Notiziario aprile 2014 low

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Segnali di pace/

E’

di Saverio Morselli www.segnalidipace.wordpress.com

“Chi semina fame raccoglie la collera”

la scritta apparsa su numerosi muri della Bosnia, incendiata dagli inizi di febbraio da manifestazioni di piazza spesso degenerate in tumulti, vandalismi e razzie. Quella Bosnia resa tristemente famosa dai tanti luoghi (Sarayevo, Mostar, Tuzla, Srebrenica) simbolo di una terribile guerra fratricida che ha trovato una sua conclusione con gli accordi di Dayton del dicembre 1995. A distanza di 19 anni, le contraddizioni presenti in quegli accordi e una crisi politica, economica ed istituzionale senza precedenti hanno portato ad una esplosione di violenza spontanea, non pilotata e/o strumentalizzata da sindacati o forze politiche organizzate, ma dettata unicamente da una esasperazione popolare dilagante. Per comprendere ciò che sta accadendo in queste settimane, occorre partire dalla complessa architettura politico-istituzionale uscita dagli accordi di Dayton, frutto di contrapposizioni etniche mai sopite e di una sorta di consacrazione dei nazionalismi che ha impedito a questo Paese un graduale percorso verso la normalità. Infatti, la Bosnia Erzegovina nasce sulle fondamenta di una frammentazione etnica, linguistica e religiosa che ne ha determinato una struttura statuale sconcertante: lo Stato centrale ha competenze esclusivamente in materia di politica estera, diplomatica e finanziaria, mentre tutto il resto viene gestito dalle due entità in cui è stata suddivisa: la Federazione della Bosnia Erzegovina (a maggioranza musulmana) e la Repubblica Srpska (Serba). La prima è a sua volta suddivisa in dieci cantoni, di cui quattro abitati prevalentemente dalla minoranza croata. Ogni cantone dispone di un proprio governo e di una assemblea legislativa. A sua volta, la Repubblica Srpska può contare su ze di una guerra distruttiva e spietata non palazzi del potere come risposta esaspepoteri legislativo, esecutivo e giudiziari è sufficiente per capire il perché di una rata di chi ha toccato con mano l’inaffidarivolta popolare così violenta. A questa bilità e l’autoreferenzialità della politica. autonomi. Queste due macro-identità hanno infi- incapacità va infatti aggiunta la diffusio- E se le autorità e l’Unione Europea inne la gestione congiunta del distretto di ne della corruzione, del clientelismo e del vitano alla moderazione e condannano Brcko (80.000 abitanti nel nord est del nepotismo, diffusi in maniera sistematica le violenze (naturalmente, senza alcuna Paese), sotto la supervisione della c.d. a tutti i livelli del potere politico ed ammi- autocritica), a chi ha occhi per vedere comunità internazionale (ONU e poi nistrativo, nonché l’aumento esponenziale appare chiaro che la rabbia della gente NATO), ancora presente sotto forma di della criminalità organizzata. richiede, seppur confusamente, l’aboliun Alto Rappresentante, che più in gene- Ma, soprattutto, va aggiunto il prezzo che zione di un assetto istituzionale che non rale ha il compito di vigilare sul rispetto il Paese deve pagare per fare fronte ai ha creato né integrazione né sviluppo, degli accordi di Dayton come in una sorta prestiti avuti dalle istituzioni economiche l’uscita di scena di una intera classe pointernazionali (FMI e Banca Mondiale in litica che ha portato il Paese al disastro di “Protettorato moderno”*. In più, amministrazione della giusti- primis), ovvero politiche di austerità che economico e che ha scelto le privatizzazia suddivisa in quattro giurisdizioni, si sostanziano nella riduzione dei salari e zioni e la conseguente espulsione di forza programmi scolastici differenti, servizi nella selvaggia privatizzazione di azien- lavoro come prezzo da (far) pagare per la postali distinti, enfatizzazione delle di- de statali tradottasi spesso nel loro rapido transizione al capitalismo nella sua forma versità linguistiche e religiose (bosniaci- fallimento e nel licenziamento di migliaia più brutale. musulmani, serbi cristiano-ortodossi e di lavoratori. Il modello uscito da Dayton ha fallito, La conseguenza di ciò è presto detta, ed è così come hanno fallito le “riforme” necroati-cattolici) Questo “mostro” istituzionale, caratteriz- sconvolgente: il tasso di disoccupazione oliberiste richieste tassativamente come zato dalla debolezza dello Stato centrale si avvicina al 40 percento, per arrivare al condizioni di ingresso della Bosnia e dalla esasperata suddivisione dei poteri, 63 percento per gli under 24. nell’Unione Europea. spesso produce una vera e propria ingo- Come in un film già visto, in Bosnia po- Se non vi sarà un cambio di rotta, la provernabilità (non a caso nel 2010 per ben chi si arricchiscono e molti patiscono, la spettiva è quella di una nuova spirale di 16 mesi il Paese non riuscì ad avere un classe media tende a scomparire, quella violenza dagli esiti imprevedibili. Primo ministro!), dovuta soprattutto al operaia è ridotta in povertà e i giovani mancato coordinamento tra istituzioni non hanno futuro. L’indigenza e la fame, la mancanza di lavoro e di prospettive *Maggiori dettagli: A.Demurtas, Le decentrali e organi di autogoverno. Tuttavia, l’incapacità dell’assetto istitu- hanno generato una bomba sociale che bolezze strutturali della Bosnia Erzegozionale descritto nel portare la Bosnia Er- non ha un preciso connotato politico ma vina e la stabilità nei Balcani” zegovina fuori dal tunnel delle conseguen- semplicemente si traduce nell’assalto ai www.equilibri.net aprile 2014

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