. Le strutture destinate a determinate prestazioni a beneficio degli operai corrispondono a una tipologia architettonica precisa dell’epoca industriale, per la quale in tedesco esiste persino un termine specifico: Wohlfahrtsgebäude. La scelta di costruire con lastre di Durisol si è dimostrata felice per più ragioni. Innanzitutto ha consentito di realizzare in modo rapido ed economico un edificio solido su un suolo instabile perché ottenuto dall’interramento di un’area lacustre. Il metodo costruttivo ha inoltre lasciato aperta la possibilità di traslare lo stabile o di destinarlo in seguito ad altro scopo. Infine, questo edificio, per quanto prefabbricato, svela all’occhio attento un certo pregio architettonico. Grazie alla riconversione in struttura alberghiera, le sue qualità possono oggi essere osservate e apprezzate da chiunque. → Attualmente l’ex mensa della Saurer ad Arbon funziona come albergo ed è

quindi aperta a tutti gli ospiti dell’Hotel Wunderbar. È inoltre inclusa nella pubblicazione bilingue dell’Heimatschutz Die schönsten Hotels der Schweiz/ Les plus beaux hôtels de Suisse: www.hotel-wunderbar.ch.

IL «SYSTÈME HA» O «SYSTÈME HONEGGER AFRIQUE»  14

Coreografia di un cantiere Nel corso degli anni Cinquanta e Sessanta, a Ginevra, la società Honegger frères costruì circa 400 palazzine per un totale di quasi 900 appartamenti. Queste cifre hanno a lungo messo in secondo piano qualsiasi altra considerazione. Da una decina d’anni

però, agli immobili Honegger viene finalmente riconosciuto anche un pregio architettonico. Si è stimato il loro valore di beni culturali e in alcuni casi sono stati applicati provvedimenti per tutelarli. Christian Bischoff, architetto, Ginevra

Fondata nel 1948, la Honegger frères era formata dai fratelli Jean-Jacques (1903–1985), responsabile dell’architettura, Pierre (1905–1992), che gestiva gli aspetti tecnici, e Robert (1907–1974), che si occupava dei cantieri. I due fratelli maggiori erano ingegneri meccanici formati alla Scuola d’ingegneria dell’Università di Losanna, quella che nel 1969 sarebbe diventata l’EPFL, il Politecnico federale. Soltanto Robert, il più giovane, aveva studiato architettura alla Scuola di belle arti di Ginevra. Nel 1967, con l’arrivo della nuova generazione, la ragione sociale diventò Honegger frères, Schmitt & Cie. In realtà però l’attività della famiglia Honegger in questo settore risale a molto tempo prima. Già il padre, Henri Honegger (1878-1949), fu un uomo d’affari molto attivo nel settore edile nella Ginevra d’inizio secolo. A partire dagli anni Trenta, cominciarono a farsi notare anche i figli, specialmente Jean-Jacques. Insieme all’architetto Louis Vincent e al fratello in qualità di ingegnere, fu autore di alcuni dei rari esempi del Movimento Moderno a Ginevra: le due palazzine in Avenue Théodore-Weber (1930-1932) e le villette Les Ailes (1932) e Vincent (1932-1933). Divenuti gli amministratori della società immobiliare Riant-Parc, fondata nel 1912 dal padre, i due fratelli progettarono anche gli splendidi condomini ai numeri 53-57 di Route de Frontenex, i primi edifici su pilotis di Ginevra. La famiglia Honegger non lasciò la scena edilizia ginevrina con il ritiro dagli affari della generazione dei fondatori: i discendenti proseguirono l’attività fino al 2008, con una fase particolarmente intensa tra gli anni Settanta e Ottanta. La creazione di un modello architettonico Gli anni Cinquanta e Sessanta furono il periodo in cui i tre fratelli crearono il proprio modello architettonico, l’edificio residenziale «Honegger frères» ben noto ai ginevrini: alti rettangoli verticali in cui si aprono generose logge e in cima un tetto piatto sporgente. Queste inconfondibili strutture verticali caratterizzano gli immobili di imponenti caseggiati situati in periferia, come quello di Balexert a Vernier (704 appartamenti, 1957-1962) o la Cité Caroll a Lancy (1048 appartamenti, 19581966), ma anche in prossimità del centro, come la Cité d’Aïre (340 appartamenti, 1960-1963) e la Cité Carl-Vogt (445 appartamenti, 1960-1964). In diversi quartieri di Ginevra – Acacias, Champel, Eaux-Vives – singole palazzine si ergono invece come citazioni di quei grandi complessi edilizi, per esempio tra Rue des Rois e Rue du Diorama (76 appartamenti, 1960-1962) o Les Tilleuls a Saint-Jean (48 appartamenti, 1961-1963). Questi edifici risalenti a un’epoca matura del lavoro degli Honegger non

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