NEW ENTRY - edizione di Bergamo 1- 18 Dicembre 2017

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SEGNI NEL TEMPO

foratrice: la prima era riuscita a scavare un pozzo di 20 metri di profondità (contro i 25 pronosticati all’inizio) e 50 cm di diametro. I tecnici operatori di questa nuova macchina, che l’avevano montata a tempo di record (3 ore contro le 12 previste dal manuale), sottolinearono la cospicuità del problema rappresentato dal sottosuolo duro e compatto, prevedendo non meno di 8-12 ore di lavoro per arrivare alla profondità richiesta. Alle 18:22 il pozzo parallelo aveva raggiunto una profondità di 21 metri e 4 centimetri: la sonda continua a scavare con difficoltà. Interpellato allo scopo, Elvezio Fava, primario di rianimazione all’ospedale San Giovanni, si dedicò a controllare le condizioni di salute del bambino, che era affetto da una cardiopatia congenita in attesa di essere operata a settembre: per il momento non si ravvisavano disfunzioni. Alle ore 20:00 entrò in funzione un terzo impianto di perforazione, più piccolo e agile; al contempo fu calata nel pozzo una flebo di acqua e zucchero, per tentare di dissetare Alfredino. Ritenendo non più necessario lasciare libere le frequenze, le stazioni radio locali ripresero le trasmissioni in onde medie. Alle 21:30 si rese necessaria una pausa nella perforazione; alle 23:00 fu autorizzato a scendere nel pozzo un volontario: Isidoro Mirabella, un manovale siciliano 52enne, residente a Castelchiodato di Mentana, dal fisico minuto e subito ribattezzato “l’Uomo Ragno”; egli però, a causa di ostacoli tecnici, non riuscì ad avvicinarsi a sufficienza al

bambino, anche se poté parlargli. Alle 7:30 del 12 giugno la perforatrice era scesa soltanto a 25 metri di profondità. Un’ora e mezzo dopo incontrò un terreno più morbido, che le consentì di accelerare la discesa; nel frattempo i soccorritori continuavano a parlare col bambino, che aveva cominciato a piangere dicendo di essere stanco, tramite l’elettro-sonda (primo fra tutti il pompiere Nando Broglio, che non lasciò un attimo il bordo del pozzo). Alle 10:10 lo scavo parallelo era arrivato a una profondità di 30 metri e 5 centimetri e un ingegnere dei vigili del fuoco rivide al ribasso la stima della profondità cui si trovava il bambino: 32,5 m invece di 36. Si decise pertanto di accelerare i lavori e di incominciare immediatamente a scavare il raccordo orizzontale fra i due pozzi, prevedendo di sbucare un paio di metri sopra Alfredino. Alle 11:00 giunse sul posto una scavatrice a pressione per scavare il tunnel di connessione, che tuttavia si bloccò poco dopo l’accensione. Tre vigili del fuoco incominciarono quindi a scavare a mano. Nel frattempo Alfredo aveva smesso di rispondere ai soccorritori, e i medici presenti sul posto, che ascoltavano il suo respiro, riferirono che stava peggiorando: 48 espirazioni al minuto. Alle 16:30 giunse sul posto il Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Alle 19:00 il cunicolo orizzontale fu completato e finalmente il pozzo di Alfredino fu posto in comunicazione con il pozzo parallelo, a 34 metri di profondità. Tuttavia,

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