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Il Tempo della delega
“Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo”. Lo dice persino la Bibbia, in un passo dell’Ecclesiaste dove si aggiunge che c’è “un tempo per demolire e un tempo per costruire”, oltre che “un tempo per tacere e un tempo per parlare”.
In Italia, per quanto riguarda il riordino del gioco, il “tempo” è finalmente arrivato. E ha celebrato il suo giorno zero il 16 marzo scorso, quando il consiglio dei ministri ha approvato l’attesissimo disegno di legge Delega in materia fiscale, che prevede un articolo, il 13, dedicato al gioco e che si appresta a intraprendere il suo iter parlamentare, per la sua approvazione, dopo di che decorerranno i due anni di tempo affinchè il Mef proceda all’emazione dei decreti delegati.
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Dopo tante attese, e dopo la delusione del 2017, quando l’intesa raggiunta in Conferenza unificata è poi rimasta inattuata, il tempo di costruire è diventato realtà. E ora si attende pure il tempo in cui si potrà “parlare”, e dare il proprio contributo a una costruzione di un testo finale che dia finalmente le certezze che tutti, dall’Erario al cittadino, per proseguire ovviamente con gli operatori, chiedono. La base di partenza, il testo approdato in Cdm, è infatti condivisibile nei suoi obiettivi, dunque il “contemperamento degli interessi pubblici generali in tema di salute con quelli erariali sul regolare afflusso del prelievo tributario gravante sui giochi”, nonché la “prevenzione del riciclaggio di proventi di attività criminose”. Ora, però, questo testo va riempito ulteriormente di contenuti specifici, disciplinando dettagliatamente tutti gli aspetti così che non rimangano punti oscuri e critici. Un percorso al quale il settore si augura di poter partecipare, così come si augura che, visto che sarà certamente lungo, non ci siano incidenti che possano comprometterlo. Tanto più che le norme sul gioco saranno trattate, nelle due Camere, assieme a tante altre in materia fiscale, e si preannuncia uno scontro tra le varie forze politiche di cui il settore potrebbe essere vittima anche se non tirato in causa. Ma questo è anche il tempo della speranza nel riordino, e dell’unità affinchè esso possa avvenire, scommettendo che questa possa essere la volta buona. E, naturalmente, è anche il tempo di lasciarvi alla lettura di questo numero di aprile di Gioco News, dove il riordino dei giochi viene passato ai raggi X in tutti i suoi aspetti!
Politica
4/ Il gioco può essere sano e consapevole
L’europarlamentare Isabella Adinolfi analizza i rischi legati all’uso dei videogiochi e sottolinea l’importanza di una campagna informativa da impostare con il diretto coinvolgimento dei giovani
6/
Cambiare perché nulla cambi
Il Piemonte interviene nuovamente in materia di gioco, ma è un’occasione mancata per risolvere alcune delle criticità delle norme varate nel 2021
Normativa
10/
Gioco online attore protagonista della multicanalità
Lo stato attuale del settore e le prospettive di crescita ulteriore o di stabilità, sempre con il grafico che sale ma con indicatori decisamente meno verticali rispetto a due anni fa
12/ Voglia di normalità
14/ World Wide Web, tutto inizia giocando
16/ VISTO DA VICINO
18/ Octavian Digital, un punto di riferimento unico per gli operatori
20/ Snaitech, un’offerta su misura per ogni tipo di utente
20/ FilsGame, l’innovazione dell’arcade
21/ Bragg Gaming alla conquista dell’Italia, nel segno della varietà
21/ Habanero, agilità, scalabilità e resilienza per restare competitivi
22/ WorldMatch, fondamentale il dialogo con i clienti
22/ MondoGaming, un nuovo software con tecnologia di ultima generazione
23/ Play’n GO, eccellenza e sostenibilità, matrimonio possibile
23/ Microgame, online e fisico, una linea sempre più sfumata
24/ Il futuro dell’affiliate manager, tra marketing, digital e social network
28/ Lo Stato che mette a rischio lo Stato
Una delle recenti pronunce del Tar Bolzano rigetta le istanze dei Tabaccai contro il distanziometro espulsivo della Provincia: la strada del percorso giudiziale resta impervia
Attualità
34/ Novomatic Italia apre le porte del nuovo gruppo al settore
In occasione della fiera Enada Primavera, a Rimini, la compagnia accoglie nella sua sede clienti, partner e amici, e svela le ultime novità
Scommesse
36/ Scommesse in (dolce?) attesa, come cambierà il settore?
La bozza di legge delega delinea i primi tratti della riforma del settore, il betting in stand by tra prime speranze e soliti problemi da risolvere
38/ LE DRITTE DEL MAESTRO
Ippica
40/ Velocizzare e semplificare i pagamenti
Il deputato della Lega Davide Bergamini analizza il settore ippico, dopo l’interrogazione presentata al ministro Francesco Lollobrigida
«È necessario far comprendere ai giovani che il gioco può essere sano e consapevole, ma che allo stesso tempo può comportare dei disturbi che possono sfociare in problemi più seri. Una campagna informativa andrebbe impostata con il coinvolgimento attivo dei più giovani, parlando loro in maniera semplice e diretta, con l’aiuto anche della scuola e con la presenza di testimonial».
Esteri
48/
Nord e Sud America sotto la lente
Il 27 aprile al via al primo evento virtuale del Gaming Americas Quarterly Meetup Series
Poker
50/
I personaggi più influenti del poker italiano
Anche per l’anno appena trascorso ecco le “stellette” di Gioco News per chi ha contribuito alla crescita del “giochino” tra gli addetti ai lavori live e online
Interviste
64/ La folgorazione dell’ispirazione
Il maestro italiano dell’avventura, Marco Buticchi, presenta un intreccio tra l’antico Egitto e i totalitarismi del Novecento
65/ Lo sporco su cui interrogarsi
Amusement
52/ L’anno di Nicola Angelini col Ring Wsop al dito
54/
Rounders 2, Poker Generation, il grande schermo si è dimenticato dell’Hold’em
Casinò
42/ L’intrattenimento non è azzardo ma ha vinto la sua scommessa
La fiera Family Entertainment Expo si è rivelata un autentico successo che rilancia il settore e riporta entusiasmo nell’industria
43/ La nuova stagione dell’amusement
Flipper
44/ Nel mezzo del cammin del nostro ranking
Mentre va in scena la terza tappa del Circuito nazionale Ics di flipper sportivo, i player italiani continuano a conquistare importanti podi
56/
L’italian style che fa scuola e vince in Europa
Alessandro Sasha Mesina si aggiudica la finale del Regno Unito del campionato dei croupier e si prepara per la finale europea a Cipro
58/ A CARTE SCOPERTE
60/ PANNO NERO
62/ LA SLOT ONLINE DEL MESE
Benedetta Fallucchi racconta il suo originalissimo libro “L’oro è giallo”, occasione per riflettere sul corpo femminile e sul posto che occupa nella propria cultura di riferimento
RUBRICHE
32/ FISCO & SLOT
46/ NUOVE TENDENZE
66/ L’ORA DEL GIOCO
68/ DAL MONDO
70/ DA NON PERDERE
72/ GIOCO & SOSTENIBILITÀ
74/ GIOCO & RETAIL
76/ GIOCARE CON GUSTO
78/ AL BAR DEGLI ESPORTS
80/ L’AVVOCATO DEL DIAVOLO
82/ GIOCO & PSICHE
84/ LA SLOT DEL MESE
86/ NEWSLETTER
88/ LO SFIZIO DEL GIOCO
96/ OROSCOPO
ENGLISH PAGES
90/ Online gaming, preeminent figure of the multi-channel
92/ Virtually unstoppable
94/ North and South America under the lens
95/ Between gaming and gambling
Il gioco può essere sano e consapevole
L’europarlamentare Isabella Adinolfi analizza i rischi legati all’uso dei videogiochi e sottolinea l’importanza di una campagna informativa da impostare con il diretto coinvolgimento dei giovani
ILgioco, sia esso con vincita in denaro che non, può essere responsabile ma sono necessarie adeguate linee guida, a maggior ragione quando si parla di giovani e minori. Il tema è quanto mai caldo, specie ora che in Italia è stato (finamente) presentato in consiglio dei ministri il disegno di legge Delega in materia fiscale che prevede anche il riordino normativo dell’offerta di gioco. Dunque, gli interrogativi sono molti e mai come oggi, con lo sviluppo della rete, una campagna di sensibilizzazione unita al parental control e ad altri strumenti di monitoraggio può essere uno strumento efficace per un corretto utilizzo dei videogiochi. Di questi argomenti parla a Gioco News l’onorevole di Forza Italia Isabella Adinolfi, europarlamentare del Partito popolare europeo. Fondamentale, per ottenere dei buoni risultati, è il coinvolgimento attivo dei giovani a cui si aggiungono il sostegno della scuola e soprattutto il dialogo con i genitori che devono accompagnare la loro formazione.
In una sua nota in merito all’uso videogiochi ha affermato che è necessario sensibilizzare i minori sui rischi connessi a questo mondo. Secondo lei come si dovrebbe impostare una campagna informativa di questo tipo?
“Sono ancora molti i rischi legati ai videogiochi che vengono trascurati. È necessario far, quindi, comprendere ai giovani che il gioco può essere sano e consapevole, ma che allo stesso tempo può comportare dei disturbi che possono sfociare in problemi più seri. Una campagna informativa andrebbe impostata, a mio avviso, con il coinvolgimento attivo dei più giovani, parlando loro in maniera semplice e diretta, con l’aiuto anche della scuola e con la presenza di testimonial, che hanno sempre un potere attrattivo forte sui ragazzi.”
Molto spesso anche i genitori potrebbero non essere a conoscenza degli strumenti di controllo parentale. A proposito è necessaria anche una campagna informativa per gli adulti? E in tal senso come si dovrebbe sviluppare?
“Tutte le piattaforme e i dispositivi di gioco dispongono, e non da oggi, sistemi di controllo pa- rentale molto elevati che consentono ai genitori di monitorare e controllare i comportanti di gioco dei propri figli, secondo diversi parametri, dal tempo di gioco all’interazione online, e così via. Detto ciò, al di là di ogni strumento di controllo e di ogni campagna informativa, è molto importante che i genitori dialoghino con i propri figli per un utilizzo consapevole dei videogiochi.”
In generale quanto è importante che i genitori controllino i giovani e quali sono gli strumenti che dovrebbero avere a lor disposizione?
“È importante, e non solo in questo ambito, che i genitori accompagnino i propri figli nel loro percorso di crescita che oggi, a differenza di qualche anno fa, può nascondere maggiori pericoli, e non solo ovviamente per i videogiochi. Non deve essere una questione di mero controllo, ma proprio di formazione, di educazione, nei confronti dei nostri ragazzi.”
L’incitamento all’odio e il cyberbullismo sono senza dubbio due tematiche molto presenti nel mondo del web. Quali potrebbero essere le iniziative per limitare questi atteggiamenti?
“Ricordo ancora un episodio avvenuto un po’ di tempo fa negli Stati Uniti nei confronti di una donna che, accedendo con il suo avatar al gioco Horizon Worlds, è stata assalita da quattro avatar maschili. Episodi come questi ormai sono all’ordine del giorno e possono avere un impatto devastante sul piano psicologico. In passato, sono stata promotrice dei progetti pilota Media Literacy for All, iniziative finalizzate a promuovere un uso corretto sia dei media tradizionali che dei nuovi media, come i social.”
Se da un lato si parla di disturbo da gioco, dall’altro possiamo dire che una larga percentuale di ragazzi fa un uso più responsabile dei videogiochi non incappando in aspetti patologici. Partire da un confronto tra queste due tipologie di giocatori potrebbe essere la giusta strategia?
“Il dialogo è sempre lo strumento più potente che abbiamo a disposizione. Il confronto con i propri coetanei può rappresentare una buona strategia, ma non può essere l’unica. Sappiamo bene quanto un ragazzo possa influire nella scelta di un amico, però non sempre purtroppo prevale l’esempio positivo. Credo nel giusto apporto della famiglia, della scuola e di tutto il contesto in cui il ragazzo cresce e vive.”
Isabella Adinolfi è nata a Nocera Inferiore, in provincia di Salerno, il 27 marzo del 1978 ed è laureata in conservazione dei beni culturali. Nel 2014 si candida alle elezioni europee con il Movimento 5 Stelle nella circoscrizione Italia meridionale ottenendo l’incarico con 67.477 voti. Nel 2019 viene eletta ancora una volta alle elezioni europee e nel 2021, dopo aver lasciato il Movimento 5 Stelle, aderisce a Forza Italia e al Partito popolare europeo. Attualmente è membro della commissione per i diritti delle donne e l’uguaglianza di genere e della delegazione per le relazioni con gli Stati Uniti. È anche membro sostituto della commissione per la cultura e l’istruzione e della delegazione per le relazioni con l’Australia e la Nuova Zelanda.

Come si potrebbe impostare secondo lei un corretto utilizzo dei videogiochi facendo sì che i minori non incappino in alcun rischio?
“Il rischio, probabilmente, in un ecosistema così variegato, non esiste. Parliamo di un’industria in continua crescita con un fatturato più elevato anche di imprese musicali e cinematografiche. Ci sono vari sistemi di parental control, di cui abbiamo parlato, e soprattutto è importante, come già detto, parlare con i propri figli e le proprie figlie perché qualsiasi filtro non potrà mai sostituire il ruolo educativo di un adulto, di un genitore.”
Guardando, invece, le due facce di una stessa medaglia, come andrebbe regolato il gioco, anche quello con vincita in denaro, da un lato per proteggere la libertà di impresa e dall’altro per salvaguardare i giocatori?
“Continuare ad investire, come si sta facendo, in algoritmi di protezione capaci di riconoscere ed intervenire in situazioni di violenza o cyberbullismo, destinare una parte dei ricavi a progetti formativi sui rischi legati al mondo dei videogame e di recupero per coloro che hanno sviluppato il cosiddetto disturbo da gioco.”
Secondo lei il decreto Dignità che vieta la pubblicità di giochi con vincite in denaro, ma anche misure varate a livello locale e in attesa di regolamentazione nazionale come il distanziometro dei locali e degli apparecchi da gioco dai cosiddetti “luoghi sensibili”, sono degli strumenti utili di prevenzione, oppure potrebbe essere più efficiente portare avanti una campagna di sensibilizzazione, utile anche per il controllo dei minori?
“Si tende troppo spesso a sottovalutare i rischi e l’impatto sociale che ha il gioco d’azzardo. La verità che si cela dietro le pubblicità in cui si prospettano vincite milionarie è fatta di migliaia di giocatori patologici che si indebitano, perdono le proprie famiglie e i propri cari a causa del gioco. Le campagne di sensibilizzazione e soprattutto di recupero sono indispensabili ma in particolare per quanto riguarda i minori è giusto accompagnarle a strumenti di limitazione.” sia stata scritta davvero la parola “fine” per la normativa regionale sul gioco del Piemonte al momento non è dato saperlo.
Con la legge di riordino dell’ordinamento regionale il Piemonte interviene nuovamente in materia di gioco, ma senza modifiche davvero sostanziali. Un’occasione mancata per risolvere alcune delle criticità delle norme varate nel 2021.

Negli ultimi sette anni infatti abbiamo documentato sulla nostra testata diverse “fasi”. Intervenire sulla legge varata dalla giunta (di centrosinistra) guidata da Sergio Chiamparino nel 2016, che aveva introdotto il distanziometro retroattivo per le attività già in essere, è infatti stato uno degli obiettivi di mandato dell’esecutivo (di centrodestra) di Alberto Cirio, in carica dal 2019. Tale maggioranza ha infatti dato vita nell’estate del 2021 a nuove norme in materia, che non si sono limitate a eliminare la retroattività, ma hanno anche introdotto limiti orari al funzionamento degli apparecchi e rafforzato gli interventi di prevenzione del gioco patologico, fra l’altro.
Da allora però l’argomento è tornato alla ribalta più volte, per alcuni fraintendimenti interpretativi - ad esempio sulle tipologie di esercizi che avevano dovuto dismettere gli apparecchi in attuazione della legge 9/2016 e che in virtù di quella del 2021 potevano reinstallarli – superati attraverso le Faq – frequently asked question pubblicate sul sito della Regione, ma anche per alcuni richiami operati dal ministero dell’Interno, per “invasioni della sfera di competenza statale in materia di ordine pubblico e sicurezza”. In questo caso bypassati con la promessa della giunta di ritoccare la legge.
Nel mezzo, la presentazione di una proposta di legge popolare per il contrasto del Gap, supportata da 12.000 firme e dalle delibere di decine di consigli comunali.
L’ultima puntata, per ora, è stata l’approvazione della legge di riordino dell’ordinamento regionale 2022, che ha introdotto nuove modifiche, anche se non sostanziali, in virtù della decisione della maggioranza di stralciare quelle più controverse, riguardanti formazione, sanzioni, distanziometro, reinstallazioni e marchio no slot, su pressione della minoranza.
“Io mi ero impegnato fin da subito affinché la legge 19/2021 non fosse modificata”, rivendica il consigliere leghista Andrea Cerutti. “Il lavoro in Aula da parte mia e del gruppo della Lega è servito per mantenere il testo adesso vigente. A chi è critico rispondo in maniera chiara e netta che qualcuno sia in giunta che all’interno dell’Aula ha voluto metterci mano ma la legge resta quella votata nel 2021 dal consiglio regionale”.
Cerutti durante la discussione ha presentato l’emendamento, poi approvato, secondo cui il divieto di utilizzo degli apparecchi ai minori riportato all’art. 7 della legge 19/2021 non può essere esteso “ad apparecchi quali jukebox e similari, apparecchi cinemavisioni senza interazione, dondolanti, giostrine fino a tre posti che nulla hanno a vedere con lo sviluppo di una ludopatia”, pur essendo applicato nei riguardi delle ticket redemption. Come mai? “Era evidente che la modifica proposta nel Ddl avrebbe penalizzato l’utilizzo da parte dei bambini di numerosi apparecchi da intrattenimento puro, se non a rischio di sanzioni per i titolari degli esercizi che avrebbero offerto quel tipo di intrattenimento a minorenni. Per questo è stato presentato l’emendamento correttivo.

Per quando riguarda le ticket redemption c’era la volontà da parte della giunta di inibire tali apparecchi all’uso dei minori”, precisa il consigliere regionale leghista.
Sul versante opposto dell’emiciclo chiediamo un commento a Domenico Rossi, esponente del Partito democratico. “La discussione dell’Omnibus si è caratterizzata per una forte azione di ostruzionismo da parte dell’opposizione che, nel caso del gioco patologico, ha portato al ritiro di tutti gli emendamenti proposti dalla maggioranza.
Ciò detto, ritengo che sia necessario affrontare in modo organico il tema del Gap e credo che il consiglio regionale potrà farlo con la discussione della legge di iniziativa popolare, che ricalca nelle finalità e nelle misure la vecchia legge regionale (la 9 del 2016).”
Rossi quindi ricorda i contenuti degli emendamenti alla legge di riordino presentati dal Partito democratico. “Abbiamo chiesto e ottenuto che fosse reintrodotto l’obbligo di corsi di formazione per i gestori e il
“La novella legislativa è senz’altro un’occasione mancata per correggere alcuni errori evidenti della legge 19/21. Come è noto, vi sono alcune disposizioni presenti nell’attuale testo di legge che non sono state toccate dalle recenti modifiche radicalmente in contrasto con la normativa nazionale e di settore”, esordisce l’avvocato Luca Giacobbe, al quale abbiamo chiesto un parere sulle nuove norme piemontesi sul gioco. “Alcuni esempi concreti? L’art. 7 comma 4 prevede che l’accertamento della maggiore età e la conseguente possibilità di utilizzo degli apparecchi per il gioco avvenga attraverso idoneo lettore del codice fiscale o della tessera sanitaria posizionato su ogni apparecchio del gioco lecito, nel rispetto della normativa in materia del trattamento dei dati personali. Questo significa imporre con una norma regionale una regola di costruzione degli apparecchi con vincita in denaro, prerogativa propria solo del legislatore nazionale. Come è noto, solo gli apparecchi Vlt possono attivarsi con l’introduzione della tessera sanitaria mentre gli apparecchi Awp presenti nei bar e negli esercizi generalisti non sono dota- personale sulle conseguenze del Gap a carico di proprietari dei locali con slot che, precedentemente, era stato rimosso. Non è stata accolta la proposta di adeguare le sanzioni amministrative pecuniarie per gli operatori che violano le disposizioni di legge.” ti di un lettore. Se così fosse e se ciò valesse per i soli apparecchi ubicati in Piemonte, ci troveremmo davanti al primo caso di regionalismo differenziato valevole per i soli apparecchi con vincita in denaro.
In tema di riordino, ma nazionale, alla luce dell’inserimento di alcune linee guida nel disegno di legge della riforma fiscale presentata dal governo, il consigliere dem rimarca: “La legge 9 del 2016 del Piemonte partiva da una premessa chiara: tutelare la salute dei piemontesi rendendo meno pervasivo il gioco, che è l’unica strada per incidere davvero e tutelare le persone malate e le loro famiglie. Non lo dice la politica, ce lo hanno chiesto in commissione medici, psicologi, assistenti sociali, associazioni antimafia, movimenti cattolici, fondazioni antiusura e forze dell’ordine.
Quella legge è diventata il modello per altre norme regionali in tutta Italia e ritengo che possa essere di ispirazione anche all’intervento legislativo nazionale.
Credo che il distanziometro sia uno degli elementi su cui riflettere e che un’omogeneità nel Paese possa essere utile anche agli operatori del settore, ma resta centrale l’aspetto culturale di educazione al gioco, così come il contrasto al gioco illegale, che non possono rimanere sullo sfondo di un percorso uniforme su scala nazionale”.
Al contempo, trattandosi di una regola tecnica questa norma andava preventivamente notificata alla Commissione europea. Nulla di questo è stato fatto e con mio rammarico né il Governo né tanto meno l’Agenzia hanno censurato questa previsione di legge ad oggi rimasta lettera morta.
Altro esempio: la previsione delle caratteristiche degli ambienti di gioco e del numero massimo di apparecchi installabili. Esiste già una norma nazionale generale valida per tutto il territorio nazionale che disciplina la materia e il numero massimo di apparecchi installabili sulla base della tipologia di esercizio e superficie di gioco. Non si comprende come l’ente regionale possa legiferare scavalcando platealmente l’Agenzia che nel 2011 ha regolamentato la materia con il decreto del 27 luglio 2011 in attuazione di una norma primaria.”
Il legale evidenzia, ancora: “Le nuove disposizioni chiariscono tra l’altro gli obblighi di formazione in capo ai titolari delle sale da gioco. Niente di nuovo, altre regioni hanno già introdotto obblighi simili (vedi Emilia Romagna, Puglia ecc); piuttosto, sarebbe utile sapere quando saranno approvati con deliberazione della giunta regionale i nuovi corsi di formazione.
In generale, il nodo critico per me ricorrente è che si scarica sugli operatori il costo e l’onere di politiche attive di prevenzione e contrasto del gioco patologico che le Regioni dovrebbero realizzare nonostante gli ingenti trasferimenti che ricevono dal fondo nazionale Gap su cui la stessa Corte dei conti nella relazione pubblicata a fine dicembre 2022 ha sollevato notevoli perplessità (dati incerti sul numero di giocatori patologici, difficoltà nell’erogazione delle risorse di prevenzione e cura, nessuna rilevazione ex ante ed ex post degli interventi fatti con le risorse spese).
Questo continuo processo di legiferazione nasconde la sostanziale assenza o i ritardi negli interventi concreti sui soggetti fragili”.

Gioco online attore protagonista della multicanalità
Il gioco online in Italia, anch’esso in attesa di riordino per capire cosa succederà a livello di licenze e concessioni, continua a vivere l’ottimo momento generato dall’onda anomala dei tempi del Covid-19. Con gli esperti del settore e con l’associazione delle principali concessionarie di iGaming di casa nostra abbiamo voluto capire qual è lo stato attuale del settore e quali sono le prospettive di crescita ulteriore o di stabilità, sempre con il grafico che sale ma con indicatori decisamente meno verticali rispetto a due anni fa.
di Cesare Antonini
Come detto a fare il punto per l’associazione Logico (Lega operatori di gioco su canale online), è il presidente Moreno Marasco, ancora in sella alla realtà che si occupa di tutelare gli interessi delle società che si occupano principalmente di gioco online. A tre anni dalla pandemia da Covid-19 qual è il posizionamento del gioco online dopo il boom avuto durante la pandemia? La curva di crescita continua a salire o si è stabilizzata? “La pandemia ha accelerato la penetrazione del digitale rispetto alle modalità tradizionali, nel commercio e non solo. Il gioco ha seguito questo macrotrend, pur tenendo conto delle importanti differenze, sia normative, sia legate a profili d’utenza radicalmente differenti, soprattutto per le modalità di fruizione ed, in ultimo, di contribuzione economica (con particolare riferimento all’uso del contante). Se durante il primo lockdown si è registrata una crescita timida dell’online rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente, durante il secondo lockdown la crescita è stata più sensibile, per effetto del riposizionamento strategico delle imprese multi-channel. Queste, infatti, avevano finalmente identificato nel canale digitale la propria unica ancora di resilienza operativa. Lasciata la pandemia alle spalle, il posizionamento del gioco online continua ad essere rilevante.”
Quali sono le prospettive nel medio lungo periodo per l’iGaming in Italia e a livello internazionale?
“Innanzitutto, un consolidamento dei player (inteso come M&A), un trend al passo con i tempi. Vi è poi la necessità di valorizzare le tutele del gioco online, anche nell’ottica di applicare strategie che siano realmente omni-channel, per le quali si auspica vi sia un’omogeneizzazione normativa, nel testo di riordino.”
Il nuovo Governo sembrava poter mettere mano al divieto pubblicità potendo finalmente dare maggiore respiro a nuove acquisizioni di players. In realtà il settore cresce lo stesso. Anche pensando al codice di autoregolamentazione che avevate proposto prima del Dl Dignità, qual è la vostra posizione in merito rispetto alla situazione attuale legislativa e politica?

“Logico ha già provveduto a garantire la necessaria visibilità del settore con propri contributi alle linee guida. Certamente il panorama è mutato, ed è auspicabile il superamento del divieto di pubblicità. Tuttavia, non vi è alcuna disponibilità – e lo abbiamo ribadito al ministro Andrea Abodi – ad ottenere quanto dovuto in cambio di ulteriori aggravi dell’imposizione fiscale, a tutto danno dei consumatori e della canalizzazione della domanda di gioco sul circuito legale, nostro principale obiettivo.”
Cambia il vertice di Adm, cambia il regolatore, ma il regime di proroga rimane l’unico modus operandi che sembra non volersi interrompere: qual è la vostra posizione a livello normativo del settore del gioco online?
“Le proroghe costituiscono de facto barriere all’ingresso del mercato così come l’ultimo bando previsto dal legislatore, con solo 40 diritti online e base d’asta a 2,5 milioni di euro per il quale è urgente una revi- sione normativa. Inoltre, ad oggi, occorre subordinare i bandi al riordino: non è possibile impegnare aziende con piani industriali novennali (tale è la durata delle concessioni) e poi cambiare le carte in tavola.”
Esiste il rischio di scissione tra gioco fisico e remoto?
“La pandemia ha insegnato che la resilienza operativa delle aziende, di qualunque settore, passa attraverso la multicanalità. Tendenzialmente, si dovrebbe confluire in un’ottica di omnicanalità, fornendo un’esperienza indifferenziata attraverso tutti i canali di vendita, mediante l’adozione di strumenti di identificazione univoca dell’utenza. La normativa attuale prescrive per il gioco remoto tutele maggiori, come anche più volte stabilito più volte dal legislatore: procedure e identificazione dei giocatori, mirate ad arginare l’insorgere delle problematiche legate al gioco compulsivo, al gioco minorile e al riciclaggio, attraverso l’identificazione del giocatore. Piuttosto, la preoccupazione principale è che per omogeneizzare il trattamento della clientela, il gioco online subisca un impoverimento delle tutele che lo distinguono rispetto al gioco fisico.”
A Enada Rimini Gioco News ha lanciato una discussione sulla “nuova forma del gioco”, tra gioco online e retail che, come ha appena puntualizzato Moreno Marasco di Logico, sono ormai da considerare in un corpo unico all’insegno dell’omnichannel.
Ma com’è andato il 2022? “Quello italiano è uno dei mercati più dinamici e più regolati, con ottimi risultati rispetto all’andamento a livello europeo e internazionale. Dopo il calo di volume registrato nell’ambito del retail nel periodo pandemico, nel 2022 siamo tornati a un quadro complessivo che permette di recuperare e superare i volumi del 2019”, puntualizza Mauro De Fabritiis, founder di Mdf Partners.
Ecco come leggere i dati: “Se guardiamo nel dettaglio le statistiche del retail o dell’online - prosegue - si vede come è importante il calo delle vendite a seguito delle chiusure della pandemia. Tuttavia i risultati del 2022 confermano che il retail recupera in maniera sufficiente il deficit che c’è stato negli anni della pandemia con un meno 6 percento rispetto ai volumi precedenti al 2019. Pertanto dopo il calo del periodo pandemico, nel 2022 siamo tornati a un quadro che permette di recuperare e addirittura di superare il 2019. Infatti, se guardiamo il retail e l’online vediamo che il risultato del 2022 recupera sufficientemente gli anni impattati dalla pandemia”.
Secondo De Fabritiis le promozioni hanno avuto un ruolo fondamentale in questa crescita: “Una forte spinta che ha trainato l’online e il betting - spiega - è stata quella di usare di promozioni come strumento di informazione per il giocatore nell’ambito di una codifica orientata al gioco responsabile. Per quanto riguarda il betting, infatti, è importante vedere come il recupero del retail sia stato interessante a partire della fine del 2021 e inizio del 2022, tornando a livelli pre-pandemici, segnale che il consumatore dall’online è ritornato a giocare sul retail, anche se l’online ha mantenuto una sua sostenibilità. Parlando, invece, di acquisizioni in questo periodo ce ne sono state molte e tante altre ce ne saranno, fenomeno che riguarda la concentrazione di un mercato che ha raggiunto una certa maturità”.
Per quanto riguarda gli strumenti di pagamento “resiste la carta di credito che viene adottata dal 90 percento degli operatori, mentre i wallet hanno un’incidenza più bassa. Inoltre il trend nei casinò games è legato non solo alle chiusure che ci sono state in pandemia, ma anche alla dinamicità del segmento negli anni a seguire. Alcune delle ultime novità vengono fuori dalle innovazioni sia nei casinò online che nel betting”.