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Frati della Corda

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Notiziario della Custodia di Terra Santa SETTEMBRE | 2013

PAGINA 7 La preghiera per la pace in Medio Oriente PAGINA 16 Appello per la Siria PAGINA 44 Il Barocco arriva a Betlemme


Indice SANTA SEDE

REGIONE SAN PAOLO

VARIE

P. Jerzy Kraj, nuovo Vicario Patriarcale a Cipro 14

Conferenza internazionale in Giordania: “Le sfide degli Arabi Cristiani” Da un monastero in Siria l’invocazione che sale tra il rumore delle armi Il Nunzio in Siria: l’atmosfera a Damasco è un poco più serena Deir Mar Musa, digiuno per la riconciliazione in Siria Radio Vaticana intervista il Custode di Terrasanta In Siria sono 11 i frati rimasti a prendersi cura della popolazione Siria: è emergenza umanitaria. Cosa puoi fare tu.

Vescovo di Gerusalemme a Obama: “Ascolti il grido di pace del Papa”.

CRONACA DELLA CUSTODIA

Appello Papa Francesco

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L’azione della Santa Sede per scongiurare un’operazione militare Usa in Siria

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La preghiera per la pace in Medio Oriente

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CURIA GENERALIZIA Iesus ibat cum illis

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Solennità delle Stimmate a La Verna

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Perseveriamo nella vera fede

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PATRIARCATO LATINO 15

CURIA CUSTODIALE Appello per la Siria

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Estratto dal verbale del Discretorio

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Prospetto generale incarichi e commissioni 18 Agenda del Custode

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Nomina Ministro Regionale

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Comunicazioni di Segreteria

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Invito Ora Santa

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Peregrinazione a Sant’Anna

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Professione perpetua

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Pellegrinazioni nei Santuari della Galilea

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Il grido di Pace è risuonato al Getsemani La Custodia di Terra Santa in festa per la prima professione di due novizi Oggi inizia la salvezza del mondo Il dono di Maria all’umanità Dieci nuovi Postulanti per la Custodia di Terra Santa La Croce, principio di Resurrezione Il Barocco arriva a Betlemme Restaurato il tetto del Getsemani Emmaus: perseverare nella fede Graffiti sul muro del cimitero della parrocchia latina

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Il vescovo di Assiut: «I cristiani egiziani pronti a soffrire per il loro Paese Il direttore del periodico Watani: «Ora l’Egitto guarda avanti con fiducia» Undicesima riunione del Coordinamento della pastorale dei migranti La comunità indiana celebra la nascita della Regina della Pace Le donne di Al-Ama’ri L’antica farmacia dei francescani di Gerusalemme “Gerusalemme. Una storia” Un nuovo ambasciatore della Palestina presso la Santa Sede Il pellegrinaggio di Don Bosco Un filo ideale unisce la basilica della natività di Betlemme con la chiesa di Santa Maria Maggiore di Grottaminarda Notizie dalla Kehilla di Gerusalemme Calendario di Terra Santa 2014 Bartali dichiarato ‘Giusto tra le nazioni’ Padre François Mourad, uomo evangelico Pubblicati gli ultimi numeri di Terrasanta in italiano, francese e spagnolo, l’Eco di settembre-ottobre 2013 Quinta edizione Festival Francescano La Fortezza di Macheronte A Rovereto la Mostra sul Getsemani Roma sesta giornata per le Associazioni di volontariato per la Terra Santa

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FRATERNITAS 68

Frati della Corda

Notiziario della Custodia di Terra Santa FRATI DELLA CORDA Notiziario della Custodia di Terra Santa Edizione n. 09 Settembre 2013 CONTATTi Segreteria Custodia di Terra Santa St. Francis 1 Jerusalem - POBOX: 186 - Israel custodia@custodia.org STAMPA Franciscan Printing Press fpp@bezeqint.net

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Santa Sede Appello Papa Francesco Città del Vaticano, 1 settembre 2013

Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Quest’oggi, cari fratelli e sorelle, vorrei farmi interprete del grido che sale da ogni parte della terra, da ogni popolo, dal cuore di ognuno, dall’unica grande famiglia che è l’umanità, con angoscia crescente: è il grido della pace! È il grido che dice con forza: vogliamo un mondo di pace, vogliamo essere uomini e donne di pace, vogliamo che in questa nostra società, dilaniata da divisioni e da conflitti, scoppi la pace; mai più la guerra! Mai più la guerra! La pace è un dono troppo prezioso, che deve essere promosso e tutelato. Vivo con particolare sofferenza e preoccupazione le tante situazioni di conflitto che ci sono in questa nostra terra, ma, in questi giorni, il mio cuore è profondamente ferito da quello che sta accadendo in Siria e angosciato per i drammatici sviluppi che si prospettano. Rivolgo un forte Appello per la pace, un Appello che nasce dall’intimo di me stesso! Quanta sofferenza, quanta devastazione, quanto dolore ha portato e porta l’uso delle armi in quel martoriato Paese, specialmente tra la popolazione civile e inerme! Pensiamo: quanti bambini non potranno vedere la luce del futuro! Con

particolare fermezza condanno l’uso delle armi chimiche! Vi dico che ho ancora fisse nella mente e nel cuore le terribili immagini dei giorni scorsi! C’è un giudizio di Dio e anche un giudizio della storia sulle nostre azioni a cui non si può sfuggire! Non è mai l’uso della violenza che porta alla pace. Guerra chiama guerra, violenza chiama violenza! Con tutta la mia forza, chiedo alle parti in conflitto di ascoltare la voce della propria coscienza, di non chiudersi nei propri interessi, ma di guardare all’altro come ad un fratello e di intraprendere con coraggio e con decisione la via dell’incontro e del negoziato, superando la cieca contrapposizione. Con altrettanta forza esorto anche la Comunità Internazionale a fare ogni sforzo per promuovere, senza ulteriore indugio, iniziative chiare per la pace in quella Nazione, basate sul dialogo e sul negoziato, per il bene dell’intera popolazione siriana. Non sia risparmiato alcuno sforzo per garantire assistenza umanitaria a chi è colpito da questo terribile conflitto, in particolare agli sfollati nel Paese e ai numerosi profughi nei Paesi vicini. Agli operatori umanitari, impegnati ad alleviare le sofferenze della

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Santa Sede popolazione, sia assicurata la possibilità di prestare il necessario aiuto. Che cosa possiamo fare noi per la pace nel mondo? Come diceva Papa Giovanni: a tutti spetta il compito di ricomporre i rapporti di convivenza nella giustizia e nell’amore (cfr Lett. enc. Pacem in terris [11 aprile 1963]: AAS 55 [1963], 301-302). Una catena di impegno per la pace unisca tutti gli uomini e le donne di buona volontà! È un forte e pressante invito che rivolgo all’intera Chiesa Cattolica, ma che estendo a tutti i cristiani di altre Confessioni, agli uomini e donne di ogni Religione e anche a quei fratelli e sorelle che non credono: la pace è un bene che supera ogni barriera, perché è un bene di tutta l’umanità. Ripeto a voce alta: non è la cultura dello scontro, la cultura del conflitto quella che costruisce la convivenza nei popoli e tra i popoli, ma questa: la cultura dell’incontro, la cultura del dialogo; questa è l’unica strada per la pace.

tutta la Chiesa, il 7 settembre prossimo, vigilia della ricorrenza della Natività di Maria, Regina della Pace, una giornata di digiuno e di preghiera per la pace in Siria, in Medio Oriente, e nel mondo intero, e anche invito ad unirsi a questa iniziativa, nel modo che riterranno più opportuno, i fratelli cristiani non cattolici, gli appartenenti alle altre Religioni e gli uomini di buona volontà. Il 7 settembre in Piazza San Pietro - qui - dalle ore 19.00 alle ore 24.00, ci riuniremo in preghiera e in spirito di penitenza per invocare da Dio questo grande dono per l’amata Nazione siriana e per tutte le situazioni di conflitto e di violenza nel mondo. L’umanità ha bisogno di vedere gesti di pace e di sentire parole di speranza e di pace! Chiedo a tutte le Chiese particolari che, oltre a vivere questo giorno di digiuno, organizzino qualche atto liturgico secondo questa intenzione.

Il grido della pace si levi alto perché giunga al cuore di tutti e tutti depongano le armi e si lascino guidare dall’anelito di pace.

A Maria chiediamo di aiutarci a rispondere alla violenza, al conflitto e alla guerra, con la forza del dialogo, della riconciliazione e dell’amore. Lei è madre: che Lei ci aiuti a trovare la pace; tutti noi siamo i suoi figli! Aiutaci, Maria, a superare questo difficile momento e ad impegnarci a costruire ogni giorno e in ogni ambiente un’autentica cultura dell’incontro e della pace.

Per questo, fratelli e sorelle, ho deciso di indire per

http://www.vatican.va

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L’azione della Santa Sede per scongiurare un’operazione militare Usa in Siria Roma, 5 settembre 2013

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eri mattina, al termine della prima udienza generale dopo la pausa estiva, Papa Francesco ha rinnovato «l’invito a tutta la Chiesa a vivere intensamente questo giorno». Il Pontefice ha poi espresso «riconoscenza agli altri fratelli cristiani, ai fratelli delle altre religioni e agli uomini e donne di buona volontà che vorranno unirsi, nei luoghi e nei modi loro propri, a questo momento». Queste le sue parole conclusive: «Si alzi forte in tutta la terra il grido della pace!». Una fonte diplomatica a Roma ha detto a Terrasanta. net che l’influenza che il Papa può esercitare in questa crisi è considerevole e che i responsabili politici a livello planetario non possono permettersi di ignorarlo. «Il Papa – osserva la fonte – si è guadagnato un così ampio seguito in differenti nazioni che i governi favorevoli a un intervento militare in Siria troveranno qualche difficoltà davanti al loro stesso popolo». Come dimostra anche il briefing rivolto ai diplomatici accreditati in Vaticano questa mattina, la Santa Sede sta facendo campagna per scongiurare ogni ulteriore intervento militare in Siria con tutti i canali che ha a disposizione.

Ai 71 ambasciatori intervenuti nonostante la convocazione con breve preavviso, l’arcivescovo Dominique Mamberti, segretario per i rapporti con gli Stati, ha sottolineato che «fin dall’inizio del conflitto, la Santa Sede è stata sensibile al grido di aiuto che giungeva dal popolo siriano, in particolare dai cristiani, non mancando da subito di manifestare con chiarezza la sua posizione caratterizzata, come in altri casi, dalla considerazione della centralità della persona umana – a prescindere della sua etnia o religione – e dalla ricerca del bene comune dell’intera società».

ze imprevedibili in varie parti del mondo. All’appello alle parti di non chiudersi nei propri interessi ma di intraprendere con coraggio e con decisione la via dell’incontro e del negoziato, superando la cieca contrapposizione, si aggiunge quello alla comunità internazionale a fare ogni sforzo per promuovere, senza ulteriore indugio, iniziative chiare per la pace in quella nazione, basate sempre sul dialogo e sul negoziato. Insieme all’impegno per la cessazione della violenza si rivela di somma importanza richiamare l’esigenza e l’urgenza del rispetto del diritto umanitario». Con le parole dell’arcivescovo, la diplomazia pontificia ha voluto suggerire «tre principi generali che dovrebbero orientare la ricerca di una giusta soluzione al conflitto»: adoperarsi per il ripristino del dialogo fra le parti e per la riconciliazione del popolo siriano; preservare l’unità del Paese, evitando la costituzione di zone diverse per le varie componenti della società; garantire, accanto all’unità del Paese anche la sua integrità territoriale. Infine va assicurato che «nella Siria di domani ci sarà posto per tutti, anche e in particolare per le minoranze, inclusi i cristiani» e che sia tenuto «come riferimento il concetto di cittadinanza, in base al quale tutti, indipendentemente dall’appartenenza

Di fronte alla tragica situazione siriana, ha osservato Mamberti, «si rivela assolutamente prioritario far cessare la violenza, che continua a seminare morte e distruzione e che rischia di coinvolgere non solo gli altri Paesi della regione, ma anche di avere conseguen-

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etnica e religiosa, sono alla stessa stregua cittadini di pari dignità, con eguali diritti e doveri».

Intanto molte entità ecclesiali vanno esprimendo appoggio al Papa.

Ci si aspetta che Papa Francesco continui a far sentire la sua voce preoccupata fino a che la situazione non migliorerà. Ieri ha scritto al presidente russo Vladimir Putin, che si accinge a presiedere ed ospitare i lavori del G20 (il gruppo delle venti maggiori economie del pianeta) a San Pietroburgo.

In Terra Santa la parrocchia latina di Gerusalemme ha invitato tutti i cristiani locali a partecipare a una veglia di preghiera per la pace nel Medio Oriente, in Siria e in Egitto, che si svolgerà sabato 7 presso la basilica dell’Agonia, al Getsemani. Il rito inizierà alle 20.30 e si concluderà con una processione con le candele nell’Orto degli ulivi.

Dopo aver toccato altre questioni la lettera di Papa Francesco recita: «I leader degli Stati del G20 non rimangano inerti di fronte ai drammi che vive già da troppo tempo la cara popolazione siriana e che rischiano di portare nuove sofferenze ad una regione tanto provata e bisognosa di pace. A tutti loro, e a ciascuno di loro, rivolgo un sentito appello perché aiutino a trovare vie per superare le diverse contrapposizioni e abbandonino ogni vana pretesa di una soluzione militare. Ci sia, piuttosto, un nuovo impegno a perseguire, con coraggio e determinazione, una soluzione pacifica attraverso il dialogo e il negoziato tra le parti interessate con il sostegno concorde della comunità internazionale. Inoltre, è un dovere morale di tutti i Governi del mondo favorire ogni iniziativa volta a promuovere l’assistenza umanitaria a coloro che soffrono a causa del conflitto dentro e fuori dal Paese».

I francescani ad Assisi - dove il Papa si recherà il prossimo 4 ottobre – parteciperanno tenendo aperta fino a tarda sera la basilica inferiore di San Francesco, consentendo ai pellegrini e ai fedeli che lo vorranno di recarsi a pregare per la pace, e per i responsabili politici che hanno davanti a sé gravi decisioni, sulla tomba del Santo. Sempre ad Assisi sabato sera è prevista la recita corale del rosario presieduta dal vescovo mons. Domenico Sorrentino presso la basilica di Santa Maria degli Angeli. Anche l’episcopato cattolico statunitense chiede al presidente Barack Obama di non mettere in atto il minacciato intervento delle forze armate americane. Posizione espressa in una lettera ufficiale indirizzata ieri all’inquilino della Casa Bianca dal cardinale arcivescovo di New York, Timothy Dolan, presidente della Conferenza episcopale, e dal vescovo di Des Moines, mons. Richard E. Pates, presidente della Commissione Giustizia e Pace. «Ci uniamo alla sua assoluta condanna dell’impiego di armi chimiche in Siria», scrivono i due ecclesiastici. Ma poi si fanno portavoce del Papa e dei vescovi del Medio Oriente «che supplicano la comunità internazionale di non mettere in atto un intervento militare in Siria perché esso sarebbe controproducente, esaspererebbe una situazione già terribile e porterebbe a conseguenze negative inattese». «Da lungo tempo la nostra Conferenza episcopale ripete che il popolo siriano ha urgentemente bisogno di una soluzione politica. Chiediamo agli Stati Uniti di lavorare strenuamente e instancabilmente con altri governi per ottenere un cessate il fuoco, iniziare negoziati seri, fornire un’assistenza umanitaria che sia imparziale e incoraggiare gli sforzi per costruire in Siria una società inclusiva che protegga i diritti di tutti i cittadini, inclusi i cristiani e le altre minoranze». TERRASANTA.NET

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La preghiera per la pace in Medio Oriente, durante la messa celebrata dal Pontefice a Santa Marta Città del Vaticano, 25 settembre 2013

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a vergogna dinanzi a Dio, la preghiera per implorare la misericordia divina e la piena fiducia nel Signore. Sono questi i cardini della riflessione proposta da Papa Francesco questa mattina, mercoledì 25 settembre, durante la messa nella cappella di Santa Marta concelebrata con i cardinali Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, e Béchara Boutros Raï, patriarca di Antiochia dei Maroniti, insieme a un gruppo di vescovi maroniti venuti dal Libano, dalla Siria, dalla Terra Santa e da diversi altri Paesi di ogni continente. Nel commentare le letture della liturgia (Esdra 9,5-9; Luca 9, 1-6), il Santo Padre ha detto che, in particolare, il brano tratto dal libro di Esdra gli ha fatto pensare ai vescovi maroniti e, come di consueto, ha riassunto il suo pensiero intorno a tre concetti. Innanzitutto l’atteggiamento di vergogna e confusione di Esdra davanti a Dio, fino al punto da non poter alzare gli occhi verso di lui. Vergogna e confusione di tutti noi per i peccati commessi, che ci hanno portato alla schiavitù poiché abbiamo servito idoli che non sono Dio. La preghiera è il secondo concetto. Seguendo l’esempio di Esdra, che in ginocchio alza le mani verso Dio implorando misericordia, così dobbiamo fare noi per i nostri innumerevoli peccati. Una preghiera che, ha detto il Papa, bisogna elevare anche per la pace in Li-

bano, in Siria e in tutto il Medio Oriente. È la preghiera sempre e comunque, ha precisato, la strada che dobbiamo percorrere per affrontare i momenti difficili, come le prove più drammatiche e il buio che talora ci avvolge in situazioni imprevedibili. Per trovare la via di uscita da tutto ciò, ha sottolineato il Pontefice, bisogna incessantemente pregare. Infine, fiducia assoluta in Dio che mai ci abbandona. È il terzo concetto proposto dal Santo Padre. Siamo certi, ha detto, che il Signore è con noi e, pertanto, il nostro camminare deve farsi perseverante grazie alla speranza che infonde fortezza. La parola dei pastori diventerà rassicurante per i fedeli: il Signore non ci abbandonerà mai. Dopo la comunione, il cardinale Bechara Raï ha rivolto al Santo Padre un ringraziamento e un saluto molto cordiali a nome dei vescovi partecipanti, di tutti i maroniti e dell’intero Libano, confermando la loro fedeltà a Pietro e al suo successore “che ci sostiene nel nostro cammino spesso spinoso”. In particolare ha ringraziato il Papa per il forte impulso che ha dato alla ricerca della pace: “La sua preghiera e esortazione per la pace in Siria e nel Medio Oriente ha seminato speranza e conforto”. (©L’Osservatore Romano 26 settembre 2013)

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Curia Generalizia Iesus ibat cum illis

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i è concluso sabato 21 settembre a Assisi il Congresso Internazionale del Segretariato Generale per la Formazione e gli Studi OFM, “Iesus ibat cum illis” (Lc 24:15). Dall’8 al 22 settembre 2013, a Santa Maria degli Angeli hanno partecipato i segretari della Formazione e Studi di tutto l’Ordine (Provincie e Custodie autonome) organizzato in collaborazione con l’ufficio di comunicazione della Curia generale. Sabato 21 settembre, l’ultima giornata dei frati congressisti è iniziata alle ore 9.00 con un momento di preghiera in aula, seguito dalla presentazione del testo finale del Congresso, che è stato approvato dalla quasi totalità dei frati partecipanti. Dopo la pausa alle 10.30 i Definitori hanno incontrato i formatori delle rispettive conferenze di cui sono responsabili. Alle ore 11.30 i frati congressisti si sono ritrovati in aula per il discorso finale del Congresso tenuto da

fr. Vidal Rodriguez López, Segretario generale della SGFS, cui è seguito un intervento del Ministro generale, fr. Michael Perry. Dopo il pranzo fraterno delle ore 13.00 e un po’ di riposo, i frati si sono ritrovati alle 16.00 nella Basilica di S. Maria degli Angeli per la celebrazione eucaristica conclusiva del Congresso, presieduta da fr. Michael Perry, Ministro generale.La giornata si è conclusa con una cena nel giardino alle 19.30, momento di grande fraternità e occasione per gli ultimi saluti. Domenica 22 settembre, i frati rimasti alla Domus Pacis ritorneranno, ognuno secondo la propria tabella di viaggio, alle loro occupazioni, arricchiti in questi 15 giorni di spunti su cui riflettere, di opportunità per allargare le proprie relazioni con i frati di tutto l’ordine. Iesus Ibat cum illis. I lavori del congresso sono pubblicati sul sito http://www.ofm.org/SGFS2013

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Solennità delle Stimmate a La Verna La Verna, 16 settembre 2013

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a solennità delle Stimmate di san Francesco è stata partecipata anche quest’anno dal Ministro generale, fr. Michael A. Perry, con tutto il suo Definitorio. La sera del 16 settembre vi è stata la veglia dei giovani della Provincia toscana di san Francesco stimmatizzato, che ha avuto il suo momento più solenne con la Eucaristia a Mezzanotte, e poi è proseguita fino al mattino. Nel giorno delle Stimmate si è avuta un’altra celebrazione eucaristica solenne, con la partecipazione di molti Frati della Provincia, di altre Province francescane e anche di confratelli Conventuali e Cappuccini, con un’ampia presenza di fedeli e pellegrini, fra i quali vi erano i rappresentanti delle amministrazioni comunali di Firenze, di Chiusi e di san Leo, che hanno

relazioni storiche e attuali molto strette e particolari con il Santuario. Nelle Omelie, il Ministro generale ha messo in rilievo come le stimmate di san Francesco ci ricordano l’amore infinito di Gesù, che ha voluto riapparire nel corpo del Poverello, e che per noi significa sempre la vittoria della vita sulla morte, dell’amore sull’odio e sulla violenza. Nel primo pomeriggio tutti i Frati e il popolo presente ha partecipato con molta devozione alla tradizionale processione cha dalla Basilica va alla Cappella delle Stimmate, e poi si è fermata sul piazzale antistante per impartire la benedizione del Signore, per intercessione di san Francesco, sulla regione e su tutta l’Italia, di cui san Francesco è il Patrono principale.

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Curia Generalizia

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Perseveriamo nella vera fede Carissimi fratelli, Il Signore vi dia pace! Nella solennità di san Francesco d’Assisi vogliamo condividere con voi la nostra vita e augurarvi ogni bene in Dio, nostro Sommo Bene. Viviamo in un tempo in cui il cambiamento, spesso utilizzato come categoria per qualificare la nostra epoca, è oggi visibile anche nella Chiesa e all’interno dell’Ordine dei Frati Minori. È in questo clima di novità che la comunità Ecclesiale sta vivendo l’Anno della Fede, «La luce della fede possiede un carattere singolare, essendo capace di illuminare tutta l’esistenza dell’uomo» (LF 4)

in coincidenza con il cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, ed è invitata a rinnovarsi mediante la Nuova Evangelizzazione, attraverso la testimonianza offerta dalla vita dei credenti. Come scrive Papa Francesco nell’Enciclica Lumen Fidei dobbiamo sentire l’urgenza di «recuperare il carattere di luce proprio della fede, perché quando la sua fiamma si spegne anche tutte le altre luci finiscono per perdere il loro vigore. La luce della fede possiede, infatti, un carattere singolare, essendo capace di illuminare tutta l’esistenza dell’uomo» (LF 4).

È nostro desiderio mantenere accesa la luce della fede, seguendo l’esempio di Francesco d’Assisi, perché sia il fondamento della nostra vita, la passione nella missione e la lampada che «ci apre il cammino e accompagna i nostri passi nella storia» (LF 8).

Credere veracemente e umilmente San Francesco, nella Regola non bollata, esorta a rimanere nella vera fede: «umilmente preghiamo e supplichiamo perché tutti perseveriamo nella vera fede e nella penitenza, poiché nessuno può salvarsi un altro modo» (Rnb 23,7). L’esperienza di fede del Santo d’Assisi rimane illuminante per la nostra vocazione francescana ed è uno sprone esemplare a far nostro il modo singolare con cui egli ha vissuto l’esperienza di Dio Altissimo, Trinità e Unità, e l’incontro personale con Cristo, povero, umile e crocefisso, facendo del Vangelo la Regola e vita dei Frati Minori. Nella stessa Regola non bollata, al capitolo XXIII, ci offre una mirabile e profonda professione di fede ecclesiale in forma di ringraziamento e di lode. Anche attraverso di essa Francesco ci invita a perseverare nella fede e a credere veracemente e umilmente. Tale fede, che si esprime nell’onorare e adorare, è strettamente legata all’esperienza del nient’altro desiderare, nient’altro volere, nient’altro ci piaccia e diletti, se non il Creatore e Redentore e Salvatore nostro, solo vero Dio.., il vero e sommo bene. Per il Santo d’Assisi una tale fede trova il suo fondamento nella Parola di Dio e nell’Eucaristia, cioè nel rapporto con questi due tipi di presenza del Risorto. Francesco, quando ascoltava la Sacra Scrittura, la riconosceva come rivolta a lui personalmente. Come Origene, che diceva che il Vangelo è il Corpo di Cristo,

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Curia Generalizia così Francesco ha una percezione sacramentale della Parola di Dio. Per lui la Parola è pronunciata al presente attraverso il segno fragile delle parole umane. Per questo, nella lettera A tutto l’Ordine, ci ricorda il rispetto e la riverenza verso il Corpo del Signore, oltre alla venerazione per la Sacra Scrittura (cf. LOrd I.IV). L’Anno della Fede ci invita a tornare a questo essenziale della fede e della vita francescana, che sono la Parola di Dio e l’Eucaristia, con la

«nient’altro ci piaccia se non il Creatore e Redentore e Salvatore nostro, solo vero Dio.., il vero e sommo bene.» (Rnb 23) consapevolezza che tale esperienza d’incontro porta sempre verso il “sacramento del fratello”, verso i più poveri e all’evangelizzazione quale annunzio del Regno di Dio da offrire nella testimonianza della vita e con la parola (cf. CCGG 89). Nella spiritualità eucaristica siamo chiamati a far memoria dell’inizio della nostra vocazione nell’incontro con Gesù Cristo e, attraverso un cammino di preghiera, penitenza e conversione, a «ritrovare il primo amore, la scintilla ispiratrice» da cui è scaturita la nostra sequela (cf. RdC 22).

Signore, da chi andremo? Tutti sappiamo che la fede cristiana non è un aspetto centrale della cultura contemporanea, e «capita ormai non di rado che i cristiani si diano maggior preoccupazione per le conseguenze sociali, culturali e politiche del loro impegno, continuando a pensare alla fede come un presupposto ovvio del vivere comune» (Pf 2). Il nostro ambiente è segnato da forme d’indifferenza religiosa, dalla seduzione di un sacro a misura d’uomo. Questa realtà porta tanti uomini e donne ad un “credere” senza appartenenza, chiusi nella solitudine del proprio vissuto religioso.

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Nella fede assume, così, sempre maggiore importanza l’aspetto della decisione personale di accettare la chiamata a seguire Gesù Cristo, affidandosi a Lui e nutrendosi della sua Parola. È quanto mette in evidenza anche il Vangelo di Giovanni (Gv 6,60-70), quando presenta le sfide della Parola e fa emergere la difficoltà dei discepoli di fronte all’affermazione di Gesù: «le parole che vi ho detto, sono spirito e sono vita. Ma vi sono alcuni tra voi che non credono» (Gv 6,63-64). Anche noi, come tanti nostri fratelli e nostre comunità, viviamo problemi di fede. Il Vangelo rivela che alcuni, pur appartenendo al gruppo di Gesù, vivono senza aver fede in Gesù, opponendo resistenza al suo spirito e alla sua vita. In realtà, la crisi all’interno della comunità cristiana si gioca su questa domanda: si crede o non si crede in Gesù? Il fatto che «da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui» (Gv 6,66) è un modo per capire chi siano i veri seguaci di Gesù. La scelta è decisiva allo stesso modo per quelli che si tirano indietro come per quelli che rimangono con Lui. Il gruppo dei discepoli, allora come oggi, si assottiglia e Gesù fa una domanda a quelli che rimangono: «volete andarvene anche voi?» (Gv 6,67). La stessa domanda è rivolta a noi che rimaniamo nella Chiesa, nell’Ordine: che cosa desideriamo? Siamo convinti di rimanere per seguire Gesù e vivere come Lui? Certo, non è possibile vivere nell’ambiguità, è necessario perseverare con decisione.

«Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna» (Gv 6,68)

La risposta di Pietro è esemplare: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna» (Gv 6,68). Quelli che rimangono lo devono fare soltanto per Gesù, per coinvolgersi e compromettersi con Lui. Questo è l’unico motivo per rimanere. Uno dei servizi che possiamo offrire alla società è di mettere a portata di mano


dell’uomo e della donna di oggi la persona e il messaggio di Gesù, di metterli sempre più a contatto con la Parola di Gesù e sempre meno con le nostre parole.

nuto incontro. Proprio a questo incontro la fede ci invita e ci apre in pienezza» (Pf 10).

Carissimi Fratelli, siamo in un momento di grazia che ci spinge a lodare con tutto il nostro essere, come fece san Francesco, il Dio Altissimo dicendo: «Tu sei la nostra fede» (LodAl 7). Siamo in un’epoca propizia per approfondire la “nostra fede” in Dio e fare l’esperienza di affidare a Lui la nostra vita consacrata e la nostra missione, condivisa con i laici, nella Chiesa e per il mondo, affinché sia evidente che «noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio» (Gv 6,69).

Il Signore ci viene incontro, per superare l’amarezza, la tentazione di fuggire e di lasciare la nostra Fraternità, perché ci sentiamo stanchi e delusi davanti ai problemi istituzionali, comunitari o personali, sicuri che «la vita nella fede è la vera sorgente della nostra letizia e della nostra speranza, della nostra sequela di Gesù Cristo e della nostra testimonianza al mondo. La fede è la porta attraverso cui il Signore entra in contatto con noi, ci guarisce dalle nostre infermità, ci riconcilia e ci invia» (cf. Spc 18).

Come credenti e consacrati, nonostante le varie difficoltà in cui ci troviamo, dobbiamo rispondere alla domanda di Gesù: «Volete andarvene anche voi?» (Gv 6,67). Non possiamo abituarci a vivere una fede a misura dei propri interessi e desideri. Il Signore Gesù rinnova la chiamata a metterci in cammino, con fedeltà e perseveranza, «per trovare Colui che non cercheremmo se non ci fosse già ve-

Con l’aiuto e la preghiera di Maria Santissima, Regina dell’Ordine, facciamo l’esperienza quotidiana fondamentale dell’incontro con Dio che ci ama e su cui edifichiamo la nostra vita. Nel celebrare la solennità di san Francesco d’Assisi v’invitiamo a rinnovare la vostra fede: «Signore, da chi andremo?» (Gv 6,68), «Tu sei la nostra fede» (LodAl 7).

Noi abbiamo creduto

Roma, 17 settembre 2013 Festa delle Stigmate di san Francesco

I vostri fratelli del Definitorio generale:

Fr. Michael Anthony Perry, ofm (Min. gen.) Fr. Julio César Bunader, ofm (Vic. gen.) Fr. Vincenzo Brocanelli, ofm (Def. gen.) Fr. Vicente-Emilio Felipe Tapia, ofm (Def. gen.) Fr. Nestor Inácio Schwerz, ofm (Def. gen.) Fr. Francis William Walter, ofm (Def. gen.) Fr. Roger Marchal, ofm (Def. gen.) Fr. Ernest Karol Siekierka, ofm (Def. gen.) Fr. Paskalis Bruno Syukur, ofm (Def. gen.) Fr. Vincent Mduduzi Zungu, ofm (Def. gen.)

Fr. Aidan McGrath, ofm (Seg. gen.) Prot. 104084

S. Francesco d’Assisi -Kamonyi (Rwanda)

www.ofm.org

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Patriarcato Latino P. Jerzy Kraj, nuovo Vicario Patriarcale a Cipro Gerusalemme, 6 settembre 2013

Il

Patriarca latino di Gerusalemme S.B. Mons. Fouad Twal, ha nominato P. Jerzy Kraj, OFM nuovo Vicario patriarcale per Cipro con un decreto del 26 agosto 2013. Egli succede a P. Garret Edmunds, OFM. Jerzy Kraj è nato il 5 agosto 1960 a Zakliczyn. Polacco, nel 1979 è entrato nella provincia di Nostra Signora degli Angeli a Cracovia, dopo essersi diplomato alla scuola secondaria e al seminario minore di Wieliczka. Ha proseguito i suoi studi di teologia allo Studium Theologicum Jerosolymitanum in Terra Santa ed è stato ordinato sacerdote nel 1986 a Gerusalemme. Si è specializzato in teologia morale all’Alfonsianum di Roma ed ha difeso la sua tesi di dottorato nel 1998 (“Mysterium Iniquitatis” e “Mysterium Pietatis” nell’insegnamento di Giovanni Paolo II sulla redenzione). Ha raggiunto quindi la Custodia di Terra Santa per insegnare, fare ricerca e divenire rettore. Prima di essere nominato Vicario patriarcale a Cipro, P. Jerzy Kraj è stato direttore del Christian Information Centre a Gerusalemme. Prima era stato, tra l’altro, Padre Guardiano del Convento di S. Salvatore a Gerusalemme e di S. Caterina a Betlemme (Basilica della Natività). Il Vicariato di Cipro è composto da circa 7.000-8.000 cristiani cattolici di rito latino, così suddivisi: 1.700

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ciprioti e 6.000- 7.000 stranieri di cui la maggior parte sono lavoratori migranti filippini, indiani, cingalesi e africani. Il Patriarca latino di Gerusalemme, i suoi vescovi ausiliari e tutti i sacerdoti e fedeli della diocesi di Terra Santa si congratulano con il nuovo Vicario P. Jery Kraj. Gli assicurano le loro preghiere e gli rivolgono i loro auguri per la sua nuova missione al servizio dei cristiani dell’isola di Cipro. http://it.lpj.org


Vescovo di Gerusalemme a Obama: “Ascolti il grido di pace del Papa”. Gerusalemme, 6 settembre 2013

“C

hiedo a coloro che intendono sferrare un attacco contro Damasco di ascoltare il grido di Papa Francesco e di unirsi, domani, in preghiera per la pace in Siria e nel mondo”: è l’appello affidato alla MISNA da monsignor William Shomali, vescovo ausiliario di Gerusalemme e vicario patriarcale per la Palestina, alla vigilia della giornata di digiuno e preghiera indetta dal Pontefice in piazza San Pietro. “Ai grandi del mondo riuniti a San Pietroburgo, e soprattutto al presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, vorrei dire che ci sono altre strade da percorrere per aiutare i siriani e che il dialogo va sostenuto e anche imposto, se necessario” aggiunge il prelato. “Quando è stato eletto, nel 2008, Obama ha sollevato molte speranze in questa parte del mondo, e la gente ha creduto davvero che qualcosa – nelle difficili relazioni con gli Stati Uniti – potesse cambiare” ricorda il vescovo della città-simbolo del conflitto in Medio Oriente, aggiungendo che “da allora sono successe molte cose” e che “quelle speranze, quell’ottimismo, sono svaniti lasciando il posto alla diffidenza e a nuove distanze”. Tutto questo, aggiunge monsignor Shomali, “è desti-

nato a peggiorare se gli Stati Uniti decideranno per un intervento armato su Damasco, che l’opinione pubblica, dalla Palestina alla Giordania, dall’Iraq al Libano, non vuole e di cui non capisce gli obiettivi”. “L’aiuto ai siriani, in questa drammatica e complessa escalation di violenza, che ha trascinato il paese nell’orrore della guerra civile – insiste il prelato – non si porta a suon di bombe, ma col coraggio di servire il campo della pace”. http://www.misna.org

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Curia Custodiale Appello per la Siria Gerusalemme, SETTEMBRE 2013

Rimane tragica la situazione in Siria. Si moltiplicano gli appelli Vaticano perché si ponga fine alle ostilità. Papa Francesco ha chiesto alla comunità internazionale di impegnarsi per aiutare la Siria “a trovare una soluzione ad una guerra che semina distruzione e morte”. Da Gerusalemme gli fa eco il Custode, che lancia un invito alle altre nazioni, un augurio perché terminino le ostilità che da oltre due anni oppongono il governo di Assad alle forze dei ribelli. P. PIERBATTISTA PIZZABALLA, ofm Custode di Terra Santa: “Quello che vediamo in Siria è atroce, è terribile. Le immagini parlano da sole, non hanno bisogno di spiegazioni. Conoscendo il Medio Oriente, è molto difficile sapere chi fa cosa, e questo vale anche per la Siria. Mi auguro che, anche se mi rendo conto che sembrano parole un po’ retoriche, si ritorni alla ragione e che immagini di questo genere non si debbano più vedere”. “La Comunità internazionale, la Comunità politica internazionale deve trovare soluzioni immediate con pressioni, diversi modi, perché tutto questo finisca. Non credo che ci siano in Siria adesso ragioni o torti. Quando si usa la violenza hanno tutti torto”. Online il video: http://tinyurl.com/siriavid

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http://www.fmc-terrasanta.org


Estratto dal verbale del Discretorio 27-28 SETTEMBRE 2013 Il Discretorio si è riunito a San Salvatore per due giorni. Argomento principale delle due giornate era il completamento di uffici ed incarichi custodiali e la definizione delle diverse deleghe. 1. Il Custode ha informato il Discretorio sulla situazione di alcuni frati ammalati, in particolare, la situazione di padre Virginio Ravanelli e fra Callistus Welch, entrambi in condizioni molto critiche e irreversibili. Padre Jésus Sebastian, che di recente si è rotto il femore, è stato operato e prosegue la necessaria fisioterapia presso l’ospedale italiano di Haifa. 2. I membri del Discretorio, che hanno assistito ai vari passaggi di consegne, presentano le loro impressioni. Il Discretorio prende atto che certi passaggi si dovranno ritardare. 3. Definizione dei diversi organismi custodiali. Il Discretorio ha proceduto alle nomine previste per completare l’organigramma delle Segreterie e delle varie Commissioni Custodiali. Nei prossimi giorni la Segreteria invierà a tutti gli interessati la comunicazione ufficiale. Il Discretorio ha poi lungamente discusso sulle procedure e sulle deleghe economiche e legali. Particolare attenzione si è avuta per la Commissione per le Borse di Studio (vedi Voto del capitolo nº13) e sulla Commissione per l’assegnazione delle case a Gerusalemme. Il Discretorio ha approvato le deleghe per il Ministro Regionale, come previsto dall’art.5§6 degli Statuti della Regione. 4. Formazione Permanente. Proseguendo il cammino degli ultimi anni e, alla luce della richiesta del Ministro Generale (vedi messaggio al Capitolo), il Discretorio ha studiato, insieme al Moderatore della Formazione Permanente, il piano per i prossimi tre anni e, dopo opportuna valutazione, lo ha approvato. Il Moderatore FoPe lo comunicherà quanto prima a tutti i religiosi. 5. Aggiornamento Tavole di Famiglia. Dopo aver ricevuto comunicazione che fra Luis Angel Valesaca

non tornerà dalle vacanze, il Discretorio approva il trasferimento di fra Pierre Richa al Getsemani. Fra Romualdo Fernandez resterà al Convento di Bab Touma, in vista dei prossimi impegnativi incarichi di fra Raimondo Girgis presso organismi int radiocesani di Si r ia. Il Discretorio prende atto di alcune situazioni createsi presso la cappellania indiana di Terra Santa e delibera conseguentemente. Tenendo presenti le diverse situazioni, il Discretorio stabilisce inoltre che padre Marwan Di’des assuma la responsabilità della Casa del Fanciullo a Betlemme. Si prende atto che in alcune Case è necessaria una presenza più numerosa di religiosi. Si prende atto, infine, di alcune situazioni e si approva il trasferimenti di Padre Mario Tangorra alla Delegazione di terra Santa a Roma e di padre Sergio Olmedo al Monte Tabor. Si prende una decisione anche riguardo al Collegio di Terra Santa di Aleppo. 6. Grotta di Nazareth. Il Discretorio approva il progetto presentato per la preservazione della Grotta di Nazareth, in avanzato e preoccupante stato di deterioramento. 7. Franciscan Media Center. Il Discretorio approva definitivamente l’inserimento del FMC nella Fondazione Terra Santa di Milano deliberando di adeguare, conseguentemente, la struttura alle norme amministrative e salariali previste per la Fondazione. 8. Studentato di Filosofia. Il Discretorio ha poi deliberato le decisioni necessarie per avviare le attività dello studentato di filosofia presso il convento di S. Giovanni in Ain Karem (sostegno economico, mezzi di trasporto, ecc.). Fra Sergio Galdi, ofm Segretario di Terra Santa

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Curia Custodiale Prospetto generale incarichi e commissioni Copia non ufficiale e incompleta, solo per prima e generale conoscenza. 1.

Ministro Regionale Regione San Paolo fra Simon Pietro Herro

3.13. Calendarista custodiale fra Enrique Bermejo

2.

Delegati del Rev.mo P. Custode

3.14. Cerimoniere custodiale fra Marcelo Cichinelli

2.1. Italia fra Giuseppe Ferrari

3.15. Bibliotecario custodiale fra Goh Lionel

2.2. Cipro fra Jerzy Kraj

3.16. Animatore vocazionale custodiale fra Aquilino Castillo A.

3.

Uffici e incarichi Custodiali

3.1.

Segretario Custodiale per la Formazione e gli Studi fra Giovanni Loche

3.17. Esaminatori per le Sacre Ordinazioni Lectores actu docentes

3.2.

Moderatore per la Formazione Permanente fra Marcelo Cichinelli

3.3.

Segretario per l’Evangelizzazione fra Arturo Vasaturo

3.4.

Moderatore per l’Evangelizzazione Missionaria fra Arturo Vasaturo

3.5.

Presidente della Segreteria per l’Evangelizzazione fra Arturo Vasaturo

3.6.

Presidente della Segreteria per l’Amministrazione e l’Economia fra Ibrahim Faltas

3.7.

Presidente della Segreteria per i Luoghi Santi fra Artemio Vítores

3.8.

Delegato per i Luoghi Santi retti dallo Statu Quo fra Athanasius Macora

3.9.

Archivista custodiale fra Sergey Loktionov

3.10. Vice-archivista custodiali fra Narcyz Klimas

3.18. Redattore degli Acta Custodiæ Terræ Sanctæ fra Sergio Galdi 4.

Coetus Formatorum

4.1.

Gerusalemme - San Salvatore fra Giovanni Loche, maestro di formazione fra Donaciano Paredes, vice-maestro di formazione fra Stéphane Milovich, guardiano fra Marcelo Cichinelli, vicario fra Petrus Schuler

4.2.

Ain Karem – S. Giovanni (si rimanda)

4.3.

San Fortunato – Montefalco fra Bahjat Karakach, maestro di formazione fra Raffaello Tonello fra Antonino Milazzo, vice-maestro di formazione fra Evencio Herrera

5.

Commissione affari giuridici fra Dobromir Jasztal, presidente fra Marcelo Cichinelli fra Noel Muscat fra Louai Bsharat

(…)

9. Riviste

3.11. Cronista custodiale fra Sergio Galdi

9.1.

Terrasanta - Eco di Terra Santa direttore: sig. Giuseppe Caffulli

3.12. Vice-postulatore delle Cause dei Santi fra Cristoforo Alvi

9.2.

Tierra Santa direttore: sig. Josè M. Martinez Gomez

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9.3.

La Terre Sainte direttore: signora Marie-Armelle Beaulieu

9.4.

Holy Land direttore: Daniel Medinger (Advetising Media Plus)

9.5.

As-Salam wal-Khair direttore: fra Najib Ibrahim

10. Segreterie 10.1. Segreteria per la Formazione e gli Studi Pastorale delle Vocazioni Formazione Permanente - Formazione Iniziale - Studi - Professori - Formatori 10.1.1. Segretaria per la Formazione e gli Studi fra Giovanni Loche, segretario fra Marcelo Cichinelli fra Bahjat Karakach fra Ananias Jaskòlski fra Aquilino Castillo fra Najib Ibrahim fra Donaciano Paredes 10.1.2. Consiglio per la Formazione Permanente fra Marcelo Cichinelli, presidente fra Evencio Herrera Diaz fra Giorgio Vigna fra Jerzy Kraj fra Bernard Barbaric fra Larry Dunham fra Giovanni Loche 10.1.3. Consiglio per l’animazione vocazionale fra Aquilino Castillo A., presidente fra Louai Bsharat fra Tony Choukri 10.2. Segreteria per l’Evangelizzazione Parrocchie - Scuole - Evangelizzazione Missionaria - Dialogo - Giustizia e Pace fra Arturo Vasaturo, presidente della Segreteria evangelizzazione missionaria e dialogo ecumenico e interreligioso fra Abdel Masih F. Fahim, parrocchie fra Marwan, scuole fra Oscar M. Marzo, dialogo ecumenico ed interreligioso fra Simon P. Herro, Regione San Paolo fra Giorgio Kray, Cipro fra Luis Bothe, Giustizia e Pace e Salvaguardia del Creato 10.3. Segreteria per l’Amministrazione e l’Economia

Consigli Regionali Franciscan Foundation for the Holy Land fra Ibrahim Faltas, presidente fra Petrus Schüler fra Badie Elias fra Mario Hadchiti fra Quirico Calella fra Antonio Szlachta 10.4. Segreteria per i Luoghi Santi Santuari - Statu Quo - Liturgia Arte Sacra - Casa Nova fra Artemio Vítores, presidente della Segreteria fra Marcelo Cichinelli, cerimoniere fra Stéphane Milovitch fra Athanasius Macora fra Sinisa Srebrenovic fra Enrique Bermejo fra Ricardo M. Bustos fra Carlos Molina fra Agustin G. Pelayo 10.4.1. Commissione Statu Quo Rev.mo P. Pierbattista Pizzaballa, presidente fra Athanasius Macora, segretario fra Ricardo Bustos, vice-segretario fra Cristoforo Alvi fra Sergey Loktionov fra Andrew Ako Hayford fra John Bomah fra Noel Muscat 10.4.2. Commissione Sagrestie - paramenti, vasi sacri, arredi liturgici fra Sinisa Srebrenovic, presidente fra Stéphane Milovich fra Jordan Gazda fra Carlos Thomas 11.

Altre commissioni e uffici

11.1. Commissione per le Borse di Studio fra Simon P. Herro, presidente fra Ibrahim Faltas fra Feras fra Marwan Di’des fra Amjad Sabbara fra Abdel Masih F. Fahim 11.2. Rappresentanti della Custodia presso la Commissione diocesana dei Pellegrinaggi fra Agustin G. Pelayo 11.3. Rappresentante della Custodia presso il Comitato Pastorale Diocesano fra Amjad Sabbara

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Curia Custodiale 11.4. Rappresentante della Custodia presso il Comitato Pastorale per i Religiosi fra Stéphane Milovitch 11.5. Assistente custodiale dell’OFS vacat 11.6. Assistenti locali dell’OFS fra Antoine Louxa (Damasco, Bab Touma) fra Jad Sara (Gerusalemme) fra Umberto Barato (Cipro) fra Ibrahim Pio Haddad (Betlemme) fra Kevin Treston (Washington D.C.) fra Usama Bahbah (Nazareth) 11.7.

Rappresentanti della Custodia presso la Commissione Scuole Cattoliche di Terra Santa fra Abdel Masih F. Fahim, per la Terra Santa fra Rachid Mistrih per la Giordania

11.8. Direttore dell’Ufficio centrale delle Scuole di T. Santa fra Marwan Di’des

11.11. Ufficio Tecnico Custodiale sig. Ettore Soranzo, direttore fra Sergey Loktionov, referente per la Custodia dei progetti 11.12. Istituto musicale Magnificat fra Armando Pierucci, direttore generale fra Riccardo Ceriani, direttore amministrativo, responsabile comunicazioni, coordinatore corsi accademici sig.ra Hania Sabbara Soudah, direttrice 12.

Consigli Regionali di Amministrazione

12.1. Cipro si 8/8 fra Jerszy Kraj, presidente fra Zacheusz Dulniok, economo fra Gabriel Vormawah fra Andrew Verdote fra Gabriel Ulloa 12.2. Galilea si 8/8 fra Wojciech Boloz, presidente fra Quirico Callela, economo fra Bruno Varriano fra Raffaele Tayem

Agenda DEL CUSTODE

Ottobre 2013

03

Betlemme (Caritas Baby Hospital): Benedizione di alcuni nuovi locali

03

12 Cafarnao: Peregrinazione annuale. 13-16 Madrid (Spagna): Incontro Commissione Pontificia per il dialogo religioso con l’ebraismo.

Gerusalemme (San Salvatore): Celebrazione del Transito di San Francesco e rinnovo della professione di alcuni professi.

17

04

Gerusalemme (San Salvatore): Solennità di San Francesco

Bergamo (Italia): Evento di solidarietà con la chiesa in Siria

18

05

Gerusalemme (San Salvatore): Celebrazione per l’apertura del nuovo anno accademico

Roma (Italia): Presentazione del libro Latte, miele e falafel (Elisa Pinna)

19

Roma (Italia): Sesta giornata per le associazioni di Terra Santa

22

Gerusalemme: Incontro con dirigenti FAI

25

Gerico: Visita fraterna

26

Ain Karem S. Giovanni: II Sessione del Discretorio

05

06

Gerusalemme (Getsemani): Professione solenne di fra Louay Bsharat, Alberto Pari, Tomasz Dubiel, Tony Choukry e Ulise Zarza. Betlemme: Apertura anno accademico Università Cattolica di Betlemme.

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Curia Custodiale COMUNICAZIONI SEGRETERIA Ricordo del Mistero del Getemani

“Vegliate e pregate!” 5 settembre, giovedì, 20:30: Ora santa, seguita da Fiaccolata in torno al Giardino Sacro.

Memory of Gethsemane’s Mystery

“Watch and pray!” September the 5th, Thursday, 8 p.m.: Holy Hour and Light procession around the sacred Garden.

Recuerdo del Misterio del Getsemaní

“Velad y orad!” 5 setiembre, jueves, 20:30: Hora santa y Procesión de antorchas alrededor del Jardín sagrado.

Memória do Mistério do Getsêmani

“Vigiai e orai!” 5 de setembro, quinta-feira, às 20h30min, Hora Santa; em seguida, Procissão luminosa ao redor do Jardim Sagrado.

Mémoire du Mystère du Gethsémani

“Vieilles et pries!” 5 Septembre, Jeudi, 20:30: Heure sante et Procession lumineuse au retour du Jardin sacre.

Gedächtnis des Geheimnisses vom Gethsémanigarten

“Wacht und betet!” Am 5. September, Donnerstag, um 20:30: Andacht und Light Prozession um den Heiligen Garten.

Pamiętaj o Tajemnicy w Getsemani

“Czuwajcie i módlcie się!” 5 Wrzesień, Czwartek, 20:30 Godzina Święta, po niej Procesja wokół Świętego Ogrodu.

‫ﻟﺬﻛﺮﻯ ﺳﺮ ﺍﳉﺴﻤﺎﻧﻴﺔ‬ «‫»اﺳﻬﺮوا وﺻﻠﻮا‬ ‫ اﳌﺸﺎرﻛﺔ ﻓﻲ اﻟﺰﻳﺎح ﺣﻮل‬،‫ اﻟﺴﺎﻋﺔ اﳌﻘﺪﺳﺔ‬،‫ اﻟﺴﺎﻋﺔ اﻟﺜﺎﻣﻨﺔ واﻟﻨﺼﻒ ﻣﺴﺎء‬،‫ اﳋﻤﻴﺲ‬،‫ اﻳﻠﻮل‬٥ .‫اﻟﺒﺴﺘﺎن اﳌﻘﺪس‬

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COMUNICAZIONI SEGRETERIA

Festa della Natività di Maria PEREGRINAZIONE A SANT’ANNA

8 Settembre 2013

Si invitano, gentilmente, tutti i Frati presenti a Gerusalemme a partecipare alla solenne celebrazione Ore 08.30: Partenza da San Salvatore per la Chiesa di Sant’Anna con i Kawas. Ore 09.00:

Solenne concelebrazione eucaristica. S. Messa in lingua francese con la preghiera eucaristica in latino. Ritorno in forma privata dopo il rinfresco.

Gerusalemme, 14 Settembre 2013 La Congregazione per il Clero con il rescritto, prot. N. 20131270/S, ha comunicato la concessione da parte di Sua Santità Papa Francesco della dispensa dal sacro celibato, dagli oneri derivanti dal Ordine sacro e la dimissione dallo stato clericale a Kevin Michael FLANIGAN. Fra Sergio Galdi,ofm Segretario di Terra Santa

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Curia Custodiale COMUNICAZIONI SEGRETERIA LA CUSTODIA DI TERRA SANTA

THE CUSTODY OF HOLY LAND

Professione Perpetua

The Perpetual Profession

Nell’Ordine dei Frati Minori di

In the Order of Minor Friars of

fra Alberto Joan Pari fra Luai Bsharat fra Tomasz Franciszek Dubiel fra Tony Choucry fra Ulise Zarza

br Alberto Joan Pari br Luai Bsharat br Tomasz Franciszek Dubiel br Tony Choucry br Ulise Zarza

Nelle mani del Custode di Terra Santa Fra Pierbattista Pizzaballa

in the hands of the Custos of Holy Land br Pierbattista Pizzaballa

SABATO 5 OTTOBRE 2013, ORE 17.30 BASILICA DEL GETSEMANI, GERUSALEMME

SATURDAY 5th of OCTOBER 2013, 5.30 PM BASILICA OF GETSEMANI, JERUSALEM

Annuncia con gioia la

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With great joy announces


COMUNICAZIONI SEGRETERIA

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Curia Custodiale COMUNICAZIONI SEGRETERIA

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COMUNICAZIONI SEGRETERIA

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Regione San Paolo Conferenza internazionale in Giordania: “Le sfide degli Arabi Cristiani” AMMAN, 3/4 settembre 2013 e sfide degli arabi Cristiani” è il titolo della conferenza organizzata da Sua Maesta’ Abdullah II, re di Giordania, tenuta il 3 e 4 settembre ad Amman.

“L

Yohanna X al-Yazigi, fratello di Boulos al-Yazigi, Vescovo Metropolita d’Aleppo, rapito lo scorso aprile in Siria.

Con la situazione Siriana sullo sfondo e l’iniziativa del digiuno proposto da Papa Francesco nel cuore, i capi delle Chiese cristiane di tutto il Medioriente si sono ritrovati per discutere di tutte le problematiche con le quali si cimentano i cristiani locali.

“Gli arabi cristiani sono coloro che possono capire meglio l’Islam e i suoi valori più autentici” ha affermato Re Abdullah II nel suo discorso inaugurale, “Siamo fieri che la Giordania costituisca un modello unico di convivenza e fraternità tra musulmani e cristiani. Crediamo anche che la protezione dei diritti dei cristiani sia un dovere e non un favore”.

Tra gli oltre 70 patriarchi, delegati patriarcali, vescovi e sacerdoti, erano presenti il Cardinal Jean-Louis Tauran, Presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso e rappresentante della Santa Sede, il patriarca latino di Gerusalemme S.B. Fouad Twal, S.B. Theophilos III, Patriarca ortodosso di Gerusalemme e il patriarca armeno ortodosso S.B. Nourhanne Manougian. Hanno partecipato anche il Custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa ed il Patriarca maronita Bechara Boutros; particolarmente significativa la presenza del Patriarca greco ortodosso di Antiochia,

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Parole di grande stima, volte a coinvolgere sempre di più i cristiani nell’edificazione di una convivenza pacifica in tutto il medioriente. Un summit in programma da tempo ma che, alla luce degli ultimi avvenimenti, ora assume un significato ancora più ampio e decisivo per i cristiani di queste terre. http://www.fmc-terrasanta.org


Da un monastero in Siria l’invocazione che sale tra il rumore delle armi

L

a loro è una preghiera scandita dal crepitio delle armi che si avverte distinto dietro le porte delle piccole celle del monastero che faticosamente stanno tirando su, mattone dopo mattone. Tuttavia quel nugolo di coraggiose monache Trappiste italiane - che, partite otto anni fa dalla loro casa di Valserena, in Toscana, hanno scelto la Siria martoriata per la loro vita contemplativa - continua a rivolgersi fiduciosa al Signore della pace. Ne parla in questa intervista al nostro giornale la superiora suor Marta Luisa Fagnani Come avete accolto l’appello di Papa Francesco a una giornata di digiuno e di preghiera per la pace in Siria, in Medio Oriente e nel mondo? Con grande gioia. Forse è l’unica possibilità concreta di contrastare questa follia dilagante e di scongiurare un eventuale ulteriore intervento armato che certo non aiuterebbe quella popolazione già tanto martoriata. La

preghiera e il digiuno sono come armi per vuotarsi di se stessi e per provare a essere più ragionevoli, per mettersi cioè in ascolto di una sapienza più profonda. Da parte nostra abbiamo iniziato a pregare accogliendo gli inviti che ci sono stati rivolti nella settimana di preghiera per la Siria. Stiamo cercando di organizzare qualcosa insieme con il parroco del villaggio per essere vicini a quanti pregheranno con il Papa sabato in piazza San Pietro. La preghiera riuscirà a fermare le armi? La preghiera è potente ne siamo convinte, altrimenti non avremmo scelto la nostra vita. La preghiera non è qualcosa di devozionale, non è un rifugio nella pace. È un’arma potente ma è al tempo stesso pacifica. Tocca il cuore, ha una forza propria. Lo crediamo fermamente. Qual è la situazione della zona in cui vivete? Siamo in un piccolo villaggio quasi al confine con il Libano. È a maggioranza alawita, anche se ci sono grandi villaggi sunniti. Oggi la gente è come sospesa, perché vive una preoccupazione di più legata alle conseguenze di un possibile attacco in massa anche dall’esterno del Paese. La preoccupazione è soprattutto, su cosa accadrà all’interno del Paese. Qui nella nostra zona la tensione è palpabile così come lo è la paura. (©L’Osservatore Romano 8 settembre 2013)

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Regione San Paolo Il Nunzio in Siria: l’atmosfera a Damasco è un poco più serena 13 settembre 2013

Q

uesta settimana i cittadini di Damasco sono meno pessimisti dopo che il governo siriano ha accettato di sottoporre il proprio arsenale di armi chimiche al controllo internazionale, osserva il nunzio apostolico in Siria. Parlando al telefono con Terrasanta.net il 12 settembre, l’arcivescovo Mario Zenari ha detto che «l’atmosfera è migliorata» rispetto a pochi giorni fa e che «la gente ha ripreso a circolare per le strade». Il nunzio ha aggiunto che la giornata di digiuno e preghiera per la pace indetta sabato scorso, 7 settembre, da Papa Francesco è stata ben accolta in Siria: «Tutti l’hanno salutata con grande entusiasmo, dai cristiani alle autorità, alla comunità musulmana. È stata un’iniziativa apprezzatissima». Circa l’attualità del Paese, il nunzio ha detto di non essere al corrente di tutti i fatti di cronaca, perché «è difficile ottenere notizie. Sappiamo che vi sono scontri tra l’esercito regolare e altri, ma non abbiamo informazioni precise». Il diplomatico pontificio ha anche fatto riferimento all’assedio della scorsa settimana al villaggio, in gran parte cristiano, di Maaloula da parte di ribelli jihadisti

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del Fronte Al-Nusra. Anche in questo caso ha però detto di non essere a conoscenza di come stiano le cose al momento. Mercoledì scorso gruppi di uomini armati hanno sparso il terrore assaltando abitazioni e chiese subito dopo aver cinto d’assedio il villaggio. Secondo l’Associated Press nelle sparatorie sono stati uccisi numerosi residenti. Testimoni oculari hanno raccontato di aver visto afferrare cinque abitanti che sono poi stati minacciati con queste parole: «O vi convertite all’Islam o vi tagliamo la testa».


Con i suoi tremila abitanti, Maaloula è uno dei luoghi in cui si parla ancora l’aramaico, l’idioma utilizzato anche da Gesù durante la sua vita terrena. Monsignor Zenari racconta di essere in costante contatto con i vescovi, il clero e i laici riguardo alla situazione nel Paese, e che quando riceve direttive dalla Santa Sede, si rivolge alle autorità. Il nunzio ha però preferito non commentare gli sforzi diplomatici in corso per scongiurare un intervento militare occidentale contro il regime siriano, limitandosi a dire che «la situazione è delicatissima». Le minacce di un’azione militare statunitense sono state temporaneamente sospese questa settimana, dopo che la Russia ha presentato un piano per mettere sotto controllo l’arsenale chimico siriano. Funzionari americani hanno detto ieri che il disarmo sarebbe «fattibile, ma è difficile». I responsabili della politica estera di Russia e Stati Uniti dovrebbero incontrarsi a Ginevra per colloqui su un piano che preveda tra l’altro la consegna da parte della Siria delle proprie scorte ad osservatori stranieri. Tutto ciò accade dopo che gli Stati Uniti hanno accusato il regime siriano di aver causato la morte di centinaia di persone utilizzando ordigni contenenti gas letali in un attacco del 21 agosto scorso alla periferia di Damasco. Le autorità siriane, pur ammettendo di detenerne alcune scorte, hanno negato di aver fatto ricorso

a simili armi. Il patriarca melchita di Damasco, Gregorio III Laham, ha espresso il suo sollievo ieri l’altro, dopo che il presidente Usa Barack Obama ha annunciato la volontà di offrire una possibilità all’iniziativa diplomatica e di rinviare il voto del Congresso degli Stati Uniti, da lui richiesto per avere anche il via libera dei rappresentanti del popolo americano. «La grandezza di un leader – ha detto Laham, parlando all’agenzia Fides – sta nel cercare la pace e nel costruirla, non nel fare guerre e procurare devastazione. Una superpotenza è tale se è una superpotenza di pace. La logica della violenza non è mai la logica dei saggi. Chiediamo ai leader politici di tutto il mondo di prestare orecchio alla Parola di Gesù nel Vangelo: c’è quanto basta per costruire un mondo di civiltà, libertà, dignità, amore e misericordia». Il patriarca ha sottolineato che la sorte della Siria è strettamente legata a quella dei Paesi confinanti: «Se un albero brucia, l’intera foresta prende fuoco». Il rischio che corriamo è quello di un conflitto regionale che produrrebbe molte altre migliaia di vittime. Il patriarca e altri capi delle Chiese cristiane in Medio Oriente esortano i fedeli «a continuare a pregare, come ha chiesto il Papa, per la pace in Siria e nel mondo». http://www.terrasanta.net

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Regione San Paolo Deir Mar Musa, digiuno per la riconciliazione in Siria

Il

Papa ha detto all’Angelus di domenica 7 agosto a proposito della situazione in Siria: «Cari fratelli e sorelle, seguo con viva preoccupazione i drammatici e crescenti episodi di violenza in Siria, che hanno provocato numerose vittime e gravi sofferenze. Invito i fedeli cattolici a pregare, affinché lo sforzo per la riconciliazione prevalga sulla divisione e sul rancore. Inoltre, rinnovo alle Autorità ed alla popolazione siriana un pressante appello, perché si ristabilisca quanto prima la pacifica convivenza e si risponda adeguatamente alle legittime aspirazioni dei cittadini, nel rispetto della loro dignità e a beneficio della stabilità regionale». La Comunità di Deir Mar Musa al Habasci, da venerdì 23 a venerdì 30 settembre 2013. nella montagna di Nebek, intende trascorrere otto giorni di digiuno, preghiera e sakina, per supplicare Dio l’Eccelso, Padre di Misericordia, per ottenere la riconciliazione tra i cittadini sulla base di una comune scelta per la non-violenza come unico metodo in grado di garantire una riforma duratura, senza scivolare nella guerra civile e il circolo vizioso della vendetta. Speriamo che tutti i nostri fratelli, amici e cittadini della Siria, di qualsiasi orientamento, ci accompagneranno in quest’atto di devozione. Piangiamo tutti i nostri «martiri»; essi sono nostri figli, fratelli e padri... Speriamo di toccare il cuore di tutti coloro che sono approdati

all’uso della violenza, giustificandolo con il pretesto della paura, dell’interesse, del dovere, della religione o dell’ideologia. Chiediamo per la Siria il miracolo della riconciliazione, Amen! Lo attendiamo da Dio, nella conversione gli uni verso gli altri dei cuori delle figlie e figli di questa terra. Il nostro Paese è ferito, e le anime sono piene di sentimenti di subita ingiustizia e di paura della persona altrui. Ognuno vede l’altro come un pericolo per la comunità, come un nemico della patria; gli è difficile riconoscerlo come un essere umano a lui simile, che ha gli stessi diritti e dignità, anche se li ha egli stesso snaturati. La riconciliazione ha, a nostro avviso, diverse porte, anche se sono anch’esse oggetto di dialogo e di negoziato. Ci auguriamo che si apra la porta della libertà di espressione e di stampa, che cresca l’etica degli opera-

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tori del settore dei media, all’esterno e all’interno del paese. Infatti, non è possibile sfuggire alla menzogna che attraverso la pluralità delle fonti d’informazione. Oggi, è effettivamente impossibile per qualsiasi paese, l’isolarsi dalla società globale. Dobbiamo quindi cercare un minimo di obiettività, attraverso la pluralità mediatica mondiale, pur essendo coscienti dei suoi limiti e reagendo contro di essi.

concretizzarsi senza ascesi, senza esercizio del distacco da ogni interesse particolare in contraddizione col bene comune. Saranno giorni di incontro e di scambio di opinioni nella calma e il rispetto per la dignità di ogni individuo e delle sue opinioni.

La seconda porta alla quale bussiamo è rappresentata dal desiderio dell’uomo di raggiungere un livello di coscienza che gli permetta di risolvere i conflitti senza ricorrere alla violenza, nella maggior parte delle occasioni e delle situazioni. Perciò rifiutiamo qualsiasi proposta d’intervento straniero armato, come rifiutiamo qualsiasi escalation terrorista all’interno del paese, e così pure non possiamo accettare l’uso della violenza praticata per reprimere il movimento pacifico di rivendicazione democratica.

Preghiamo Iddio di concedere al Presidente della Repubblica e al Governo siriano la saggezza e la lungimiranza necessarie a superare la crisi, per amore di patria e in spirito di sacrificio al suo servizio. Ci appelliamo a tutti i responsabili nelle file dell’opposizione, nelle sue varie componenti, perché scelgano l’impegno nella non violenza, a qualunque costo. Preghiamo per tutti i cittadini siriani, tanto all’interno del paese come emigrati, e per tutti gli amici della Siria, perché ciascuno di noi comprenda e faccia il proprio dovere in questo momento difficile, fuori da ogni partigianeria confessionale o ideologica. Non che noi si odino le appartenenze, ma perché tutti apparteniamo gli uni agli altri!

Noi vi invitiamo a questi giorni di digiuno, preghiera e sakina, perché questa nostra presa posizione non può

Comunità di Deir Mar Musa al Habasci http://www.popoli.info

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Regione San Paolo Radio Vaticana intervista il Custode di Terrasanta settembre 2013

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popoli del Medio Oriente non si lascino rubare la speranza della pace. Riecheggia papa Francesco il custode di Terrasanta, padre Pierbattista Pizzaballa, che sottolinea quanto gli appelli di pace del Pontefice siano accolti con gioia non solo dai cristiani ma anche dai musulmani dei Paesi della regione travolti dalla guerra. «Soprattutto le persone che lavorano nel territorio, che ancora credono e sono convinte, per esperienza, che si vive insieme e che si deve vivere insieme - dice alla Radio Vaticana - non perdano la speranza nella preghiera comune, di trovare la forza per continuare, nonostante tutto, a stare insieme e a dare testimonianza di comune umanità».

Di fronte ai conflitti che insanguinano l’intera area, «quello che sentiamo - noi siamo in contatto quasi ogni giorno un po’ con tutto il territorio - è tanta paura, tanta desolazione da parte della gente, ma anche un po’ di rabbia per tutto quello che sta accadendo: è una guerra che passa sopra le teste della gente, come sempre...», osserva Pizzaballa. Per il padre Custode, «molto spesso, quando si parla di Medio Oriente, si usa la religione in maniera strumentale; in realtà, sono lotte di potere tra fazioni, tra Paesi

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- Paesi stranieri, naturalmente - che vogliono avere il controllo delle vie di trasporto o semplicemente per avere più potere. Non sono né l’islam né il cristianesimo che stanno alimentando queste guerre atroci». Secondo Pizzaballa, inoltre, «tutto il mondo musulmano - che comunque è un mondo molto composito - ha accolto in maniera molto positiva l’appello del Papa e anche la figura del Papa, in maniera molto aperta, con grande entusiasmo. E questo è di buon auspicio. Bisogna lavorare su quell’ambito, cioè dell’incontro con la realtà del territorio, con le persone semplici cercando di evitare ogni forma di strumentalizzazione». Il Custode francescano di Terra Santa, quindi, fa appello al proseguimento della convivenza tra fedi e culture diverse. «Abbiamo visto chiese distrutte anche in Egitto, oltre che in Siria; situazioni oggettivamente problematiche e difficili ma non dobbiamo fermarci a questo - afferma -. Sono molti di più gli esempi di collaborazione e di aiuto e di convivenza storica, tradizionale tra le due comunità, che deve continuare e deve prevalere». http://vaticaninsider.lastampa.it


In Siria sono 11 i frati rimasti a prendersi cura della popolazione settembre 2013

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a Siria è sempre stata il granaio del mondo, ma oggi ha bisogno di pane: aggiornamenti sulla situazione Ecco le sedi principali: ad Aleppo, nel convento di Sant’Antonio di Padova, è rimasto padre Bassam con fra Edoardo, mentre ad Azizieh, poco distante, sopravvive la parrocchia latina sotto la responsabilità di padre Georges. A Damasco, a custodire la cappella di Sant’Anania, c’è ancora padre Raimondo con un altro frate, di nome Atef. Ancora, nella capitale siriana, rimangono in vita due conventi, al memoriale san Paolo (dove è avvenuta la sua conversione) con il superiore padre Romualdo e a Salhieh, poco vicino, gestito da padre Giuseppe. Sul mare il convento di Lattakiah, dove vivono 3 frati sotto la guida di padre Maroun. E infine a Kanyeh, vicino al Libano, il convento di san

Giuseppe è gestito da padre Hanna. Il Custode di Terra Santa p. Pierbattista Pizzaballa intervenendo nei giorni scorsi ha dichiarato: “La questione siriana è delicatissima e i civili sono inermi davanti alla ferocia di quanto sta accadendo; la preghiera è uno strumento indispensabile ma è urgente sostenere la popolazione, sfiancata dal massacro, con un aiuto concreto”. Abbiamo già raccolto molto, in questi due anni e mezzo di conflitto, grazie alla generosità di tante persone, ma purtroppo non basta. Il tuo aiuto può fare davvero la differenza per la popolazione siriana. http://www.proterrasancta.org

Siria: è emergenza umanitaria. Cosa puoi fare tu.

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ono rimasti in pochi nel villaggio di Homs, ogni volta che passo davanti alla scuola mi sembra un miracolo che ci siano ancora dei bambini sui banchi e prego che anche oggi possano tornare a casa vivi. In Siria si esce di casa e si corre il rischio di non tornarci. Ma non posso fermarmi, tanti dei nostri assistiti sono già in fila per comprare qualcosa, fare la spesa è diventato un lavoro, devo andare da loro, sicuramente non avranno abbastanza soldi e mi aspettano. Staremo in fila per ore sperando di non dover scappare da qualche bombardamento.. e domani sarà la stessa cosa. Questa è la nostra quotidianità in Siria”. Fra Halim, ofm. http://www.proterrasancta.org

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Cronaca Custodiale della Custodia Il grido di Pace è risuonato al Getsemani Gerusalemme, 7 settembre 2013

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ristiani locali, religiosi e religiose in missione nel Paese, pellegrini di passaggio... La Basilica delle Nazioni, conforme al suo nome, ha accolto questo sabato sera, i cristiani di tutte le confessioni, riti, lingue e Nazioni per dar voce a quello che Papa Francesco ha chiamato “Il grido di Pace.” Alla presenza del Patriarca latino, Fouad Twal, del Nunzio e Delegato Apostolico, Mons. Giuseppe Lazzarotto, dei rappresentanti delle diverse Chiese, in primo luogo i Siriaci e i Copti, il parroco di San Salvatore, Fra Feras Hejazin, ha presieduto questa serata di preghiera. In un clima particolarmente raccolto, i fedeli hanno ascoltato e fatto proprie le parole pronunciate dal Papa all’Angelus del 1° settembre, che invitavano a vivere una giornata di digiuno e preghiera ( link al testo integrale del Papa). Nella Basilica accanto al Giardino degli Ulivi, davanti ai mosaici raffiguranti l’agonia di Gesù e alla pietra che ricorda la Sua angoscia mortale, la preghiera dei cristiani di Gerusalemme, recitata in arabo, ebraico, aramaico, copto e molte altre lingue, si è elevata verso il Signore per implorare il dono della pace per la questa Regione. Durante l’intera giornata, analoghe preghiere sono state celebrate nelle varie chiese e cappelle della Terra Santa. I legami che uniscono tutti i cristiani di Terra Santa che convivono nella Regione sono particolarmente stretti , non solo perché possiedono una cultura araba comune, ma perché numerose famiglie hanno parenti nell’uno o nell’altro Paese del Medio Oriente.

A Gerusalemme, i più anziani ricordano le vacanze trascorse in Siria, presso uno zio, una zia, un cugino o presso i nonni. Fino al 1967, la comunità cristiana locale ha vissuto al di là di frontiere o confini. Gerusalemme, infatti, dista 219 km da Damasco, 425 dal Cairo, 237 da Beirut (a soli 86 Km da Damasco). I francescani della Custodia, numerosi all’assemblea, hanno rivolto un pensiero particolare per i loro frati che, in Siria, continuano il loro servizio presso la popolazione che li circonda, sostenendola affinché possa vivere nella fede la tragedia che il Paese sta attraversando. Una processione con le fiaccole accese nel Giardino degli Ulivi e la preghiera del Padre Nostro hanno concluso la veglia di preghiera per la pace. Ringraziando i presenti, padre Feras ha ricordato: “La nostra preghiera non finisce stasera, ma continua e noi proseguiremo dicendo: No alla guerra, sì alla pace! Sì, noi vogliamo la pace in Terra Santa, in Libano, in Egitto, in Siria, in Irak.” La Custodia e ATS, la sua ONG, propongono di fare un altro gesto concreto per aiutare la Siria: rispondendo all’appello di solidarietà, si possono inviare sul posto, tramite le comunità cristiane, prodotti di prima necessità di cui la popolazione ha urgentemente www.proterrasancta.org www.custodia.org

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La Custodia di Terra Santa in festa per la prima professione di due novizi LA VERNA, 7 settembre 2013

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giorno 7 settembre nel santuario francescano della Verna, luogo che fu testimone della stimmatizzazione del Padre S. Francesco, i due novizi della Custodia di Terra Santa, fra Marco Carrara e fra Jeries Ghatas, hanno emesso la loro prima professione dei voti religiosi nell’Ordine dei Frati Minori, nelle mani del P. Custode, fr. Pierbattista Pizzaballa. Con loro hanno pure professato “la vita e la Regola dei Frati Minori” due novizi della Provincia francescana di Roma, fra Riccardo Giordanella e fr. Federico Fiore, e un novizio della Provincia di Lituania, fra Adomas Vyšniauskas. La solenne celebrazione è stata preceduta dal Ministro Provinciale di Roma, fra Giovanni Rossi, e concelebrata, oltre che dal Custode di Terra Santa, dai Ministri Provinciali della Toscana e della Lituania, con molti altri frati e sacerdoti, intervenuti apposta per l’occasione, per gioire con i confratelli profitendi e ringraziare insieme il Signore per il dono delle vocazioni alla vita francescana. Nonostante il Papa avesse indetto per quello stesso giorno uno speciale digiuno e un tempo di preghiera per ottenere dal Signore la grazia della pace in Siria e nel mondo intero, P. Paolo Fantaccini, Provinciale di Toscana, ha spiegato che quel giorno sarebbe stato comunque per noi festivo, unendoci alle intenzioni del

S. Padre in un altro momento: ha però voluto che il Custode desse una testimonianza sulla situazione di crisi della amata nazione siriana. Dopo la celebrazione liturgica tutti si sono ritrovati nel refettorio dello stupendo convento francescano per felicitarsi con i neoprofessi e i loro familiari e condividere una agape fraterna. Mentre rinnoviamo i nostri auguri a fra Marco e fra Jeries, ci uniamo al ringraziamento espresso dal P. Custode alla Provincia toscana, che ospita i nostri novizi e in particolare al Maestro, fra Federico, e al Vice-Maestro, fra Pier Marco, già studente in Terra Santa.

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Cronaca Custodiale della Custodia Oggi inizia la salvezza del mondo Gerusalemme, 8 settembre 2013

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omenica 8 settembre, circa quindici frati francescani, lasciati i loro Conventi, si sono recati i in processione alla Chiesa di Sant’Anna di Gerusalemme per festeggiare la nascita della Vergine Maria. Fin dal XV secolo la Custodia ottenne il permesso di compiere questo tradizionale pellegrinaggio (oltre a quello dell’Immacolata l’8 dicembre), quando la chiesa dedicata a Sant’Anna, dopo l’Epoca crociata, fu trasformata in una scuola coranica. Il firmano, ottenuto all’epoca dai francescani, ancora oggi consente loro il diritto di presiedere la celebrazione, anche se, attualmente, la Basilica è affidata ai Padri Bianchi, missionari d’Africa. ha concluso affermando: “In questi tempi difficili, presentiamo al Signore della misericordia, la nostra supplica assidua per la pace in questa terra e in tutto il Medio Oriente, perché possiamo contemplare in Maria, di cui oggi celebriamo la nascita, colei che sarà capace di portare gli uomini che vivono su questa Terra, verso la comunione, la concordia e la pace. Amen.”

Dal VI secolo nel Santuario, accanto al quale è situata la piscina probatica dove avvenne il primo miracolo di Gesù a Gerusalemme, la tradizione celebra il luogo di nascita della Vergine Maria. Nell’omelia Fra Stéphane Milovitch, ofm, citando le parole di San Giovanni Damasceno, afferma: “Oggi è l’inizio della salvezza per il mondo perché ci è nata, nella Santa Chiesa Probatica, la Madre di Dio dalla quale si è degnato di nascere l’Agnello di Dio che prende su di sé il peccato del mondo.” (Giovanni Damasceno, Sulla Natività, 6). Dopo aver rilevato, come la contemplazione della vita di Maria possa diventare guida per le nostre vite quotidiane, Fra Stéphane ha invitato l’assemblea a unirsi alla richiesta di Papa Francesco affinché si trovi una soluzione pacifica ai tumulti della Siria. Fra Stépahne

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Dopo la celebrazione, i Padri Bianchi hanno invitato i numerosi fedeli e i loro ospiti, tra cui il Console Generale di Francia, rappresentato dal vice-console M. Olivier Plançon – in questo luogo divenuto nel XIX secolo Dominio Nazionale Francese – a ritrovarsi per un rinfresco. Un momento di convivialità e d’incontro dopo la pausa estiva. www.custodia.org


Il dono di Maria all’umanità Gerusalemme, 8 settembre 2013

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a giornata dell’8 settembre si prospetta soleggiata e calda già dalle prime ore. Un mattino di estate come tanti altri, per molti abitanti di Gerusalemme; ma per i cristiani ed i religiosi che vivono nella città santa, si tratta di una data solenne ed importantissima, un giorno di festa e gioia al quale tutti sono invitati a partecipare e ad aderire con il cuore. Ricorre infatti la festa della Natività della Beata Vergine Maria, celebrazione già nota nel IV sec., diffusa prima in oriente e poi, tre secoli dopo, in tutto l’occidente grazie a Papa Sergio I. La celebrazione solenne si è svolta nella Chiesa di Sant’Anna, situata nel quartiere cristiano di Gerusalemme e gestita fin dal 1878 dai Padri Bianchi. L’edificio è sorto in questo luogo solo nel 1140, dopo un avvicendarsi di diversi edifici che interessarono l’intera area. Dopo infatti che l’imperatore Adriano sostituì la piscina probatica del tempo di Gesù con dei bagni pubblici ed un tempio, nel V secolo i bizantini edificarono una basilica dedicata a Santa Maria. Secondo infatti una tradizione apocrifa, che risale al Protovangelo di S. Giacomo, vicino alla piscina probatica del I secolo vissero i Santi Gioacchino ed Anna, i genitori della Madre di Gesù. La festa della Natività della Beata Vergine Maria viene celebrata l’8 settembre proprio in ricorrenza della dedicazione di tale basilica ad opera dei bizantini. Successivamente alla distruzione causata dai persiani nel VII secolo, i crociati costruirono nel 1140 l’attuale Chiesa di Sant’Anna. Trasformata da Saladino in scuola

coranica, l’edificio venne donato nel 1865 dal sultano turco Abdul Megid al governo francese nel 1865. I frati francescani della Custodia di Terra Santa hanno lasciato il Convento di San Salvatore durate il mattino per dirigersi in processione, preceduti dai Kawas, fino alla Chiesa di Sant’Anna, dove sono stati ricevuti calorosamente e cordialmente dai Padri Bianchi. La celebrazione è iniziata con l’incensazione dell’altare costruito in una delle grotte che compongono la cripta della chiesa: in una di queste è stata infatti individuata, fin dall’epoca crociata, il luogo originario della casa di Gioacchino ed Anna. Dalle grotte, la processione si è poi portata fino all’altare centrale della chiesa, ai lati del quale, sui capitelli delle due colonne, sono scolpiti i simboli degli evangelisti Matteo e Luca, gli unici a narrare l’infanzia di Gesù. La Santa Messa, presieduta da padre Stephane Milovitch ofm, attualmente Guardiano del Convento di San Salvatore a Gerusalemme, si è interamente svolta in lingua francese. Per la Custodia di Terra Santa, infatti, l’8 settembre è una doppia festa: se da un lato ricorre la festa della Natività della Beata Vergine Maria, dall’altro è anche la festa della Francia, la quale è fin dai primordi protettrice e benefattrice dei figli di San Francesco d’Assisi, che prestano servizio in questa terra piena di bellezze e difficoltà, di gioie e di contraddizioni. Hanno partecipato alla solennità molti sacerdoti e membri del clero raccoltisi nella Chiesa di Sant’Anna in questo giorno di festa; hanno presenziato alla celebrazione il Console Generale di Francia a Gerusalemme, Frédéric Desagneaux e consorte, religiosi e

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Cronaca Custodiale della Custodia religiose di varie congregazioni, membri della comunità arabo-cristiana del luogo e pellegrini di diverse lingue e nazionalità. Al termine della solennità, nel giardino del convento dei Padri Bianchi, i partecipanti sono stati tutti invitati ad un piacevole momento conviviale all’ombra di alcuni tendoni che hanno offerto riparo e frescura dal caldo sole di metà giornata. Francesco “circondava di un amore indicibile la Madre di Gesù, perché aveva reso nostro fratello il Signore della maestà. A suo onore cantava laudi particolari, innalzava preghiere, offriva affetti tanti e tali che lingua umana non potrebbe esprimere” (2Cel 198). La devozione del santo d’Assisi a Maria è profonda e sincera ed invita tutti noi a riflettere in ogni età sulla grazia che Dio ha voluto concedere agli uomini. Ella non è solo il dono ai Santi Gioacchino ed Anna, bensì il Tabernacolo Santo che ha aperto la strada all’umanità al progetto di salvezza di Dio. Ripensando infatti a lei nel termine del suo destino iniziato alla nascita e compiuto in Paradiso, viene immediatamente alla mente la preghiera che Dante Alighieri mette nella bocca e nel cuore a san Bernardo

nell’ultimo canto di tutta la Divina Commedia: Vergine Madre, figlia del tuo figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d’etterno consiglio, tu se’ colei che l’umana natura nobilitasti sì, che ‘l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura. Nel ventre tuo si raccese l’amore, per lo cui caldo ne l’etterna pace così è germinato questo fiore. Qui se’ a noi meridiana face di caritate, e giuso, intra ‘ mortali, se’ di speranza fontana vivace. Donna, se’ tanto grande e tanto vali, che qual vuol grazia e a te non ricorre sua disianza vuol volar sanz’ali. La tua benignità non pur soccorre a chi domanda, ma molte fiate liberamente al dimandar precorre. In te misericordia, in te pietate, in te magnificenza, in te s’aduna quantunque in creatura è di bontate. Se ci domandiamo infatti quale sia il punto di grandezza della Madonna, ci accorgiamo che la sua grandezza non è tanto nella sua immacolata concezione o nel suo posto nell’economia della salvezza: il punto di grandezza della Vergine è infatti il suo sì incondizionato a Dio, che è l’unico punto, fra l’altro, che anche noi possiamo imitare. Nessuno di noi può imitarla nell’immacolata concezione, perché abbiamo tutti il peccato originale; nessuno può imitarla nel suo essere la Madre di Dio: solo lei infatti ha potuto esserlo; e nessuno la può imitare nell’economia della salvezza, cioè nel posto che Dio le ha affidato. Ma tutti possiamo imitarla nell’unico punto che costituisce la sua grandezza e che è la strada alla nostra grandezza, ed è la strada alla riuscita della nostra vita. Rendiamo quindi grazie a Dio per questo dono e modello che Egli ha voluto concedere all’umanità, affinché anche noi impariamo ad essere docili e abbandonati alla volontà del Signore. Fra Marco Maria Baldacci, ofm

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Dieci nuovi Postulanti per la Custodia di Terra Santa MONTEFALCO, 9 settembre 2013

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ello splendido scenario dell’Umbria francescana, nel convento di S. Fortunato a Montefalco, dieci ragazzi hanno fatto oggi, 9 settembre, il loro ingresso ufficiale nell’anno di Postulato, il primo passo nel cammino di discernimento sulla loro vocazione alla sequela di Cristo sull’esempio di S. Francesco, nella Custodia di Terra Santa. La celebrazione, in forma molto semplice, è stata presieduta dal P. Custode, fra Pierbattista Pizzaballa, che, commentando le letture, ha insistito sulla necessità di “fissare lo sguardo su Gesù” (cfr. Gv 1,36) e di “abitare, restare nella sua Persona” (cfr. Gv 1,39) per conoscerlo sempre meglio e chiarire a se stessi la Sua identità e la nostra vera identità in Lui. La ricerca di Dio e della Sua volontà è una impresa faticosa e mai compiuta una volta per tutte, che comporta un progressivo svuotarci di noi per lasciarci riempire di Lui, secondo quanto ricordava la lettura tratta dalle Fonti Francescane (cfr. FF 328-329). Come Francesco dobbiamo comprendere che in questa fatica dobbiamo anche saperci fare accompagnare, perché la vocazione la si riceve nella Chiesa e la si vive nella Chiesa.

I dieci nuovi Postulanti, che hanno ricevuto il Tau e una copia delle Fonti Francescane, sono di sette diversi paesi, di differenti età e culture: Aiman dalla Terra Santa, Khukaz dalla Siria, Saiid dalla Giordania, Lukasz dalla Polonia, Fabio dalla Colombia, Luigi da Panama, Domenico, Marcello, Marco e Andrea dall’Italia. Un piccolo specchio di quell’internazionalità che contraddistingue la vita e la missione della Custodia di Terra Santa. A loro i nostri migliori auguri di buon cammino!

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Cronaca Custodiale della Custodia La Croce, principio di Resurrezione Gerusalemme, 14 settembre 2013

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abato 14 settembre, alle 9 del mattino: la processione dei Frati Francescani, partita dal Convento di San Salvatore, arriva alla Basilica del Santo Sepolcro per celebrare la festa dell’Esaltazione della Santa Croce. Dalla cappella dell’Apparizione a Maria Maddalena, il corteo sale al monte Calvario dove, i fedeli, erano in attesa. “Per entrare nella ricchezza della sapienza di Dio, diceva San Giovanni della Croce, bisogna entrare attraverso la porta: questa “porta” è la croce.”

Sintesi del mistero pasquale, questa “porta” che Gesù invita a raggiungere, il cui legno è venerato da quasi 1700 anni, raduna ogni anno cristiani di Terra Santa e pellegrini del mondo intero. In questo giorno si commemora anche la Liberazione della Santa Croce, ripresa ai Persiani nel 628. L’Eucaristia, è stata presieduta dal nuovo Vicario custodiale fra Dobromir Jasztal Nell’omelia, fra Dobromir ha ricordato che sia la Chiesa che il Nuovo Testamento sono attraversati dal mistero della Croce, segno dell’u-

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miliazione più profonda di Cristo”, ma al contempo “il principio della sua resurrezione.” È sulla croce che Gesù è stato elevato. Così la croce stessa è esaltata. Fra Dobromir ha esortato l’assemblea a scegliere la via della fede laboriosa per potere, a nostra volta, essere elevati tramite la Croce. “Credere in lui non significa accettare la sua crocifissione. Questo è un fatto e non ha bisogno di fede. È invece necessario credere in tutto ciò


che ha portato Gesù sulla Croce.” La fede deve tradursi in tutta la vita cristiana, come imitazione dello stesso Cristo. “Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono” (Lc 6,39).

Dopo l’Eucaristia la processione, sulle note del Vexilla Regis, si è recata all’altare dell’Apparizione a Maria Maddalena. I fedeli, dopo la benedizione finale, hanno venerato una reliquia della Vera Croce.

La Croce fu espressione della volontà del Padre cui Gesù è stato fedele, per elevarci insieme a Lui. Per perdonare, come Lui ha perdonato. Per amare, come Lui ha amato.

Vedi articoli degli anni precedenti. 2012: Esaltazione della Santa Croce 2011: Festa dell’Esaltazione della Santa Croce a Gerusalemme 2010: Attratti dal legno della Vera Croce

La Croce riassume le parole d’amore e di perdono. L’imitazione del Cristo significa « spogliare se stessi. »

www.custodia.org

Portare la propria croce, significa seguire il suo esempio. Per la sua crocifissione, Egli è “entrato nella Gloria del Padre”, come ricorda San Paolo nella lettera ai Filippesi. Egli è Signore, Colui al quale il cristiano deve consacrare la propria vita. A conclusione della sua omelia, fra Dobromir ha citato le parole di Papa Francesco, all’indomani della sua elezione: “Io vorrei che tutti, dopo questi giorni di grazia, abbiamo il coraggio, proprio il coraggio, di camminare in presenza del Signore, con la Croce del Signore; di edificare la Chiesa sul sangue del Signore, che è versato sulla Croce; e di confessare l’unica gloria: Cristo Crocifisso. E così la Chiesa andrà avanti.”

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Cronaca Custodiale della Custodia Il Barocco arriva a Betlemme BETLemme, 14 settembre 2013

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embra proprio che non debba avere fine il rapporto tra arte e Terra Santa. Dopo la mostra sui tesori del Santo Sepolcro che si è tenuta a Versailles dal 16 aprile al 14 luglio e che ha registrato centinaia di migliaia di visitatori, i doni dei sovrani di tutta Europa sono tornati al loro posto. Solo quattro dipinti, notevoli esempi di Barocco napoletano di Francesco De Mura e della sua scuola, si sono fatti attendere piu’ del dovuto, ma non è stata un’attesa vana. In occasione della mostra di Versailles i quadri non erano stati completamente restaurati per motivi di tempo, dunque il gallerista Maurizio Canesso, titolare della Galerie Canesso a Parigi, ha deciso di fare un dono alla Custodia di Terra Santa, prendendosi carico di tutti i costi del restauro. “Non sono d’oro ma il loro peso, se vogliamo, è un peso culturale, un peso artistico e un peso storico, il cui insieme crea un oggetto di valore eterno, forse piu’ dell’oro”, ha affermato il generoso donatore. Bisogna essere grati ai tanti che donano per la Terra Santa ed allo stesso modo occorre ringraziare chi trova modi creativi per farlo. Mettendo a disposizione il proprio mestiere e le proprie competenze, Maurizio ha fatto sì che la chiesa di Santa Caterina di Betlemme fosse arricchita di un ciclo

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di dipinti raffiguranti la Vergine: l’Annunciazione, il sogno in cui l’angelo appare a San Giuseppe, con Maria sullo sfondo, l’apparizione di Gesu’ risorto alla Madre e infine l’incoronazione della Madonna. “Un ciclo di De Mura che era andato completamente disperso” ci racconta Maurizio Canesso “Si aveva ricordo che padre Yepes, nel ’700 avesse inviato dei dipinti di De Mura, ma non si sapeva dove fossero. Finalmente li abbiamo ritrovati, li abbiamo restaurati a Parigi e oggi trovano posto[...] a Santa Caterina di Betlemme”.


Disposti sulla parete sinistra della chiesa, adiacente alla Basilica della Natività, questo ciclo assume un significato particolare, che conduce il fedele passo dopo passo lungo la vita della Vergine, senza mai perdere di vista il Salvatore che venne alla luce a pochi metri di distanza. Ma il generoso gallerista non si è limitato a restaurare i quadri: ha fortemente voluto che un team di esperti venisse in Terra Santa per visionare parte dell’immenso patrimonio artistico che è stato donato alla Custodia di Terra Santa nel corso dei secoli. Studiosi, esperti d’arte, restauratori, direttori di musei hanno discusso e osservato con passione le opere, disquisendo anche sulla migliore disposizione dei dipinti di De Mura a Betlemme. Un lavoro paziete e non facile, che però ha dato i suoi frutti, come afferma Maurizio Canesso:

stati e disposti attorno al grande organo, creando così uno spazio libero per arretrare sia l’altare sia il coro. Secondo Fra Stéphane Milovitch, allora Guardiano della Natività, che ha seguito i lavori, “sono stati ricavati circa 200 posti in più per la Messa di Natale.” Questo si nota già, infatti, durante le messe domenicali i fedeli non dovranno più sedersi nei banchi delle navate laterali, dove il coro era poco visibile. Fra Ricardo Maria Bustos, nuovo Guardiano e Fra Nerwan Nasser Al Banna, nuovo Parroco, sapranno di certo apprezzare queste migliorie che hanno reso la chiesa più spaziosa.

“Sono stati incorniciati con queste cornici del 700 bianche e oro – originali e in stile Barocco napoletano, dice il gallerista ancora con il metro in mano – e, finalmente, messi in una sequeza temporale e iconografica della storia della Vergine, prendono una dimensione eccezionale e ne fanno risaltare anche la chiesa”.

Turisti e pellegrini, appena appesi i quadri, sono accorsi a contemplarli. www.custodia.org

Questi dipinti non arricchiscono soltanto la Terra Santa, la Custodia e Betlemme, ma segnano anche un momento importante per i Territori Palestinesi che ammirano, come forse non era mai accaduto, l’ingresso trionfale dell’arte in una delle chiese più importanti per la cristianità. La sistemazione dei quadri è stata il tocco finale dei lavori d’abbellimento e ampliamento della Chiesa di Santa Caterina in queste ultime settimane. Infatti, per ampliare la navata, gli stalli dei religiosi sono stati spowww.custodia.org

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Cronaca Custodiale della Custodia Restaurato il tetto del Getsemani gerusalemme, 25 settembre 2013

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oi siamo Lattonieri. Ci sono tanti che si chiamano coperturisti, tanti che si chiamano... Noi siamo Lattonieri, artigiani Lattonieri!» Sono molto orgogliosi del loro lavoro Matteo Plaga e suo padre Adriano, gli artigiani che stanno ristrutturando il tetto della Basilica del Getsemani, ai piedi del Monte degli Ulivi. La caratteristica copertura esterna ha ormai quasi 90 anni d’età e, nonostante si mantenga ancora praticamente perfetta, ha bisogno di alcuni interventi, per non rovinare gli splendidi mosaici interni alla Chiesa delle Nazioni con le infiltrazioni d’acqua. Ma la storia che ha portato quest’azienda familiare trentina della Val di Non in Terra Santa, ha radici ben più profonde. «Al lavoro mi è capitato di cadere dal tetto – ci racconta Adriano Plaga – sono caduto nel vuoto per 8 metri e 15 cm. A terra mi sono trovato con la frattura di un braccio e la bocca un po’ rotta. Mi sono detto: “Devo andare a ringraziare il Signore che ci sono ancora”. Sono venuto per la prima volta in Israele che avevo ancora il braccio ingessato: qui ho incontrato padre Michele Piccirillo che mi ha chiesto, visto che facevo l’artigiano, se potevo venire a fare qualche lavoretto. Ho detto: “Perché no?” e da qui abbiamo iniziato a venire. Questo lavoro per me è un onore che cercherò di portare a termine nella maniera migliore possibile». L’attuale titolare della piccola Azienda di Lattonieri,

Matteo, non è sempre stato nell’attività di famiglia. Come il figliol prodigo, è tornato a casa dopo una breve avventura nei cieli. Una passione, quella per il cielo, che in fondo è rimasta, perché, ci confida, ora le vertigini le ha quando sta a terra. «Prima avevo scelto di fare il pilota di aeroplani di linea, l’ho fatto per 3 o 4 mesi, poi... non era la mia vita. E allora sono ritornato a casa e ho detto: “Papà, ritorno a lavorare con te” e lui ha detto “Va bene! Qui di lavoro ce n’è sempre!”. Ho seguito le orme del mio papà anche se all’inizio avevo scelto un’altra strada. Però ce l’ho sempre avuto nel sangue! Mi da molta, molta soddisfazione fare questo lavoro: quando crei qualcosa e lo vedi nascere, ci pensi, ci fatichi e lo crei con le tue mani...è qualcosa di indescrivibile l’emozione che provi». Un’emozione condivisa anche dal padre di Matteo, Adriano Plaga, ex titolare della ditta che aveva a sua volta ereditato da suo padre: «Lavorare sulla basilica del Getsemani è indescrivibile. È un’emozione che ti prende, non è solo lavoro. Non senti la fatica, la fatica c’è, sì, ma se pensi solamente a dove sei, è un onore essere qui e potersi fermare a fare qualche pensiero, qualche preghiera in più... Riesci ad abbinare il lavoro con le riflessioni, con la preghiera. Ora et labora, sì!». http://www.fmc-terrasanta.org

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Emmaus: perseverare nella fede Emmaus, 29 settembre 2013

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omenica 29 settembre, i Francescani di Terra Santa si sono recati in pellegrinaggio al Santuario dedicato ai Santi Cleofa e Simeone, situato nel piccolo villaggio arabo di Emmaus Al-Qubaybah, a circa dodici chilometri da Gerusalemme. Secondo la tradizione e gli scritti dello storico Eusebio di Cesarea, Cleofa potrebbe essere fratello di Giuseppe, sposo della Vergine Maria. Il suo nome, citato nel Vangelo di Luca (Lc 24,18), lo indentifica come uno dei due uomini cui apparve Gesù dopo la scoperta della tomba vuota. Simeone, futuro Vescovo di Gerusalemme, anch’egli presente al momento all’apparizione di Cristo sulla strada di Emmaus è citato da Eusebio di Cesarea come «cugino del Signore». I due discepoli, affranti per la morte di Cristo, avevano lasciato la Città Santa dirigendosi verso Emmaus. Incontrato Gesù, non lo riconobbero, ma gli offrirono ospitalità condividendo con lui la cena e, solo in quel momento, riconobbero Colui che piangevano come morto. Oggi, più di un villaggio in Terra Santa, si contende il titolo dell’Emmaus biblica. Il sito di Al-Qubaybah, sotto dominazione crociata dal XII secolo, dal 1280 viene considerato il villaggio in cui apparve il Risorto. Nel XV secolo i Francescani si stabilirono nel luogo, scoprendo le rovine di una chiesa bizantina e di un’antica basilica crociata, in cui sono conservati i resti forse

appartenuti alla casa di Cleofa; qui i frati costruirono il Santuario della Manifestazione del Signore. Oggi il Santuario, situato nei territori palestinesi, è di difficile acceso, poiché le strade sono state bloccate dal muro di separazione israeliano, costringendo a lunghe e complicate deviazioni. Difficilmente, i pellegrini visitano il luogo, arrendendosi a queste difficoltà. Solo i Francescani, accompagnati da altri religiosi, religiose, volontari e amici, hanno partecipato alla celebrazione prevista il 24 settembre, ma festeggiata tradizionalmente la domenica successiva. La Messa, iniziata alle 10,30, è stata presieduta dal Custode di terra Santa, Fra Pierbattista Pizzaballa, assistito dal nuovo Guardiano del Convento di San Salvatore, Fra Stéphane Milovitch. Una cerimonia sobria, ma intensa, caratterizzata dalla vigorosa fede nella Resurrezione. Durante l’omelia il Custode ha ricordato la «frustrazione» dei discepoli di Emmaus: Gesù, il profeta «in atti e in parole», è stato ucciso. Ma il Cristo, in una vera

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Cronaca Custodiale della Custodia catechesi, spiega loro che «tutto ciò doveva accadere». Essendo il loro cuore «lento a credere» (Lc 24, 25), essi non lo riconobbero. Fra Pizzaballa avverte che «l’attitudine e la difficoltà di Cleofa possono essere anche le nostre».

«Noi ci costruiamo il nostro Gesù», ma dobbiamo «crocifiggere» i nostri fantasmi, altrimenti non potremo «riconoscerLo nella verità». Il Custode ha affermato che, per riconoscere Cristo come «Signore della nostra vita», dobbiamo darci a Lui, cioè «riconoscerci Chiesa», poiché «è nell’Eucaristia che Cristo appare nella sua integrità», così come ad Emmaus quando i due discepoli riconobbero Gesù allo spezzare del pane. La fede non si riassume solo nel seguirLo come profeta sacrificato, ma piuttosto vivendo «della vita del Signore, che è risorto e ci fa risorgere, quando Lo incontriamo nell’Eucaristia.». Dopo la messa, i presenti hanno condiviso il pasto domenicale presso il Santuario, prima di riprendere la strada verso Gerusalemme. www.custodia.org

Graffiti sul muro del cimitero della parrocchia latina Gerusalemme, 1 ottobre 2013

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ra Feras Hejazin, Parroco della Parrocchia latina e Fra Haitham Yalda, suo Vicario si sono recati questa mattina, martedì 1° ottobre, al cimitero della Parrocchia latina sul Monte Sion a Gerusalemme; dopo che il guardiano del camposanto li aveva, informati di atti di vandalismo al cimitero. Arrivati sul posto i Francescani hanno costatato e deplorato gli atti vandalici perpetrati. La frase «Tag Mehir», scritta in lingua ebraica su uno dei muri, in italiano significa «prezzo da pagare». Su un altro muro una parola iniziata è stata ricoperta, facendo pensare che i colpevoli siano stati interrotti. Inoltre sono state bucate le gomme a sette macchine parcheggiate in zona. «Chiunque sia l’autore, questi atti vandalici devono cessare. Noi cristiani viviamo in questa Città e intendiamo farlo in pace, da vivi e da morti»,ha dichiarato padre Feras. La Custodia denuncia con forza ogni attacco ai luoghi di culto, chiunque ne sia l’autore «ebrei, musulmani o cristiani», ha precisato padre Feras.

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Quest’incidente, si aggiunge a una triste serie di avvenimenti, di cui la Custodia è stata più volte bersaglio. La Custodia fa appello alle Autorità competenti affinché vengano attivati i mezzi necessari, compresi messaggi convincenti, per mettere fine a simili atti, consentendo a Gerusalemme e tutta la Terra Santa di vivere la propria vocazione: irradiare quella pace che Dio desidera per ogni uomo. www.custodia.org


Varie Il vescovo di Assiut: «I cristiani egiziani pronti a soffrire per il loro Paese» 30 agosto 2013

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er l’Egitto, dopo la cacciata del presidente Mohamed Morsi, è possibile un nuovo inizio che metta al bando fanatismo e violenza. E la bozza di Costituzione, proprio in questi giorni all’esame di una speciale commissione, è il primo passo verso uno Stato veramente democratico. Ne è convinto monsignor Kyrillos William, vescovo copto-cattolico di Assiut, nell’Alto Egitto. La diocesi di mons. William conta 50 mila fedeli (un quarto di tutti i copti-cattolici egiziani), 39 parrocchie, una cinquantina di sacerdoti, 70 tra religiosi e religiose. Lo scorso anno ha celebrato 613 battesimi, segno di una comunità forte e vitale. «Ora che i Fratelli Musulmani non sono al potere ci sentiamo più sicuri - spiega mons. William -. È vero, ci aspettiamo che qualche altro atto di violenza possa ancora avvenire, non la smetteranno facilmente questi terroristi... Come cristiani sappiamo che dobbiamo pagare ancora un prezzo; ma lo paghiamo volentieri, affinché il nostro Paese faccia un passo verso una vera democrazia, libertà e uguaglianza. Andiamo avanti, con prudenza e continuando a pregare». Monsignor William, che danni ha avuto la sua diocesi dall’attacco islamista del 15 agosto scorso? Quella di Assiut è stata la meno colpita delle province egiziane: sono state attaccate solo sette chiese (una cat-

tolica, due ortodosse e quattro protestanti), la libreria della Società biblica, una quindicina di negozi gestiti da cristiani e qualche automobile. Grazie a Dio non abbiamo avuto vittime, a differenza di altre diocesi vicine. Ci hanno danneggiato il santuario delle Stimmate di san Francesco (conosciuto come santuario di santa Teresina per via di una statua che la ritrae e che è particolarmente venerata dai fedeli che visitano la chiesa - ndr): hanno bruciato totalmente la sacrestia ma, a parte alcune statue distrutte, la chiesa si è salvata, tanto che giovedì scorso abbiamo deciso di celebrare lì la festa dell’Assunta: c’erano 8 sacerdoti diocesani, 12 frati francescani e tutti i parrocchiani delle 4 parrocchie di Assiut. Inoltre il nostro ministro della Difesa, il generale Abdel Fattah elSisi, ha promesso di riparare tutte le chiese danneggiate coi fondi dell’esercito. Già domenica scorsa è venuta a trovarci una commissione composta da un militare, un architetto e un esperto; hanno fatto l’elenco dei danni e promesso che tutto sarà restaurato. Con che sentimenti i cristiani hanno affrontato i giorni delle violenze? Veramente i cristiani hanno mostrato saggezza e un

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Varie forte spirito nazionale. Cerchiamo di non reagire come i terroristi; al contrario, abbiamo pregato per loro. Il giorno degli attacchi ho celebrato la Messa pregando così: «Preghiamo per il nostro Paese, per tutti quelli che soffrono, tutte le vittime, tra i militari e la polizia ma anche quelli che hanno incendiato le chiese. Che il Signore li illumini»... In una chiesa ortodossa data alle fiamme hanno messo dei cartelli con scritto: «Noi perdoniamo». Molti musulmani, poi, ci sono vicini. In diverse città della mia diocesi, parecchi musulmani si sono presentati come volontari per vigilare notte e giorno davanti alle chiese. I nostri amici musulmani si dicono contentissimi della cacciata del presidente Morsi. Dicono: «Finalmente possiamo vivere come prima...». Morsi non piace perché ha separato i credenti. Secondo i Fratelli Musulmani ci sono i credenti - che sono loro - e i non credenti, che sono tutti gli altri, musulmani o cristiani. Cosa pensa della nuova bozza di Costituzione, presentata in questi giorni? La nuova bozza, redatta da dieci esperti, adesso è all’esame della cosiddetta Commissione dei 50, composta da rappresentanti della società egiziana. Il 98 per cento del nuovo testo è buono: ci sono alcune osservazioni da fare, ma fondamentalmente è un testo che non esclude nessuno, che prende in considerazione i diritti umani e la cittadinanza di tutti. Inoltre, mette al bando partiti fondati sulla base di un’appartenenza religiosa... Questo è il grande problema dell’Egitto: confondere la politica

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con la religione, che equivale a instaurare un fascismo religioso. La Commissione dei 50 ha due mesi di tempo per emendare la bozza; che sarà sottoposta a referendum popolare. Una volta approvata, saranno indette le elezioni che, con probabilità, saranno simultaneamente sia parlamentari, sia presidenziali. Un modo per accorciare la transizione e anche per risparmiare. Prima della fine dell’anno così potremmo avere Costituzione, parlamento e presidente. Dopo le violenze di agosto, come si può ricostruire la fiducia in Egitto? Prima che la polizia disperdesse i loro sit-in, i Fratelli Musulmani sono stati invitati a più riprese a trovare una soluzione pacifica ma hanno sempre opposto un rifiuto, perché hanno come unico obiettivo quello di reinsediare Morsi. Tuttavia, se altre decine di milioni di persone non vogliono più Morsi è perché hanno visto che in un anno ha danneggiato il Paese, economicamente, politicamente e dal punto di vista della sicurezza. L’invito a riconciliarsi è sempre valido per i Fratelli Musulmani. Le autorità hanno detto di voler perseguire solo i colpevoli di disordini armati; tutti gli altri, se vogliono, possono prendere parte alla vita politica. I salafiti, ad esempio, hanno deciso di partecipare. C’è sempre l’occasione, nessuno sarà escluso: l’Egitto nuovo, l’Egitto più democratico è aperto a tutti, a condizione di rispettare la Costituzione e abbandonare le armi. http://www.terrasanta.net


Il direttore del periodico Watani: «Ora l’Egitto guarda avanti con fiducia» 3 settembre 2013

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er il nuovo corso dell’Egitto sono davvero ottimista. Allontanando il presidente Mohamed Morsi e togliendo di mezzo il governo dei Fratelli Musulmani, l’Egitto è diventato un luogo di grandi speranze, sia per i cristiani sia per i musulmani». Youssef Sidhom, giornalista cristiano, è il direttore di Watani («La mia patria»), il giornale più influente della comunità copta egiziana. 40 mila copie stampate ogni edizione; un sito Internet e una pagina Facebook che registrano circa 25 mila visitatori ogni giorno. I giornalisti a tempo pieno sono 45, decine i collaboratori esterni freelance (tra cui molti corrispondenti da numerose città del Paese). Un giornale considerato importante anche dagli osservatori internazionali, per comprendere dove stia andando oggi l’Egitto.

«Il Paese ha passato tempi difficili e sta guardando avanti - spiega Sidhom -, la strada per diventare un moderno Stato civile è lunga, siamo ancora ai primi passi... Fino ad ora l’Egitto sta pagando un prezzo davvero grande per aver tolto di mezzo i terroristi, ma guardiamo avanti con grandi speranze. In questi giorni si sta lavorando ad emendare la Costituzione. La prima fase di questo lavoro è stata terminata: una commissione di dieci esperti costituzionalisti ha emendato 198 articoli della vecchia Costituzione; adesso siamo alla seconda fase del lavoro. Due giorni fa un decreto presidenziale ha indicato i nomi dei 50 membri del comitato che dovrà valutare la nuova Carta costituzionale. La maggioranza dei nomi, se non tutti, sono di persone stimate, rispettabili, moderate, figure di un certo rilievo nei loro rispettivi campi. Abbiamo fiducia che possano fare un buon lavoro, terminando le correzioni alla Costituzione». Quale ruolo può giocare la comunità copta? L’emigrazione dei copti oggi può essere un problema? Ci sono documenti che parlano di centomila cristiani che stanno pensando di lasciare l’Egitto. Non li condanno per questo, perché il Paese sta passando attraverso tempi difficili. Io dico sempre che chiunque abbia una volontà forte di rimanere e combattere per un nuovo Egitto, dovrebbe rimanere. Ma se ci sono famiglie o persone che preferiscono partire e tentare di avere un futuro migliore, hanno tutti i diritti e io non li considero in alcun modo dei traditori. Ma questo non cambia il

fatto che il resto degli otto milioni di copti continuano a rimanere in Egitto. E questo è il cuore della sfida che devono affrontare: integrarsi nella vita politica e creare un legame con i loro concittadini musulmani. In modo da creare una solidarietà nazionale che possa salvare l’Egitto e rimodellare il suo futuro. I Paesi occidentali possono aiutare la comunità copta? Può darsi che uno degli obiettivi degli attacchi incendiari alla chiese che si sono accentuati e concentrati nelle sei settimane appena trascorse, sia stato quello di trascinare i copti lontano dai musulmani e di far sì che urlassero al mondo di venire a salvarli. Cosa che i copti non hanno fatto e non faranno mai. La strategia dei Fratelli Musulmani è stata quella di separare i cristiani dai connazionali musulmani. La comunità copta non dovrebbe mai separarsi, in qualsiasi circostanza, dal grosso del popolo egiziano, specialmente dopo la caduta della Fratellanza Musulmana. L’unica speranza dei copti nel percorso che devono affrontare d’ora innanzi - sia che si tratti di emendare la Costituzione, sia che si tratti dei passaggi ulteriori, dell’elezione di un parlamento e di un nuovo presidente - l’unica speranza dei copti, dicevo, è di essere «egiziani». Se saranno dei veri patrioti egiziani e riusciranno ad allearsi con i loro concittadini musulmani credo che apriranno la strada a risolvere tutti i loro problemi di copti. http://www.terrasanta.net

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Varie Undicesima riunione del Coordinamento della pastorale dei migranti Gerusalemme, 3 settembre

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e persone impegnate nella pastorale dei migranti della Chiesa Cattolica si sono incontrate martedì 3 settembre 2013 al Patriarcato Latino di Gerusalemme. All’undicesimo incontro erano presenti coloro che lavorano tra i migranti filippini, indiani, eritrei/etiopi e romeni ed anche coloro che lavorano nella pastorale carceraria e tra i Beduini. Era anche presente il parroco di Haifa ed un rappresentante del parroco di Tiberiade. L’incontro era guidato dal coordinatore della Pastorale dei migranti, P. David Neuhaus, Vicario patriarcale per i cattolici di lingua ebraica. L’incontro è iniziato con un momento di riflessione sul discorso di Papa Francesco a Lampedusa. In seguito la discussione si è incentrata su una serie di temi: • Nomina di un Francescano filippino a responsabile dei migranti nella parrocchia di Jaffa (P. Carlos OFM), di un nuovo cappellano indiano (P. Tojy OFM) e di un assistente nella cappellania indiana (P. Dharma OFM). Un sacerdote etiope dovrebbe anche arrivare tra breve.

• Discussione della minaccia incombente di deportazione dei richiedenti asilo africani, con l’aiuto di una relazione di Sr. Azezet. • Discussione sulle celebrazioni ecclesiali imminenti: la visita delle reliquie del celebre santo italiano Don Bosco, la conclusione dell’Anno della fede a Nazareth, la Giornata Mondiale dei Migranti. • Continuare gli sforzi per preparare ai sacramenti – battesimo, cresima, matrimonio. • Relazioni ecumeniche per rafforzare l’apertura ai migranti. La seconda parte dell’incontro è stata dedicata ad uno scambio di notizie sui mesi estivi. Ciascuno ha condiviso gli eventi e gli incontri che hanno caratterizzato gli ultimi mesi con grande beneficio di tutti e di ciascuno. Infine, alla fine dell’incontro, è stato fatto un discorso di ringraziamento a P. Jay, il precedente cappellano indiano che ha ricevuto un nuovo incarico. Il prossimo incontro è stato fissato per il mese di dicembre

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La comunità indiana celebra la nascita della Regina della Pace Jaffa-Tel Aviv, 7 settembre 2013

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7 settembre, in occasione della festa della Natività della Vergine Maria che è anche la sua festa patronale, la comunità indiana in Israele si è riunita per una processione e per la messa.

Sono arrivati da Gerusalemme, da Haifa, da Tel Aviv o da altri luoghi: dei 6 000 Indiani di Terra Santa, 2 500 erano riuniti in presenza dell’ambasciatore dell’India in Israele S.E. Jaideep Sarkar. Nel cortile della scuola di Terra Santa, in un clima gioioso, rispettoso e pio, per invocare la Vergine Maria. Dopo aver pregato il rosario durante una bella processione, la messa, presieduta da Mons. William Shomali, Vicario patriarcale a Gerusalemme, è stata l’occasione per rendere grazie a Dio per il raccolto di quest’anno. Nel corso di questa celebrazione sono state portate come offerte il grano, i frutti e i fiori. Diversi piatti sono poi stati condivisi durante la cena. Nella sua omelia Mons. Shomali ha insistito sull’importanza della preghiera del rosario: è una preghiera semplice fatta a Colei che esaudisce chi la invoca, particolarmente per l’unità della famiglia e la pace nel mondo. Questa raccomandazione veniva fatta contemporaneamente alla veglia di preghiera per la pace in Medio Oriente chiesta da Papa Francesco. Mons. Shomali ha poi avuto l’occasione di presentare il nuovo responsabile della comunità indiana di Terra Santa: dopo essere stato ringraziato calorosamente per il suo aiuto, P. Jay Pitchaimuthu ha lasciato il suo posto a P. Tojy Mandapam, che si aggiunge alla pastorale dei migranti coordinata da P. David Neuhaus. http://it.lpj.org

Le donne di Al-Ama’ri Ramallah, 11 settembre 2013

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quadro appeso al muro è luminoso, dai colori pastello. Il volto di una donna palestinese attira subito gli sguardi veloci di chi ci passa accanto: gli occhi neri, il viso stanco ma forte. I suoi vestiti sono quelli tradizionali, coprono il corpo di stoffe leggere. Sono tanti gli artisti palestinesi che nascondono la Palestina dietro i volti delle sue donne. La terra è madre, la patria sognata è una figura femminile. La ragione, forse, sta dietro la natura stessa delle donne palestinesi, la cui condizione ha seguito un percorso in parte diverso da quello delle donne di altri Paesi arabi. Lavoratrici instancabili, spesso le uniche in grado di re-

perire una fonte di reddito perché vedove o mogli di un prigioniero politico, educatrici dei propri figli e vere reti sociali della comunità. La loro condizione è figlia dell’occupazione militare israeliana e delle sue conseguenze sulla vita quotidiana, ma anche prodotto di una cultura ancora profondamente patriarcale.

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Varie Pur presenti nei posti di lavoro, nelle associazioni, nei partiti e nelle istituzioni, le donne continuano ad essere spesso emarginate. Il Women Center del campo profughi di Al-Ama’ri, a Ramallah, 7.500 residenti, è una piacevole sorpresa. Completamente gestito da donne per le donne del campo, offre servizi di ogni tipo, da lezioni di fotografia e computer all’assistenza legale in caso di divorzio o di violenze domestiche. «Il centro è nato nel 1993 sotto l’egida delle Nazioni Unite e con i finanziamenti dell’Unione Europea – ci spiega Rif’at al-Rish, storica direttrice della struttura –. Nel 1997 l’Unrwa (l’agenzia Onu per l’assistenza ai profughi palestinesi - ndr) ha consegnato le chiavi a piccole organizzazioni nate nel campo. Abbiamo subito tenuto le elezioni per creare il comitato direttivo. Solo donne. Abbiamo deciso di dare al campo qualcosa di più dei corsi di cucito dell’Onu. E oggi siamo totalmente indipendenti». Al momento le donne iscritte sono 350, ma le beneficiarie delle attività del centro sono molte di più: «Siamo uno dei pochissimi centri a fornire assistenza psicologica e legale – continua Rif’at – .Il nostro avvocato e le psicologhe seguono i casi di divorzio, aiutano le donne quando vi sono violenze tra le mura domestiche e forniscono supporto contro lo stress derivante dalla vita quotidiana in un campo profughi. Una realtà che tarpa le ali e può potenzialmente distruggere gli equilibri familiari e sociali: dopo la costruzione del Muro di separazione, molti uomini hanno perso il lavoro in Israele e solo il 40 per cento ha un impiego stabile, per lo più nel settore pubblico. La presenza del marito a casa per quasi tutto il giorno crea tensioni, le donne hanno meno libertà e spesso vanno incontro alla depressione. Se poi è la donna a dover lavorare per mandare avanti la famiglia, i rapporti tendono a incrinarsi e si crea un terreno fertile per le violenze». L’ultimo rapporto dell’Ufficio centrale di statistica palestinese risale al 2005: in quell’anno si calcolava che il 62 per cento delle donne sposate nei Territori Occupati di Cisgiordania e Gaza fosse stato esposto a violenze psicologiche, il 23 per cento a violenze fisiche e l’11 per cento ad abusi sessuali almeno una volta nella vita. Nel 2013 un rapporto del ministero palestinese per le Questioni femminili indica «nella percezione sociale dell’inferiorità femminile, nel non riconoscimento dei diritti umani della donna, nella tradizione, nella tensione dovuta all’occupazione e nella povertà» i principali fattori scatenanti la violenza domestica.

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Il Centro femminile di Al-Ama’ri ha così aperto cinque anni fa un’unità di sostegno psicologico gestito da professori specializzati, che tengono sia sedute di gruppo che incontri individuali. A cui, sempre più spesso, partecipano anche gli uomini. Accanto al sostegno psicologico, il centro fornisce anche lavoro ed educazione: «Siamo state in grado di trovare lavoro a molte donne del campo, anche se il tasso di disoccupazione è ancora altissimo, intorno al 60 per cento. La maggior parte delle donne lavora come badante, sarta o donna delle pulizie. Organizziamo anche vari corsi di formazione, dal ricamo al computer, dalla fotografia al video, ed eventi sociali e culturali». Le difficoltà sono tante, gli ostacoli da superare sono quelli più radicati nella cultura popolare. E se la donna in Palestina ha sempre partecipato attivamente sia alla vita della comunità sia alla lotta di resistenza, continua ancora oggi a scontrarsi contro un muro di diffidenza e privazioni: «Non è facile ottenere rispetto se esci di casa per lavorare e sostenere la tua famiglia – ci spiega Rif’at –. Oggi le donne hanno più responsabilità, ma anche maggiori difficoltà: non solo sono chiamate ad educare i propri figli, trasmettendo loro le informazioni necessarie a conoscere le proprie radici e la propria storia, ma il loro ruolo si è appesantito anche a livello sociale. È la donna, soprattutto in mancanza del marito, a tessere e mantenere vive le relazioni comunitarie». «E se lavora, rischia di veder cambiare la propria immagine pubblica. Basti pensare che in Palestina c’è il più alto tasso di scolarizzazione femminile, oltre la metà dei laureati è donna. Ma il tasso di occupazione legale è tra i più bassi in Medio Oriente, sfiora a malapena il 15 per cento. La responsabilità è della società, ancora troppo maschilista, e delle istituzioni che non vogliono donne in posizioni di potere o dirigenziali (solo il 13 per cento dei parlamentari palestinesi è donna - ndr). A ciò si aggiunge la mentalità stessa della donna che spesso non è in grado di sfidare determinate strutture per rispetto della tradizione». E come spiega bene l’ultima pubblicazione del Ma’an Development Center, sebbene la società abbia generalmente accettato il diritto delle donne all’istruzione, permane la convinzione che la donna sia un essere vulnerabile che, se pienamente indipendente, possa attirare vergogna e disonore sulla famiglia. http://www.terrasanta.net


L’antica farmacia dei francescani di Gerusalemme Settembre 2013

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ratto dall’intervista a P. EUGENIO ALLIATA, ofm Direttore Museo archeologico Studio Biblico Francescano Nel Museo dello Studio Biblico Francescano di Gerusalemme, uno degli incontri più suggestivi è quello con la collezione dei vasi provenienti dall’antica farmacia dei frati... Si conosce che nel convento di San Salvatore, e prima di San Salvatore nel convento francescano del Monte Sion possedevano una farmacia, a servizio degli stessi abitanti del convento, i francescani, ma anche a servizio dei pellegrini e della popolazione di Gerusalemme in generale. Era nota come una delle migliori nel mondo cristiano, in un’epoca in cui ancora non si era sviluppato un sistema di ospedali in questi luoghi... Gli antichi vasi riportano alla mente questi tempi lontani… datati dalla fine del XVII secolo all’inizio del XVIII, i vasi conservati nel Museo arrivano da fabbriche italiane, da Genova e Venezia per la maggior parte, testimonianza della vicinanza delle due Repubbliche marinare alla Terra Santa e ai francescani. Quelli provenienti da Venezia, in particolare, mostrano il leone, simbolo della città, che stringe tra le zampe proprio la croce di Terra Santa. Generalmente, le medicine che contenevano questi vasi

venivano prodotte nei centri di produzione medica e nelle grandi università d’Europa e poi trasportate in Terra Santa, ad eccezione di quelle poche che erano composte con elementi semplici, per questi esisteva un giardino botanico La storia dell’antica farmacia è legata anche a una medicina molto nota alla fine del ‘600, il ‘balsamo di Gerusalemme’, che fu inventato e formulato proprio qui: Si conosce molto bene la medicina che il padre Antonio Menzani da Cuna – così si chiamava questo famoso medico del 600 – aveva inventato e propagandato in Europa, veniva venduta in Europa. Secondo la pubblicità che lui stesso ha scritto, non c’era ferita da taglio o da fuoco che resistesse per più di 8-12 giorni a 5-10 gocce della sua medicina giornaliere. Dunque vuol dire che era una medicina intensamente efficace, tutta prodotta con erbe, elementi naturali, mescolati sapientemente in una composizione che lo stesso padre Menzani da Cuna ha detto di aver dovuto sperimentare per più di 40 anni. L’ultimo anno di uso della farmacia fu il 1913, secondo i registri, nell’ultimo anno furono preparate piu’ di 10mila ricette, preparate gratuitamente. Inoltre, i medici che curavano la farmacia servivano spesso da medici, visitavano i malati che si presentavano… dunque, questa farmacia e’ una testimonianza molto importante dell’opera sociale e di carità che la Custodia di Terra Santa ha sempre cercato di praticare. http://www.fmc-terrasanta.org

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Varie “Gerusalemme. Una storia” Roma, 16 settembre 2013

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resentato a Roma presso la Delegazione della Custodia di Terra Santa il libro dal titolo Gerusalemme. Una storia di Franco Cardini nell’incontro organizzato con la Società editrice il Mulino. …questa non è una città: questa è la vita di ciascuno di noi, che a volte c’illude e a volte ci fa disperare, a volte ci sembra irreale, a volte inutile. La nostra avventura interiore, il nostro eterno viaggio, la nostra vera crociata, è la conquista di un senso da dare alla vita. Questa è la Gerusalemme della quale abbiamo bisogno, alla quale aspiriamo. Ne hanno parlato con l’autore P. Alvaro Cacciotti, P. Massimo Pazzini, ofm Silvia Ronchey Franco Cardini insegna Storia medievale nell’Istituto Italiano di Scienze Umane di Firenze; è Directeur d’Études nell’école des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi e Fellow della Harvard University. Con il Mulino ha pubblicato «Castel del Monte» (2000) e «In Terrasanta. Pellegrini italiani tra Medioevo e prima età moderna» (20052).

Un nuovo ambasciatore della Palestina presso la Santa Sede Ramallah, settembre 2013

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ssa Kassissiyeh è il nuovo Ambasciatore della Palestina presso la Santa Sede. 42 anni, è laureato in letteratura inglese ed ha inoltre un Master in Amministrazione Pubblica, un secondo Master in Relazioni Internazionali ed infine un terzo Master, ottenuto all’Università di Birmingham, dal titolo “Diplomazia e Governo”. Membro della comunità greco-ortodossa di Gerusalemme, è l’ex capo di Gabinetto aggiunto del Primo Ministro dell’Autorità Palestinese. Nel quadro dei negoziati tra la Santa Sede e l’OLP (l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina), Issa Kassisiyeh faceva parte della delegazione palestinese in qualità di Capo aggiunto del Dipartimento per i negoziati. Queste trattative hanno come fine un accordo internazionale globale che regolamenti e promuova la presenza e le attività della Chiesa cattolica in Palestina, affinché si rafforzino le speciali relazioni esistenti tra la Santa Sede e l’OLP. Ricordando i negoziati, tenutisi a Ramallah il 30 gennaio 2013 tra la delegazione dell’OLP

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e quella della Santa Sede, un comunicato ufficiale della Santa Sede ha menzionato per la prima volta, a tre riprese, lo “Stato di Palestina”. Il comunicato spiega che si tratta della giusta conseguenza del riconoscimento del nuovo Stato osservatore non membro da parte dell’ONU. http://it.lpj.org


Il pellegrinaggio di Don Bosco settembre 2013

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iniziato il 10 settembre e si concluderà nella mattinata di domani, 20 settembre, il «pellegrinaggio» in Terra Santa dell’urna contenente alcune reliquie di san Giovanni Bosco, fondatore dei salesiani. Sono state giornate intense, durante le quali una moltitudine di fedeli si è stretta intorno al Santo dei giovani. Abbiamo raccolto la testimonianza di tre uomini di Chiesa che hanno vissuto da vicino questo evento. È stato un momento importante il pellegrinaggio delle reliquie di San Giovanni Bosco in Terra Santa. “Da Mihi animas, cetera tolle”, è il motto dei Salesiani: dammi le anime, prendi tutto il resto. Ed è stata una moltitudine di anime quella che si è stretta attorno al Santo dei giovani, con il culmine a Nazareth, dov’è stato accolto nella basilica dell’Annunciazione da Mons. Giacinto Marcuzzo e nella chiesa salesiana di Gesù Adolescente, alla presenza anche dei rappresentanti di diverse chiese. Per raccontare il pellegrinaggio di don Bosco in Terra Santa, abbiamo cercato di guardarlo attraverso gli occhi di alcune delle persone che hanno vissuto da vicino questo evento. DON GIANNI CAPUTA - Salesiani di Terra Santa “Si tratta proprio di un pellegrinaggio, la visita di un Santo che continua ad essere vivo nella Chiesa Universale, ma anche qui nella Chiesa di Terra Santa. Quindi dal momento in cui abbiamo saputo che le reliquie sarebbero venute qui, ci siamo dati da fare per organizzare. La cosa non è stata semplice: nonostante la divisione tra Israele e Palestina, siamo riusciti a fare un programma e lo stiamo portando avanti. Sono poche giornate molto intense, le distanze non sono molto lunghe per cui si è potuto coinvolgere innanzitutto il Patriarcato Latino, poi la Custodia Francescana, le parrocchie e infine anche le comunità Salesiane”. Don Bosco ha viaggiato per tutta la terra di Gesù toccando i punti cardinali della fede cristiana: da Gerusalemme a Betlemme e Nazareth, centri salesiani molto vivi in Terra Santa, fino ad Haifa, passando per Jaffa. Le reliquie sono poi tornate a Gerusalemme, e sono state accolte dai bambini: diverse classi, accompagnate dalle

Suore salesiane di Maria Ausiliatrice, hanno fatto visita alle reliquie di Don Bosco, rendendosi conto, probabilmente meglio di chiunque altro, di essere di fronte alla presenza concreta del Santo. P. FERAS HEJAZIN, ofm Parroco di Gerusalemme “C’è stata una grande accoglienza nel ricevere le reliquie di San Giovanni Bosco, che non mi aspettavo. C’erano i bambini dell’asilo delle suore Salesiane, che hanno 4 o 5 anni, che hanno fatto un cerchio intorno alle reliquie e hanno capito chi è don Bosco, che erano venuti a vedere don Bosco. Don Bosco per loro era una favola che gli era stata insegnata all’asilo. Ma io sono veramente contento perché i bambini hanno sentito la presenza di don Bosco”. DON GIANNI CAPUTA - Salesiani di Terra Santa “Finora le cose stanno andando molto bene, c’è un grande interesse per la figura di don Bosco, che è già conosciuta attraverso l’opera dei Salesiani. È conosciuto anche come modello della formazione sacerdotale. Nel seminario di Beit Jala, che è nato qui come seminario del Patriarcato Latino nel 1854, il modello di prete che veniva proposto ai chierici e ai sacerdoti è proprio don Bosco”. Dopo la celebrazione nella parrocchia latina di Gerusalemme di San Salvatore, il Nunzio Apostolico ha sottolineato ai nostri microfoni la rilevanza di un simile

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Varie pellegrinaggio in Terra Santa e l’importanza della figura di Don Bosco S. E. MONS. GIUSEPPE LAZZAROTTO Nunzio apostolico “È di una attualità ancora grandissima perché, soprattutto qui in Terra Santa, sentiamo molto il problema dei giovani: del loro futuro, della loro educazione e di questo legame che devono conservare con la loro terra, nella terra dove sono nati. Qui è in gioco veramente il futuro della presenza cristiana”. DON GIANNI CAPUTA Salesiani di Terra Santa “Evidentemente ci auguriamo che siano soprattutto i giovani che accolgano il messaggio di don Bosco e che guardino al futuro con fiducia. Quando lui ha cominciato non aveva niente, era poverissimo. Tutto quello che ha fatto l’ha fatto sia grazie all’intervento della Madonna Ausiliatrice, sia grazie ai tanti benefattori. Don Bosco non sarebbe diventato nessuno se non ci fossero stati i domenicani, i gesuiti, i francescani che l’hanno aiutato, i lazaristi... per cui è uno che appartiene non solamente alla famiglia salesiana ma a tutta la Chiesa”. S. E. MONS. GIUSEPPE LAZZAROTTO Nunzio apostolico “È importante che aiutiamo, che facciamo tutto il pos-

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sibile per aiutare le giovani generazioni a riscoprire la loro identità e, come parte essenziale della loro identità il legame che devono conservare con la terra in cui sono nati. E credo che in questo San Giovanni Bosco possa essere non solo di esempio per l’impegno che lui ha saputo svolgere, ma anche, adesso che è un Santo, per l’intercessione che può ottenerci presso Dio proprio per realizzare questo grande sogno, questo grande progetto: conservare una presenza viva ed efficace della chiesa e della comunità cristiana nella terra di Gesù”. http://www.fmc-terrasanta.org


Un filo ideale unisce la basilica della natività di Betlemme con la chiesa di Santa Maria Maggiore di Grottaminarda Grottaminarda, 21 settembre 2013

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n filo ideale unisce la basilica della Natività di Betlemme con la chiesa di Santa Maria Maggiore di Grottaminarda che sabato sera ha ospitato il concerto in onore di San Paolo. Per l’occasione nel comune irpino è giunto il maestro Padre George Lewett, organista e cantore della basilica della natività e compositore della Messa in onore del Santo eseguita dalla corale di santa Maria maggiore diretta dal soprano Sabrina Caprarella, direttore della corale, che ha eseguito due celeberrime composizioni religiose di Bach e Mozart prima di

avviare la Messa. Con P. Lewett, tra i banchi, Padre Carlo Cecchitelli commissario generale di Terra Santa a Napoli. All’organo e al violino i maestri Antonio Pescatore e Luigi Sisto. Un gioco di luci ed ombre e le belle immagini della chiesa hanno fatto da sfondo ed hanno concorso a regalare una suggestiva serata al numeroso pubblico accorso alla manifestazione che chiude così l’estate di Grottaminarda. http://www.canale58.com

Riportiamo la testimonianza di Padre George Lewett Grottaminarda, 21 settembre 2013

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l “Concerto di fine Estate” tenuto nella Chiesa di Santa Maria Maggiore a Grottaminarda, in Italia, il programma prevedeva musica sacra per corale, soprano solista, organo e violino. Oltre ai pezzi tradizionali di Bach, Vivaldi, Verdi, e Franck, la Corale polifonica di Santa Maria Maggiore ha eseguito la mia ‘Messa in Onore di San Paolo’. Ho iniziato la composizione di quest’opera più di trenta anni fa, ma terminata circa dieci anni fa. Il Maestro Antonio Pescatore, docente del Conservatorio di Benevento, che mi ha aiutato a realizzarne l’esecuzione, componendo alcune brevi introduzioni per ogni sezione della Messa, scritta senza accompagnamento. Tra il folto pubblico che ha assistito alla prima italiana (una parte del concerto, infatti, era già stata eseguita a Washington e Betlemme) erano presenti alcuni frati, il Commissariato di Napoli, il Pastore, il Vice-pastore, il Sindaco e sua moglie. Dopo l’esecuzione della mia musica, un breve ringraziamento ai musicisti e partecipanti per l’opportunità di aver potuto presentare questa mia opera ispirata alla vita di San Paolo.

Ho concluso con la speranza che la ‘Messa in Onore di San Paolo’ possa diventare strumento unificante nelle preghiere per la pace in Terra Santa, specialmente in Siria e a Damasco, città della sua conversione. Padre George Lewett, ofm http://tinyurl.com/mlznfz3

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Varie Notizie dalla Kehilla di Gerusalemme Gerusalemme, settembre 2013

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duro lavoro ha dato il suo frutto. La sukkah (capanna) della kehilla di Gerusalemme, costruita il 17 settembre, è molto impressionante alla vista. Grazie a tutti coloro che hanno contribuito a costruirla. Il primo pasto e il film “Ushpizin” hanno riunito alcuni membri della kehilla. La sukkah è stata anche il luogo del nostro incontro di comunità dopo la messa di domenica. L’ultima fase della festa sarà la festa di Sukkot, che si terrà la sera prima della conclusione – Erev Simkhat Torah.

Chiesa della Resurrezione – Santo Sepolcro), martedì 24 settembre. All’Eucaristia è seguita la colazione in un caffè di Jaffa Street, come di tradizione. La data della prossima messa presso la tomba sarà annunciata tra breve. Finito di stampare nell’agosto 2013 da GESP s.r.l. - Città di Castello (Pg)

Progetto grafico di Elisa Agazzi

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A cura di Alberto Elli

Uno strumento prezioso che ci aiuta a vivere, giorno dopo giorno, le festività della tradizione cristiana d’Oriente e d’Occidente e che ci conduce attraverso il calendario liturgico della Chiesa madre di Gerusalemme. Uno sguardo sinottico sui calendari in uso nelle Chiese cristiane (giuliano, gregoriano, copto, etiopico, armeno) e nelle altre religioni monoteistiche di Terra Santa, per avvicinarci anche alle ricorrenze e alla ricchezza spirituale di ebraismo e islam.

Fonte: Vicariato per i cattolici di lingua ebraica http://it.lpj.org

Terra Santa

I nuovi paramenti liturgici per il tempo ordinario, di colore verde, sono state benedetti la scorsa domenica, 22 settembre. Grazie ai nostri sponsor abbiamo potuto ordinare queste belle stole fatte a mano ed altri oggetti liturgici con il logo della Kehilla – “Fate questo in memoria di me”. I due nuovi calici sono dono di Benny. Il prossimo obiettivo è quello di ordinare i paramenti per le feste particolari, in bianco. Chi volesse contribuire è calorosamente invitato. Dodici membri e amici della kehilla hanno partecipato alla messa mensile presso la tomba di Gesù (nella

Calendario di

calendario della Custodia di Terra Santa riporta date, festività religiose, ricorrenze particolari e memorie di santi delle principali tradizioni cristiane presenti in Terra Santa, secondo il rispettivo calendario (Gregoriano, Giuliano, Armeno, Copto, Etiopico). Lo stesso dicasi per le due altre religioni monoteistiche: Ebraismo e Islam. Sono riportati gli orari e alcune essenziali informazioni sulle principali celebrazioni che hanno luogo nei santuari di Terra Santa: il Santo Sepolcro a Gerusalemme, la Basilica della Natività a Betlemme, la Basilica dell’Annunciazione a Nazaret, ecc. Ogni giorno dell’anno, inoltre, è accompagnato da un pensiero tratto dal Colloquio interiore di suor Maria della Trinità (1901-1942), clarissa a Gerusalemme.

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Calendario di Terra Santa 2014 Calendario GrEGoriAno GiuliAno Copto EtiopiCo ArmEno EGirA EbrAiCo

Calendario

Terra Santa di

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Bartali dichiarato ‘Giusto tra le nazioni’ Tel Aviv, 23 settembre 2013

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o Yad Vashem di Gerusalemme ha riconosciuto l’impegno del campione di ciclismo a favore degli ebrei perseguitati in Italia Il campione di ciclismo Gino Bartali è stato dichiarato ‘Giusto tra le nazioni’ da Yad Vashem, l’Ente nazionale per la Memoria della Shoah. Lo si legge sul sito dell’organizzazione. La decisione riconosce l’impegno di Bartali a favore degli ebrei perseguitati in Italia. L’Ente spiega che Bartali, “un cattolico devoto, nel corso dell’occupazione tedesca in Italia ha fatto parte di una rete di salvataggio i cui leader sono stati il rabbino di Firenze Nathan Cassuto e l’Arcivescovo della città cardinale Elia Angelo Dalla Costa”. Ques’ultimo è stato, a sua volta, già riconosciuto Giusto tra le Nazioni da Yad Vashem. “Questa rete ebraico-cristiana, messa in piedi a seguito dell’occupazione tedesca e all’avvio della deportazione degli ebrei, ha salvato - prosegue Yad Vashem - centinaia di ebrei locali ed ebrei rifugiati dai territori prima sotto controllo italiano, principalmente in Francia e Yugoslavia”. Bartali ha agito “come corriere della rete, nascondendo falsi documenti e carte nella sua bicicletta e trasportandoli attraverso le città, tutto con la scusa che si stava allenando. Pur a conoscenza dei rischi che la sua vita correva per aiutare gli ebrei, Bartali ha trasferito falsi documenti a vari contatti e tra questi il rabbino Cassuto”. Yad Vashem ha infine annunciato che in onore di Bar-

tali si terrà una cerimonia in Italia in una data ancora da stabilire. LA FAMIGLIA - Felicissima della notizia la famiglia del grande campione. “E’ una cosa magnifica - ha affermato il figlio Andrea - Aspettavamo questa notizia già da qualche tempo, soprattutto dopo che un mese fa hanno fatto giusto tra le nazioni il cardinale Elia Dalla Costa”. “Saperlo proprio oggi quando qui a Firenze sono iniziati i Mondiali di ciclismo ha un significato enorme”, ha aggiunto. La famiglia di Bartali era stata invitata già nelle settimane scorse a Gerusalemme dal governo israeliano per il mese di ottobre quando si terrà una gran fondo di ciclismo intitolata a Gino Bartali. http://qn.quotidiano.net

Nel libro Assisi clandestina - Assisi e l’occupazione nazista, scritto da Alexander Ramati e introdotto da Padre Alviero Nicaccci, ofm (Professore emerito SBF di Gerusalemme), si narra con dovizia di particolari la straordinaria vicenda coordinata da Padre Rufino Niccacci che vede tra i sui protagonisti anche il famoso campione. Di seguito la breve recensione e le coordinate per ordinare il libro. Assisi clandestina, con stile immediato e coinvolgente, presenta alcune pagine della II Guerra mondiale durante la quale la città di san Francesco segnò un importante contributo a difesa di molti ebrei braccati dalla ferocia antisemita. I francescani furono tra i protagonisti di quell’esperienza che oggi riprende vita nelle pagine di questo romanzo storico.

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Varie Padre François Mourad, uomo evangelico

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ra i suoi modelli, Charles de Foucauld. Come lui ha vissuto la solitudine e il fallimento. Come fratel Charles è morto di morte violenta.

Il 23 settembre ricorrono i tre mesi dall’uccisione a Ghassanieh di padre François Mourad, a 49 anni d’età. Si trovava nel convento francescano della località dell’Oronte, nelle cui vicinanze aveva fondato, sotto l’obbedienza del vescovo siro cattolico di Hassaké monsignor Behnam Hindo, il monastero dedicato a San Simeone lo Stilita. Padre François era approdato a Ghassanieh dopo diversi tentativi di vita religiosa e monastica. Aveva fatto il noviziato presso i francescani della Custodia di Terra Santa, poi era passato a Latroun, dai trappisti. Si sentiva chiamato però ad una vita contemplativa, in linea con la spiritualità dello Stilita, tra i padri del monachesimo siriano. Aveva presentato nel 1998 la Regola dei Fratelli di San Simeone Stilita al vescovo siro-cattolico, chiedendo di dar vita a una nuova fondazione. Ottenuto il permesso, aveva avviato una casa religiosa nei pressi di Aleppo, ma nel 2010 - a causa di difficoltà con gli abitanti musulmani del villaggio - si era convinto a trasferirsi nella regione dell’Oronte, a maggioranza cristiana, dove aveva rifondato il suo monastero. Con l’inizio della guerra civile, la nuova fondazione è stata saccheggiata dai membri dell’Esercito libero, che hanno asportato perfino porte e finestre. Così padre François è stato costretto a rifugiarsi presso la parrocchia latina di Ghassanieh, tenuta dai francescani. «Padre

Mourad – ricorda fra Firas Lufti, che dalla missione di Knayeh ha avuto l’ingrato compito di ricomporre i resti mortali del religioso assassinato - aveva scelto di vivere tra profughi e bisognosi, per testimoniare la misericordia di Dio. Aiutava tutti, senza chiedere nulla. Era un uomo di Dio, cosciente dei pericoli che correva e dell’eventualità di poter perdere la vita». Padre François era solito inviare lettere e messaggi ai superiori, ai confratelli e alle religiose che assisteva spiritualmente. In una lettera al vescovo confidava: «Siamo in pericolo. Non possiamo né lasciare il villaggio né entrarvi. Hanno attaccato chiese e insegne religiose Ogni giorno uno di noi scompare. Non so quando verrà il mio momento. Comunque, io sono pronto a morire; e che la mia Chiesa ricordi che ho offerto la mia vita con gioia per ogni cristiano di questo amato Paese. Pregate per me». Nel febbraio scorso, di fronte all’inasprirsi della situazione, scriveva: «Gli avvenimenti precipitano e penso che siamo entrati in una fase decisiva della nostra lotta. Dopo aver bruciato la chiesa greca (bizantina) e distrutto il santuario mariano dei latini, hanno saccheggiato tutto e distrutto il mio convento e quello dei protestanti. Hanno fracassato e bruciato tutti i simboli religiosi del villaggio e imbrattato con bestemmie contro la nostra religione. Cercano di sopprimerci, ma qualsiasi cosa facciano, non potranno nulla contro la nostra fede fondata sulla Roccia di Cristo. Voglia Dio che Egli ci conceda la grazia di provare l’autenticità del nostro amore per Lui e per gli altri. Siate certi che io offro la mia vita con tutto il cuore per il bene la Chiesa e la pace nel mondo e soprattutto nella nostra amata Siria». A marzo, ancora un messaggio accorato al vescovo: «Si avvicina il tempo in cui dovremo cercare un luogo di rifugio contro i bombardamenti. Di notte, cerchiamo di rimanere svegli per paura di coloro per i quali tutto ciò che porta il nome di cristiano è un anatema. Eppure, nonostante tutte queste tenebre, io percepisco la presenza misteriosa del sole. Tutto ciò che io spero da Dio è che la Sua Presenza sia vittoriosa sulle tenebre che fan sì che siamo arrivati a questo. Preghi per noi». Uno degli ultimi messaggi, dei primi di giugno, è in-

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dirizzato alle suore del Rosario, presenti con lui nella parrocchia di Ghassanieh: «Care Sorelle, quando comprendiamo l’ampiezza e la preziosità che rappresenta l’amore nella nostra vita consacrata all’Amore stesso, ci è facile comprendere la profondità e il mistero della sofferenza che ci porta a sua volta alla comprensione del Cristo Crocifisso. Egli ci ha insegnato che l’amore ha un sinonimo chiamato sofferenza».

«Padre François – conclude fra Firas – era un uomo mite e ha donato la sua vita per il Vangelo. Aveva scelto di restare a fianco dei cristiani nonostante tutto. La sua testimonianza fino all’effusione del sangue servirà certo a rafforzare la fede dei cristiani di Siria e sarà seme di conversione e di pace». http://www.terrasanta.net

Pubblicati gli ultimi numeri di Terrasanta in italiano, francese e spagnolo, l’Eco di settembre-ottobre 2013

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arà presto nelle case degli abbonati il numero di settembre-ottobre 2013 di Eco di Terrasanta, il nostro periodico di 16 pagine in formato tabloid. Anche stavolta

ai naviganti su Terrasanta.net offriamo una selezione in formato elettronico degli articoli pubblicati nella versione cartacea.

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Varie Quinta edizione Festival Francescano Rimini, 27-29 settembre 2013

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noi, da che parte stiamo? Dalla parte dei ricchi o dalla parte dei poveri? È questa la domanda due volte ripetuta dal Vescovo di Rimini Mons. Francesco Lambiasi durante la celebrazione eucaristica in occasione di Festival Francescano (domenica 29 settembre). “Il denaro abbaglia - ha detto il Vescovo nell’Omelia - Prima illude, poi delude”. Dio è dalla parte dei poveri, Gesù è dalla parte dei poveri. “Anche san Francesco iniziò la rivoluzione francescana chiedendo ai suoi seguaci di non tenere nulla per sé - ha continuato Lambiasi - Persino l’economia ne fu toccata, infatti nacque un sistema di mercato finalizzato non al profitto, bensì al bene comune. L’uomo è un mendicante che si arricchisce donandosi”. Seguire poveri Cristo povero, dunque, uscire da noi stessi, svuotarsi di sè per poter accogliere il dono dell’amore di Dio e dell’altro ed essere dono per gli altri. Il messaggio del Vescovo sarà al centro del Festival del prossimo anno, ancora a Rimini e incentrato sul tema della “letizia”, come ha annunciato fra Matteo Ghisini, Presidente del Movimento Francescano dell’EmiliaRomagna. Un concetto chiave per il mondo francescano, quello della “perfetta letizia”, che significa saper accettare con

gioia anche le difficoltà perché ci si affida all’amore provvidente di Dio. Una sfida sicuramente molto attuale in un contesto umano e sociale che pare avere perduto la fiducia negli altri e nel futuro. Il Movimento Francescano dell’Emilia-Romagna, che organizza l’iniziativa con la collaborazione dei francescani italiani e delle istituzioni locali, intende diffondere nella società, attualizzandoli, i valori francescani di fraternità, giustizia, pace, rispetto del creato, essenzialità…

Rimini, centro storico 27/28/29 settembre 2013

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CASTEL SISMONDO la fortezza malatestiana ospiterà sei mostre sul tema del viaggio

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tema biblico della fuga in Egitto è visto attraverso gli occhi di tre pittori del 1600. Sempre al XVII secolo risale l’opera più rilevante dell’esposizione su sant’Antonio di Padova, grande predicatore anche in Romagna. Si tratta del “Sant’Antonio di Padova con il Bambino” (1659) del Guercino, custodito nel Museo della Città di Rimini ma proveniente dalla chiesa di san Francesco di Paola. Al pellegrinaggio verso Santiago di Compostela, città che nel 2014 ricorderà il viaggio di san Francesco in Galizia, sono dedicati due allestimenti: il primo a cura del Consorzio Umbria & Francesco’s Ways, in collaborazione con la Confraternita di San Jacopo di Compostella in Perugia e con il patrocinio della Xunta de Galicia; il secondo dedicato alla figura del beato Amato Ronconi, il quale trascorse metà della sua vita sul cammino per

Santiago. Amato Ronconi nacque a Saludecio nel 1226; terziario francescano, dedicò ai poveri e ai pellegrini la sua intera esistenza. A un altro straordinario personaggio locale, fra Gioacchino da Montetiffi, è dedicata l’installazione che vuole ricordare, grazie alle immagini tratte dall’archivio fotografico della Provincia dei Frati Minori Cappuccini dell’Emilia-Romagna, la figura del frate questuante. Infine, 16 opere d’arte moderna e contemporanea propongono un viaggio attraverso il significato simbolico del colore. Dal 1 ottobre al 3 novembre dalle 16 alle 20 (chiuso il lunedì). Ingresso gratuito. Castel Sismondo è in Piazza Malatesta a Rimini. Info: +39 334 2609797. www.festivalfrancescano.it

La Fortezza di Macheronte

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yőző Vörös, Machaerus I. History, Archaeology and Architecture of the Fortified Herodian Royal Palace and City overlooking the Dead Sea in Transjordan Macheronte è la fortezza erodiana, nell’attuale Giordania, in cui, secondo la testimonianza di Giuseppe Flavio, Giovanni Battista fu condotto prigioniero e ucciso. Questo volume (in inglese) raccoglie - per la prima volta - i risultati di tutte le campagne di scavo dal 1807 ad oggi. Archeologi francesi, tedeschi e americani si sono avvicendati nel corso degli anni, ma campagne su vasta scala sono state condotte soprattutto dagli archeologi francescani dello Studium Biblicum Franciscanum e, attualmente, da una equipe ungherese. Uno volume dedicato a tutti gli appassionati di archeologia biblica, corredato da piante, cartine, documenti, immagini degli scavi e dei reperti, oltre che da splendide vedute panoramiche a colori. L’Autore: Győző Vörös, archeologo ungherese, dal 1994 dirige gli scavi presso il sito di Macheronte, in Giordania. Edizioni Terra Santa, Milano 2013, pp. 400 – 120,00 euro

Vedi anche: Stanislao Loffreda, La ceramica di Macheronte e dell’Herodion (90 a.C.-135 d.C.), Franciscan Printing Press, Jerusalem 1996 http://www.sbf.custodia.org

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Varie A Rovereto la Mostra sul Getsemani Rovereto, 30 settembre 2013

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avanti a un pubblico numeroso e attento, è stata presentata lunedì 30 settembre presso la Fondazione Opera Campana dei Caduti di Rovereto la mostra fotografica dal titolo “Getsemani, conservare il passato e formare il futuro”. La Fondazione, insieme al Comune di Rovereto e alla Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, ha sostenuto dall’inizio la realizzazione delle attività di conservazione e formazione, coordinate da ATS pro Terra Sancta e dal Mosaic Centre di Gerico. A cofinanziare il progetto di restauro della Basilica del Getsemani anche il Ministero italiano degli Affari Esteri, il Consolato Generale d’Italia a Gerusalemme, il Ministero palestinese del Local Government e il Programma di cooperazione Palestinian Municiaplities Support Program – PMSP. A presentare l’esposizione e a raccontare le varie fasi del progetto sono intervenuti il Reggente della Fondazione, il prof. Alberto Robol, il Sindaco di Rovereto, dott. Andrea Miorandi, l’Economo della Custodia di Terra Santa Padre Ibrahim Faltas, il docente dello Studium Biblicum Franciscanum Padre Pietro Kaswalder e i collaboratori di ATS pro Terra Sancta e coordinatori del

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progetto, dott.sa Carla Benelli e arch. Osama Hamdan. La mostra rimane visitabile fino al 31 ottobre 2013, presso la Fondazione Opera Campana dei Caduti (Colle di Miravalle) e invitiamo dunque tutti gli Amici pro Terra Sancta ad andare a scoprire questo progetto di conservazione e di formazione attraverso le fotografie esposte a Rovereto. http://www.proterrasancta.org


Sabato 19 ottobre 2013:

Sesta giornata per le associazioni di Terra Santa Roma - Auditorium Antonianum Incontro annuale tra il Custode e le associazioni di volontariato che sostengono progetti in Terra Santa Papa Benedetto XVI ha voluto che il 2013 fosse l’anno dedicato alla fede mentre Papa Francesco ha firmato, in questo stesso anno, la «Lumen Fidei», la sua prima enciclica: per riscoprire la forza della fede cristiana basata sulla fiducia nell’amore di Dio e sull’affidamento alla Sua tenerezza. Non possiamo dimenticare però che la vicenda della fede cristiana è germogliata proprio in Terra Santa, dove il Signore ha vissuto e ha chiamato concretamente i suoi primi amici. Anche oggi la fede è una realtà concreta della Terra Santa: incarnata in persone reali, spesso molto diverse tra loro ma unite dall’avere risposto all’amore di Dio. Questa giornata vuole essere un’occasione da non perdere, per conoscere la loro esperienza.

Fede esperienza d’amore: L’anno della fede visto dalla Terra Santa Programma 10.30 Benvenuto di Giuseppe Caffulli, giornalista, direttore della rivista Terrasanta 10.45 «Vivere la fede in Terra Santa» testimonianza di Fra Alessandro Coniglio, delegazione di Terra Santa a Roma 11.45 Il Terra Sancta Museum. Notizie sul progetto del nuovo complesso museale della Custodia di Terra Santa; presentazione di Gabriele Allevi, museologo 12.30 Pranzo insieme (facoltativo; per chi volesse partecipare, specificarlo all’atto dell’iscrizione)

14.00 Intervento di monsignor. Giuseppe Nazzaro, vescovo emerito di Aleppo (Siria), sulla situazione dei cristiani nel Paese dilaniato dalla guerra civile 15.00 Interventi liberi delle associazioni partecipanti: idee, proposte, richieste per migliorare il servizio in Terra Santa. 16.30 Fra Pierbattista Pizzaballa ofm, Custode di Terra Santa, incontra i volontari e risponde alle loro domande. 18.00 a terminare, Eucarestia per la Terra Santa celebrata dal padre Custode presso la cappella dell’Università Antonianum.

Informazioni pratiche - L’incontro avrà luogo nella sala San Francesco dell’Auditorium Antonianum di Roma, con accesso da via Manzoni 1 (metropolitana linea A, fermata Manzoni); - Per esigenze organizzative chiediamo ad ogni associazione (o singolo partecipante, nel caso non facesse parte di alcuna organizzazione) di comunicarci il numero dei partecipanti entro venerdì 4 ottobre 2013 via mail o per telefono (Carlo Giorgi: ufficiostampa@edizioniterrasanta.it ; tel. 02 34592679) - Come lo scorso anno, la quota di partecipazione dipenderà dalla volontà di fermarsi o no per il pranzo (all’atto dell’iscrizione è importante specificare questa scelta): euro 20,00 (con pranzo), euro 10,00 (senza pranzo). La quota, che non varia ormai da anni, ci consentirà di coprire le spese di organizzazione e potrà essere versata la mattina stessa dell’incontro.

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Fraternitas

Fraternitas

VOLUME XLVI • EDIZIONE 204

OTTOBRE 2013

Notiziario Internazionale OFM

CONGRESSO INTERNAZIONALE DEL SGFS SULL’ ACCOMPAGNAMENTO

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VCSVA );pedagogica (Fr. A. Schmucki OFM); teologica e sacramentale (Fr. V. Battaglia OFM ); psicologica (P. D. Fleitas OFM ); sintesi formativa ( P. A Cencini FCC ) e istituzionale (P. M. Perry , OFM, Ministro Generale ) . Ogni giornata si è aperta con una meditazione spirituale sul racconto evangelico di Emmaus, icona biblica del Congresso, dai parte dei rappresentanti delle varie Conferenze. Una commissione si è impegnata a sviluppare un testo finale che sintetizza le presentazioni teoriche dei

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piccole fraternità “ e un terzo per la presentazione e discussione in assemblea. L’ obiettivo del Congresso è stato quello di riflettere, a partire dalla Ratio Formationis Franciscanae sulla formazione permanente e la formazione dei formatori e sull’ accompagnamento in chiave francescana, affrontando il problema dalle diverse dimensioni: Biblica (Fr. L. Orlandi OFM ); antropologica (Fr. JB Freyer ofm ); francescana ( Fr. F. Uribe ); consacrata (Fr. P. Martinelli , OFM Cap ); vita religiosa (S.E.R . Mons. José Rodríguez Carballo, OFM, Segretario CI-

F R A T E R N I T A S

Dall’8 al 22 settembre 2013, ad Assisi organizzato dal Segretariato Generale per la Formazione e gli Studi OFM , si è tenuto una Congresso internazionale sul tema : “L’accompagnamento francescano approccio formativo”. Esso ha coinvolto un centinaio di frati, segretari provinciali per la formazione e gli studi di tutto l’Ordine. La giornata di apertura ha avuto inizio con la celebrazione della S. Messa alla Porziuncola, presieduta dal Ministro generale , Fr. Michael A. Perry, OFM, accompagnato dal Definitorio generale. Le Sessioni sono iniziate con la relazione del Ministro generale “ l’accompagnamento della vocazione “ , seguita da quella di Fr. Vidal Rodriguez , segretario generale SGFE “ Dai Congressi Continentali al Congresso Internazionale: attualità del tema, obiettivo e la metodologia“. Il convegno ha avuto una esposizione teorica nella prima parte, una seconda di lavoro in gruppi o “

a pagina 2 ➤

Il Papa Francesco in Brazile per la GMG: Visita l’Ospedale S. Francesco Papa Francesco: Dio ha voluto che i miei passi, dopo il Santuario di Nostra Signora di Aparecida, si incamminassero verso un particolare santuario della sofferenza umana qual è l’Ospedale San Francesco di Assisi. E’ ben nota la conversione del vostro Santo Patrono: il giovane Francesco abbandona ricchezze e comodità per farsi povero tra i poveri, capisce che non sono le cose, l’avere, gli idoli del mondo ad essere la vera ricchezza e a dare la vera gioia, ma è il seguire Cristo e il ser-

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vire gli altri; ma forse è meno conosciuto il momento in cui tutto questo è diventato concreto nella sua vita: è quando ha abbracciato un lebbroso. Quel fratello sofferente è stato «mediatore di luce [...] per San Francesco d’Assisi» (Lett. enc. Lumen fidei, 57), perché in ogni fratello e sorella in difficoltà noi abbracciamo la carne sofferente di Cristo. Oggi, in questo luogo di lotta contro la dipendenza chimica, vorrei abbracciare ciascuno e ciascuna di voi, voi che siete la carne di Cristo, e chiedere

che Dio riempia di senso e di ferma speranza il vostro cammino, e anche il mio.

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ALTRE NOTIzIE

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Fondazione bizantina – Ucraina

A Tarnopil la Fondazione francescana di rito greco - bizantino si è radunata già per la ottava volta al suo capitolo delle stuoie (19-21 agosto 2013). Sono stati presenti tutti i frati della Fondazione, Ministro provinciale e Vicario provinciale della Provincia dell’Assunzione della BVM in Polonia. È venuto anche il vescovo grecobizantino, nostro frate mons. Nil Luszczak. Il tema principale della riflessione si è concentrato sul tema della fede e della sua espressione francescana legata alla dimensione pratica della fede. L’ incontro fraterno ha dato a tutti la possibilità di riflettere sulla condizione del fondamento della nostra fede comunitaria e di ogni frate. Tutti i partecipanti del Capitolo delle Stuoie mandano saluti e auguri!

Il Papa incontra i Frati penitenzieri a S. Giovanni Laternano

Ad accogliere il Papa al suo arrivo, è stato il Cardinale Vicario Agostino Vallini che nell’indirizzo di saluto ha spiegato come questo incontro sia stato voluto dal nuovo Vescovo di Roma appena eletto. La diocesi ha fatto dono al proprio Vescovo di un’icona raffigurante di san Francesco che sorregge la Chiesa, opera del parroco don Massimo Tellan. Al termine, prima di far rientro in Vaticano dopo oltre due ore, il Pontefice ha incontrato i Frati Minori che svolgono il ministero di penitenzieri nella basilica cattedrale, San Giovanni Laterano di Roma. Invitandoli a essere misericordiosi nel sacramento della riconciliazione.

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relatori, come i frutti del lavoro dei gruppi, e anche i contributi del dialogo in aula. Questo testo finale, con le presentazioni degli esperti e il lavoro dei gruppi, sarà il punto di partenza per sviluppare da parte della SGFS, prima del prossimo Capitolo generale , una “guida o linee guida “ sulla formazione francescana e l’accompagnamento, per un aiuto concreto ai formatori . Sabato 14 settembre si è andati in pellegrinaggio al Santuario della Verna , e nella dinamica del Congresso, Mons. José Rodríguez Carballo, OFM, Segretario CIVCSVA ha offerto una

riflessione dal titolo: “accompagnamento arte, tecnica e vocazione. “ La Santa Messa è stata presieduta da S.E.R. João Braz de Aviz , Cardinale Prefetto della Congregazione Romana per la Vita Consacrata ( CIVCSVA ). Nel giorno di chiusura è stato lasciato del tempo per i Definitori generali per incontrare e dialogare con i farti della loro zona . L’assemblea ha approvato il testo finale e si è restituito tutto il lavoro e il vissuto al Signore

Nuovi Visitatori Generali Fr. Piet Bots, della Provincia SS. Martyrum Gorcomiensium (Olanda), Visitatore della Cust. S. Francisci, in Indonesia.

Nuovi Provinciali FR. BRUNO BARTOLINI Provincia di Cristo Re, in Italia. FR. KAMAL LABIB Prov. S. Famiglia, in Egitto. FR. ALFONSO POLIMENA Prov. dell’Assunzione della BVM, in Italia. FR. ROB HOOGENBOOM Province of Holy Martyrs of Gorcum, in Netherland. FR. VÍTOR J. MELÍCIAS L., Provincia de los Santos Mártires de Marruecos, en Portugal.

Agenda del

Ministro generale Ottobre: 1-4: Assisi 6-8: Istanbul 9: Assisi (COMPI) 10-20: Spagna e Portogallo (CONFRES) 21: Roma (UFME) 31: Palestrina nell’Eucaristia, presieduta dal Ministro Generale OFM. Tutto il materiale, i partecipanti del Congresso, i testi, le celebrazioni, immagini, video, ecc ,sono disponibili all’indirizzo: www.ofm.org/ SGFS2013

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Fraternitas Marcia Francescana 2013

Il 1 agosto il Ministro generale, Fr. Michael A. Perry, ofm, ha aperto ufficialmente la Festa del Perdono in Santa Maria degli Angeli (Assisi) con una solenne celebrazione eucaristica concelebrata de un buon numero di confratelli, di religiosi e di sacer-

doti diocesani. In detta Eucaristia hanno partecipato numerosi fedeli pellegrini alla Porziuncola per celebrare la Festa del Perdono. Il giorno 2, dopo aver celebrato l’Eucaristia presso il Protomonastero delle Sorelle Clarisse e di aver concelebrato nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, nel pomeriggio, il Ministro ha accolto i centinaia di giovani partecipanti nella Marcia Francescana 2013. Il

tema della Marcia e delle catechesi è stato: “Chi Crede Cammina”. F R A T E R N I T A S

Messagio del MG per la Pace Messagio del Ministro General Fr. Michael A. Perry, OFM

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Noi Frati Minori uniamo il nostro impegno per una pace giusta e sostenibile a quello di tutti i membri della Chiesa Cattolica, della Famiglia Francescana, delle altre Confessioni Cristiane, di tutti i coloro che hanno intrapreso un cammino di ricerca spirituale e di tutte le persone di buona volontà sparse nel mondo.

W W W . O F M . O R G

Il “grido della pace” si alzi dalle ceneri di coloro che sono morti e di quelli che continuano a soffrire le conseguenze del conflitto e della violenza in Siria, nel Medio Oriente e in altre parti del mondo. È chiaro che non possiamo tranquillamente starcene con le mani in mano a guardare i nostri fratelli e le nostre sorelle che soffrono, come se la loro sofferenza non avesse niente a che fare con la nostra vita da cristiani e con la nostra identità francescana.

Pertanto mi unisco all’invito che il Santo Padre, Papa Francesco, ha rivolto a ciascun fedele a digiunare e pregare per la pace domani, sabato 7 settembre 2013. Inoltre vi chiedo, fratelli, personalmente e in fraternità, di ricercare modalità per prolungare nel prossimo futuro questa esperienza di preghiera e di digiuno per la pace, affinché il “grido della pace” possa alzarsi dalle nostre fraternità francescane e da tutto l’Ordine per diventare una forza positiva per la giustizia, la verità e la guarigione di tutti i popoli.

Bruxelles – Corso per i Missionari

Il primo settembre e iniziato a Bruxelles il Corso anglofono per i nuovi missionari. La Fraternità N. D. Des Nations ha accolto i dodici nuovi fratelli (cappuccini, conventuali e minori)

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che si stanno preparando per le loro destinazioni missionarie tra cui Sudan, Terra Santa, India. All’inizio del corso trimestrale, vi è stato l’incontro con i Segretari generali fr. Jarek Wysoczanski OFM conv. e fr. Massimo Tedoldi, OFM, i quali hanno esposto lo spirito della missione oggi, secondo gli orientamenti della famiglia francescana. Il

corso, prevede la trattazione di molti temi tra i quali: la storia del metodo missionario francescano, il dialogo interreligioso, la missionologia francescana, Giustizia pace e integrità del creato, il secolarismo in Europa, la missione in Asia, le culture e religioni in Africa, l’Economia fraterna in missione, il ruolo del leader. Il periodo di formazione terminerà con il Mandato missionario conferito dal Ministro generale. 3


PICCOLE NOTIzIE

F R A T E R N I T A S

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W W W . O F M . O R G

ROMA – CONVEGNO SULLA VIOLENZA L’ Associazione Eleutheriat organizza il 1° Convegno dal titolo: “Il Sè violato. Quando le emozioni diventano violente”, che si svolgerà a Roma il 29 e 30 novembre 2013, presso l’Hotel dei Congressi- Eur. Il Convegno approfondirà lo studio dei comportamenti violenti nei confronti delle donne e degli adolescenti sia a livello fisico che psicologico, nel contesto intrafamiliare e in quello sociale più ampio. Per saperne di più, vedere il Sito: www.elutheriat.org

ASSISI - PAPA FRANCESCO AD ASSISI Una giornata storica per la Chiesa. Si annuncia così la visita di Papa Francesco del 4 ottobre prossimo ad Assisi. Una visita in cui il Pontefice spiegherà «come la Chiesa deve spogliarsi per tornare alle origini». Una giornata dedicata ai poveri, ai giovani e alla riscoperta del concetto di «carità». «Quella del 4 ottobre ad Assisi sarà una visita dell’anima per un Papa che si ha voluto chiamarsi Francesco».

Libri Francescani GIUSEPPE BUFFON, Storia dell’Ordine Francescano. Problemi e prospettive di metodo. Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 2013, pp. 464. Come scrivere la storia dell’Ordine Francescano? L’indagine e lo studio di G. Buffon, Professore alla PUA, espressi con questo poderoso saggio, vogliono offrire un contributo per rispondere e come rispondere a tale interrogativo.

Lettera per la Festa di San Francesco 2013 Nella solennità di san Francesco d’Assisi vogliamo condividere con voi la nostra vita e augurarvi ogni bene in Dio, nostro Sommo Bene. Viviamo in un tempo in cui il cambiamento, spesso utilizzato come categoria per qualificare la nostra epoca, è oggi visibile anche nella Chiesa e all’interno dell’Ordine dei Frati Minori. È in questo clima di novità che la comunità Ecclesiale sta vivendo l’Anno della Fede, in coincidenza con il cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, ed è invitata a rinnovarsi mediante la Nuova Evangelizzazione, attraverso la testimonianza offerta dalla vita dei credenti. Come scrive Papa Francesco nell’Enciclica Lumen Fidei dobbiamo sentire l’urgenza di «recuperare il carattere di luce proprio della fede, perché quando la sua fiamma si spegne anche tutte le altre luci finiscono per perdere il loro vigore. La luce della fede possiede, infatti, un carattere singolare, essendo capace di illuminare tutta l’esistenza dell’uomo» (LF 4). È nostro desiderio mantenere accesa la luce della fede, seguendo l’esempio di Francesco d’Assisi, perché sia il fondamento della nostra vita, la passione nella missione e la lampada che «ci apre il cammino e accompagna i nostri passi nella storia» (LF 8).

Fr. Francisco Arellano alla Congregazione dei Religiosi

Il nostro fratello, Fr. Francisco Javier Arellano Suárez OFM, ha ricevuto il permesso e l’obbedienza del Ministro generale per prestare il suo servizio alla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica della Santa Sede, su richiesta del Cardinale Prefetto João Braz de Aviz. Fr. Francisco Javier sarà, a partire dal mese di settembre 2013, il Segretario di S.E.R Mons. José Rodríguez Carballo, OFM, Segretario di questo dicastero romano. Il fratello Francisco Javier è membro della Provincia Francescana Betica (Siviglia) in Spagna, e ha servito nella Curia Generale dei Frati Minori a Roma come Segretario del Ministro Generale (20062013). Nel ringraziare il Padre Francisco Javier per il suo servizio a favore dell’Ordine, gli auguriamo ogni bene e l’aiuto dell’Altissimo.

Fraternitas notiziario internazionale OFM editore: Fr. Joseph Magro OFM eMail: comgen@ofm.org tel: +39 0668491 339 http://www.ofm.org/fraternitas www.fb.com/ofm.org www.twitter.com/ofmdotorg

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