La Piramide

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«Vattene» disse Sandra, ma lasciò la porta aperta. Un impulso paranoico mi fece sospettare di lei. Ma l’eccitazione era più forte della necessità di mettermi in salvo. Spinsi la porta. La sua stanza mi sembrò il doppio della mia. Attraversai una saletta d’ingresso, seguendo il rumore del televisore che proveniva dalla sua camera. Sentii ansimare. Sandra stava guardando un programma porno? L’ultima luce del pomeriggio rigava le pareti con un raggio violaceo. Deviai lo sguardo sullo schermo. Sandra si era sintonizzata su un programma di chirurgia plastica. Cercai il telecomando. «Non lo spegnere!» gridò dal bagno. Un medico sosteneva con cautela delle protesi, come se fossero gelatine sacre. Nel frattempo parlava di “naturalezza” e di “fiducia”. «Ti piace guardare questo?» domandai in direzione della porta. «Mi rilassa» rispose mentre usciva dal bagno. Indossava un accappatoio. Il logotipo della Piramide – le quattro direzioni del cielo – risaltava sul suo seno sinistro. Un bagliore rossastro fuoriusciva dallo schermo, tappezzando i muri. Questo calmava Sandra? Le piaceva guardare corpi martirizzati dal bisturi dopo aver passato otto ore nella palestra in cui insegnava un misto di yoga e arti marziali. 11


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