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Il biologico ferma la corsa, vittima eccellente dell’inflazione.
Ma c’è chi va controtendenza
Protagonista di una stagione impetuosa di crescita, il biologico oggi vive una battuta d’arresto dovuta al forte impatto dell’inflazione sul prezzo di vendita. E’ quasi unanime l’interpretazione dei rappresentanti di alcune delle principali imprese del settore dei “sostituti del pane”. Il consumatore, alle prese con rincari di ogni sorta e buste paga che non aumentano, presta grande attenzione ai prezzi e cerca alternative più convenienti rispetto ai prodotti biologici, rivedendo il proprio carrello della spesa. Nel 2021 le vendite di prodotti bio hanno toccato il massimo storico, sull’onda della spinta enorme ricevuta dalla pandemia che aveva messo al centro delle abitudini di consumo l’attenzione alla salute e il rispetto dell’ambiente. Adesso le scelte “consapevoli” vacillano sotto la scure dell’inflazione, ma c’è chi si muove in controtendenza: è il caso di Tentazioni Pugliesi che con i suoi prodotti bio proprio nel 2023 cresce in volumi del 12%, soprattutto sul mercato estero, dopo aver sperimentato un consolidamento nel 2022. Secondo il direttore vendite dell’azienda, Vito Lotito, il bio non arretrerà, ma sarà “affiancato oltre che dal Gluten-Free, da taralli salutistici ad alto contenuto proteico, arricchiti con vitamine e a seguire prodotti a basso contenuto glicemico.” L’andamento positivo del segmento bio di Tentazioni Pugliesi è però da considerarsi un’eccezione, perché il panorama generale è caratterizzato al contrario da una contrazione significativa. “Nel 2023, ma già verso il finire del 2022, il comparto del biologico ha cominciato a registrare dei decrementi – ha detto Francesco Galizia di Vallefiorita -. Questo è dovuto principalmente all’inflazione. Il consumatore finale si vede costretto stringere i cordoni della borsa e toglie dal carrello i prodotti dal prezzo più elevato. E’ una dinamica che non riguarda solo l’Italia: la registriamo anche i Francia e Germania che sono i due paesi di riferimento per le vendite di prodotti biologici”.
Il bio, che già costava caro, ha subito ulteriori incrementi a causa della crisi delle materie prime, come ha spiegato Simona Fiorentini di Fiorentini Alimentari: “Il bio ha avuto un forte rallentamento nel 2022 e lo stiamo vedendo anche nel 2023. Molto ha pesato il fatto che le materie prime lo scorso anno hanno subito un incremento dei prezzi compreso fra il 15 e il 30% e questo ha inciso sull’aumento al pubblico di un prezzo che già prima era più alto rispetto a quello dei prodotti non bio. Con il carrello della spesa che si fa sempre più costoso, i consumatori si rivolgono a prodotti diversi e meno cari”. Questo però non significa che i consumatori non siano attenti alla salute. Nota sempre Fiorentini che “i consumatori richiedono caratteristiche diverse ma sempre salutistiche, come prodotti ricchi di fibre o proteine. Sono attenti alla salute ma il bio non è più un must have”.