giovani genitori marzo 2009

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il pediatra GGl’esperto Giancarlo Corti

La conservazione delle staminali Cari GG, siamo in attesa del nostro secondo bambino. Quando è nato il primo, Gioele, non si sapeva ancora nulla della possibilità di conservare le cellule staminali. Adesso su Internet è pieno di società che offrono questo servizio e so che si può fare una donazione anche all’ospedale. Ho provato a parlarne con il pediatra che mi ha detto che sono molto importanti e sarebbe bene poterle conservare, ma non so cosa fare, a chi rivolgermi e soprattutto se fidarmi. Yuri Caro Yuri, la tua è una riflessione utile, alla quale bisogna rispondere “con le molle”. Cominciamo con un po’ di spiegazioni: la conservazione delle cellule staminali avviene attraverso il prelievo, immediatamente dopo il parto, di un campione di sangue dal cordone ombelicale. Le cellule staminali sono cellule primitive non specializzate capaci di trasformarsi in qualunque altro tipo di cellula. La ricerca medica sta investendo molto nello studio di queste cellule, che potenzialmente rivoluzioneranno le cure di molte malattie, grazie alla loro capacità di trasformarsi in tessuti o organi specifici che - il cielo non voglia - potrebbero servire un domani al bebè se qualcosa non va nella sua salute. Il sangue del cordone ombelicale è ricco di cellule staminali. A differenza di quelle embrionali, non ci sono problemi etici sulla loro conservabilità e utilizzo. Una volta deciso di volerle conservare, si possono intraprendere due strade: la prima è la donazione, totalmente gratuita, attraverso le biobanche pubbliche. Donare il sangue del cordone significa metterlo a disposizione della comunità, per scopi di ricerca o di trapianto a donatori compatibili, un po’ come avviene con la donazione degli organi. La donazione si fa direttamente nella sala parto. A Torino è possibile effettuarla esclusivamente nell’azienda ospedaliera Sant’Anna tramite la Cord Blood Bank con il vincolo che la nascita avvenga in ospedale, in orario diurno e nei giorni feriali. Differente dalla donazione è la “conservazione autologa”, cioè la decisione dei genitori di conservare le cellule per uso esclusivo da parte del bimbo o di un suo consanguineo. Questa conservazione è a pagamento e permette di avere cellule staminali perfettamente compatibili e immediatamente disponibili in caso di necessità. La legge italiana vieta di conservare le cellule, ma permette di esportarle e reimportarle su richiesta dei proprietari. “Qualora si scelga la conservazione autologa, è indispensabile rivolgersi a un centro accreditato per avere la sicurezza di far rientrare le cellule in caso di necessità - spiega Raffaella Severino, responsabile degli incontri formativi organizzati da Salus Futura sul territorio piemontese -. Le società che offrono questo servizi a pagamento normalmente prevedono l’assistenza pre-parto personalizzata per compilare le pratiche burocratiche, dopodiché informano la struttura sanitaria, in modo che sia assicurato il prelievo. Il campione di sangue viene poi spedito alla banca estera e l’operazione si può fare in qualsiasi momento, compresi notte e weekend”. Quanto costa il tutto? “Un prezzo equo di mercato - continua Raffaella Severino - si aggira intorno ai 2000 euro, compreso il kit per il prelievo e la conservazione del campione per 20 anni, attualmente il tempo massimo per cui sono state conservate cellule staminali con vitalità ad alti standard qualitativi. I genitori interessati a saperne di più possono partecipare ad alcuni incontri informativi organizzati dalla società Salus Futura, il 12 e il 25 marzo alle ore 19 in corso San Martino 1 a Torino, oppure il 25 marzo alle 17 nei locali della Croce Bianca, in via Nizza 98, sempre a Torino (www.salusfutura.it)”. Quali sono i benefici della conservazione delle cellule? Attualmente le patologie curabili con le staminali sono i tumori del sangue, come la leucemia, mentre in prospettiva ci sono buone speranze di curare alcune malattie degenerative come il diabete di tipo 1, l’Alzheimer, il morbo di Parkinson e la sclerosi multipla. La conservazione autologa può essere un investimento importante per la salute del bambino, ma consiglio di informarsi attentamente. Inoltre invito i genitori a considerare che le cellule staminali, allo stato attuale delle conoscenze, si conservano per 20 anni e quindi bisogna presupporre che serviranno esclusivamente al bambino o a un suo familiare di primo grado, se si ammaleranno di determinate malattie entro questo arco temporale. È sicuramente consigliabile se in famiglia c’è una ricorrenza delle sopracitate malattie.

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