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Pubblicato Martedì 1 dicembre 2015 Redazione Via G. Bruno 22, Piombino (LI) stampato su carta riciclata - settimanale gratuito
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EDITORIALE
AFERPI:CERTEZZASOLOPERILTRENOROTAIE
Il dramma è che manca il piano “B”
Rinviato l’acquisto del forno, 50 nuove assunzioni e bonifiche a partire dal 2016
Q
uando leggerete questo editoriale lo sciopero del 2 dicembre probabilmente si sarà già tenuto. Difficile valutare oggi quanta sarà la partecipazione, e quanta la voglia di manifestare. Certo è che ultimamente a Piombino piove sul bagnato. Non bastava il crollo del prezzo dell’acciaio che secondo molti analisti sembra abbia toccato il minimo storico, con il prezzo di acquisto di un laminato che è sceso fino a 270 €/ton. A questo si aggiunge la situazione finanziaria della Cevital, con quanto avviene in Algeria. Scenari futuri a tinte fosche vedono una uscita di scena di Rebrab, perché a causa delle vicende in patria non sarebbe più in grado di sostenere gli investimenti, e al suo posto potrebbe subentrare una multinazionale con ampie disponibilità finanziarie. Si dice anche che l'operazione fosse tutto un piano per permettere a Rebrab di portare via i suoi capitali dal paese, ma che il Governo Algerino non abbia mangiato la foglia. Fanta-economia o realtà in questo momento è difficile dirlo, di certo c'è solo una città che è in forte crisi, dove i negozianti ancora aperti si guardano negli occhi l'un l'altro, con le vetrine cariche di prodotti che temono resteranno invenduti. Una città grigia, che non riesce ad uscire dalla monocultura siderurgica e che insieme ad essa sta morendo. Certo è che il tessuto commerciale della città non reggerà ad un altro natale disastroso, che potrebbe essere davvero il colpo di grazia di una situazione che parte almeno dalla fine del 2013 con il magnate Khaled, e con la Concordia da smantellare, le navi militari, i due forni elettrici, la bonifica di Città Futura, la riforma sanitaria con l'ospedale “diffuso” e il mancato completamento della SS.398. Una situazione che inizia a far preoccupare non solo i “gufi”, ma anche i più inguaribili ottimisti. Giuseppe Trinchini
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opo che si è concluso lunedì scorso l'incontro al Mise, tra Aferpi, sindacati e istituzioni dove è stato presentato dall’Amministratore Delegato Fausto Azzi il nuovo cronoprogramma e gli impegni sull’acquisto del forno elettrico, mercoledì sciopero generale indetto dai sindacati di categoria «perché Piombino non deve morire, perché solo con atti concreti non con le sole parole si può ridare speranze in primis ai lavoratori ma anche a tutta la città». Tra le novità presentate da Aferpi a istituzioni e sindacati, l'analisi delle tre proposte per il nuovo forno elettrico, con l'azienda che è quasi pronta per decidere. Per quanto riguarda l’acquisto però, questo è inoltre vincolato ad un finanziamento bancario che dovrà coprire circa la metà del prezzo d’acquisto dell’impianto. I tempi per l’ordine quindi si allungano ancora. Massima priorità invece per la realizzazione di un nuovo treno TPP (treno a rotaie) per sfruttare le nuove navi da 30.000 tonnellate che potranno arrivare con i nuovi fondali. Proprio per questo Fausto Azzi andrà nei prossimi mesi in India per siglare un accordo commerciale per la fornitura in tre anni di 500.000 tonnellate di blumi (semi prodotti) da Jindal che quindi da ora in poi dovrebbe arrivare in porto con continuità e che andranno ad alimentare il nuovo treno rotaie. Oggi al Ministero però si è parlato anche di costo dell’energia, e di come il Governo intenda rispettare l’impegno ad abbassare il prezzo per l’area piombinese, rendendolo uniforme a quello della concorrenza. Per quanto riguarda le bonifiche infine slittano anche queste ad anno nuovo con la definizione delle prime demolizioni a partire dalla vecchia cokeria, il gasometro, e alcune strutture di Portovecchio, in attesa di definire se per altoforno e le colate continue dell’acciaieria invece si procederà allo smontaggio per il progetto di Issad Rebrab in Brasile, se quest’ultimo si accollerà i costi dello smontaggio degli impianti.
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