Gente di Bracciano Febbraio 2022 n. 32

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Gente diBracciano Febbraio 2022 - numero 32


Gente diBracciano Febbraio 2022 - Numero 32

Dedicato a

Federico Villani

Editore: Associazione Gente di Bracciano Presidente: Claudio Calcaterra. Direttore responsabile: Graziarosa Villani.

Redazione: Mena Maisano, Biancamaria Alberi, Francesco Mancuso. Registrato al Tribunale di Civitavecchia n. 1388/2014 Stampa e impaginazione: FEDE 2011 srl Via dei Vignali, 60 - Anguillara Sabazia su carta riciclata al 100%

Se vuoi aderire alla nostra Associazione contatta la Redazione: gentedibracciano1@tiscali.it

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L’ottimismo dell’utopia

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otremmo parlare della guerra che ritorna uguale a se stessa, potremmo parlare del covid-19, potremmo parlare del caro-vita, potremmo parlare del governo delle larghe intese, dei soldi da ridare del PNRR, del fotovoltaico che sottrae ettari alla agricoltura, di Roma invasa dall’immondizia…delle elezioni sempre rimandate, dello scippo di democrazia fatto con la Città Metropolitana di Roma Capitale, del latte sottopagato agli allevatori, della Cina che è vicina, della Nato che si allarga, dell’Africa sfruttata, del metaverso del fondatore di Facebook, dei giovani gettati in depressione, dell’Europa che non conta nulla…tutte cose che intristiscono e che ci arrovellano l’anima. Vorremmo invece che l’ottimismo ci investisse, favorito da un’anticipata primavera. Guardiamo oggi al mondo allontanando ogni polemica. Tanto resteremo sempre convinti che la guerra è male, che la democrazia significa votare, che i popoli hanno diritto alla propria autodeterminazione ovunque siano, che le differenze tra ricchi e poveri vadano eliminate, che la bella gioventù vada incoraggiata e sostenuta. Potremmo dire in sintesi che la nostra Costituzione è bella e che vada solo rispettata e non vilipesa.


Il quartiere con gli occhi di ragazzo

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I miei primi ottant’anni autobiografia di un uomo libero

n piena occupazione nazista a Roma ci fu la strage delle Fosse Ardeatine, in rappressaglia all’attentato di via Rasella da parte di un comando partigiano, per il quale persero la vita 33 soldati nazisti. Pochi giorni dopo la strage mio zio Enrico, fratello più piccolo di mia madre, mi portò all’nterno delle fosse dove i corpi delle oltre trecento vittime furono ricomposte nelle bare. Mi ricordo che ancora c’era un cingolato tedesco abbandonato all’esterno. Giorni dopo iniziò la ritirata dei tedesci in direzione Nord. Io, in braccio a mia ma-dre, vidi la colonna dell’esercito passare in via Trionfale. Poco prima de La Storta, alla Giustiniana trucidarono sedici italiani. Tra i martiri c’era Bruno Buozzi, segretario ge-nerale della Camera del Lavoro di Roma e del Lazio. Quando finalmente gli alleati riuscirono ad arrivare a Roma, dopo tre mesi di scontri sotto l’Abbazia di Montecassino, poi distrutta dal bombardamento americano, ci fu l’assalto ai negozi di qualsiasi genere da parte delle donne del quartiere. Tra loro anche mia madre che dal negozio di abbigliamento Rossi di via Giulio Cesare riuscì a portare a casa alcuni indumenti. Certo la rabbia della popolazione era incontenibile, ma è giusto ricordare che quel “popolo” è lo stesso che pochi anni prima a Piazza Venezia, colma all’inverosimile, inneggiava al Fascismo e a Mussolini, colpevole della morte di tanti italiani e della distribuzione

Il Tram 27

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Piazzale degli Eroi - Roma - in una foto d’epoca

del Paese. Ricordo, nel Dopoguerra, mio zio Santino, padre di Sergio e Franco Citti, imbianchini poi diventati famosi, il primo come regista di scuola pasoliniana e l’altro attore affermatosi con il film “Accat-tone” per la regia sempre di Pasolini. Picchiava la moglie, mia zia, essendo spesso ubriaco, costringendola ad abbandonare i propri figli Sergio, Franco e Adriana, la sorella. Racconto questa storia, perché, facendo un paragone con quello che succede oggi quando i problemi di coppia si risolvono spesso con il femminicidio, negli anni Cinquanta/Sessanta avveniva invece che o lui o lei se ne andasse di casa abbandonando il tetto coniugale, un gesto che all’epoca era giudicato reato, perciò perseguito se c’era denuncia da parte di uno/a dei coniugi in questione. Tutto questo mi riporta al dramma dell’abbandono di mia madre, perché mio padre la denunciò di adulterio. In quell’epoca ad essere colpevole di adulterio erano soltanto le donne. I maschi potevano soddisfare i propri pruriti sessuali senza nessun problema. Per questa ragione fui trascinato - i minori godevano al tempo di poche tutele - nell’allora Pretura di via Giulia dove venni sottoposto ad in-terrogatorio da parte del giudice. Mi chiese se avessi visto mia madre in compagnia di un altro uomo a me sconosciuto. Purtroppo per la mia età - avevo 11 anni - dissi “sì, l’ho vista appartata in una piazzetta del quartiere Trionfale”. Da qui deriva il rimorso che mi porto dentro ancora oggi, ma per fortuna mia madre trovò un giudice illuminato per quell’epoca che archiviò e annullò la denun-

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cia. Certo dopo l’abbandono di mia madre sono cresciuto frequentando tut-to il giorno le strade del quartiere pericolosamente. Insieme agli altri ragazzini giocavamo a “nizza”. Spesso con i lanci del bastoncino a punta rompevamo le insegne dei negozi, oppure con i tappi delle bottiglie che mettevamo in fila sulle rotaie del tram - in via Candia transitava il 27 - per schiacciarle per poi giocarceli a battimuro. Poi con una palla fatta di stracci andavamo a giocare in una buca dove oggi c’è la Corte dei Conti - massacrandoci le ginocchia e le mani. Ma ci divertivamo tanto. Facevamo anche delle “marachelle”. Con la liberazione di Roma, gli Americani in una traversa di via della Giuliana, immagazzinarono una enorme quantità di Coca Cola e noi piccoli “teppisti”, approfittando dello spazio tra il cancello e la terra, strisciavamo dentro il ma-gazzino portandoci via decine di bottigliette facendocene un vanto nei confronti degli altri ragazzini/e del quartiere. Spesso andavamo sopra Monte Ciocci dove dall’alto si vedeva piazzale degli Eroi. Il Monte prendeva il nome del cardinale che aveva abitato in un palazzo che dominava il Monte. Una leggenda popolana voleva che il suo fantasma girasse di notte intorno alla torre adiacente al palazzo - ancora esistente - dove lo trovarono im-piccato ad una trave. Noi piccoli incoscienti invece di avere paura del fantasma facevamo a gara, buttando giù i pantaloncini corti, a chi avesse il pisellino più grosso. Claudio Calcaterra

Gente di Bracciano


Bracciano partigiana

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Uomini e donne che fecero una scelta di campo

i chiama Partigiani D’Italia il progetto dei ministero dei Beni Culturali che ha portato alla messa in rete di schede relative a uomini e donne che nel corso della Seconda Guerra Mondiale sono stati, a vario titolo, partigiani. Si tratta delle schede relative alle richieste di riconoscimento delle qualifiche partigiane conservate nel Fondo “Ricompart” presso l’Archivio Centrale dello Stato. Sulla base del finanziamento del 2017 da parte dell’Archivio Centrale dello Stato l’Istituto Centrale per gli Archivi è nata una banca dati nazionale. Materiale grezzo sul quale sarebbe importante avviare studi ed approfondimenti in particolare sulla Formazione partigiana Argenti. Si riportano di seguito le schede di partigiani e patrioti che hanno avuto i natali a Bracciano.

Boni Sebastiano nato a Bracciano il 9 maggio 1904. Formazione: 4° Brg Godi, dal 1944 gen. 2 al 1945 mag. 8. Qualifica riconosciuta: Partigiano Combattente.

Brunettini Avelio nato a Bracciano il 12 febbraio 1908. Nome di battaglia: Romano. Ruolo: Capo Squadra. Formazione: 1° Brigata Savona Sguerso, Divisione Autonoma Fumagalli, zona operativa II, dal 2 febbraio 1944 al 30 aprile 1945. Grado: sergente, dal 1° novembre 1944 al 30 aprile 1945. Qualifica riconosciuta: Partigiano Combattente. Eventi: ferito nel giugno 1944 a Castino, Cuneo. Caglianelli Lorenzo nato a Bracciano il 25 novembre 1929. Eventi: attività partigiana.

Conti Lamberto nato a Bracciano il 23 maggio 1919. Formazione: La Castagnola. Grado: Gregario. Qualifica riconosciuta: Patriota. Eventi: attività partigiana.

Anselmi Bartolomeo nato a Bracciano il 20 settembre 1879. Formazione Argenti, dal 9 settembre 1943 al 7 giugno 1944. Grado: Gregario. Qualifica riconosciuta: Partigiano Combattente. Eventi: attività partigiana.

Crisolini Malatesta Roberto nato a Bracciano il 12 febbraio 1927. Formazione: P.S.I.. Grado: Gregario. Qualifica riconosciuta: Partigiano Combattente. Eventi: attività partigiana - Invalido.

Antinucci Amleto nato a Bracciano il 13 dicembre 1905. Formazione Bandiera Rossa, dal 9 settembre 1943 al 4 giugno 1944. Grado: Gregario. Qualifica riconosciuta: Partigiano Combattente. Eventi: attività partigiana.

D’Angelo Augusto nato a Bracciano il 14 gennaio 1904. Formazione: Cornetto. Grado: Gregario. Qualifica riconosciuta: Patriota. Eventi: attività partigiana.

Antinucci Vasco nato a Bracciano il 27 ottobre 1918. Formazione: Bandiera Rossa, dal 9 settembre 1943 al 4 giugno 1944. Grado: Gregario. Qualifica riconosciuta: Partigiano Combattente. Eventi: attività partigiana.

Argenti Elio nato a Bracciano il 20 aprile 1913. Formazione: Argenti, al 9 settembre 1943 al 7 giugno 1944. Grado: Gregario Ispettore Organizzativo. Qualifica riconosciuta: Partigiano Combattente. Eventi: attività partigiana. Argenti Vincenzo nato a Bracciano il 6 novembre 1881. Formazione: Argenti, al 9 settembre 1943 al 7 giugno 1944. Grado:

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Bergodi Amedeo nato a Bracciano il 19 settembre 1909. Formazione: Cornetto. Grado: Gregario - Comandante Nucleo. Qualifica riconosciuta: Partigiano Com-battente. Eventi: attività partigiana.

Bernardini Mauro nato a Bracciano il 12 dicembre 1924. Formazione: Isolato. Qualifica riconosciuta: Partigiano Combattente. Eventi: attività partigiana.

Ambrogi Giovanni nato a Bracciano il 22 novembre 1921. Formazione: La Castagnola. Grado: Gregario. Qualifica riconosciuta: Patriota. Eventi: attività partigiana.

Argenti Adorno nato a Bracciano il 27 agosto 1888. Formazione: Argenti, al 9 settembre 1943 al 7 giugno 1944. Grado: Gre-gario - Comandante. Qualifica riconosciuta: Partigiano Combattente. Eventi: attività partigiana.

Bani Sebastiano nato a Bracciano. Nome di battaglia: Lupo. Formazione: 4° Brg Sap Godi, dal 2 gennaio 1944 all’8 giugno 1945. Grado: Partigiano, dal 2 gennaio 1944 all’8 giugno 1945. Qualifica riconosciuta: Partigiano Combattente.

De Santis Gino nato a Bracciano il 28 ottobre 1912. Eventi: attività partigiana.

Gregario. Qualifica riconosciuta: Partigiano Combattente. Eventi: attività partigiana.

Baffioni Armando nato a Bracciano il 1° dicembre 1923. Formazione: P.S.I.U.P. O.M.P.S.I., dal 1° ottobre 1943 al 5 giugno 1944. Grado: Gregario - Comandante Squadra. Qualifica riconosciuta: Partigiano Combattente. Eventi: attività partigiana. Baglioni Serafino nato a Bracciano il 25 marzo 1929. Eventi: attività partigiana.

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De Vincenzo Aurelio nato a Bracciano il 21 gennaio 1903. Formazione: Civita Castellana. Grado: Gregario. Qualifica riconosciuta: Patriota. Eventi: attività partigiana.

Di Grisostomo Reginaldo nato a Bracciano il 12 settembre 1908. Formazione: Comando Divisione Val d’Arda. Qualifica riconosciuta: Partigiano Combattente.

Donati Rinaldo nato a Bracciano il 4 settembre 1902. Formazione: Cornetto. Grado: Gregario. Qualifica riconosciuta: Patriota. Eventi: attività partigiana.

Fausti Renzo nato a Bracciano il 21 febbraio 1921. Formazione: F.M.C.R. Aeronautica. Eventi: attività partigiana.

Gente di Bracciano


Perugini Ugo nato a Bracciano il 24 maggio 1910. Formazione: La Castagnola. Grado: Gregario. Qualifica riconosciuta: Patriota. Eventi: attività partigiana.

Fiorani Guido nato a Bracciano il 30 settembre 1913. Formazione: Brigata Spartaco - Battaglione Nicolò, dal 23 settembre 1943 al 15 luglio 1944. Grado: Maresciallo, dal 23 settembre 1943 al 30 giugno 1944. Qualifica riconosciuta: Partigiano Combattente.

Pesci Giulio nato a Bracciano il 19 dicembre 1913. Qualifica riconosciuta: Patriota. Eventi: attività partigiana.

Guardati Lidia nata a Bracciano il 7 febbraio 1888. Formazione: Milionis. Grado: Gregario. Qualifica riconosciuta: Patriota. Eventi: attività partigiana.

Ranieri Veniero nato a Bracciano il 26 marzo 1902. Formazione: P.C.I.. Grado: Gregario - Comandante Squadra. Qualifica riconosciuta: Partigiano Combattente. Eventi: attività partigiana.

Guardati Pierluigi nato a Bracciano il 13 febbraio 1916. Formazione: Milionis. dal 9 settembre 1943 al 4 giugno 1944. Grado: Gregario - Intendente. Qualifica riconosciuta: Partigiano Combattente. Eventi: attività partigiana.

Riccini Amedeo nato a Bracciano il 27 settembre 1898. Formazione: P.C.I.. Grado: Gregario. Qualifica riconosciuta: Partigiano Combattente. Eventi: attività partigiana.

Riccini Edilio nato a Bracciano il 28 febbraio 1926. Formazione: P.C.I.. Grado: Gregario. Qualifica riconosciuta: Partigia-no Combattente. Eventi: attività partigiana.

Lavieri Dante nato a Bracciano il 10 novembre 1917. Formazione: Argenti. Grado: Gregario - Ispettore Organizzativo. Qualifica riconosciuta: Partigiano Combattente. Eventi: attività partigiana.

Rosini Rolando nato a Bracciano il 2 settembre 1913. Formazione: F.M.C.R. Aeronautica. Grado: Gregario - Comandante Nucleo. Qualifica riconosciuta: Partigiano Combattente. Eventi: attività partigiana.

Luciani Gisleno nato a Bracciano il 4 aprile 1909. Formazione: Argenti. Grado: Gregario - Comandante Nucleo. Qualifica riconosciuta: Partigiano Combattente. Eventi: attività partigiana.

Sala Antonio nato a Bracciano il 21 novembre 1911. Formazione: O.M.D.C.. Grado: Gregario. Qualifica riconosciuta: Patriota. Eventi: attività partigiana.

Marchionne Cesare nato a Bracciano il 16 giugno 1902. Formazione: Assogna. Grado: Gregario. Qualifica riconosciuta: Partigiano Combattente. Eventi: attività partigiana.

Sala Mauro nato a Bracciano il 28 novembre 1924. Eventi: attività partigiana.

Sala Roberto nato a Bracciano il 1° luglio 1908. Formazione: La Castagnola. Grado: Gregario. Qualifica riconosciuta: Partigiano Combattente. Eventi: attività partigiana.

Molinari Guido nato a Bracciano il 6 ottobre 1895. Formazione: Partito d'Azione. Grado: Gregario. Qualifica riconosciuta: Patriota. Eventi: attività partigiana.

Schioppa Costantino nato a Bracciano il 5 agosto 1911. Formazione: Sette Colli. Grado: Gregario. Qualifica riconosciuta: Partigiano Combattente. Eventi: attività partigiana.

Mottola Guglielmo nato a Bracciano il 12 settembre 1917. Formazione: Accili. Qualifica riconosciuta: Patriota. Eventi: attività partigiana.

Paciotti Rinaldo nato a Bracciano il 2 agosto 1908. Formazione: Cornetto, dal 20 settembre 1943 al 6 giugno 1944. Grado: Gregario. Qualifica riconosciuta: Partigiano Combattente. Eventi: attività partigiana.

Starnoni Giulio nato a Bracciano il 28 giugno 1925. Formazione: La Castagnola. Grado: Gregario. Qualifica riconosciuta: Partigiano Combattente. Eventi: attività partigiana.

Pauselli Gino nato a Bracciano il 9 giugno 1906. Formazione: Bombieri Dino. Grado: Gregario. Qualifica riconosciuta: Partigiano Combattente. Eventi: attività partigiana.

Tassi Renato nato a Bracciano il 6 novembre 1919. Formazione: Bombieri Dino Qualifica riconosciuta: Patriota. Eventi: attività partigiana.

Pedacchiola Bruno nato a Bracciano il 27 ottobre 1924. Formazione: Cornetto. Grado: Gregario. Qualifica riconosciuta: Patriota. Eventi: attività partigiana.

Tondinelli Marcello nato a Bracciano il 23 luglio 1917. Formazione: F.M.C.R. Aeronautica. Grado: Gregario. Qualifica riconosciuta: Patriota. Eventi: attività partigiana.

Pedaletti Aldo nato a Bracciano il 16 maggio 1903. Formazione: Cornetto. Grado: Gregario. Qualifica riconosciuta: Patriota. Eventi: attività partigiana.

Perugini Domenico nato a Bracciano il 31 dicembre 1923. Formazione: Bombieri Dino. Grado: Gregario. Qualifica riconosciuta: Partigiano Combattente. Eventi: attività partigiana.

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Veneri Maria nata a Bracciano il 9 luglio 1891. Formazione: Argenti. Grado: Gregario. Qualifica riconosciuta: Partigiano Combattente. Eventi: attività partigiana.

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Veneri Renato nato a Bracciano il 24 novembre 1923. Formazione: Argenti. Grado: Gregario - Ispettore Organizzativo Qualifica riconosciuta: Partigiano Combat-tente. Eventi: attività partigiana.

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1980: assalto speculativo a Vicarello

Una veduta d’epoca della storica Tenuta di Vicarello

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I tentativi dell’allora maggioranza De di cementificare la storica tenuta

ra che l’ambiente è in Costituzione italiana in molti esultano per una doverosa conquista che certo non è piovuta dal cielo ma che ha camminato sulle gambe degli ambientalisti. Lo si deve agli ambientalisti nostrani se Vicarello, pur se oggi in mano cinese, resta ad un grande oliveto e non una lottizzazione di duecento villette e campi da golf. Il 14 aprile del 1994, dopo una battaglia ostinata di molte forze politiche locali e del mondo ambientalista tra cui l’allora attivissima sezione di Italia Nostra Lago di Bracciano, il ministro dei Beni Culturali dell’epoca, Alberto Ronchey, firmò il decreto di tutela dell’antica tenuta di Vicarello. Senza questo vincolo il paesaggio del lago avrebbe potuto essere compromesso per sempre nonostante il riconoscimento costituzionale del paesaggio previsto sin nella stesura originaria.

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Il parco di Bracciano-Martignano, ancora senza piano d’assetto definitivo, arrivò solo cinque anni dopo. Le leggi c’erano e ci sono ma la guardia va tenuta sempre alta. L’ambiente entra in due articoli della Costituzione Italiana . Il nuovo articolo 9 della Costituzione recita oggi: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”. Così il nuovo articolo 41: “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, alla salute, all’ambiente. La legge determina i programmi e i con-

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trolli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali”.

Con la solita scusa della «grande Bracciano» altro cemento sulle rive del lago? All’assalto di quelle vecchie terme. Gli uliveti di Vicarello minacciati da un progetto di 245 mila metri cubi di ville - Dopo il «no» della Regione non tutti sono disposti a rinunciare alla speculazione - Terreni di grandissimo valore naturale, archeologico e produttivo - Da 22 anni il Comune attende il piano regolatore - L’opposizione ferma dei comunisti - Una vicenda «politica» che nasconde fin troppi interessi. Correva l’anno 1958 quando a Bracciano la DC s’inventò il suo primo piano regolatore a «misura della speculazione». Era un progetto

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to mastodontico, in base al quale la popolazione avrebbe dovuto raggiungere quota centomila e il piccolo centro (allora contava qualche migliaio di abitanti) si sarebbe trasformato in una metropoli. Le «seconde case» (ville, villette e villini) avrebbero potuto attaccare fin sulle rive il bellissimo lago. Sono passati ventidue anni ma Bracciano ancora non ha il suo PRG. Lo sviluppo pensato dai democristiani era davvero improponibile e la Regione, ogni volta, (dietro la pressione del PCI), rimandò quei progetti indietro con tanto di controdeduzione. L’ultima volta, nel 1975, presentarono un piano che prevedeva una crescita demografica pari a settantacinquemila unità. Poi. con una serie di osservazioni «a posteriori» diedero via libera all’assalto del cemento sulla bellissima zona di Vicarello, ricca di reperti archeologici, di storia e di tradizione. La Regione disse no. Vicarello non si tocca. La storia, una storia tutta «marca Dc», è ferma a questo punto. La cosa grave è che questa vicenda ha bloccato tutto il piano regolatore, Bracciano non ha il suo strumento urbanistico e nemmeno le case popolari possono venire su. «Il PRG bisogna approvarlo subito - dice il compagno Esterino Montino consigliere regionale del PCI -, stralciando però tutta la parte che interessa Vicarello. Bracciano non può continuare a svilupparsi alla giornata, senza un piano preciso». La posizione dei comunisti è chiara: intanto diamo al centro il suo strumento urbanistico, studiamo a fondo la situazione, archeologica e agricola, di Vi-carello, poi discuteremo anche dello sviluppo della zona, dei suoi fini, dei suoi obiettivi. È un ragionamento limpido, che però non tutti sono disposti ad accettare. Quei terreni, proprio a ridosso del lago, fanno gola a troppe

persone. Vale la pena, però, per capire meglio le cose, di raccontare la storia cominciando dal 1975, quando la giunta comunale di Bracciano elaborò l’ultimo PRG. Vediamo come è andata: quel piano prevede una crescita demografica tale da portare il Comune fino a 75 mila abitanti. La commissione urbanistica della Regione pone subito una condizione: la crescita deve essere ridotta a 25 mila abitanti (oggi sono undicimila) di cui 4.154 nelle zone turistiche e gli alberghi che saranno costruiti non potranno superare il tetto massimo dei novecento posti letto. A Bracciano, però, le forze della maggioranza presentano alcune osservazioni al PRG. E sono proprio su Vicarello. Così, alla fine, si stabilisce che si potranno costruire in quella zona 245 mila metri cubi, si amplieranno le terme, si darà il via agli insediamenti residenziali (seconde case, alberghi, strutture commerciali, campi di golf). La Regione non accoglie le osservazioni per l’insediamento. Esprime un parere negativo e rimanda tutto al Comune di Bracciano. Ma non c’è niente da fare. Il consiglio comunale, nonostante la ferma opposizione del PCI e del PSI, approva il piano di sviluppo» di Vicarello. La vicenda finisce di nuovo alla commissione urbanistica della Regione. E qui si scatena una «guerra» coi democristiani schierati a difesa del progetto elaborato dai loro colleghi di Bracciano. Alla fine, oltre a stabilire quei limiti di cui abbiamo parlato (crescita a quota 25 mila e alberghi per 900 postiletto) la maggioranza decide di approvare solo il piano regolatore generale e di dare al Comune di Bracciano la facoltà di studiare le condizioni, archeologiche, turistiche e produttive della zona di Vicarello in modo, però, scientifico tenendo presente il fattore sviluppo dell’agricol-

Bosco di Santo Celso: sentiero facile ad anello di 2 chilometri

tura e sulla base di questi studi preparare eventuali progetti particolari. Tutto questo succede nel dicembre del 1979. La vicenda sembra chiarita. Ma, improvvisamente, alcune settimane fa, nel corso di una riunione, a cui partecipa anche il presidente della giunta Santarelli si tenta di rimettere in discussione le decisioni della commissione urbanistica. Il capogruppo socialista al Comune di Bracciano infatti rilancia il progetto di «cementificare» Vicarello. E lo fa, naturalmente, in compagnia della DC. Non si sa bene se la proposta sia avanzata a titolo personale o a nome del partito, dato che sia il gruppo PSI del Comune sia il mandamento socialista si erano opposti fermamente al progetto. Il PCI, comunque, dice no. Nessuna accondiscendenza. Ciò che conta, fino in fondo, è il parere della commissione urbanistica, che in nessuna altra sede se non quella regionale, può essere rimesso in discussione. Prima, però, dice il PCI, bisogna verificare i vincoli archeologici (quelli che ci sono, chissà perchè, tengono conto solo delle mura «emerse»), quantificare lo sviluppo dell’impianto termale, analizzare la consistenza produttiva agricola della zona e studiare, infine, la congruità dell’insediamento con la destinazione del lago. La storia, per ora, si ferma qui. Si può dire, intanto, che l’assalto del cemento su Vicarello non può assolutamente essere consentito. Quei terreni, oltre tutto, hanno una potenzialità produttiva. in agricoltura, notevole. Non si può sacrificare - su questo il PCI è chiaro - una zona così ricca di reperti e terreni così fertili alla «legge della speculazione» propugnata dalla DC. Tratto da L’Unità del 15 aprile 1980

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È il numero identificativo di un sentiero messo a punto dal Parco di Bracciano-Martignano nel bosco di Santo Celso a Bracciano. È un percorso ad anello interamente sterrato che si sviluppa ad anello per due chilometri nel sottobosco. L’itinerario è stato definito facile e presenta un dislivello di 53 metri. Lungo il sentiero sono presenti anche aree attrezzate per bambini e per il fitness. All’interno del percorso sono stati indicati tre sentieri di colorazioni differenti. I segnavia bianco/rossi stanno ad indicare il percorso ad anello più lungo. Il Parco raccomanda agli amanti della mountain bike di procedere sempre con la massima cautela, in particolare in discesa, in quanto il percorso è frequentato anche dagli amanti del trekking e delle escursioni a cavallo. La tabellazione verticale ed orizzontale è in fase di allestimento.

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Gente di Bracciano


Auguri Forum Clodii!

1972-2022 Cinquant’anni e non dimostrarli

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ARCHEOLOGIA STORIA ED ARTE NEL BRACCIANESE

uanti cittadini di questo bellissimo territorio possono affermare di conoscere abbastanza la sua storia? La risposta dei più, se onesta, sarà presumibilmente che di questi luoghi e dei suoi beni culturali hanno una conoscenza approssimativa e spesso solo superficiale. Certo, è impensabile pretendere di sapere tutto di una storia lunga oltre duemila anni, ma avere consapevolezza dei propri limiti spesso stimola la curiosità, la voglia di andare oltre la superficialità con la quale a volte osserviamo i panorami familiari e quotidiani che ci circondano, come fossero cose neutre, scontate o peggio trasparenti, spesso violentate nella loro integrità e bellezza per una colpevole ignoranza del loro valore quale patrimonio che è alle radici della comunità. Furono forse queste considerazioni a spingere, in quell’ormai lontano aprile del 1972, un ristretto numero di intellettuali locali a dare forma e sostanza al piacere di divulgare la storia di questi luoghi attraverso la creazione di un’associazione: ed è così che nacque l’Associazione Forum Clodii.

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Allora, chi scrive, era un giovane ragazzo di vent’anni che stava intraprendendo un percorso di vita lontano da Bracciano, con interessi certo diversi da quelli proposti dalla Forum Clodii, e mai avrebbe potuto soltanto immaginare che ne sarebbe divenuto, molti anni più tardi, il presidente. L’ingresso nell’associazione, sul finire degli anni Novanta dello scorso secolo, fu per me un’esperienza sorprendente; grazie a personaggi indimenticabili come il professore universitario Lidio Gasperini, uno tra i più eminenti epigrafisti mondiali, presidente dell’associazione dal 1972 fino alla sua morte avvenuta nel 2009, grazie a Bruno Panunzi, cultore appassionato della storia locale scomparso nel 2010, e grazie ai tanti relatori delle conferenze organizzate nel corso di quei lunghi anni di attività della Forum Clodii presi finalmente consapevolezza delle tante bellezze, storiche artistiche architettoniche, che mi circondavano. Da questa mia esperienza personale di socio dell’associazione ho tratto, quando nel 2010 ne divenni presidente, il profondo convincimento che bisognava abbandonare quell’aria un po’ elitaria di addetti ai lavori che aleggiava attorno alla Forum Clodii e che bisognava allargare ad una platea più vasta possibile la diffusione e la divulgazione del patrimonio culturale del nostro territorio; in poche parole, far nascere nei cittadini quel sentimento di condivisione dei beni culturali che è il solo modo certo per la loro conservazione e fruizione. Una sfida impegnativa, ma appassionante che l’associazione ha portato avanti con l’impegno dei tanti soci che dedicano il loro tempo e i loro saperi a tale scopo. Ripercorrere il cammino fatto dalla Forum Clodii da quell’aprile del 1972 ad oggi è davvero cosa impossibile in poche righe. Sin da subito i soci dell’associazione parteciparono alle campagne di scavo a Stigliano; campagne che permisero al professore Gasperini di identificare le antiche terme come le Aquae Apollinares, dette poi Veteres, per distinguerle da quelle di Vicarello rinominate sempre da Gasperini Novae. Seguirono altre partecipazioni a scavi locali, ma è importante di quegli anni ricordare il “salvataggio” della Chiesa di Santa Maria del Riposo di Bracciano; per anni in stato di abbandono, grazie all’interessamento dell’associazione ne fu promosso il restauro ed oggi è un piccolo gioiello di architettura cinquecentesca che conserva al suo interno un ciclo di affreschi mariani di gran pregio, attribuiti alla bottega dei fratelli

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Zuccari. Un pensiero grato e affettuoso va al compianto Don Nicola Fiorentini, titolare per decenni della parrocchia di Bracciano e nostro socio onorario, che affidò all’associazione la cura e la gestione della Chiesa del Riposo, la quale è divenuta da allora la prestigiosa sede del sodalizio. Ma nel corso dei cinquanta anni dalla sua istituzione, dal 1972 ad oggi, innumerevoli sono stati gli interventi che l’associazione ha promosso e/o direttamente svolto in favore di quell’area vasta detta del Braccianese che, come indica lo Statuto, comprende i comuni di Bracciano, Anguillara Sabazia, Trevignano Romano, Manziana, Canale Monterano e Oriolo Romano. Alle centinaia di eventi organizzati, tra convegni mostre conferenze, merita menzionare l’impegno per la nascita del Museo Civico di Bracciano e l’istituzione del Museo dell’Opera del Duomo, entrambi fortemente voluti e promossi da Bruno Pa-nunzi che, purtroppo, per quanto riguarda il Museo del Duomo non poté vederne la piena realizzazione portata a compimento dall’associazione nel 2011, dopo la sua morte. Grazie all’istituzione del Museo Dio-cesano all’interno dei locali attigui al Duomo di Santo Stefano, avvenuta ufficialmente con una bolla del Vescovo di Civita Castellana Romano Rossi, sono potuti rientrare a Brac-ciano il doppio trittico del S.S. Salvatore, di Gregorio e Donato d’Arezzo del XIV secolo, veneratissimi dalla popolazione, e l’Assun-zione

Gente di Bracciano


Lidio Gasperini 1972-2009

zione della Vergine dello pseudo Bramantino del XVI secolo, per decenni abbandonati nei magazzini della Soprintendenza. Un fiore all’occhiello è, inoltre, l’Archivio Storico Parrocchiale, tenuto con passione e dedizione dall’associazione, grazie ad una deroga concessa dalla Curia Vescovile. Tanti i restauri promossi e finanziati all’Interno del Duomo di Bracciano: dalla tela “Battesimo di Cristo” (XVII sec.) di Carlo Maratti a il grande dipinto della “Santa Caterina” (XVII sec.) attribuito al Carracci; dal rifacimento della imponente cornice della Pala Orsini al restauro della pregiatissima pergamena del 1608 riferibile alla Confraternita del SS. Sacramento di Bracciano e agli interventi per la conservazione dei manufatti lignei dell’antica sacrestia. Un grazie sincero rivolge l’associazione a Don Piero Rongoni, attuale Parroco di Santo Stefano Proto Martire di Bracciano, per la fiducia che ci ha concesso dando continuità all’operosità dei soci nella gestione del museo e dell’archivio, svolta da una ventina di benemeriti volontari con cuore e passione. Una menzione particolare merita, inoltre, l’istituzione da parte dell’associazione del Premio nazionale Lidio Gasperini, un riconoscimento per la migliore tesi di laurea che ab-bia come tema i Beni Culturali del Braccia-nese. Infine, un significativo contributo alla conoscenza del territorio lo offrono, da sempre, i Quaderni della Forum Clodii, le pubblicazioni che rimangono una fonte inesauribile di sapere per gli appassionati - e non solo - della storia di questo ambito territoriale che i soci fondatori vollero chiamare “il Brac-cianese”, a significare un’omogeneità storica e geopolitica che caratterizza il bacino Sabatino. I Quaderni sono il lascito più importante che l’associazione fa alle future generazioni. Essi sono frutto di ricerche e di studi rigorosi e come tali sono di supporto serio e qualificato per quanti si avvicinano agli argomenti trattati; è questa una condizione imprescindibile mai derogata dalla Forum Clodii.

Febbraio 2022

Bruno Panunzi 2009 -2010

Giunti al traguardo dei cinquant’anni, non poteva mancare agli eventi che ci vedranno impegnati per tutto il 2022 la pubblicazione di una serie di sei Quaderni, ognuno dedicato ad una cittadina del bacino lacustre, che narreranno nuove storie, ai più sconosciute, del territorio. Ringrazio sin d’ora gli autori, autorevoli studiosi, per la loro disponibilità e vicinanza, che ci onora. Le celebrazioni dei cinquant’anni di Forum Clodii avranno inizio con un appuntamento davvero coinvolgente: il 5 marzo, in vista della Giornata della Donna, presso la sala conferenze Archivio Storico comunale di Bracciano si svolgerà la terza edizione di “Storie di donne, donne nella storia”, un incontro tutto al femminile con due relatrici d’eccezione, la dottoressa Elisabetta Mori - tra le massime esperte della storia della famiglia

Chiesa del Riposo Bracciano - San Sebastiano

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Massimo Mondini dal 2010

Orsini - e la professoressa Anna Esposito dell’Università La Sapienza, sul tema “Donne d’armi e di governo, le gentildonne di ventura nel Rinascimento italiano”. Il mese successivo, il 9 di aprile, festeggeremo nella nostra sede della Chiesa del Riposo il compimento dei cinquant’anni con un incontro dalle molte voci e alla presenza delle autorità di tutto il bacino sabatino che si concluderà con la conferenza del professore Gianfranco Paci, eminente epigrafista dell’Università di Macerata e socio fondatore dell’associazione, dal tema “Forum Clodii da Prefettura a Municipio romano”. Naturalmente, come sempre, l’invito a partecipare è rivolto a tutti i cittadini. Chi è al timone oggi si può dire faccia parte, in larghissima maggioranza, della seconda generazione di soci dell’associazione. Un primo stacco col passato si ebbe con la scomparsa del presidente storico Lidio Gasperini. Come ho già scritto, in questi ultimi dieci anni l’associazione ha cercato nuovi modi d’essere, ha modernizzato i suoi apparati tecnici, ha aperto le porte alle tecnologie e ai social media, ha ampliato notevolmente la collana dei Quaderni e delle altre pubblicazioni, ha incrementato le attività culturali e le partnership con Enti Locali e istituzioni ricevendo sempre riscontri positivi e apprezzamenti per il ruolo che svolge negli ambiti di sua competenza. Ora si pone, a tutti noi, il problema di traghettare questo sodalizio verso una terza generazione che possa assicurargli ancora lunga vita; non sarà cosa semplice, ma la prossima sfida è questa: divenire un polo attrattore per i tanti giovani studiosi che vorranno impegnarsi, facendosi parte diligente, nella salvaguardia del patrimonio culturale locale. Notizie sull’attività dell’associazione si possono trovare sul sito www.forumclodii.org e sulle sue pagine Facebook e Instagram.

Massimo Mondini Presidente Associazione Forum Clodii

Gente di Bracciano


Che succede attorno a me... forse a noi? La scienza

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a impiegato sedici minuti per percorrere poco più di centodue metri, mettendo per centotredici volte un piede davanti all’altro, sostenendosi con un supporto a rotelle ma per lui, ventinovenne americano, è stato come vincere i 100 metri in un’Olimpiade. Una conbristola straordinaria. Cinque anni fa un incidente su una motoslitta gli aveva leso i nervi del midollo spinale lasciandolo paralizzato dalla metà del torace in giù, incapace di muovere un solo muscolo e privo di ogni sensibilità, poi, a partire dal 2016, l’uomo ha seguito un programma sperimentale alla Mayo Clinic di Rochester negli Stati Uniti, il risultato del suo impegno e di quello dell’equipe di medici che l’ha seguito, capitanati dal neurochirurgo Kendall Lee e dalla neurofisiologa Kristin Zhao, è stato pubblicato su Nature Medicine. La tecnica che ha permesso al giovane di tornare a muoversi unisce la riabilitazione fisica alla stimolazione elettrica, dopo una fase iniziale di fisioterapia, durata ventidue settimane, i medici gli hanno applicato uno stimolatore al di sotto della lesione, e con questo hanno sollecitato i nervi del midollo spinale. Anche se il paziente non può ancora uscire in strada e camminare da solo, ha comunque riguadagnato il controllo delle gambe ed è in grado di muoversi in modo quasi del tutto autonomo. «Lo studio dimostra che la stimolazione elettrica è in grado di ripristinare la funzionalità dei muscoli paralizzati e rende il paziente in grado di camminare», ha detto Lee. «Non sappiamo esattamente come questo sia avvenuto, ora la sfida è capirlo. Ma c’è un altro gruppo che grazie a questa tecnica sta ottenendo risultati simili al nostro, ci scambieremo gli esiti delle ricerche e vedremo dove riusciremo ad arrivare». P.S. dedicato a quelle persone che affermano che inoculare il vaccino è inoculare il Demonio nel corpo delle persone.

Festival di SanRemo

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on amo il Festival di SanRemo e non l’ho visto. Ho provato ma lo sfarzo del palcoscenico, bello, immaginifico, traslucido, mi ha disturbato, è stata una conbristola a me insopportabile. Da poco era finito il Telegiornale: un barcone di “persone” che fuggivano miseria, paura, guerre, era affondato: un po’ di morti, due minuti di notizia e via per l’ennesimo omicidio di donna perpetrato da maschio frustrato. Ma c’è Youtube: densa la canzone di Mahmmod & Blanco, commovente Coraline di Damiano dei Maneskin, intelligente e dissacrante Drusilla, nome forse celtico, mi sono piaciute Elisa e la Pausini, gigioni Morandi e Jovanotti, imbarazzante Achille Lauro, poca voce e un David Bowie mal copiato, curiosità per la Rappresentante di Lista, Zalone immutabile nei secoli, lo svampito che finta intelligenza, o for-se viceversa, ce-ciona la Ferilli na-zionale, intramontabile Orietta Berti e tanto altro che non ho avuto voglia di rincorrere. Insomma, una settimana in cui il “popolo” si è immerso nei coriandoli di polvere organizzati da Amadeus, un nome un programma, a me evoca sempre “Ein kleine nachtmusik” dello splendido Mozart, forse da invitare! P.S. dedicato a chi fa il fico affermando che mai vedrà il Festival per spocchia intellettuale e a chi lo vede senza resa.

CARLO EVANGELISTA

Vieni a trovarci, potrai trovare una vasta gamma di articoli rigorosamente di grandi marche. A pochi passi dal centro storico di Bracciano, Carlo Evangelista vi aspetta per illustrarvi la vasta gamma di capi ed aiutarvi al meglio per la vostra scelta migliore, per uno stile dinamico, raffinato mai banale!

Via Traversini, 13-15 - Tel. 06 99803008 - BRACCIANO (RM) Febbraio 2022

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Gente di Bracciano


Francesco batte Fabio 9-2

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o seguito con attenzione l’ora di catechesi “laica” di papa Bergoglio e del suo chierichetto gorgogliante Fazio, una conbristola avvincente. Ho sentito fremiti quando ha parlato dei “lager” in Libia, parola che dovrebbero dire con altrettanta nettezza chi fa politica e i tanti commentatori di niente che agitano le acque dell’informazione mediatica, ho sentito un Capo di Stato quando ha parlato delle soluzioni possibili per i migranti, soluzioni possibili non evangeliche, mi rimane sempre oscura la vicenda per cui quando c’è il male c’è il libero arbitrio e quando c’è il bene c’è il Dio dell’amore, mi ha commosso quando ha detto che anche lui non sa perchè i bambini debbano “soffrire” e divertito quando si è consegnato raccontando che da grande avrebbe voluto fare il macellaio, ho vissuto intensamente la critica alla mondanità che vive oggi nello Stato Vaticano che è peggio, molto peggio, dice Papa Francesco, dei papi libertini e violenti di un lungo periodo della storia della Chiesa, mi ha coinvolto la critica senza se e senza ma alle guerre e al nostro rapporto malato con l’ambiente, mi ha fatto pensare quando ha invitato a toccare il dolore degli altri e non solo a commentarlo nei salotti, toccare, poi avrei desiderato sentirlo parlare del tema della pedofilia che sta scuotendo la Chiesa cattolica insieme all’altro papa che vive insieme a lui, dell’evasione fiscale legalizzata dello Stato del Vaticano, dei diritti civili che tanta fatica fanno a rimanere in piedi, del suo apostolato sotto la dittatura argentina quando si facevano sparire gli oppositori gettandoli nell’Atlantico dagli aerei assassini dei generali al potere. Un’ora di bel servizio pubblico. P.S. dedicato a chi uol vedere solo la bottiglia vuota o sempre e comunque piena!

L’Ucraina

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a otto anni si combatte nel Donbass tra un festival di SanRemo e l’altro. Oggi la guerra sta precipitando in un gorgo che sembra fuori controllo. Non so davvero che potrà essere accaduto quando leggerete queste parole scritte di notte, il mio momento migliore per estrarre dalle miniere della mia coscienza le conbristole a me necessarie per tentare di dare senso allo scorrere del tempo. Su Meta, TikTok, TV siamo invasi da opinionisti di ogni genere e categoria che discettano sul fatto se siamo o no agli inizi della terza guerra mondiale. Forse sì, forse no, chi può dirlo, basta un nulla, anche oltre la stessa volontà dei protagonisti, perché si scateni

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l’inferno, c’è da dire che è una storia antica, mai nel passato dell’umanità è esistito un solo giorno senza una guerra, e sempre una scintilla ad accenderla, da quelle riportate nei primi manoscritti assiri e dall’epica omerica della guerra di Troia fino a quelle terribili del secolo breve. Di questa mi colpisce un fatto. Nei commentatori più che l’orrore sento viaggiare la paura e la preoccupazione perché di mezzo c’è approvvigionamento energetico, tutti a chiedere al Governo di salvare l’economia. Giusto! A me è corso nelle vene uno spiritello maligno che mi ha raccontato una favola: niente gas, niente petrolio, niente corrente in casa, niente riscaldamento, niente internet, il mondo scompare dalla nostra visuale, si ritorna alle origini, forse bisogna re-imparare a metterci a caccia di legni da ardere, di radici da mangiare, di dinosauri per sopravvivere, intanto facendoci la guerra of course! Poi ho vagato per la mia libreria e ho tirato fuori un libro letto secoli fa, “Metro 2033 di Dmitrij Gluchovskij”, la storia di sopravvissuti alla catastrofe nucleare che si salvano vivendo nella metropolitana di Mosca, trecento chilometri di buio e di vita selvaggia. E mi chiedo ancora come potremo sopravvivere con l’armamentario che abbiamo costruito nelle nostre teste dove pensiamo che tutto ci è dovuto. Pensiero laterale un po’ scemo. La terra pesa seimila miliardi di miliardi di tonnellate. Ogni giorno si fa un giretto attorno al sole e ha carburante ancora per un miliardo di anni e spiccioli, poi esploderà. Siamo arrivati a quasi otto miliardi di carne e ossa che calpestano la terra e ogni mattina, anche se non proprio tutti, mangiano, panaccio secco o ostriche, e bevono, acqua putrida o delle fonti del-l’Himalaya, ma comunque bevono e mangiano. Siamo tanti, forse troppi, e ci si lamenta della decrescita delle nascite, nei paesi ricchi of course, penso che siamo davvero strani e che non riusciamo neanche più a “fallo strano” pè dilla cò Verdone. Che c’entra tutto questo con il Donbass? boh!!! non lo so ma m’è uscita così e così l’ho scritta. P.S. Dedicato a me, tanto per continuare a sperare.

LUNA UOMO NATURA 11

Conbristola: tre zampe

di gallina, tre zoccoli di cavallo, tre ali di pipistrello, tre parti di mercurio, tre parti di titanio, tre parti di piombo, tre parti di pece, tre parti d’arcobaleno, tre parti di cenere… frullare per tre giorni, ogni tre ore, con tre litri d’acqua di sorgente, tre litri di sangue di maiale, tre litri di nettare… bere ogni tre giorni tre bicchieri di pozione da ricalibrare ogni tre mesi secondo le nuove conbristole che arrivano, spesso senza che siano state chiamate… la pozione non funziona quasi mai ma ha un sapore talmente disgustoso che riesce a farmi apprezzare il resto…

viva le Conbristole!!!!

Francesco Mancuso

Gente di Bracciano


1948: Arriva la Costituzione

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Umberto Terracini consegna il testo della Costituzione Italiana al Capo dello Stato

n tempi come questi, in cui è di moda sottoporre modificare la nostra carta fondamentale che è la Costituzione italiana, potrebbe apparire una curiosità un po’ originale rievocare il giorno della promulgazione della stessa. Riferendomi alle firma autografa con la quale venne promulgata, di Enrico De Nicola, e a quelle di coloro che la controfirmarono, Umberto Terracini ed Alcide De Gasperi, e al visto del guardasigilli Giuseppe Grassi, su ognuna delle diciannove pagine del testo ufficiale, se proviamo a scorrere le cronache di settantaquattro anni fa, la cosa che colpisce è lo scarso rilievo dato all’avvenimento. Poche righe sulla stampa per celebrare un fatto così importante, con qualche eccezione sui giornali, che allora chiamavamo di estrema sinistra, L’Unità e L’Avanti, organi di stampa del P.C.I. e del P.S.I.. È vero, quella degli ultimi giorni di dicembre 1947 era un’Italia ancora stremata dalla guerra che l’aveva devastata che si trovava di fronte a scelte epocali tra i due blocchi mondiali contrapposti in una nuova Guerra Fredda, decisioni che avrebbero influito sulla nostra vita e sul nostro futuro. Il capo provvisorio dello Stato, con le due crisi di governo che avevano seppellito il clima unitario dell’antifascismo, prorogò autonomamente la delibera dell’Assemblea Costi-tuente. Comunque, senza una parola in più, il 22 dicembre l’Assem-blea Costituente approvò con 453 voti contro 62, la nuova Costituzione della Repubblica Italiana, che venne promulgata il 27 dicembre. Entrò in vigore il 1° gennaio 1948. A memoria. A cura di Claudio Calcaterra

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L’Italia ripudia la guerra Gente di Bracciano


La Duchessa di Bracciano: il melodramma che fece fiasco

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Al Teatro Sociale di Treviso ritirato dalle scene. La vicenda sempre calda di Isabella de’ Medici

u un fiasco clamoroso tanto che il teatro interruppe subito le recite. Se ne è persa quasi la memoria. Si tratta del melodramma tragico in tre atti La Duchessa di Bracciano composta dal maestro Francesco Canneti, affermato nel settore di musica sacra. Il libretto narra della vicenda di Isabella Orsini e del suo presunto omicidio - poi smentito da ulteriori recenti appronfondimenti storici - da parte di Paolo Giordano Orsini I, duca di Bracciano. Le cronache dell’epoca con tre righe danno notizia della stroncatura ma salvano i due interpreti. La figuraccia del Canneti si consumò al Teatro Sociale di Treviso nell’autunno 1858 dopo un debutto non contrastato del melodramma al Teatro Eretenio di Vicenza, città dove il Canneti era di casa. L’accoglienza a Treviso fu così ostile che il compositore si convinse a non provarsi più nella scrittura di melodrammi e tornò a darsi alla musica sacra. “Non piacque a Treviso - scrive in tre righe L’Italia Musicale, giornale Isabella dè Medici di letteratura, belle arti, teatri e varietà dell’11 dicembre 1858 - la nuova opera del maestro Canneti, La Duchessa di Bracciano, tanto che la direzione ordinò che si levasse di scena. Però la Lesniewska (Luigia nda) e il Naudin (Emilio nda) godettero al solito del pubblico favore”. Il Farfarello, giornale, critico, umoristico, teatrale del 25 novembre 1858 impiega lo stile dell’odierna telecronaca per non perdersi in brutte parole. “Atto primo: Applausi alla sinfonia; Applauditissima la romanza della Lesniewska con due chiamate al maestro; cavatina della medesima applauditissima e chiamata al maestro, terzetto finale freddo con pochi applausi. Atto secondo: Applauso del finale e chiamata. Atto terzo: Applaudito moltissimo il duo tra la Lesniewska e il baritono. Furore la romanza del tenore Naudin, terzetto finale freddo”. Il biografo del Canneti, più benevolo, nell’Annuario Biografico Universale coordinato da Attilio Brunialti del 1884 tenta di dare una spiegazione del fiasco. “Non mi par necessario lo spendere molte

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parole intorno a questa opera che, stando al giudizio di persone competenti, conteneva bellezze indiscutibili, ma aveva lo stesso difetto del Saul, la soverchia brevità”. Il libretto, di 28 pagine, si conclude con l’omicidio. Isabella de’ Medici Duchessa di Bracciano spira dinanzi al duca Paolo Giordano Orsini che l’ha colpita e dinanzi al presunto amante Troilo Orsini, cugino del primo. Isabella (al Duca): “Ti plachi…il mio sangue. Ti plachi…il mio pianto. Tremendo ad ognuno…risuona quel canto, ma all’uomo… pietoso,...perdona…il Signor. Pietà!!...già la morte…mi sento nel cor. Duca (dolente, commosso): Oh mistica voce…che in petto mi suona?! A te l’oltraggiato, o donna, perdona. (Poi volgendosi a Troilo) Ma, vanne tu, indegno, rimorso, più truce di morte…ti laceri ognor. Troilo: A me tu perdona, o donna tradita. Te spenta, è supplizio…la luce, la vita…Rimorso tremendo…mi lacera il cor. Oh strazio supremo…di morte maggior!! (Isabella muore. Troilo fa ad accorrere a lei. Il Duca lo respinge furiosamente). Se l’esecuzione non fu delle migliori, non rispondente a verità la storia. In L’onore perduto di Isabella dè Medici Elisabetta Mori scrive in sostanza che la figlia di Cosimo I de’ Medici e Eleonora di Toledo si spense nella villa di Cerreto Guidi il 16 luglio 1576 perchè affetta da “oppilatione”, ovvero un “intasameno” delle vie biliari. Marito e moglie si amarono fino alla fine. Lo testimonia la corrispondenza pubblicata da Gangemi Editore International in Lettere tra Paolo Giordano Orsini e Isabella de’ Medici a cura della stessa Mori, archivista dell’Archivio Storico Capitolino. Il 13 luglio 1566, da Bracciano, Paolo Giordano scriveva ad Isabella: “Me ne sto a Braciano con buona conpagnia di gentiluomini romani e niente me par che me dia spasso non ci esendo la mia Bella”. Graziarosa Villani

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Gente di Bracciano


Trecentomila anni fa nasce la caldera In origine solo mare. L’Homo Heidelbergensis va a caccia di elefanti

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Homo Heidelbergensis con tutta la famiglia intento a spolpare una carcassa di elefanti

l lago di Bracciano è l’antico lacus sabatinus. Un territorio che dieci milioni di anni fa non esiste. Il lago, sul quale si affacciano oggi Bracciano, Anguillara Sabazia e Trevignano Romano, non c’è. Solo mare. È il Mar Tirreno. Il Monte Soratte, a Est, da solo, come un’isola, emerge dalle acque. Ai piedi della catena appenninica inizia una dirompente attività tettonica distensiva. La crosta terrestre si assottiglia, si stira e si frattura. Il ridotto spessore della crosta terrestre determina una diminuzione di pressione che causa una riduzione del punto di fusione di alcuni minerali formando nel mantello, posto sotto la crosta terrestre, sacche di roccia fusa, magma che spinge verso l’alto. Le fratture sempre più estese favoriscono la risalita dei magmi e la formazione di apparati vulcanici. Nascono prima quelli a Nord. Poi quelli della provincia magmatica romana dei Sabatini e dei Colli Albani. Aree vulcaniche che hanno una evoluzione simile. Masse magmatiche risalgono in superficie, attraverso le profonde lacerazioni crostali, alimentando un intenso vulcanismo. Le manifestazioni vulcaniche in-teressano una vasta area di 1.500 chilo-

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metri quadrati, articolandosi in numerosissimi centri di emissione eruttiva. Circa 2 milioni di anni il vulcanismo sabatino forma l’elegante “pietra Manzia-na”. Va a costituire un domo, ammasso roccioso a forma di cupola nell’attuale zona di Quadroni. È una pietra che presenta una pasta di una certa viscosità. È una trachite, che ha proprietà refrattarie, di colore giallo-rosa, una sfumatura che si deve agli ossidi di ferro che contiene. L’attività vulcanica sabatina non si placa. Attorno a 800.000 anni fa la terra trema ancora, flussi di mag-ma continuano a spingere da sotto conquistando la superficie. Il territorio cambia forma in un continuo divenire. Nel Pleistocene medio, a partire da circa 600.000 anni fa, dalle grandi fratture dovute allo sprofondamento del margine tirrenico per effetto della distensione della crosta terrestre, il magma fuoriesce di continuo. Inizia un periodo lungo circa 300.000 anni che plasma l’attuale territorio. Le fratture terrestri corrono lungo la linea che in-terseca le faglie con un andamento Nord-Sud per lo più parallelo all’attuale linea di costa. Il magma fuoriesce dal sottosuolo e la linea di costa arretra.

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La massa della quale si compone la fascia tettonica diventa liquida e i materiali si sedimentano sul fondo, a colmare il mare. Dagli Appennini, ossatura originaria della penisola, nel frattempo giungono valanghe di detriti trasportati dal Paleo-tevere. L’antenato del fiume di Roma, qui trova il suo delta. Il grande fiume si disarticola scendendo dalle cime appenniniche e si perde in queste aree portando con sé, nella discesa impetuosa, grandi quantità di rocce e sabbie. Il mare continua ad arretrare e la terra conquista spazio. I sommovimenti geologici, 452.000 anni fa, secondo i dati riportati da uno studio pubblicato nel 2020 sulla rivista Scientific Reports dal gruppo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), coordinato da Fabri-zio Marra, dall’Università Sapienza di Roma e dal Laboratorio di Geocronologia dell’Università americana del Wisconsin, danno vita al tipico materiale che colora il territorio, il tufo rosso a scorie nere. Attorno a 350.000 anni fa una nuova intensa attività vulcanica investe tutta l’area. Un’enorme eruzione di tipo vesuviano o pliniana, caratterizzata da una co-lonna eruttiva, getta materiali piroclastici verso il

Gente di Bracciano


verso il cielo. Lapilli e pomici vengono espulsi con forza verso l’alto, anche fino a 10 chilometri di altezza ricadendo poi al suolo. Una grande quantità di materiale fuoriesce da un grande serbatoio magmatico. Svuotata al suo interno, la sacca collassa in se stessa. Nasce la caldera, una depressione della superficie terrestre dovuta allo svuotamento della camera magmatica e al-lo sprofondamento delle rocce sovrastanti. Attorno a 325.000 anni fa in questa caldera le acque dolci iniziano a raccogliersi. È il primo bacino attorno al quale va a formarsi il lago di Bracciano. Ma è un processo lento. Mentre nella depressione il lago sale di livello, la terra continua a ribollire e attorno a 323.000 anni fa si crea il tufo di Bracciano. Migliaia di anni ancora. Verso 284.000 anni fa si forma il Monte Rocca Romana, la cima più alta dell’area di 612 metri di altezza. Nello stesso periodo una intensa colata lavica investe la zona di Vigna di Valle. Dalla prima discesa di lava a Cornazzano, la fase vulcanica dell’area di Bracciano si dipana prevalentemente in un arco temporale lungo circa 45.000 anni, da 329.000 a 284.000 anni fa. Ogni 9.000 anni nell’area si verifica in media una intensa eruzione. Il territorio è in continua trasformazione: 129.000 anni fa si solidifica il tufo di Vigna di Valle. Le rocce eruttive effusive di Vigna di Valle sono una estesa colata che va ad orlare la conca del lago, correndo da

Bracciano alla località Il Pizzo in prossimità di Anguillara. A formarle una estesa frattura ad anello collegata agli sconvolgimenti vulcanico-tettonici che accompagnano lo sprofondamento della caldera. Se ne può notare un particolare lungo il tragitto tra Anguillara e Bracciano. Il panorama cambia di continuo ma non è ancora quello che si apprezza oggi. Mancano al paesaggio sabatino ancora i piccoli laghi che, al contrario di quanto accade per il lago di Bracciano, derivano da piccoli crateri. Sono i laghetti di Pantane e Lagusiello che si uniscono poi con il lago di Brac-ciano. Ed ancora nascono i laghi di Bac-cano, di Stracciacappe, entrambi poi prosciugati, di Monterosi, oggi ridotto quasi ad una pozza in prossimità del bivio tra la consolare Cassia e la Cimina. Un processo di creazione dovuto a centri eruttivi freatomagmatici, generati dall’incontro di acqua sotterranea con magma, che dura circa 100.000 anni. A formarsi per primo, 173.000 anni fa, è il cratere di San Berna-rdino a Trevignano. Arriva ultimo, 70.000 anni fa, il cratere di Martignano. In questo tempo si creano i crateri di Lagusiello, 159.000 anni fa, Baccano, tra 132.000 a 91.000 anni fa, e l’Acquarella 83.000 anni fa. Una grande eruzione esplosiva a Pizzo Prato, circa 33.000 mila anni fa, plasma il territorio di oggi. Ma il vulcanismo sabatino non scema del tutto. A colonizzare questi territori, tra esplo-

sioni, eruzioni e smottamenti, arrivano le prime popolazioni di homo heidelbergensis. Si presenta con una capacità cranica di circa 1.100-1.200 centimetri cubi e con un’altezza di circa un metro e 70 centimetri. Usa strumenti per la caccia in selce ed osso. In zona lo si ritrova negli spazi per lo più di pianura che dividono il lago dal mare che nel frattempo arretra via via. È un cacciatore che una volta raggiunta la preda, la macella e ne spezza con grandi pietre anche le ossa per nutrirsi del midollo. Attorno al pleistocene medio, 325.000 anni fa, l’homo heidelbergensis può imbattersi in questa area in vari animali tra i quali grandi mammiferi. Si va dall’elefante antico al bue primigenio, dal cervo elafo al bufalo d’acqua e al rinoceronte. Compaio-no in zona anche piccoli animali come la lepre. Trasportate dalle corrente di un piccolo fiume e catturate dal fango un gran numero di carcasse di queste specie animali va a depositarsi a Cecanibbio che diventa una sorta di cimitero di elefanti primitivi. All’homo heidelbergensis subentra, nelle migliaia di anni a venire, l’homo sa-piens che progressivamente si va affermando. È prima cacciatore e raccoglitore e diventa, attorno a 11.000 anni fa, agricoltore ed allevatore. La rivoluzione neolitica prende il via anche nell’area sabatina. Graziarosa Villani

Biblioteca: cresce l’offerta con il servizio digitale

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a più grande collezione di risorse digitali per le biblioteche italiane, con oltre 7.000 testate tra quotidiani, riviste e periodici nazionali e internazionali, è adesso a disposizione in modo completamente gratuito degli iscritti al Sistema Bibliotecario Ce-retano Sabatino al quale aderiscono Anguillara Sa-bazia, Bracciano, Campagnano Romano, Cerveteri, Formello, Ladispoli, Santa Marinella, Trevignano Ro-mano. L’iniziativa, già avviata da tempo a Bracciano, rientra nel progetto “Il SBCS è di nuovo in viaggio” finanziato dalla Regione Lazio all’interno del bando “La Cultura fa Sistema”. Per gli iscritti è possibile sfogliare direttamente dal proprio personal computer, tablet o smartphone una grande varietà di quotidiani, periodici e riviste che si trovano anche in edicola. Si tratta di testate nazionali e internazionali che potranno essere selezionate mediante appositi filtri di ricerca. La Media Library On Line (MLOL) consente di sfogliare tutte le testate presenti nel portale in maniera semplice e veloce. Basta visitare il sito dell’edicola digitale e accedere con le credenziali che verranno fornite direttamente dalla biblioteca di appartenenza. Il servizio offre inoltre l’occasione per migliorare la propria conoscenza delle lingue straniere, permettendo di consultare anche testate in inglese, tedesco, francese o spagnolo.

Febbraio 2022

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Gente di Bracciano



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