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Frati della Corda

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Notiziario della Custodia di Terra Santa OTTOBRE | 2014

PAGINA 04 Cristiani necessari al Medio Oriente PAGINA 09 Il Custode di Terra Santa ad Assisi: «Papa Francesco ci spinge a volare alto» PAGINA 23 Ordinazione Presbiterale di Fra Louais Bsharat PAGINA 27 Ordinazione Presbiterale di Fra Fadi Azar PAGINA 35 Settima Giornata per la Terra Santa: Quei cristiani alla prova della Storia


INDICE SANTA SEDE Concludendo la terza assemblea straordinaria del Sinodo dei Vescovi il Papa beatifica Paolo VI Cristiani necessari al Medio Oriente Il cardinale Sandri apre l’anno accademico del Pontificio Istituto Orientale

CRONACA DELLA CUSTODIA 03 04 06

CURIA GENERALIZIA Inaugurazione del nuovo Anno Accademico presso la PUA

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PATRIARCATO LATINO La Diocesi sotto il manto della Madonna della Palestina

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CURIA CUSTODIALE Il Custode di Terra Santa ad Assisi: «Papa Francesco ci spinge a volare alto» Agenda del Custode

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Un triduo per celebrare la festa di San Francesco Nella festa di San Francesco, la professione solenne di fra David Grenier Inaugurato l’anno accademico delle Università cattoliche La pellegrinazione dei Francescani alla “Città di Gesù” A San Salvatore la Festa della Spagna Al Cenacolino, benedizione della nuova cappella Ordinazione Presbiterale di Fra Louais Bsharat Rito Melkita-Cattolico Inaugurazione Manuscripta Franciscana Hierosolymitana e Benedizione della nuova vetrata della Biblioteca Ordinazione Presbiterale di Fra Fadi Azar Grande gioia a Cipro! Nasce il Terra Sancta Organ Festival La raccolta delle olive in Terra Santa Benedizione del Presepe di San Salvatore

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VARIE REGIONE SAN PAOLO Siria: religiosi si preparano all’Anno della Vita Consacrata Siria: è emergenza umanitaria. Cosa puoi fare tu.

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Solennità del beato padre nostro Francesco Giornata delle Kehillot, durante il Sukkot 2014 Settima Giornata per la Terra Santa: Quei cristiani alla prova della Storia QR CODE, come utilizzarlo Sabastiya: inaugurata la nuova guesthouse, all’insegna del turismo solidale

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FRATERNITAS

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Frati della Corda

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Notiziario della Custodia di Terra Santa FRATI DELLA CORDA Notiziario della Custodia di Terra Santa Edizione n. 10 Ottobre 2014 CONTATTI Segreteria Custodia di Terra Santa St. Francis 1 Jerusalem - POBOX: 186 - Israel custodia@custodia.org STAMPA Franciscan Printing Press fpp@bezeqint.net

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Santa Sede Concludendo la terza assemblea straordinaria del Sinodo dei Vescovi il Papa beatifica Paolo VI CITTÀ DEL VATICANO, 18 OTTOBRE 2014

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n questi mesi, finalmente, Paolo VI è tornato al centro di studi, riflessioni, commenti: quasi tutta questa abbondante produzione si concentra però sugli anni del pontificato, e soprattutto sul suo ruolo nel concilio. Non si possono ovviamente sminuire la decisiva importanza di Papa Montini e la necessità di questo lavoro di ricerca e d’interpretazione storica, ma il rischio è che passino in secondo piano la statura spirituale e la capacità di riflessione di un uomo che fu anche vero scrittore. Un piccolo libro che raccoglie i suoi Scritti spirituali (Studium) ci restituisce invece, in poche intense pagine, la dimensione interiore di un cristiano che ha saputo riflettere e osservarsi fin dagli anni giovanili, e che ha dedicato attenzione e amore al tempo in cui è vissuto. Il suo sguardo verso la modernità infatti è sempre profondo, e mai negativo. Se nel suo tempo individua una mancanza — «noi moderni abbiamo perduto la virtù della contemplazione. Siamo abili a leggere, a pensare, a parlare; ma non sappiamo farlo senza aderire pesantemente alle immagini sensibili» — subito cerca di trovare un modo di rovesciare di segno questa stessa mancanza: «Ma se potessi interpretare con i miei occhi miopi di moderno, con i miei occhi avidi di moderno, l’alfabeto materiale dello spirito immateriale, la gioia tornerebbe, la fiducia». Montini riconosce nell’egocentrismo, frutto di un individualismo senza limiti, il più grave problema del suo tempo: la tendenza a fare della religione una pura esperienza spirituale. In questo modo — scrive — ognuno mira a costruirsi una religione individuale, in contrapposizione a quella della Chiesa e, «invece dell’infallibilità del papa», proclama «quella della propria capacità emotiva». Da questo stato diffuso di eccitazione riemerge, e torna «di moda», un antico peccato, «così antico che nessuno più non solo sapeva commettere, ma neppure spiegarsi», cioè «l’idolatria», fissata «oggi in sentimenti propri, con un’indebita appropriazione dell’assoluto». La sua idea di fede è moderna e dinamica: «Chi Tu sia, lo so nel moto: man mano che la mente pensa alla natura di Dio, sostare non può», perché «Dio è conoscibile, ma

è ineffabile». Montini è tuttavia ben consapevole che nella cultura moderna si è imposta l’idea che solo il dubbio sia fonte di moto, mentre invece «è la certezza che muove e che feconda lo spirito». Se la via facile dell’emozione, del sentimento, è preclusa al cristiano, Montini sa però quanto questo rigore sia difficile: «Ma che Dio in me, il Dio della Rivelazione e della Grazia, ancora resti nascosto, questo mi è duro comprendere». Si tratta tuttavia di una sofferenza che deve essere accettata, perché la legge suprema del regno di Dio «è di cercare Dio, e non noi; anzi, di cercarlo mortificandoci». Ricco di consigli per crescere nella vita spirituale a partire dalla propria esperienza, arriva a sintetizzare in poche parole il dovere di un vero cristiano: «Molto aderenti e molto indifferenti alle proprie occupazioni bisogna essere». Perché l’uomo spirituale deve vivere consapevolmente nel proprio tempo: «Bisogna avere l’intelligenza delle cose, degli uomini, dei fatti; bisogna saper leggere nei segni dei tempi; bisogna dal libro passare alla vita senza perdere l’esercizio del pensiero». Nell’amore intelligente per il suo tempo, nell’adempimento rigoroso e attento della propria missione, egli traccia il modello che poi seguirà durante il suo pontificato e che apparirà chiaro in tutto il suo splendore negli ultimi scritti, quando Paolo VI riflette con parole profonde e nuove sulla morte. Qui egli, passando da una

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Santa Sede meditazione valida per tutti gli esseri umani a quella specifica sul suo ruolo di Papa, rivela in poche dense frasi quale immenso amore per la Chiesa, in tutti i suoi aspetti, abbia guidato il suo operare. «Prego pertanto il Signore — scrive — che mi dia grazia di fare della mia prossima morte dono d’amore alla Chiesa (…) Vorrei finalmente comprenderla in tutta la sua storia, nel suo disegno divino, nel suo destino finale, nella sua complessa, totale e unitaria composizione, nella sua umana e imperfetta consistenza, nelle

sue sciagure e nelle sue sofferenze, nelle debolezze e nelle miserie di tanti suoi figli, nei suoi aspetti meno simpatici, e nel suo sforzo perenne di fedeltà, di amore, di perfezione e di carità. Corpo mistico di Cristo. Vorrei abbracciarla, salutarla, amarla, in ogni essere che la compone, in ogni Vescovo e sacerdote che la assiste e la guida, in ogni anima che la vive e la illustra; benedirla. Anche perché non la lascio (…) la morte è un progresso nella comunione dei santi». www.news.va

Cristiani necessari al Medio Oriente CITTÀ DEL VATICANO, 20 OTTOBRE 2014

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embra che si sia persa la consapevolezza del valore della vita umana, sembra che la persona non conti e si possa sacrificare ad altri interessi. E tutto ciò, purtroppo, nell’indifferenza di tanti”. Con queste parole il Papa ha aperto questa mattina il Concistoro nel quale 86 tra cardinali e patriarchi di tutto il mondo si sono confrontati sulla situazione del Medio Oriente per sostenere i cristiani perseguitati, vittime di brutalità e violenze “inimmaginabili”. Il Concistoro, presieduto dal Papa, è stato indetto per la canonizzazione dei beati Giuseppe Vaz (Sacerdote dell’Oratorio di San Filippo Neri, fondatore dell’Oratorio della Santa Croce Miracolosa a Goa e apostolo di Sri Lanka e India) e di Maria Cristina dell’Immacolata Concezione (fondatrice della Congregazione delle Suore Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentato).

possiamo rassegnarci a pensare al Medio Oriente senza i cristiani, che da duemila anni vi confessano il nome di Gesù. Gli ultimi avvenimenti, soprattutto in Iraq e in Siria – ha sottolineato - sono molto preoccupanti. Assistiamo ad un fenomeno di terrorismo di dimensioni prima inimmaginabili. Tanti nostri fratelli sono perseguitati e hanno dovuto lasciare le loro case anche in maniera brutale. Sembra che si sia persa la consapevolezza del valore della vita umana, sembra che la persona non conti e si possa sacrificare ad altri interessi. E tutto ciò, purtroppo, nell’indifferenza di tanti”.

Al Concistoro però hanno partecipato anche i Patriarchi del Medio Oriente per informare i membri del Collegio Cardinalizio sull’attuale situazione dei cristiani in questa regione.

“Questa situazione ingiusta richiede – ha affermato - oltre alla nostra costante preghiera, un’adeguata risposta anche da parte della Comunità Internazionale. Sono sicuro che, con l’aiuto del Signore, dall’incontro odierno verranno fuori valide riflessioni e suggerimenti per potere aiutare i nostri fratelli che soffrono e per venire incontro anche al dramma della riduzione della presenza cristiana nella terra dove è nato e dalla quale si è diffuso il cristianesimo”.

“Ci accomuna – ha detto il Papa - il desiderio di pace e di stabilità in Medio Oriente e la volontà di favorire la risoluzione dei conflitti attraverso il dialogo, la riconciliazione e l’impegno politico. Nello stesso tempo, vorremmo dare il maggiore aiuto possibile alle comunità cristiane per sostenere la loro permanenza nella regione. Come ho avuto occasione di ribadire a più riprese, non

Al cardinale Piero Parolin è stata affidata la relazione introduttiva. Il Segretario di Stato ha analizzato la situazione. “Nel caso specifico delle violazioni e degli abusi commessi dal cosiddetto Stato islamico la Comunità internazionale, attraverso le Nazioni Unite e le strutture che si sono date per simili emergenze, dovrà agire per

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prevenire possibili e nuovi genocidi e per assistere i numerosi rifugiati”, è stato uno dei passaggi più forti della sua relazione. Sullo “sfondo” del Concistoro per il Medio Oriente, “oltre alle condizioni per le ingiustizie subite e le gravi difficoltà in cui si trovano i cristiani, c’è il grande dilemma di andare o restare”. Lo ha riferito il direttore della sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, nel briefing di oggi. Tra venticinque e trenta gli interventi per due ore di dibattito: tutti e sei i Patriarchi delle Chiese mediorientali, presenti al Sinodo, hanno preso la parola, manifestando innanzitutto “grande gratitudine per il Papa e i suoi frequenti interventi sul tema”, nonché per il “vero sostegno e la partecipazione calorosa” delle altre Chiese alla loro situazione. I Patriarchi hanno “passato in rassegna la situazione dei loro rispettivi Paesi”, ha riferito il portavoce vaticano. Iraq, Siria, Egitto, Terra Santa, Giordania, Libano: questi alcuni Paesi che hanno fatto sentire la loro voce in Aula del Sinodo. In generale, sono stati ribaditi alcuni principi: “L’esigenza della pace e della riconciliazione

in Medio Oriente, la difesa della libertà religiosa, il sostegno alle comunità locali, la grande importanza dell’educazione per creare nuove generazioni capaci di dialogare tra loro, il ruolo della comunità internazionale”. Il Medio Oriente, in altre parole, ha un bisogno urgente di ridefinire il proprio futuro: a partire dall’importanza di Gerusalemme come “capitale della fede” per le tre grandi religioni monoteiste e dalla necessità di arrivare a una soluzione dei conflitti israelo-palestinese e siriano. Di fronte alle violenze perpetrate dall’Is, è stato ribadito che “non si può uccidere in nome di Dio”. In particolare, è stata evidenziata l’esigenza che “ai cristiani siano riconosciuti tutti i diritti civili degli altri cittadini”, soprattutto nei Paesi in cui attualmente la religione non è separata dallo Stato. Riguardo, inoltre, al sostegno per le comunità locali della regione, è stato ribadito che “un Medio Oriente senza cristiani sarebbe una grave perdita per tutti”: di qui la necessità di “incoraggiare i cristiani affinché restino in Medio Oriente” e che i profughi possano tornare alle loro case, anche attraverso apposite “zone di sicurezza”. www.avvenire.it

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Santa Sede Il cardinale Sandri apre l’anno accademico del Pontificio Istituto Orientale CITTÀ DEL VATICANO, 25 OTTOBRE 2014

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on lo sguardo rivolto a Oriente, per chiedere pace e riconciliazione nelle regioni dove i cristiani insieme ad altri sono vittime della violenza. Ma anche per rafforzare, rilanciando gli studi teologici e liturgici, il grande patrimonio di fede e di spiritualità dell’Oriente cristiano.

È un’ampia panoramica quella che il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, ha presentato inaugurando sabato 25 ottobre l’anno accademico del Pontificio Istituto Orientale. L’atto è stato preceduto dalla divina liturgia in rito armeno presieduta dall’arcivescovo Levon Bogos Zekyan, amministratore apostolico dell’arcieparchia di Istanbul degli armeni. Per proporre nuove chiavi di lettura sull’Oriente cristiano, il prefetto ha scelto proprio «il momento solenne dell’apertura dell’anno accademico» perché, ha fatto notare nella veste di gran cancelliere, non è «un atto formale, quasi dovuto». Rappresenta invece «una tappa di revisione, onesta e grata, per il tratto di strada percorso e, insieme, un avvio al cammino futuro pieno di attese e di speranze». Il «tutto entro le coordinate che la storia e la vita della Chiesa ci segnalano come più rilevanti ed urgenti». www.osservatoreromano.va

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Curia Generalizia Inaugurazione del nuovo Anno Accademico presso la PUA ROMA, 22 OTTOBRE 2014

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n occasione dell’inaugurazione dell’Anno Accademico 2014-2015 della PUA il 22 ottobre 2014 si è tenuta una solenne Concelebrazione eucaristica presso la Basilica S. Antonio di Via Merulana, in Roma, presieduta dal Fr. Michael Perry, Ministro generale OFM e Gran Cancelliere della PUA, a cui hanno partecipato il Definitorio generale, il Vice Rettore, i Decani, i Presidi, i Professori, gli Studenti e il Personale dei vari Uffici. In tale circostanza c’è stato anche l’insediamento del Nuovo Rettore Magnifico, Sr. Mary Melone, SFA, con la presenza dei suoi genitori. Dopo la proclamazione del Vangelo, infatti, c’è stata la lettura dei Decreti di nomina del Rettore (Congregazione) e del Vice Rettore (Ministro generale), fatta dal Segretario per la Formazione e gli Studi, e del giuramento del nuovo Rettore.

Al termine della Celebrazione ha preso la parola Sr. Mary, ringraziando gli astanti per la partecipazione e dichiarando aperto l’Anno Accademico 2014-2015. Leggi l’omelia di fr. Perry all’indrizzo http://goo.gl/ CBz9DU e il discorso inaugurale della prof.ssa Melone all’indirizzo: http://goo.gl/CBz9DU. www.ofm.org http://www.antonianum.eu scansire il codice QR (istruzioni a pag. 36) oppure andare all’indirizzo http://goo.gl/G6qqfz

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Patriarcato Latino La Diocesi sotto il manto della Madonna della Palestina DEIR RAFAT, 26 OTTOBRE 2014

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omenica 26 ottobre, un grande numero di cattolici della Diocesi hanno visitato Deir Rafat, in occasione della Festa della Madonna della Palestina. Sotto il sole, nella pace e nella tranquillità di una domenica tra i vigneti, la Messa è stata l’occasione per pregare la Vergine e per riunire la diocesi con il Patriarca di ritorno dal Sinodo sulla Famiglia. Ogni anno, la comunità delle Suore di Betlemme accoglie nel santuario, silenzioso per il resto dell’anno, i cattolici della Terra Santa provenienti per la maggior parte da Gerusalemme e dintorni, ma anche dalla Galilea. Tutti vengono a salutare la Vergine Maria, Regina della Palestina, per affidargli probabilmente la situazione nella regione, che da troppo tempo non conosce la pace. Questo è anche lo scopo di questo santuario, fondato nel 1927: chiedere la protezione speciale della Vergine per la sua terra natale. Venuti con la parrocchia o la famiglia, i fedeli, arrivati al numero di circa 2000, sono stati accolti nella Messa animata dai seminaristi di Beit Jala. Sotto il sole, circondati da vigneti e uliveti, tutti hanno mostrato la loro gioia nell’evasione di una giornata in cui incontrare altri cristiani.

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Mons. Fouad Twal, Patriarca latino di Gerusalemme, presiedendo la celebrazione, non ha nascosto la sua gioia nel ritrovare il suo gregge. Assente per diverse settimane perché presente al Sinodo sulla Famiglia, ha espresso la sua letizia nel ritrovare la sua diocesi che ha salutato ora prendendo del tempo per degli incontri, ora anticipando già, dalla sua esperienza sinodale, degli spunti di riflessione e di conversione per le famiglie presenti. A una settimana dalla beatificazione di Paolo VI, il Patriarca ha anche ricordato le tante azioni operate dal Pontefice in Terra Santa, tra cui le iniziative per creare la “Casa di Abramo” e l’Istituto “Eppheta” per i sordomuti, ricordando quanti sono i benefici che queste case producono. Quindi una festa ideale per il ritorno del Patriarca da Roma nella sua diocesi, per portare gli insegnamenti del Sinodo, e per ricordare anche alle famiglie che, invocando la Madonna della Palestina, si può sperare nella pace della regione, soprattutto se la famiglia conserva la sua unità. http://it.lpj.org/


Curia Custodiale Il Custode di Terra Santa ad Assisi: «Papa Francesco ci spinge a volare alto» ASSISI, 27 OTTOBRE 2014

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i è conclusa oggi presso il Sacro Convento di San Francesco, ad Assisi, una tre giorni di riflessione e preghiera promossa nel 28.mo anniversario dell’incontro interreligioso di preghiera per la pace voluto nel 1986 da san Giovanni Paolo II. L’evento promosso dalla diocesi d’Assisi, dal Comune e dalle famiglie francescane, insieme ad altre entità tra cui la comunità monastica di Bose, ha raccolto insieme soprattutto rappresentanti cristiani, ebrei e musulmani. Ieri, nel corso di un pomeriggio sferzato da un vento gelido, si è svolto un momento di riflessione durante il quale ha preso la parola anche il Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa. Nel chiostro del Giardino dei novizi, ai piedi della grande basilica, il padre Custode si è soffermato sull’evento convocato da Papa Francesco nei giardini vaticani l’8 giugno scorso con i presidenti israeliano, Shimon Peres, e palestinese, Mahmoud Abbas. Il discorso ha preso in considerazione anzitutto il viaggio papale di maggio in Terra Santa, caratterizzato da due versanti: il piano ecumenico e quello legato al conflitto israelo-palestinese. La chiave giusta per comprenderlo è la preghiera.

una prospettiva diversa e, forse, nuova. Ha voluto farsi presente con la sua umanità, senza giudicare, condannare, indicare, dare lezioni. Non si è sostituito a nessuno, azzerando così quasi completamente i reciproci divieti». Un approccio disarmato e spirituale che ha fatto registrare novità anzitutto in campo ecumenico. Il pellegrinaggio di Francesco e del patriarca ecumenico Bartolomeo ha generato novità perché l’abbraccio tra i due successori di Paolo VI e Atenagora è avvenuto non più in periferia, come cinquant’anni fa, ma «nel cuore In un intervento appassionato, che merita di essere della Gerusalemme cristiana: il Santo Sepolcro». letto integralmente (chi volesse farlo può andare al seguente indirizzo: http://goo.gl/gQYqf0), Pizzaballa L’unicità di questa circostanza non è stata forse ancora ha evidenziato come il Papa, riguardo al conflitto compresa appieno. E invece, rimarca il Custode, «in quel israelo-palestinese, non abbia fatto «discorsi di carattere momento è crollato un enorme bastione, uno dei grandi politico. Non ha detto quasi niente al riguardo. Non è contrafforti che sorregge il muro di divisione tra le due entrato nelle questioni aggiungendo la sua alle migliaia Chiese, rendendolo sempre più fragile e cadente. Oltre di proposte di soluzione già esistenti e ora pressoché al momento in sé, commovente e forte, è stata imporinutili. Egli ha solo voluto portare la sua personale so- tante la preparazione di tale incontro. Preparazione che lidarietà e soprattutto la sua preghiera, invitando tutti è stata realizzata esclusivamente a Gerusalemme, dalle ad unirsi al lui, senza esprimere giudizi. Ha invitato a Chiese locali. Non si è dunque trattato di un evento di pregare perché il Signore dia forza per fare la pace a stranieri ospitato dalle chiese locali, ma di un momento di preghiera organizzato, preparato e voluto dalle chiese coloro che ne hanno il potere. Tutto qui». locali, che si sono unite ai loro rispettivi pastori». Così facendo, «il Papa ha portato il discorso su un piano completamente diverso. Ha neutralizzato le attese e le «Mesi di discussione su tutti i piccoli dettagli, anche paure della politica, e ha invitato gli uomini e la politica minimi su chi fa cosa e dove, sulle responsabilità, sulle ad allargare lo sguardo e dare alla visione di ciascuno precedenze, sulla divisione delle responsabilità, sulle

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Curia Custodiale presenze, gli inviti. (…) Dopo le iniziali difficoltà a comprendere la natura dell’evento, poco alla volta, inconsapevolmente, ci siamo ritrovati a discutere e a preparare la liturgia insieme, come si fa in qualsiasi realtà ecclesiale: brani biblici, canti, gesti e così via. Una banalità, se si vuole, ma se fatta per la prima volta dopo secoli, assume un valore straordinario di novità e di rinnovamento. Soltanto dopo ci siamo resi conto che abbiamo faticato e lavorato per mesi a costruire insieme una liturgia semplice, quando generalmente la nostra preoccupazione ordinaria a Gerusalemme è quella di marcare le distinzioni tra noi. Abbiamo fatto il contrario di quello che facciamo quotidianamente, e ci siamo ritrovati, re-incontrati in maniera nuova. Nei nostri “incontri condominiali” generalmente discutiamo di come preservare i propri diritti gli uni dagli altri. Per quell’incontro la preoccupazione era come condividere le responsabilità. Una novità e un’indicazione di metodo importante».

ciascuno la propria agenda per darsi questa priorità. E se a Gerusalemme è ancora difficile perché, come si diceva, i condizionamenti legati all’intreccio delle tensioni politiche e religiose sono ancora troppi, si pregherà a Roma. Quindi non solo con il Papa, ma anche a casa del Papa. Impossibile rifiutare. Ancora una volta si porta la politica e i politici fuori dal loro terreno e ora anche fuori da casa propria».

Provvidenziale la scelta dei tempi. In un primo momento - rivela fra Pizzaballa, che è stato coinvolto dal Papa stesso nell’organizzazione dell’appuntamento romano - «il pensiero comune era che tale momento fosse rimandato ai prossimi mesi. Ci fu comunicato, invece, che era da farsi subito, entro pochi giorni». Visto come sono poi andate le cose risulta evidente che «se non si fosse colto quel momento di grazia, legato al pellegrinaggio in Terra Santa, dopo la crisi che è scoppiata durante l’estate, probabilmente, non sarebbe più stato possibile celebrare quel momento e resteremmo, Certo non sono mancate le tensioni e fra Pierbattista non ora, senza nessun segno, senza alcuna immagine di le nasconde: «Va detto che non è stato affatto semplice pace possibile tra i due popoli, ma solo con le macerie e che il passato non è stato affatto cancellato. Divieti lasciate dalla guerra». e paletti vari ci sono stati, eccome! Le difficoltà e, in alcuni momenti, il desiderio di mandare tutto all’aria si «Come per l’incontro al Santo Sepolcro, la ferma volontà sono fatti sentire. Bizantinismi vari, dall’una e dall’altra dei Presidenti a partecipare all’invocazione, ha obbligato parte, non potevano mancare come non sono mancate i rispettivi staff ad allinearsi e mettere in secondo piano forti opposizioni all’iniziativa. Sarebbe ingenuo credere le attese particolari, le rispettive agende, gli obiettivi che potesse essere diversamente. La cosa che ha creato diversi. Si sono visti tutti obbligati ad adattarsi all’almaggiore tensione, è stata l’impossibilità di avere un tro, a cercare di rivedere i propri testi per incontrare il maggiore coinvolgimento di altre Chiese. La delusione consenso dell’altro e viceversa. Non solo l’evento in sé di altre comunità a non poter partecipare attivamente è stato importante, ma anche la sua preparazione. Si a tale incontro è stata forte. Anche questo credo sia è visto bene che quando c’è una motivazione forte, ci importante da segnalare. La delusione era anche espres- si può incontrare, superando ostacoli di ogni tipo», ha sione, certo, del desiderio di visibilità ad essi negato. detto il Custode di Terra Santa. Dobbiamo riconoscerlo. Ma bisogna aggiungere che c’era comunque anche il sincero desiderio da parte di «Molto – ha osservato il frate minore - si è detto sui tutti di esserci, di essere parte di quest’abbraccio nuovo frutti dell’incontro. O meglio, si è parlato a lungo sul e straordinario, di essere parte di quel momento storico». suo “fallimento”, visto che quasi subito dopo si è scatenata una violenza inaudita. (…) Non bisogna avere un Anche l’invito di Papa Francesco ai presidenti palestine- approccio consumistico alla preghiera, che non produce se e israeliano a pregare insieme per la pace ha spiazzato risultati, e mai immediatamente. La preghiera introduce molti. «La ristrettezza dei tempi, le difficoltà tecniche e ad un atteggiamento, ad una condizione, ad una relai forti condizionamenti locali hanno reso impossibile la zione. La preghiera non produce; la preghiera genera. realizzazione di questa proposta a Gerusalemme. Ma la Non sostituisce l’opera dell’uomo, ma la illumina. Non proposta non è caduta. All’invito reso pubblico, è perve- esonera dal percorso, ma lo indica. E in questo senso, nuta la pubblica risposta positiva dei due Presidenti, che l’incontro di Roma è stato e rimane un segno potente, hanno accettato l’invito andando oltre alle diffidenze forte, vincolante. È l’immagine alla quale richiamarsi d’ufficio, obbligando i rispettivi staff a risolvere le loro e che dà speranza a chi non si rassegna alla triste realtà perplessità e a dare la propria disponibilità all’iniziativa. dei nostri giorni. Nessuno si è mai illuso – e fu detto Si è deciso di farlo, dunque, quest’incontro, cambiando chiaramente – che sarebbe scoppiata la pace, che può

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essere costruita solo insieme e nei tempi lunghi. Certamente il potere di Satana, che genera divisione, non poteva rimanere inerte. Ma sappiamo che questo finirà un giorno. E avremo bisogno di un segno che ci riporti al comune desiderio di pace, di ritrovare la strada per un modo diverso di stare insieme, di riconoscersi». Nella prospettiva di fra Pizzaballa, «le letture e le analisi politiche che si sono fatte dopo la visita e dopo l’evento di Roma sono inconciliabili con i gesti di Papa Francesco, con la sua personalità, con l’essenzialità del suo insegnamento, con una semplicità che è espressione di limpidezza. Mi sembra che non riflettano il rispetto dovuto alla figura del Papa, anche a prescindere dalla figura di Francesco, il Papa venuto dalla fine del mondo. Il Papa è persona religiosa, il suo discorso deve raggiungerci là dove noi non possiamo fingere a noi stessi. Se non partiamo da qui, invalidiamo le nostre aspettative, i nostri giudizi, il bilancio stesso dell’incontro di preghiera e della sua visita in Terra Santa. Terra che soffre di già troppe superficiali analisi, che è ferita da giudizi partigiani, contesa e violata quando ci si dimentica che è Terra di salvezza, Terra di Dio. Quelle letture sono anche ingiuste nei confronti dei tanti israeliani e palestinesi, religiosi e laici, che quotidianamente s’impegnano, andando contro corrente, e lottano per continuare a volersi bene. Per questo mi piace il volare alto del Papa:

il suo abbraccio a tutte le fedi della Terra Santa espresso nell’abbraccio ai suoi due Amici; l’aver tenuto uniti nel suo cuore israeliani e palestinesi, rivolgendosi principalmente all’Uomo; il mettere al primo posto i poveri, evidenziando le diverse necessità di questi popoli. Papa Francesco ha voluto volare alto, fuori dalle pastoie quotidiane per potersi immergere nel cuore della quotidianità con motivazioni che la rendono diversamente vivibile; fuori dal groviglio di ostacoli insuperabili per scoprire e osare una via nuova. Volare alto non è nascondere i problemi, ma liberarci dalla paura, osare, accettare la sfida, fidarsi del futuro». «Lo “spirito di Assisi” – ha concluso il padre Custode - non ha esaurito la sua vocazione, dunque. La giornata di preghiera a Roma non è stata inutile. Sono tanti nel mondo, anche in Terra Santa, coloro che, oltre le bombe, hanno bisogno di un segno, di un incoraggiamento, di uno slancio, per continuare a guardarsi negli occhi, ad alzare lo sguardo verso l’unico Padre di tutti e riconoscersi perciò fratelli. Può sembrare un sogno affermare questo ora. È invece la cosa più vera, la realtà più bella della Terra Santa, alla quale guardare e della quale l’incontro di Roma è il segno più potente, incancellabile e consolante». www.terrasanta.net

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Curia Custodiale Agenda DEL CUSTODE

NOVEMBRE 2014

06/11

Ain Karem, Convento San Giovanni al Deserto: Preghiera di saluto Comunità Grandchamp 06/11 Gerusalemme, San Salvatore: Presentazione mosaico di Cafarnao 08/11 Gerusalemme, San Salvatore: Prolusione apertura Anno Accademico 09/10 Cipro: Visita Fraternità di Larnaca 10-12/10 Rodi (Grecia): Riunione del Discretorio di Terra Santa 13-15/11 Washington (USA): Visita fraterna e incontri vari

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Milano (Italia): Gruppo Cultura, Etica e Finanza. Conferenza 20/11 Milano (Italia): Conferenza: Il cibo nelle religioni monoteistiche (CIPMO) 21-23/11 Assisi (Italia): Incontro di formazione. 28/11 Gerusalemme, San Salvatore: Benedizione del Presepe di San Salvatore 29/11 Ingresso Solenne Santa Caterina 30/11 Betlemme: Pontificale d’Inizio Avvento

Datebook OF THE CUSTOS

NOVEMBER 2014

06/11

Ain Karem, Convent of St. John in the Desert: Prayer of farewell to the Community of Grandchamp 06/11 Jerusalem, St Saviour: Presentation of the mosaic of Capernahum 08/11 Jerusalem, St Saviour: Opening of the Academic Year 09/10 Cyprus: Visit to the Larnaca Fraternity 10-12/10 Rhodes (Greece): Meeting of the Discretorium of the Holy Land 13-15/11 Washington (USA): Fraternal visitation and various meetings

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17/11

Milan (Italy): Group Cultura, Etica e Finanza. Conference 20/11 Milan (Italy): Conference: Food in monotheistic religions (CIPMO) 21-23/11 Assisi (Italy): Meeting of formation 28/11 Jerusalem, St Saviour: Blessing of The Crib of Saint Saviour 29/11 Bethlehem: Solemn Entry Saint Catherine 30/11 Bethlehem: Pontifical Mass for the beginning of Advent


Regione San Paolo Siria: religiosi si preparano all’Anno della Vita Consacrata DAMASCO 31, OTTOBRE 2014

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irca cinquanta religiosi e religiose cattolici provenienti dalla regione di Damasco e appartenenti a 16 diverse Congregazioni e Istituti di vita consacrata hanno preso parte nella mattinata di oggi a un incontro con il Vescovo Georges Abou Khazen e con l’Arcivescovo Mario Zenari, Nunzio apostolico in Siria. La riunione, ospitata dal Convento francescano nel quartiere damasceno di Bab Tuma, nella Città Vecchia, è servita a confrontarsi sulle urgenze poste alla vita religiosa dal tempo presente, segnato dal conflitto e dalla miseria crescente che tormentano la popolazione siriana da più di tre anni. All’incontro ha partecipato anche Mons. Dal Toso, Segretario del Pontificio Consiglio “Cor Unum”, che ha potuto ascoltare i racconti e le testimonianze sull’opera apostolica condotta dai religiosi e dalle religiose in contesti segnati dal dolore e dalla paura. “L’incontro - riferisce all’agenzia Fides il Vicario apo-

stolico di Aleppo, Abou Khazen - è stato un’occasione preziosa di consolazione per tutti: un conforto che ci siamo offerti l’un l’altro, reciprocamente. In situazioni come quelle che ci troviamo a vivere, l’amore di Dio può essere sperimentato concretamente solo se gli altri lo vedono riflesso nell’amore che noi stessi, con i nostri limiti e le nostre fragilità, offriamo ai nostri fratelli”. La riunione ha fornito l’occasione per programmare anche in Siria l’avvio dell’Anno dedicato alla Vita consacrata, che i religiosi e le religiose cattolici presenti in Siria hanno intenzione di vivere come momento di comunione e di riscoperta della propria vocazione. A tale scopo è stata creata una apposita commissione, incaricata di mettere in cantiere le iniziative che scandiranno l’intero Anno, a partire dalla giornata inaugurale, fissata per il prossimo 29 novembre. http://it.radiovaticana.va/

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Regione San Paolo Siria: è emergenza umanitaria. Cosa puoi fare tu. “S ono rimasti in pochi nel villaggio di Homs, ogni volta che passo davanti alla scuola mi sembra un miracolo che ci siano ancora dei bambini sui banchi e prego che anche oggi possano tornare a casa vivi. In Siria si esce di casa e si corre il rischio di non tornarci. Ma non posso fermarmi, tanti dei nostri assistiti sono già in fila per comprare qualcosa, fare la spesa è diventato un lavoro, devo andare da loro, si-

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curamente non avranno abbastanza soldi e mi aspettano. Staremo in fila per ore sperando di non dover scappare da qualche bombardamento.. e domani sarà la stessa cosa. Questa è la nostra quotidianità in Siria”. Fra Halim, ofm. http://www.proterrasancta.org


Cronaca della Custodia Un triduo per celebrare la festa di San Francesco GERUSALEMME, 3-5 OTTOBRE 2014

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uona festa!», «Happy feast!», «Bonne fêt!»… Questi gioiosi scambi di auguri si sono susseguiti per tre giorni. La coincidenza della festa ebraica di Kippour e quella musulmana dell’Aïd el-Adha, ha costretto la Custodia a modificare la celebrazione delle festività in onore di San Francesco. Come di consueto i primi vespri sono stati celebrati, venerdì 3 ottobre, mentre la messa festiva del 4 ottobre è stata rinviata a domenica 5 ottobre.

Durante l’omelia, il Custode ha commentato la parabola evangelica degli operai inviati nella vigna (Mt 20,1-16): «Invece che lamentarci del molto lavoro, rallegriamoci di essere stati chiamati dal Signore a lavorare per lui.».

I primi vespri, presieduti dal Custode Fra Pierbattista Pizzaballa, sono stati celebrati nella chiesa di San Salvatore a Gerusalemme, insieme ai Frati Minori e le fraternità religiose di Terra Santa.

Ricollegandosi al Vangelo, il Custode ha spiegato che ogni frate, che ha ricevuto la grazia di essere chiamato alla vita religiosa, ha il dovere di donare la sua vita con gioia e gratitudine. È così che il cristianesimo si è sviluppato. Vedendo l’amore e la gioia dei primi cristiani, la bontà e il senso della giustizia di Dio, così diverse da com’erano normalmente interpretate, la gente che frequentava le prime comunità non poteva che convertirsi.

Fra Pizzaballa, nel messaggio inviato in questi giorni di festività a tutti i frati della Custodia, aveva raccomandato alla loro preghiera la Siri ricordando, in modo particolare, la missione svolta dai confratelli della Custodia, specialmente i frati dei Conventi di Knayeh e Yacoubieh, dove la situazione peggiora di giorno in giorno.

Durante i vespri, i frati che non hanno ancora fatto la loro professione solenne, inginocchiandosi uno dopo l’altro davanti al Custode, hanno rinnovato i voti per l’impegno temporaneo.

Il Transito, commemorazione degli ultimi istanti di vita del Poverello d’Assisi, si è svolto in un’atmosfera

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Cronaca della Custodia di grande raccoglimento. L’assemblea, inginocchiata nell’oscurità, ha rivolto lo sguardo al quadro raffigurante la morte di San Francesco, mentre veniva letto il racconto degli ultimi istanti della sua vita. Al termine della celebrazione, i fedeli hanno venerato una reliquia di San Francesco. Sabato 4 ottobre, mentre la città era immersa nel silenzio, la Custodia – nel giorno della festa del Santo – ha celebrato l’impegno definitivo nell’ordine francescano di Fra David Grenier. Nella chiesa di San Salvatore, la messa di domenica 5 ottobre è stata presieduta dal Domenicano P. Guy Tardivy, Superiore della Comunità del Convento di Santo Stefano a Gerusalemme. I Francescani hanno potuto condividere, insieme a tanti amici, la gioia per la festa del Santo fondatore. Mons. William Shomali, Vescovo ausiliare dei Latini a Gerusalemme e Mons. Moussa ElHage, Vescovo maronita di Terra Santa, sedevano nel coro, mentre nell’assembla erano presenti i rappresentanti delle altre confessioni cristiane di Gerusalemme: siriaci ortodossi, armeni, etiopi, greci ortodossi... Tutti venuti per testimoniare la loro amicizia ai Francescani. Come consuetudine, erano stati invitati i Consoli

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Generali delle quattro Nazioni latine protettrici delle Comunità cristiane. Oltre ai Consoli Generali di Spagna e Francia, accompagnati dai Vice-consoli d’Italia e Belgio, erano presenti anche la Vice-console della Turchia e un rappresentante delle Autorità civili della Città. La chiesa, era molto affollata e la Corale dell’Istituto Magnificat ha cantato le preghiere dei fedeli. L’omelia di P. Tardivy ha descritto le vite di San Domenico e San Francesco, due uomini contemporanei che hanno scelto stili di vita che coniugano povertà e amore per la Chiesa. «Tutto può essere riassunto in una sola parola: amare; come Cristo, in modo radicale. Possiamo anche noi, come loro, vivere la totalità dell’amore al servizio della Chiesa e del mondo.». Alla celebrazione è seguito un rinfresco offerto a tutta l’assemblea, mentre alcuni degli ospiti hanno condiviso con i frati il pranzo allestito nel refettorio del convento. Alla fine del gioioso e familiare convito, cinque Domenicani e cinque Francescani hanno cantato, a voci alterne, le lodi al Santo dell’altra Congregazione. Un bel momento di amicizia per concludere il triduo francescano. www.custodia.org


Nella festa di San Francesco, la professione solenne di fra David Grenier GERUSALEMME, 4 OTTOBRE 2014

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lode e a gloria della Santissima Trinità. Io, fra David, spinto dall’ispirazione divina a seguire il Vangelo e i passi di Nostro Signore Gesù-Cristo, in presenza dei miei confratelli e fra le tue mani, Fra Pierbattista, fermamente e in piena libertà, davanti a Dio Padre, santo e onnipotente, mi impegno - con i voti - a vivere il resto della vita nell’obbedienza, senza avere nulla di proprio e nella castità. Faccio inoltre professione di seguire fedelemente la Vita e la Regola dei Frati Minori. » Con questa professione solenne, sabato 4 ottobre 2014, fra David Grenier – giovane francescano del Quebec – si è consacrato al Signore per il resto dei suoi giorni. La professione solenne è l’ultimo passaggio per entrare nell’ordine dei frati minori. Dopo la chiamata del Custode, il frate pronuncia questa parola: «Eccomi!»

Segue un dialogo tra il superiore della Custodia e il neo professo, durante il quale, quest’ultimo, s’impegna a sposare pienamente la spiritualità francescana: castità, obbedienza, povertà, preghiera, servizio fraterno... Segue la lunga litania gregoriana, che ricorda i numerosi santi, molti dell’Ordine, donati alla Chiesa nel corso dei secoli, i santi sono chiamati «in soccorso» di David. Per fra David è la conclusione di un bel percorso, che egli definisce «complesso». Dopo qualche anno di studi di musica e di teatro, David ha servito nel Santuario di San Giuseppe a Montreal. «Vi ho lavorato per cinque anni» racconta. «Ho fatto un po› di tutto: sacrestano, guida per i pellegrini, attore per una via crucis teatrale, animatore per la pastorale giovanile e per persone disabili. A distanza di tempo, mi rendo conto di aver ritrovato

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Cronaca della Custodia in Custodia le stesse attività. Tante piccole cose mi Gran Perdono, Yom Kippour, i secondi per la festa del dimostrano che Dio aveva un suo progetto su di me, Sacrificio Aïd el-Adha. E sotto gli auspici del Poverello di Assisi hanno chiesto ancor prima che io lo pensassi». la grazia della pace per la Terra Santa e per tutta la regioDurante gli anni di servizio in Quebec, David ha sentito ne, intenzione che sta molto a cuore anche a fra David. la chiamata di Dio a seguirlo. Sensibilizzato dalla spi- La gioia non finisce qui per fra David: oltre che svolritualità francescana dei suoi genitori, terziari dell’Or- gere le sue nuove mansioni all’Istituto musicale della dine, il neo professo ha sentito la chiamata a venire Custodia, dovrà concludere la sua preparazione per l’orin Terra Santa mentre era in preghiera: «scoprendo la dinazione diaconale, prevista per il prossimo dicembre. loro storia mi sono convinto che il mio discernimento Il 29 giugno del 2015 segnerà la fine di un anno molto forte, con l’ingresso nel sacerdozio. «È un anno bello» era giusto». È nella festa di San Francesco che fra David Grenier assicura. «Sono cosciente che tutto ciò porterà dei granha donato la sua vita a Cristo. «Nel luogo stesso in di cambiamenti. Servirà molta preparazione, spirituale cui Egli ha donato la Sua vita per me», sottolinea con e psicologica, ma anche pratica e tecnica. E non solo. emozione. San Francesco e la Messa al Calvario: due Questo progetto è un progetto condiviso con Dio, è la simboli forti che commenta così: «Mi metto sotto la risposta alla sua chiamata». protezione del nostro santo fondatore, al Calvario. San Il neo professo conclude con una risposta tutta franceFrancesco insisteva molto sull’importanza di seguire scana: «Siamo nelle mani del Signore, che ci ha detto: Cristo, povero e crocifisso. È un punto fondamentale “Non affannatevi per domani, ad ogni giorno basta la sua pena!”» della nostra spiritualità.» La Custodia e l’assemblea dei presenti, riuniti in que- Auguri di buon cammino! sto giorno, hanno pregato per gli ebrei e i musulmani del Paese, anche loro in festa. I primi per il giorno del

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Inaugurato l’anno accademico delle Università cattoliche GERUSALEMME, 6 OTTOBRE

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unedi 6 ottobre, nella chiesa di San Salvatore A Gerusalemme, è stata celebrata una Messa per l’apertura dell’anno accademico di Studium Biblicum Franciscanum, Studium Theologicum Hierosolymitanum e del Studium Theologicum Salesianum. Don Pier Giorgio Gianazza, Vice provinciale dei Salesiani per la Provincia del Medio Oriente, ha presieduto la celebrazione. Hanno partecipato professori, studenti e personale dei tre Istituti di studio legati a francescani e salesiani. Nell’omelia, don Gianazza ha ripreso le parole di Papa Francesco dette nella celebrazione del 2 settembre a Santa Marta. “Tu puoi avere cinque lauree in teologia, ma non avere lo Spirito di Dio! Quello che dà autorità, quello che ti dà identità è lo Spirito Santo, l’unzione dello Spirito Santo”.

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La pellegrinazione dei Francescani alla “Città di Gesù” CAFARNAO, 11 OTTOBRE 2014

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abato 11 ottobre 2014, i Francescani di Terra Santa si sono recati, in pellegrinaggio, a Cafarnao sulle rive del Lago di Tiberiade. Il luogo, celebre per gli innumerevoli racconti evangelici, ha consentito ai numerosi pellegrini di vivere un momento di riflessione e preghiera, prima di partecipare alla Messa solenne celebrata vicino alla casa di Pietro. «Salito su una barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città » (Mt 9,1). Nel Vangelo, molte volte, la Città di Cafarnao ricorre come il luogo per eccellenza degli insegnamenti di Gesù. La pellegrinazione, organizzata dai frati minori sabato 11 ottobre, intende mantenere viva la memoria del Salvatore a Cafarnao, dove Gesù ha compiuto numerosi miracoli (guarigione dell’indemoniato, della suocera di Pietro, moltiplicazione dei pani, tempesta sedata...). Qui, Gesù ha molto insegnato. Ricordiamo il discorso

sul pane di vita, la chiamata degli apostoli, il primato di Pietro. Dopo il tempo concesso per confessioni e preghiere personali, sulle rive del Lago di Tiberiade, i pellegrini si sono riuniti per la Messa, presieduta dal Custode di Terra Santa e concelebrata da molti sacerdoti. La

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Cronaca Custodiale della Custodia pellegrinazione è iniziata con la lettura del Vangelo rievocante: la chiamata degli apostoli sulle rive del lago. Religiosi e fedeli, accompagnati dai canti del coro della Custodia, hanno percorso in processione il periplo intorno all’antico villaggio fino alla chiesa. La Messa è proseguita in arabo, sulle rive del lago, in uno spazio allestito all’aperto. L’omelia, sempre in arabo, è stata tenuta dal Parroco di Nazareth, fra Amjad Sabarra, che ha messo a confronto, la situazione attuale in Medio Oriente con diversi episodi evangelici, avvenuti a Cafarnao: «Gesù è nella barca della nostra vita, dobbiamo soltanto svegliarlo. Ciò significa credere in Lui nei momenti di stanchezza, di difficoltà. In questo periodo in cui si pensa che il male sia più forte del bene, abbiamo bisogno della forza dell’Eucaristia», ha ricordato il predicatore. «Con le nostre sole forze, non possiamo fare nulla, ma con la forza di Dio tutto è possibile.». Dopo la benedizione solenne, Padre Pizzaballa ha imposto la tradizionale benedizione al raccolto, prima di distribuire questi doni a tutti i fedeli. Un padre francescano ha precisato che i pellegrini sono affluiti da varie città della Terra Santa. Alcuni autobus da Gerusalemme, Betlemme, Nazareth e altri centri della Galilea.» Questa pellegrinazione è stata istituita abbastanza di recente. Il Luogo è stato aggiunto alle Pellegrinazioni francescane dopo la costruzione della nuova chiesa. Nel V secolo, sulle rive del lago di Tiberiade, fu costruita una basilica bizantina, ma per

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lungo tempo questo luogo fu lasciato senza una rilevante presenza cristiana. La Custodia di Terra Santa acquistò il sito verso la fine del XIX secolo, quando furono scoperti i resti della sinagoga in cui Cristo insegnò. Negli anni sessanta, furono eseguiti i portanti scavi. In quest’occasione il padre francescano, fra Virgilio Corbo, scoprì la casa di Simon Pietro, sulla quale è stata costruita la chiesa attuale. Il sito, in prossimità del Lago di Tiberiade, dista qualche chilometro dal Monte delle Beatitudine, dove Cristo pronunciò il Discorso della Montagna». Questo è un luogo particolarmente importante per venire in pellegrinaggio. La bellezza dell’ambiente permette di raffigurarsi l’insegnamento di Gesù. Si è colpiti dal mistero che circonda la celebrazione dell’Eucaristia nel luogo stesso in cui il Messia ha detto: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà più sete, mai! ... Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, ha la vita eterna». (cf. Gv 6,16-71) Come da tradizione francescana, frati e pellegrini hanno concluso la giornata con un pasto fraterno, consumato in riva lago. Un francescano ricorda con umorismo: «Siamo nel luogo in cui Gesù ha nutrito le folle. È normale che dopo la mensa eucaristica, condividiamo il pane quotidiano». www.custodia.org


A San Salvatore la Festa della Spagna GERUSALEMME, 12 OCTOBRE 2014

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omenica 12 ottobre, la Custodia di Terra Santa risuonava di accenti spagnoli per commemorare Nostra Signora del Pilar e, nella chiesa di San Salvatore a Gerusalemme, è stata celebrata la messa solenne in occasione della festa nazionale della Spagna (12 ottobre). Alla presenza del Console generale, Sua Eccellenza Juan José Escobar, Mons. José Rodríguez Carballo, ex Ministro Generale dell’Ordine francescano (2003-2013) e attuale Segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, ha presieduto la celebrazione. Alla cerimonia religiosa hanno partecipato anche vari diplomatici spagnoli e Ufficiali della Guardia civile, oltre al Console Generale del Belgio, un rappresentante del Consolato Generale d’Italia e i rappresentanti delle Chiese greca ortodossa e armena apostolica. All’assemblea, prevalentemente composta di Spagnoli e amici della Spagna, Mons. Carballo ha espresso la sua gioia, come spagnolo, di celebrare una messa per il suo Paese, rallegrandosi anche per la presenza di esponenti di altre Nazioni e Confessioni cristiane. «Il cristianesimo qui è minoritario, ma noi condividiamo la stessa gioia di vivere a Gerusalemme e la stessa fede in Cristo. È bello – ha aggiunto – poter pregare gli uni con gli altri e gli uni per gli altri. Oggi è la volta della Spagna, ma domani spetterà al Belgio o all’Italia. L’importante è poter condividere insieme questi momenti.». All’uscita della messa, su invito del Discreto di ling u a spag nola , fra Marcelo Cichinelli, i fedeli sono stati invitati a un rinfresco. Il Console Generale, nel salutare i presenti, ha spiegato il significato di questa celebrazione. A Gerusalemme, tale competenza spetta al Console Generale, ma anche l’Ambasciatore di

Tel Aviv, S.E. Fernando Carderera Soler, ha partecipato all’evento. «Nel 1994, la Spagna e la Santa Sede hanno firmato un trattato destinato ad adattare alle circostanze attuali l’opera secolare della Spagna a favore della Terra Santa. Bisogna ricordare che la Spagna è stata, lungo i secoli, uno dei più grandi benefattori della Terra Santa, in particolare della Custodia. La presente celebrazione fa parte integrante del trattato, in cui si specifica che la Custodia ha il dovere di celebrare due messe per la Spagna. Quella di oggi, a San Salvatore, nella data della scoperta dell’America e festa di Nostra Signora del Pilar; l’altra, al Santo Sepolcro, nell’anniversario della nascita del Re, cioè il prossimo 30 gennaio. Il nostra Paese – ha proseguito il Console Generale – continua la sua opera specialmente con l’Obra Pia (de los Santos Lugares), incaricata di incanalare le donazioni per la Terra Santa, ma anche di sostenere le comunità religiose spagnole. Tra l’altro, il 20 ottobre sarà inaugurata, presso il Centro Notre Dame, una magnifica esposizione fotografica. Un fotografo è venuto per cogliere dal vivo la vita di trentacinque religiosi e religiose spagnoli presenti in Terra Santa. L’esposizione durerà un mese, fino al 20 novembre.». La data fissata sarà motivo di gioia per ritrovarsi ancora. www.custodia.org scansire il codice QR (istruzioni a pag. 36) oppure andare all’indirizzo http://goo.gl/0ybDjY

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Cronaca Custodiale della Custodia Al Cenacolino, benedizione della nuova cappella GERUSALEMME, 12 OTTOBRE 2014

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omenica 12 ottobre, molte persone hanno assistito alla benedizione della nuova cappella dedicata allo Spirito Santo e del giardino, situati all’interno del Convento San Francesco Ad Cœnaculum (Cenacolino). Alla coppia di artisti italiani, Michele Canzoneri e Rossella Leone, sono stati necessari due anni di lavoro per immaginare e trasformare questo nuovo luogo d’accoglienza per pellegrini. Il tema era stato scelto e discusso, in precedenza, dal teologo Mons. Crispino Valenziano e dal Guardiano del Convento, Fra Enrique Bermejo che, entusiasta, ha esclamato: «È formidabile per la Terra Santa e per i pellegrini! I Pellegrini avranno a loro disposizione un nuovo spazio, con un bel giardino, dove pregare e meditare... E noi potremo accogliere più gruppi.». La celebrazione è iniziata con la benedizione del giardino, prima che i presenti si recassero cantando alla cappella, seguiti dai sacerdoti celebranti. La Messa, presieduta da Mons. José Rodríguez Carballo ofm, ex Ministro Generale dell’Ordine Francescano, si

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è svolta alla presenza del Nunzio Apostolico, Mons. Giuseppe Lazzarotto, del Padre Custode, Fra Pierbattista Pizzaballa e del Vicario Custodiale, Fra Dobromir Jasztal. Numerosi religiosi e religiose, rappresentanti della Chiesa armena e, persino, l’Ambasciatore di Spagna, hanno partecipato all’inaugurazione in segno d’amicizia. La Cappella era piena e alcuni hanno seguito la Messa dalla saletta attigua. L’omelia di Mons. Rodríguez Carballo era centrata sulla missione dei Francescani in Terra Santa. Mons. Carballo ha ringraziato gli artisti per aver saputo trasformare questa piccola cappella in un luogo degno di accogliere i pellegrini, ma soprattutto degno di celebrare il mistero di Gesù. Le vetrate s’ispirano a diverse scene evangeliche: la lavanda dei piedi, l’apparizione ai discepoli, Maria e gli apostoli, la Pentecoste e il discorso di Pietro. La vetrata della porta che dà sul giardino illustra il Battesimo, mentre quella verso il Convento raffigura l’Eucaristia.


CRONACA DALLE CASE DI FORMAZIONE Quest’arte astratta può stupire, ha fatto notare il Vescovo nella sua omelia: «Il messaggio di Gesù è sorprendente! Bisogna lasciarsi sorprendere da ciò che Egli ci dice, sia attraverso l’arte – come in queste vetrate – sia attraverso le Sue parole.». Il Vescovo ha poi benedetto l’altare e il Custode ha incensato i luoghi prima della liturgia eucaristica. La Messa si è conclusa con i saluti del Custode e del Guardiano del Convento che hanno ringraziato gli artisti, l’Ufficio tecnico della Custodia, tutti gli operai che hanno eseguito i lavori e i frati del Convento per la pazienza, dimostrata durante il cantiere. Un rinfresco offerto a tutti ha consentito di godersi il giardino. Tra i presenti, due pellegrini argentini che volevano assistere a una messa in latino, arrivati per caso al Cenacolino, sono rimasti incantati. Con la loro partecipazione, hanno inaugurato la cappella, poiché è per

una migliore accoglienza dei pellegrini che la Custodia ha finanziato questi lavori. L’augurio è che numerosi altri possano seguirne! www.custodia.org

Ordinazione Presbiterale di Fra Louais Bsharat Rito Melkita-Cattolico AMMAN, 16 OTTOBRE 2014

“A

ctios”? La voce del Vescovo risuona alta nell’assemblea, mentre con le mani ostende la stola, che subito dopo, come giogo soave, ricadrà sulle spalle del candidato. “Actios” risponde unanime l’assemblea interpellata, che non si fa trovare impreparata dal Presule, il quale, subito dopo, la incalza reiterando la domanda: “Actios”? “Actios” rispondono più forte e più convinti i fedeli, mentre il Consacrante mette i bracciali ai polsi dell’ordinato, ormai prigioniero di Cristo. “Actios” ? insiste sicuro della risposta il Prelato mostrando al popolo il “cingulum castitatis” che ornerà i lombi del novello sacerdote. “Actios”: è ormai un rombo di tuono quello che sale dall’unica navata della Chiesa! Davvero si fa esperienza della verità e della potenza del detto latino “vox populi, vox Dei! “ La certezza sicura del popolo scende come olio profumato e consacrante sulla mente del novello sacerdote e scende fino al suo cuore spezzando le ultime tracce del timore e accendendo la fiamma viva dell’amore.

Ed eccolo, quasi agnello docile, affiancato da chi l’ha preceduto nelle vie del Signore, danzare attorno all’altare di Dio per ben tre volte, baciandone i corni con la bocca aperta e le labbra umide di voglia. Solo dopo essersi abbassato sulle ginocchia del Vescovo a baciare il crocifisso torna a inginocchiarsi dinanzi all’altare,

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Cronaca Custodiale della Custodia

simbolo di Cristo, vi appoggia la mente e con quella tutto il suo passato e il suo futuro consegnati per sempre in quell’istante presente. Ancora un’icona di quell’Ordinazione arricchisce l’iconostasi d’immagini che si sono susseguite in quel giorno: durante il Canone, dopo la consacrazione, il novello sacerdote sempre affiancato dai suoi paraninfi con le lampade accese, si porta ai piedi dell’altare stringendo nelle sue mani, in realtà stringendosi a, il corpo di Cristo, offrendosi per la prima volta con Lui al Padre. Altre icone: il Vescovo Cattolico a fianco del Consacrante, il Custode con venti fratelli che volevano significare la presenza di tutta la Custodia, molti sacerdoti di

rito melkita e di rito latino, gli indispensabili diacono e coro. L’amata mamma con i fratelli, le sorelle, la nonna e i parenti prossimi che con i loro interventi hanno confermato la regola della partecipazione attiva dei fedeli. Incalcolabili e incontrollabili gli amici e le amiche che hanno fatto da cerniera tra la celebrazione liturgica e la festa che ne è seguita. Centro delle due sempre lui: Luai, che nel primo momento, quello più sacro, era con lo spirito in cielo e con il corpo inginocchiato ora all’altare, ora al Vescovo; nel secondo momento era spesso in cielo anche con il corpo: o sulle spalle d’improvvisati paraninfi o gettato verso il cielo da chi era pronto a riprenderlo in un abbraccio affettuoso. Nonostante la serata sembrasse non voler mai terminare, arricchita anche dalla presenza del Segretario di Nunziatura della Giordania, è venuto anche il giorno dopo, quello della prima Messa nella Parrocchia di origine del novello sacerdote. Non poteva essere in nulla meno suggestiva della precedente, di questo dobbiamo davvero essere grati al Parroco e ai suoi coadiutori, c’erano tutti gli ingredienti del giorno prima, arricchiti dalla parola tanto attesa del novello sacerdote, che ci ha fatto aspettare fino alla fine della Messa, per farci piangere, forse per obbedire all’insegnamento di Papa Francesco che lamenta che l’uomo contemporaneo ha perso la capacità di piangere. Il ricordo del papà, quasi presente e l’enumerazione di tutti gli angeli, non ultime le suore orsoline, artefici del suo lungo e articolato cammino vocazionale, per quantità, non aveva nulla da invidiare ad una rubrica telefonica, a testimonianza che davvero il Sacerdozio è un dono che Dio fa a tutto il suo popolo. Dalle parole di Luai si è sentito davvero “l’odore delle pecore”, ma anche il caldo affettuoso della loro lana e a tavola … il sapore della loro carne. Per quarantotto ore abbiamo vissuto in territorio extraterritoriale, non ci sembrava di essere nella polveriera esplosiva del Medio Oriente, non vedevamo la persecuzione dei cristiani, ma per un momento la loro gioia e la loro grande fede: per un momento Luai ci ha portato in cielo, ovvero il cielo è sceso sulla terra perché noi ne possiamo godere. Non possiamo concludere “dulcis in fundo” senza ringraziare chi ha reso possibile tutto questo: gli infaticabili fra Rami e fra Rachid, impareggiabili padroni di casa, che ci hanno congedato con il saluto più bello: l’invito a tornare! Ed è proprio quello che intendiamo fare. p.g.g.

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Inaugurazione Manuscripta Franciscana Hierosolymitana e Benedizione della nuova vetrata della Biblioteca GERUSALEMME, 23 OTTOBRE 2014

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ella giornata di giovedì 23 ottobre si è tenuta presso il convento di San Salvatore una giornata di studi dedicata al fondo dei manoscritti conservato presso la Biblioteca Generale della Custodia di Terra Santa a Gerusalemme: in programma una mostra di trentacinque esemplari manoscritti appartenenti alla biblioteca custodiale e una sessione pomeridiana di studi. L’intento era quello di presentare una nuova tappa del progetto “Libri ponti di pace”, coordinato dal prof. Edoardo Barbieri (direttore del Creleb, Centro di Ricerca Europea Libro Editoria Biblioteca dell’Università Cattolica di Milano), che si sviluppa, anche grazie al sostegno dall’Associazione pro Terra Sancta, all’interno della convenzione tra la Custodia di Terra Santa e l’Università Cattolica di Milano. Tra ottobre 2013 e maggio 2014, Marcello Mozzato (laureatosi in filologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano) ha

inventariato i circa 540 manoscritti conservati presso la Biblioteca Generale: vi sono tra essi esemplari in tutte le lingue orientali (arabo, ebraico, siriaco, etiopico, armeno) e nelle maggiori lingue europee, libri di uso dei frati per lo studio e per il servizio liturgico. Attraverso di essi si può toccare con mano la convivenza di culture diverse presenti in Terra Santa e gli scambi culturali avvenuti nei secoli tra di esse: degni nota, a questo riguardo, sono i manoscritti che contengono grammatiche o frasi d’uso tradotte nelle lingue locali, così come le rare testimonianze di testi scritti con alfabeto diverso da quello della lingua del testo (come l’esemplare esposto in mostra che contiene un testo arabo scritto con caratteri ebraici). I manoscritti sono stati inventariati e per ognuno di essi è stata creata una scheda descrittiva. Risultato di questo lungo lavoro è l’inventario ora consultabile online all’indirizzo http://www.bibliothecaterraesanctae.org/ descrizione-inventario-manoscritti.html.

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Cronaca Custodiale della Custodia Questo strumento, oltre ad essere fondamentale per la tutela del fondo, si pone l’obiettivo di rendere noto il patrimonio manoscritto della Custodia di Terra Santa: studiosi e ricercatori di tutto il mondo potranno ora consultare l’inventario e successivamente decidere se approfondire i propri studi consultando di persona i vari esemplari. La giornata ha avuto inizio con la benedizione da parte del p. Custode, Pierbattista Pizzaballa, della nuova vetrata dedicata al beato p. Gabriele Maria Allegra ofm e posta nella sala studio della Biblioteca Generale; il progetto, fortemente voluto da p. Marcello Badalamenti ex direttore della biblioteca, è stato portato avanti da Roberto Alabiso, Calogero Zuppardi e Pietro Accardi dell’Opificio delle Arti di Palermo. In tale occasione il Custode ha ricordato come “la storia ci abbia consegnato un’eredità, non solo da conservare, ma da trasmettere con caparbietà, e cioè che qui, in Medio Oriente, le culture e le diverse fedi hanno veicolato e costruito relazioni, si sono sempre “contaminate” le une con le altre”. È stata poi inaugurata la mostra che è rimasta aperta tutto il giorno: frati, persone legate alla Custodia di Terra Santa, ma anche studiosi e professori provenienti dalle università israeliane e una classe di ragazzi del liceo francese hanno potuto ammirare i meravigliosi pezzi esposti e conoscere un po’ meglio la storia della presenza francescana in Terra Santa. La mostra è stata curata e allestita da Edoardo Barbieri, Emilia Bignami, Davide Martini, Marcello Mozzato, Elisabetta Passeri-

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ni, Alessandro Tedesco e Davide Valcarenghi Galluzzi. Era disponibile anche un catalogo cartaceo dell’esposizione, stampato grazie al sostegno dell’Associazione pro Terra Sancta. Nel pomeriggio si è svolta una sessione di studi moderata da Alessandro Tedesco (Creleb, Università Cattolica di Milano): Marcello Mozzato ha presentato il lavoro di inventariazione e il professor Michele Campopiano dell’Università di York ha tenuto una conferenza dal titolo “Writing the Holy Land. Manuscripts and texts from the Franciscan convent in Jerusalem (1333-1530 ca)” in cui ha presentato i primi risultati della sua ricerca sulle tracce di uno scrittorio francescano in Terra Santa attraverso lo studio di manoscritti presenti non solo a Gerusalemme, ma anche in tutta Europa e che risultano legati ai Luoghi Santi. Come ha sottolineato il direttore della Biblioteca Generale, p. Lionel Goh, studiare il passato significa conoscere il proprio futuro perché solo attraverso lo studio delle proprie radici si può guardare con consapevolezza al domani. L’augurio è che si continui a valorizzare l’immenso patrimonio della Custodia di Terra Santa perché esso sia un tramite di conoscenza, di unità e di pace in una terra martoriata dalle divisioni. Emilia Bignami www.custodia.org


Ordinazione Presbiterale di Fra Fadi Azar RAMLHE, 25 OTTOBRE 2014

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abato 25 ottobre, fra Fadi Salim Azar, Palestinese trentatreenne, è stato ordinato Sacerdote a Ramleh in Israele I parrocchiani di San Nicodemo e San Giuseppe d’Arimatea, a Ramleh, dove fra Fadi svolge il servizio come Diacono dallo scorso marzo, sono accorsi numerosi per assistere, sabato 25 ottobre, ad un avvenimento storico. «Anche se i Francescani sono a Ramleh dalla fine del XIV secolo, finora la nostra chiesa non ha mai accolto un’ordinazione sacerdotale», rileva Farid Jubran, membro attivo della parrocchia, mentre un grande sorriso illumina il suo volto. Circa settecento fedeli hanno partecipato alla Messa presieduta dal Patriarca latino di Gerusalemme, Mons. Fouad Twal e concelebrata da Mons. Giacinto Marcuzzo, Vescovo ausiliare per Israele, dal Padre Custode, fra Pierbattista Pizzaballa, da numerosi francescani e sacerdoti cattolici, greco-cattolici e ortodossi. Erano presenti i genitori dell’ordinando, palestinesi di origine, ma da lungo tempo residenti in Giordania, oltre a una

ventina di famigliari arrivati, non senza complicazioni, dalla Giordania. Suo fratello, infatti, è dovuto rimanere nel Paese perché non ha ottenuto il visto. Non essendoci abbastanza posti in chiesa, molte sedie sono state sistemate sul sagrato. «In queste ultime settimane, tanti parrocchiani sono stati impegnati per preparare la chiesa ad accogliere così tanta gente», precisa Farid Jubran. Per fortuna quel giorno, il tempo è stato clemente e un sistema di trasmissione video ha permesso ai fedeli, rimasti all’esterno, di non perdere un istante della cerimonia. Gli amplificatori, collocati fuori dalla chiesa, hanno trasmesso la Messa ad altissimo volume: nessuno a Ramleh, città nel cuore d’Israele, ha ignorato che la minoranza cristiana palestinese era in festa! Alla lingua araba, largamente utilizzata durante la cerimonia, si sono mescolate frasi in italiano, latino e inglese, ricordando la varietà culturale e linguistica della Custodia di Terra Santa. Molti canti sono stati intonati

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Cronaca Custodiale della Custodia

in latino, specialmente il commovente «Panis angelicus» di César Franck al momento della comunione. Dalla balaustra, dove era sistemata, la Corale del Magnificat ha accompagnato la preghiera dell’assemblea. Il Vangelo (Mc 16, 15-20) invitava l’ordinando a partire in missione sull’esempio degli undici apostoli che Gesù aveva scelto dopo la Sua resurrezione: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura.» Perché scegliere questo testo piuttosto che un altro? «È Gesù che m’invia in missione, -ha spiegato fra Fadi il giorno dopo l’ordinazione- e, poiché è Lui che m’invia, mi aiuterà in questo compito preoccupandosi di me. Quindi, non sarò solo.» Il Patriarca Fouad Twal, rivolgendosi nell’omelia al futuro sacerdote, ha ricordato che dovrà amare i poveri come Gesù li amava. E questo, è davvero uno dei principali carismi di fra Fadi. Il francescano ha vissuto presso le comunità ispaniche degli Stati Uniti e con la popolazione di Haiti dopo il

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terremoto del 2010, poi con persone disabili della comunità di Foi et Lumière, nel Maryland (Stati Uniti). «Anche San Francesco aveva una predilezione per i poveri, gli affamati e gli emarginati, ricorda fra Fadi a proposito. Mentre li evangelizzo, loro evangelizzavano me, confermando la mia vocazione.». Fra Fadi si è poi disteso faccia a terra, al centro della navata. Fra Raphaël, francescano della Custodia, ha cantato le Litanie dei Santi, risuonate come un’invocazione, affinché la sua vocazione lo conduca alla santità. Poi, i cinquanta sacerdoti presenti nel coro, gli hanno imposto le mani. Quando il Patriarca ha posto le mani sulla sua testa, l’ordinando ha sentito su di sé lo Spirito Santo e la grazia di Dio che lo ha reso “finalmente degno della sua missione”. Il neo-ordinato ha poi ricevuto l’abito liturgico, la stola bianca e tutti i sacerdoti l’hanno stretto in un abbraccio fraterno, dopo avergli baciato i palmi delle mani che avevano ricevuto l’unzione. «Io credo che a Washington, dove si è formato, Fadi abbia acquisito questo gusto delle culture diverse dalla sua» osserva fra Stéphane, Guardiano del Convento di San Salvatore. Infatti, l’anno scorso, mentre era Diacono in una Parrocchia di Giaffa, il francescano palestinese si sentiva particolarmente vicino alle numerose comunità straniere presenti: arabi, indiani, filippini, africani. «Mi sento più a mio agio nel lavorare accanto agli immigrati, poiché parlo diverse lingue e i miei stessi genitori hanno sempre vissuto in Giordania, lontano dal loro Paese natale, la Palestina» spiega il giovane Sacerdote. www.custodia.org


Grande gioia a Cipro! CIPRO, OTTOBRE 2014

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e Comunità cattoliche, latina e maronita, gioiscono per il dono della reliquia di San Giovanni Paolo II e, con commozione, accolgono in devota venerazione, un luminoso testimone e servitore della Chiesa di Cristo. La reliquia del sangue di San Giovanni Paolo II è stata concessa dall’ex Segretario del Papa Karol Wojtyla, Card. Stanislaw Dziwisz, Arcivescovo di Cracovia. Nell’artistico reliquiario, regalato da Czeslaw Dzwigaj, scultore di Cracovia, appoggiato su una colonna che simboleggia un faro, sono rappresentati due emisferi del globo, al cui centro è contenuta la santa reliquia. Una parte è convessa e l’altra concava per indicare la tensione tra il bene e il male. I quattro raggi che spuntano dalla sagoma del globo simboleggiano la luce che emana dalla santità del Papa e richiama il suo messaggio sulla Divina Misericordia. Il reliquiario corona la croce stilizzata sulla forma del pastorale di Papa Wojtyla sotto la quale è posta la lettera “M”, che fa chiaro riferimento allo stemma pontificio dove, alla croce di Cristo, è intimamente unita la persona di Maria. Il 5 settembre a Cracovia, il reliquiario fu consegnato dal Card. Dziwisz, al Patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, in quei giorni in visita in Polonia. Domenica 19 ottobre, a Cipro, le sante reliquie sono state presentate per la prima volta al popolo, nella chiesa di Santa Croce a Nicosia. In quella data, è iniziata la celebrazione del triduo in onore del Santo Pontefice, conclusa con la solenne Eucaristia celebrata il 22 ottobre, il giorno della memoria liturgica di San Giovanni

Paolo II. I nostri parrocchiani, sia Ciprioti sia stranieri provenienti da tutte le parti del mondo, hanno espresso la loro gratitudine durante un’affollata e commossa partecipazione. Domenica 26 ottobre, dalla Chiesa latina le reliquie sono state portate alla Comunità maronita. Nella chiesa dedicata a san Maroun a Nicosia, la solenne celebrazione è stata presieduta dall’Arcivescovo maronita Joseph Soueif. La Santa Messa si è conclusa con la processione attorno alla chiesa e la venerazione delle sante reliquie. Per avvicinare di più i fedeli alla ricchezza spirituale del Santo, le litanie e le preghiere dedicate a San Giovanni Paolo II, sono state tradotte in greco. La pellegrinazione delle reliquie continua nelle Parrocchie e Case religiose dell’Isola. Nelle prossime domeniche San Giovanni Paolo II visiterà anche le Comunità latine e maronite della zona turca. Prima sarà portato alla nostra cappella dedicata a Sant’Elisabetta d’Ungheria, a Kyrenia, dove ogni domenica a mezzogiorno celebriamo la Santa Messa per più di cento fedeli. Dopo visiterà le comunità maronite a Kormakitis e in altri villaggi. Sono molto convinto che la presenza della santa reliquia e delle preghiere per intercessione di San Giovanni Paolo II rafforzerà la fede dei cristiani cattolici e ci sosterrà nel cammino di dialogo ecumenico e inter religioso tra gli abitanti di tutta Cipro. Fr. Jerzy Kraj OFM Vicario generale

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Cronaca Custodiale della Custodia Nasce il Terra Sancta Organ Festival GERUSALEMME, 27 OTTOBRE 2014

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Terra Sancta Organ Festival (TSOF) è una rassegna musicale internazionale, con la quale la Custodia di Terra Santa permette a tutti di godere della bellezza del proprio patrimonio di organi a canne, che altrimenti sarebbe riservato ai soli cattolici di rito latino per le loro liturgie. La prima edizione del festival si svolgerà in Israele e Palestina dal 5 al 28 novembre 2014, con un “Preludio” nell’isola greca di Rodi che si è tenuto dal 30 settembre al 4 ottobre.

Il suono dell’organo è un segno della presenza cristiana: gli organi sono nella gran parte delle chiese e nelle chiese ci sono i cristiani. Questo dato così ovvio in Occidente incomincia a non esserlo più in qualche luogo del Medio Oriente, dove a causa dei recenti conflitti, come in Siria e in Iraq, le chiese vengono private dei loro segni sacri e i cristiani sono spesso costretti ad abbandonarle.

Custodia Terrae Sanctae

TERRA SANCTA HOLY LAND HEILIG-LAND TERRE SAINTE TERRA SANTA TIERRA SANTA

‫ﺍﻵﺭﺽ ﺍﻟﻤﻘﺪﺳﺔ‬

‫הארץ הקודש‬

INTERNATIONAL

ORGAN

FESTIVAL

November 5-28, 2014

RHODES> “Prelude” Sep. 30 - Oct. 4, 2014 NAZARETH > Wednesdays JERUSALEM > Thursdays BETHLEHEM > Fridays JAFFA > Nov. 18 EMMAUS > Nov 23

www.terrasanctaorganfestival.org

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Un festival internazionale di organo in queste terre non si pone solo come momento ricreativo, artistico o culturale, ma come manifestazione pubblica di questa presenza, oggi in alcune parti del Medio Oriente così minacciata. Il Terra Sancta Organ Festival si propone di sostenere questa presenza dandole visibilità ma anche promuovendo il restauro degli organi e la formazione di nuovi organisti locali. Il Terra Sancta Organ Festival è l’unico festival musicale al mondo che ha luogo in nazioni diverse. La speranza degli organizzatori è che, incominciando da Grecia, Israele e Palestina, il festival possa col tempo raggiungere anche gli altri luoghi dove la Custodia di Terra Santa è presente: Cipro, Giordania, Libano, Egitto e… Siria (Inshallah). Ai concerti sono tutti benvenuti, a prescindere dall’appartenenza religiosa. Un invito speciale è rivolto ai pellegrini e ai turisti amanti della musica. Gli organisti sono tutti di carriera internazionale come lo statunitense Mark Pacoe (organista e Direttore musicale della chiesa e del festival di St. Malachia in Times Square a New York), i tedeschi Ulrich Pakusch (organista e direttore musicale della basilica e del festival di Werl e collaboratore delle più grandi orchestre, come i Berliner Philarmoniker) e Axel Flierl (l’organista e il direttore del coro e del festival della Basilica St. Peter and Paul in Dillingen an der Donau, Bavaria, che è la concattedrale della diocesi di Ausburg). L’italiano Eugenio Maria Fagiani (organista dell’Orchestra Sinfonica “Giuseppe Verdi” di Milano) si esibirà anche sul più antico organo della Terra Santa, un Agati del 1847, appositamente collocato nella chiesa di San Pietro a Jaffa (Tel Aviv); Chris Paraskevopoulos, oltre a essere uno dei migliori –e dei pochi– organisti greci, è anche il direttore artistico del festival musicale che si svolge a Rodi nella Chiesa di San Francesco. Il Festival è organizzato dalla Custodia di Terra Santa, facendo leva sulle proprie risorse interne. In vario modo hanno collaborato il Commissariato di Terra Santa della Germania, il Commissariato di Terra Santa degli Stati


Uniti, il Franciscan Media Center, l’Istituto Magnificat, il sito Custodia.org, il Christian Information Center, ATS Pro Terra Sancta e le fraternità francescane presso le quali i concerti hanno luogo. Per comunicare l’evento è stato preparato il sito internet www.tsorganfestival.org che, oltre al festival, presenta in maniera sintetica anche l’attività della Custodia di Terra Santa, luogo per luogo, grazie a una mappa interattiva. Le lingue del sito sono: inglese, italiano, arabo, ebraico e, per la prima volta in una comunicazione della Custodia di Terra Santa, greco e tedesco (finora presente solo sul sito di ATS Pro Terra Sancta). Dal sito si accede ai canali del festival ai social network You Tube per i video, Sound Cloud per l’audio e Facebook per le comunicazioni. Dal sito internet del festival sarà possibile seguire alcuni dei concerti in diretta streaming (tutti i concerti di Nazareth, il concerto di Gerusalemme del 13 novembre e quello di Betlemme del 28 novembre).

Programma del festival nel mese di novembre Ogni mercoledì: Nazareth (5, 12, 19, 26 Novembre) Basilica dell’Annunciazione, ore 18 Ogni giovedì: Gerusalemme (6, 13, 20, 27 Novembre) Chiesa di San Salvatore, ore 18 Ogni venerdì: Betlemme (7, 14, 21, 28 Novembre) Chiesa di Santa Caterina presso la Basilica della Natività, ore 18 Martedì 18 nov.: Giaffa (Tel Aviv), Chiesa di San Pietro, ore 19 Domenica 23 Nov.: Emmaus El-Qubeibeh, Chiesa di San Cleofa, ore 12 Per questo concerto sarà predisposto un trasferimento in autobus da Gerusalemme e da Betlemme, a causa delle difficoltà di accesso alla località palestinese.

Due fatti insoliti del Festival. Il primo: il Concerto del 23 novembre (alle 12:00) a Qubeibeh, il luogo francescano di Emmaus, dove i cristiani sono una piccolissima minoranza. L’idea è di permettere a tutti gli interessati, cristiani e non, di scoprire sia la presenza francescana, sia l’organo poco conosciuto. Il secondo: il Concerto che si terrà a San Pietro di Giaffa, il 18 novembre (alle 19:00), metterà in risalto l’organo più antico della Terra Santa, realizzato nel 1847. Al termine del Festival, la registrazione di tutti i concerti sarà proposta e venduta in CD e DVD, per conservare il ricordo di quest’avvenimento straordinario. Tutti i concerti sono a ingresso libero. www.tsorganfestival.org

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Cronaca Custodiale della Custodia La raccolta delle olive in Terra Santa GERUSALEMME, 27 OTTOBRE 2014

A

nche quest’anno è giunto il tempo della raccolta delle olive in tutta la Terra Santa. Una grande gioia per ricordare, anche ai tanti volontari che vi hanno partecipato, come questi antichi ulivi diano ancora frutti. Tante le persone del luogo e i volontari, di ogni età e provenienza, che lavorano per la Terra Santa e hanno deciso di dedicare un periodo, anche solo una giornata, alla raccolta di questo prezioso frutto. Anche ai piedi del Monte degli Ulivi, che prende il nome dalla presenza di questi antichi alberi, arriva ogni anno, puntuale, la raccolta delle olive. Fare la raccolta nel Getsemani è un’esperienza unica ed emozionante come lo è il luogo stesso. Infatti, è proprio qui che Gesù in quella notte dopo l’ultima Cena e poco prima dell’arresto, si ritirò in profonda preghiera con i discepoli. Fra Diego Dalla Gassa, ofm Direttore Romitaggio del Getsemani: “Anche quest’anno, come altri, ci troviamo qui e abbiamo l’onore di raccogliere le olive nel Giardino Sacro. È un’opportunità speciale che il Signore ci dona. Sembra davvero impossibile che, da questi tronchi antichissimi, emergano dei tralci nuovi (polloni) che danno ancora frutto. Per noi, è una bellezza vedere tutto questo. È una vera benedizione essere qui. Quest’anno, infatti, la raccolta è stata abbondante e, grazie all’aiuto di molti volontari, nel giro di una settimana sì è finito il lavoro. Ho visto molti volti contenti e meravigliati per il privilegio di aver partecipato alla raccolta; tra questi il nostro”.

Il commento di una volontaria: “È un onore, una gioia immensa poter camminare dove è passato nostro Signore Gesù Cristo. Questo posto è talmente straordinario che solo guardarlo è un privilegio. Essere qui è una cosa meravigliosa!”. Raccogliere le olive degli antichissimi alberi ha un significato profondo in sé, perché, come spiega fra Diego, ogni oliva è come se avesse una sua ‘vocazione’. “La vocazione dell’oliva è di essere spremuta per portare frutto. Questo è misterioso e altrettanto bello. Qui Lui, il Signore, si è lasciato spremere per portare frutto. Se vale quel detto gregoriano: “La Scrittura interpreta la Scrittura stessa”, potremmo dire che anche il Luogo stesso interpreta qualcosa della vita di Gesù o racconta qualcosa di Gesù nel Vangelo. Qui Gesù lascia, offre la sua vita e la riavrà. E ci insegna che c’è più gioia nel donare che nel ricevere. Forse anche il privilegio di essere qui a raccogliere il frutto di questi testimoni viventi della Passione di N. S. G. C. ci può aiutare in questo, nel riflettere su qual è la nostra vocazione”. Fra Diego Dalla Gassa, ofm scansire il codice QR (istruzioni a pag. 36) oppure andare all’indirizzo http://goo.gl/9YH5nM

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La Custodia di Terra Santa è lieta di invitarVi alla benedizione del

PRESEPE DI SAN SALVATORE Introduzione di Mons. Francesco Iannone

Benedizione del P. Custode di Terra Santa fra Pierbattista Pizzaballa, ofm Canti natalizi Rinfresco

VenerdĂŹ 28 Novembre 2014 - h. 11,00 a.m. Salone della Curia Custodiale San Salvatore - Jerusalem

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Varie Monastère Ste Claire, 4 ottobre 2014

Solennità del beato padre nostro Francesco Carissimi fratelli della Custodia, buona festa! Ci è caro scrivervi in occasione della solennità del padre san Francesco. Per noi celebrare questa festa è un po’ come risalire la sorgente, fino a quel Principio da cui ha preso vita e forma anche il carisma di Chiara, ringraziare per quella paternità da cui ci sentiamo generate ancora, noi, oggi. Vi accompagniamo, da qui, custodendovi sempre nella preghiera, per restituire nella gratitudine e nell’intercessione il bene e la provvidenza che siete quotidianamente per noi, per la fedeltà nel venire a celebrare l’Eucaristia, i sacramenti, per la formazione, la comunione e i mille aiuti spicci, concreti, con i quali venite in aiuto alla nostra povertà e ci permettete di custodire la nostra vita. Un ricordo particolare per i fratelli che donano la loro testimonianza dove la violenza e la crudeltà sembrano essere l’unico linguaggio. GRAZIE! Approfittiamo di questa occasione anche per aggiornarvi del nostro cammino comunitario, una piccola storia fatta di volti e di nomi, e condividere quanto il Signore ci sta donando in questo anno. In una parola potremmo ancora dire: GRAZIE, perché silenziosamente stiamo vedendo e godendo i frutti di una stagione più serena e stabile, dove anche i cammini di discernimento ancora aperti trovano spazio per maturare. Ad aprile, del clima della Pasqua, madre Cristiana e sr Mariachiara hanno fatto il passaggio anche giuridico a questa comunità, incardinandosi definitivamente in questo Monastero e in questa Terra. A gennaio la nostra novizia sr Maria Amata è rientrata dall’anno di noviziato canonico vissuto in Italia, grata e contenta di continuare il suo cammino QUI. Entro l’anno farà la sua Professione Temporanea, con gioia la affidiamo fin d’ora alla vosta preghiera fraterna. Anche sr Marie Yeshoua è rientrata in comunità, dopo un anno e mezzo trascorso nel vostro convento di San Giovanni del Deserto e piano piano sta riprendendo il passo e il ritmo della vita fraterna. Vi affidiamo anche sr Giorgia Maria, del monastero di Sarzana (Liguria) che sta concludendo il suo anno di verifica nella nostra comunità e il 21 ottobre rientra in Italia, portando nel cuore l’amore per questa Terra e questa Chiesa. Continuerà il suo discernimento con la sua comunità di origine. Anche la nostra richiesta di nuove sorelle fatta alla Federazione dell’Umbria ha avuto la sua risposta generosa: Il 18 novembre arriverà sr Alba Chiara del Monastero di Orvieto, e l’anno prossimo, dopo il tempo necessario per fare i documenti in Italia, arriverà sr Maria di Nazareth, dal monastero di Kamonyi (Rwanda). Affidiamo alla vostra preghiera queste sorelle e ringraziate con noi il Padre perché con amore si sta prendendo cura di questo piccolo gregge. Tra gli arrivi vi affidiamo anche una partenza: nel corso di quest’anno è maturata per la nostra sr Maria Pia la decisione, dopo 25 anni, di tornare in Brasile, dove la sua comunità di Belo Horizonte ha desiderato il suo rientro e la attende, partirà verso metà novembre. La nostra decana invece, sr Marie Gabriel, è sempre vivissima con i suoi 92 anni, nonostante un calo notevole che ha avuto recentemente per i suoi problemi al cuore ... non si è affievolita per nulla la sua sollecitudine nel seguire il Papa in tutti i suoi spostamenti! Cari fratelli, approfittiamo di questa lettera anche per invitarvi al 25mo di sr Fransiska Mariya che festeggerà il prossimo 30 ottobre: vi aspettiamo con gioia alla Messa del Giubileo che celebreremo alle ore 17.30 nella nostra chiesa. A proposito di professioni, proprio oggi, siamo in festa con voi per la Professione solenne di fr. David in questo giorno impegnativo (con lo Yom Kippur), in un Luogo impegnativo (il Calvario, vero e definitivo Kippur...)., giusto per non ingannarci e ricordarci quale è stato per Francesco il Volto dell’Amore Povero e Crocifisso. le vostre sorelle clarisse di Gerusalemme

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Giornata delle Kehillot, durante il Sukkot 2014 KIRYAT YEARIM, 11 OTTOBRE 2014

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uest’anno, in occasione della Festa dei Tabernacoli (Sukkot), circa 220 fedeli delle diverse comunità cattoliche di lingua ebraica in Israele, si sono riuniti a Kiryat Yearim per trascorrere insieme una giornata, dedicata alla preghiera, al riposo, alle attività e all’amicizia. Intorno alle ore 11, dopo l’arrivo dei fedeli e dei loro sacerdoti da Beersheva, Haifa, Jaffa-Tel Aviv, Gerusalemme, Tiberiade, Nazareth e Latrun, si è celebrata la Messa. Quest’anno il celebrante è stato p. Giacomo da Tiberiade, che ha ricordato la sua ordinazione sacerdotale nel mese di giugno. Nella sua omelia, p. David, responsabile per i cattolici di lingua ebraica in Israele, ha evidenziato l’importante compito di costruire le comunità, come luoghi privilegiati in cui si creano le circostanze dell’incontro con Gesù e tra i fedeli, soprattutto per i bambini. Durante la Messa, i bambini hanno offerto all’altare un cesto di frutta, come segno della Festa della Vendemmia, che è stato benedetto. La Messa è stata allietata da musicisti provenienti da Gerusalemme, Haifa e Tiberiade. Durante la Messa, Sophie Alexandra, di due mesi e venti giorni, è stata battezzata e accolta nella Chiesa come un suo nuovo membro. I suoi genitori, Joe e Jaimie, sono membri della comunità di Gerusalemme. Questa circostanza ha ulteriormente accresciuto la gioia della giornata. Alla fine della Messa, p. David ha chiamato Benny, un seminarista del Vicariato “Saint Jacques” che

ha iniziato a studiare teologia, perché si facesse avanti. E con lui ha invitato tutti gli altri seminaristi presenti: Alberto, dei francescani, Andres della Famiglia della Visitazione, Gioele dei Fratelli di Sion e Hidrimariam della Chiesa eritrea. Con loro, ha invitato anche le sette novizie delle Sorelle di Sion. Poi ha chiesto ai dodici sacerdoti concelebranti di stendere su di loro mani per benedirli, chiedendo al Signore di accompagnare Benny nel suo cammino verso l’ordinazione. Dopo la Messa, i fedeli hanno brindato all’inizio del nuovo anno e hanno preparato per il pranzo. Durante il picnic, tutti hanno goduto degli splendidi giardini del Santuario. Dopo il pranzo e il riposo, i fedeli hanno trascorso un piacevole pomeriggio tra balli, mimi di scene bibliche e vari giochi, preparati dai giovani di Fiori del deserto, sotto la guida di p. Piotr e p. Apolinary. Questa meravigliosa giornata trascorsa insieme si è conclusa con una preghiera di chiusura, guidata da p. Romano. L’11 ottobre ricorreva la festa di san Giovanni XXIII, chiamato «il Papa buono» da entrambi, ebrei e cattolici. La preghiera si è incentrata su di lui, e tutti i fedeli hanno recitato la preghiera che lui aveva offerto alla Chiesa. Alla fine della giornata, i fedeli sono tornati a casa rafforzati nella loro fede e nella loro amicizia condivisa. www.catholic.co.il

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Varie Settima Giornata per la Terra Santa: Quei cristiani alla prova della Storia ROMA, 18 OTTOBRE 2014

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uale speranza è possibile - tra persecuzioni, guerre, emigrazione forzata - per i cristiani del Medio Oriente? Se ne è parlato sabato 18 ottobre, a Roma, in occasione della Settima giornata per le associazioni di Terra Santa: incontro annuale voluto dalla Custodia di Terra Santa, organizzato dalle Edizioni Terra Santa e da Ats-Pro Terra Sancta. Quest’anno i partecipanti – delegati di 16 associazioni di tutt’Italia, dalla Lombardia alla Sicilia, 3 commissariati regionali di Terra Santa, e semplici pellegrini desiderosi di approfondire – sono stati 180, un numero superiore a quello di ogni passata edizione. Di attualità il tema dell’incontro: 2014: i cristiani di Terra Santa alla prova della Storia. La visita di Papa Francesco, il pericolo del fondamentalismo. Un titolo che indica il tentativo di guardare quanto è avvenuto, di grandioso e terribile, nell’anno appena trascorso; trovandovi però un senso e indicando una speranza possibile.

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Fra Claudio Bottini, decano emerito dello Studium Biblicum Franciscanum, ha raccontato ai presenti le sue impressioni su gesti e parole di Papa Francesco nel suo pellegrinaggio in Terra Santa, lo scorso maggio. Fra Claudio ha condiviso lo stupore di fronte ai gesti di pace compiuti dal Papa e alle sue parole di dialogo; il dispiacere per la brevità della visita di Francesco, che non ha consentito a molti cristiani locali di incontrarlo; ricordando anche la reazione dei non-cristiani di Terra Santa nei confronti di questo papa «francescano»; come quella di un noto rabbino israeliano, Allon GoshenGottstein ,che del viaggio di Francesco ha scritto: «È stato essenzialmente un pellegrinaggio di preghiera. I momenti più luminosi sono stati proprio i momenti di preghiera. Qui è dove abbiamo avuto il meglio di Papa Francesco». Della difficile situazione dei cristiani in Siria ha parlato


fra Firas Lutfi, religioso siriano che ha svolto a lungo il suo ministero ad Aleppo: «Ad Aleppo è rischioso uscire di casa, perché i bombardamenti non cessano giorno e notte – ha spiegato fra Firas -. Quest’estate alcuni amici che sposati da poco, mi invitano a casa loro e mi chiedono una benedizione. La zona dove vivono è particolarmente pericolosa ma vado. Il giorno dopo, mentre sto celebrando la messa nel quartiere di Er-Ram, sento un’esplosione. Più tardi scopro che si tratta di una bomba caduta sulla casa dell’amico che avevo visitato il giorno prima. Si stava vestendo per andare a messa. Ho subito ripensato ai discorsi che facevamo a casa sua, la sera prima. La moglie diceva: “Non ce la faccio più, dobbiamo lasciare il Paese, c’è pericolo e sono preoccupata! Il marito difendeva l’idea: “No, rimaniamo qui! Qui ho il lavoro, il negozio, questo è il nostro Paese”. La bomba, che ha risparmiato la moglie, gli ha danneggiato il cervello ed è rimasto disabile. Il dilemma oggi per i cristiani è restare o partire? E se partiamo, dove andiamo?». Nel suo intervento, però, fra Firas ha raccontato anche alcuni episodi di solidarietà tra cristiani e musulmani, segno della speranza possibile. Fra Dobromir Jasztal, vicario custodiale, ha partecipato alla giornata al posto di fra Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa, costretto a rimanere a Gerusalemme dai molti impegni. «Vorrei parlare non tanto di quanto la Custodia fa – ha spiegato fra Dobromir –, ma di come svolge la propria missione e di come intende

continuare». Non tanto le opere, dunque, ma lo «stile» dei francescani di Terra Santa, che si potrebbe riassumere in una sola parola: dialogo. «Viviamo il messaggio evangelico attraverso la continua ricerca di dialogo – ha spiegato fra Dobromir. Seguendo il messaggio ereditato da san Francesco viviamo il percorso con le altre religioni cercando di seguire il nostro cammino come esperienza continua di conversione e testimonianza in un ambiente dove storia e religione sono fortemente radicate nella cultura delle popolazioni locali». Nel corso della giornata Carla Benelli, storica dell’arte e coordinatrice dei progetti di Ats - Pro Terra Sancta, ha presentato gli interventi di restauro compiuti sul Monte degli ulivi. Il vaticanista Andrea Tornielli ha invece rievocato lo storico pellegrinaggio di papa Paolo VI in Terra Santa, avvenuto cinquant’anni fa. Un nutrito numero di volontari, il giorno successivo, domenica 19 ottobre, ha partecipato alla beatificazione di Paolo VI, in piazza San Pietro. Vai all’indirizzo http://goo.gl/0I1SGT per scaricare l’intervento integrale di fra Claudio Bottini in versione pdf. http://goo.gl/ZYE4iK invece, per il testo dell’intervento di Andrea Tornielli. Infine, per il discorso del vicario custodiale, fra Dobromir Jasztal http://goo.gl/nePBqQ www.terrasanta.net

QR CODE, come utilizzarlo Il QRCode è un codice a matrice sviluppato nel 1994 dalla giapponese Denso Wave, significa “Quick Response”, ovvero risposta rapida, in quanto consente una veloce decodifica del suo contenuto. Per accedere ai contenuti da QRCode, devi utilizzare un lettore QR. Trova il codice QR e inquadralo tramite la fotocamera digitale del tuo telefono. Il tuo cellulare aprirà l’indirizzo corrispondente. Se non hai un lettore QR installato sul tuo cellulare o smartphone, puoi trovarne molti gratuiti nei negozi/store di applicazioni per il tuo cellulare (iTunes, App store, Android market, Blackberry Appworld, Ovi store, etc).

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Varie Sabastiya: inaugurata la nuova guesthouse, all’insegna del turismo solidale SEBASTYA, 23 OTTOBRE 2014

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na cittadina al centro della Terra Promessa, scenario per molti degli episodi raccontati nell’antico testamento: questa è Sabastiya, l’antica Samaria, capitale del regno di Samaria.Qui la Bibbia racconta di Re e profeti, qui, secondo la tradizione, vi è la tomba di san Giovanni Battista. Per accogliere chi visita queste zone, l’Associazione pro Terra Sancta e il Mosaic Centre di Gerico, con l’aiuto della cooperazione belga, hanno creato una nuova guesthouse, che come spiega Osama Hamdan, direttore del Mosaic Centre Jericho, vuole essere “un posto dove il visitatore, il turista, il pellegrino, ma anche il visitatore locale oggi riesce ad avere l’opportunità di vivere un’esperienza particolare: un’esperienza palestinese, l’ospitalità palestinese… il cibo, l’ambiente, l’amicizia palestinese”.

riesce ad avere una visione diversa della Palestina e del popolo palestinese. Un popolo molto caloroso, molto buono, accogliente, questa era proprio l’idea che, come associazione dei francescani, ci sembrava giusto dare”. www.mosaicghsebastia.com www.proterrasancta.org scansire il codice QR (istruzioni a pag. 36) oppure andare all’indirizzo http://goo.gl/Q22WzQ

E aggiunge Carla Benelli, coordinatrice del progetto per Associazione pro Terra Sancta: “Sabastiya è un sito che qualsiasi pellegrino antico visitava. Faceva sosta sulla tomba di Giovanni Battista, e il fatto che questo luogo fosse diventato così poco visitato era una cosa abbastanza triste. Ci sembrava il caso di fare qualche cosa: un turismo dei piccoli numeri, un turismo che però

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Fraternitas

Fraternitas

VOLUME XLVII • EDIZIONE 217

NOVEMBRE 2014

Notiziario Internazionale OFM

L’onomastico del Ministro generale

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ella Curia generale, il 29 settembre, in occasione della festa degli arcangeli si è celebrato con grande solennità la Festa onomastica del Ministro generale, Fr. Michael A. Perry, OFM. Hanno partecipato i Frati della Curia generale, oltre agli altri Frati delle case che sono dipendenti dal Ministro generale a Roma. Erano presenti Mons. Roberto Gonzalez, Arcivescovo di Porto Rico, Mons. Joe Bonello, Vescovo Coadiutore della diocesi di Juticalpa, Olancho in Honduras, Mons. Savio Hon Tai Fai, SDB, Arcivescovo Segretario della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, il Vicario generale dell’OFM Conventuale e Sr. Mary Melone SFA, Rettore della PUA, Ministri provinciali, Mondo X, OFS, ed altre Religiose vicine alla Curia e amici della Fraternità.

Il 3 e il 4 di ottobre presso la Curia Generalizia è stata celebrata, come nel resto del Ordine, la Festa del nostro serafico padre san Francesco di Assisi. Nella serata del 3 ottobre si è celebrato il Transito preseduto da Fr. Julio Bunader, OFM, Vicario generale. Nella chiesa di Santa Maria Mediatrice erano presenti: la Fraternità Francescana, Suore di diversi Istituiti, la Fraternità locale dell’OFS e amici. Il 4 ottobre, giorno della solennità, è stata celebrata la Messa solenne, presieduta da P. Rui Lopes de Almeida, OP, come è da tradizione in questo giorno.

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Festa di S. Francesco presso la Curia

La MZF in curia Generale Nella mattina del 16 settembre 2014, in Curia generale, c’è stato l’incontro tra il Definitorio generale, gli Uffici della Curia e la Direzione della MZF (Missionszentrale der Franziskaner). Lo scopo del incontro era di mantenere dei legami forti tra il nostro Ordine e la MZF per sviluppare la collaborazione nell’ambito delle Missioni e dell’Evangelizzazione. Dopo la presentazione dei vari partecipanti all’incontro e per favorire una migliore conoscenza tra di noi, il Ministro generale, Fra Michael, a nome del Definitorio generale, ha presentato la politica del Definitorio

per trattare le richieste finanziarie. Dopo di che, gli Uffici della Curia generale – SGME, SGFS e GPIC – hanno presentato le loro metodi per le richieste finanziarie. Infine, i membri della MZF hanno presentato il loro lavoro al servizio della Famiglia Francescana, alla Chiesa, a favore dello sviluppo dei poveri. Nella seconda parte della mattina, la condivisione tra i presenti ha evidenziato la necessità di proseguire la collaborazione e di approfondirla

tramite l’informazione più sistematica e regolare, tra la condivisione di progetti importanti. Hanno proposto di avere incontri più frequenti tra di noi. È stato deciso di concordare insieme un progetto di collaborazione più attiva tra la Curia e la MZF. 1

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ALTRE NOTIZIE

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Capitolo delle Stuoie della Fondazione bizantina

La Fondazione Francescana di rito greco-bizantino di Tarnopil (Ucraina), per la nona volta, ha tenuto il Capitolo delle Stuoie (8-9 agosto 2014). Erano presenti tutti i Frati della Fondazione, insieme al Ministro e al Vicario provinciale dell’«Assunzione della BVM» (Polonia). La riflessione si è concentrata sulla ventennale presenza nella Chiesa greco-bizantina in Ucraina. Non è mancato il ricordo di Fr. Jozafat Ananewycz, OFM, propagatore della spiritualità francescana. Il Capitolo delle Stuoie, quest’anno, si è inserito nelle celebrazioni del 25° anniversario della legislazione della Chiesa greco-bizantina in Ucraina. Il Capitolo si è concluso con la richiesta di una preghiera per la pace in Ucraina e nel resto del mondo. Assistente esecutivo Il Ministro e il Definitorio generale hanno nominato Fr. John O’Connor, OFM, Assistente esecutivo del Ministro generale per lo sviluppo e il fund-raising per l’Ordine dei Frati Minori. Fr. John ha da poco concluso il suo mandato di Ministro provinciale della Provincia del Santissimo Nome di Gesù, New York (USA). Ha un’ampia esperienza nel settore dell’amministrazione e della raccolta fondi e in questo nuovo servizio,

NUOVO CUSTODE Fr. roberto Miguel do NasciMeNto Custódia das Sete Alegrias de Nossa Senhora, BRASILE

recentemente creato, porterà la sua passione per l’evangelizzazione missionaria e per la formazione dei giovani alla vita religiosa francescana e al sacerdozio. Fr. Stane Zore, OFM, Vescovo Il 4 ottobre il Papa ha nominato Fr. Stane Zore, OFM, Arcivescovo Metropolita di Ljubljana (Slovenia). Fr. Stane, è nato il 7 settembre 1958 a Sel pri Kamniku (arcidiocesi di Ljubljana). Dal 1998 al 2004 ha ricoperto un primo mandato come Ministro provinciale della Provincia di Santa Croce in Slovenia. Attualmente era per la seconda volta Ministro provinciale e Presidente della Conferenza dei Religiosi e delle Religiose in Slovenia (KORUS) Condividiamo con san Francesco, cultura e spiritualità

Si sono celebrate nel Convento di San Francesco di Salta (Argentina) alcune giornate, dal 6 al 17 ottobre 2014, dal titolo: “Condividiamo con san Francesco cultura e spiritualità”. In queste giornate si è potuto visitare la mostra fotografica di L. Maggipinto e altri paramenti liturgici del secolo XVIII, si è poi ascoltata la riflessione: “Uno sguardo sulla realtà a partire dai valori di san Francesco”, di Fr. Ramiro De La Serna e un concerto della camera Lyrum e il gruppo Ocal Octavoz. Infine, nel museo Padre Louise Giorgi, ofm, si è inaugurato un nuovo sistema di audioguide in varie lingue. Inaugurazione PUA La Pontificia Università Antonianum di Roma il 22 ottobre 2014 ha inaugurato l’anno accademico >> 3

Irlanda: L’anno del Santo Nome

Nel 2014 si è celebrato l’Anno del Santo Nome di Gesù per la Famiglia Francescana in Irlanda, facendo memoria della devozione in Irlanda al Santo Nome iniziato da Francesco Donnelly OFM, aiutato dalle Clarisse e dall’OFS (1914-2014). L’obiettivo dell’Anno è semplice: promuovere una rinnovata riverenza e devozione al Santo Nome di Gesù e così facendo approfondire l’amore personale al Signore Gesù e la fedeltà al suo Vangelo. L’anno è stato inaugurato presso il Monastero delle Clarisse, Galway, il 3 gennaio, festa del Santo Nome. È stato concesso lo status di un Anno Giubilare per la Famiglia Francescana irlandese da Papa Francesco. Un sito web - www. holyname.ie - è stato lanciato contenente varie risorse, tra cui preghiere, meditazioni, Scritture, inni e la storia. È stato pubblicato un libro, collegato all’Anno Giubilare: “La preghiera più semplice: un libro d’amore e di fede”, una serie di semplici riflessioni sul Vangelo per aiutare le persone a approfondire la loro fiducia nel Signore, non importa quale sia la loro situazione. Vi è stato un rinnovato interesse per il monogramma IHS che la gente ha collocato nelle loro case. Questo anno pensato inizialmente per celebrarsi nella Famiglia Francescana ha trovato una grande accoglienza nelle diverse diocesi e gruppi all’interno della Chiesa in Irlanda.

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Fraternitas SEGNALIBRO FRANCESCANO Libri Francescani Francisco de Asís, Escritos. Edición crítica de Carlo Paolazzi OFM, Frati Editori di Quaracchi, Grottaferrata 2014, pp. 504. Si tratta dell’ultima edizione critica degli Scritti di san Francesco di Carlo Paolazzi, OFM, con introduzioni e commenti filologici e storico-spirituali, assieme ad una traduzione degli stessi scritti, accanto ai testi in lingua originale. La stessa opera è ormai offerta in traduzione spagnola, curata da Isidoro Rodríguez Herrera OFM (†) e Rafaele Sanz OFM, mantenendone la stessa paginazione della edizione italiana del 2009.

EUROFRAME, incontro a Lourdes Dal 25 al 29 Agosto, circa 300 giovani, accompagnati di alcuni Frati Minori d’Europa, hanno vissuto un incontro arrichente nel santuario di Lourdes, la Grotta delle apparizioni, per i numerosi malati presenti e gli altri pellegrini di tutto il mondo, le cerimonie liturgiche. Si sono ritrovati,

Frati e giovani, in una parte riservata della nuova basilica di Santa Bernadetta, aldilà del Gave, per la preghiera e altri diversi incontri del gruppo. Alcuni testimoni, tra i quali l’arcivescovo di Strasbourg, Mons. Jean-Pierre Grallet, OFM, hanno presentato la loro esperienza di fede davanti alle sfide di oggi.

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letto il decreto di nomina del Rettore Magnifico, che ha prestato giuramento di fedeltà alla fede cattolica.

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<< 2 2014-2015 e l’insediamento del nuovo Rettore Magnifico, Rev.ma M. Suor Mary Melone, sfa. La Concelebrazione eucaristica è stata presieduta dal Gran Cancelliere della PUA, Fr. Michael A. Perry ofm, Ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori. La liturgia è stata celebrata nella Basilica de S. Antonio, hanno concelebrato il Definitorio generale, il Segretario generale per la Formazione e gli Studi, Professori, Studenti, Personale ausiliare della PUA. All’interno della celebrazione si ha

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Gerard Pieter Freeman, Il cingolo di santa Chiara, Edizioni Biblioteca Francescana, Milano 2014, pp. 185. L’Autore in questo Libro presenta alcuni documenti nuovi o poco studiati degli inizi dell’Ordo sancti Damiani collocandoli nel loro contesto storico. Dallo studio dei documenti e dalla constatazione che non tutti i documenti esistenti sono ancora stati studiati, nasce la convinzione che ancora molto rimane da dire sulorigini e sui primi sviluppi del movimento clariano.

Assemblea dei Definitòri OFM del Nord Italia I Definitòri delle sei Province del Nord Italia, sotto la presidenza di Fr. Massimo Fusarelli, OFM, Delegato generale per il processo di unione nel 2016, si sono ritrovati dal 25 al 29 agosto per l’Assemblea annuale a Bardonecchia. I lavori della Assemblea sono stati introdotti da una riflessione generale sui criteri, la mentalità e gli intenti con cui si intende realizzare la unione delle Province, lavoro che ha coinvolto i sei Definitòri nei mesi di preparazione e che è confluita nell’Instrumentum laboris. L’Assemblea è stata anche l’occasione per uno scambio franco e costruttivo su tanti altri aspetti concreti, al fine di rafforzare quella comunione fraterna che è alla base della nostra Forma di vita che si propongono di porre a fondamento per la nascita e la vita della nuova Provincia. Momenti significativi sono stati: la scelta di un Nome da suggerire al Definitorio generale per la futura Provincia e l’indizione della Visita Canonica da parte del Delegato generale, che durerà fino agli inizi del 2016. 3

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PICCOLE NOTIZIE

Religiosi e Chiesa particolare oggi

Dalla Curia Generale

Agenda del

Ministro generale Novembre: 3-13 ROMA, Tempo Forte 7-9: SANTIAGO DE COMPOSTELA, VIII centenario del passaggio di san Francesco 10: ROMA, PUA: Celebrazione in onore del B. Giovanni Duns Scoto 11: ROMA, Antonianum: Celebrazione interreligiosa 13-14: PARIGI: Consiglio plenario della Provincia “Beato G. Duns Scoto” 15-26: Indonesia, West Papua, Timor Est e Myanmar: Visita fraterna. 26-29: ROMA, Riunione dell’Unione Superiori Generali (USG)

Il giorno 10 ottobre u.s. la Fraternità di S. Maria Mediatrice ha salutato e ringraziato Fr. Edwin Joseph Oscar Paniagua, della Provincia dell’Immacolata Concezione in U.S.A. e Fr. Michele Di Fronzo della Provincia S. Cuore di Gesù di Napoli (Italia), che ritornano sotto l’obbedienza del loro Ministro provinciale, e dato il benvenuto a Fr. Szczepan Siarkiewicz della Provincia S. Edvige di Polonia.

Fr. Edwin ha lavorato come traduttore e interprete, dal 2008 al 2014.

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Atto accademico in onore del beato Giovanni Duns Scoto Il 10 novembre si svolgerà l’atto accademico in onore del B. G. Duns Scoto, organizzato dalla PUA e la Commissione Scotista Internazionale. L’incontro prenderà avvio con la relazione del Rettore Magnifico, prof.ssa M. Melone; l’intervento del prof. R. Kośla: “L’influsso del pensiero di G. Duns Scoto sulla teologia della riparazione”, seguito dalla Relazione sui lavori in corso di Fr. J. B. Percan, Vicepresidente coordinatore della Commissione e dai saluti finali di Fr. Michael A. Perry, MG e Gran Cancelliere della PUA.

Venerdì 14 novembre 2014 si terrà ad Assisi il simposio “Molte membra un corpo solo: religiosi e Chiesa particolare oggi”, organizzato dalle Famiglie Francescane dell’Umbria, la Pontificia Università Antonianum, la Pontificia Facoltà Teologica San Bonaventura e l’Istituto Teologico di Assisi, con l’adesione della Commissio-

ne Mista per la Vita Consacrata della Conferenza Episcopale Umbra. Il IX stage di archivistica Il IX stage di archivistica si svolgerà dal 24 al 27 novembre presso la PUA, con una introduzione e informazione sull’Archivio Rubatto e Intervento del prof. Andrea Maiarelli.

Capitolo Generale 2015 - MeMbro della CoMMissione Fr. Victor Luis Quematcha, nato il 27 aprile 1967 a Cumura (Guinea-Bissau). Vestizione: 16 settembre 1990. Professione temporanea: 17 settembre 1991. Professione solenne: 30 agosto 1997. Ordinazione Sacerdotale: 02 maggio 1998. Licenziato in Teologia Morale. Custode della Custodia “San Francesco d’ Assis” di Guinea-Bissau, dipendente della Provincia S. Antonio di Padova (Italia), Professore di teologia morale nel Seminario Maggiore diocesano di Bissau. È stato Vice maestro dei novizi dal 1997 a 1999 in Togo, maestro dei novizi dal 2002 a 2004 in Guinea e maestro dei professi temporanei dal 2007 a 2009.

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Fr. Michele, negli anni 2011 2012, ha lavorato come addetto alla portineria e, dal 2012 al 2014, come sacrista. Ai due fratelli il nostro grazie per il servizio reso e l’augurio più sincero per il nuovo ministero che sarà loro affidato.

A Fr. Szczepan il più fraterno benvenuto nella Fraternità della Casa Generalizia dove, prevalentemente, svolgerà il servizio di addetto alla chiesa e alla sacrestia.

FRATERNITAS notiziario internazionale OFM - editore: Fr. Joseph Magro OFM eMail: fraternitas@ofm.org - tel: +39 0668491 339 - http://www.ofm.org/fraternitas - www.fb.com/ofm.org - @ofmdotorg

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