Premessa
A distanza di tempo, messi nero su bianco, i retroscena di vicende note, pure se applicati fedelmente al contesto iniziale, possono assumere aspetti e significati diversi da ciò che l’immaginario comune ne serba ricordo, mettendo a nudo una seconda realtà scaturita dalle più recondite motivazioni personali, culturali ed emozionali. Quanto segue è il frammento di una piccola storia messo insieme attraverso il racconto di chi col protagonista ha condiviso le prime e più significative esperienze della propria esistenza, radici difficilmente estirpabili. I primi segnali di una netta quanto dolorosa frattura tra loro, ebbero inizio nell’immediato dopo sessant’otto, allorché, nello specifico in quel di Reggio Emilia, sui posti di lavoro all’interno di fabbriche di un certo rilievo,
nacquero e proliferarono
gruppi che in seguito, emergenti tra loro elementi di spicco in quanto a ideologie improntate a estremismo politico, diedero notevole impulso alle cronache con fatti ben noti. Non tutti gli aggregati ebbero parte attiva nella movimentata e spesso criminosa organizzazione, ma nel sottobosco dei simpatizzanti, certe scelte condizionarono e cambiarono l’esistenza di molti. Tra questi, così lo chiameremo, il Mario. Ragazzo poco più ventenne, estremamente intelligente, leale con colleghi e amici, convinto di poter cambiare le regole di un sistema a suo pensare ingiusto, debordò dai confini, tagliando di seguito i ponti con passato e presente, famiglia e amici. Quanto ciò gli sia stato favorevole e costruttivo sul piano personale, nessuno potrà mai saperlo, ma nel ricordo di tutti coloro che l’hanno conosciuto e frequentato, resterà sempre l’idealista che sognava uguaglianza e dignità per tutti.