Glamlife Magazine Numero 14 novembre 2011

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ANNO 2 N째14 NOVEMBRE 2011




Sommario

N°14 NOVEMBRE 2011

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STYLE COLOURFUR DALLA TELA ALL’ABITO RAINBOW ACCESSORIES LA MODA DA MORDERE RITORNO AL PASSATO

STYLE REPORT 18 A TUTTO COLORE PARTIES 20 HAPPY B-DAY GIACOMO URTIS! GLAMLIFE STYLE 22 GLITTER SHINE STYLE BEAUTY 19 GLAMAKE-UP COOL CREAM GLAMLIFE INTERVIEW 28 INTERVISTA AL DOTT. GIACOMO URTIS 30 INTERVISTA A ROBERTA MORISE

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WHAT’S NEW MONDRIAN. L’ARMONIA PERFETTA ROMA. LA VITA QUOTIDIANA E AUDREY BE THE WOMAN YOU WANT TO BE AMBER TOPAZ ED IL BURLESQUE

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VIENNA

HOLIDAYS

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BOOKS & MOVIES STEVE JOBS. L’EPOCA DIGITALE IN UNO SPICCHIO DI MELA GOD SAVE MY SHOES

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COCKTAIL

GLAM CUISINE IL VERDE VERDICCHIO ROLLE’ DI FRITTATA CON RICOTTA E ZUCCHINE

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Editoriale Abiti, accessori e pellicce arcobaleno: contro il grigiore imperante nella stagione autunnale, la moda si trasforma in una moderna cromoterapia. Nuances sgargianti e tonalità vitaminiche, dal giallo all’ottanio, dal rosso al fucsia, dall’arancio al verde, tingono outfit a tinta unita oppure in color blocking, pronti a diventare le nuove divise della stagione fredda. Vietato resistere a questa svolta di tendenza, pena il rischio di risultare fuori moda. Eccovi dunque un resoconto colorful di ciò che vi offrono i migliori brand di abbigliamento, proposte golose almeno quanto le cakes più fashion e più trendy del momento. E poi mostre imperdibili, eventi esclusivi e consigli di bellezza dispensati da veri esperti del settore. Senza dimenticare, ovviamente, l’intervista esclusiva alla splendida Roberta Morise, donna copertina di questo mese. Tutto questo e molto altro sul numero di novembre di Glamlife Magazine Buona lettura

Daniela Raspa



ColourFUR C’è chi l’ama e chi la odia, ma nell’epoca in cui tutto è possibile, la pelliccia e la sua alternativa ecologica colpiscono nel segno anche la più rigida tra le ambientaliste. Ed è cosi che dilaga la Fur Addiction. by Marianna Chillauu

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on è la solita pelliccia, perché quest’anno la scia del colore che ha dominato la hot season non abbandona la scena per lasciare spazio al grigio dell’inverno, ma resiste e persiste, puntando su una palette di nuances vitaminica e frizzante. Sulla passerella di Blugirl una giovane donna dall’animo retrò cammina raffinata dentro la sua pelliccia ocra, evidenziata da contrasti vermigli e blu per il dolce vita e la gonna accostati; le forme a clessidra, i materiali ricercati e gli accessori accurati, creano uno stile tipicamente bon ton e di gran classe. Una diva che arriva direttamente da un’epoca passata sulla catwalk di Chado Ralph Rucci, foulard che trattiene i capelli, trasparenze sul décolleté, pelliccia in agnello della mongolia, il tutto rigorosamente monocromatico e sui toni del


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rosso; una mescolanza di dettagli in contrasto all’uniformità di colore, per un risultato visivo d’impatto che rivela eleganza e unicità. Carlo Tivioli mixa la formalità di un look da donna in carriera con camicia e pantalone a quello dell’eleganza ed esuberanza di una pelliccia sui toni dell’azzurro, un incontro insolito ma d’effetto, che sottolinea l’importanza nella ricerca dei materiali ed il valore del taglio sartoriale impiegato. Una donna che non rinuncia alle tendenze del momento, ma con coscienza, è la donna di Lorella Signorino, che sceglie l’alternativa ecologica della pelliccia, anche qui vivace e colorata. Una femminilità giocata sui dettagli e gli accessori; interessante è l’accostamento di varie sfumature dello stesso colore, come per l’eco-pelliccia viola indossata sopra un abito di seta e décolletées con doppio cinturino alla caviglia sui toni del malva.

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Esuberanza e vitalità sulla passerella firmata Gucci, dove il colore fa da padrone indiscusso, prevale l’utilizzo della monopalette, ma si alternano e combinano i materiali più vari, dalla pelliccia al pitone, dal tweed alla vernice. Fur voluminose si adagiano su chemisier di chiffon e gonne in pitone, dove i maxi occhiali scuri danno risalto a quell’allure di mistero che rende ogni outfit ancora più sensuale. Un mood anni sessanta quello disegnato da Miuccia Prada, c’è un tocco del passato ma non manca la visione futuristica che contraddistingue quella che è la mano della stessa stilista. Pelliccia e Faux fur qui sono solo dettagli, applicate qua e la su maniche e giacche o come colli preziosi, lunghezze prevalentemente al ginocchio, forme dritte e tanto colore, dal classico nero e bianco, tipico della cold season, all’utilizzo di tonalità pastello come giallo, pesca e azzurro. La pelliccia regna, come di consueto, durante lo show di Ermanno Scervino, simbolo del lusso e della classe, tipiche della donna che il designer ama tratteggiare. Qui il colore è tipicamente invernale, pochi eccessi cromatici lasciano spazio alla cura e alla ricercatezza dei materiali, dove seta, lurex, chiffon e cashmere sono solo alcuni tra i tanti tessuti di pregio impiegati. Che siate amanti della classica pelliccia o che preferiate per etica una faux fur, non ha importanza: ciò che conta è il volume, il colore e l’effetto tres chic che rende questo capo ricercato quanto prezioso, sia che abbia un valore elevato, che se quello stesso valore sia da voi attribuito. Il capo perfetto per essere sofisticati e allo stesso tempo al riparo dal gelo invernale, dando spazio alla voglia di osare con la scelta della nuance più amata, per un inverno Colourful, anzi, ColourFur.



Dalla tela all’abito I quadri degli Impressionisti ispirano l’ultima collezione di Raffaella Curiel by Marianna Pilato

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atelier di Raffaella Curiel, la cui sede principale è ubicata in Corso Matteotti 14 a Milano, è un’importante testimonianza dell’alta qualità raggiunta dal Made in Italy nel settore moda. Tutti i capi della maison, infatti, sono realizzati a mano in uno dei suoi 30 laboratori senza avvalersi, a differenza delle altre grandi griffe, di un ufficio stile. Questo perché sia Raffaella che la figlia Gigliola credono che sia fondamentale mantenere la vera lavorazione artigianale degli abiti, anche a costo di sacrificare i profitti. Per tale motivo, madre e figlia si ritengono non solo delle fashion designer, ma innanzitutto delle sarte, che tagliano e cuciono i propri modelli oltre che a idearli. Per far ciò, l’atelier si avvale di tessuti pregiati provenienti da Parigi, Como, Varese, ecc.., tenendo conto però che, nella maggior parte dei casi, persino le stesse fantasie delle stoffe vengono create dalle signore Curiel. Raffaella, in particolar modo, ha uno spirito molto nazionalista, che la spinge a difendere con tenacia la produzione italiana e ad appoggiare le scelte dei colleghi: uno dei suoi più grandi amici, ad esempio, è Giorgio Armani, che in occasione di ogni sfilata le fa trovare nel backstage un bel mazzo di fiori. Sebbene l’entrata di Gigliola in azienda abbia comportato un rinnovamento dello stile in senso più moderno, i vestiti Curiel rimangono ad ogni modo aristocratici e non sono mai casual. Per la precisione,


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ora Raffaella si occupa soprattutto delle collezioni di haute couture, mentre la figlia del prêt-a-porter e degli accessori. Per quanto riguarda appunto le linee di alta moda, la stilista trae ispirazione dai grandi couturier di un tempo (in primis Christian Dior e Yves Saint Laurent, che Raffaella considera i suoi veri maestri) o da celebri scrittori, pittori e correnti artistiche, di cui approfondisce i caratteri attraverso uno studio sui libri, preliminare al disegno dei vari modelli sartoriali. Dopo aver dedicato la collezione autunno/inverno 2010/2011 al Giapponismo, l’atelier Curiel ha deciso di puntare sulle tonalità vivaci, dedicando prima la linea per la primavera-estate di quest’anno al libro I Colori dell’autrice e amica veneziana Luciana Boccardi, e quella per la prossima stagione invernale ai pittori impressionisti. Sulla passerella di Altaroma, fashion week capitolina in occasione della quale tali creazioni sono state presentate in anteprima, sono state riproposte delle figure femminili morbide, simili a quelle che dipingeva Manet nelle sue opere di nudo, senza per questo far passare in secondo piano l’eleganza, presente del resto anche nella moda francese ritratta da Renoir, Tissot, Béraud e Boldini. In generale, nei tailleur e negli abiti sono state messe in evidenza le spalle e il punto vita, mentre i tagli svasati hanno prevalso per le gonne, utili a mascherare le curve dei fianchi nelle donne abbastanza formose. Anche ai particolari, inoltre, è stata rivolta la giusta attenzione: i revers sono spesso maschili ma adornati di velluto o di piccoli ricami, volants e plissé rendono uniche e dinamiche camicette di chiffon o gonne che si raggruppano sul dietro, mentre del tulle leggerissimo ricopre i bustier degli abiti da sera. Il tutto per promuovere l’immagine di una donna sana e vitale, lanciando anche un messaggio più o meno indiretto contro l’anoressia e le magrezze esasperate di molte indossatrici.

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Rainbow accessories Quest’anno l’autunno non è più solo nuvole, pioggia e foglie che cadono, nel fashion world al grigio e marrone si affiancano toni più vivaci, antagonisti “arcobaleno” allegri e innovativi

by Roberta Mercanti

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rigiore e colori scuri, addio. I toni autunnali del 2011 sono tutti “rainbow”. A chi di voi non sarà capitato in questi giorni di dare uno sguardo alle vetrine dei negozi notando come il loro aspetto sia estremamente coloured? Ebbene sì, il freddo è arrivato ma lo shopping si fa più vivace e divertente. Tra le grandi marche della haute couture e i brands minori c’è davvero l’imbarazzo della scelta, una gamma di offerte vastissima che nell’accessoriato trova indubbiamente la sua espressione migliore. E come in un vero arcobaleno, ogni striscia di colore ha il suo fascino più particolare ed un potenziale enorme grazie ai tanti pezzi delle migliori collezioni di moda. Il blu e l’azzurro esplodono nei tronchetti in camoscio bicolore Pierre Hardy (880€) come nella shoulder bag di pelle e tela firmata Meredith Wendell (650€) e nella cintura a vita turchese di Jil Sander (230€). Per una controproposta low cost, Mango realizza una cintura in metallo e pelle blu elettrico (24,95€) e una small bag trapuntata con tracolla a catena (34,95€). Uno spicchio del nostro arcobaleno non può non essere dedicato al colore più caldo dell’autunno: l’arancione. Dai toni più forti della zucca al più pacato ruggine, l’arancione nelle sue molteplici nuances spopola anche nell’abbigliamento. Mango lo utilizza per la sua cintura elastica da vita (19,95€) mentre Zara lo fa brillare nelle stole di piuma o pelliccia tanto popolari questa stagione (69,95€) e nelle decolletés tricolore rasoterra (49,95€), sunto delle tonalità più diffuse del periodo. Altrettanto celebrato dai più illustri stilisti, lo vediamo spiccare negli stivali da pioggia in


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gomma di Hunter (140€ ca.), nella clutch bag in nappa di Maje (175€) e nei sunglasses bianco, nero e mandarino di Prada (240€ ca.). Trasformandolo poi nella sua gradazione più intensa arriviamo al classico e intramontabile rosso. Miu Miu ne fa quasi il portavoce della sua produzione, dalle spuntate in vernice con fiocco e tacco largo 12cm (455€) al collare di piume scarlatte con chiusura in nastro di raso nero (515€). Una versione più purpurea è resa invece sempre da Mango, per la cintura con particolari in metallo color oro (24,95€) e da Zara per la citybag rigida con chiusura a portafoglio (49,95€). Scavalchiamo d’un colpo il magenta per giungere ai colori più femminili che ci siano: il rosa e il fucsia. Gli stilisti che più gli rendono merito sono i geniali Dolce&Gabbana, che hanno ideato la cintura in pelle lucida rosa shocking con stelle nere (300€ ca.) e la pochette da sera con frange di seta e raso e chiusura gioiello in pietre preziose (1000€ ca.). Passiamo ora alla fascia successiva: il viola. La nuance più in voga tra tutte le creazioni è il sobrio “ciclamino” ma, dalle più tenui alle più chiassose, le sue sfaccettature fanno lentamente ingresso una dopo l’altra. Gucci lo applica in una borsa clutch di grande stile, di raso a tinta unita, resa unica da un maxi-fiore sfumato e decentrato (900€ ca.). Più semplice la pashmina in cashmere di Yves Saint Laurent (500 € ca.), che ricerca un look casual e morbido come il taglio neutro scelto dalla cintura scamosciata di Zara (23€ ca.). Da ultimo, ecco uno dei colori meno consueti per l’inverno ma che quest’anno può considerarsi, invece, uno dei suoi protagonisti: il giallo. In particolar modo, come richiamo del senape, lo vediamo sbocciare in capi eleganti e al tempo stesso originali come le ballerine in cavallino (50€ ca.) e la cintura in finto serpente di Zara (26€ ca.) o la handbag di Mango con profili neri e tracolla aggiuntiva (60€ ca.). Seguendo lo spettro multicolore che dà vita a questo concreto “arcobaleno di moda” siamo scivolati da una sfumatura all’altra tra i vari accessori che lo rendono spettacolare. La soluzione, quindi, per chiunque abbia voglia di fare un po’ di sano shopping autunnale, non è più solo godersi il “panorama”, ma cogliere uno dei tanti frammenti che lo compongono per rendere questi mesi più freddi e il nostro guardaroba colmo di “rainbow accessories”.

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La moda da mordere Avete mai pensato come sarebbe assaggiare una Vuitton o una Gucci? Non quelle vere, ovviamente, ma deliziose riproduzioni dolciarie che, tra zucchero e cioccolato, sono in grado di prendere per la gola ogni fashion addicted.

by Livia Fabietti

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n pomeriggio con le amiche, un’uscita in perfetto stile Sex and the City, tra tazze fumanti e vizi cioccolatosi, è l’occasione perfetta per vuotare il sacco e sparlare di ex o nuove fiamme, un giorno speciale che necessita rigorosamente una location d’eccezione. Quando i soliti bar iniziano a essere noiosi, esistono angoli idilliaci dove perdersi tra forme, colori, fantasia e, ovviamente, sapori. Eccoli qui i tempi del piacere che, solo a guardarli, sono delle minacce per la linea, veri attentati per le eterne a dieta ma, rassegnatevi, tirarsi indietro è quasi peccato. Nel cuore di Roma, infiocchettato in quel di Via Milano, si apre Sweety Rome, una piccola ma deliziosa pasticceria di stampo americano nata da un’ispirazione newyorkese di Alessandra Ramunno, la proprietaria. Le vetrine la dicono lunga: tortine-moda che ricordano pochette Chanel, la mitica Speedy, la Papillon, l’Alma e tanti altri modelli firmati Louis Vuitton seguiti da scarpe Manolo Blahnik in cioccolato bianco, cupcakes e tante altre golosità dalle forme più incredibili, il tutto realizzato artigianalmente nel laboratorio interno al locale utilizzando ingredienti freschi di prima qualità provenienti da ogni parte del mondo. Di quartiere in quartiere le sorprese non sembrano finire: in Prati, a fare commettere piccoli peccati di gola, è Cake and the City, una


Informazioni utili: Sweety Rome Via Milano 48 Tel. +39 06 4891 3713 www.sweetyrome.it Cake and the City Via Orazio 15, 00 193 Roma Tel. +39 06 3232607 www.cakeandthecity.it The Perfect Bun Bakery Piazza del Paradiso 56 Tel. +39 0645492925 www.theperfectbun.it

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boutique-bomboniera là dove, a fare gli onori di casa, è Valentina Gigli, chef pasticcera già nota al pubblico per la sua trasmissione televisiva su Sky, “Dolci e Delizie”, dedicata interamente alla pasticcera italiana e non, in onda sul canale Alice in fascia giornaliera. Se è vero che basta un poco di zucchero a dare dolcezza alla vita di tutti i giorni, quando gusto e creatività si fondono, esplode “the sweet passion”, una passione che si riesce a sedare concedendosi un piccolo fuori programma a scelta tra cupcake, scones, mini cheesecakes, brownies e biscotti allo zenzero, belli sia per gli occhi che per il palato. Non c’è due senza tre: a completare il quadro ci pensa The Perfect Bun Bakery, sito nel rione Parione, nei pressi di Campo de’ Fiori, un laboratorio-pasticceria dal concept volutamente statunitense dove i veri protagonisti sono dolci gioielli glassati di cui è impossibile non innamorarsi. Tra design cake, impeccabili pochette Chanel o Fendi dal sapore fondente, torte al cioccolato e glassate, dolcetti e biscotti, ciambelle, bagels, cookies, muffin e meringhe, a fare da padrone sono i cupcakes, disponibili in innumerevoli versioni, dal pistacchio al lampone, dalla fragola ai frutti di bosco, al cioccolato, al thè verde, al tiramisù etc. Talmente perfetti che è quasi un peccato mangiarle!

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A tuttocolore!

Banana Republic

by Marianna Chillau

Troppo spesso si corre il rischio di perdere fantasia, brio e creatività con l’arrivo dell’autunno inverno, questo perché si finisce per intristire il proprio closet optando per colori scuri e malinconici in pendant con la cromia di stagione; ma per questa cold season la tendenza si inverte e vuole il colore, forte, energico e vitale! In versione monocromatica o mixato in maniera audace, pennellate di colore tingono capospalla e abiti, maglie e accessori. E sia ben chiaro, la palette di nuance vibranti non è solo un trend ma un vero dictat.

Sermoneta

ta a Vene Botteg

Tory Burch

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r e por t

Hunter

Abito in seta e borchie, Versace for H&M 179,00€ Top in acrilico e lana, Mango 24,95€ Gonna in lana, Yves Saint Laurent 875,00€ Cappotto doppiopetto in panno, Koan by Coin 79,00€ Decolletè scamosciata, Zara 69,95€ Rain Boots, Hunter 139,00€ Cintura in pelle, Banana Republic 24,95€ Guanti in capretto, Sermoneta 43,00€ Clutch in pelle, Bottega Veneta 380,00€ Shopping bag, Tory Burch 395,00€ Zara

Koan by Coin

Yves Saint Laurent

Versace for H&M

Mango

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GLAMAKE-UP Cool cream

Il nostro consiglio glam: ottimo il siero prima della crema e, se proprio dobbiamo scegliere, sì al filler a base di acido ialuronico e no al botulino che blocca la muscolatura e la mimica facciale.

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on il cambio di stagione torniamo a svuotare anche il nostro beautycase ed iniziamo a sostituire i prodotti utilizzati per l’estate con delle creme specifiche per il nostro tipo di pelle, che ci preservino dal freddo invernale e comunque da sole, vento, inquinamento e sbalzi termici. La crema per il viso che utilizziamo rispecchia la nostra pelle e (purtroppo) anche la nostra età. Innanzitutto, prima di scegliere la nostra crema, è importante conoscere a fondo la propria pelle: mista, normale, grassa, sensibile, secca o matura. Tendenzialmente la pelle giovane può essere: secca, grassa o mista, normale. Dunque, in ordine, possiamo optare per creme molto idratanti e con filtro solare; leggere, seboregolatrici (anche con antibatterico nei casi estremi) o comunque oil-free per un effetto mat; semplicemente idratanti. Arrivati i trenta nelle pelli secche occorre prevenire i piccoli segni, le macchioline, le prime rughette in quelle grasse l’ispessimento cutaneo. È importante quindi idratare e pulire a fondo la pelle affinché sia perfettamente ossigenata. Utilizziamo il tonico la mattina e poi creme specifiche per il contorno occhi, la crema notte (ricca di principi attivi) e la maschera almeno una volta a settimana. Oltre gli anta scegliamo creme antiaging dalle texture ricercate che combattano i radicali liberi, contengano acido ialuronico o principi attivi che stimolino la produzione di collagene ed elastina o comunque che creino quell’effetto tensore (lifting) immediato che distende la pelle.

be auty

by Desirée De Fraia

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IL Titolare del Vudabar Champagneria Adartico Vudafieri con i figli Carlo Alberto e Andrea- Giacomo Urtis e Lauretti Antonello

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vento speciale organizzato da Antonello Lauretti per il compleanno del famoso chirurgo estetico delle dive del cinema e della tv Giacomo Urtis, che ha scelto il Vudabar Champagneria di Via della Vite di Roma per spegnere le sue misteriose candeline insieme a tantissimi ospiti. Molti volti noti del piccolo schermo e dell'imprenditoria, sono accorsi in Via Della Vite per augurargli buon compleanno. Una location scelta dal suo best friend Antonello Lauretti con ricco ed elegante buffet, tante bollicine, una fantastica torta e un desiderio da esaudire… sono stati questi gli ingredienti speciali in questa serata all'insegna del divertimento. A fare da padrone di casa, il patron del Vudabar Champagneria e dell'Hotel Homs, Adartico Vudafieri, che con i figli Andrea e Carlo Alberto hanno dato il benvenuto nella loro Champagneria. Tra gli invitati i protagonisti di tanti reality di successo volti del cinema e della tv.: la magia di sempre, Vudabar Champagneria - il vero champagne in veste diversa.

Marta fascina- Giacomo Urtis- Stefano Ricucci e Lauretti Antonello

Ospiti presenti : Rita Rusic, Nicole Minetti , l'ex gieffina Mara Adriani arrivata insime all'attrice Micol Azzurro, l'attore Raffaello Balzo, la gieffina Guendalina Tavassi arrivata con gli ex coinquilini Nando Colelli e Raja , l'ex coinquilina del gf Margherita Zanatta, l'attore Alessandro Pess, la storia dell tv italiana Pippo Baudo, Antonio Zequila, i calciatori della Roma Stefano Okaka e Aleandro Rosi, Roberta Scardola attrice dei Cesaroni, l'imprenditore Stefano Ricucci.

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Stefano Ricucci e Andrea Vudafieri Sylvie Lubamba

taglio torta con Nicole MInetti -Lauretti Antonello Giacomo Urtis Margherita Zanatta e Roberta Scardola

Lauretti Antonello Pippo Baudo e Giacomo urtis


Giacomo Urtis- Micol Azzurro- Mara Adriani e Lauretti Antonello Sheila Capodanno

Nicole Minetti - Giacomo Urtis - Lauretti Antonello e Mara Adriani

Nicole Minetti e Giacomo Urtis

Rita Rusic- Giacomo Urtis-Lauretti Antonello- Sabrina Ghio e Alessandro Pess

Par tie s

Nando Colelli - Giacomo Urtis - Rajae BezzazGuendalina Tavassi e Lauretti Antonello

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It’s a kind of (color) magic Monocromatiche e brillanti Foto: Alice Ippolito Stylist: Giulia Meterangelis Make up artist e hair stylist:Elena Marchese Modella: Diana@2morrowmodel.

by Anna Lo Gatto

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L’autunno per molti è il mese più triste, perché periodo di passaggio dall’estate allegra, brillante, giocosa e colorata, alla stagione più fredda e grigia dell’anno. In questo fine 2011 tuttavia gli stilisti ci hanno regalato la gioia di portarci dietro l’estate, o almeno i suoi colori, e di indossarli con audacia, osando total look, prevalentemente monocromatici, che ci catapulteranno inevitabilmente sempre al centro dell’attenzione, di giorno, al lavoro e di sera. Il colore del mare e del cielo sereno delle nostre sere in spiaggia, il blu, con tutte le sue varianti - in testa lo chiccosissimo ottanio - sarà la migliore alternativa al rigore del nero e alla cupezza del grigio. L’arancione, caldo colore del sole e dei fiori, illuminerà le giornate più cupe e nuvolose, consentendoci di emanare raggi di buon umore a tutti coloro che ci incontreranno Il fuxia, glamour e vistosissimo, sarà la tonalità magicamente trendy capace di contrastare le giornate uggiose della stagione autunnale. Anche il make up, ovviamente, si allinea a questa tendenza colourful. Ombretti accesi dai colori decisi, usati insieme con sfumature che si perdono l’una nell’altra oppure da soli, saturi, a palpebra piena. Il fuxia e l’arancione, per chi non rinuncia ad un colore grintoso anche d’inverno. Il blu elettrico per una donna dalla personalità più forte e decisa, che opta per un colore scuro e intenso senza per forza scegliere il nero. Infine possiamo giocare con il colore anche in modo più convenzionale, usando un nude look per lo sguardo, senza rinunciare mai al mascara, evidenziando le labbra con un rossetto colorato che le renda piene ed invitanti. Insomma, dobbiamo vincere il cattivo umore di questa stagione con la forza del colore. Potere della cromoterapia, che tira su l’umore, rendendoci più allegre. Dunque monocromatiche ma coloratissime, sfideremo il freddo con la magica energia di nuances accese e brillanti. Are you ready?


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a t s i v r e t n I

al Dott. Giacomo Urtis Dermatologo e Medico Estetico by Antonello Lauretti

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Tutta la verità su botox e filler

Quando e perché si formano le fastidiosissime rughe? Tra le molteplici cause dell’invecchiamento cutaneo troviamo l’alterazione del collagene, la proteina che aiuta a mantenere elastica e compatta la pelle. Venendo meno il collagene, la pelle si rilassa, perde tonicità ed inizia a cedere. Questo processo interessa inizialmente il viso, che progressivamente perde consistenza e si riempie di rughe, che in sostanza non sono altro che una fissurazione incompleta del derma (lo strato più profondo della pelle). Ma le rughe possono essere determinate, oltre che dall’invecchiamento, anche da una serie di fattori microcircolatori, fototossici (come l’esposizione al sole), di espressione o masticazione (ad esempio le rughe verticali delle guance), di posizione (anche durante il sonno).

I Lifting facciali sono ancora molto richiesti oppure si preferiscono tecniche meno invasive ed ambulatoriali? Il Lifting del viso attenua in maniera più incisiva da viso e collo i segni dell’invecchiamento e restituisce freschezza, migliorando l’aspetto del viso ed il naturale e progressivo cedimento dei tessuti. Questa tecnica è particolarmente indicata per chi desidera un ringiovanimento del viso globale. Solamente i chirurghi estetici-plastici possono eseguire il lifting del viso, ossia l’intervento di chirurgia estetica che corregge il logoramento della pelle ed il rilassamento cutaneo e muscolare del volto. Le più precoci zone d’invecchiamento variano secondo la conformazione del volto e solitamente la decadenza cutanea si evidenzia a livello delle guance, della mandibola e del collo. Non di rado alla caduta dei tessuti si accompagna un accumulo di grasso, che va rimosso durante lo stesso intervento con la tecnica della liposuzione. Ad oggi i lifting facciali sono stati ormai grandemente superati dal filler, i trattamenti riempi-volume e rassodanti da eseguire in ambulatorio. Qual’è la differenza tra il Botox e i fillers a base di acido ialuronico ? I FILLERS sono costituiti da prodotti iniettabili e vengono utilizzati in medicina estetica per riempire rughe, colmare avvallamenti del viso, rimodellare le labbra. La pelle giovane è ricca di acido ialuronico, ma con il passare degli anni, la distribuzione e l’attività di tale acido ialuronico

cambiano gradualmente, causando i caratteristici segni dell’età. Il trattamento legato all’utilizzo del filler, si basa sull’uso di gel contenente acido ialuronico, in associazione con una lieve quantità di anestetico locale per ridurre il fastidio, che viene iniettato a livello dei solchi costituenti le rughe. Può essere anche utilizzato per ridefinire labbra, zigomi e mento. Il trattamento oggi rappresenta una valida alternativa ad interventi chirurgici quali il lifting frontale, la malaroplastica (aumento chirurgico degli zigomi), la mento plastica e la cheiloplastica (aumento delle labbra). ll BOTOX è una tossina botulinica purificata che, se iniettata nei muscoli mimici del viso, provoca un indebolimento temporaneo ed una riduzione dell’attività contrattile, attenuando così rughe e segni d’espressione. Si ottiene quindi un effetto lifting con distensione delle rughe d’espressione. Il botulino viene iniettato con aghi monouso sottilissimi. I risultati migliori si ottengono a livello delle rughe orizzontali della fronte, di quelle verticali tra le sopracciglia e di quelle intorno agli occhi dette “a zampa di gallina”. Questo trattamento, eseguito ambulatorialmente e da mani esperte, produce risultati estetici davvero convincenti senza effetti collaterali.

Qual è secondo lei l’età giusta per avvicinarsi alla medicina estetica ed alla chirurgia plastica? È molto soggettivo. Ogni paziente è un caso a se stante: c’è chi a 20 anni ha dei problemi che un altro non ha nemmeno a cinquanta. L’età anagrafica non vuole dire niente, è il medico che deve valutare. Spesso e volentieri i personaggi appartenenti al mondo dello spettacolo scelgono di sottoporsi alle sue cure per riuscire a mantenere la freschezza e la giovinezza ormai andate. Quali sono i trattamenti più i voga tra i suoi pazienti vip? Sicuramente va molto di moda rifarsi i glutei, le donne preferiscono il famoso sedere alla brasiliana, più alto e sodo e molte star della televisione ricorrono a questo intervento. Per quanto riguarda i trattamenti viso, tutte le mie pazienti, note o non note, si sottopongono a cicli di punture di vitamine, fillers riempitivi e/o volumizzanti, botox e trattamenti estetici a base di creme dermoceutiche di primissima qualità.

Glamlife interview

Se ancora vi chiedete come fanno Jennifer Aniston, Renée Zellwegger, Nicole Kidman & Co. alla soglia dei quarant’anni ad avere un viso sempre giovane e fresco ed una pelle perfettamente levigata, ecco la risposta... chiediamo al Dott. Giacomo Urtis, esperto dermatologo e chirurgo estetico, quali sono le “armi” di oggi per riconquistare l’ aspetto giovanile di ieri.

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a t s i v r e t In

a Roberta Morise L’affascinante showgirl de “I migliori anni” si racconta a 360° sulle pagine di Glamlife.

by Antonello Lauretti

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Qual è il motivo del grande successo della trasmissione? Senza dubbio la formula. E’ un format che piace a tutti, che abbraccia quattro decenni indimenticabili della storia del nostro paese. E’ inevitabile che il telespettatore si riconosca nel nostro percorso virtuale grazie alla musica, vero motore di questa trasmissione. C’è un periodo della sua vita che ricordi con nostalgia? Beh, sicuramente l’infanzia trascorsa in armonia e all’insegna della serenità. Ho dei bellissimi ricordi… Perché da ragazza di provincia è riuscita a farsi valere in questo mondo? Quale pensa sia stata la sua carta vincente? Credo che sia essenziale un mix di ingredienti! Sicuramente ci vuole tanta determinazione e capar-

bietà, la bellezza aiuta tantissimo e senza dubbio ci vuole il di talento. Tutto ciò ha generato quella gusta miscela che mi ha consentito di ritagliarmi un ruolo in questo ambiente, in cui non è per niente facile lavorare. Sono contenta per i traguardi che ho raggiunto ma la strada è ancora lunga. Dalla Calabria a una vita in giro per lo Stivale. Cosa le manca della sua terra, e cosa eventualmente le rimprovera? Tornerebbe nella sua “rinomata” Cirò Marina, se ci fossero possibilità di svolta per la sua carriera, o preferirebbe, in ogni caso, rimanere nella Capitale? Ho uno splendido rapporto con la mia terra. E questa non è una “frase fatta”. Chi mi conosce bene lo sa… Torno appena possibile anche perché a Cirò Marina vive tutta la mia famiglia. Sono molto legata a mia mamma Lina: è il mio modello, appena posso, adoro ritornare a casa per starle accanto. Da poco sono anche diventata zia di Giovanni, un bimbo meraviglioso, per cui c’è un altro buon motivo per rientrare con più frequenza. E’ inevitabile vivere a Roma o a Milano per chi come me lavora in televisione però è anche molto semplice ritornare a casa: dalla Capitale in un’ora di aereo sono a Crotone… a venti minuti da Cirò Marina. Spesso le parole “soubrette” e “showgirl” vengono attribuite a ragazze belle ma senza talento ecco perché sono diventate sinonimo di “tanta bellezza e poco cervello”? Ma secondo lei c’è spazio per la cultura in un mondo dove solitamente l’apparire viene prima dell’essere? Tutto è relativo. Ci sono donne belle poco intelligenti e donne bellissime che sono anche molto intelligenti. Ci sono showgirl capaci, colte e perbene e altre che dovrebbero cambiare mestiere. Credo che non si possa generalizzare. Per quel che mi riguarda parto dal presupposto che bisogna studiare e impegnarsi per non trovarsi inadeguate a

Glamlife interview

La sua carriera è iniziata con la partecipazione al concorso di Miss Italia, da quel momento in poi tanti programmi televisivi (ha lavorato a “L’eredità” e a “I Migliori anni” ndr) e oggi c’è anche la musica: ma qual è la passione più grande di Roberta Morise? Cosa sogna per il suo futuro? Sogno tanto! Mi piace sognare restando però con i piedi ben saldati a terra. La mia più grande passione è la televisione. Spero di condurre un varietà alla vecchia maniera in cui poter cantare e ballare. L’idea mi alletta moltissimo, spero di riuscirci prima o poi. L’esperienza di Miss Italia la porterò per sempre nel mio cuore, da quel palco è iniziata la mia carriera e la mia nuova vita. Da ben tre anni sto lavorando nello show di punta di Raiuno “I Migliori anni”, presento, canto, per cui il bilancio fino a questo momento è più che positivo. Quest’anno poi sto anche duettando con grandi cantanti del panorama musicale italiano per cui sono pienamente soddisfatta.

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ricoprire ruoli in tv e in altri settori di quest’ambiente. Si dice che le piace moltissimo il mare. D’estate adora abbronzarsi, ma è anche vero che trova il tempo per lavorare, come d’altronde certificano i settimanali… Certo che adoro il mare! Trascorro tutto il tempo libero sulla spiaggia. Mi rilasso e mi rigenero. Quest’estate ho anche lavorato tantissimo perché il mio primo album “E’ soltanto una favola” era in promozione per cui ho fatto tappa in moltissime località. Ad agosto ho anche ricevuto in veste di personaggio rivelazione Tv dell’anno il prestigioso “Premio Filottete”, organizzato dal mio avvocato Cataldo Calabretta, che da molti anni è al mio fianco. Ecco, appunto, ci parli del suo primo e recente album “E’ soltanto una favola”. Che tipo di musica propone, e qual è il filo conduttore che lega tutti i suoi brani? È un progetto musicale che vuole ripescare nel passato in un lavoro di rielaborazione originale e raffinato. Ci sono sei cover e due brani inediti: melodie più dolci e pop si fondono a sonorità electro e rockeggianti. La speranza è quella di aver con-

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segnato all’ascoltatore armonie in una nuova chiave musicale ed interpretativa. “Dubidoo” è il brano che ha avuto un buon successo, è tutto da fischiettare, ho voluto proporlo nella doppia versione italiana ed inglese e dalle radio e dalle tv è stato spesso presentato come uno dei pezzi “tormentone” dell’estate 2011. La domanda è d’obbligo: la sua love story con Carlo Conti è finita dopo due anni ed avete, di comune accordo, dato mandato all’avvocato Cataldo Calabretta di diramare la notizia in perfetto stile “hollywoodiano”. Senza entrare nel merito delle questioni private, può riferirci un suo pensiero su uno dei più bravi presentatori della nostra tv? Ho conosciuto Carlo nel giugno del 2004, quell’anno con il titolo di Miss Calabria ero tra le concorrenti di Miss Italia, da lì è nata la nostra intesa. E’ una persona eccezionale. Con lui oggi c’è una grande sintonia, per me è un punto di riferimento. Carlo è una di quelle persone su cui posso sempre contare, mi dà consigli preziosi, mi ascolta tanto e devo ammettere che sa indicarmi sempre la soluzione ottimale a qualsiasi problema.


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Glamlife interview




Ritorno al passato Le case di moda sembrano aver sposato la filosofia più in voga degli ultimi anni by Michel Stefanelli

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erché la situazione economica ci fa tremare. Perché la situazione politica è ai minimi storici. Perché oggi ai telegiornali si sentono sempre più spesso notizie terribili ed incredibili. Perché troppo spesso ci viene da dire “peggio di così non potrebbe andare”. E allora quale futuro ci possiamo aspettare da un momento storico che nel futuro rispecchia solo cose negative ? meglio voltarsi un attimo a cercare di ricordare quando le cose andavano in maniera diversa, quando l’altro proverbio “si stava meglio quando si stava peggio” diventa calzante alla perfezione. Meglio guardarsi indietro, meglio guardare al passato, meglio il passato. Proprio quel passato che per definizione risulta superato, obsoleto, antico; quel passato che oggi sembra essere migliore o almeno più sicuro di un presente e un futuro che fanno paura. Ecco allora che anche la moda si adegua a questo ritorno al passato e sfrutta le abitudini, i colori e gli abbinamenti degli anni precedenti per proporre le proprie creazioni. Per le collezioni primavera estate del prossimo anno tornano i colori sgargianti e le mise anni ottanta. Moncler ci presenta un modello che sembra appena uscito da una saga di Guerre Stellari, con un completo in pelle bianca corredato da placche di alluminio specchiato in corrispondenza delle fasce muscolari; calzino bianco (licenza artistica per il solo abbinamento cromatico) e scarpa espadrilla anch’essa bianca. La fascetta da tennista (bianca ovviamente), simbolo inconfondibile della casa di moda francese, completa uno stile davvero retro


Nel 1985 Robert Zemeckis ha, con lungimiranza, creato un colosso della cinematografia internazionale dal titolo “Ritorno al futuro”, immaginando una macchina del tempo che permettesse al Dottor Emmett Brown di viaggiare nel futuro per scoprire cosa lo aspettasse ai giorni nostri; oggi la macchina del tempo ha la forma delle passerelle, Doc Brown ha le sembianze degli stilisti di moda, e quel futuro da scoprire con desiderio fa talmente paura che preferiamo di gran lunga un ritorno al passato.

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che testimonia una voglia di andare oltre la moda del vintage, ma un vero e proprio ritorno al passato. Stesso filo concettuale propongono anche Calvin Klein e Bottega Veneta, che alla presentazioni delle loro prossime collezioni primavera estate hanno dimostrato che i colori accesi e sgargianti delle discoteche anni ottanta e delle copertine dance anni novanta tornano volentieri di moda dopo venti o trent’anni. Lo stilista statunitense propone un uomo elegante e acceso allo stesso tempo; giacca e pantalone a tre quarti, scarpa e calzino corto (licenza artistica anche per lui) tutto in un giallo sgargiante che non può passare inosservato. Bottega Veneta cerca di rimanere di più sulla sua classica eleganza, non rinunciando però al trend colorato e presenta un abito intero di colore verde pastello con camicia e cinta azzurra (di due tonalità diverse) e scarpe eleganti nere; a completare l’abbinamento c’è un porta iPad nero, quasi a testimoniare che la tecnologia sembra essere l’unica cosa che ha davvero un presente ed un futuro roseo.

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Mondrian. L’armonia perfetta Un percorso artistico mentale più che emozionale, in scena al complesso del Vittoriano fino al 29 gennaio by Luca Maria Brogli

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na semplice griglia di linee nere, parzialmente riempita da aree di colori primari. Questo è il genio di Piet Mondrian, protagonista della grande retrospettiva che, attraverso circa 70 olii e disegni del pittore olandese e oltre 40 opere di artisti che influenzano la sua evoluzione, ripercorre l’intero cammino artistico di uno dei più importanti Maestri del XX secolo valorizzando la sua coerenza nel perseguire l’obiettivo di un’arte astratta. La ricerca artistica dell’artista olandese parte dal Cubismo analitico per poi staccarsi definitivamente dalle convenzioni figurative, sviluppando uno stile che bandiva gli schemi dello spazio tridimensionale e della linea curva. Il risultato fu una tecnica pittorica basata sulla costruzione dei suoi dipinti con elementi assoluti e più semplici (come linee diritte e colori primari) spostati sulla tela fino a trovare un perfetto equilibrio compositivo. Lo scopo era la creazione di un’arte oggettiva, le cui regole avrebbero dovuto in qualche modo riflettere l’ordine dell’universo. L’uso di linee e colori puri evidenzia la relazione del movimento De Stijl, del quale Mondrian fu uno dei principali esponenti, e alla astrazione pura mediante una sistematica sostituzione degli


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elementi formali con segni che si dispongono a tratti verticali ed orizzontali. Rispetto alla sintassi cubista, però, la struttura formale dei suoi quadri è ridotta al piano e l’articolazione spaziale viene sin d’ora affidata al colore, dapprima sfumato in tonalità rosa, grigio, azzurro, marrone chiaro, poi con zonature più marcate di blu, rossi e verdi con le quali Mondrian vuole giungere all’essenza formale del soggetto. E proprio i suoi blocchi, le sue linee, e le sue forme geometriche giocate sul rosso, giallo, blu e nero hanno dato vita anche ad interessanti influenze nella moda, settore in cui Yves Saint Laurent ha aperto la strada utilizzandoli nelle sue creazioni, ma non l’unico. L’elenco va da Max a Lubov Azria per BCBG, ma l’esempio più eclatante viene dalla stilista olandese Sarah Schofield (www.sarahschofield.com) che ha proposto, nel 2009, una collezione di costumi da bagno proprio ispirata al pittore fiammingo (e il nome non inganna: “Mondrian Swimwear”). Il Mondrian Style è approdato anche in Francia, dove la linea di intimo Eres (http://www.eresparis.com/) ha presentato diversi costumi da bagno con chiari richiami all’arte di Mondrian, con quadri colorati e linee marcate che ricordano il suo stile figurativo.

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Roma, la vita quotidiana e Audrey Fino a Dicembre, la Diva degli anni Sessanta in mostra al Museo dell’Ara Pacis a sostegno dell’Unicef. Tra scatti inediti, video, moda ed accessori by Luca Maria Brogli

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oma, 1953. Sotto il sole della Città Eterna, le sue “Vacanze Romane” sono appena iniziate. Lei socchiude i suoi occhi castani, mostra il suo luminoso sorriso e confida candidamente: “Ogni città nel suo genere è indimenticabile. Tuttavia, se mi chiedete quale preferisco, direi Roma… il ricordo di questa visita non mi abbandonerà finché vivrò”. C’è un legame profondo ed intimo tra Audrey Hepburn e Roma. L’attrice vive nella Capitale per più di vent’anni (tra gli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta) e proprio qui gira le pellicole che hanno contributo ad incastonarla nell’immaginario comune, rendendola icona di quegli anni come il kolossal storico “Guerra e Pace” (con un giovanissimo Gassman), “Storia di una monaca”, osannato da critici e pubblico e girato in gran parte negli studi di Cinecittà, o il sempiterno “Vacanze Romane”. La mostra “Audrey a Roma” arriva in occasione del 50° anniversario di “Colazione da Tiffany” ed è un tributo alla star nella sua Roma che servirà a raccogliere fondi per il progetto di lotta alla malnutrizione infantile sostenuto dal Club Amici di Audrey per UNICEF, a cui la stessa Audrey ha dedicato una parte importantissima della sua vita in


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qualità di Ambasciatrice di buona volontà. L’integrazione nel prezzo del biglietto, infatti, sarà interamente devoluta in beneficenza all’UNICEF. Un percorso fatto di scatti inediti, quasi “rubati” - provenienti dagli archivi di Reporters Associati, Photomasi, Istituto Luce e Kobal Collection - colgono Audrey Hepburn in momenti di vita quotidiana portando il visitatore nelle atmosfere della Roma di quegli anni, mentre gli oggetti personali, un video inedito della vita della Hepburn e gli abiti firmati in esposizione, rappresentano la Diva e la donna nel quotidiano. Inoltre, per sottolineare il legame tra la vita di Audrey e la storia della moda, le immagini saranno accompagnate da alcuni abiti, accessori e creazioni di Givenchy e Valentino. Una mostra intensa per gli amanti del genere, che dimostra come Roma l’accolse a braccia aperte, facendo tesoro di ogni sua singola apparizione. Da gustare.

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“Be the woman you want to be” by Valentina Pacitti

Diane Von Furstenberg presenta a Milano il suo nuovo profumo 42

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emminile, potente, seducente. Con queste tre parole, giovedì 13 ottobre, la stilista e imprenditrice belga Diane Von Furstenberg ha presentato a Milano, in esclusiva per la nota profumeria Sephora, il suo nuovo profumo che, come lei stessa afferma, “è pensato per tutte le donne”. “La realizzazione di questo profumo ha richiesto grande impegno e posso dire che quello che ne è nato è qualcosa di molto personale, di cui sono davvero fiera. Sono felice di essere a Milano perchè è in questa città che ho iniziato la mia carriera”. Sorridente, solare ed energica, la presidentessa del Consiglio degli Stilisti d’America, ha incontrato fans e appassionati delle sue creazioni nello store Sephora di Corso Vittorio Emanuele ed ha personalmente guidato i presenti alla scoperta dell’ultima fragranza elaborata, che proprio dalla sua madrina prende il nome: “Diane”. Si tratta di un’essenza floreale, molto femminile, presentata nelle due classiche versioni: l’eau de parfum più intensa e pervasiva, e l’eau de toilette più fresca e leggera.


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Diane non si è fatta desiderare e si è messa a completa disposizione dei clienti, invitati a testare sulla propria pelle, con i propri nasi e tutti gli altri sensi, le note seducenti del profumo creato in collaborazione con il profumiere Aurelien Guichard. Entusiasta di questa essenza, la Von Furstenberg ci ha parlato di “Diane”. “Ad una prima occhiata, quello che colpisce è l’estrema semplicità della confezione” sottolinea la stilista, “è esattamente l’effetto che volevo: questo profumo richiama la forza primitiva, potente, vera della natura. Il flacone permette un gioco di luci che rende prezioso il suo contenuto, su di esso solo linee semplici che richiamano i cerchi d’oro sovrapposti dei bracciali sutra, simbolo della Musa (n.d.r: design creato per il gioielliere H Stern)”. Per Diane è quindi fondamentale che l’involucro non distolga l’attenzione dal ben più importante contenuto: un’essenza nata per le donne che proprio da loro prende i suoi elementi distintivi: carattere, sensualità e mistero. “E la capacità di non farsi dimenticare”, precisa la stilista “che è quello che tutte le donne vorrebbero sempre ottenere! Quando ti immergi nelle note aromatiche sprigionate da “Diane”, poi non le scordi più, ti rimangono nella testa e ti conducono in un mondo incantato. La donna che porta il mio profumo si sente subito più sicura di sé, avvolta nell’essenza stessa della femminilità, e gli uomini lo notano e non possono fare a meno di essere stregati da una donna così consapevole del proprio potenziale”. Ma quali note aromatiche donano a questa fragranza questi meravigliosi “poteri”? “Le note di testa sono date dalla sensualità del fiore di frangipane, arricchito dalla dolcezza di mandorla e vaniglia. Nel cuore, intensità e mistero sono garantiti dall’essenza di violetta, unita a note legnose di patchouli, muschio e ambra”. Chiediamo a Diane a quale tipo di donna si sia ispirata:“Non sarei in grado di dirlo. Mi sono ispirata a tutte le donne! C’è un potenziale in ognuna di noi che è la forza stessa della natura, qualsiasi lavoro facciamo, qualsiasi vita abbiamo deciso di condurre. Quando creo un abito o un profumo penso sempre alle donne che li porteranno: il mio obiettivo è quello di aiutarle a valorizzarsi. Io mi metto al servizio delle donne che vogliono sentirsi belle e seducenti. E’ eccitante pensare di aiutare le donne ad esprimere il loro potenziale”. “Be the woman you want to be”: è questo il motto con cui la nuova essenza di Diane Von Furstenberg si è presentata al pubblico femminile. E proprio perchè a dirlo è una donna come lei, elegante, di successo, sicura di sé, quest’invito suona ancora più “invitante”. Quindi facciamo tesoro della lezione di Diane, una donna che conosce bene l’universo femminile e molto può dirci di come conquistare quello maschile. Perchè ogni donna ha già in sé il suo più grande potere. Diane Von Furstenberg dixit.

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Amber Topaz ed il Burlesque

Il fenomeno del Burlesque inglese arriva in Italia

by Mariem Helal

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oche città vantano una programmazione teatrale pari a quella di Londra, spettacoli di ogni genere si alternano nei migliori quartieri della capitale, con un’offerta che spazia tra musicals, opere liriche, pièces contemporanee e grandi classici. Lontano dall’essere un canale di comunicazione solenne e troppo impostato come spesso accade altrove, il teatro inglese ha tra le sue più gettonate forme d’espressione, la messa in scena del Burlesque che proprio in terre anglosassoni ha


Per info: www.ambertopaz.co.uk http://www.helloticket.it

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avuto in natali all’inizio dell’800. Mix intrigante di commedia, danza e sensualità, grazie al gioco di luci, di suoni e di costumi offre allo spettatore un’atmosfera magica e surreale, dove il glamour retrò non sfocia mai nella volgarità. In previsione di un viaggio a Londra è consigliatissimo assistere ad uno show dal vivo, le locations curatissime e la tradizione del Burlesque in Inghilterra permettono d’assistere a spettacoli suggestivi e d ammalianti, adatti a uomini e donne di ogni età. Tra i migliori locali in assoluto per il genere c’è il “Café de Paris” (www.cafedeparis.com) situato a Piccadilly nel cuore di Londra: questo teatro, attivo dal 1924, offre delle serate dedicate (Flash Monkeys) con artiste internazionali ed ottimi musicisti che suonano e improvvisano armonicamente con le performances delle showgirls, tutto rigorosamente live. Tra le artiste più note e attive al momento risalta l’inglese Amber Topaz, appassionata alla danza sin da bambina: Amber ha frequentato il London Studio Center e, dopo aver iniziato come corpo di ballo in vari musicals , decide di dedicarsi alla scrittura e messa in scena di spettacoli ideati sul suo personaggio, ispirati, dice, alle coreografie e allo stile incantevole e sensuale di Josephine Baker. Oltre ad essere una showgirl conosciuta a livello internazionale, è anche produttrice di spettacoli di cabaret. Attualmente in tournée in Inghilterra, sarà in Italia a dicembre con lo spettacolo ‘An evening in Burlesque’ organizzato da Barley Arts, che ha già ricevuto ottime recensioni oltremanica da testate come ‘The Guardian’ e ‘Time Out’. Il debutto è previsto a Padova il 7 dicembre 2011, per poi toccare le città di Ferrara, Varese, Bergamo, Roma, Bologna, Milano, Verona e Brescia.

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from London

www.cafedeparis.com

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Vienna Una dolce Valzer, sulle rive del Danubio by Alessio Sabbatini

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ienna si rispecchia nel suo ballo tipico, il valzer: una dolce melodia che sembra alternare le sue note da un monumento all’altro, da un museo ad un parco, fino alle rive del Danubio, dove sceglie di calare di tono ed attenuarsi. Vienna non è una città fredda e distaccata come potrebbe apparire alla prima impressione, bensì è accogliente, confortevole e a misura d’uomo. Una delle capitali artistiche d’Europa, grazie ai capolavori intensi di Klimt e quelli irriverenti di Kokoschka, agli stravaganti palazzi di Hundertwasser; senza dimenticare, naturalmente, il grande talento di uno dei più grandi maestri musicisti del mondo, Mozart. Per quanto Vienna sia indubbiamente una delle più belle città d’Europa, alcune delle sue più importanti attrattive a volte non vengono apprezzate come meriterebbero. I tesori culturali della città sono quasi incommensurabili: le cattedrali barocche si mescolano con le chiese medioevali e ovunque si respira arte e musica, come se ci si trovasse in un enorme carillon dorato vivente.


n n es L’arte culinaria vie

Da non perdere Hofburg Palace a Vienna: uno dei palazzi più grandiosi di Vienna, imperiale, fra le cui mura si sono intrecciate le storie altalenanti della famiglia degli Asburgo. Questo palazzo, che ancora si erige maestoso e fiero, simbolo della signorilità e della regalità dell’animo viennese, è stato per molto tempo il cuore pulsante dell’impero austriaco. Fra le sue oltre 2500 sfarzose stanze, spese la sua vita la bella e malinconica principessa Sissi.

La cucina viennese riunisce parecchie tradizioni fra cui quelle boeme, ungheresi, italiane ed ebraiche. Nei menù tipici di Vienna trovate con facilità i famosi piatti locali, fra cui il Tafelspitz (manzo in brodo, di norma viene servito con salsa di erba cipollina, patate arrosto, o mela) il Gulasch (specialità ungherese, stufato di carne cotta con lardo, farina, cipolle, carote, patate e paprica), la Wiener Schnitzel (cotoletta di vitello impanata e fritta), la Frittatensuppe (una frittata tagliata a striscioline e servita con brodo caldo), i famosi Knödel (gnocchi di pane) ed il Kaiserschmarren (frittata dolce sminuzzata e condita con composta di frutta). Fra i leggendari dessert troviamo l’Apfelstrudel e la celebrata Sachertorte, torta di cioccolato con marmellata di albicocche.

Museo di Belle Arti: Questo museo non molto noto, in realtà comprende moltissimi capolavori della storia dell’arte occidentale, fra cui l’“Arte del Dipingere” di Vermeer, la “Madonna del Prato” di Raffaello, i dipinti delle “Infanti” di Velazquez e diverse opere di Rembrandt, Rubens, Dürer, Tintoretto e Tiziano. Aperto nel 1891 per accogliere le ampie e ricche collezioni della casa imperiale, attualmente il Museo delle Belle Arti di Vienna è uno dei più importanti del mondo per il valore delle sue opere.

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Glamlife tips:

Da provare lo svago e il divertimento del Prater: con le sue 250 attrazioni e un estesissimo spazio verde pieno di caffè e ristoranti, il Prater è il parco giochi di Vienna in cui passare una giornata all’insegna del relax e piacevoli passatempo. Visitate il quartiere Landstrasse: per dare pregio a questa zona un po’ degradata, Hundertwasser (scultore, pittore ed architetto eclettico ed imprevedibile) ha realizzato case asimmetriche, dai colori vivaci e ricche di verde. Un folle microcosmo fatto di dossi, scale a chiocciola vertiginose ed eccentriche fontane che vi catapultano in una realtà del tutto non convenzionale. Una delle principali aree dedita alla vita notturna è quella attorno a Schwedenplatz e a Ruprechtskirche. Gürtel è anche un’altra zona molto frequentata di notte: in passato decadente quartiere a luci rosse, è oggi disseminato di club, ristoranti e bar di tendenza.

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Duomo di Santo Stefano a Vienna: tetro e vivace allo stesso tempo. Colori scuri e grigi che contrastano lo splendido tetto maiolicato rivestito da 250.000 tegole smaltate. Impresa titanica fotografarlo intero: molto spesso bisogna accontentarsi delle singole diverse prospettive, a meno che non si sia esperti fotografi. Quasi tre milioni di visitatori l’anno varcano l’ingresso di questa splendida struttura e si perdono con l’immaginazione tra le sue storie e leggende.

Il Palazzo Di Schönbrunn: La residenza estiva della famiglia imperiale in stile barocco è uno dei monumenti più raffinati di Vienna ed è considerato patrimonio mondiale dell’Unesco. Oltre al palazzo, è possibile visitare il parco e lo zoo più vecchio del mondo.

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Steve Jobs L’epoca digitale in uno spicchio di mela by Simone Bracci

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e ne è andato all’età di 56 anni, per un cancro al pancreas. Se c’è un nome che ha segnato l’evoluzione dell’ultimo ventennio quel nome è Steve Jobs. L’uomo che visse tre volte, resuscitando dalle ceneri per diventare leggenda, un mito dell’epoca multimediale che, oltre l’informatica e la finanza, ha incrociato anche la strada del cinema nella sua lunga carriera. Partendo dal suo coloratissimo logo a forma di mela, conosciuto in tutto il mondo e spunto per numerosissime campagne pubblicitarie e di marketing, tanto da diventare brand senza nome, nel senso letterale della propria definizione iconografica. Nel 1984 Jobs affidò infatti ad un regista del calibro di Ridley Scott uno spot che ha fatto epoca, per pubblicizzare il suo rivoluzionario Mackintosh. Quelli sono gli anni in cui Jobs navigò a vista, tanto da abbandonare temporaneamente la Apple per trasformare il reparto di animazione computerizzata della LucasFilm del geniale George Lucas in una major d’animazione potentissima. Nasce così la Pixar, una sua intuizione, una “creatura” aziendale in cui rimase amministratore delegato fino all’acquisizione da parte di Disney, avvenuta solo pochi anni fa. Senza dimenticare che qualche stagione orsono, anche la Apple lanciò sul mercato il suo software per montare i film e aiutare la post-produzione industriale: l’ormai celebre Final Cut, utilizzato dai più importanti montatori hollywoodiani e non solo. L’attuale boss della Pixar, John Lasseter, ha subito voluto onorare colui che ha permesso di dare vita al suo sogno, dichiarando che “Steve Jobs è stato uno straordinario visionario, un nostro caro amico e la luce che diede inizio alla famiglia Pixar. Vide ciò che potenzialmente la Pixar sarebbe potuta essere prima di tutti noi, e oltre ciò che si poteva immaginare. Steve è il motivo per cui la Pixar è diventata ciò che è diventata e la sua forza, la sua integrità e il suo amore per la

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vita ci ha reso persone migliori”. Un omaggio sconfinato da parte di molti ammiratori, che però potrebbe sconfinare nel quattrino spicciolo, anzi, nei milioni sonanti delle grandi produzioni americane. Secondo alcuni media, la vita di Jobs potrebbe diventare presto un film, perché se gli affari sono affari, perché aspettare un ragionevole periodo prima di cogliere il frutto proibito? Ci piace pensare che Jobs avrebbe gradito quanto sta attualmente pensando di mettere in pratica la Sony Pictures, la quale avrebbe deciso di replicare il recente successo di “This is it” dedicato alle ultime ore di Michael Jackson, attraverso la storia di genio che fu Jobs, cercando di accaparrarsi i diritti dell’unica biografia autorizzata, firmata Walter Isaacson, per una somma compresa fra 1 e 3 milioni di dollari. Ancora non sono state formulate ipotesi su chi sarà il prescelto per interpretare il suo ruolo, né chi avrà l’onore e l’onere di dirigere quello che si preannuncia uno dei film più discussi del prossimo anno, certo è che Hollywood, sempre più a caccia di storie reali uscite dalla penna di uno sceneggiatore, punta forte e senza pietà sulla meravigliosa e triste parabola di un creatore contemporaneo appena scomparso. Lo stesso Jobs, insieme al nemico-amico Bill Gates, fu involontario protagonista nel 1999 di una ricostruzione cinematografica dal titolo “I pirati della Silicon Valley”, un film che sbandiera con toni da fiction la nascita e l’ascesa dei due colossi dell’informatica ancor’oggi in voga: Apple e Microsoft. I due cominciarono nei garage e finirono a lavorare nei palazzi di vetro del potere, diventando imprevedibilmente i plasmatori del mondo moderno, tra momenti di grande impatto umano e generazionale, fino alle loro smanie di onnipotenza. Il risultato è una storia che svela come dietro le genialità di Jobs e di Gates vi sia quel guizzo che rende sottile il confine tra spavalderia e beneficienza, vita vissuta e fantasia, un mondo in cui business e profitto sono i momenti più alti di una società che puntella tutto sulla propria meritocrazia. Come per il Mark Zuckerberg ritratto da David Fincher, nel bellissimo “The Social Network”, film dedicato all’avvento di Facebook. Storie eclettiche e romanzate, romantiche e avveniristiche, che esaltano il pubblico e sono portate alla ribalta solamente per scuotere le fronde del sistema, portando alla luce il frutto di un nuovo genio “interplanetario”. Quella mela sana e colorata di un universo digitale sempre più diffuso.

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C ock tail

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Il cocktail di oggi è una “new entry” speciale, tanto nuovo quanto gustoso! La sua particolarità principale è quella di essere “figlio” della nostra Redazione, poiché lanciato proprio dalla nostra rivista e dal sottoscritto, autore di questa rubrica. Il RedSabba è un cocktail giovane, dolce, ma che allo stesso tempo avvolge il palato grazie alle sue essenze tropicali (Passoa docet!) e fresche, dove la componente alcolica non è affatto da sottovalutare. A questo punto non resta che provarlo, nell’attesa di trovarlo sempre più diffuso nei menù dei migliori cocktail bar… ovviamente solo quelli più GLAM!

INGR EDIE

• 2 /4 di Gin • 1 /4 di Tri ple S • 1 /4 ec di Pas soa • Top di So ur

NTI:

PREPA

RAZIO NE :

M et t er e passoa ghiaccio, gin shaker nello shake , triple sec e r. a bicchie to, filtrare e Dopo aver v e rs ar re “Juic e in un top di e Ball” so guarnit ur e servire . Versare il con gh o con p ia cale all ’occorr ezzi di frutta ccio, enza. tropi-



“God Save My Shoes” L’intima relazione fra una donna e le sue scarpe by Marianna Pilato

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uone notizie per le fashion addicted: è finalmente disponibile in dvd il docu-film God Save My Shoes, prodotto dalla francese Caid Productions in collaborazione con Canal Plus. Sarà così possibile anche per noi italiani visionare l’opera, comprando il dvd al prezzo di 24,95 euro direttamente dal sito della casa di produzione. A prescindere se il filmato risulterà di vostro gradimento oppure no, ad ogni modo tale acquisto non sarà stato inutile, visto che per ogni copia venduta la Caid si è impegnata a devolvere un dollaro all’ente benefico Soles4souls, impegnato nella distribuzione di scarpe alle persone bisognose in ogni parte del mondo. Il filmato, come già spiega il sottotitolo della sua locandina, può essere definito come il primo documentario che analizza il rapporto intimo che intercorre tra la donna e le sue amate scarpe. Per capire i motivi che hanno trasformato le calzature e le loro mode un punto di riferimento per la pop culture e per la sfera femminile in veri e propri oggetti del desiderio, la regista Julie Benasra ha voluto coinvolgere nel progetto psicologi, sessuologi, storici della moda, editori di riviste specializzate, icone femminili del mondo dello spettacolo come Fergie, Kelly Rowland e Dita Von Teese, nonché shoe designer del calibro di Christian Louboutin e di Manolo Blahnik. Per realizzare tutte queste interviste, la troupe è stata costretta a spostarsi continuamente fra Firenze, Milano, Parigi, Toronto, New York, Pennsylvania, New Jersey, Los Angeles, ecc…In ogni location, sono stati interpellati non solo professionisti del settore calzaturiero, ma anche comuni ragazze per analizzare come è vissuta la passione per le scarpe in nazioni e continenti diversi. Tra gli spezzoni che hanno destato più clamore, c’è senza dubbio quello in cui si può ammirare la fornitissima scarpiera della redazione di Vogue, ma anche quelli in cui le star rivelano la loro mania nei confronti di questi accessori. La campionessa di poker Beth Shak, ad esempio, ha ammesso di possedere ben 900 paia, mentre la cantante dei Black Eyed Peas Fergie pensa che alle scarpe si dia così tanta importanza perché da esse si intuisce che tipo di donna è chi le indossa. Dita Von Teese, infine, afferma che non potrebbe fare a meno dei modelli con i tacchi alti, visto che essi hanno la capacità di slanciare il corpo rendendolo più sensuale. God Save My Shoes, insomma, dimostra in maniera ancor più evidente di quanto abbiano fatto finora i sociologi la passione smodata delle donne verso le scarpe, oltre all’esistenza di un vero e proprio esercito di shoeaholic (neologismo americano per indicare una persona che possiede più di 60 paia di calzature).



Il verde Verdicchio Un bianco vestito di rosso

by Guido Cocozza (Sommelier ed Esperto Degustatore)

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a calda sabbia bianca scivola sui piedi nudi e la dolce brezza marina accarezza il viso. All’orizzonte lo sguardo si perde sul mare cristallino e oltre la foschia la mente immagina le frastagliate spiagge della Croazia. Alle spalle le dolci e verdi colline si susseguono come onde ricordando il mare vicino e poco più distante le montagne innevate sovrastano il territorio sottostante. Il panorama è un immaginario file rouge e nelle giornate limpide dalle cime delle montagne si possono intravedere le spiagge di sabbia bianca e il rumore delle onde del mare. Ci troviamo nelle Marche, porta d’oriente dell’Italia e patria indiscussa del Verdicchio, uno dei vini più conosciuti e firma indelibile del marchio Italia nel mondo. Il suo nome fa un esplicito riferimento alle caratteristiche cromatiche del grappolo e in passato era conosciuto con diversi sinonimi tutti riconducibili al colore: Verdisio, Verdello, Verduzzo, Verdetto. Il colore verde è così radicato nelle uve che anche il vino finale presenta nel bicchiere dei chiari riflessi verdolini. Molto diffuso in tutto il centro Italia fin dal medioevo grazie alle sue caratteristiche di buon livello quantitativo e qualitativo, è tuttavia un vitigno delicato a causa della sua buccia sottile che viene facilmente attaccata dalle muffe. Necessita quindi molte cure e grande attenzione in vigna e in cantina. In passato era considerato un vino con poche pretese da bere con il pesce, magari molto freddo per nascondere eventuali difetti e la scarsa eleganza. Oggi, invece, grazie all’impegno di molti giovani produttori è diventato un vino complesso e strutturato. È

un vino che riesce a manifestare grande personalità e caratteristiche distinte passando dai vigneti a ridosso del mare Adriatico, tipici del Verdicchio dei Castelli di Jesi (il Verdicchio di mare), ai vigneti più collinari che arrivano fino alle pendici dell’appennino, che rientrano nella DOC Verdicchio di Matelica (il verdicchio di montagna). Il verdicchio è un vino che, prodotto nel modo opportuno, ha una struttura potente in grado di reggere gli attacchi del tempo. Sopporta tranquillamente l’invecchiamento nel legno e dalla sosta nella botte ne esce arricchito e potenziato. Tra i maggiori produttori che operano nelle Marche, con i vigneti situati tra paesini e borghi medievali caratteristici, che ci regalano vini di altissimo livello, sicuramente sono da ricordare Fazi Battaglia e Villa Bucci. Fazi Battaglia e Verdicchio sono due entità tra loro legate in una simbiosi quasi mistica. È grazie a loro se oggi è un vino conosciuto in tutto il mondo, soprattutto grazie all’inconfondibile bottiglia ad anfora ispirata ai contenitori del vino etruschi. Stiamo ovviamente parlando del verdicchio Titulus, frutto di una fortunatissima operazione di marketing datata 1953 che ha riscosso un grandissimo successo e dato il via al fenomeno verdicchio. Il Villa Bucci Riserva è prodotto solo nelle annate migliori e le sue qualità vengono esaltate da un breve ma efficace invecchiamento in botte. È un vino molto strutturato e complesso tanto da essere definito “un bianco con le caratteristiche da rosso”. Quindi per apprezzare al meglio le sue qualità necessita una temperatura di servizio “non ghiacciata” e per esaltare le sue caratteristiche tipiche ha bisogno dell’apertura della bottiglia in netto anticipo rispetto al consumo per dare il tempo ai profumi e aromi di liberarsi e sprigionarsi in tutta la loro complessità.


Ed ora, come d v i abbinar consigliaimconsueto, od e di vinuon delizioso cia ricettaallga nostra lice lam!

Rollè di frittata con ricotta e zucchine

www.amaradolcezza.it

Ingredienti

• 4 uova • 2 zucchin e romanesc he • 150 gr d i ricotta • 10 foglie di menta fr esca • sale e pe pe • semi di s esamo, un cucchiaio

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Lavare le zucchine, spuntarle e tagliarle sottili con una mandolina. Scaldare una padella a grill e spargere del sale grosso, grigliare le zucchine da tutti e 2 i lati.In una ciotola rompere le uova, poi sbatterle con una forchetta insieme a sale e pepe.Bagnare e strizzare un foglio di carta da forno e rivestire una pirofila quadrata 20X20. Versare il composto di uova e cospargere sopra il cucchiaio di semi di sesamo. Far cuocere in forno caldo a 180° per 15 minuti circa. Nel frattempo sminuzzare con il coltello le foglie di menta Mischiare in una ciotola la ricotta con la menta e aggiustare di sale e pepe. Quando la frittata è pronta tirare fuori e arrotolarla calda con l’aiuto della carta da forno. Far raffreddare. Quando il rotolo è freddo aprirlo delicatamente Spalmare la ricotta e mettere sopra tutte le zucchine, non vi preoccupate se vi sembrano troppe, voi mettetele tutte. Arrotolare stretto e chiudere con uno spago. Tenere in frigo per un paio d’ore prima di servire.

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by Giulia Diacono

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