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Prezzi del vetro alle stelle: La speranza in due nuovi forni che aumenteranno l’offerta sul mercato. Ma non basterà per far
Scendere I Prezzi Delle Conserve
Il mercato del vetro è letteralmente impazzito. Il prezzo del vetro nuovo è schizzato alle stelle, a causa del costo del gas. E quello del rottame di vetro –che consentirebbe di ridurre i consumi di gas del 10% - ha raggiunto vette fino ad oggi sconosciute, fino a 200 euro a tonnellata. Un mix di dinamiche che sta mettendo a dura prova l’industria delle conserve, anche perché i consumatori gradiscono poco alternative in termini di materiali, percependo storicamente il vetro come più sicuro per la conservazione degli alimenti. Il punto della situazione è stato affidato a Carmelo Frisenna, responsabile acquisti di Gustibus, che è intervenuto durante il Cibus Lab dedicato alle conserve vegetali, organizzato a cura di Gdo News in collaborazione con Cibus Fiere di Parma.
“Nel 2022 il consumo di vetro in Italia è cresciuto, così come è cresciuta la produzione – dice Frisenna -. Sulle vetrerie che sono fortemente energivore e assorbono circa il 2% del consumo totale nazionale ha avuto un impatto enorme l’aumento del prezzo del gas. Pertanto, anche in un’ottica di sostenibilità, avrebbe avuto logica espandere il mercato del vetro riciclato, nel quale l’Italia riesce a fare numeri importanti. Però il prezzo del rottame di vetro è schizzato da 25 euro a tonnellata a 180/200. Il rottame di vetro andrebbe incontro agli impegni di sostenibilità presi con l’Europa perché consente di ridurre le emissioni di Co2 di circa il 10% e consentirebbe risparmi importanti in bolletta: ma con il prezzo del rottame alle stelle, legittimamente ci si chiede se davvero convenga impiegare il rottame anziché la materia prima pura. Va sottolineato, come detto sopra, che non c’è stato un calo della domanda di vetro e questo ha spinto a svuotare i depositi, mandando ancora più in alto il prezzo”.
Questo insieme di cose ha determinato una crescita inarrestabile del prezzo del vetro che è aumentato fino al 100%, con variazioni legate alla tipologia di vetro e di contenitore (alcuni contenitori nella seconda metà del 2022 erano anche difficili da trovare, con criticità molto importanti per i produttori di conserve).
“Il 2023 si è aperto sotto queste insegne e nei primi mesi dell’anno tutte le vetrerie hanno fatto ulteriori incrementi di listino: ci si è interrogati sulla presenza di fenomeni speculativi, ma l’industria conserviera ha dovuto subite questi nuovi aumenti perché non c’è stato margine di trattativa con le vetrerie. Adesso l’auspicio è che a partire da luglio si possa vedere qualche segnale di calo dei prezzi, conseguente non alla riduzione del prezzo dell’energia ma al fatto che in Europa verranno messi in funzione due nuovi forni con un incremento della capacità produttiva che potrebbero far diminuire il prezzo attraverso l’aumento dello stock di prodotto disponibile sul mercato” aggiunge Frisenna. Ma, sempre secondo Frisenna, se anche il prezzo del vetro dovesse calare, questo non basterà per fermare la corsa dei prezzi delle conserve vegetali, perché gli altri elementi che le compongono sono invece destinati a salire di prezzo. È vero che stiamo assistendo a un calo di prezzo degli oli vegetali, ma questo sicuramente non riguarda l’olio extravergine d’oliva il cui prezzo sta invece salendo in modo vertiginoso. Poi ci sono i vegetali con il pomodoro, ad esempio, che si stima quest’anno costerà il 35-40% in più dell’anno scorso. Per tutti questi motivi, oggi è davvero complicato parlare di una possibile riduzione dei prezzi”, conclude Frisenna.