L'emergenza Covid-19: la sostenibilità ambientale e l’economia circolare come motori del rilancio

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SPECIALE COVID19

TERZA PAGINA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

Covid- 19: sostenibilità ambientale ed economia circolare come motori di rilancio di Giorgio Ghiringhelli 1 e Andrea Urbinati 2

La pandemia

32 igiene urbana igiene urbana aprile-giugno 2020

L’emergenza sanitaria causata dalla pandemia Covid-19 ha causato discontinuità di scenario con immediati e imprevedibili effetti che si riverberano sulla società civile, sulle imprese e sulle istituzioni. Soprattutto per l’Italia le ricadute dirette economiche appaiono enormi con una caduta del PIL stimata che oscilla tra i 170 e i 270 miliardi di euro, ovvero una flessione tra il 9,5% [1] e il 15% [2]. Tra i tanti aspetti negativi che sono emersi, ce ne sono però alcuni positivi come la riduzione della pressione sull’ambiente e dell’inquinamento atmosferico, sia per la scarsa mobilità che per la riduzione del traffico. L’emergenza sanitaria causata dal Covid-19 è profondamente legata alle tematiche ambientali: numerose se pur preliminari ricerche discutono o presentano analisi di dati sulla controversa relazione tra i livelli di inquinamento atmosferico e la pandemia [3]. La pandemia può quindi rappresentare una vera e propria disruption di contesto che può stimolare una riflessione. Quest’ultima rappresenta quindi una vera e propria disruption di contesto che può stimolare una riflessione sul ruolo che policymaker, imprese e i singoli individui posso esercitare per una ripresa sostenibile. Il CSR Manager Network, con una lettera aperta al Presidente del Consiglio [4], ha recentemente sottolineato l’importanza di imprimere un orientamento lungimirante alla fase di ripresa

Figura 1 - Il Green Deal Europeo (Fonte: Commissione Europea)

delle attività economiche e sociali in nome dello sviluppo sostenibile, ribadendo fermamente che le iniziative di sostenibilità ambientale debbano essere un asse portante del futuro sociale ed economico dell’Italia, mentre l’ASviS ha valutato l’effetto della crisi sulle diverse dimensioni dello sviluppo sostenibile e propone azioni per stimolare la ripresa in linea con l’Agenda 2030 e il Green Deal [5] al fine di promuovere l’orientamento delle ingenti risorse impegnate dal Governo e dall’UE verso un cambio di paradigma produttivo. Anche il mondo del consumo e dei materiali è oggetto di riflessione per i suoi legami con la pandemia e con visioni spesso contrapposte degli attori interessati, come ad esempio gli operatori dell’industria della plastica, da un lato, e la Commissione europea,

dall’altro: i primi vorrebbero la revoca del divieto su alcuni articoli di plastica monouso per il loro possibile contributo a fronteggiare il virus, mentre la seconda ha ribadito che le scadenze della single-use plastic directive – divieto su prodotti selezionati come posate, bicchieri per bevande, bastoncini per palloncini, cannucce e bastoncini di cotone – vanno rispettate [6]. E proprio l’usa e getta è tornato di attualità nelle nostre abitudini sia per quanto riguarda il ricorso a mascherine e guanti (con il rilevamento dei primi fenomeni di littering), sia per quanto riguarda il cambiamento dei nostri comportamenti di acquisto e di produzione di rifiuti. Investire rapidamente in iniziative di sostenibilità ambientale e di economia circolare può rappresentare una delle principali strategie per aumentare la capacità di ripresa post Covid-19: la Presidente della Commissione europea il 16 aprile 2020 nel suo discorso al Parlamento europeo ha posto l’attenzione sul coordinamento delle azioni in grado di riscostruire il mercato interno dopo la


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