L'Eco della scuola n.43

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l' Eco

Intercultura, innovazione e sostenibilità per una scuola europea 4.0

Erasmus+ e MabArt alle pagine 18-20

Istituti Comprensivi, non divisivi

Dal prossimo settembre la nostra scuola Cotugno-Carducci-Giovanni XXIII si scomporrà per ricomporsi con i due circoli didattici ruvesi in due istituti comprensivi “Bovio - Cotugno” e “Bosco - Carducci - Giovanni XXIII”. Luci ed ombre di una nuova fase storica del primo ciclo scolastico a Ruvo di Puglia

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ED i To R i ALE Da due circoli didattici e una scuola “media” a due istituti comprensivi

La scuola che sarà

Il prossimo settembre la scuola ruvese vedrà un nuovo cambiamento: la nostra “Cotugno-Carducci-Giovanni XXIII” si scomporrà nuovamente per dar vita, con i due circoli didattici, a due istituti comprensivi: “Bovio-Cotugno” e “Bosco-Carducci-Giovanni XXIII” (l’intitolazione del secondo comprensivo dovrà essere precisata).

L’istituto comprensivo, da anni presente in molti comuni, comprende la scuola dell’infanzia, la scuola primaria e la secondaria di 1° grado (scuola media).

Questo di sicuro sarà un altro momento che segnerà la storia della scuola, perché effettivamente ci sono già stati dei cambiamenti. Infatti nel 2000 alla scuola “Giovanni XXIII” istituita nel 1970 in via Madonna delle Grazie, si accorpò la “Giosuè Carducci” esistente dal 1952 presso l’attuale sede dei Vigili Urbani (Palazzo Chieco). Consultando l’archivio storico del quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno, abbiamo trovato un articolo del 19 settembre 2000, a firma di Luigi Elicio, in cui si parlava di quel primo accorpamento.

Nel settembre 1998 la scuola media “Cotugno” si trasferiva dall’ex convento dei Domenicani all’attuale sede e, con l’anno scolastico 2012/2013 ci fu il secondo accorpamento nell’unica scuola media “Cotugno-Carducci-Giovanni XXIII”.

Le ragioni sono sempre legate al calo demografico e alla necessità di ridurre la spesa per l’istruzione. Noi della redazione ci siamo chiesti quali sono i pro e i contro di questo nuovo cambiamento.

Anche perchè questo avviene in un momento particolare: dovrà essere interamente abbattuta e ricostruita la “Giovanni XXIII” a partire da questa estate e fino al 2026. Il plesso bianco della “Cotugno” sta per essere concluso dopo tre anni di lavori, interrotti e ripresi più volte. E altri plessi scolastici sono in via di adeguamento. Ne abbiamo parlato con i tre dirigenti scolastici, l’Assessora all’Istruzione, una docente e un genitore.

Video presentazione delle principali attività scolastiche

ED i To R i ALE La conclusione di un anno scolastico più impegnativo del solito e le prospettive per il nuovo anno. I progetti più rilevanti, l’apertura all’Europa e il plesso bianco, con la possibile intitolazione...

A tu per tu

con la Dirigente

Scolastica Rachele De Palma

Aconclusione dell’anno scolastico, non certo facile, abbiamo intervistato la nostra dirigente scolastica per uno sguardo complessivo sulle attività svolte ed una prospettiva su ciò che accadrà a settembre.

Com’è stato quest’anno per lei?

“È stato sicuramente un anno molto complesso in ragione dei molteplici progetti, scadenze e iniziative proposte, ma molto stimolante, come si evince dalle pagine di questo giornale. Anche la riorganizzazione nei due Comprensivi ha avuto una ricaduta sulla gestione delle iscrizioni dei genitori degli alunni di quinta primaria.

Prof.ssa Rachele De Palma

Consulta l’Eco della scuola dell’a.s. 1998/99 per il trasferimento della Cotugno all’attuale sede

Consulta l’Eco della scuola dell’a.s. 2012/13 per l’accorpamento della Cotugno Carducci Giovanni XXIII

Nel corso dell’anno abbiamo fornito molteplici proposte formative tra cui in primo luogo l’Erasmus, novità assoluta per la nostra scuola, in cui nostri docenti e alunni sono stati accolti in Francia, Spagna, Finlandia e Svezia, e in questi giorni siamo noi ad accogliere i ragazzi e docenti (da Spagna e Francia), con un incredibile arricchimento reciproco.

Abbiamo posto molta attenzione nell’organizzazione delle uscite didattiche e visite d’istruzione curandone gli aspetti storico-culturali (come il patrimonio artistico di Assisi e Perugia, la visita di Matera e dei Sassi, Patrimonio dell’UNESCO) ma anche naturalistico (con la visita a Lago Laceno, alla Sorgente Pollentina) e non ultimo quello economico (con la visita ad una delle più grandi fabbriche italiane).

Un altro bellissimo progetto è stato quello delle Residenze artistiche MabArt, che ho conosciuto quando ero a Modena e ho realizzato qui. Il progetto prevedeva una prima tappa a Napoli, dove sette alunni e una docente hanno partecipato per quattro giorni, e due di questi sono passati ad una seconda tappa originariamente organizzata in Sicilia ma poi, inaspettatamente, con l’invito dell’ambasciatore italiano all’OCSE, spostatasi a Parigi. Il progetto MabArt ha portato a conoscere e sperimentare una nuova metodologia didattica: la mappatura del nostro territorio che attueremo il prossimo anno.

Un’idea accomuna tutti i progetti: consentire un’istruzione ed una formazione per il futuro dei ragazzi che vada oltre i libri ma si realizzi anche sul territorio e in modo attivo per alunni.

L’anno prossimo ci sarà una grande novità: lo sdoppiamento della nostra scuola e la nascita di due istituti comprensivi. Cosa ne pensa?

Non è facile perché una separazione è sempre difficile da affrontare. Dovrò lasciare studenti e docenti con cui ho costruito un percorso bellissimo. D’altro canto saremo pronti e stimolati all’idea di lavorare con nuovi docenti, nuovi alunni e nuove idee da mettere in campo per il prossimo anno riuscendo a intervenire sui segmenti precedenti, secondo un curriculum continuo. Dovremo costruire una scuola nuova, che realizzi un progetto formativo unico e coerente che comprenderà la scuola dell’infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado.

Sarà pronto il plesso bianco all’inizio del prossimo anno scolastico?

Siamo in dirittura d’arrivo. Il plesso dovrebbe essere ultimato a breve e avrei voluto che fossero stati gli alunni a decidere il colore dei nuovi ambienti affinchè sentissero propria la nuova scuola. Purtroppo vincoli ingegneristici legati all’efficientamento energetico non lo rendono possibile, ma saremo pronti a personalizzarla una volta entrati. E concludo con la notizia che, accogliendo la richiesta di voi ragazzi di questa Redazione, il Collegio ha avviato la procedura per l’intitolazione del nuovo plesso a Don Tonino Bello: dal plesso bianco al plesso Bello. E vorrei dedicare la nuova aula di Musica al ricordo del prof. Nicola Bucci, un bravo formatore oltre che un artista, che questa comunità scolastica ricorda con molta nostalgia.

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i ST i T uzio N i La parola alla Prof.ssa

L’anno che verrà:

il Comune per la scuola

Monica Filograno, Vicesindaca e Assessora alla Scuola

L’anno scolastico che verrà vedrà un assetto organizzativo delle scuole nella nostra città in cui la Scuola Secondaria di I grado andrà ad essere assorbita dai due Circoli Didattici “Bovio” e “Bosco” con i quali formerà i due Istituti Comprensivi. Questo è il frutto del Piano per il Dimensionamento Scolastico della Regione Puglia contro cui nulla ha potuto la nostra Amministrazione, chiedendo di ritardare ancora di un anno questa decisione. E allora ci stiamo già rimboccando tutti e tutte le maniche per dare vita ad un sistema scolastico nuovo, che svilupperà in verticale il processo educativo dei bambini e delle bambine della città di Ruvo di Puglia e che vedrà nei prossimi mesi dirigenti, docenti, personale amministrativo e famiglie collaborare sempre più da vicino, perché la nuova vita dei comprensivi decolli senza intoppi.

Prof.ssa Monica Filograno

SC uo LA Il parere del Prof. Giuseppe

Quatela, Dirigente del 1° CD “G. Bovio”

La sfida principale è creare

identità

Domenico Ranieri, Gabriele Volpe, Angela Lovino, redazione

Iragazzi del Plesso “Cotugno” rientreranno a far parte dell’Istituto comprensivo “Bovio-Cotugno”, con le classi di scuola primaria e le sezioni di scuola dell’Infanzia. Non un insieme di classi, ma una istituzione che accompagnerà le future generazioni da tre a 14 anni, dall’infanzia alla preadolescenza. Ne abbiamo parlato con il Dirigente Quatela.

Cosa pensa della decisione di dividere la scuola media?

è l’unica soluzione per le scuole, purtroppo anche a causa della bassa natalità. L’istituto comprensivo può essere cosa buona se tutti hanno una parte attiva e da protagonisti e questo si vedrà col tempo. Nell’istituto comprensivo è molto più facile costruire rapporti positivi sia sul piano professionale sia su quello didattico.

Quale sarà la sfida più importante?

Sarà un anno di passaggio, ma sarà anche l’anno a partire dal quale avremo scuole sempre più sicure, più accoglienti e in alcuni casi completamente nuove e davvero molto più belle di quelle attuali. L’amministrazione del Sindaco Chieco ha lavorato fin dal primo mandato in questo senso e in questo secondo quinquennio porterà a compimento tutti i progetti di “Scuola Futura” come recita la misura PNRR che ha finanziato al nostro Comune l’abbattimento delle tre scuole dell’infanzia “Barile”, “Collodi”, “Cantatore”, al posto delle quali sorgerà il primo nuovissimo Polo dell’Infanzia 0-6 anni, nonché quello della sede “Carducci Giovanni XXIII” della secondaria, sulle cui ceneri nascerà la nuova scuola. Sarà anche l’anno del rientro delle classi del plesso bianco della Cotugno nella loro sede originaria, completamente rimessa a nuovo e ora a disposizione della scuola media del Primo Comprensivo “Bovio-Cotugno”, nonché della restituzione al II Circolo, ormai Secondo Comprensivo “Bosco-Giovanni XXIII”, del plesso “Bartolo di Terlizzi”. L’Assessore ai Lavori Pubblici Antonio Mazzone e tutta l’area tecnica diretta dall’ing. Gramegna stanno governando passo passo l’intero processo in corso e insieme vogliamo ringraziare la comunità scolastica con la quale stiamo collaborando da vicino per garantire spostamenti in altre sedi, sempre funzionali e adeguate. I grandi cambiamenti hanno bisogno di tempo e sacrifici, ce lo insegna la storia che studiamo nelle nostre scuole. Ma sono l’unica linfa che ancora ci tiene proiettati a sognare in avanti, in un mondo sempre più complesso e difficile come quello in cui viviamo.

Prof. Giuseppe Quatela

Non ho mai diretto un istituto comprensivo, ma credo che la sfida prioritaria sarà sicuramente quella di creare un’identità comune, perchè si tratta di comporre gradi di scuola che nel tempo hanno seguito percorsi diversi. Servirà un tempo adeguato, ma questa sarà la sfida più importante: creare identità! Certo non abbiamo fatto salti di gioia rispetto a questa notizia perchè ci sarà una mobilitazione di persone, relazioni che si modificheranno, posti di lavoro che si ridurranno, questioni burocratiche non facili da gestire... Sarà anche non facile interagire dal momento che i docenti dei diversi ordini di scuola lavoreranno nei rispettivi plessi, senza potersi fisicamente incontrare spesso, se non nei momenti collegiali. Ma rispetto a questo, il punto di convergenza assoluto dovrà essere la costruzione di un curricolo verticale che metta al centro il bambino e il ragazzo.

Cosa porterà di positivo per le scuole di Ruvo questo cambiamento?

In riferimento al comprensivo “Bovio-Cotugno” credo ci siano già presupposti positivi perchè da tempo i docenti hanno interagito per la continuità e altri progetti condivisi. C’è quindi un buon feeling.

Uno degli aspetti positivi sarà quello di poter utilizzare più strutture mettendo in circolazione risorse umane e materiali dei diversi plessi. In particolare per Ruvo penso ci siano i numeri giusti perchè i due comprensivi possano lavorare bene sul territorio cittadino in una ottica di collaborazione e di concorrenza intesa come con-correre, cioè correre insieme per il bene dei ragazzi.

infanzia

Plesso “Cantatore”- Via De Pretis

Plesso “Barile”- Via PapaGiovanni XXIII

Plesso “Collodi”- Via Giordano

Primaria

Plesso “G. Bovio”- Largo Di Vagno

Secondaria di i grado

Plesso “D.Cotugno”- Via Ippedico

Plesso “bianco”- Via Ippedico

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SSS I
1° CD
IC Bovio - Cotugno
grado “D. Cotugno”
“G.Bovio”

iNTER vi STE Il parere della Prof.ssa Gabriella Colaprice, dirigente del 2° CD “S. G. Bosco”

Istituti Comprensivi per una coerenza pedagogica

Campanale e Emma Lovino, redazione

Gli alunni e le alunne del plesso “Carducci – Giovanni XXIII” dal prossimo anno scolastico cambieranno non solo la sede ma anche la Dirigente scolastica, in quanto parte della nostra scuola entrerà a far parte dell’Istituto Comprensivo “Bosco-Giovanni XXIII”. Ne parliamo con la Dirigente Colaprice, incontrata nel suo ufficio. Come si sta preparando la scuola “S.G.Bosco”?

Voglio precisare che fare un istituto comprensivo non è ‘banalmente’ accogliere delle classi: si tratta di un progetto pedagogico che comprende tre anni di scuola dell’infaniza, cinque anni di scuola primaria e tre di secondaria di I grado, che costituiscono il primo ciclo di istruzione. Sono in questa scuola da sei anni e, sin dal primo momento, ho impostato la progettazione sull’intero arco del primo ciclo che, però, non si concludeva in quanto mancava il triennio della scuola secondaria di primo grado; si facevano incontri di continuità, ma non erano sufficienti. Noi siamo ben contenti ed entusiasti di completare questo progetto pedagogico inteso come un unicum, una progettualità unica di continuità e di coerenza sulla valutazione, sulla progettazione, sulla modalità d'insegnamento, sull'utilizzo dei laboratori. Anche il Collegio dei docenti dovrà riflettere su questo unico progetto di continuità e coerenza che non si attuerà semplicemente annettendo delle classi a quelle preesistenti, ma richiederà il coinvolgimento diretto e attivo di tutte le persone preposte, a partire dagli studenti

e dai genitori. è una sfida sicuramente, ma dobbiamo in qualche modo incentivare un dialogo aperto fra i professionisti che devono confrontarsi e arricchirsi progressivamente, perché la diversità è arricchimento. Poiché sono una biologa, a me piace parlare di “osmosi positiva”. Le mie insegnanti mi dicono che non vedono l’ora di poter confrontarsi con i professori della scuola media. Se questi sono i punti di forza, quali quelli di debolezza di un comprensivo?

Guarda il video di presentazione del nuovo plesso Giovanni XXIII

IC Bosco - Carducci - Giovanni XXIII

Punti di debolezza ce ne sono: il primo, come già detto, è il rischio di non avere un’idea pedagogica del primo ciclo, ma di considerarlo come un insieme di classi di segmenti diversi. C’è un altro punto di debolezza ed è la quantità che non va d'accordo con la qualità: non bisogna avere troppi alunni nell’istituto comprensivo, rischiando di superare alcuni parametri: noi, per esempio, supereremo i 1000 iscritti di qualche decina, ma non dobbiamo diventare troppo numerosi, perché altrimenti non si riesce più a far fronte alla complessità, bisogna avere un numero consono di alunni e di docenti, altrimenti anche a livello di dirigenza si rischierebbe di diventare dei burocrati; perciò è opportuno mantenere un numero gestibile di alunni e docenti; questo consente anche di avere un orizzonte culturale pedagogico del comprensivo che deve essere realizzato, creando opportunità di confronto e di dialogo.

La Dirigente ci saluta comunicandoci che sono in via di svolgimento i lavori al plesso “B. Di Terlizzi” che potrà così ospitare alcune classi della “Carducci-Giovanni XXIII” fino a quando non si avvieranno e completeranno i lavori di ricostruzione.

Il Piano di Dimensionamento scolastico per l’A.s. 2024/25, con riferimento alle Istituzioni Scolastiche del Primo Ciclo di Istruzione del Comune di Ruvo di Puglia ha disposto:

1) l’accorpamento delle classi di SSIG "G. COTUGNO – CARDUCCI – GIOVANNI XXIII" di Ruvo di Puglia, presenti nel plesso di Via Tenente Ippedico, al 1 C.D. “G.BOVIO”, al fine della creazione di un nuovo Istituto Comprensivo.

A seguito di tale operazione il nuovo Istituto Comprensivo ha assunto la denominazione I.C."BOVIO-COTUGNO", codice BAIC8AS002;

2) l’accorpamento delle classi di SSIG "G. COTUGNO – CARDUCCI – GIOVANNI XXIII" di Ruvo di Puglia, presenti nel plesso di Via Madonna delle Grazie n. 10, al 2 C.D. “S. GIOVANNI BOSCO”, al fine della creazione di un nuovo Istituto Comprensivo. A seguito di tale operazione il nuovo Istituto Comprensivo ha assunto la denominazione I.C. "BOSCO-GIOVANNI XXIII", codice BAIC8AR00R. (dall’ atto dirigenziale della Regione Puglia n. 1993 del 29/12/2023)

infanzia

Plesso “F. Rubini”- Via Cairoli

Plesso “H.C. Andersen”- Via Martiri delle foibe

Plesso “W. Disney”- Corso A. Jatta

Primarie

Plesso “S.G.Bosco”- Corso A. Jatta

Plesso “B. Di Terlizzi”- Via Mad. delle Grazie

Plesso “B. Marniti”- Via Dell’Aquila

Secondaria di i grado

Plesso Carducci-Giov. XXIII- Via Mad. delle Grazie

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SSS Igrado Carducci-Giovanni XXIII (da ricostruire) 2CD S.G. Bosco
#specialecomprensivi
Prof.ssa Gabriella Colaprice

D o CENT i Comprensivi, ma speriamo non divisivi

Tra dialogo e confronto, una proposta

Se ne parlava da tempo, in toni a volte vivaci a volte sopiti, ma non tali da far credere che alle parole sarebbero seguiti i fatti. E invece: con delibera n. 1136 dell’8/08/2023 la Giunta regionale ha approvato le linee di indirizzo per il dimensionamento scolastico per l’a. s. 2024/2025. In sostanza si avvia l’iter del procedimento di dimensionamento e quella che a tutti sembrava soltanto una ‘proposta’, si è trasformata presto in realtà: dall’a.s. 2024/2025 a Ruvo ci saranno due nuove istituti scolastici, come già scritto in queste pagine. Ciò comporta che nel nostro paese ci saranno due scuole secondarie di primo grado, non più una. La notizia non è stata accolta con particolare entusiasmo perché questo nuovo assetto comporterà delle profonde trasformazioni nella nostra comunità scolastica e le novità all’inizio spaventano. Consideriamo anche i cambiamenti che avverranno all’interno dei consigli di classe, determinati dagli spostamenti del personale docente (e non solo) imposti dal dimensionamento, sacrificando la continuità didattica.

E pensare che le due scuole medie “Cotugno” e “Carducci – Giovanni XXIII” hanno percorso insieme un lungo cammino il cui inizio risale all’anno scolastico 2012/2013!

Lex, dura lex, sed lex.

Non possiamo fare altro che accettare questa nuova realtà: ma in quale prospettiva?

L’auspicio è che quel legame che si è creato in questi anni non venga spezzato, che le esperienze condivise, più e meno belle, non vengano cancellate, ma costituiscano una fonte comune alla quale attingere per affrontare questo nuovo scenario e gli altri a seguire, all’insegna della collaborazione e non della competizione e della divisione, consapevoli che dal dialogo e dal confronto non può che nascere ricchezza per la comunità scolastica ruvese che resta una e sola.

In concreto, come si potrebbe mantenere vivo questo legame? Una proposta, tra le altre, ci sarebbe: dalla redazione del giornale

L’Eco della scuola, giunto alla 43° edizione, lanciamo l’idea di continuare ad attuare questo progetto di giornalismo scolastico in collaborazione tra i due comprensivi. Proprio la redazione del giornale, infatti, è stata il primo progetto che ha visto nel 2012/13 le due scuole medie interagire dopo l’unione e chissà che non possa continuare a fare da trait d’union tra di due comprensivi. Pensiamoci.

verso un nuovo inizio

Nell’anno scolastico 2012/2013 le due istituzioni scolastiche secondarie di 1° grado “D. Cotugno” e “Carducci-Giovanni XXIII” sono confluite nella nuova istituzione scolastica denominata “Cotugno-Carducci-Giovanni XXIII”, organizzata in due plessi. Oggi, a poco più di dieci anni, in forza di una norma contenuta nella legge di bilancio, l’unica scuola secondaria di primo grado di Ruvo di Puglia viene soppressa con l’istituzione, a partire dal nuovo anno scolastico 2024/25, di due istituti comprensivi.

Vani sono stati i tentativi di rinviare tale soppressione anche in considerazione della complessa situazione dell’edilizia scolastica nella nostra città.

Dal prossimo 1° settembre quindi decade l’intero consiglio di istituto, da me presieduto, che in ogni caso sarebbe giunto a naturale scadenza, e sarà sostituito da un commissario sino alle nuove elezioni.

Nonostante ciò diverse progettualità sono state portate avanti nell’interesse esclusivo degli studenti e delle studentesse frequentanti entrambi i plessi, come il progetto Erasmus+ che ha reso possibile la mobilità di studenti e docenti in una dimensione europea e la partecipazione al progetto MAB ART Residenze artistiche. In definitiva quindi, nonostante i “venti di guerra” della soppressione, si è lavorato nell’interesse dell’intera comunità e soprattutto di tutti gli studenti e studentesse; si auspica che tanto avvenga sino al prossimo 31 agosto, data in cui ufficialmente e formalmente sarà attuata la soppressione, nella convinzione che esista la Scuola come istituzione con le sue funzioni indipendentemente dalla sua articolazione sul territorio.

Il Collegio docenti, convocato il 16 maggio 2024, ha deliberato di avviare l’iter per intitolare il plesso bianco della “Cotugno” - i cui lavori di ristrutturazione, cominciati nell’estate in maggio 2021 sono in dirittura di arrivo - a don Tonino B ELLo, come proposto dalla nostra redazione lo scorso anno, in occasione del 30° anno della sua morte. Ed ha anche deliberato di intitolare l’aula di musica al Prof. N ICola Bu CCI, già docente di musica e animatore di quello spazio per tanti anni. Siamo grati alla Dirigente, al Collegio, al Consiglio di Istituto e all’amministrazione comunale, augurandoci che la proposta sia accolta e presto realizzata. Già pronto il pannello da apporre, realizzato dal Prof. Nico Ciccolella con gli alunni

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GENITORI Guardando al 1° settembre 2024
#specialecomprensivi
Avv. Nicola Grosso

CONFLITTI Sembra far parte della cronaca quotidiana alla quale ci siamo assuefatti, ma la guerra è la negazione della nostra umanità. La storia, purtroppo, sembra non averci ha insegnato nulla

Non vogliamo abituarci all’idea della guerra

Doveva essere una guerra lampo e invece sono oltre due anni che la guerra Russia-Ucraina va avanti e migliaia di persone continuano a lottare per difendere il proprio territorio. Era il 24 febbraio 2022 quando le forze armate della Federazione Russa invasero il territorio ucraino dando continuità ad uno scontro politico, diplomatico e militare iniziato il 20 febbraio 2014. Le cause del conflitto avvenuto in quegli anni furono molteplici, tra cui il fatto che la Russia di Putin si è sempre mostrata contraria all’entrata dell’Ucraina nella Nato.

Noi ragazzi della redazione ci siamo interrogati su cosa pensassero adulti e generazione Z sulla guerra. Qualcuno, per spiegare il suo parere personale riguardante questo conflitto, ha fatto riferimento alla canzone TANGO di Tananai, che ha partecipato al Festival di Sanremo 2023. Il significato di questo brano è molto profondo, proprio come il videoclip. Racconta la storia di una famiglia di origini ucraine, con una figlia quattordicenne, che ha dovuto separarsi a causa della guerra. Tananai ha espresso un suo pensiero durante un’intervista: “È passato un anno dall’inizio di questo conflitto e forse ci siamo dimenticati che non si tratta solo di strategia e politica ma di quotidianità che si sfal-

dano e si riadattano per non far svanire ogni traccia di umanità, di amore.”(Avvenire, 10 febbraio 2023).

Alcuni ragazzi, più appassionati di natura, ci hanno esposto anche la problematica del disagio ambientale che la guerra sta provocando, a causa di tutti i gas emanati che stanno inquinando il territorio.

Inoltre gli alunni a cui abbiamo fatto delle domande credono che non sia giusto coinvolgere giovani e genitori nell’essere soldati e tantomeno far avere loro delle armi in mano per procurare del male ad altre persone, magari bambini che hanno ancora un futuro davanti. A sostenere la guerra sono i grandi capi di stato, a cessare di vivere sono gli indifesi e se si vuole la pace non bisogna pensare a un popolo in guerra. Vogliamo dire con forza di non abituarci al pensiero di guerra o al fatto che la guerra sia normale, ma imparare a conoscere e a riconoscere gli errori del passato. Continuare a scendere in piazza per protestare, ma anche per rinnovare le nostre relazioni e i nostri modi di interagire, che sono

sempre più importanti per uno stile di vita pacifico. Informarci su ciò che accade nel mondo in cui viviamo, senza estraniarci e senza dimenticare quante persone muoiono ogni giorno. Partecipare a iniziative che vengono promosse nelle città e che le scuole ci propongono per ribellarci a queste ingiustizie.

Ricordiamo con piacere il progetto tenutosi a Natale “Passi di pace contro ogni violenza” che ci è stato suggerito dalla scuola media Cotugno-Carducci-Giovanni XXIII e ha catturato l’attenzione di molti ragazzi e genitori che hanno partecipato attivamente preparando cartelloni con messaggi contro la guerra.

Affidiamo la conclusione di questo articolo alla poesia Soldati di Giuseppe Ungaretti che confronta la vita dei soldati all'esistenza delle foglie, perché entrambe, come ogni persona che abita in luoghi di guerra, possono perdere la vita da un momento all’altro, in modi diversi:

Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie

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#noallaguerra
Guarda il videoclip di Tananai “Tango”

E v ENT i Desolanti conseguene per i bambini e ragazzi che vivono in zone di guerra

I bambini

vittime innocenti

Diana Visicchio, Sofia Pellegrini, Rossella Visconti, redazione

Oltre 468 milioni di bambini, che vivono in un luogo di guerra, vengono sottoposti a gravi violazioni: stupri, uccisioni, reclutamento ed utilizzo in forze e in gruppi armati, attaccando anche ospedali, luoghi di culto o di lavoro. Ma i bambini c’entrano davvero qualcosa?

Ogni bambino ha il diritto all’istruzione, ad avere una famiglia e ad essere felice. Non è giusto far vivere queste esperienze a vite appena sbocciate. I bambini non causano guerre però ne sono le vittime più colpite. Dalle notizie che sentiamo in televisione sulla guerra tra Palestina e Israele, Russia e Ucraina e altre decine di conflitti, molti bambini sono rimasti senza una casa, privi di cibo, privi di istruzione, di divertimento, privi di una madre e di un padre.

Cosa lascia la guerra nella mente dei bambini?

Confrontandoci con alcuni psicologi sappiamo che i bambini hanno soprattutto la paura dell’abbandono, difficoltà nell’addormentarsi o paura del buio. Mentre negli adolescenti si riscontrano difficoltà nella concentrazione e ipervigilanza, cioè coloro che hanno vissuto un trauma si sentono costantemente minacciati da esso. Quanti casi si sono verificati in questi anni?

Dal 2005 fino al 2023 si sono verificati molti casi di omicidi ai bambini per via della guerra. Più di un bambino su sei vive in una zona di guerra. Dal 2005 le Nazioni Unite hanno analizzato sei gravi violazioni contro i bambini in situazioni di guerra: uccisione e mutilazione di bambini, rapimento, negazione dell’accesso umanitario ai bambini e, come abbiamo già detto, violazioni sessuali, attacchi a istituti pubblici e reclutamento.

Occorre decidere di fermare ogni guerra!

E noi, dopo aver preso conoscenza di tutte queste informazioni, abbiamo compreso quanta fortuna abbiamo nel vivere con tutto ciò di cui abbiamo bisogno e non possiamo anche lamentarci.

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E v ENT i Una marcia lungo le vie della città e un Concerto per dire il desiderio di Pace

Passi di Pace

contro ogni violenza

Luigi Sparapano, docente

“Dobbiamo essere costruttori di pace e le nostre comunità devono essere scuole di rispetto e di dialogo con quelle di altri gruppi etnici o religiosi, luoghi in cui si impara a superare le tensioni, a promuovere rapporti equi e pacifici tra i popoli e i gruppi sociali e a costruire un futuro migliore per le generazioni a venire.”

Ha affidato alle parole di Papa Francesco, la dirigente scolastica Rachele De Palma, gli auguri per il Natale e la motivazione che ha ispirato gli eventi natalizi che la scuola “Cotugno-Carducci-Giovanni XXIII” ha proposto alla comunità cittadina.

Il 19 dicembre 2023, dalle ore 18,00, con partenza dal presepe di Piazza Dante, si è mosso un cammino che ha avuto per titolo “Passi di Pace conto ogni violenza”. Ragazzi, genitori e quanti hanno voluto aggregarsi, muniti di sciarpa o foulard rosso e una lucina, hanno percorso alcune strade cittadine per lanciare messaggi contro ogni forma di violenza: nelle relazioni personali, nella famiglia, nella città, in rete e tra i popoli e le regioni. Attraverso opere d’arte, canzoni, interviste agli amministratori locali… si è riflettuto su come la pace sia una parola densa di significati, non punto di arrivo, ma nastro di partenza del nostro impegno. Tutto il percorso, curato dalle docenti M.M.De Lucia, F.Minafra, A.Marinelli e F.Sorino, coordinato da L.Sparapano, si è concluso sul sagrato della Cattedrale con una invocazione interreligiosa e le note di un’arpa di Pace, a cura della docente D. Spinosa accompagnata dal sax del prof. V. Jurilli e dalla chitarra di Sparapano. Il 21 dicembre, alle ore 18,00 nell’auditorium del plesso Carducci-Giovanni XXIII, è stata la volta dell’orchestra e del coro della scuola, diretto dai docenti di Musica A. Di Terlizzi, R. Di Rella, V. Iurilli, D. Pappagallo e G. Pellegrini. Spazio anche ad alcune coreografie curate dalla docente C. Altamura con il corpo di ballo scolastico. Sono stati eseguiti brani della tradizione natalizia interpretati dagli alunni e anche dai docenti. Non è mancato lo spazio di solidarietà con il mercatino per la Fondazione AIRC a cura delle docenti A. Ciocia e A. Basile. Il desiderio di pace è molto forte, che sia altrettanto forte l’impegno di tutti e di ciascuno, a livello micro e macro politico.

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e Francesca

La violenza si può chiamare amore?

La violenza sulle donne è un problema molto diffuso nella nostra società. Fortunatamente negli ultimi decenni tale fenomeno è venuto alla luce grazie alle varie campagne di sensibilizzazione. Ma se volgiamo lo sguardo al passato, ci accorgiamo che esso ha origini antichissime. Pensiamo a uno dei canti più famosi della Divina Commedia, il V precisamente, in cui Dante Alighieri ci racconta della tragica e violenta fine della storia d’amore tra Paolo

e Francesca: la bellissima Francesca da Rimini era stata promessa sposa a Gianciotto Malatesta, ma lui era brutto a differenza del fratello Paolo. Dopo il matrimonio, Gianciotto considerava Francesca un suo oggetto, lei non lo amava, perché era interessata a suo fratello Paolo e il suo amore era contraccambiato.

Una notte i due giovani si incontrarono per leggere la storia d’amore tra Lancillotto e Ginevra, quando lessero che questi, trasportati dalla passione, si baciarono, anche loro si baciarono, ma Gianciotto, vedendoli, uccise entrambi. La storia di Paolo e Francesca ci aiuta a capire come sia fondamentale combattere la violenza sulle donne e come sia anche importante favorire, tra tutte le persone, la cultura del rispetto tra i generi e dell’uguaglianza. Questo tipo di riflessione deve essere portato anche nelle scuole. Nei giorni 26, 27 e 28 marzo alcune classi della nostra scuola sono state coinvolte nel progetto “Colori che sussurrano libertà”, organizzato dal centro anti violenza territoriale allo scopo di sensibilizzare gli studenti riguardo la tematica del contrasto alla violenza contro le donne. Le esperte dello staff hanno letto a noi ragazzi delle favole classiche tratte dal libro “Versi Perversi” di Roald Dahll in cui il personaggio, che era sempre stato vittima, nel suo racconto diventa l’eroe. Questo ci insegna che anche se gli stereotipi della società dicono che l’uomo è sempre più forte della donna, dobbiamo saper sconfiggere questi stereotipi facendoci coraggio.

è spaventoso constatare che, dall’inizio dell’anno, sono state uccise 57 donne e nello scorso anno ne contiamo ben 118; anche se questi possono sembrare solo numeri, ci devono far riflettere perché essi non riescono a calare

da anni, rendendo la nostra nazione un posto per nulla sicuro per la donna. Qui non si parla solo di statistiche perché sono storie di donne che lasciano i genitori, i fratelli, i figli. Ne abbiamo molteplici esempi come: Sara Buratin, Anna Maria Ferreira, Renèe Amato, Annalisa Rizzo, Elisa Scavone, Ester Palmieri, Giulia Cecchetin che sono state uccise proprio da coloro che dicevano di amarle.

Nella lettura di passi de i promessi sposi ci siamo imbattuti nella figura controversa di Gertrude, la monaca di Monza. Ci siamo immedesimati in lei e abbiamo immaginato che abbia trovato la forza di ribellarsi al volere paterno

Gertrude scrive al padre

Classe 3Ds

Illustrissimo padre, mi trovo qui a scrivervi questa lettera per poter esprimere i miei voleri che voi avete sempre cercato di cambiare nei vostri. Io avrei voluto condurre una vita come quella di tutte le altre donne, prima la gioventù, poi una famiglia tutta mia che fosse frutto di vero amore . Questa era l’idea che avevo in mente ,sin dalla più tenera età. Purtroppo mi sono resa conto che il mio ruolo di monaca l’avete deciso voi , dal primo giorno in cui sono nata .

Dopo anni trascorsi in convento, senza ribellione e proteste , penso ora di essere pronta a far sentire la mia voce. Io non volevo , non voglio e non vorrò essere suora, ho mentito per troppo tempo anche a me stessa e non ho più forza per continuare a farlo…ci ho provato a lungo e ora sono esausta. Vi prego di capirmi, qui la vita è noiosa e i giorni sembrano tutti uguali e sento di star perdendo i migliori anni della mia esistenza. La mia vita in convento si è trasformata in una prigione per la mia anima tormentata. Ogni giorno è uno strazio, ogni preghiera è un grido di dolore represso. Mi trovo intrappolata in un’esistenza che non è la mia. Non chiedo ricchezze o lussi, ma solo la possibilità di vivere secondo la mia volontà.

Mi sono letteralmente innamorata del lavoro di sarta. Mi sento così gratificata quando vedo quelle belle giovani spose arrivare all’altare con indosso i miei ricami. Non vorrei rompere il legame tra voi e me con queste parole, né distruggere la fiducia che voi avete riposto nella mia persona. Per poter coronare questi miei sogni, ho bisogno che voi mi il consenso ad uscire dal convento, sono disposta anche a scendere a compromessi. Voglio interrompere quella che per me è una vita di puro incubo. Se voglio condurre la vita che voglio e merito, dovrò seguire me stessa e non il percorso che voi mi avete disegnato sin dai miei primi giorni. Spero che voi possiate capire ciò che sto cercando di dire e che accettiate le mie scelte e motivazioni. Sono consapevole che que sta è la prima volta che vado contro il vostro volere e mi dispiace avervi delusa. Spero voi rispettiate la mia scelta, anche se sarete in disaccordo.

Mi auguro che questa mia piccola rivoluzione possa servire alle donne del futuro per poter decidere in autonomia della propria vita.

Con ossequio, Gertrude

Pagina 8 • n. 43 • giugno 2024 #accantoalledonne
sulle donne: passato e presente a confronto Paolo
25 NOVEMBRE Violenza

#accantoalledonne

Tradirò domani, non oggi Donne resistenti 1936-1945

La storia delle donne italiane ha nella Resistenza e nell’esperienza della guerra partigiana uno dei suoi punti nodali, forse il più cruciale, un capitolo importante della storia italiana, spesso dimenticato o sottovalutato. È presente nella nostra città, presso Palazzo Caputi Museo del Libro, la mostra Donne Resistenti.1936-1945 organizzata dal Comune insieme all’ANPI sez. di Ruvo, un evento che vuole celebrare il coraggio e la determinazione delle donne che hanno lottato contro l'occupazione nazifascista durante la Seconda Guerra Mondiale. L'esposizione propone una ricca raccolta di fotografie, documenti e testimonianze che restituiscono vita alle storie di tante donne che, nonostante le avversità e le difficoltà, hanno saputo opporsi con grande decisione al regime franchista, fascista e nazista.

La mostra è suddivisa in otto capitoli i cui documenti sono riportati su dei pannelli che illustrano le azioni compiute dalle donne resistenti in Spagna, Francia, Germania e Italia. In Spagna, come in altri stati europei in quegli anni, era in vigore un regime dittatoriale e anche lì le donne si sono ribellate contro le rigide regole del governo, alcune hanno deciso di combattere in prima linea al fianco dei repubblicani. Tante hanno subito la deportazione nei campi di concentramento. Tra le protagoniste della mostra, oltre ad alcune figure di spicco della resistenza femminile italiana, come Ada Gobetti, Bianca Bianchi e Maria Coduri, che hanno dedicato la propria vita alla lotta per la libertà e la democrazia, ci sono le donne della Costituente italiana che hanno posto le basi del nostro Stato repubblicano.

Interessanti e significative le vicende delle donne resistenti durante la Repubblica di Vichy in Francia dove gruppi di partigiani hanno combattuto strenuamente per liberare quelle zone dai nazisti.

Nella mostra è presente il racconto della storia di Sophie Scholl, membro della Rosa Bianca che, in Germania, insieme al fratello e a un amico, fu giustiziata nel ’43 per aver pubblicato e fatto circolare dei volantini inneggianti alla Resistenza.

“Tradirò domani, non oggi” queste sono le parole di Marianne Cohn, combattente della Resistenza tedesca in Francia, che sono diventate il motto di tutte le donne partigiane e che aprono la mostra, come sigillo di forza d’animo e coraggio: C

Tradirò domani, non oggi

Tradirò domani, non oggi.

Oggi strappatemi pure le unghie, io non tradirò.

Voi non conoscete i confini del mio coraggio.

Io sì.

Voi siete cinque mani dure con anelli.

Voi siete ai piedi scarpe chiodate.

Ma io tradirò domani, non oggi.

Mi occorre la notte per decidere.

Mi occorre almeno una notte, per rinnegare, abiurare, tradire.

Per rinnegare i miei amici, per abiurare il pane e vino, per tradire la vita, per morire.

Tradirò domani, non oggi.

La lima è sotto il pavimento, la lima non è per il carnefice, la lima non serve per le sbarre, la lima è per il mio polso.

Marianne Cohn

E v ENT i Un film, una mostra, un libro, un incontro: Benedetta Tobagi

Le donne protagoniste nella vita e nella storia

Si pensa che solo gli uomini abbiano fatto la storia, questo perché nei libri di scuola vengono proposte prevalentemente vicende maschili. Fortunatamente la scuola ci propone attività in cui vengono messe a fuoco storie di protagonismo femminile, come il lungo e faticoso processo di emancipazione e il loro ruolo nella Resistenza partigiana europea.

A novembre- lavorando sulla violenza contro le donne- abbiamo visto al cinema il film C'è ancora domani Ambientato nella Roma del '46,

racconta la vita quotidiana di Delia, che nel lavoro subisce la discriminazione di genere ed è sposata con un uomo brutale e violento che si giustifica perché “ha fatto due guerre”. Quando Delia intuisce che il fidanzato di sua figlia ha gli stessi atteggiamenti possessivi del marito, trova un modo un po' estremo per far “andare in aria” il matrimonio. A questo punto la protagonista pare decisa a scappare di casa, ma degli inconvenienti- come la morte del suocero che è un vero padrone- la tengono impegnata tutto il giorno.

Lei non si perde d'animo e, a un certo punto, dice che "c'è ancora domani" per mettere in atto il proprio piano. Il mattino successivo esce, lasciando alla figlia i soldi che aveva risparmiato per l'abito da sposa e le scrive di usarli invece per studiare e, solo alla fine, capiamo che la fuga era per andare di nascosto alle urne per votare al referendum del 2 giugno del '46, per la prima volta con tante altre donne in Italia. Un finale davvero d'impatto che ci ha fatto molto riflettere in classe e che possiamo direttamente collegare alla mostra Donne resistenti 1936-45 organizzata a Ruvo dal Comune con ANPI e che sembrava un libro di storia al femminile sulla Resistenza. La mostra era ricca di poesie, testimonianze, storie e immagini che hanno contribuito ad approfondire le nostre conoscenze e ci hanno resi più consapevoli dell'importanza della lotta per i diritti. Grazie a questa mostra abbiamo potuto anche incontrare presso la libreria L'Agorà Benedetta Tobagi, autrice del libro La resistenza delle donne, Premio Campiello nel 2023 e questa è stata l'attività extrascolastica più interessante alla quale abbiamo partecipato. Tutto questo non solo ci ha resi consapevoli dell'importanza delle donne nella storia e di quanto il loro operato sia ancora poco valorizzato, ma abbiamo anche capito meglio l'enorme sforzo che fa la nostra scuola per renderci partecipi della vita culturale della nostra città e sensibili ai grandi temi di oggi.

Classe 3Bs Classe 3G
u LT u RA Visita alla mostra presso palazzo Caputi
trailer
film
Inquadra e guarda il
del
pluripremiato

#Legalità. Non lasciamo spegnere la speranza

“Non c’è bisogno di essere eroi, basterebbe ritrovare il coraggio di aver paura, il coraggio di fare delle scelte, di denunciare”. Con questa frase vogliamo ricordare don Beppe Diana a distanza di 30 anni dalla sua morte.

Ma chi era don Beppe Diana?

Giuseppe Diana (nato a Casal di Principe il 4 luglio 1958 ) è stato un sacerdote cattolico che si è impegnato a combattere la camorra, denunciando i traffici illeciti di sostanze stupefacenti, le tangenti sui lavori edili e gli scontri violenti tra le fazioni della criminalità organizzata nel suo paese.

“A me non importa sapere chi è Dio, a me importa sapere da che parte sta.” In questa frase ci sembra essere riassunto tutto il suo operato: accoglieva extracomunitari come fratelli e sorelle, era molto vicino ai giovani, dai ragazzi delle

scuole a coloro che erano ai margini della società, soprattutto a coloro che spesso finivano nelle mani della criminalità organizzata. Un impegno quotidiano e costante che si batteva per il rispetto dei diritti e per il trionfo della giustizia. Per tutto questo e per tanto altro ancora, qualcuno ha pensato di liberarsi di una persona tanto scomoda: alle 7:20 del 19 marzo 1994, giorno del suo onomastico, nella chiesa di San Nicola di Bari a Casal di Principe, uno sconosciuto pone fine alla sua vita, alla vita di un sacerdote che ha usato le armi della non violenza. Il tentativo di eliminarlo per cancellarlo dalla nostra memoria, però, è fallito, se è vero che siamo ancora qui a ricordarlo. Ci sembra anche giusto ricordare altri eroi quotidiani che, con coraggio e in nome della giustizia hanno sacrificato la propria vita: pensiamo alle vittime innocenti della mafia commemorate il 21

marzo, Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, istituita con legge dell’8 marzo 2017, e ai giudici Falcone e Borsellino e alle vittime di tutte le mafie il cui sacrificio viene ricordato il 23 maggio, giornata della Legalità.

Inquadra il qrcode e guarda il film Rai sulla vita di don Diana “Per amore del mio popolo non tacerò”

GIORNALISMO Noi ragazzi non “conosciamo” i giornali cartacei. Quale futuro per il nostro Eco della scuola?

Dalla carta stampata al digitale.

Destino segnato?

Siamo sicuri che tutte le notizie che leggiamo su internet siano vere? Questa è la domanda che spesso ci poniamo quando ci informiamo, visto che in rete tutti possono pubblicare quello che vogliono.

I nostri nonni attingevano notizie da giornali e telegiornali o dalla radio, sicuramente vere. Con il passar del tempo i giornali cartacei stanno perdendo importanza poiché oggi la gente, soprattutto i giovani, preferiscono informarsi attraverso siti web e social o comunque device digitali.

Anche la televisione passa in secondo piano, mentre stanno aumentando i fruitori di podcast. Nel primo incontro di redazione di quest’anno, e confrontandoci con i nostri coetanei, abbiamo rilevato che la maggior parte di noi ragazzi non conosce i giornali cartacei, se non attraverso fonti indirette come qualche nonno che ancora lo compra e magari si fa leggere da una nipote le notizie.

Ma questa è una cosa positiva?

Da un lato no, perché in questo modo aumenta l’utilizzo di energia

Laura Campanale, Emma Lovino, redazione

per l’informazione digitale, visto che ci sono dei server farm infinitamente estesi e dislocati su varie nazioni che ospitano le apparecchiature dove sono memorizzate tutte le informazioni che cerchiamo su internet, compresi i nostri dati personali. L’informazione digitale quindi non può dirsi ecologica perchè anche una semplice email o un messaggio hanno bisogno di enorme energia sia per la costruzione del device sia per il salvataggio dei dati. Però, da un altro punto di vista, potrebbe essere una cosa positiva dato che, con la produzione di meno giornali cartacei, viene utilizzata meno carta. La produzione dei giornali non è poi così semplice perché è composta da vari passaggi produttivi, oltre la fase redazionale: la carta, le lastre, gli inchiostri, le rotative, i nastri trasportatori, l’imballaggio e la spedizione.

Cosa conviene di più? Il giornale cartaceo sparirà o continuerà ad essere utilizzato? Lasciamo la risposta agli esperti.

È incerto anche il futuro del nostro giornale scolastico cartaceo poiché i costi di produzione sono elevati.

Passeremo anche noi solo al digitale? Si vedrà.

Pagina 10 • n. 43 • giugno 2024
TESTIMONI Ricordando don Peppe Diana a 30 anni dalla sua morte avvenuta il 19 marzo 1994 a Casal di Principe
#temi&esperienze
redazione 2024

La fine di una indimenticabile avventura

Come tutte le avventure che la vita ci propone ogni giorno, anche questa, purtroppo o per fortuna, è giunta al termine. Ogni inizio ha sempre una fine e ormai giugno è alle porte. Milioni di studenti sono costretti a dover abbandonare le solite abitudini per imboccare un nuovo inizio.

Come già detto nulla è eterno e per questo motivo molti alunni sono dispiaciuti per questo momento. Da quanto scritto è facilmente intuibile che stiamo parlando della fine della scuola, in particolare delle scuole medie. La chiusura è prevista il 7 giugno, ma questa data non sembra spaventare, per il momento, gli alunni frequentanti l’ultimo anno perchè sono principalmente preoccupati dai tanto temuti esami. Il distacco avverrà dopo e non sarà facile. Partendo dalla nostra esperienza personale, questi tre anni trascorsi nel bene e nel male, ci sono sembrati polvere spazzata dal vento, conosciuto anche col nome Tempo. Volato via velocemente. Tre anni fa, con ancora le conseguenze della pandemia, è cominciata questa avventura che ci porteremo per sempre nella nostra vita, per via degli indimenticabili momenti trascorsi. Nel 2021 è cominciato questo indimenticabile viaggio, i primi due anni sono passati alla storia come gli anni di conoscenza, perché eravamo tutti molto timidi e non curanti di quello che saremmo diventati da

lì a poco. Infatti, seppur dal primo anno ci “odiavamo” a vicenda, ad oggi, arrivati al termine, siamo davvero amareggiati poiché siamo come una famiglia e non è facile dire addio a delle persone molto care, fortemente segnate le une dalle altre.

L’inizio di questo terzo anno lo abbiamo passato non pensando alla fine di questa esperienza, ci siamo accorti solo adesso, agli sgoccioli di questa avventura, che non vogliamo abbandonarci perchè ognuno di noi ha bisogno dell’altro.

Beh, dover lasciare tutto questo così all'improvviso è molto difficile. Da una parte, parlando a nome di tutti, siamo felici che finalmente l'estate sia alle porte, ma dall'altra, non poter più comportarci come ragazzi di scuola media, sarà lasciare una parte di noi che ormai non ci appartiene più.

Cosa lasciamo delle medie?

Cominceremmo dalle cose più "brutte", i brutti voti, qualche nota, rimproveri e comportamenti poco adeguati. Ma le cose brutte che ci sono accadute in questi tre anni in realtà sono molto banali, e il loro elenco non batterà mai quello delle cose belle: nessuno di noi può scordare il “baccano” fatto durante le ore di supplenza; le infinite lezioni programmate dalla professoressa Altamura come "punizione" per esserci comportati male durante le ore di ed. Fisica; le fantastiche quinte ore con la

MOVIMENTO Completate le gare per i giochi studenteschi

Sport e danza a scuola

Lo sport è praticato da molte persone, ma molte di esse credono che sia un passatempo o un hobby. Ciò non è assolutamente vero, lo sport è importante per la salute oltre che per il benessere psicologico. L’attività fisica deve essere presa sul serio, bisogna farla regolarmente non una volta ogni tanto, altrimenti, è meglio non farla. Aiuta a invecchiare bene perché migliora il funzionamento del cuore, dell’apparato respiratorio, scheletrico e muscolare. Ogni tipo di sport sforza tutti i muscoli, ma vengono messi sotto sforzo soprattutto quelli con cui si fanno la maggior parte dei movimenti. L’attività fisica è molto importante per i giovani perché promuove una crescita sana, ma riesce anche a far incontrare i ragazzi per la creazione di nuove amicizie. Proprio per questi motivi la scuola ha deciso di fare diverse attività sportive sia gare sia tornei per tutte le classi. Le attività sportive a cui la scuola ha parte-

professoressa Tangari che nonostante ciò si è sempre impegnata in tutto per farci lavorare in maniera meno pesante; le battute "molto intelligenti" di un nostro compagno di classe durante le ore della professoressa

Carbonara e l’amicizia che lega tutti noi. Come potremo dimenticare la tanto attesa gita di terza media che rimarrà un ricordo vivo? Sono stati tre anni intensi, duri, difficili, stancanti, divertenti, meravigliosi, non c'è aggettivo che possa riassumere quello che noi classe 3D, come tutte le altre terze, abbiamo vissuto.

Speriamo che i prossimi ragazzi che verranno nel corso D possano vivere tutto quello che abbiamo vissuto noi. E anche di più. Ci rivedremo presto 3D….

cipato sono state:

1) Progetto Scuola Attiva Junior con il tecnico di ping pong e poi di basket per prime e seconde classi, da marzo ad aprile.

2) Giochi sportivi studenteschi per le terze: -Torneo misto di pallavolo (Vincitrice: 3C) -Torneo di calcio da marzo ad aprile (vincitrice 3G)

3) Selezione gara di resistenza presso il parco Mennea il 3 e l’8 maggio (per tutte le classi) con finale il 16 maggio.

4) Selezione della gara di corsa veloce presso il campo sportivo il 10 maggio (per tutte le classi) di cui la finale il 16 maggio.

5) Corpo di ballo scolastico.

Pagina 11 • n. 43 • giugno 2024
TER z A MEDIA Pensieri in libertà alla fine del triennio scolastico. Momenti brutti, ma soprattutto momenti belli
Gabriele Volpe, Domenico Ranieri, redazione
#temiesperienze

A Lavoro!

LClasse 2B

’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro e riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro. Il lavoro è definito come un diritto e come un dovere, infatti noi ragazzi che andiamo a scuola acquisiamo gli strumenti per affrontare con maturità e consapevolezza il lavoro più adatto a noi.

Tra i principali problemi che affliggono il mercato del lavoro italiano e non solo, vi sono i salari inadeguati, la disoccupazione giovanile e lo sfruttamento dei lavoratori. I salari inadeguati rappresentano una delle principali cause di malessere e insoddisfazione tra i lavoratori italiani; secondo i dati Istat, nel corso degli ultimi anni i salari medi in Italia sono rimasti pressoché stagnanti, con un’ampia fetta della popolazione che si trova a vivere con stipendi troppo bassi per avere una vita dignitosa. Questa situazione si traduce in una diffusa precarietà, in cui i lavoratori faticano a far fronte alle spese quotidiane e a pianificare un futuro sicuro per sé e per le proprie famiglie. Parallelamente, la disoccupazione giovanile rappresenta un altro grave problema che affligge il mercato del lavoro italiano. Secondo i dati Eurostat, l’Italia detiene il triste primato europeo per la disoccupazione giovanile, con un tasso che si attesta intorno al 30%. Questa situazione mette in evidenza le difficoltà che i giovani italiani incontrano nel trovare un impiego stabile e ben retribuito, con conseguenze negative sulla loro crescita professionale e personale. Lo sfruttamento dei lavoratori rappresenta un fenomeno diffuso nel contesto lavorativo italiano e molte aziende, soprattutto nel settore della grande distribuzione e dell’agricoltura, si sono rese colpevoli di pratiche sleali e abusive nei confronti dei propri dipendenti, sfruttandoli per ricavare maggiori profitti a discapito della loro salute e del loro benessere. Questo fenomeno è particolarmente diffuso tra i lavoratori immigrati, che spesso si trovano in condizioni di estrema vulnerabilità e sono costretti ad accettare condizioni di lavoro sottopagate e pericolose. In conclusione, il panorama lavorativo in Italia si presenta molto complesso e caratterizzato da numerose criticità. Affrontare i problemi legati ai salari inadeguati, alla disoccupazione giovanile e allo sfruttamento dei lavoratori richiede un impegno concreto da parte delle istituzioni e delle imprese e solo attraverso politiche mirate e azioni concrete sarà possibile superare le attuali difficoltà e costruire un futuro migliore per tutti i lavoratori italiani.

Le attività lavorative sono cambiate negli anni e molti lavori sono scomparsi vedi: la centralinista, il venditore di ghiaccio, i rivenditori di capelli, la sveglia-umana.

Ormai non esistono più. Quelli di oggi sono ben altri, vedi: influencer consulente cloud, responsabile acquisti, ingegnere di cyber security, specialista di sostenibilità, addetto allo sviluppo commerciale, coach, social seller, insegnista, disability manager, mediatore familiare, digital marketing specialist, HSE advisor ecc…

Comunque sia restano i problemi e soprattutto una visione serena del futuro per i giovani. I

L’articolo sul lavoro è il frutto di un’attività di studio della classe compiuto sul testo di Educazione civica per trattare con dovizia di dati e informazioni, un ambito molto delicato per la vita della comunità civile, che è alla base della nostra Costituzione

Disinformazione, pericolo in agguato

Classe 3A

Saper riconoscere e diversificare le fonti d’informazione tra quelle attendibili e quelle che non lo sono è una competenza fondamentale, impostaci dagli eventi quotidiani che pervadono le nostre vite e ci influenzano.

La mancanza di una competenza tanto importante può sfociare in una condizione diffusa al giorno d’oggi: la disinformazione.

Non possiamo affidarci completamente ai motori di ricerca e alle prime risorse online che ci capitano sottomano, in quanto vi è un sovraccarico informativo, ossia una enorme quantità di contenuti in cui l’utente medio non riesce ad orientarsi, soprattutto nel mondo dei social, del vastissimo mondo telematico che abbiamo di fronte. Occorre dunque attingere le informazioni da fonti che garantiscano la corretta informazione e che siano indipendenti.

La disinformazione è uno tra i problemi che affliggono la società moderna. Possiamo differenziare vari tipi di disinformazione in base al motivo per il quale le notizie non vere vengono divulgate: la disinformazione, la deliberata creazione e condivisione di informazioni note per essere false; la mala-informazione, notizie vere condivise in maniera illecita per danneggiare qualcuno e qualcosa; la misinformazione, che è la condivisione involontaria di informazioni false.

Negli ultimi tempi assistiamo continuamente alla diffusione di notizie riguardanti i temi più diversi, in particolare i conflitti armati in corso, in cui la disinformazione è un fattore utilizzato per manipolare l’opinione pubblica e influenzare la stampa. Basti pensare al conflitto Israelo-Palestinese, le fake news diffuse sono numerosissime. Tra immagini di videogiochi rilanciate come veri attacchi missilistici e false notizie, troppo spesso sono divenuti virali contenuti falsi sul conflitto e il fenomeno ha assunto proporzioni allarmanti. In questi ultimi tempi, le “bugie” online sono schizzate alle stelle, suscitando reazioni intense in molteplici Paesi, con enormi implicazioni globali e sociali. La propaganda digitale è un altro fattore strettamente legato alla disinformazione e alle fake news.

Non di rado si tende a sfruttare la disinformazione a vantaggio dei politici, questo è un fattore che impedisce all’opinione pubblica di sviluppare e coltivare il pensiero critico, e non consente di essere al corrente di cronache attuali, gettando un’ombra sulla corretta informazione, privando di fatto del diritto di pensiero ed espressione sia giornalisti che divulgatori.

I cittadini hanno diritto a una corretta informazione, dunque negli ambiti più diversi occorre imparare a riconoscere le caratteristiche delle fake news, dei fotomontaggi per evitare di cadere nella trappola. Occorre inoltre sempre segnalare le informazioni false, piuttosto che contribuire alla diffusione impropria. Si tratta dunque di un tema attualissimo, che ricade su noi ragazzi in particolare, noi che vorremmo sviluppare il nostro pensiero liberamente e vivere in una società in cui l’accesso all’informazione sia garantito a tutti.

Pagina 12 • n. 43 • giugno 2024
che luci
NDAGINE Più ombre
#attualità
C OMUNICA z IONE I rischi dell’infodemia

#orientamento

AFFETTIVITà Teen Star, un progetto di educazione sessuale a cura dell’ass. Granello di Senape

Cura del corpo e dell’intelligenza ma quanta cura dell’anima?

Sempre più spesso sentiamo di episodi di violenza di genere, fisica o psicologica, che coinvolgono ragazzi della nostra età o poco più grandi. Per questo si parla sempre più dell’importanza di introdurre l’educazione affettiva a scuola, che deve prendersi cura non solo del corpo e dell’intelligenza dei ragazzi, ma anche e soprattutto della loro anima, come evidenziato da Umberto Galimberti in un’intervista su questo tema.

Da un’indagine pubblicata su “La Gazzetta Del Mezzogiorno” emerge che circa il 94% dei ragazzi italiani sono favorevoli a percorsi di educazione sessuale e affettiva nelle scuole, che per oltre 7 ragazzi su 10 dovrebbero essere tenuti da medici e psicologi esperti.

Nella nostra scuola abbiamo avuto l’opportunità di seguire un percorso del genere grazie al progetto Teen STAR, che accompagna i ragazzi a riconoscere la bellezza e l’armonia di un corpo fatto per la comunicazione e la relazione.

L’Avv. Nicoletta Tarricone, la Dott.ssa Silvia Gargano e il Dott. Ignazio Floriano, dell’associazione Granello di Senape, nell’arco di tre mesi ci hanno proposto attività originali e coinvolgenti mirate a conoscere il nostro

Visita il sito dell’ass.

Granello di Senape operante a Ruvo e nei paesi limitrofi

corpo, le sue funzioni e le sue trasformazioni, ma anche a favorire la socializzazione e la consapevolezza di sé.

Silvia Gargano ha espresso le sue opinioni sul progetto dal punto di vista di chi sta di fronte ai ragazzi: “Teen STAR è un percorso che insegna ad amarsi con pregi e difetti, perché solo chi si vuol bene è in grado di amare e donarsi all’altro, in modo autentico. [...] Ciò che provo quando parlo ai ragazzi è una gran gioia, perché non sono lì a trasmettere contenuti che si studiano dai libri, ma cerco di portare me stessa e tutto ciò in cui credo. Inoltre, provo una grande emozione nel vedere

Classe 3E

brillare gli occhi dei ragazzi quando riconoscono la verità di ciò che viene insegnato, quando si sentono visti, ascoltati e valorizzati”. Ma quindi veramente servono i progetti sull’affettività? Secondo noi sì. Molti ragazzi hanno esposto le loro considerazioni sull’educazione affettiva, dopo aver svolto il progetto a scuola, esprimendo pensieri molto forti, facendo emergere che, in questa società frenetica e giudicante, in cui dimostrare un po’ di debolezza diventa spesso sinonimo di nullità, bisogna comprendere l’efficacia del dialogo tra ragazzi e con i propri genitori per combattere gli stereotipi e ogni forma di violenza.

ORIENTAMENTO Studiando le carte prima di partire per il viaggio della vita

Una scelta, mille responsabilità

Per il filosofo danese Soren Kierkegaard, la vita è una scelta continua tra le tante possibilità che la caratterizzano: scegliere significa assumersi il peso della responsabilità della scelta che comporta sempre la rinuncia ad altre possibilità. Per noi adolescenti, il verbo SCEGLIERE è alla base del nostro vocabolario quotidiano. Benché solo al compimento dei diciotto anni si ottenga una vera e propria autonomia giuridica in più ambiti, di fatto, già da più piccoli è richiesto di prendere decisioni per se stessi, come la scelta della scuola superiore per noi ragazzi di quattordici anni.

Molti di noi non hanno le idee chiare…avrebbero voluto ritardare la decisione per essere più sicuri. Talvolta tale scelta, malgrado le proprie inclinazioni, risulta condizionata dalle opinioni dei genitori e dalla

volontà di continuare perentoriamente il percorso di studi con i propri amici. I nostri docenti, attraverso percorsi didattici mirati, ci aiutano a “fare ordine” nella nostra mente e a comprendere in che direzione andare. Anche il dialogo, a volte sereno a volte burrascoso, con i nostri genitori ci aiuta a scacciare le nuvole grigie dal nostro orizzonte e a vedere più chiaro il nostro futuro immediato.

Ci riteniamo comunque una generazione fortunata poiché oltre ad essere gli attori possiamo essere anche i registi della nostra vita e purtroppo sappiamo che nella storia non è stato sempre così. Pensiamo a Gertrude, la figura controversa dei Promessi Sposi. Quando abbiamo approfondito la sua storia, nessuno di noi avrebbe voluto essere al suo posto e abbiamo provato pietà per “la sventurata”.

Infatti, già prima che nascesse, i suoi genitori avevano deciso per lei la vita monacale educandola a diventare “La Signora” del convento. Il risultato? Un’infelice!

E i ragazzi del ‘99 durante la Grande Guerra? Non ancora maggiorenni, sono stati sradicati dalla loro terra per andare al fronte perché qualcuno ha scelto per loro. Quando ci confrontiamo con i nostri nonni o con i nostri genitori spesso traspare in loro il rimpianto per non aver proseguito gli studi poiché scoraggiati dalle famiglie che imponevano loro altri progetti.

Anche oggi, ad altre latitudini, i nostri coetanei non sempre hanno la possibilità di scegliere…

Consapevoli del privilegio di poter essere gli artefici della nostra vita, non dobbiamo sprecare questa opportunità. Per fare la scelta giusta occorre quindi conoscere bene noi stessi, i nostri talenti e i nostri buchi neri: per dirla con Jovanotti “studiare le carte prima di partire”; e quando avremo riempito la valigia di impegno e determinazione, potremo levare l’ancora e dirigerci verso la nuova destinazione.

Pagina 13 • n. 43 • giugno 2024
Classe 3F

i NCLu S io NE Giornata dell’Autismo per 365 giorni all’anno

Siamo in 23 e ci teniamo per mano

Classe 1A

Il 2 aprile si celebra la giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo. Nel corso di quest’anno scolastico i docenti ci hanno più volte posto la domanda: “Che cos’è l’autismo?”. Ognuno di noi ha risposto in modo diverso: “Bambini fortunati, bambini con qualche difficoltà, bambini con i quali è un privilegio essere compagni”...

L’autismo non è una malattia, ma una sindrome che riguarda ogni aspetto dell’essere di una persona. Ci piace immaginare l’autismo come un puzzle con tessere da completare e la nostra classe si sente proprio così: un grande puzzle fatto di tante tesserine, 23 per l’esattezza, e tutte sembrano tenersi per mano fino ad incastrarsi. Tra tutte c’è una tessera speciale con un bel viso rotondo, sempre pronto a sorridere e a fare faccette buffe e divertenti che ci fanno sciogliere il cuore e scoppiare in una fragorosa risata, anche quando siamo alla prima ora del lunedì.

Entrando nel suo mondo riusciamo a capire e a vedere cose che per noi ragazzi, sempre incontentabili, risultano scontate e che in realtà sono di una bellezza inde-

scrivibile. I suoi scarabocchi sono quadri meravigliosi e attraverso essi si riesce a capire la bellezza e l’importanza di colori e linee.

Uno dei suoi giochi preferiti è un semplice nastro, ma forse nella sua immaginazione quel nastro rappresenta una macchina da corsa, una palla rimbalzante e tanto altro. Egli è molto affettuoso ed è un adorabile compagno, è sensibile e attento ai particolari.

Non si sente escluso nella nostra scuola, perché ha ottime insegnanti e noi tutti che gli vogliamo un gran bene. Fino ad ora il tempo trascorso con lui è stato indimenticabile e noi continueremo ad amarlo e sostenerlo durante tutto il percorso scolastico!

Durante questo percorso, abbiamo anche avuto modo di conoscere la sua famiglia, adorabile e pronta a sostenerlo in ogni momento. Lui detesta il troppo baccano e ha bisogno di lavorare in un clima tranquillo, come tutta la classe, che a volte esagera in vivacità, ma poi si accorge che, per lavorare, silenzio e tranquillità sono

Uno per tutti, tutti per uno

Lo scorso giugno abbiamo lasciato le aule colorate della scuola primaria e le nostre care maestre. Più volte, durante l’estate abbiamo provato a immaginare la nuova realtà scolastica e, a settembre, carichi di entusiasmo e curiosità, con lo zaino pieno di timori e speranze, abbiamo varcato la soglia della scuola media.

Le attività di accoglienza, coordinate dai nostri nuovi docenti, ci hanno permesso di conoscerci e mettere allo scoperto le nostre paure.

“Spero che i prof. non siano severi” rivela Sophia; “E se i compiti sono tanti e difficili e non riesco a terminarli?”

Si chiedono Edoardo e Giandomenico.

“Col registro elettronico non ho scampo! I miei genitori potranno controllare tutto in tempo reale” afferma Vincenzo. “E se non sono in grado di affrontare le verifiche?” Si preoccupano Ines e Angelo.

Scavando a fondo, tra le nostre paure ne scopriamo una che accomuna proprio tutti… RESTARE SOLI.

E allora cosa fare affinché nessuno si senta escluso? In che modo costruire un gruppo classe compatto, in cui ciascuno possa sentirsi accolto, coinvolto e parte di una grande famiglia? Ciascuno deve fare la sua parte! Guardiamoci attorno e tendiamo la mano al compagno introverso o solitario; strappiamo una risata a chi, assorto nei suoi pensieri, rimane seduto al suo banco durante la ricreazione; allarghiamo i gruppetti e lasciamo le porte sempre aperte; impariamo a scoprire la bellezza nascosta che c’è in ciascuno e ad accettarci per ciò che siamo, consapevoli che la diversità ci arricchisce, ci completa, ci mostra tante sfumature di colori che rendono la vita più armoniosa.

Non è semplice! Ci vuole tempo, impegno

imprescindibili.

A volte ha bisogno di tempo per familiarizzare con i nuovi ambienti e con nuove persone. Quando si sente sicuro e tranquillo, è capace di esternare i suoi sentimenti con abbracci e baci e noi facciamo a gara per sederci accanto a lui annotando i nostri nomi sul calendario di classe giorno per giorno. Anche se raramente parla, abbiamo imparato a cogliere ogni sua emozione. Per noi l’amicizia è proprio questo: cercare di comprendersi e di voler bene per quello che si è o più precisamente per come si è. Siamo tutti diversi, desiderosi di essere accettati per come siamo.

Siamo tutti “di-versi”, ma tutti facciamo parte di una splendida poesia. “Da solo un aquilone non vola, occorre prenderlo in mano, con cura, tener saldo il filo, correre e guidarlo nel cielo: Noi siamo pronti a correre insieme e volare insieme, sempre più su tra mille giravolte”

1E

e il supporto dei nostri educatori affinché i nostri buoni propositi non svaniscano come bolle di sapone.

Il nostro vero banco di prova è stato il recente viaggio di istruzione in cui abbiamo trascorso, spensierati, un’intera giornata tutti insieme. Siamo stati coinvolti tutti, nei cori, nei giochi, nelle chiacchiere, negli scherzi, non abbiamo lasciato solo nessuno; in autobus abbiamo spesso cambiato posto per “stare con tutti”.

Complici i nostri docenti, in classe ruotiamo spesso i nostri posti in modo che ognuno di noi abbia l’opportunità di conoscere l’altro e saldare il rapporto di amicizia. “Aurora è così ordinata che mi ha contagiata” confessa Michele. “Pensavo che Flavio fosse taciturno ma è un vulcano di idee” afferma Simone. “Sono felice di aver conosciuto compagni buoni e generosi come Penelope e Cesare” rivela Irene.

Abbiamo ideato il motto della nostra classe “UNO PER TUTTI, TUTTI PER UNO” e ci impegneremo affinché sia sempre così perché è bello sperimentare che CHI CERCA UN AMICO TROVA UN TESORO.

Pagina 14 • n. 43 • giugno 2024
ACCOGLIEN z A La “prima media”, un anno di cambiamenti e di nuove amicizie
#inclusione&diritti
Classe

Le parole sono pietre. Comunicazione non ostile

Classe 3B

Quest’anno in classe abbiamo riflettuto spesso sul tema del bullismo.

Prima di tutto, cos’è il bullismo? Il bullismo è caratterizzato dalla presenza di comportamenti aggressivi, ripetuti nel tempo, da parte di uno o più individui, appunto i bulli, nei confronti di un’altra persona considerata “debole” o semplicemente diversa, la vittima.

Per alcuni di noi si tratta di un cattivo comportamento individuale, mentre per altri è colpa della società: molti parlano di bullismo come se loro fossero dei santi, ma non capiscono che anche non intervenire è sinonimo di complicità. La scuola potrebbe essere un mezzo per venirne fuori, se solo i professori riuscissero a capire i ragazzi o a chiedere ad un ragazzo: “come stai?” Insomma, se i professori prendessero una mezz’ora per dialogare con la classe, si capirebbero tante cose.

Altri invece si sono chiesti: ma i bulli sono davvero così cattivi?

Vero, c’è gente che desidera vedere il prossimo soffrire, ma ci sono anche persone che un tempo erano vittime e adesso si sfogano sugli altri, creando un ciclo senza fine di sfiducia nel prossimo, per questo tutti dovremmo rispettare gli altri indistintamente.

Per comprendere meglio cosa c’è dietro

questi fenomeni e per prendere coscienza delle nostre parole, insieme al nostro docente di Religione abbiamo analizzato il “Manifesto della comunicazione non ostile”. Un punto per noi molto concreto è il sesto: “Le parole hanno conseguenze. So che ogni mia parola ha delle conseguenze, piccole o grandi.”

Un altro punto importante è il quinto: “Le parole sono un ponte. Scelgo le parole per comprendere, farmi capire, avvicinarmi agli altri.” A tal proposito abbiamo realizzato un cartellone scrivendoci una frase semplice ma molto significativo: “Le parole sono pietre, usale per costruire ponti”, che abbiamo reso il nostro slogan per tutto l’anno scolastico. Questa frase è molto efficace, perché anche una piccola parola detta in modo scherzoso, che può sembrare innocente ai nostri occhi, può trasformarsi in una “pietra tagliente” e può ferire la persona che la riceve.

- Se si verificano casi di bullismo di cui sei a conoscenza, segnalalo subito ad un adulto. - Non usare la violenza come metodo di difesa.

- Se anche tu hai avuto atteggiamenti simili verso un’altra persona, capisci il tuo errore e trova il coraggio di scusarti perché non è

mai troppo tardi.

Per concludere, vogliamo parlarvi da ragazzi a ragazzi e darvi alcuni consigli:

- Se sei stato una vittima, chiedi spiegazioni a chi ti ha ferito e comprendi il suo errore, perché capita a tutti di sbagliare, l’importante è non ripeterlo più.

i NCLu S io NE 7 febbraio: un nodo blu per dire no al bullismo e al cyberbullismo

Rispetto per il prossimo

Rispetto, rispetto, rispetto!

Questa parola si ripete molte volte nella vita scolastica.

Circa il 9% delle ragazze e l’8% dei ragazzi subiscono atti di bullismo: per le ragazze la percentuale è maggiore perché loro subiscono molestie verbali, sia a scuola che per strada.

Un nostro compagno è stato vittima di bullismo: aveva 9 anni e passeggiava con un suo amico, ad un certo punto due ragazzi quattordicenni, si avvicinano in maniera minacciosa, cominciano ad insultarlo, ma lui li invita a cambiare il proprio atteggiamento. Il rispetto per il prossimo è essere coerenti l’uno con l’altro, condividere idee differenti, socializzare… Il rispetto è la base per non innescare litigi, scontri e guerre. Ogni uomo ha il diritto di essere rispettato Anche se chi rispetta non è sempre rispettato.

Il cyberbullismo è ancor più infimo: si tratta di molestie online, sui social, in chat, che possono partire da un insulto e sfociare in minacce. Fortunatamente, i social hanno

servizi di sicurezza immediati, certe volte interviene la Polizia postale, incaricata di risolvere problemi online, anche non di estrema gravità. Può intervenire con una semplice segnalazione. La gente malintenzionata, cliccando sull’opzione “numero privato”, fa scherzi telefonici fingendosi call center, insultando, minacciando e l’unico modo per difendersi è contattare la Polizia postale, che rintraccerà il numero, rendendolo visibile. Ogni anno circa il 13% dei ragazzi e il 17% delle ragazze subiscono cyberbulli-

Video della 2E sulla comunicazione non ostile

Classe 1Bs

smo. Servono regole e controlli, per esempio sotto i 14 anni nessuno dovrebbe usare Whatsapp, perché è una realtà pericolosa che i ragazzi non sanno affrontare da soli. Hanno bisogno di una rete composta soprattutto dalla famiglia e dagli insegnanti. Infatti, dal 2017, ogni 7 febbraio, si celebra la Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo per iniziativa del Ministero dell’Istruzione: il simbolo della lotta a questi fenomeni è un nodo blu. Ricordate che bisogna avere coraggio di confidare tutto quello che succede online ai propri genitori.

Pagina 15 • n. 43 • giugno 2024 #inclusione&diritti
RELA zio NE Decalogo contro il bullismo delle parole, in presenza e in rete

Alla ricerca della libertà conversando con Rousseau

Salve signor Rousseau, ci presentiamo: siamo giovani giornalisti del XXI secolo. Siamo giunti fin qui attraverso la macchina del tempo che ci ha condotti nel XVIII secolo. Entriamo subito in argomento, potrebbe spiegarci in cosa consiste lo spirito dell’illuminismo?

Con piacere! È veramente stimolante e gradevole condividere gli ideali dell’Illuminismo. Esso è un movimento culturale fondato sui principi della tolleranza, della libertà di pensiero e della pace sociale. Noi illuministi siamo coloro che credono che debba essere il lume della ragione a guidare l’uomo nella comprensione della realtà nel campo della scienza, della politica e della società. Quali sono gli obiettivi che vuole comunicare attraverso la

sua prima opera intitolata “Discorso sulle origini e i fondamenti della diseguaglianza tra gli uomini”?

Attraverso la mia opera voglio far emergere i tratti salienti del pensiero filosofico illuminista che consiste in un’aspra critica alla civiltà come causa di tutte le infelicità della vita dell’uomo, elogiando la natura come depositaria di tutte le qualità positive e buone. Interessante! In che modo siete riusciti, voi illuministi, a far diffondere le vostre idee?

Le mie idee hanno avuto la forza della ragione e della consapevolezza che mi ha sempre guidato verso questo difficile cammino; infatti, sin da piccolo sognavo di vivere in una società democratica, ma data la mia età non potevo dar voce al mio pensiero. Inoltre, non godevo dell’appoggio dei miei genitori, mio padre mi abbandonò all’età di dieci anni e non c’era dialogo con mia madre, che si sentiva da lungo tempo triste e sola. Pertanto, mi ripromisi che una

volta raggiunta la maggiore età, avrei realizzato il mio sogno: diffondere la democrazia. In una tra le sue frasi più celebri, giunta nel nostro secolo, lei afferma: “La donna è il capolavoro dell’universo”. Cosa pensa delle attuali condizioni delle donne islamiche alle quali non vengono garantiti gli stessi diritti dell’uomo?

“La libertà non consiste tanto nel far la propria volontà; quanto nel non essere sottomessi a quella altrui”.

Signor Rousseau, la ringraziamo per aver partecipato a questa intervista. È ora di tornare nel XXI secolo con l’auspicio che i suoi ideali di democrazia, di cui anche noi beneficiamo, possano raggiungere tutti i popoli del mondo garantendo i principi di uguaglianza, fratellanza e legalità nel “Nostro” Mondo!

CURIOSITà Alla (ri)scoperta delle tradizionali forme di comunicazione interpersonale

Un salto nel passato: la lettera personale

La parte più bella dello studio è sempre quella che alla teoria fa seguire la pratica. Vi spieghiamo il perché. La sezione del nostro libro di Antologia dal titolo “I generi per parlare di sé” ha previsto lo studio della lettera, una forma di comunicazione oggi ormai in disuso. Siamo partiti dalla lettura di un articolo del quotidiano La Stampa di P. Sapegno, in cui si afferma che nei prossimi mesi saranno eliminate 20 mila cassette delle lettere e in tutta Italia ne rimarranno 17 mila. È facile intuirne il motivo: le cartoline sono state sostituite dalle foto in tempo reale di WhatsApp, la lenta lettera è stata spazzata via dalla veloce email.

La tecnologia per noi tanto comoda sta chiudendo un altro capitolo di storia. E pensare che le prime “buche postali” sono comparse nel 1632 lungo le vie dello Stato Pontificio, mentre “le cassette delle lettere, rosse, con due feritoie e lo sportello che fa clac, sono entrate in funzione nel 1961”. Alla domanda: ‘Vi è mai capitato di scrivere una lettera e di spedirla?’, è risultato che pochi di noi avevano vissuto questa esperienza. Pertanto la nostra insegnante di italiano ci ha affidato un compito: scrivere e spedire una lettera “in carta e francobollo” al nostro compagno o alla nostra compa-

gna di banco in cui parlare di “un argomento a piacere”.

Diverse sono state le istruzioni da mettere in atto: procurarsi la carta e la busta da lettera, scrivere la lettera e intestare la busta secondo precise indicazioni (destinatario, mittente, CAP, indirizzo del mittente). Altro compito: ricerca delle cassette delle lettere in cui imbucarla. A tal proposito abbiamo scoperto che nel nostro paese ce ne sono all’incirca tre, molte di meno rispetto a quanto ricordano i nostri genitori. Durante la stesura delle lettere, ci è sembrato di tornare indietro nel tempo, quando non esisteva la tecnologia. L’attesa dell’arrivo delle lettere ha suscitato in noi un po’ di ansia che si è poi trasformata in felicità quando il postino ci ha recapitato la tanto attesa busta. Ci siamo poi subito tuffati nella lettura delle lettere ricevute perché eravamo molto curiosi di scoprirne il contenuto.

Il bilancio dell’esperienza è stato positivo: ricerca, attesa, curiosità, ansia, felicità, ritorno al passato ne sono stati gli ingredienti. Abbiamo constatato che non è poi tanto

male comunicare attraverso questo mezzo tradizionale. Adesso siamo pronti per scrivere nuove lettere. AAA…cercasi amico/amica di penna.

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i NTERvi STA Libertà, uguaglianza, diritti, nel dialogo impossibile con il filosofo francese dell’Illuminismo
Classe 2A
#lettere&letture
Classe 2Cs

LETT u RA La Comunicazione Aumentativa Alternativa per semplificare e incrementare la lettura da parte delle persone con difficoltà a comprendere le parole normali, utilizzando immagini stilizzate e simboli

La lettura per tutte e tutti

Classe 1Es

La nostra prima esperienza con la Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) si è svolta ad ottobre presso la biblioteca comunale con il progetto Lettori

Alla Pari: abbiamo conosciuto alcuni metodi per ampliare la lettura e renderla possibile a tutte le persone, comprese quelle che hanno difficoltà. Un tipo di scrittura è quella Braille per i non vedenti, con segni in alto rilievo; poi c’è la lettura sensitiva, che si fa con l’uso di olfatto, tatto, udito su libri prodotti con diversi materiali come carta stagnola, riflettente e rumorosa o pelle sintetica, morbida al tatto; infine abbiamo conosciuto la CAA.

A u To RE Progetto Lettura “Confabulare”: l’Inventamondi e l’incontro con Luca Azzolini

Lettura, un mondo di libertà

La lettura rappresenta l’ingresso in un mondo a parte, in un luogo in cui è possibile iniziare un fantastico gioco, quello di immedesimarsi in ciò che più si desidera e… sentirsi completamente liberi. Secondo gli studiosi, la lettura ha infiniti benefici ed è un elemento essenziale nella vita di ciascuno. Infatti, può aiutare a ridurre lo stress, a scacciare i pensieri negativi, stimola la mente e aiuta a migliorare il proprio vocabolario, oltre a permettere di dimenticare i dispiaceri.

Acronimo di Comunicazione Aumentativa Alternativa, è una tecnica per semplificare e incrementare la lettura da parte delle persone che hanno difficoltà a comprendere le parole e le lettere normali, utilizzando immagini stilizzate e simboli. Si definisce “Aumentativa” perché rende comprensibile a tutti e tutte il significato. “Alternativa” perché si utilizzano strategie diverse da quelle abituali.

La CAA è nata negli anni ‘50 e con l’evoluzione della medicina fu sperimentata su pazienti sopravvissuti a tumori e ictus con disturbi della comprensione.

La nostra classe e la 1As, insieme alle professoresse Filograno e De Lucia, hanno partecipato poi ad un laboratorio con Elvira Zaccagnino, editrice de la Meridiana di Molfetta e Teresa Righetti, autrice del primo libro di storia dell’arte in CAA dedicato ad una grande pittrice, Frida Khalo. Partendo dai quadri dipinti da lei e riprodotti sulle pagine a sinistra, viene inserita su quelle di destra la spiegazione delle sue passioni, emozioni o sentimenti in CAA. Possiamo così conoscere la sua infanzia e la sua casa azul (celeste) dove viveva da piccola, suo marito e le sue difficili esperienze di vita.

Durante il laboratorio, ci sono state anche assegnate alcune attività da fare sia di disegno sia di riflessione, per esempio pensare come saremmo stati dopo un incidente simile a quello di Frida Khalo. Righetti e Zaccagnino ci hanno proposto di disegnare Frida Khalo con la tecnica che preferiamo, dandoci anche la possibilità di ricopiare delle illustrazioni.

Conoscere la CAA è stato formativo perché abbiamo scoperto una realtà differente e per molti della nostra classe sconosciuta. Ci siamo rese conto, sfogliando anche altri libri in simboli e leggendo in classe albi e silent book, quanto sia utile questo tipo di scrittura per rendere la lettura davvero un diritto accessibile a chiunque.

La Scuola secondaria di primo grado “Cotugno-Carducci-Giovanni XXIII” di Ruvo di Puglia ha aderito al progetto CONFABULARE, promosso dalla LIBRERIA L’AGORA’. Ci è stato proposto il libro intitolato: L’INVENTAMONDI di Luca Azzolini. Ciascuna classe lo ha letto, anche utilizzando particolari tecniche di lettura ad alta voce, davvero molto coinvolgenti e piacevoli. La lettura del racconto, di genere fantasy, ci è sembrata molto interessante oltre che molto adatta alla nostra età. In un continuo susseguirsi di momenti divertenti e tristi, l’autore è riuscito ad appassionarci proprio tutti. Molte sono state le frasi significative che hanno saputo interessarci perché riguardano la vita reale, sono riferite alle nostre esperienze. Il protagonista Timoteo, detto anche Timo, fa parte di una famiglia speciale dagli innumerevoli talenti e a lui non manca certo la stoffa per utilizzarne alcuni, anche se con qualche eccesso!

Il 23 aprile la nostra appassionante esperienza è giunta al suo momento più

1F

stimolante: l’incontro con l’autore. Sicuramente emozionante è stata l’apertura con il firmacopie e la presentazione da parte dell’autore. Ci ha molto colpiti il racconto della sua storia personale, degli atti di bullismo subiti, del suo potente desiderio di rivincita positiva, ma anche della sua carriera di scrittore, contrassegnata da numerose delusioni e dalla sua caparbia volontà di farcela. Ci ha inoltre fornito alcuni suggerimenti per migliorare la nostra scrittura e ne faremo certo buon uso. Anche la lettura di alcune pagine del libro e le nostre domande ci hanno permesso di sentirci pienamente protagonisti di questo momento di incontro. Il dono conclusivo è stato davvero inaspettato: una rapida anticipazione del sequel dell’Inventamondi! E noi tutti non vediamo l’ora di poterlo leggere. Immancabile la foto finale di ciascuna classe con l’autore. Questa esperienza ha segnato una tappa particolarmente coinvolgente di questo nostro primo anno di scuola media e ha saputo suscitare un maggiore interesse verso la lettura.

Pagina 17 • n. 43 • giugno 2024 #lettere&letture
Classe

PROGETTO Grande novità nella nostra scuola da questo anno

Erasmus+

Antonella G. Tangari, docente referente

Il progetto di Istituto dal titolo Intercultura, innovazione e sostenibilità per una scuola europea 4.0. è risultato tra i vincitori per la call 2023 nel settore Erasmus+ Istruzione Ka122 School. Grazie ad esso la scuola ha avuto la possibilità di realizzare importanti attività di conoscenza di altre realtà scolastiche europee e di formazione all’estero. Gli obiettivi perseguiti e raggiunti sono stati:

• Educare alla cittadinanza attiva e responsabile, nel rispetto dell’ambiente e di stili di vita sostenibili, con competenze didattiche da acquisire in corsi di formazione specifici all’estero per staff e docenti e alunni.

• Migliorare le competenze nell’ICT per una didattica più inclusiva, promuovendo, attraverso corsi svolti all’estero, la costruzione di percorsi didattici innovativi e un uso più consapevole delle nuove tecnologie da parte di docenti e di staff.

• Contribuire alla creazione di uno spazio europeo dell’istruzione attraverso l’internazionalizzazione. La nostra scuola, staff, docenti e studenti, intendono beneficiare il più possibile delle opportunità offerte dalla Unione Europea.

M OBILITà ALUNNI (IN USCITA)

- Spagna - Escola Lumen - Terrassa 19-23 Febbraio 2024

- Francia - college A. Sidoisne - Bonneval 3-7 giugno 2024

M OBILITà ALUNNI (IN ENTRATA)

- Visita preparatoria delle docenti spagnole 22-23 novembre

- Ruvo di Puglia, alunni della Spagna 21-23 MAGGIO 2024 con due docenti

M OBILITà DOCENTI (IN USCITA)

- Stoccolma (Svezia) 10-16 marzo 2024

Corso: Structured Educational Visit To Schools & Training Seminars in Sweden

- Riihimaki (Finlandia) 22-26 Aprile 2024

Job Shadowing: Harjunrinteen Koulu - Riihimäki

- Valencia (Spagna) 20-25 Maggio 2024

inquadra il qrcode e consulta tutti i documenti, articoli, padlet con foto e video, prodotti nell’ambito del progetto Erasmus+ una miniera di contenuti multimediali per disseminare una esperienza unica

Corso: Teaching For A Sustainable World: Climate Change And Global Citizenship - Ente: Europass Academy Of Creativity, S.l

- Valencia (Spagna) 27 Maggio- 1 Giugno 2024

Corso: Ict And Outdoor Teaching And Learning Ente: Europass Academy Of Creativity, S.l

M OBILITà DOCENTI (IN ENTRATA)

- Ruvo di Puglia 21-24 maggio 2024

Due Docenti francesi con DS e DSGA del College Albert Sidoisne Accogliamo con gioia Alunne/i e Docenti Francesi e Spagnoli che in questi giorni di fine maggio saranno tra noi!

Cinque ragazze e due docenti a Terrassa

Dario di Spagna

Giorno 1 19.02.2024

Con tanta emozione intraprendiamo il viaggio che, in poco più di due ore ci porterà a Terrassa (Spagna) per conoscere le nostre colleghe e compagne in questo meraviglioso scambio culturale. Raggiunta la scuola Lumen, pranziamo e partecipiamo ad una attività di piantumazione e un’attività in lingua inglese. Trascorriamo il pomeriggio in centro, visitiamo l’Ayuntamento, ospitate dall’Assessore all’istruzione e proseguiamo con una rilassante passeggiata in centro con le colleghe che ci raccontano la storia della città e le famiglie ospitanti. Ceniamo a base de Jamon Iberico!

Giorno 2 20.02.2024 un caldo sole primaverile accoglie la nostra seconda giornata a Terrassa. Dopo la colazione andiamo al Teatro Alegria dove assistiamo a una rappresentazione in lingua inglese e al termine rientriamo alla scuola Lumen per il pranzo. Nel pomeriggio tutte le classi della scuola si esibiscono per noi nell’audutorium. Il momento più emozionante è stato ascoltare l’Inno di Mameli cantato dai nostri anfitrioni con una foto panoramica della nostra cittadina a fare da sfondo. Il resto del tempo è dedicato alla visite delle bellezze storico-artistiche di Terrassa. La giornata si conclude con un grande abbraccio di gruppo tra alunne italiane e spagnole, docenti di entrambe le scuole e genitori ospitanti. Siamo tutti molto stanchi ma contenti di vivere questa meravigliosa esperienza!

Giorno 3 21.02.2024

Erasmus pieno di scoperte emozionanti per i nostri studenti italiani della Media Cotugno-Carducci-Giovanni XXIII nel loro viaggio di mobilità a Terrassa. Esploriamo la storia nello splendido Castell Cartoixa de Vallparadis e nella maestosa Seu d'Egara. Inoltre, ci siamo immersi in un laboratorio in classe dove abbiamo imparato a fare sapone riciclato. Un'esperienza arricchente che ci avvicina alla cultura e alla sostenibilità

Giorno 4 22.02.2024

Giorno di scambio con i nostri amati studenti e docenti italiani del Cotugno-Carducci-Giovanni XXIII! È stata una giornata piena di emozioni ed esperienze indimenticabili a Barcellona, visitando la maestosa Sagrada Familia e culminando con una cena condivisa nel nostro centro con tutta la comunità educante. Dal nostro centro, vogliamo ringraziare le famiglie per tutto il loro sostegno e coinvolgimento, la #FundacióEducativaTramuntana e tutti coloro che hanno reso possibile questa mobilità

5°giorno si parte!

Annunziata Tedone, Davide Paparella e le cinque alunne

Pagina 18 • n. 43 • giugno 2024
#intercultura

Visita didattica strutturata alle scuole e seminari di formazione in Svezia

Formazione in Svezia

Nell’ambito del progetto Erasmus+ “KA122SCH-000142161 INTERCULTURA INNOVAZIONE E SOSTENIBILITA’ PER UNA SCUOLA EUROPEA 4.0” dal 10 al 16 marzo abbiamo frequentato a Stoccolma un corso di formazione organizzato dall’Ente “English Matters”. Si è trattato di un corso strutturato di 7 giorni che ha combinato incontri pedagogici con scuole, seminari, workshops e visite a luoghi di importanza naturale, storica e culturale. Gli obiettivi sono stati: apprendimento di nuovi sistemi educativi in un’ottica europea; conoscenza di metodologie didattiche di altri paesi europei; conoscenza di strategie organizzative diverse dalle nostre.

Diverse sono le cose apprese. Il governo svedese riserva elevati fondi alla scuola permettendo così un’istruzione pubblica di qualità. Scuola, mensa e materiale didattico sono gratuiti. Gli ambienti interni ed esterni sono molto curati e vi sono anche stanze relax per alunni e docenti. Le scuole sono costruite con materiali eco-sostenibili.

Libertà, autonomia e responsabilità degli alunni sono il “must” della scuola svedese. Gli alunni con DSA usufruiscono di ausili tecnologici. Gli alunni con disabilità lievi sono affiancati da tutor e inclusi nelle classi, mentre gli alunni con disabilità gravi sono inseriti nelle “scuole speciali”.

Abbiamo visitato Stoccolma, Uppsala e Sigtuna apprendendo aspetti storici e culturali di queste città e della Svezia. Il coordinatore del corso ci ha trasmesso motivazione ed entusiasmo. Ci ha rese consapevoli di avere il potere di trasmettere ai nostri alunni tanti valori attraverso le nostre discipline e di intervenire a livello politico affinché i valori europei della democrazia e dei diritti civili siano rispettati. Il corso è stato un’ottima esperienza che ci ha arricchito professionalmente: comunicare con colleghi di altri paesi ci ha aperto a nuove idee; visitare luoghi del Paese ospitante ci ha arricchito culturalmente; conoscere i punti di forza del sistema educativo svedese, riflettere sull’importanza di diffondere i valori chiave dell’UE per aiutare alunni e personale scolastico a vivere in una dimensione europea non può che stimolarci maggiormente come docenti con un conseguente impatto positivo sui destinatari del nostro lavoro, i futuri cittadini del mondo.

Daniela Bufano, Francesca D’Agostino, Eugenia Spaccavento, docenti

inquadra il qrcode e guarda il reportage dalla Finlandia

Le nostre docenti, studentesse nella innevata Riihimaki

Jobshadowing in Finlandia

Dal 22 al 26 aprile, grazie alla mobilità docenti presso la Harjunrinteen Koulu a Riihimaki (Finlandia), abbiamo fatto un’entusiasmante esperienza di jobshadowing sul campo. Un paesaggio favoloso, innevato e silenzioso ci ha accolto. Abbiamo vissuto in una tipica una casa in legno, collocata a poco distanza dalla scuola, in un centro residenziale, a sua volta immerso in un bosco con scoiattoli, fagiani e leprotti. Ogni mattina abbiamo raggiunto la scuola e frequentato le lezioni come fossimo studenti. Le strade, pur essendo imbiancate, erano facilmente percorribili e molti studenti ci arrivavano in bici.

La scuola Harjunrinteen Koulu si presentava con ampi spazi, luminosi e confortevoli, divisa in tre piani che accoglievano alunni di età compresa fra i 9 e 16 anni. La gestione degli spazi scolastici è ben differente dalla nostra: ogni docente possiede una propria aula, con un banco di lavoro ben organizzato e personalizzato, munito di strumenti indispensabili per la propria disciplina. Gli alunni cambiano aula in funzione delle materie da seguire usufruendo di una pausa di 10 minuti per ogni ora. Il numero di alunni per classe oscilla da 9 a 15, secondo il livello di apprendimento. La scuola è dotata di ampi spazi laboratoriali strutturati come officine meccaniche, falegnameria, cucina, sartoria, robotica, modellazione 3d, palestra da fitness, per consentire agli studenti di personalizzare il proprio percorso di crescita assecondando le proprie attitudini nonchè l’autonomia. Particolare attenzione viene rivolta all’apprendimento della robotica per rafforzare le competenze in ambito tecnologico. Il confronto con i colleghi finlandesi è stato utile per condividere idee, soluzioni, progetti e scoprire che non siamo poi così lontani.... L’osservazione diretta del lavoro dei nostri colleghi finlandesi ha permesso a noi docenti di vivere i temi chiave che il programma Erasmus propone quali il dialogo interculturale, la sostenibilità ambientale nonché l’apprendimento e il consolidamento delle lingue diversa dalla propria lingua madre.

Antonella Tangari, Angela Ciocia, Angela Basile, docenti

Pagina 19 • n. 43 • giugno 2024 #intercultura

ARTE E IMMAGINE Ottantottocchi che esprimono sentimenti

e socializzano

MabArt Parigi ‘24 progetto artistico

Dopo la prima tappa del progetto Archeo Metro Art, svoltasi con successo a Napoli, accompagnati dalla prof.ssa E. Spaccavento, abbiamo partecipato alla tappa successiva a Parigi, grazie alla vittoria ottenuta nella prima esperienza.

Il MabArt è un progetto artistico promosso dall’Istituto d’Istruzione Superiore “Costaggini” di Rieti per conto del MIM. L’esperienza a Napoli è consistita nel collegare attraverso un’opera artistica il mondo pompeiano e quello metropolitano.

La seconda tappa si è svolta dal 6 al 10 aprile 2024. Questa volta non si è trattato di un laboratorio dedicato all’archeologia, ma l’esperienza era collegata alle Olimpiadi che si svolgeranno nell’estate 2024 proprio nella capitale francese.

In quelle giornate intense, abbiamo dato inizio alle Olimpiadi MabArt, dove ogni giorno il campo da gioco cambiava.

Nella prima fase, abbiamo trattato il nostro corpo come un campo da gioco. I tutor ci hanno chiesto di mappare i luoghi visitati (Museo del Louvre e la Borsa-collezione Pinault di Parigi) in una silhouette (sagoma del nostro corpo). Alla fine di questa fase, abbiamo realizzato, su un cartoncino, un riassunto grafico e simbolico delle attività svolte.

Nella seconda fase, il campo da gioco era la città. I tutor ci hanno consegnato una mappa di Parigi suddivisa in zone numerate (gli arrondissement), che ci hanno aiutato a mappare i siti olimpici e i tanti luoghi di interesse visitati. Alla fine di questa fase, abbiamo realizzato un altro cartoncino riassuntivo.

Nell’ultima fase il nostro campo da gioco erano i valori dell’arte e dello sport.

Al museo del Luxembourg abbiamo visitato la mostra “Match” dedicata principalmente allo sport, qui abbiamo preso nota di otto valori per l’arte e altrettanti per lo sport. I tutor poi ci hanno fornito un’altra scheda dove far gareggiare tutti i valori da noi individuati fino a ottenerne uno, protagonista dell’ultimo manifesto pubblicitario da realizzare. Abbiamo partecipato a una visita guidata presso l’UNESCO, dove abbiamo incontrato la Vicedirettrice Generale per l’Educazione, Stefania Giannini, e il Vicedirettore Generale per la Cultura, Ernesto Ottone Ramirez, assieme all’ambasciatore italiano a Parigi, Liborio Stellino, che ci ha invitati a cena nella sua residenza privata.

L’ultimo giorno in albergo, si è svolto il collettivo d’arte e abbiamo composto l’opera d’arte finale disponendo insieme tutti i manifesti pubblicitari creati nei tre giorni di esplorazione emotiva il cui titolo è stato: Mabaratona –Corsa all’arte!

L’esperienza si è conclusa con delle restituzioni svolte nel parco più grande della capitale, il Bois de Boulogne, ove abbiamo visto Pré Catalan, prossima #CasaItalia CONI dell’Italia Team.

È stata un’esperienza formativa unica anche perché abbiamo stretto nuove amicizie e lavorato con serietà ed entusiasmo. Inoltre, abbiamo avuto la possibilità di parlare in lingua francese, attingendo alle nostre conoscenze.

inquadra il qrcode e guarda gli altri servizi pubblicati per il progetto Mabart

Erasmus+ a fine maggio e a giugno si completeranno le mobilità in entrata e in uscita previste dal progetto. Invitiamo i lettori e lettrici a seguire il blog e le pagine social della nostra scuola per condividere le narrazioni multimediali che continueremo a pubblicare. Segui:

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Erasmus España

Ruta Marina, Sabrina Paparella, studentesse in Erasmus

El 19 de febrero, gracias a los fondos Erasmus asignados por nuestro colegio, salimos junto con los dos profesores-acompañantes Paparella y Tedone, y otros 3 compañeras de 3º B hacia Spagna, Terraza. Fue una experiencia educativa y de crecimiento desde varios puntos de vista: pudimos descubrir las diferencias entre las escuelas italiana y catalana, apreciar los hábitos y costumbres de las familias de acogida, que siempre fueron amables y simpáticas con nosotros. Experimentamos la emoción de vivir lejos de nuestros padres en una familia totalmente extranjera. La familia de origen peruana que nos fue asignada mostró una gran hospitalidad, haciéndonos sentir a gusto durante los momentos de convivencia que compartimos y haciéndonos descubrir tradiciones y costumbres españolas y peruanas.

Conseguimos mejorar nuestro español e inglés con el que interactuamos con las niñas y familias españolas, aprendiendo también nuevos términos en catalán.

Gracias a esta oportunidad creamos una relación preciosa entre nosotras, las chicas italianas, como con las chicas españolas que resultaron ser simpáticas y sociables. Aún hoy seguimos comunicándonos a través de las redes sociales y canales de WhatsApp, manteniendo vivo nuestro conocimiento del idioma.

Estamas muy contentas de haber tenido la oportunidad de participar en este proyecto a pesar de nuestra corta edad.

Queda muy poco para la llegada de las niñas y profesores españoles y estamos deseando darles la bienvenida a nuestras familias y a nuestro colegio.

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#intercultura

STo R i A Giornata della Memoria con gli amici dell’Associazione Nazionale Partigiani

Le radici storiche della propria comunità

Classe 3Cs

La memoria è il tratto distintivo dell’uomo, ciò che gli permette di avere consapevolezza del passato e di proiettarsi nel futuro, infatti come affermato dal celebre scrittore Josè Saramago “Noi siamo la memoria che abbiamo e la responsabilità che ci assumiamo: senza memoria non esistiamo e senza responsabilità forse non meritiamo di esistere”. è fondamentale,

quindi, preservare e custodire la memoria individuale e collettiva, cifra distintiva dei caratteri di una comunità. Questo è ciò su cui i ragazzi delle classi 1As,

1Es e 3Cs in rappresentanza della scuola Cotugno-Carducci-Giovanni XXIII, hanno avuto modo di riflettere in occasione della Giornata della Memoria il 27 Gennaio 2024. Essi hanno partecipato alla manifestazione promossa dalla sezione ANPI (Associazione Nazionale Partigiani Italiani) e patrocinata dal Comune di Ruvo di Puglia in memoria delle vittime ruvesi dei campi di concentramento a cui sono state dedicate le pietre di inciampo collocate ai piedi del Palazzo Avitaja.

La cerimonia, avvenuta alla presenza del sindaco Pasquale Chieco di Ruvo di Puglia, dei rappresentanti delle Forze dell’Ordine e dell’assessora alla Cultura- nonché insegnante presso la nostra scuola- professoressa Monica Filograno, ha onorato il ricordo di tre martiri ruvesi. Salvatore Di Palo, partito in guerra nel 1940, fu arrestato dai tedeschi e deportato a Dachau nel 1943, morì nell’agosto del 1944 a Buchenwald, sfiancato dai lunghi

MEMORIA Progetto Crocus, un fiore per non dimenticare

Germogli di speranza

Il 27 gennaio ricorre la Giornata della Memoria per ricordare le tantissime vittime della shoah. Le classi prime e seconde della nostra scuola hanno voluto ricordare questa triste pagina di storia partecipando al progetto Crocus, promosso dall’organizzazione Holocaust Education Ireland e partito nel 2005, diffondendosi poi in dodici nazioni europee, con l’auspicio di arrivare a coinvolgere tutti gli stati dell’Unione europea.

L’organizzazione Holocaust Education Ireland ci ha fornito 50 bulbi di crochi gialli da piantare in autunno. Questo fiore è stato scelto per diversi motivi: il suo colore giallo richiama quello della Stella di David che gli Ebrei erano obbligati a indossare durante il regime nazista, i fiori piccoli e delicati ricordano tutti i bambini che hanno perso la vita a causa della Shoah; inoltre esso fiorisce alla fine di gennaio, nel periodo che comprende

la Giornata internazionale di commemorazione delle vittime dell’Olocausto.

Il 7 novembre abbiamo dato avvio al progetto, trasformandoci, anche se per poche ore, in veri e propri giardinieri; ci siamo procurati i vasi, il terriccio e dei cocci di creta da mettere sul fondo dei vasi stessi: abbiamo in seguito riempito i vasi di terriccio e al centro vi abbiamo posto i bulbi che poi sono stati ricoperti da altro terriccio e innaffiati. Dopo aver concluso questa prima fase, abbiamo collocato i vasi in un luogo buio. Il nostro lavoro è continuato nei giorni e nei mesi successivi perché, a turno, avevamo il compito di prenderci cura di questi bulbi che avrebbero dato i loro fiori proprio alla fine di gennaio, e di annotare, ogni settimana, sul nostro “Diario del progetto Crocus”, eventuali cambiamenti. Dopo un’attesa di circa due mesi, abbiamo visto spuntare le prime puntine verdi che poi si

mesi di lavoro forzato. Salvatore non era ebreo ma, come molti ebrei, fu umiliato come essere umano e ucciso. Giovanni Marinelli e Michele Rossini: entrambi partigiani, furono catturati dai nazisti e morirono, il primo di malattia e stenti a Dachau nel 1945 e il secondo a Mauthausen nei forni crematori nel 1944.

Le pietre di inciampo, realizzate in ottone di dimensione 10x10cm, rappresentano l’inciampo emotivo e mentale, non fisico, necessario a integrare, nei luoghi simbolo della vita quotidiana del nostro paese, la consapevolezza delle atrocità perpetrate nel tentativo di soffocare gli ideali inalienabili di dignità, libertà e umanità, inoltre restituiscono visibilità a questi giovani martiri ruvesi che, con il loro sacrificio, ci indicano, ancora oggi, la strada da seguire tenacemente e senza mai distrarci, affinchè non si ripetano gli errori del passato.

sono trasformate in foglioline e, finalmente, il 6 marzo, abbiamo potuto ammirare il nostro tanto atteso fiore.

Abbiamo svolto quest’attività con molto interesse e partecipazione ma nello stesso tempo con tanta tristezza, pensando a quei bambini che purtroppo non sono sopravvissuti alla Shoah.

Cosa rappresentano per noi questi fiori? Rappresentano i bambini che sono stati uccisi dalla stupidità e dalla cattiveria umana.

“Mi auguro che non accada più nulla di così terribile” (Cristian). “Questi fiori ci hanno aiutati a tenere vivo il ricordo di tutte le persone e soprattutto di tutti i bambini morti a causa di questa tragedia” (Mariangela e Lara). “Essi rappresentano la speranza che fiorisca sempre l’amore e il rispetto tra tutti e

che tutto ciò che è accaduto non si ripeta (Tommaso e Pasquale)”.

“I fiori per me rappresentano l’importanza della Memoria che non deve limitarsi solo al

27 gennaio ma a tutti i giorni dell’anno, e ci darà germogli di speranza, se sapremo prendercene cura, proprio come abbiamo fatto noi con i nostri fiori” (Lorenzo).

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Classe 1D

una giornata da Carabinieri

Crediamo che una forma di apprendimento alternativa a quella tradizionale siano le uscite didattiche, le esperienze a diretto contatto con fatti e persone. A tal proposito, in quest’anno scolastico, una delle esperienze più belle e interessanti che abbiamo vissuto è stata la visita al Comando provinciale dei Carabinieri e, essendo stati una delle poche classi a parteciparvi, vogliamo condividere con voi questa esperienza e comunicarvi quanto abbiamo imparato in quella giornata. Prelevati da scuola con il loro pullman, ci siamo recati a Bari, presso il Comando,

Classe 2Ds

garantire una forma di aiuto anche agli animali, vittime di violenze e abbandoni. La nostra mattinata è proseguita presso il Comando del Nucleo cinofilo di Modugno, dove abbiamo vissuto il momento più bello dell’intera esperienza: infatti, non soltanto abbiamo potuto osservare da vicino i mezzi di trasporto con i quali i carabinieri si spostano, volanti e moto, ma siamo anche saliti su questi! Abbiamo visto da vicino tutto il loro equipaggiamento, acceso i motori e le sirene e soddisfatte tutte le nostre curiosità sul loro funzionamento.

dove abbiamo guardato un video su tutto ciò di cui i Carabinieri si occupano. È stato molto interessante, perché abbiamo capito meglio il loro lavoro, che non è poi così semplice.

In seguito ci siamo spostati presso la centrale operativa, dove giungono tutte le chiamate fatte al 112, e abbiamo potuto capire che cosa accade dietro le quinte di una segnalazione, dalla chiamata all’invio della pattuglia sul luogo. In quel luogo c’erano anche i Carabinieri della forestale che si occupano delle emergenze ambientali e degli animali. Abbiamo apprezzato molto la loro spiegazione, perché è importante

V IAGGI Sassi, chiesa rupestre, infinite salite e discese, urban game... l’uscita delle classi seconde

In viaggio a Matera

Noi classi seconde, nel periodo tra fine aprile e inizio maggio, abbiamo visitato la città di Matera, capitale della cultura 2019. Due guide di nome Riccardo e Rita ci hanno guidato per il paese mostrandoci tutte le specialità del posto. Appena arrivati abbiamo passeggiato fino alla piazza Vittorio Veneto dove abbiamo ammirato la chiesa di San Domenico e il Palazzo del Governo di Matera. Poi siamo scesi a vedere un’antica chiesa costruita dall’alto verso il basso nella roccia. Ci siamo affacciati a vedere il Sasso

Attraverso questa esperienza abbiamo imparato, grazie ad un incontro con il nucleo degli artificieri, che noi ragazzi, poiché minori di 16 anni, non possiamo utilizzare alcun tipo di esplosivo, nemmeno quando questi vanno più di moda, come a Capodanno. Attenzione! Evitate l’uso e non raccogliete o toccate materiale inesploso, perché potrebbe fare davvero male! Meglio chiamare gli artificieri: in quanto esperti, saranno loro ad occuparsene.

Concludiamo il racconto di questa testimonianza con una curiosità: sapete che i cani cinofili vengono addestrati dai Carabinieri in lingua tedesca? Già, poiché il tedesco è una lingua con suoni brevi, è più facile per i cani capire i comandi che vengono dati e l’abbiamo verificato durante l’esibizione di un cane cinofilo che ha ubbidito ad ogni comando del suo padrone, che non lasciava mai con lo sguardo.

Ora, quando vediamo dei Carabinieri a lavoro, siamo più consapevoli dell’importate e utile servizio che ci garantiscono.

Barisano, chiamato così perché affacciato verso Bari. Lungo il centro storico ci siamo diretti al Sasso Caveoso. Abbiamo visitato anche una casa grotta! Rita e Riccardo ci avevano spiegato che prima Matera era una città in cui si viveva nelle grotte, con spazio ridotto e una luce molto fioca. Non c’erano rubinetti e si prendeva l’acqua dalla cisterna del Palombaro lungo, che si trovava in piazza Vittorio Veneto, visitata all’inizio dell’escursione. Qui ci abitava tutta la famiglia, compreso l’animale, che poteva essere un asino o un cavallo, utilizzato per lavorare. Ne abbiamo visitata una, con le luci fioche, come descritto dalle guide, con letti, armadi e soprammobili tipici. C’era persino una rappresentazione di come i bambini dormivano in uno dei cassetti di una cassettiera appartenente ai genitori. La visita è stata supportata da un’audioguida

Regole sì regole no, parliamone

imparare le regole da piccoli, per una società sana

Classe 1B

Il buon funzionamento della società si basa sulle regole che gli uomini si sono dati per organizzare e far funzionare al meglio la loro vita. Le regole sono gli elementi costitutivi delle istituzioni e queste ultime sono gli strumenti che utilizziamo per organizzare e coordinare i comportamenti sociali in modo che questi possano concorrere nel modo più efficace al benessere collettivo. Le regole sono infatti un insieme di istruzioni che ti dicono cosa ci è permesso fare o cosa non dovremmo fare in una particolare situazione. Servono ad aiutarci a stare con gli altri, a condividere gli spazi, a raggiungere obiettivi comuni. Le regole si possono suddividere in :

• REGOLE MINORI, quelle dei giochi

• REGOLE INTERMEDIE, quelle scolastiche

• REGOLE MAGGIORI, le leggi e le regole politiche.

Servono per mantenere l’equilibrio nella società e fanno in modo che le azioni della collettività non vadano contro di esse. Senza il rispetto delle regole non potremmo vivere in società, e Il non rispetto delle regole comporterebbe conseguenze negative sull’andamento scolastico.

Le regole sono un codice di comportamento che tutti devono rispettare in qualunque contesto si trovino, ad esempio, nello sport o a scuola perché ci aiutano a stare bene con gli altri e a vivere più serenamente. Nella società in cui viviamo purtroppo non tutti rispettano le regole per il buon vivere comune, anche se ognuno di noi ha il dovere di rispettarle, sia per proteggere la nostra sicurezza sia per il nostro benessere.

Il mancato rispetto delle regole può avere conseguenze negative, sia a livello individuale che collettivo, e l’educazione è uno strumento utile per insegnare tale valore.

I ragazzi hanno bisogno di regole sin da piccoli e dei NO per crescere in modo sano nella società.

che ci spiegava cosa c’era davanti ai nostri occhi. All’uscita c’era una piccola stanza con delle panchine dove ci siamo seduti e un dipendente della casa ci ha spiegato la storia del cucù: un fischietto a forma di gallo in terracotta in grado di “fare cucù”. C’era anche un negozietto dove li vendevano, fatti con le loro mani. Queste tre stanze erano delle vere e proprie case grotte dell’epoca. Siamo saliti fino allo sperone roccioso del Montirone dove abbiamo visitato una chiesa rupestre che inizialmente era divisa in due. Una era la chiesa di Santa Maria di Idris e l’altra di San Pietro Caveoso. Da lì siamo andati a vedere la cattedrale, da cui si vedeva il punto di partenza. Alcune classi hanno svolto un interessante urban game gestito da ragazzi di seconda media di Matera. Sofia Pellegrini, redazione

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i ST i T uzio N i Visita al Comando provinciale dei Carabinieri
#legalità&memoria

#viaggi&miraggi

VIAGGI DI ISTRU z IONE L’Umbria è stata la meta per tutte le classi terze

Assisi, Perugia, le Marmore... e tanto più

Classe 3C

Il viaggio di istruzione di terza media è un’esperienza fantastica. Quest’anno il nostro istituto ha proposto a tutti gli alunni di terza la meta Perugia-Assisi-Cascata delle Marmore. Tutto il progetto è stato coordinato egregiamente dalla docente prof.ssa Marinelli, che ringraziamo per il lavoro svolto che ci ha consentito di vivere questa avventura. Noi alunni di 3C siamo stati abbinati alle classi 3D e 3G e abbiamo effettuato il nostro viaggio dal 18 al 20 marzo di quest’anno.

In questi tre giorni abbiamo visitato luoghi meravigliosi in cui abbiamo approfondito le nostre conoscenze grazie alla presenza di guide esperte che ci hanno accompagnato durante le visite presso la fabbrica della Perugina, il centro storico di Perugia e la meravigliosa città di Assisi con le sue chiese colme di arte.

Forse è superfluo dire che sono stati giorni bellissimi che resteranno impressi nella nostra memoria, durante i quali non solo abbiamo consolidato il nostro rapporto come classe, ma ci siamo sentiti un gruppo unico anche con le altre due classi.

Possiamo dunque dire che ci riteniamo fortunati perché non a tutti è consentito di vivere un’esperienza così importante e stimolante e per questo ci sentiamo di ringraziare innanzitutto la nostra dirigente scolastica prof.ssa Rachele De Palma e poi i nostri docenti che hanno dato la loro disponibilità e si sono assunti la responsabilità di vigilare su di noi accompagnandoci in questa avventura.

Grazie di cuore al prof. Sparapano e alle prof.sse Carlucci, Carbonara, Sorino e Minafra; non solo hanno vigilato, ma anche creato momenti di svago e condivisione per rendere il viaggio sempre più divertente, come il Karaoke challenge, durante il quale ci siamo messi in gioco con tanto divertimento.

Sicuramente abbiamo arricchito il nostro bagaglio culturale ma quello che più conta è la nostra crescita formativa. Auguriamo a tutti gli studenti di poter vivere un’esperienza entusiasmante come la nostra che resterà scolpita soprattutto nei nostri cuori per le belle emozioni vissute.

Ripresi i viaggi di istruzione, sempre molto attesi da ragazzi e genitori. Grazie alla prof.ssa A. Marinelli, referente, e alla dirigenza e segreteria per l’organizzazione

VIAGGI DI ISTRU z IONE Le classi prime a Cassano Irpino, Bagnoli Irpino e Lago Laceno

Alla sorgente Pollentina

Classe 1Cs

Finalmente ecco arrivato il tanto sognato giorno per noi ragazzi della 1Cs, il 15 aprile. La nostra visita di istruzione si prospettava molto interessane giacchè prevedeva varie tappe: gli impianti dell’Acquedotto Pugliese di Cassano Irpino con visita guidata alle sorgenti del fiume Calore, il vivaio forestale regionale di Bagnoli Irpino e il Lago Laceno con lezione e laboratorio didattico a cura dell’ass. Eco é Vita e degli operatori del vivaio di Lago Laceno.

La prima tappa è stata quella più sorprendente. Abbiamo visitato la principale delle sorgenti del fiume Calore: la sorgente Pollentina. Si tratta una sorgente “a pressione” dove l’acqua sgorga spontaneamente dal suolo sottoforma di “polle”. Originariamente la sorgente era allo stato naturale, ma successivamente negli anni ’60 fu dotata di una copertura emisferica di protezione ed arricchita con pannelli decorativi. Prima di entrare, la nostra guida ci ha suggerito che in quel posto, il silenzio era d’obbligo per sentire, già in lontananza, lo scrosciare sonoro dell’acqua.

Una volta all’interno, il momento è stato molto emozionante: il meraviglioso spettacolo dell’acqua sgorgante, unito all’odore frizzante dell’Ozono che si sprigionava e al suono fragoroso dell’acqua, era un vero incanto! Lì c’è sempre una temperatura di 10° e quindi l’acqua si conserva freschissima.

è incredibile pensare che quell’acqua faccia un lungo viaggio sotterraneo di decine di giorni partendo dalla “Bocca del Dragone” che è un’area di raccolta di acque piovane sul Monte Terminio, per poi insinuarsi nel suolo e raggiungere la sorgente.

Un altro momento emozionante della giornata è stato, durante la visita didattica all’Oasi Naturale di Lago Laceno, l’attività della “Caccia al tartufo”.

Eravamo immersi nel verde di una fresca faggeta dove un simpatico cagnolino di razza beagle, guidato dal suo padrone, ci ha mostrato come riusciva a fiutare i tartufi e sterrarli: annusava il suolo e, fiutato il tartufo, scavava velocemente con le zampette anteriori e lo tirava su con la bocca; poi lo portava dal suo padrone che, quindi, lo ricompensa con un biscottino. Era dolcissimo e ha trovato 4 tartufi!

Ci hanno poi spiegato che il tartufo è un tubero molto ricercato e il suo valore di solito si aggira intorno ai 300 euro al KG; ho potuto anch’io apprezzarne il profumo intenso e particolare, osservarne la bizzarra forma bitorzoluta ed il colore scuro! è stata una curiosa esperienza rilassante e divertente a contatto con la natura.

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T ECNOLOGIA Le nuove frontiere del mondo digitale: luci ed ombre

L’Intelligenza artificiale e il machine learning

Classe 2E

Frequentando la classe digitale dalla prima media, è stato per noi più immediato l’avvicinamento al mondo misterioso dell’IA. L’Intelligenza Artificiale è la disciplina che studia se e in che modo si possono riprodurre i processi mentali più complessi mediante l’uso di un computer.

Ormai, l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale, soprattutto rivolto alla scuola e allo studio, è sempre più diffuso. Spesso molti studenti che frequentano la nostra scuola utilizzano ChatGPT per fare esercizi di tutti i tipi, riassumere pagine per uno studio veloce e limitato, per scrivere testi, temi e riflessioni assegnati per casa. L’accesso di un minore di 13 anni a ChatGPT è un atto punibile e la situazione peggiora nel momento in cui l’IA si sostituisce completamente allo studio senza che l’alunno possieda le capacità di costruirsi una visione critica degli argomenti. Questo inoltre influisce sull’immaginazione e la socialità.

interattive con l’uso della GENAI. Abbiamo messo in campo le nostre conoscenze tecnologiche apprese fino ad oggi e siamo contenti di aver applicato tutte le abilità che abbiamo acquisito frequentando da vicino il digitale.

Nell’ambito dell’IA, si sente spesso parlare di “Machine Learning”, cioè di un sottoinsieme di IA che si occupa dell’apprendimento delle macchine, che rielaborano le informazioni attraverso l’esperienza e le trasmettono a noi, sotto forma di parole o immagini. Le macchine vengono addestrate per trovare la soluzione a un problema molto velocemente, imparano dai propri errori come fanno le cosiddette reti di algoritmi che prendono come ispirazione i nostri neuroni anche se in realtà si tratta di sistemi che funzionano in modi molto diversi. Per capire meglio, facciamo un esempio: un robot dotato di IA deve fare avanzare un’auto lungo un percorso di curve.

Non sappiamo dove in futuro l’IA ci condurrà, ma non dovremmo permettere che si sostituisca a noi, perché siamo tutti capaci di pensare, riflettere, ragionare, capire e leggere. Noi siamo entrati nel mondo dell’IA per il concorso “L’lA tra i banchi di scuola” promosso dal MIM, per il quale abbiamo realizzato video e immagini

Attività STEM: la Pila di Volta

Competenze scientifico-tecnologiche, digitali e di cittadinanza messe in campo per la realizzazione di un elaborato digitale che ha riguardato le fasi di costruzione della Pila di Volta. Le protagoniste sono le classi 3A, 3B, 3E, 3As, 3Bs, 3Cs, 3Ds, guidate dalle docenti di tecnologia Irene Chiapperini e Paola Chieco. I ragazzi hanno prodotto dei video tutorial e delle presentazioni multimediali sull’esperimento STEM. In seguito alla spiegazione riguardante l’elettricità con un focus a riguardo degli studi di Alessandro Volta, orgoglio italiano, sull’energia elettrica e sulla Pila, è stato assegnato un compito di realtà agli alunni, con istruzioni dettagliate e schede di valutazione per la raccolta dei risultati. La sfida è stata accolta con un entusiasmo inaspettato e la soddisfazione nella revisione degli elaborati digitali è stata

Dopo ogni tentativo grazie all’IA, l’auto impara dai suoi errori e corregge la sua traiettoria, fino a completare il percorso, a immagazzinare i dati e a riprodurlo.

Siamo giunti alla conclusione che, usata nel modo giusto, l’IA sia un buon modo per imparare, conoscere e apprendere, senza sostituirsi a noi.

Esposizione di elaborati digitali sulla realizzazione dell'attività STEM: creazione della pila di Volta MATEMATICA L’efficacia

GGuarda il padlet dei video

tantissima. Ragazze e ragazzi hanno progettato, pianificato, sperimentato, realizzato e verificato la conduzione di elettricità con metodo tecnico- scientifico e si sono cimentati in produzione ed editing di video smart coinvolgenti. Non tutte le lampadine si sono accese, ma i risultati negativi hanno dato vita ad attività di accoglimento dell’errore che a loro volta hanno aperto la strada a discussioni sulle criticità. Divertentissime sono state anche le clips girate nel backstage! (Guarda il qrcode).

La costruzione della Pila di Volta, accolta con passione ed entusiasmo, sarà la base per ulteriori approfondimenti e attività sperimentali, allo scopo di diffondere la cultura STEM.

Paola Chieco, docente di Tecnologia

Classe 2As

iunti allo studio di Pitagora e del suo teorema, secondo il quale la somma dei quadrati costruiti sui due cateti di un triangolo rettangolo è equivalente al quadrato costruito sull’ipotenusa, abbiamo accolto con entusiasmo la proposta della professoressa Basile, vale a dire la realizzazione di un lavoro che rappresenti al meglio il contenuto di questo enunciato matematico.

Vi spieghiamo di cosa si tratta: abbiamo costruito, sulla parete della nostra aula, un albero attraverso l’assemblamento di triangoli e quadrati di cartoncino, disposti secondo la regola dell’enunciato. Abbiamo così ottenuto un effetto decorativo ma anche rappresentativo dell’argomento studiato. Per la buona riuscita del lavoro è stato necessario il contributo di tutti e l’attiva partecipazione nella scelta delle misure e dei colori di ogni singolo pezzo di cui l’albero si compone.

Questa attività si è rivelata non soltanto interessante e stimolante ma anche molto utile per comprendere al meglio l’argomento oggetto di studio: un chiaro esempio, quindi dell’efficacia del metodo del learning by doing.

Ed ecco a voi il nostro fantastico albero, di cui siamo molto orgogliosi.

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#scienza&ambiente
Immagine realizzata con l’IA
del
by doing L’albero pitagorico
learning

#scienza&ambiente

SC i EN z E Il nostro contributo per la salvaguardia dell’ambiente

Lo sgrassatore ecosostenibile

Il giorno 16 Febbraio si celebra la giornata Nazionale: M’illumino di meno dedicata al Risparmio Energetico e agli Stili di Vita Sostenibili (comportamenti, abitudini, alimentazione, politiche economiche, organizzazioni aziendali) volti a diffondere la cultura del risparmio delle risorse e della sostenibilità ambientale tramite la riduzione degli sprechi, la condivisione e la diffusione di stili di vita sostenibili.

Il nome di questa importante giornata trova le sue origini in un noto poeta e scrittore Italiano: Giuseppe Ungaretti traendo spunto da una poesia che recita (M’illumino d’immenso).

Per questo giorno speciale, mentre in Italia e nel resto dell’Europa si sono spente simultaneamente le luci delle maggiori piazze e monumenti, noi alunni della classe 1C, insieme alla nostra docente di matematica e scienze prof.ssa Carlucci, abbiamo deciso di creare uno sgrassatore sostenibile, ovvero uno sgrassatore che non contiene V.O.C., acronimo di alcune parole inglesi che tradotte in italiano stanno ad indicare Composti Organici Volatili ossia sostanze aeriformi tossiche presenti nell’atmosfera che sono nocive tanto per l’essere umano quanto per le piante e gli animali. La professoressa Carlucci, con questa attività, ha voluto farci capire che non sempre i prodotti che troviamo sugli scaffali dei supermercati sono gli unici ad essere validi ed efficaci per la pulizia delle nostre case. Per la produzione di questo sgrassatore sostenibile ci sono serviti:

• una ciotola che debba contenere un litro d’acqua;

• uno spruzzino;

• fazzolettini di carta;

• un cucchiaino di liquido per piatti;

• un cucchiaio di legno;

• un imbuto;

• cenere;

• un contenitore graduato;

• 1 litro d’acqua.

Il procedimento per questo sgrassatore è formato da diversi step: prima abbiamo versato la cenere in un piccolo contenitore, poi abbiamo preso 1 litro d’acqua e versato il tutto in una ciotola. Questo liquido,

che si è formato miscelando l’acqua e la cenere, è stato lasciato all’ombra per 24 ore e di tanto in tanto è stato necessario girarlo con un cucchiaio di legno. Il giorno successivo abbiamo riempito lo spruzzino che conteneva già un cucchiaino di liquido per piatti. Per fare ciò è stato necessario filtrare la soluzione di acqua e cenere servendoci di fazzolettini di carta e un imbuto.

Abbiamo preso l’imbuto e sulla parte superiore, quella più larga, abbiamo posizionato il fazzoletto di carta e lentamente abbiamo lasciato cadere la soluzione all’interno. Così facendo abbiamo filtrato la soluzione sgrassante che pian piano ha riempito lo spruzzino. Abbiamo realizzato quello che tecnicamente le nostre nonne o bisnonne chiamavano liscivia

Nell’uso comune il termine liscivia indica una soluzione acquosa carbonata con potere sgrassante e sbiancante, usata come detergente per il bucato prima dell’avvento e diffusione dei moderni detersivi e macchine lavabiancheria. Ogni liquido o soluzione possiede un grado di acidità e noi abbiamo voluto misurare e mettere a confronto il nostro sgrassatore con uno di quelli che troviamo in commercio. Dall’analisi e dal confronto dei due sgrassatori, abbiamo concluso che il nostro sgrassatore ha 11 di basicità mentre quello comprato pur avendo 11 di basicità, ha comunque un colore più scuro sulla scala graduata perché è inquinato.

A questo punto il nostro sgrassatore è pronto per aiutarci nelle pulizie quotidiane.

Inquadra il qrcode e guarda le foto della attività scientifica per realizzare la liscivia

ED u CA zio NE C ivi CA Una caccia al tesoro all’insegna della ecosostenibilità M’illumino

di meno?

Classe 3As

M’i illumino di meno quest’anno compie vent’anni: la Giornata Internazionale del Risparmio Energetico e degli Stili di Vita Sostenibili ideata dalla Rai Caterpillar per diffondere la cultura della sostenibilità ambientale e del risparmio delle risorse.

Il 16 Febbraio 2024, noi ragazzi delle classi 3As e 3Ds, del plesso Carducci-Giovanni-XXIII, ci siamo recati nel cortile della nostra scuola accompagnati dai nostri docenti, per vivere una giornata diversa dalle altre, all’insegna della scoperta della natura e del risparmio energetico. Le nostre professoresse ci hanno diviso in squadre differenti, dando ad ognuna il nome di un colore prevalente in natura e fornendoci anche un foglietto che conteneva il primo indizio per iniziare la nostra caccia al tesoro! Abbiamo risolto gli indovinelli scritti sui foglietti nascosti in vari punti del cortile. La risoluzione degli indovinelli ci ha permesso di ottenere dalle nostre professoresse le tracce dei problemi di logica che dovevamo risolvere nel minor tempo possibile. La maggior parte degli indizi è stata facile da trovare, più attenzione e concentrazione è stata rivolta alla risoluzione dei problemi che quasi tutte le squadre hanno portato a termine con ottimi risultati.

Tra noi ragazzi c’è stata tanta collaborazione, determinazione e intraprendenza per raggiungere l’obiettivo del gioco con un buon risultato, senza dimenticare il tema della giornata. Così facendo, anche se in piccola parte, abbiamo contribuito a risparmiare energia in classe, trascorrendo parte della giornata all’aperto.

A conclusione della giornata le nostre professoresse ci hanno offerto una merenda a base di frutta ricordandoci che la sostenibilità ambientale inizia dal rispetto della natura e dal consumo dei prodotti a km zero che fortunatamente il nostro territorio ci offre. Pensiamo che “la parola” che mantenga in equilibrio la relazione tra uomo e ambiente nell’ottica della sostenibilità sia: ridurre. Riteniamo che questa giornata sia stata un’ottima esperienza per sensibilizzare gli alunni.

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Classe 1C

SCiENzE Comportamenti consapevoli per la tutela del pianeta

Microplastiche macroproblema

Le microplastiche, frammenti di plastica inferiori ai 5 mm, per la loro ubiquità, persistenza e potenziale impatto negativo su ecosistemi e salute umana, rappresentano una minaccia incombente per il nostro pianeta e per la sua salute.

Le microplastiche derivano da due fonti principali:

• Primarie: Prodotte intenzionalmente per dimensioni ridotte, come microfibre nei tessuti o microsfere nei cosmetici.

• Secondarie: Generate dalla frammentazione di oggetti plastici più grandi, come bottiglie, reti da pesca e rifiuti in generale.

Numerosi studi evidenziano la presenza di microplastiche in ogni ambiente: oceani, mari, fiumi, suolo, aria e persino negli alimenti. La loro diffusione avviene attraverso molteplici canali:

• Azione erosiva di agenti atmosferici e marini.

• Scarico di acque reflue non adeguatamente trattate.

• Usura di pneumatici e prodotti tessili.

• Rottura di reti da pesca e microplastiche intenzionalmente rilasciate.

L’impatto delle microplastiche sugli ecosistemi è vasto e preoccupante:

• Ingestione da parte di organismi marini.

• interferenza con la catena alimentare.

• Danni fisici agli animali.

• Alterazioni negli equilibri degli ecosistemi e della biodiversità.

Anche la salute umana non è immune ai rischi delle microplastiche:

• inalazione di microplastiche attraverso l’aria, con potenziali danni ai polmoni.

• Ingestione di microplastiche attraverso cibo e acqua, con possibili effetti negativi sull’apparato digerente e sulla salute in generale.

Ci sono studi in corso per valutare il potenziale cancerogeno. Soluzioni e strategie: Contrastare la diffusione delle microplastiche richiede un impegno multiforme a livello globale:

• Riduzione dell’utilizzo della plastica, promuovendo alternative sostenibili e riutilizzabili.

• Miglioramento dei sistemi di gestione dei rifiuti, con particolare attenzione al riciclo e al recupero.

• Sviluppo di tecnologie innovative per la cattura e la rimozione delle microplastiche dall’ambiente.

• Norme più stringenti per la produzione e l’utilizzo della plastica, con particolare focus sulle microplastiche primarie.

• Campagne di sensibilizzazione per educare il pubblico sui rischi delle microplastiche e promuovere comportamenti sostenibili.

Le microplastiche rappresentano una sfida globale che richiede un’azione urgente e concertata. La ricerca, lo sviluppo di soluzioni innovative, l’adozione di politiche adeguate e la sensibilizzazione del pubblico sono elementi chiave per contrastare questa minaccia e tutelare il nostro pianeta per le generazioni future.

i polmoni di Ruvo

La Pineta Comunale di Ruvo di Puglia è stata sottoposta ad un intervento di riqualificazione. Sono state riparate le recinzioni, le panchine e le luci funzionano di nuovo. Una piccola zona apparteneva all’Hotel Pineta ma non era utilizzata e quindi è diventata pubblica e pulita.

MEGLIO LA BICI O L’AUTO?

Secondo voi è meglio divertirsi in bici con gli amici o rimanere annoiati nell’auto?

USA ANCHE TU LA BICI!

Non ti serve la patente ed è più divertente. Sì alla bici! Nooo all’auto!

Ma voi sapete cosa significa sostenibile? La sostenibilità parla di benessere ambientale, sociale, economico costante e la prospettiva di lasciare alle generazioni future una qualità della vita non inferiore a quella nostra. Cosa si può fare per la sostenibilità? Scegliere mezzi alternativi, evitare il consumo di plastica, ridurre il più possibile il consumo di acqua, usare meno carta.

Rispettiamo il nostro ambiente.

ANDRAI IN PINETA?

Ti stai annoiando? Non hai nulla da fare? Ecco la tua soluzione! Recati in pineta all’aria aperta! Per i bambini ci sono tante fantastiche giostre mentre per gli adulti delle comodissime panchine su cui rilassarsi! E allora recatevi tutti in pineta. VIVA LA PINETA!

Pagina 26 • n. 43 • giugno 2024
Classe 1As
#scienza&ambiente

#temi&esperienze

i NCLu S io NE Giunge a conclusione del suo percorso il progetto che ha visto protagonisti molti alunni della Scuola di I° grado “Cotugno –Carducci – Giovanni XXII”

Progetto SpesAmica per una spesa più “amichevole”

Si è concluso il progetto SpesAmica, organizzato dal Dipartimento di sostegno della Scuola sec. I° grado “Cotugno-Carducci-Giovanni XXIII” che ha visto la partecipazione di alunni diversabili, accompagnati dai rispettivi docenti di sostegno e da compagni delle diverse classi di appartenenza.

L’idea è nata per permettere ai ragazzi di cimentarsi in una delle attività quotidiane: il fare la spesa al supermercato, secondo un tema sempre diverso in ogni appuntamento mensile. Il progetto era finalizzato all’acquisizione delle autonomie sociali in un contesto quotidiano, favorendo l’aspetto collaborativo e il rispetto reciproco. Dal compleanno tra i banchi, alla colazione della domenica, all’antipasto di Natale e altro ancora, i ragazzi dovevano simulare l’acquisto di cibo, bevande e altro occorrente per queste occasioni, cercare su internet gli ingredienti da acquistare per preparare le chiacchiere o le zeppole, per poi, con calcolatrice alla mano, far quadrare i conti. La loro abilità doveva puntare sul risparmio e capire le offerte di cui approfittare nel fare la spesa, esattamente come facciamo noi tutti i giorni. L’efficacia del progetto è dimostrata dal fatto che gli alunni hanno avuto la possibilità di svolgere un’attività normale e di routine, vista nell’ambito scolastico, gestire virtualmente il denaro, fare dei conti, capire quali sono le convenienze anche in termini economici, e valutare anche i cibi più salutari per una buona colazione, ad esempio. Non è da sottovalutare anche l’aspetto inclusivo del progetto: ogni ragazzo è stato affiancato ad un proprio compagno di classe che insieme potesse essere da guida e da supporto in ogni momento dell’attività, in modo da rendere più “amichevole” anche fare la spesa e superare insieme quelle che sono le piccole difficoltà pratiche della vita quotidiana.

PUGLIA Importante partecipazione a un progetto regionale. Realizzato un depliant guida digitale con notizie storiche, ricette e suggerimenti per escursioni

Ospitalità mediterranea

Classe 2Bs

inquadra il qrcode e guarda il depliant digitale con notizie storiche di siti locali, ricette e altre curiosità

La classe 2Bs ha aderito nel corrente anno sco lastico, tramite il Portale della Salute della Regione Puglia, al progetto Ospitali tà Mediterranea nell’ambi to del Piano strategico per la promozione della salute nelle scuole. Obiettivo del progetto è favorire l’ado zione di stili di vita salutari nella popolazione scolastica aumentando la consapevolezza dei corretti comportamenti alimentari. Noi ragazzi ci siamo dati come obiettivo la valorizzazione del terri torio ruvese da un punto di vista storico, naturale e gastronomico. Infatti, in collaborazione con genitori, nonni, zii… ci siamo improvvisati Tour Operator e abbiamo immaginato di condurre i turisti, durante le quattro stagioni dell’anno, alla scoperta della nostra città e delle aree rurali e naturali, proponendo loro attività all’aperto come la raccolta dei funghi, delle olive e delle erbe spontanee. Inoltre abbiamo ricer cato le ricette della cultura contadina come esempio di corretta alimentazione e risco perto l’utilizzo dei pro dotti agricoli locali per creare ricette gustose ed uniche. Questo approccio esperienziale, in col laborazione con le fa miglie, ci ha reso più consapevoli dell’im portanza dei nostri comportamenti per star bene in salute.

Pagina 27 • n. 43 • giugno 2024

INGLESE La coinvolgente esperienza dei ragazzi a teatro in lingua inglese e in italiano

Alice in RealLand: from wonder to reality

Classi 1Ds - 1F

Venerdì 16 febbraio 2024, gli studenti e le studentesse delle classi prime della scuola secondaria di I grado “Cotugno-Carducci-Giovanni XXIII” hanno assi-

stito alla rappresentazione teatrale “Alice in RealLand” presso l’auditorium del plesso “Carducci-Giovanni XXIII”.

Lo show, messo in scena dalla compagnia teatrale Areté Ensemble, ha alternato scene recitate

in lingua inglese a scene in lingua italiana, alternanza che ha reso lo spettacolo fruibile e coinvolgente. Aver studiato in classe alcuni dei vocaboli inglesi utilizzati dagli attori, ha agevolato la comprensione dei dialoghi e facilitato l’interazione con gli interpreti. L’atmosfera fantastica, caratteristica saliente dell’opera “Alice in Wonderland” di Lewis Carroll da cui lo spettacolo è tratto, è stata efficacemente calata nella quotidianità vissuta dalla protagonista, una ragazza trasferitasi a Londra. La fusione tra meraviglia e realtà è stata messa in evidenza dagli incontri di Alice con personaggi quali il Cappellaio Matto, Bianco Coniglio, il vigile e le commesse di una boutique e di un supermercato.

La rappresentazione ha offerto

FRANCESE Progetto di lingua francese per gli alunni

spunti di riflessione su temi come l’integrazione, le difficoltà dell’evoluzione del fanciullo che diventa adulto, che si trova davanti a nuove sfide e deve trovare in sé stesso un nuovo spirito di iniziativa per affrontare l’ignoto.

Si riportano di seguito alcune osservazioni degli alunni e delle alunne che hanno assistito all’esibizione:

“Alice in RealLand is a magical and real show that teaches us to be strong and courageous and not afraid of the new possibilities that life offers us. The show is a mix of madness, colours and strange characters, funny, interesting and educational. The poor stage gives a greater importance to the actors.”

“I love Alice, an excellent experience to learn new English words.”

“Good and captivating actors, naturally fun, combining magic and reality.”

“The actors’ interaction with the audience was great and successful. The actors played in a fun and unpredictable way!”

“It was very interesting to learn from native speaking actors. We had an English lesson by fun!”

“Alice moves from place to place: the airport, the street, the underground, a supermarket, a restaurant and a boutique… a bizarre way to get around London!”

della scuola primaria “ vive le français!”

Salut à tous ! Cette année scolaire 2023/24, pendant le mois de décembre, nous avons réalisé le projet de continuité de la langue française «Vive le

français!» pour les classes de la dernière année des Écoles primaires « G. Bovio » et « San G. Bosco ».

C’est ainsi la quatrième année qu’avec plaisir nous poursuivons ce projet qui est né pour sensibiliser et intéresser les enfants, futurs élèves de notre Institut, à l’étude de la langue française. En utilisant des vidéos et des images, on a proposé des activités ludiques-linguistiques en langue étrangère, en

donnant la priorité à la communication orale. Les petits élèves ont chanté de simples chansons pour apprendre le lexique proposé et fait des jeux. Ils ont appris des informations sur la France et sur la culture française. Enfin, ils ont realisé des affiches pour la classe et de merveilleuses activités sur leurs cahiers.

Les objectifs de ce projet ont été: motiver, stimuler l’étude et la connaissance d’une deuxième langue et apprendre de nouveaux contextes linguistiques. Apprendre une autre langue nous permet d’acquérir plus de compétences et de nous ouvrir à d’autres cultures.

En outre, aujourd’hui, connaître plusieures langues offre de nombreuses opportunités d’entrer dans le monde du travail, soit dans propre pays soit à l’étranger. Cette expérience a été très positive pour les élèves qui nous ont bien accueillies et ont montré beaucoup d’enthousiasme, intérêt et participation aux activités proposées ! À la prochaine, alors !

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#lingue&culture

INGLESE Esperienza di flipped classroom House in the UK e Young English Masterchefs

A Year in trasformation

Whoever thinks it’s impossibile to become architects and bakers at such a young age, has never been in our classes!

First year students, classes A-B-C-D, together with their English Teacher

Marianna Elizabeth PEPE, had the possibility ,during this accademic year, to do just so!

Thanks to appealing and inspiring activities, we were able to use our creativity, imagination and tried to express them in the best way possibile … clearly in English!

Houses in the Uk was our initial topic: Detached houses, semi detached houses, terraced houses, bungalows and at the blink of an eye, our first transformation in Young English Architects.

Our assignament was to create, represent, describe and comment a typical English house.

After this fantastic project we had some …delicious lessons!! The

story of the most popular English and American desserts (brownies, Victoria Sponge cake, cupcakes, chocolate chip cookies and many more)led us to a new transformation in Young English Masterchefs

During our flipped classroom lesson we had to explain the dessert’s story, ingredients and steps to cook them. We succeded! They were such tasty treats! We weren’t the only ones to think so; we had important judges such as our teachers and Principal who expressed the same opinion.

We then saw the videos we had created at home, in our classes and admired each group’s culinary and linguistic skills!

These activities have not only encourged us to conversate in english but have also given us the opportunity to get to know eachother better and reinforce a positive classroom environment! le”.

u NA PR o P o STA

Lettera al Sindaco: un Music lab a Ruvo

13 Aprile 2024

Egregio Signor Sindaco, qualche mese fa la nostra classe ha visitato la Biblioteca di Monopoli e siamo rimasti affascinati da un piccolo posto: “IL MUSIC LAB”; in questo luogo, i cittadini di Monopoli hanno la possibilità di suonare o imparare a suonare, gratuitamente, gli strumenti musicali a loro disposizione senza il rischio di disturbare i ragazzi che leggono o studiano al piano superiore nella Biblioteca, perché il Music Lab è insonorizzato.

L’aula è arricchita da alcuni strumenti musicali (tastiere, batterie, chitarre, ecc...) e anche di un giradischi e un sintetizzatore; un esperto svolge il servizio di assistenza a chi voglia imparare a suonare uno strumento o voglia ascoltare musica o semplicemente suonarla. È un luogo meraviglioso e lo abbiamo trovato un modello importabile nella nostra città. Pensi come sarebbe bello per noi ragazzi e ragazze poter usufruire di un luogo così meraviglioso! Abbiamo saputo che il Comune ha intenzione di ristrutturare l’ex convento dei Cappuccini per creare una “casa della musica” per ospitare le associazioni musicali ruvesi. Pensiamo che potrebbe essere una buona occasione per creare un Music Lab anche a Ruvo, magari proprio in questo storico edificio, stimolando così i Ruvesi di tutte le età a instaurare un rapporto per la vita con la musica. Che ne pensa?

La scuola ha partecipato al progetto della SANB

La terra in classe. Differenziati!

Guarda il video spot realizzato dalla redazione

La ringraziamo per il tempo che ha speso per leggere la nostra lettera. Aspettiamo suoi riscontri.

Dopo un po’ di giorni che avevamo mandato la lettera al sindaco di Ruvo, egli stesso ha convocato la nostra classe, al Comune, e ci ha chiesto piú informazioni su questo laboratorio: gli abbiamo detto che il Music lab era un laboratorio di musica gratuito, dove tutte le persone di qualsiasi età possono andarci, gli abbiamo anche spiegato che noi eravamo consapevoli del fatto che lui avrebbe dovuto ristutturare il vecchio convento di Ruvo, e quindi gli abbiamo chiesto se come progetto potesse realizzare il Music lab, e il sindaco Chieco ha detto che ció sarebbe stata un’ottima idea, poichè c’erano altre persone che volevano fare dei “concerti”, quindi ha detto che fare il Music lab sarebbe stata una grande opportunità per I futuri musicisti; ci ha detto che farà una visita a Monopoli per capire meglio come lavorano i dipendenti e molto probabilmente i lavori inizieranno. Abbiamo concluso il nostro incontro con una foto, dopo che il sindaco ci aveva raccontato che da giovane gli piaceva molto cantare, ed era appassionato di musica. i ragazzi della 2D

Pagina 29 • n. 43 • giugno 2024 #lingue&culture

Nuove sfide e nuovi orizzonti

Sorino, FS area 1

L'anno scolastico 2023-24 sta per concludersi, e con esso anche la programmazione delle attività didattiche e progettuali. Un anno pieno di sfide e di grandi successi, in cui la nostra scuola ha dedicato numerosi sforzi nell'organizzare progetti e iniziative per favorire la crescita culturale e personale degli alunni.

Grazie ai finanziamenti ottenuti attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), siamo riusciti a implementare le do tazioni tecnologiche e a promuovere nuovi linguaggi verso cui la scuola si sta portando e presto saremo in grado di predisporre laboratori innovativi e aule tematiche.

L'allestimento di ambienti di apprendimen to per imparare nuovi linguaggi è di fondamentale importanza, poiché contribuisce in modo significativo all'efficacia e alla qualità del processo di insegnamento-apprendimento. Un ambiente adeguato favorisce, infatti, la motivazione, stimola la creatività e l'interesse per la materia, nonché favorisce l'interazione e la collaborazione tra gli insegnanti e gli studenti.

In particolare, l'utilizzo di nuove tecnologie e strumenti digitali può svolgere un ruolo chiave nella creazione di ambienti innovativi e stimolanti e l'impiego di dispositivi mobili, piattaforme online e software specifici consente di arricchire l'esperienza di studio, rendendo l'acquisizione di nuovi linguaggi più coinvolgente e interattiva.

Inoltre, la creazione di ambienti flessibili e personalizzati consente agli studenti di progredire nel loro percorso scolastico in modo individuale, rispettando i propri tempi e modalità di apprendimento. Questo approccio favorisce lo studio e l'autostima, riducendo la probabilità di abbandono del percorso formativo e permette agli studenti di acquisire competenze sempre più al passo con i tempi. Tra i progetti realizzati mi piace ricordare le tante attività culturali che quest’anno hanno coinvolto gli studenti in visite guidate a musei, mostre e teatri, ampliando i loro orizzonti e stimolando la curiosità e la creatività. Inoltre, la nostra scuola ha partecipato attivamente a progetti europei e nazionali, creando opportunità di scambio e di confronto con altre realtà scolastiche.

CoNTiNuITà E ORIENTAMENTO per una scelta consapevole

Un cantiere in fermento

Minafra, FS area 4

LNon sono mancati corsi di formazione per docenti su DSA e inclusione, in collaborazione con la ASL, e sui nuovi linguaggi digitali (Scuola Futura) ancora in svolgimento fino a fine giugno

Non posso che esprimere soddisfazione per la collaborazione con i colleghi e i genitori, che hanno contribuito in modo significativo al successo delle attività svolte. La sinergia e la condivisione di obiettivi hanno permesso di realizzare progetti ambiziosi e di far crescere la nostra comunità scolastica. Guardando al futuro, ci aspettano una nuova organizzazione scolastica e delle sfide complesse, che ci impegniamo a affrontare con la stessa determinazione e passione che hanno contraddistinto l'anno che sta per terminare. Siamo pronti a continuare a investire nelle potenzialità dei nostri studenti e ad offrire loro un percorso formativo completo e stimolante.

’entusiasmo è l’elemento che caratterizza noi docenti nel nostro percorso quotidiano. Molti sono stati i progetti a supporto della conoscenza e dello sviluppo delle competenze dei nostri discenti. Personalmente, come Funzione Strumentale della Continuità e dell’Orientamento mi sono occupata del Progetto Continuità fondato su un’attività ponte relativa ai diritti dell’infanzia che anche quest’anno ha visto l’incontro in presenza, tra le classi quinte delle primarie, e le classi prime del nostro Istituto, che si è svolto all’aperto presso piazza Bovio, dove gli alunni, “giocando” hanno riflettuto sul delicato tema del diritto alla PACE. Si è potuto svolgere in presenza anche l’open day in entrata durante il quale la dirigente ha potuto dare le informazioni necessarie ai genitori, circa l’iscrizione, e gli alunni hanno potuto svolgere laboratori supportati dai ragazzi più grandi, utili a conoscere gli ambienti e i docenti. Anche per il Progetto Orientamento per le classi terze, la scuola quest’anno ha potuto offrire giornate di sportello informativo durante le quali gli alunni, già costantemente informati da una piattaforma creata appositamente per loro, sul nostro sito, hanno ricevuto tutte le informazioni sull’offerta formativa da parte degli alunni più grandi delle scuole secondarie di secondo grado presenti, accompagnati dai docenti. Il progetto Orientamento si è esteso anche alle classi seconde e prime che hanno svolto laboratori in collaborazione con gli istituti secondari di secondo grado. Inoltre tanti altri progetti sono stati realizzati per tutte le classi, oltre quelli su citati: il progetto orientamento di francese per le classi quinte della scuola primaria, il progetto di musica sempre per le scuole primarie, il progetto relativo alla visione degli spettacoli teatrali che, attraverso l’inserimento delle didattiche pre e post, offre all’alunno maggiore consapevolezza del messaggio durante la visione, il progetto Natale anch’esso sul tema della pace. Infine ho gestito la grande macchina delle prove Invalsi Nazionali. Penso che ben si evinca che la nostra è una scuola in fermento che offre molte opportunità di crescita formativa.

Colgo l’occasione per ringraziare la Dirigente Scolastica, le altre funzioni strumentali con le quali abbiamo lavorato in sinergia e tutti i docenti che hanno collaborato con me, rendendo il percorso il più agevole possibile.

Infine, ai ragazzi di prima e seconda auguro di vivere intensamente la scuola secondaria di primo grado, ai ragazzi di terza auguro di concludere serenamente il percorso intrapreso per poter poi spiccare il volo verso il futuro. PTOF Un’offerta formativa

a 360°
#temi&esperienze

#temi&esperienze

i NCLu S io NE Un’attenzione importante che dà valore valore aggiunto alla scuola

una scuola di tutti e di ciascuno

Stefania Carbonara, FS area 3

Di che cosa parliamo quando parliamo di inclusione a scuola? L’inclusione scolastica è il processo attraverso il quale la scuola diventa un ambiente che risponde ai bisogni di tutti gli studenti e le studentesse, in particolare di quelli più fragili.

La fragilità purtroppo è ancora vista come qualcosa di cui vergognarsi e da spazzare velocemente sotto lo zerbino. In un mondo che ci vuole tutti omologati e performanti, pronti per apparire sui social nel nostro massimo splendore, non è facile vivere con dignità la propria fragilità. Eppure ognuno di noi è a suo modo fragile e imperfetto. A quanti di noi sarà capitato di sentirsi come una tazza rotta in tanti minuscoli cocci.

A qualcuno accade più spesso che ad altri ma non siamo abituati a posare il nostro sguardo distratto sul compagno o la compagna che avvertiamo diverso da noi, perché troppo spesso quella diversità, quell’essere fuori dal coro, viene visto come una sgradevole etichetta. Se divento amico del compagno ;, che cosa diranno gli altri, il branco, il gregge? Meglio prendere le distanze, disinteressarmi alla sua sofferenza per essere sistematicamente escluso, messo ai margini: non è un mio problema!

L’inclusione, quella vera, comincia da un cambiamento culturale, da una prospettiva diversa che ci conduca fuori dalla rassicurante confort zone, per sperimentarsi alla ricerca di un equilibrio nuovo che valorizzi ciascun membro della comunità scolastica. L’inclusione, quella vera, parte da uno sguardo che scruti chi ci sta accanto, esplorando proprio quella fragilità

che è poi il suo potenziale nascosto. È un po’ come nell’antica pratica giapponese del Kintsugi; arte di rimettere insieme i cocci di ceramica utilizzando metalli preziosi. Questa tecnica consiste nell’usare l’oro o l’argento liquido per riunire i pezzi di un oggetto di ceramica rotto, esaltando le nuove nervature create. L’oggetto assume così un aspetto diverso, certamente migliore, perché diventa irripetibile, per via della casualità con cui la ceramica si frantuma e delle irregolari, ramificate decorazioni che si formano e che vengono esaltate dal metallo. È come se le cicatrici si impreziosissero diventando rare e uniche. Il Kintsugi insegna a rispettare e accogliere ciò che è danneggiato, fragile, imperfetto, non solo negli altri e nel mondo, ma soprattutto in noi stessi. Le crepe che ci segnano possono diventare trame preziose e così quelle che illuminano chi ci vive accanto ogni mattina nella nostra aula di scuola.

Credo fortemente che ciascuno di noi sia unico e prezioso anche e soprattutto nella sua fragilità: dobbiamo solo imparare a osservare con sguardo scrupoloso e attento, soffermandoci su quello che serba in sé.

E se ognuno di noi imparasse quello sguardo, forse allora davvero potremmo dirci comunità, una comunità inclusiva.

LUTTO. Il maestro Nicola Bucci, per lunghi anni docente di Musica alla “Cotugno”, deceduto in febbraio scorso, lascia un vuoto nel panorama musicale rubastino. Il ricordo di una collega

Ciao Nicola!

“Un grande insegnante non ha eventi da consegnare alla storia; la sua vita confluisce in altre vite e alimenta il tessuto intimo delle nostre scuole”.

Ho sentito da qualche parte questo concetto e mi è subito venuto in mente quando ho appreso la notizia della scomparsa del maestro Nicola Bucci.

Nicola collega, sempre pronto a lanciarsi nelle imprese musicali senza timore e senza remore, ma con l’entusiasmo e la gioia di un bambino. Nicola educatore tutto teso ad accogliere i giovani nel suo coro e fornire loro un centro di aggregazione e nel contempo educarli alla musica e non solo.

Nicola amico, pronto a legami disinteressati e leali, pronto a difendere gli amici ad ogni costo. Egli era cosi frizzante, vivo e riusciva ad infondere allegria nel momento stesso in cui con pazienza e puntualità trasmetteva ai ragazzi l’amore per la musica. Questa la sua più rilevante caratteristica: riusciva a stabilire un rapporto empatico e costruttivo con gli alunni e con i colleghi. Certo, non era solo la scuola l’ambito in cui operava. Bastava chiamarlo e lui era là nelle iniziative più svariate del Comune e delle diverse istituzioni, nel coro polifonico “Rubis Canto”, sua creatura, cui ha dedicato tanto del suo tempo senza misurarlo. Ma a scuola, ne vogliamo parlare? Ha dato tutto se stesso. Si è sempre cimentato nei registri più disparati: dagli Spiritual ai Christmas Carol, dai canti liturgici per la Pasqua alle iniziative preparate per le innumerevoli visite alla tomba di don Tonino, nostro amato vescovo; in una parola tutte le situazioni in cui la scuola richiedeva il suo intervento. E poi e poi… la visita di alcune classi al teatro S. Carlo di Napoli e la partecipazione al progetto europeo Comenius, che vide la scuola media Cotugno trasferirsi per pochi giorni a Orlèans. Incredibile come la sua trascinante allegria riuscisse a trasformare il naturale timore di volare degli alunni in un momento ludico e rasserenante! Professionale ed entusiasta sempre, non perdeva occasione di affiancare i colleghi anche nelle iniziative teatrali che riusciva a tradurre in spunti di insegnamento per gli alunni, suoi principali interlocutori. Ma il fiore all’occhiello delle sue attività scolastiche sono state le preparazioni dei musical più famosi del momento, in cui riusciva magistralmente a spaziare da quelli italiani (“Caino e Abele” di Tony Cucchiara) a quelli americani ( “Hair” di Mac Dermont con il famosissimo brano “Aquarius”), per finire con quelli inglesi (“Jesus Christ Superstar”, “Cats”, “Joseph and the amazing thecnicolor dreamcoat”,” Oliver Twist”), per citarne alcuni.

Meticoloso e testardo riportava sui testi, tutti rigorosamente a sfondo sociale, una improbabile trascrizione fonetica che serviva ad arrivare ai ragazzi con maggiore immediatezza.

Non dimentichiamo anche Nicola compositore. Infatti in occasione della festa dell’Europa, in collaborazione con alcuni alunni che ne hanno scritto il testo, ha creato un pezzo musicale di tutto rispetto. Eclettico. Sì, È la parola giusta. E non importa se questo può sembrare il solito retorico panegirico per una persona che non c’è più: è tutto ampiamente documentato.

La verità è che un insegnante, un educatore, un amico, una persona come Nicola bisognerebbe incontrarla almeno una volta nella vita. Enza Summo già docente di Inglese alla Cotugno

Pagina 31 • n. 43 • giugno 2024

La redazione de L’Eco della Scuola n.43

Dirigente scolastica

Rachele De Palma

Docenti

Loredana Leone

Luigi Sparapano

Alunni:

Sofia Acquafresca

Claudia Ardizzone

Laura Campanale

Anna Catalano

Domenico Del Vecchio

Stella Marinelli

Vincenzo Montaruli

Annamaria Montecastello

Roberta Nardini

Ania La Fortezza

Angela Lovino

Emma Lovino

Sofia Pellegrini

Domenico Ranieri

Sara Summo

Syria Tedone

Rossella Visconti

Diana Visicchio

Gabriele Volpe

Grafica e impaginazione

Luigi Sparapano

Stampa Centro Stampa Terlizzi

Tiratura: 300 copie

Il giornale è stato interamente progettato, impaginato e realizzato in proprio.

Le fotografie sono state inserite a scopo documentativo e didattico.

È vietato ogni altro uso.

Chiuso il 15 maggio 2024

Premio Presepe

Un’attività didattica di Religione e Educazione civica - il mondo in una scatola, per riflettere mediante un fablab sul creato che era in origine e quello che abbiamo prodotto oggi- è diventata scenografia involontaria del presepe realizzato in ogni plesso con notevole successo. La Pro Loco ha valorizzato il lavoro dei ragazzi premiandolo con il secondo posto del concorso cittadino “Il miglior presepe”.

Prove iNvALSi

Ansia, stress e paura sono le emozioni che abbiamo provato in aprile tutti i ragazzi e le ragazze d’Italia che frequentiamo la classe terza della scuola secondaria di primo grado. Le prove nazionali INVALSI costituiscono, secondo la normativa vigente, requisito d’ammissione all’esame conclusivo del triennio. Io personalmente ho provato delle emozioni contrastanti: da un lato mi sono lasciata convincere da coloro che sostengono che “tanto non fanno media”, dall’altro ho dato ascolto a coloro che sostengono che invece hanno un peso sul voto finale dell’esame. Ma quindi chi ha ragione? In realtà le prove INVALSI sono importanti perché ci aiutano a comprendere meglio il nostro sistema scolastico ed evidenziano eventuali punti deboli e criticità dello stesso per poi intervenire e poterlo migliorare.

Angela Lovino, redazione

Cancro io ti boccio

“Cancro io ti boccio” è il progetto che AIRC ha studiato appositamente per le scuole, che si affianca all’iniziativa Le Arance della Salute. Numerosi studi hanno dimostrato l’efficacia di uno stile di vita sano per ridurre il rischio di cancro. Fino al 40% dei nuovi casi di tumore è potenzialmente prevenibile o più curabile quando si agisce sui fattori di rischio modificabili tramite i comportamenti individuali: non fumare, fare attività fisica, scegliere un’alimentazione sana ed equilibrata, aderire agli screening raccomandati per la diagnosi precoce.

Venerdì 26 e sabato 27 gennaio 2024 nella nostra scuola sono state distribuite 28 reticelle di arance rosse italiane, 60 vasetti di miele di fiori d’arancio e 36 vasetti di marmellata d’arancia come momento di educazione civica e cittadinanza attiva per finanziare la ricerca e sostenere insieme ad AIRC i progetti più innovativi svolti nelle principali istituzioni italiane e assegnare borse di studio a giovani laureati che si vogliono specializzare in oncologia. Sono stati raccolti 1251 euro come contributo per la campagna Cancro io ti Boccio 2024.

Borsa di studio “V. Visicchio”

Le Danzatrici en plein air 2024

Alcuni alunni hanno partecipato al laboratorio coreografico gratuito, promosso dalla Compagnia Menhir Danza, e incentrato sullo sviluppo dell’espressività corporea e sullo studio delle dinamiche di movimento. Il percorso si concluderà con una restituzione finale che andrà in scena con il titolo RACCONTO alle ore 19:00 di venerdì 28 giugno.

Alla Ferrotramviaria

Le classi 1A, 1Cs, 1F hanno partecipato all’attività promossa dalla Ferrotramviaria SPA, per sensibilizzare sui comportamenti da tenere in prossimità dei passaggi a livello e all’interno delle stazioni.

Tennis tavolo

Anche quest’anno la nostra scuola, aderendo al progetto Scuola Sport e Disabilità, promosso dal Comitato paralimpico, ha dato la possibilità ad alcuni alunni di prima e seconda, di avvicinarsi alla sport del tennis- tavolo. Tenuto da un esperto federale FITET Vincenzo De Sario e coordinato dalla prof. ssa Maria Di Liddo, il progetto è stato articolato in 14 incontri, da marzo, in orario extracurriculare presso la palestra Cotugno, e si concluderà il 4 giugno a Bari con una festa provinciale dello sport presso il Campo scuola FIDAI.

Un grande in bocca al lupo ai nostri ragazzi!

Pensionamento

Giunge anche per il Prof. vincenzo iurilli la conclusione del suo lungo percorso professionale scolastico. Indimenticabili i concerti e gli eventi musicali promossi, come anche il lavoro quotidiano svolto in classe. Ovviamente sarà facile ritrovarlo per strada tra gli altri “Birbant-band”. A lui il grazie di tutta la Comunità scolastica e gli auguri per un futuro sempre più musicale...

Buone vacanze e a settembre!

Anche quest’anno sarà assegnata la borsa di studio “Vincenzo Visicchio” agli alunni che sono stati più meritevoli nell’a.s. 2022/2023. Sul sito daremo comunicazione dei nominativi.

Pagina 32 • n. 43 • giugno 2024

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