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Frumento tenero e prezzi: prospettive nel medio periodo, tra timori e speranze

Il 2023 dovrebbe garantire un buon raccolto di frumento tenero, con i prezzi in caduta rispetto allo scorso anno ma sostenuti da quello del mais (che funge da benchmark a livello globale), in uno scenario di rallentamento globale dell’economia che rende molto cauta la domanda.

L’analisi dell’andamento della materia prima principale per i panificati salati, ovvero il frumento tenero, è stata affidata ad Annachiara Saguatti, analista senior di Areté Agrifood, società specializzata in analisi di mercato dedicate alle commodities alimentari.

“La campagna di commercializzazione 2022 – 2023 si è chiusa con una complessiva leggera riduzione degli stock globali di frumento tenero. A dispetto del trend di discesa di marcata discesa dei prezzi degli ultimi mesi, è stata in realtà una campagna abbastanza complicata, tranne che in Russia dove c’è stato un record di produzione – dice Saguatti -. Adesso gli occhi sono puntati sui prossimi raccolti, ai quali siamo vicini nell’emisfero Nord: il panorama è molto variegato ma, tra paesi con rese record e altri in difficoltà, il risultato medio atteso è un ottimo livello di offerta”.

Riguardo le differenze tra i diversi Paesi dell’emisfero settentrionale, quest’anno ad esempio si distingue la Russia che già nel 2022 aveva avuto un raccolto record superiore ai 90 milioni di tonnellate e quest’anno dovrebbe registrare un calo dell’8% per riportarsi attorno agli 85 milioni di tonnellate che si aggiungeranno agli stock accumulati, rendendo l’offerta di frumento russo sul mercato molto significativa.

Passando sul fronte opposto, in Ucraina, ovviamente si attende una minore produzione dovuta alla diminuzione delle aree destinate alla semina: fino a prima della guerra l’Ucraina era un esportatore molto forte a livello globale ma quest’anno le rese – secondo le stime del Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti – caleranno di un ulteriore 17% riportando il paese sui livelli di 10 anni fa. Negli anni precedenti la guerra, le grandi quantità di frumento immesse dall’Ucraina sul mercato europeo avevano contribuito in modo determinante a spingere i prezzi verso il basso. Fatica invece la produzione di frumento negli Stati Uniti, piazza importante non tanto per le quantità prodotte, quanto per ospitare la sede del CME, il principale mercato finanziario che quota il frumento tenero.

In Europa non dovrebbero esserci difficoltà sul fronte delle quantità per la raccolta 2023, ma ci si attende semmai qualche elemento critico sul fronte della qualità a causa delle condizioni metereologiche avverse dei mesi scorsi.

“Nel momento delle semine lo scorso autunno ci sono state generalizzate condizioni di carenza idrica che però non hanno avuto un impatto significativo sulle condizioni del frumento che appariva appunto in ottime condizioni. La situazione europea è molto eterogenea ma a livello complessivo la situazione appare favorevole per le rese – dice Saguatti -. In Italia, nel mese di maggio, le precipitazioni violente e abbondanti hanno creato delle preoccupazioni rispetto alla qualità del frumento che verrà raccolto, soprattutto riguardo la possibilità che il contenuto proteico sia scarso con conseguenti ripercussioni negative sul prezzo. La maturazione è un po’ indietro, per cui probabilmente ci si troverà a dover posticipare leggermente i raccolti”.

A proposito del prezzo del frumento, Saguatti fa notare che “i mercati dei cereali hanno come grande driver il prezzo del mais che è il più importante per volumi prodotti a livello globale. In questo momento i prezzi del mais e del frumento tenero sono molto, molto vicini. È il mais che sta sostenendo i prezzi del frumento che, invece, viste le attese per un’abbondanza di offerta alla vigilia delle nuove raccolte, dovrebbero essere in calo”.

A spingere verso il basso il valore del frumento tenero, secondo l’analista, potrebbero essere piuttosto le tensioni generate sui mercati internazionali dal basso livello di domanda globale, determinato da previsioni di crescita stentorea in Europa e in Asia.

“Le politiche monetarie restrittive attuate per contenere l’inflazione possono comprimere la crescita e per questo motivo la domanda da parte delle industrie al momento è davvero molto cauta”, conclude Saguatti.

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